I . L' assassinio . Il Gange , questo famoso fiume celebrato dagli indiani antichi e moderni , le cui acque son reputate sacre da quei popoli , dopo d' aver solcato le nevose montagne dell' Himalaya e le ricche provincie del Sirinagar , di Delhi , di Odhe , di Bahare , di Bengala , a duecentoventi miglia dal mare dividesi in due bracci , formando un delta gigantesco , intricato , meraviglioso e forse unico . La imponente massa delle acque si divide e suddivide in una moltitudine di fiumicelli , di canali e di canaletti che frastagliano in tutte le guise possibili l' immensa estensione di terre strette fra l' Hugly , il vero Gange , ed il golfo del Bengala . Di qui una infinita` d' isole , d' isolotti , di banchi , i quali , verso il mare , ricevono il nome di Sunderbunds . Nulla di piu` desolante , di piu` strano e di piu` spaventevole che la vista di queste Sunderbunds . Non citta` , non villaggi , non capanne , non un rifugio qualsiasi ; dal sud al nord , dall' est all' ovest , non scorgete che immense piantagioni di bambu` spinosi , stretti gli uni contro gli altri , le cui alte cime ondeggiano ai soffi del vento , appestato dalle esalazioni insopportabili di migliaia e migliaia di corpi umani che imputridiscono nelle avvelenate acque dei canali . E` raro se scorgete un banian torreggiare al disopra di quelle gigantesche canne , ancor piu` raro se v' accade di scorgere un gruppo di manghieri , di giacchieri o di nagassi sorgere fra i pantani , o se vi giunge all' olfatto il soave profumo del gelsomino , dello sciambaga o del mussenda , che spuntano timidamente fra quel caos di vegetali . Di giorno , un silenzio gigantesco , funebre , che incute terrore ai piu` audaci , regna sovrano : di notte invece , e` un frastuono orribile di urla , di ruggiti , di sibili e di fischi , che gela il sangue . Dite al bengalese di porre piede nelle Sunderbunds ed egli si rifiutera` ; promettetegli cento , duecento , cinquecento rupie , e mai smuoverete la incrollabile sua decisione . Dite al molango che vive nelle Sunderbunds , sfidando il cholera e la peste , le febbri ed il veleno di quell' aria appestata , di entrare in quelle jungle ed al pari del bengalese si rifiutera` . Il bengalese ed il molango non hanno torto ; inoltrarsi in quelle jungle , e` andare incontro alla morte . Infatti e` la` , fra quegli ammassi di spine e di bambu` , fra quei pantani e quelle acque gialle , che si celano le tigri spiando il passaggio dei canotti e persino dei navigli , per scagliarsi sul ponte e strappare il barcaiuolo od il marinaio che ardisce mostrarsi ; e` la` che nuotano e spiano la preda orridi e giganteschi coccodrilli , sempre avidi di carne umana , e` la` che vaga il formidabile rinoceronte a cui tutto fa ombra e lo irrita alla pazzia ; ed e` la` che vivono e muoiono le numerose varieta` dei serpenti indiani , fra i quali il rubdira mandali il cui morso fa sudar sangue ed il pitone che stritola fra le sue spire un bue ; ed e` la` infine che talvolta si cela il thug indiano , aspettando ansiosamente l' arrivo d' un uomo qualsiasi per strangolarlo ed offrire la spenta vita alla sua terribile divinita` ! Nondimeno la sera del 16 maggio del 1855 , un fuoco gigantesco ardeva nelle Sunderbunds meridionali , e precisamente a un tre o quattrocento passi dalle tre bocche del Mangal , fangoso fiume che staccasi dal Gange e che scaricasi nel golfo del Bengala . Quel chiarore , che spiccava vivamente sul fondo oscuro del cielo , con effetto fantastico , illuminava una vasta e solida capanna di bambu` , ai piedi della quale dormiva , avvolto in un gran doote`e di chites stampato un indiano d' atletica statura , le cui membra sviluppatissime e muscolose , dinotavano una forza non comune ed un' agilita` di quadrumane . Era un bel tipo di bengalese , sui trent' anni , di tinta giallastra ed estremamente lucida , unta di recente con olio di cocco , aveva bei lineamenti labbra piene senz' essere grosse e che lasciavano intravvedere un' ammirabile dentatura ; naso ben tornito , fronte alta , screziata di linee di cenere , segno particolare dei settari di Siva . Tutto l' insieme esprimeva una energia rara ed un coraggio straordinario , di cui mancano generalmente i suoi compatriotti . Come si disse , dormiva , ma il suo sonno non era tranquillo . Grosse goccie di sudore irrigavano la sua fronte , che talvolta si aggrottava , si offuscava ; il suo ampio petto sollevavasi impetuosamente , scomponendo il doote`e che l' avvolgeva ; le sue mani piccole come quelle d' una donna , si chiudevano convulsivamente e correvano spesso alla testa , strappando il turbante e mettendo allo scoperto il cranio accuratamente rasato . Delle parole tronche , delle frasi bizzarre , di quando in quando uscivano dalle sue labbra , pronunciate con un tono di voce dolce , appassionato . Eccola , diceva egli sorridendo . Il sole tramonta ... scende dietro i bambu` ... il pavone tace , il marabu` s' alza , lo sciacallo urla ... Perche` non si mostra ? ... Che ho fatto io ? Non e` questo il luogo ? ... Non e` quello il mussenda dalle foglie sanguigne ? ... Vieni vieni , o dolce apparizione ... soffro , sai , soffro ed anelo l' istante di rivederti . Ah ! ... Eccola , eccola ... i suoi azzurri occhi mi guardano , le sue labbra sorridono ... Oh ! come e` divino quel sorriso ! Mia celeste visione , perche` rimani muta dinanzi a me ? Perche` mi guardi cosi` ? ... Non aver paura di me : sono Tremal Naik , il cacciatore di serpenti della jungla nera ... Parla , parla , lascia che io oda la tua dolce voce ... Il sole tramonta , le tenebre calano come corvi sui bambu` ... non sparire , non sparire , non lo voglio , no ! no ! no ! L' indiano emise un acutissimo grido e sulla sua faccia si dipinse una viva angoscia . A quel grido , dalla capanna usci` , correndo , un secondo indiano . Era questi di statura assai piu` bassa dell' addormentato ed assai esile , con gambe e braccia che somigliavano a bastoni nodosi ricoperti di cuoio . Il tipo fierissimo , lo sguardo fosco , il corto languti che coprivagli i fianchi , le buccole che pendevano dai suoi orecchi , tutto insomma lo davano a conoscere a prima vista per un maharatto , gente bellicosa dell' India occidentale . Povero padrone , mormoro` egli , guardando l' addormentato . Chi sa qual terribile sogno turba il suo sonno . Riattizzo` il fuoco , poi sedette accanto al padrone , agitando dolcemente un dugbah di bellissime penne di pavone . Quale mistero , ripiglio` l' addormentato con voce rotta . Mi pare di vedere delle macchie di sangue ! ... Dolce visione fuggi di la` ... t' insanguinerai . Perche` tutto quel rosso ? ... Perche` tutti quei lacci ? Si vuole strangolare qualcuno adunque ? Quale mistero ? Cosa dice ? si domando` il maharatto , sorpreso . Sangue , visioni , lacci ? ... Quale sogno ! Ad un tratto l' addormentato si scosse ; sbarro` gli occhi , scintillanti come due neri diamanti e s' alzo` a sedere . No ! ... No ! ... esclamo` egli con voce rauca . Non voglio ! ... Il maharatto lo guardo` con occhi compassionevoli . Padrone , mormoro` egli . Cos' hai ? L' indiano parve che ritornasse in se` . Chiuse gli occhi , poi torno` a riaprirli , fissando in volto il maharatto . Ah ! sei tu , Kammamuri ! esclamo` . Si` , padrone . Cosa fai tu qui ? Veglio su di te e scaccio le zanzare . Tremal Naik aspiro` fortemente l' aria fresca della notte , passandosi piu` volte le mani sulla fronte . Dove sono Hurti ed Aghur ! chiese , dopo qualche istante di silenzio . Nella jungla . Ieri sera hanno