La penso anch'io così. Tempo fa ho mandato a Lawrence Williams un messaggio che diceva (scusate il mio inglese):
Nowadays we are in a very peculiar moment as for informatics education. Till now Informatics has been taught to students at university courses, in technical schools or in vocational schools specializing in computer science. Today Informatics is going to be taught to:
- schoolchildren who are much younger than previous students and have teachers not specialised in Informatics (sometimes knowing almost nothing of it)
- students in secondary school that will not specialize in computer science.
Thus a new pedagogy/education in computing must be devised and a common work on the problem is necessary by researchers in pedagogy and in computer science because both qualifications are needed. Also best practices already present in schools since several years must be taken into account because some teachers have done precious activities for bringing up to date the education.
E' molto importante non siano i soli informatici a dire cosa fare nelle scuole e come farlo.
A proposito di Un chiarimento: parliamo di "programmazione" o di "story telling"?
Secondo me è entrambi: se facessimo story telling in tedesco (tanto per toglierci dall' inglese) faremmo story telling o tedesco? Nel caso della produzione di storie con strumenti digitali (come con una cinepresa o in teatro invece che scrivendo) abbaimo per le mani uno strumento nuovo o diverso di cui sfruttare le potenzialità.
E' per l' appunto una questione di integrazione come scrive Giovanni.
Se si vuole fare informatica in classe bisogna integrare altrimenti la si fa diversamente per esempio come attività opzionale.
Saluti, Barbara