scoperto le traccie di una gran tigre e questa mane si sono recati a cacciarla . Ah ! fe` sordamente Tremal Naik . La sua fronte si aggrotto` e un profondo sospiro che pareva un ruggito soffocato , venne a morirgli sulle aride labbra . Cos' hai padrone ? chiese Kammamuri . Tu stai male . Non e` vero . Eppure dormendo ti lagnavi . Io ? ... Si` , padrone , tu parlavi di strane visioni . Un amaro sorriso sfioro` le labbra del cacciatore di serpenti . Soffro , Kammamuri , diss' egli con rabbia . Oh ! ma soffro molto . Lo so , padrone . Come lo sai tu ? Da quindici giorni io ti osservo e vedo sulla tua fronte delle profonde rughe , e sei malinconico , taciturno . Una volta tu non eri cosi` triste . E` vero , Kammamuri . Qual dolore puo` affliggere il mio padrone ? Saresti forse stanco di vivere nella jungla ? Non dirlo , Kammamuri . E` qui , fra questi deserti di spine , fra queste paludi , sulla terra delle tigri e dei serpenti , che io son nato e cresciuto e qui , nella mia cara jungla moriro` . E` una donna , una visione , un fantasma ! Una donna ! esclamo` Kammamuri sorpreso . Una donna hai detto ? Tremal Naik crollo` il capo in senso affermativo e si strinse fortemente la fronte fra le mani , come se volesse soffocare qualche tetro pensiero . Per parecchi minuti fra loro due regno` un funebre silenzio , appena rotto dal gorgoglio della fiumana che rompevasi contro le rive e dai gemiti del vento che accarezzava l' immensa jungla . Ma dove hai veduto questa donna ? chiese alfine Kammamuri . Dove mai , che` la jungla non ha che delle tigri per abitanti ? L' ho veduta nella jungla , Kammamuri , disse Tremal Naik con voce cupa . Era una sera , oh non la scordero` mai , quella sera , Kammamuri ! Io cercavo i serpenti sulle rive d' un ruscello , laggiu` , proprio nel piu` folto dei bambu` , quando a venti passi da me , in mezzo ad una macchia di mussenda , dalle foglie sanguigne , apparve una visione , una donna bella , raggiante , superba . Non ho mai creduto , Kammamuri , che esistesse sulla terra una creatura cosi` bella , ne` che gli dei del cielo fossero capaci di crearla . Aveva neri e vivi gli occhi , candidi i denti , bruna la pelle e dai suoi capelli d' un castagno cupo , ondeggianti sulle spalle , ne veniva un dolce profumo che inebbriava i sensi . Ella mi guardo` , emise un gemito lungo , straziante , poi scomparve al mio sguardo . Mi sentii incapace di muovermi e rimasi la` , colle braccia tese innanzi , trasognato . Quando tornai in me e mi misi a cercarla , la notte era scesa sulla jungla , e non vidi ne` udii piu` nulla . Chi era quella apparizione ? Una donna od uno spirito celeste ? Ancora lo ignoro . Tremal Naik si tacque . Kammamuri noto` che egli tremava si` forte da temere che avesse la febbre Quella visione mi fu fatale , ripiglio` Tremal Naik , con rabbia . Da quella sera si opero` in me uno strano cangiamento ; mi parve di essere diventato un altro uomo ; e che qui , nel cuore , si sviluppasse una terribile fiamma ! Si direbbe che quell' apparizione mi ha stregato . Se sono nella jungla , me la vedo danzare dinanzi agli occhi ; se sono sul fiume la vedo nuotare dinanzi la prua del mio battello ; penso e il mio pensiero corre a lei ; dormo e in sogno mi appare sempre lei . Mi sembra di essere pazzo . Mi spaventi , padrone , disse Kammamuri , girando all' intorno uno sguardo pauroso . Chi era quella bella creatura ? L' ignoro , Kammamuri . Ma era bella oh si` ! molto bella ! esclamo` Tremal Naik con accento appassionato . Forse uno spirito ! Forse . Forse una divinita` ? Chi puo` dirlo ? E non l' hai piu` veduta ? Si` , l' ho veduta ancora e molte e molte volte . La sera dopo , alla medesima ora , senza sapere il come , mi trovava sulle rive del ruscello . Quando la luna s' alzo` dietro le oscure foreste del settentrione , quella superba creatura riapparve fra le macchie dei mussenda . Chi sei ? gli chiesi . Ada , mi rispose . E disparve emettendo il medesimo gemito . Mi sembro` che sprofondasse sotto terra . Ada ! esclamo` Kammamuri . Che nome e` questo ? Un nome che non e` indiano . E non aggiunse altra parola ? Nessuna . E` strano ; io non sarei piu` ritornato . Ed io vi ritornai . V' era una forza irresistibile , potente che mi spingeva mio malgrado verso quel luogo ; piu` volte tentai di fuggire e mi manco` la forza di farlo . Ti ho detto che mi pareva d' essere stregato . E cosa provavi in sua presenza ? Non lo so , ma il cuore mi batteva forte forte . Non l' avevi , prima , mai provata quella sensazione ? Mai , disse Tremal Naik . Ed ora la vedi ancora quella creatura ? No , Kammamuri . La vidi dieci sere di seguito ; alla stessa ora comparivami dinanzi agli occhi mi contemplava mutamente , poi scompariva senza rumore . Una volta le feci un cenno , ma non si mosse ; un' altra volta aprii le labbra per parlare , ed ella si pose un dito sulla bocca invitandomi a tacere . E tu non la seguisti mai ? Mai , Kammamuri , perche` quella donna mi faceva paura . Quindici giorni or sono , mi apparve vestita tutta di seta rossa e mi guardo` piu` a lungo del solito . La sera seguente invano l' aspettai , invano la chiamai : non la rividi piu` . E` un' avventura strana , mormoro` Kammamuri . E` terribile , invece , disse Tremal Naik con voce sorda . Non ho piu` bene , non sono piu` l' uomo di una volta ; mi sento indosso la febbre e una smania furiosa di rivedere quella visione che mi strego` . Allora tu ami quella visione . L' amo ! Non so cosa significhi questa parola . In quell' istante , ad una grande distanza , verso le immense paludi del sud , echeggiarono alcune note acutissime . Il maharatto si alzo` di scatto e divenne cinereo . Il ramsinga ! esclamo` egli , con terrore . Cos' hai che ti sgomenti ? chiese Tremal Naik . Non odi il ramsinga ? Ebbene , cosa vuol dir cio` ? Segnala una disgrazia , padrone . Follie , Kammamuri . Non ho mai udito suonare il ramsinga nella jungla , fuorche` la notte che fu assassinato il povero Tamul . A quel ricordo una profonda ruga solco` la fronte del cacciatore di serpenti . Non sgomentarti , diss' egli , sforzandosi di parer calmo . Tutti gli indiani sanno suonare il ramsinga e tu sai che talvolta qualche cacciatore ardisce porre il piede sulla terra delle tigri e dei serpenti . Aveva appena terminato di parlare , che s' udi il lamentevole urlio d' un cane e poco dopo un potente miagoli`o che poteva scambiarsi per un vero ruggito . Kammamuri fremette dalla testa alle piante . Ah ! padrone ! esclamo` . Anche il cane e la tigre segnalano una sventura . Darma ! Punthy ! grido` Tremal Naik . Una superba tigre reale , di alta statura , di forme vigorose , col mantello aranciato e screziato di nero , usci` dalla capanna e fisso` il padrone con due occhi che mandavano terribili lampi . Dietro ad essa comparve , qualche istante dopo , un cagnaccio nero , con lunga coda , orecchi aguzzi , ed il collo armato di un grosso anello di ferro irto di punte . Darma ! Punthy ! ripete` Tremal Naik . La tigre si raccolse su se stessa , emise un sordo brontoli`o e con un salto di quindici piedi venne a cadere ai piedi del padrone . Cos' hai , Darma ? chiese egli , passando le sue mani sul robusto dorso della belva . Tu sei inquieta . Il cane invece di accorrere dal padrone si pianto` sulle quattro zampe allungo` la testa verso il sud , fiuto` per qualche tempo l' aria ed abbaio` lamentosamente tre volte . Che sia toccata qualche disgrazia ad Hurti e ad Aghur ? mormoro` il cacciatore di serpenti , con inquietudine . Lo temo , padrone , disse Kammamuri , gettando sguardi spaventati sulla jungla . A quest' ora dovrebbero essere qui , ed invece non danno segno di vita . Hai udito nessuna detonazione , durante la giornata ? Si` , una verso la meta` del meriggio , poi piu` nulla . Da dove veniva ? Dal sud , padrone . Hai mai veduto alcuna persona sospetta aggirarsi nella jungla ? No , ma Hurti mi disse d' aver veduto , una sera delle ombre sulle rive dell' isola Raimangal ed Aghur d' avere udito degli strani rumori provenire dal banian sacro . Ah ! dal banian ! esclamo` Tremal Naik . Hai udito qualche cosa anche tu ? Forse . Cosa facciamo , padrone ? Aspettiamo . Ma possono ... Zitto ! disse Tremal Naik , stringendogli un braccio con forza tale da arrestargli il sangue . Cos' hai udito ? mormoro` il maharatto , battendo i denti . Guarda laggiu` , non ti sembra che i bambu` della jungla si muovano ? E` vero , padrone . Punthy fece udire per la terza volta il suo lamentevole urlo , che fu seguito dalle note acute del misterioso ramsinga . Tremal Naik si strappo` dalla cintura di pelle di tigre una lunga e ricca pistola incrostata d' argento e l' armo` . In quell' istante un indiano , d' alta statura , seminudo , armato d' una sola scure , si slancio` fuori dai bambu` correndo a rompicollo verso la capanna . Aghur ! esclamarono ad una voce Tremal Naik ed il maharatto . Punthy gli si slancio` contro urlando lugubremente . Padrone ! ... pa ... drone ! rantolo` l' indiano . Giunse come un fulmine dinanzi alla capanna , barcollo` come fosse stato colpito da un improvviso malore , straluno` gli occhi , getto` un grido strozzato come un rantolo e piombo` fra le erbe come albero sradicato dal vento . Tremal Naik gli si era precipitato sopra . Una esclamazione di sorpresa gli sfuggi` . L' indiano pareva moribondo . Aveva alle labbra una spuma sanguigna , tutto il volto lacerato ed imbrattato di sangue , gli occhi stravolti e dilatati enormemente ed ansimava emettendo rauchi sospiri . Aghur ! esclamo` Tremal Naik . Che cosa ti e` successo ? Dov' e` Hurti ? La faccia d' Aghur , a quel nome si contrasse spaventosamente e colle unghie sollevo` rabbiosamente la terra . Padrone ... pa ... drone ! balbetto` egli con profondo terrore . Continua . Sof ... foco ... ho corso ... ah ! padrone . Che sia avvelenato ? mormoro` Kammamuri . No , disse Tremal Naik . Il povero diavolo ha galoppato come un cavallo e soffoca ; fra qualche minuto si sara` rimesso . Infatti Aghur cominciava a ritornare in se` , ed a respirare liberamente . Parla , Aghur , disse Tremal Naik , dopo qualche minuto . Perche` sei ritornato solo ? Perche` tanto terrore ? Cosa e` successo al tuo compagno ? Ah ! padrone , balbetto` l' indiano rabbrividendo . Quale disgrazia ! Il ramsinga l' aveva annunciata , mormoro` Kammamuri , sospirando . Avanti , Aghur , incalzo` il cacciatore di serpenti . Se l' aveste veduto il poveretto ... era la` , disteso per terra , irrigidito , cogli occhi fuor dalle orbite ... Chi ? ... chi ? ... Hurti ! Hurti morto ! esclamo` Tremal Naik . Si , l' hanno assassinato ai piedi del banian sacro . Ma chi l' ha assassinato ? Dimmelo , che io vada a vendicarlo . Non lo so , padrone . Narra tutto . Eravamo partiti per cacciare una gran tigre . Sei miglia da qui , scovammo la belva la quale , ferita dalla carabina di Hurti , fuggi` verso il sud . Seguimmo per quattro ore la sua pista e la ritrovammo presso la riva , di fronte all' isola Raimangal , ma non riuscimmo a ucciderla , poiche` appena ci scorse si getto` in acqua approdando ai piedi del gran banian . Bene e poi ? Io volevo ritornare , ma Hurti si rifiutava dicendo che la tigre era ferita e quindi una facile preda . Attraversammo il fiume a nuoto e giungemmo all' isola Raimangal , dove ci separammo per esplorare i dintorni . L' indiano s' arresto` battendo i denti pel terrore e divenne pallidissimo . Calava la sera , riprese egli con voce cupa . Sotto i boschi cominciava a fare oscuro e regnava un silenzio funebre che metteva paura . Tutto ad un tratto una nota acuta , quella del ramsinga , rimbombo` . Mi guardo d' attorno ed i miei occhi s' incontrano con quelli di un' ombra che si teneva a venti passi da me , semi nascosta fra un cespuglio . Un' ombra ! esclamo` Tremal Naik . Un' ombra hai detto ? Si` , padrone , un' ombra . Chi era ? Dimmelo , Aghur , dimmelo ! Mi parve una donna . Una donna ! Si , sono sicuro che era una donna . Bella ? Faceva troppo oscuro perche` potessi vederla distintamente . Tremal Naik si passo` una mano sulla fronte . Un' ombra ! ripete` egli , piu` volte . Un' ombra laggiu` ! Se fosse la mia visione ? ... Tira innanzi , Aghur . Quell' ombra mi guardo` per alcuni istanti , poi tese un braccio verso di me , invitandomi ad allontanarmi subito . Sorpreso e spaventato ubbidii , ma non avevo fatto ancora cento passi , che un urlo straziante giunse ai miei orecchi . Quel grido lo riconobbi subito : era quello di Hurti ! E l' ombra ? chiese Tremal Naik , in preda ad una estrema agitazione . Non mi volsi nemmeno indietro per vedere se era rimasta la` , oppure scomparsa . Mi slanciai attraverso alla jungla colla carabina in mano e giunsi sotto al gran banian , ai piedi del quale , disteso sul dorso , vidi il povero Hurti . Lo chiamai e non mi rispose . Lo toccai , era ancora caldo ma il suo cuore non batteva piu` ! Sei certo ? Sicurissimo , padrone . Dove era stato colpito ? Non vidi sul suo corpo ferita alcuna . E` impossibile ! Te lo giuro . E non vedesti alcuno ? Nessuno , ne` udii alcun rumore . Io ebbi paura mi gettai nel fiume lo attraversai perdendo la carabina e riguadagnai la nostra jungla . Credo di aver fatto sei miglia senza respirare , tanto era il mio spavento . Povero Hurti ! II . L' isola misteriosa . Un profondo silenzio segui` la triste narrazione dell' indiano . Tremal Naik , diventato ad un tratto cupo e nervosissimo , s' era messo a passeggiare dinanzi al fuoco , colla testa china sul petto , la fronte aggrottata e le braccia incrociate . Kammamuri , agghiacciato dal terrore , meditava aggomitolato su se stesso . Persino il cane aveva cessato di fare udire ii suo lamentevole urlo e s' era sdraiato a fianco di Darma . Le note acute del misterioso ramsinga strapparono il cacciatore di serpenti dalle sue meditazioni . Alzo` il capo come un cavallo di battaglia che ode il segnale della carica , getto` un' occhiata profonda nella deserta jungla sulla quale ondeggiava allora una densa nebbia , carica d' esalazioni velenose , giro` su se stesso ed avvicinandosi bruscamente ad Aghur , gli disse : Hai udito mai il ramsinga ? Si` , padrone , rispose l' indiano , ma una sola volta . Quando ? La notte che scomparve Tamul , vale a dire sei mesi fa . Sicche` credi anche tu , come Kammamuri , che segnali una disgrazia ? Si , padrone . Sai chi e` che lo suona ? Non lo seppi mai . Credi tu che il suonatore abbia relazione coi misteriosi abitanti di Raimangal ? Lo credo . Chi sospetti che siano quegli uomini ? Sono poi uomini ? Non credo che siano le anime dei morti . Allora saranno pirati , disse Aghur . E quale interesse possono avere , per assassinare i miei uomini ? Chissa` , forse quello di spaventarci e di tenerci lontani . Dove supponi che abbiano le loro capanne ? L' ignoro , ma oserei dire che ogni notte si radunano sotto la fosca ombra del banian sacro . Sta bene , disse Tremal Naik . Kammamuri , prendi i remi . Cosa vuoi fare , padrone ? chiese il maharatto . Recarmi al banian . Oh ! Non farlo , padrone ! gridarono a un tempo i due indiani . Perche` ? Ti ammazzeranno come hanno ammazzato il povero Hurti . Tremal Naik li guardo` con due occhi che mandavano fiamme . Il cacciatore di serpenti non tremo` mai in sua vita , ne` tremera` questa sera . Al canotto , Kammamuri ! esclamo` egli , con un tono di voce da non ammettere replica . Ma , padrone ! ... Hai paura forse ? chiese sdegnosamente Tremal Naik . Sono maharatto ! disse l' indiano con fierezza . Va' allora . Questa notte io sapro` chi sono quegli esseri misteriosi che mi hanno dichiarato la guerra : e chi e` colei che mi ha stregato . Kammamuri prese un paio di remi e si diresse verso la riva . Tremal Naik entro` nella capanna , stacco` da un chiodo una lunga carabina dalla canna rabescata , si muni` di una gran fiasca di polvere e si passo` nella cintola un largo coltellaccio . Aghur , tu rimarrai qui , diss' egli , uscendo . Se fra due giorni non saremo ritornati , verrai a raggiungerci a Raimangal colla tigre o con Punthy . Ah ! padrone ... Non ti senti il coraggio bastante per venire laggiu` ? Del coraggio ne ho , padrone . Volevo dire che fai male a recarti in quell' isola maledetta . Tremal Naik non si lascia assassinare , Aghur . Prendi con te Darma . Potrebbe esserti utile . Tradirebbe la mia presenza ed io voglio sbarcare senza esser veduto , ne` udito . Addio , Aghur . Si getto` la carabina ad armacollo e raggiunse Kammamuri , che lo attendeva presso ad un piccolo gonga , rozzo e pesante battello , scavato nel tronco di un albero . Partiamo , disse . Saltarono nel battello e presero il largo , remando lentamente ed in silenzio . Un' oscurita` profonda , resa densa da una nebbia pestilenziale che ondeggiava sopra i canali , le isole e le isolette , copriva le Sunderbunds e la corrente del Mangal . A destra ed a sinistra si estendevano masse enormi di bambu` spinosi , di cespugli fitti , sotto i quali si udivano brontolare le tigri e sibilare i serpenti , di erbe lunghe e taglienti , confuse , amalgamate , strette le une alle altre in modo da impedire il passo . In lontananza pero` , sulla fosca linea dell' orizzonte , spiccavano qua e la` alcuni alberi , dei manghi carichi di frutta squisite , dei palmizi tara , dei latania e dei cocchi dall' aspetto maestoso , con lunghe foglie disposte a cupola . Un silenzio funebre , misterioso , regnava ovunque , rotto appena appena dal mormori`o delle acque giallastre che radevano i rami arcuati dei paletuvieri e le foglie del loto e dal fruscio dei bambu` scossi da un soffio di aria calda , soffocante , avvelenata . Tremal Naik , sdraiato a poppa , col fucile sottomano , taceva e teneva aperti gli occhi fissandoli ora sull' una e ora sull' altra riva , dove udivansi sempre rauchi brontolii e sibili lamentevoli . Kammamuri , invece , seduto nel mezzo , faceva volare il piccolo gonga il quale lasciavasi dietro una scia di una fosforescenza ammirabile , da far quasi credere che quelle acque corrotte fossero sature di fosforo . Ogni qual tratto , pero` , cessava di remare , ratteneva il respiro e stava alcuni istanti in ascolto , chiedendo di poi al cacciatore di serpenti se nulla avesse udito o veduto . Era di gia` mezz' ora che navigavano , quando il silenzio fu rotto dal ramsinga , che si fece udire sulla riva destra , ma cosi` vicino , da sospettare che il suonatore si trovasse a un centinaio di passi di distanza . Alto ! mormoro` Tremal Naik . Non aveva ancora terminata la parola , che un secondo ramsinga rispose al primo , ma ad una distanza maggiore , intuonando una melodia malinconica , quanto era brillante e viva l' altra . La musica indiana si basa su quattro sistemi che hanno un' intima relazione colle quattro stagioni dell' anno ed a ciascuno di essi viene applicato un tono e modo particolare . E` malinconica nella stagione fredda , viva ed allegra nel ringiovanire della stagione , languida nei grandi calori d' estate e brillante nell' autunno . Perche` mai quei due istrumenti suonavano cosi` contrariamente ? Era forse un segnale ? Kammamuri lo temeva . Padrone diss' egli , siamo stati scoperti . E` probabile , rispose Tremal Naik , che ascoltava attentamente . Se ritornassimo ? Questa notte non fa per noi . Tremal Naik non ritorna mai . Arranca e lascia che i ramsinga suonino a loro piacimento . Il maharatto riprese i remi spingendo innanzi il gonga , il quale non tardo` a giungere in un luogo dove il fiume stringevasi a mo' di collo di bottiglia . Un buffo d' aria tiepida , soffocante , carica d' esalazioni pestifere , giunse al naso dei due indiani . Dinanzi a loro , ad un tre o quattrocento passi , apparvero molte fiammelle che vagolavano bizzarramente sulla nera superficie del fiume . Alcune , come fossero attirate da una forza misteriosa , vennero a danzare dinanzi alla prua del gonga , allontanandosi dipoi con fantastica rapidita` . Eccoci al cimitero galleggiante , disse Tremal Naik . Fra dieci minuti arriveremo al banian . Passeremo col gonga ? chiese Kammamuri . Con un po' di pazienza si passera` . E` male , padrone , offendere i morti . Brahma e Visnu` ci perdoneranno . Arranca , Kammamuri . Il gonga , con pochi colpi di remo raggiunse la stretta del fiume e sbocco` in una specie di bacino , sul quale si intrecciavano i lunghi rami di colossali tamarindi , formando una fitta volta di verzura . Cola` galleggiavano parecchi cadaveri che i canali del Gange avevano trascinato fino al Mangal . Avanti ! disse il cacciatore di serpenti . Kammamuri stava per ripigliare i remi , quando la volta di verzura , che copriva quel cimitero galleggiante , s' apri` per dar passaggio a uno stormo di strani esseri dalle ali nere , i trampoli lunghissimi , i becchi aguzzi e smisurati . Cosa c' e` di nuovo ? esclamo` Kammamuri sorpreso . I marabu` , disse Tremal Naik . Infatti un centinaio di quei funebri uccelli del sacro fiume , calavano , starnazzando giocondamente le ali , posandosi sui cadaveri . Avanti , Kammamuri , ripete` Tremal Naik . Il gonga spinto innanzi , e dopo una buona mezz' ora , attraversato il cimitero , trovossi in un bacino assai piu` ampio , completamente sgombro , che veniva diviso in due bracci da una aguzza punta di terra , sulla quale spiccava un grandissimo e singolare albero . Il banian ! disse Tremal Naik . Kammamuri a quel nome fremette . Padrone ! mormoro` , coi denti stretti . Non temere , maharatto . Deponi i remi e lascia che il gonga s' areni da se` sull' isola . Forse c' e` qualcuno nei dintorni . Il maharatto ubbidi` sdraiandosi sul fondo del canotto , mentre Tremal Naik , armata per ogni precauzione la carabina , faceva altrettanto . Il gonga , trasportato dalla corrente che facevasi lievemente sentire , si diresse , girando su se stesso , verso la punta settentrionale dell' isola Raimangal , sede degli esseri misteriosi che avevano assassinato il povero Hurti . Un silenzio profondo regnava in quel luogo . Non si udiva nemmeno lo stormire dei giganteschi bambu` , essendo cessato il venticello notturno , ne` le note dei ramsingo . Il fiume stesso pareva che fosse diventato d' olio . Tremal Naik di quando in quando , pero` , alzava con precauzione la testa e scrutava attentamente le rive , per nulla rassicurato da quel silenzio . Il gonga si areno` , con un lieve strofini`o , a un centinaio di passi appena dal banian , ma i due indiani non si mossero . Passarono dieci minuti d' angosciosa aspettativa , poi Tremal Naik ardi` alzarsi . Prima cosa che gli diede nell' occhio , fu una forma nera , confusa , distesa fra le erbe , ad una ventina di metri dalla riva . Kammamuri , mormoro` . Alzati ed arma le tue pistole . Il maharatto non se lo fece dire due volte . Cosa vedi , padrone ? chiese egli con un filo di voce . Guarda laggiu` . Eh ! ... fe` il maharatto , sbarrando gli occhi . Un uomo ! Zitto ! Tremal Naik alzo` la carabina prendendo di mira quella massa nera che aveva l' apparenza d' un essere umano sdraiato , ma l' abbasso` senza scaricarla . Andiamo a vedere cos' e` , Kammamuri , diss' egli . Quell' uomo non e` vivo . E se fingesse d' essere morto ? Peggio per lui . I due indiani sbarcarono , dirigendosi quatti quatti verso quell' individuo che non dava segno di vita . Erano giunti ad una diecina di passi , quando un marabu` si alzo` rumorosamente volando verso il fiume . E` un uomo morto , mormoro` Tremai Naik . Se fosse ... Non termino` la frase . In quattro salti raggiunse quel cadavere ; una sorda esclamazione gli usci` dalle labbra contorte per l' ira . Hurti ! esclamo` . Infatti quel cadavere era Hurti , il compagno dell' indiano Aghur . L' infelice era disteso sul dorso , colle gambe e le braccia raggrinzate , probabilmente per lo spasimo , la faccia spaventosamente scomposta e gli occhi aperti , schizzanti dalle orbite . Le ginocchia erano rotte e insanguinate ed egualmente i piedi , segno evidente che era stato trascinato per qualche tratto sul terreno , forse quando era ancora agonizzante , e dalla bocca sbarrata uscivagli d' un buon palmo la lingua . Tremal Naik sollevo` lo sventurato indiano per vedere in qual luogo era stato colpito , ma non trovo` sul corpo di lui alcuna ferita . Esaminandolo pero` meglio , vide attorno al collo una lividura assai marcata e dietro il cranio una contusione , che pareva prodotta da una grossa palla o da un sasso arrotondato . L' hanno stordito prima e poi strangolato , diss' egli , con voce sorda . Povero Hurti , mormoro` il maharatto . Ma perche` assassinarlo e in questo modo ? Lo sapremo , Kammamuri , e ti giuro che Tremal Naik non lasciera` impunito il delitto . Ma temo , padrone , che gli assassini siano molto potenti . Tremal Naik sara` piu` potente di loro . Orsu` , ritorna al canotto . E Hurti ? Lo lascieremo qui ? Lo gettero` nelle sacre acque del Gange domani mattina . Ma le tigri , questa notte lo divoreranno . Sul cadavere di Hurti veglia il cacciatore di serpenti . Ma come ? Non ritorni tu ? No , Kammamuri , io rimango qui . Quando avro` sbrigato le mie faccende , abbandonero` quest' isola . Ma tu vuoi farti assassinare . Un sorriso sdegnoso sfioro` le labbra del fiero indiano . Tremal Naik e` un figlio della jungla ! Ritorna al canotto , Kammamuri . Oh mai , padrone ! Perche` ? Se ti accade una disgrazia , chi ti aiutera` ? Lascia che t' accompagni e ti giuro che ti seguiro` dove tu andrai . Anche se io mi recassi a trovare la visione ? Si` , padrone . Rimani con me , prode maharatto , e vedrai che noi due faremo per dieci . Seguimi ! Tremal Naik si diresse verso la riva , afferro` il gonga a tribordo e con una violenta scossa lo rovescio` , calando a picco . Cosa fai ? chiese Kammamuri , sorpreso . Nessuno deve sapere che noi siamo qui giunti . E ora , a noi lo svelare il mistero . Cambiarono la polvere alle carabine ed alle pistole , onde essere sicuri di non mancare al colpo , e si diressero verso il banian , la cui imponente massa spiccava fieramente nella profonda tenebra . III . Il vendicatore di Hurti . I banian , chiamati altresi` al moral o fichi delle pagode , sono gli alberi piu` strani e piu` giganteschi che si possa immaginare . Hanno l' altezza ed il tronco delle nostre piu` grandi e piu` grosse quercie e dagli innumerevoli rami , tesi orizzontalmente , scendono delle finissime radici aeree , le quali , appena toccano terra , s' affondano e s' ingrossano rapidamente , infondendo nuovo nutrimento e piu` vigorosa vita alla pianta . Avviene cosi` , che i rami s' allungano sempre piu` , generando nuove radici e quindi nuovi tronchi sempre piu` lontani , di maniera che un albero solo copre una estensione vastissima di terreno . Si puo` dire che forma una foresta sostenuta da centinaia e centinaia di bizzarri colonnati , sotto i quali i sacerdoti di Brahma collocano i loro idoli . Nella provincia di Guzerate esiste un banian chiamato Cobir bor assai venerato dagli indiani ed al quale non esitano a dare tremila anni d' eta` ; ha una circonferenza di duemila piedi e non meno di tremila colonne o radici che dir si voglia . Anticamente era assai piu` vasto , ma parte di esso fu distrutto dalle acque del Nerbudda , che rosero una parte dell' isola su cui cresce . Il banian sotto il quale i due indiani stavano per passare la notte , era uno dei piu` giganteschi , fornito di piu` di seicento colonne , sostenenti smisurati rami carichi di piccoli frutti vermigli e con un tronco grossissimo , ma che ad una certa altezza era tagliato . Tremal Naik e Kammamuri , dopo di avere esaminato scrupolosamente colonnato per colonnato per assicurarsi che dietro non celavasi alcuno , si sedettero vicino al tronco l' uno presso l' altro , colla carabina montata , posata sulle ginocchia . Qui qualcuno verra` , disse il cacciatore di serpenti , sottovoce . Sfortuna al primo che giunge sotto il tiro della mia carabina . Credi adunque che gli esseri misteriosi che assassinarono Hurti , vengano qui ? chiese Kammamuri . Sono certissimo . Vedrai , maharatto , che prima di domani , noi sapremo qualche cosa . Ci impadroniremo del primo che viene e lo accopperemo . Secondo le circostanze . Orsu` , silenzio ora , ed occhi bene aperti . Trasse da una tasca una foglia somigliante a quella dell' edera , conosciuta in India sotto il nome di betel d' un sapore amarognolo e un poco pungente , vi uni` un pezzetto di noce di arecche e un po' di calce e si mise a masticar questo miscuglio che vuolsi conforti lo stomaco , fortifichi il cervello , preservi i denti e curi l' alito . Passarono due ore lunghe come due secoli , durante le quali nessun rumore turbo` il silenzio che regnava sotto la fitta ombra del gigantesco albero . Doveva essere la mezzanotte o poco meno , quando a Tremal Naik , che tendeva per bene gli orecchi , sembro` di udire un rumore strano . Lo si avrebbe detto un rombo , simile a uno di quelli che precedono talvolta i terremoti , ma assai piu` sordo . Tremal Naik si senti` invadere da una vaga inquietudine . Kammamuri mormoro` con un filo di voce . Sta' in guardia . Cos' hai veduto ? chiese il maharatto , trasalendo . Nulla , ma ho udito un rumore che mi e` nuovo . Dove ? Mi parve che venisse da sotto terra . E` impossibile , padrone ! Tremal Naik ha gli orecchi troppo acuti per ingannarsi . Cosa pensi che sia ? L' ignoro , ma lo sapremo . Padrone , qui c' e` qualche terribile mistero . Hai paura ? No , sono maharatto . Allora sveleremo ogni cosa . In quell' istante , sotto terra , s' udi` distintamente ripetersi il misterioso rombo . I due indiani si guardarono in volto con sorpresa . Si direbbe che qui sotto suonano qualche enorme tamburo , l' hauk per esempio , disse Tremal Naik . Non puo` essere altrimenti , rispose Kammamuri . Ma come mai viene da sotto terra ? Che abbiano il loro asilo sotto la jungla , questi esseri misteriosi ? Cosi` deve essere , Kammamuri . Cosa facciamo , padrone ? Rimarremo qui : qualche persona uscira` da qualche parte . Tykora ! grido` una voce . I due indiani balzarono simultaneamente in piedi . Cosa strana , incrediblle : quella voce era stata pronunciata cosi` vicina a loro , da credere che la persona che l' aveva emessa fosse dietro le loro spalle . Tykora ! mormoro` Tremal Naik . Chi pronuncio` questo nome ? Guardo` attorno , ma non vide alcuno ; guardo` in alto , ma non scorse che i rami del banian , confusi fra le tenebre . Che ci sia qualcuno nascosto fra i rami ? Ma no , disse Kammamuri , tremando . La voce si udi` dietro di noi . E` strano . Tykora ! esclamo` la medesima voce misteriosa . I due indiani tornarono a guardarsi intorno . Non era piu` possibile ingannarsi ; qualcuno stava a loro vicino , ma con loro sorpresa e diciamolo pure , terrore , non era visibile . Padrone , mormoro` Kammamuri , abbiamo da fare con qualche spirito . Non credo agli spiriti , io , rispose Tremal Naik . Quest' essere che si diverte a spaventarci lo scopriremo . Oh ! ... esclamo` il maharatto , facendo tre o quattro passi indietro , come un ubriaco . Cosa vedi Kammamuri ? Guarda lassu` ... padrone ! Guarda ! ... Tremal Naik alzo` gli occhi sul banian e scorse un fascio di luce uscire dal tronco mozzato . Malgrado il suo straordinario coraggio , si senti` agghiacciare il sangue nelle vene . Della luce ! balbetto` , sgomentato . Scappiamo , padrone ! supplico` Kammamuri . Sotto terra si udi` per la terza volta il misterioso boato e dal tronco del banian usci` la squillante nota del ramsinga . In lontananza echeggiarono altre note simili . Fuggiamo , padrone ! ripete` Kammamuri , pazzo di terrore . Mai ! esclamo` Tremal Naik , risolutamente . Aveva messo il pugnale fra i denti e afferrato la carabina per la canna per servirsene come d' una mazza . D' un tratto cambio` idea . Vieni , Kammamuri , diss' egli . Prima d' incominciare la pugna , sara` meglio vedere con chi dobbiamo lottare . Egli trascino` il maharatto ad un duecento passi dal tronco del banian e si nascosero dietro a tre o quattro colonne riunite che permettevano ai due indiani di vedere senza essere scoperti . Non una parola , ora , disse . Al momento opportuno agiremo . Dal colossale tronco del banian usci` un' ultima nota acutissima che sveglio` tutti gli echi delle Sunderbunds . Il fascio di luce che usciva dalla sommita` dell' albero si spense e in sua vece apparve una testa umana , coperta da una specie di turbante giallo . Essa giro` all' intorno qualche istante , come per assicurarsi che alcuna persona trovavasi al disotto del gigantesco albero , poi si alzo` , ed un uomo , un indiano a giudicarlo dalla tinta , usci` , aggrappandosi ad uno dei rami . Dietro di lui uscirono quaranta altri indiani , i quali si lasciarono scivolare giu` pei colonnati , fino a terra . Erano tutti quasi nudi . Un solo dubgah , specie di sottanino , d' un giallo sporco , copriva i loro fianchi e sui loro petti scorgevansi dei tatuaggi strani che volevano essere lettere del sanscrito e proprio nel mezzo vedevasi un serpente colla testa di donna . Un sottile cordone di seta , che pareva un laccio ma che aveva una palla di piombo all' estremita` , girava piu` volte attorno al dubgah ed un pugnale era passato in quella strana cintura . Quegli esseri misteriosi , si assisero silenziosamente per terra , formando un circolo attorno ad un vecchio indiano dalle braccia smisurate , e lo sguardo brillante come quello d' un gatto . Figli miei , disse questi con voce grave . La nostra possente mano ha colpito lo sciagurato che ardi` calcare questo suolo consacrato ai thugs ed inviolabile a qualsiasi straniero . E` una vittima di piu` da aggiungere alle altre cadute sotto il nostro pugnale , ma la dea non e` ancora soddisfatta . Lo sappiamo , risposero in coro gl' indiani . Si` , figli liberi dell' India , la nostra dea domanda altri sacrifici . Che il nostro grande capo comandi e noi tutti partiremo . Lo so , che voi siete bravi figli , disse il vecchio indiano . Ma il tempo non e` ancora venuto . Cosa s' aspetta adunque ? Un gran pericolo ci minaccia , figli . Un uomo ha gettato gli occhi sulla Vergine , che veglia la pagoda della dea . Orrore ! esclamarono gl' indiani . Si` , figli miei , un uomo audace oso` guardare in volto la vaga Vergine , ma quell' uomo se non cadra` sotto la folgore della dea , perira` sotto il nostro infallibile laccio . Chi e` quest' uomo ? A suo tempo lo saprete . Portatemi la vittima . Due indiani si alzarono e si diressero verso il luogo dove giaceva il cadavere del povero Hurti . Tremal Naik , che aveva assistito senza batter ciglio a quella strana scena , alla vista di quei due uomini che afferravano il morto per le braccia trascinandolo verso il tronco del banian , si era alzato di scatto colla carabina in mano . Ah ! maledetti ! esclamo` egli con voce sorda togliendoli di mira . Cosa fai , padrone ? bisbiglio` Kammamuri , prendendogli l' arma ed abbassandola . Lascia che li accoppi , Kammamuri , disse il cacciatore di serpenti . Essi hanno ucciso Hurti , e` giusto che io lo vendichi . Vuoi perderci tutti e due . Sono quaranta . Hai ragione , Kammamuri . Li colpiremo tutti in una sola volta . Riabbasso` la carabina e torno` a coricarsi mordendosi le labbra per frenare la collera . I due indiani avevano allora trascinato Hurti nel mezzo del circolo e l' avevano lasciato cadere ai piedi del vecchio . Kali` ! esclamo` egli , alzando gli occhi verso il cielo . Trasse il pugnale dalla cintura e lo caccio` nel petto di Hurti . Miserabile ! urlo` Tremal Naik . E` troppo ! Egli s' era slanciato fuori dal nascondiglio . Un lampo squarcio` le tenebre seguito da una strepitosa detonazione ed il vecchio , colpito in pieno petto dalla palla del cacciatore di serpenti , cadde sul corpo di Hurti . IV . Nella jungla . All' improvvisa detonazione , gl' indiani erano balzati in piedi col laccio nella dritta e il pugnale nella sinistra . Vedendo il loro capo dibattersi per terra tutto imbrattato di sangue , dimenticarono per un istante l' uccisore , per accorrere in suo aiuto . Questo momento basto` perche` Tremal Naik e Kammamuri si dessero alla fuga , senza essere scorti . La jungla coperta di fitti cespugli spinosi e di bambu` giganteschi , che promettevano rifugi introvabili , era a pochi passi . I due indiani vi si precipitarono nel mezzo , correndo disperatamente per cinque o sei minuti , poi si lasciarono cadere sotto un gruppo assai folto di bambu` , alti non meno di diciotto metri . Se ti e` cara la vita , disse rapidamente Tremal Naik a Kammamuri , non muoverti . Ah padrone ! Cosa hai fatto ! disse il povero maharatto . Li avremo tutti addosso e ci strangoleranno come il disgraziato Hurti . Ho vendicato il mio compagno . Del resto non ci troveranno . Sono spiriti , padrone . Sono uomini . Taci e guardati ben d' attorno . In lontananza si udivano le urla dei terribili abitanti del banian . Vendetta ! Vendetta ! gridavano . Tre note acute , le note del ramsinga , echeggiarono nella jungla e sotto terra s' udi` cupo rimbombo di poco prima . I due cacciatori si aggomitolarono , facendosi piu` piccini e rattenendo persino il respiro . Sapevano che se venivano scoperti , sarebbero stati irremissibilmente strangolati dai lacci di seta di quei mostruosi individui , che avevano di gia` sacrificato tante vittime . Non erano ancora trascorsi tre minuti che s' udirono i bambu` aprirsi violentemente e fra le tenebre fu scorto uno di quegli uomini . col laccio nella destra ed il pugnale nella sinistra , passare come una freccia dinanzi alla macchia e scomparire nel folto della jungla . L' hai veduto , Kammamuri ? chiese sottovoce Tremal Naik . Si` , padrone , rispose il maharatto . Essi ci credono assai lontani e corrono , sperando di raggiungerci . Fra pochi minuti non avremo un solo uomo alle spalle . Diffidiamo , padrone . Quegli uomini mi fanno paura . Non temere , che son qui io . Zitto e sta' bene attento . Un altro indiano , armato come il primo , passo` correndo qualche istante dopo , e pur esso scomparve nel folto dei bambu` . In lontananza s' udi` ancora qualche grido , qualche fischio che pareva , che anzi doveva essere un segnale , poi tutto tacque . Trascorse mezz' ora . Tutto indicava che gli indiani , lanciati forse su di una falsa traccia , erano assai lontani . Il momento non poteva essere piu` propizio per fare un giro sui talloni e fuggire in direzione della riva . Kammamuri , disse Tremal Naik , noi possiamo metterci in marcia . Gli indiani , a mio parere , devono essere tutti dinanzi a noi e nel mezzo della jungla . Sei proprio sicuro , padrone ? Non odo rumore alcuno . E dove andremo ? Al banian forse ? Si` , maharatto . Vuoi cacciarti la` dentro , forse ? No per ora , ma domani notte ritorneremo qui e sveleremo il mistero . Ma chi supponi che sieno quegli uomini ? Non lo so , ma lo sapro` , Kammamuri , come pure sapro` chi sia quella donna che veglia nella pagoda della loro terribile dea . Hai udito tu , cio` che disse quel vecchio ? Si` , padrone . Non so , ma mi parve che parlasse di me ed ho il sospetto che quella Vergine sia ... Chi mai ? La donna che m' ha stregato , Kammamuri . Allorche` quel vecchio parlo` di lei , ho sentito il cuore battermi con veemenza strana e cio` mi succede tutte le volte che ... Zitto , padrone ! ... mormoro` Kammamuri , con voce soffocata . Cos' hai udito ? Un bambu` s' e` mosso . Dove ? Laggiu` ... a trenta passi da noi . Zitto ! Tremal Naik alzo` il capo e lo giro` all' intorno , scrutando con attenzione la nera massa dei bambu` , ma non scorse alcuno . Tese gli orecchi , rattenendo il respiro e trasali` . Un frusci`o appena distinto si udiva nella direzione indicata dal maharatto , si avrebbe detto che una mano scostava con somma precauzione le larghe e cuoriformi foglie delle gigantesche piante . Qualcuno s' avvicina , mormoro` egli . Non muoverti , Kammamuri . Il fruscio cresceva e s' avvicinava , ma assai lentamente . Di li` a poco videro due bambu` piegarsi e comparire un indiano il quale si curvo` verso terra , portando una mano all' orecchio . Stette un minuto cosi` , poi si rialzo` e parve che fiutasse l' aria . Gary ! bisbiglio` egli . Un secondo indiano usci` da quei bambu` , a sei passi di distanza dal primo . Odi nulla ? domando` il nuovo venuto . Assolutamente nulla . Eppure , mi parve che qualcuno bisbigliasse . Ti sarai ingannato . Sono cinque minuti che me ne sto qui , cogli orecchi ben tesi . Siamo su di una falsa via . Dove sono gli altri ? Tutti dinanzi a noi , Gary . Si teme che gli uomini che hanno ardito qui sbarcare , tentino un colpo di mano sulla pagoda . A quale scopo ? Quindici giorni fa , la vergine della pagoda incontro` un uomo . Furono scorti da uno dei nostri a scambiarsi dei segnali . E perche` ? Si crede che l' uomo voglia liberare la Vergine . Oh ! L' orrendo delitto ! esclamo` l' indiano che chiamavasi Gary . Questa notte un indiano , compagno del miserabile che oso` alzare gli occhi sulla Vergine della nostra venerabile dea , e` sbarcato . Senza dubbio veniva a spiare . Ma quell' indiano fu strangolato . Si` , ma dietro di lui sono sbarcati altri uomini , uno dei quali assassino` il nostro sacerdote . E chi e` quest' uomo che miro` in volto la Vergine ? Un uomo formidabiie , Gary , e capace di tutto : e` il cacciatore di serpenti della jungla nera . Bisogna che muoia . Morra` , Gary . Per quanto corra , noi lo raggiungeremo ed i nostri lacci lo strangoleranno . Ora tu parti e cammina dritto fino a che giungi sulla riva del fiume : io mi reco alla pagoda a vegliare sulla Vergine . Addio , e che la nostra dea ti protegga . I due indiani si separarono prendendo due vie differenti . Appena il rumore cesso` , Tremal Naik che tutto aveva udito , balzo` in piedi Kammamuri , diss' egli con viva emozione , bisogna che ci separiamo . Tu li hai uditi : essi sanno che io sono sbarcato e mi cercano . Ho udito tutto , padrone . Tu seguirai l' indiano che si dirige verso il fiume e appena lo potrai guadagnerai la riva opposta . Io seguo l' altro . Tu mi nascondi qualche cosa , padrone . Perche` non vieni anche tu alla riva ? Devo recarmi alla pagoda . Oh ! Non farlo , padrone ! Sono irremovibile . Nella pagoda si nasconde la donna che mi ha stregato . E se ti assassinano ? Mi uccideranno a fianco di lei e morro` felice . Parti , Kammamuri , parti che` comincia a prendermi la febbre . Kammamuri emise un profondo respiro che pareva un gemito , e si alzo` . Padrone , disse con voce commossa . Dove ci rivedremo ? Alla capanna , se sfuggo alla morte : vattene . Il maharatto si caccio` nella jungla dietro le traccie dell' indiano , in direzione della riva . Tremal Naik stette li` a guardarlo . colle braccia incrociate sul petto e la fronte abbuiata . Ed ora , diss' egli rialzando con fierezza il capo , quando il maharatto scomparve ai suoi occhi , sfidiamo la morte ! ... Si getto` la carabina ad armacollo , diede un ultimo sguardo all' intorno e si allontano` a passi rapidi e silenziosi , seguendo le traccie del secondo indiano il quale non doveva essere molto discosto . La via era difficile ed intricatissima . Il terreno era coperto , fin dove poteva giungere l' occhio , da una rete fitta fitta di bambu` che si rizzavano ad un' altezza veramente straordinaria . V' erano cola` i cosiddetti bans tulda , coperti di foglie grandissime , i quali , in meno di trenta giorni , acquistano un' altezza che sorpassa i venti metri ed una grossezza di trenta centimetri . I behar bans , alti appena un metro , col fusto vuoto ma forte ed armato di lunghe spine , ed una varieta` numerosa di altri bambu` conosciuti comunemente nelle Sunderbunds col nome generico di bans , i quali si stringevano cosi` davvicino , che era d' uopo servirsi del coltello per aprirsi un passaggio . Un uomo non pratico di quei luoghi si sarebbe senza dubbio smarrito in mezzo a quei giganteschi vegetali e si sarebbe trovato nell' impossibilita` di fare un passo innanzi senza far rumore , ma Tremal Naik , che era nato e cresciuto nella jungla , movevasi la` sotto con sorprendente rapidita` e sicurezza , senza produrre il menomo frusci`o . Non camminava , poiche` cio` sarebbe stato assolutamente impossibile , ma strisciava simile ad un rettile , guizzando fra pianta e pianta , senza mai arrestarsi , senza mai esitare sulla via da scegliere . Ogni qual tratto egli appoggiava l' orecchio a terra ed era sicuro di non perdere le traccie dell' indiano che lo precedeva , trasmettendo il terreno , il passo di lui , per quanto fosse leggiero . Aveva gia` percorso piu` d' un miglio , quando s' accorse che l' indiano erasi improvvisamente arrestato . Appoggio` tre o quattro volte l' orecchio , ma il terreno non trasmetteva alcun rumore , si alzo` ascoltando con profonda attenzione , ma nessun frusci`o gli pervenne . Tremal Naik comincio` a diventare inquieto . Cosa e` succeduto ? mormoro` egli , guardandosi d' attorno . Che si sia accorto che io lo seguo ? Stiamo in guardia ! Percorse ancora tre o quattro metri strisciando , poi alzo` il capo , ma lo riabbasso` quasi subito . Aveva urtato contro un corpo tenero che pendeva dall' alto e che erasi subito ritirato . Oh ! fe` egli . Un pensiero terribile gli attraverso` il cervello . Si getto` prontamente da un lato sguainando il coltello e guardo in aria . Nulla vide o almeno nulla gli parve di vedere . Eppure era sicuro di aver urtato contro qualche cosa , che non doveva essere una foglia di bambu` . Stette alcuni minuti immobile come una statua . Un pitone ! esclamo ad un tratto , senza pero` sgomentarsi . Un frusci`o repentino erasi udito in mezzo ai bambu` , poi un corpo oscuro , lungo , flessuoso , discese ondeggiando per una di quelle piante . Era un mostruoso serpente pitone , lungo piu` di venticinque piedi , il quale allungavasi verso il cacciatore di serpenti sperando di allacciarlo fra le sue viscose spire e stritolarlo con una di quelle terribili strette alle quali nulla resiste . Aveva la bocca aperta colla mascella inferiore divisa in due branche come i ferri d' una tenaglia , la forcuta lingua tesa e gli occhi accesi , che brillavano sinistramente fra la profonda oscurita` . Tremal Naik s' era lasciato cadere per terra per non venire afferrato dal mostruoso rettile e ridotto in un ammasso d' ossa infrante e di carni sanguinolenti . Se mi muovo sono perduto , mormoro` egli con straordinario sangue freddo . Se l' indiano che mi precede non s' accorge di nulla , sono salvo . Il rettile era disceso tanto , che colla testa toccava la terra . Egli si allungo` verso il cacciatore di serpenti che conservava la rigidezza d' un cadavere , ondeggio` per qualche tratto su di lui lambendolo colla fredda lingua , poi cerco` di farglisi sotto per avvolgerlo . Tre volte torno` alla carica sibilando di rabbia e tre volte si ritiro` contorcendosi in mille guise , salendo e ridiscendendo il bambu` attorno il quale erasi avvinghiato . Tremal Naik fremente , inorridito , continuava a rimanere immobile facendo sforzi sovrumani per padroneggiarsi , ma appena vide il rettile alzarsi arrotolandosi in parte su se stesso , affrettossi a strisciare cinque o sei metri lontano . Credendosi ormai fuori di pericolo , s' era voltato per rialzarsi , quando udi` una voce minacciosa a gridare : Cosa fai qui ? Tremal Naik s' era prontamente alzato col coltello in pugno . A sette od otto metri di distanza , assai vicino al posto occupato dal rettile , era improvvisamente sorto un indiano di alta statura , estremamente magro , armato d' un pugnale e di una specie di laccio che finiva in una palla di piombo . Sul petto portava tatuato il misterioso serpente colla testa di donna , contornato da alcune lettere del sanscrito . Cosa fai qui ? ripete` quell' indiano con tono minaccioso . E tu cosa fai ? ribatte` Tremal Naik , con calma glaciale . Sei forse uno di quei miserabili che si divertono ad assassinare le persone che qui sbarcano ? Si` , e sappi che ora faro` altrettanto con te . Tremal Naik si mise a ridere , guardando il rettile il quale cominciava a svolgere gli anelli , ondeggiando quasi sulla testa dell' indiano . Tu credi di uccidermi , disse il cacciatore , e la morte invece ti sfiora . Ma prima morrai tu ! grido` l' indiano , facendo fischiare attorno al capo la corda di seta . Un sibilo lamentevole emesso dal rettile , lo arresto` nel momento che lanciava la palla di piombo . Oh ! esclamo` , manifestando un profondo terrore . Aveva alzata la testa e s' era trovato dinanzi al rettile . Volle fuggire e fece un salto indietro , ma incespico` in un bambu` mozzato e capitombolo` fra le erbe . Aiuto ! aiuto ! ... urlo` egli disperatamente . L' enorme rettile s' era lasciato cadere a terra ed in un baleno aveva afferrato l' indiano fra le sue spire , stringendolo in modo tale da togliergli il respiro e da fargli crocchiar tutte le ossa del corpo . Aiuto ! ... aiuto ! ... ripete` lo sventurato , sbarrando spaventosamente gli occhi . Tremal Naik con un moto spontaneo s' era slanciato verso il gruppo . Con un terribile colpo di coltello taglio` in due il pitone , il quale sibilava rabbiosamente , coprendo di bava sanguigna la vittima . Stava per ricominciare , quando udi` i bambu` agitarsi furiosamente in parecchi luoghi . Eccolo ! tuono` una voce . Erano altri indiani che correvano sul luogo , compagni dell' infelice che il rettile , quantunque spezzato in due , stritolava , facendogli schizzare il sangue dalle carni . Comprese il pericolo che correva , e senza aspettar altro si diede a precipitosa fuga attraverso la jungla . Eccolo ! eccolo ! ripete` la medesima voce . Fuoco su di lui ! fuoco ! Un colpo d' archibugio rintrono` destando tutti gli echi della jungla , poi un secondo ed infine un terzo . Tremal Naik , sfuggito miracolosamente ai proiettili , s' era rivoltato ruggendo come le belve che egli cacciava nella jungla . Ah ! miserabili ! urlo` egli furente . S' era strappato di dosso la carabina e l' aveva puntata contro gli assalitori che venivano innanzi coi pugnali fra i denti e i lacci in mano , pronti a strangolarlo . Dalla canna usci una striscia di fuoco seguita da una detonazione . Un indiano caccio` un urlo terribile , porto` le mani al volto e rotolo` fra le erbe . Tremal Naik ripiglio` la sfrenata corsa saltando a destra e a sinistra onde impedire ai nemici di prenderlo di mira . Attraverso` un gruppo di bambu` che abbatte` furiosamente e si caccio` in mezzo alla fitta jungla , facendo perdere le traccie agli inseguitori . Corse cosi` per un quarto d' ora ; si arresto` un momento a prendere fiato sull' orlo della piantagione , poi si slancio` come un pazzo in mezzo a terreni paludosi e scoperti , solcati da innumerevoli canaletti d' acque stagnanti . Aveva gli occhi iniettati di sangue e la spuma alle labbra , ma correva sempre come avesse le ali ai piedi , saltando via gli ostacoli che gli sbarravano la via , tuffandosi nei pantani , immergendosi negli stagni o nei canali , non avendo che un solo pensiero : frapporre fra se` e gli assalitori il maggior spazio possibile . Quanto corse , non lo pote` sapere . Quando si arresto` , egli si trovava a un duecento passi da una superba pagoda , che ergevasi isolata sulla riva di un ampio stagno contornato da colossali ruine . V . La vergine della pagoda . Quella pagoda , del piu` puro stile indiano , era la piu` bella che Tremal Naik avesse veduto nelle Sunderbunds . Costruita tutta in granito bigio era alta piu` che sessanta piedi , con una base larga quanto due terzi dell' altezza , contornata da stupendi colonnati , scolpiti con quella valenti`a che distingue la razza indiana . Man mano che la pagoda saliva , andava a poco a poco restringendosi sino a terminare in una specie di cupola sormontata da una gigantesca palla di metallo , con una punta assai aguzza sostenente il misterioso serpente colla testa di donna . Agli angoli della pagoda scorgevansi il Trimurti indiano , figurato da tre teste sopra un solo corpo sostenuto da tre gambe e , qua e cola` , una moltitudine di sculture strane , curiose , rappresentanti molte figure della storia sacra degl' indiani , Brahma , Siva , Visnu` , Parvadi , la sinistra dea della morte seduta sopra un leone , Darma Ragia , il Plutone degl' indiani e molte altre divinita` , nonche` un gran numero di mostri spaventevoli e di teste d' elefanti colle proboscidi tese . Tremal Naik , come si disse , si era fermato di colpo , sorpreso di trovarsi dinanzi ad una pagoda , la` dove credeva di trovare la selvaggia jungla . Una pagoda ! aveva esclamato egli . Sono perduto ! Getto` un rapido sguardo all' intorno . Egli si trovava in una specie di radura d' una estensione di oltre mezzo miglio , sgombra affatto d' ogni cespuglio e d' ogni bambu` . Sono perduto ! ripete` egli , con ira . Se non trovo un nascondiglio , fra cinque minuti mi pioveranno addosso quei terribili uomini e mi strangoleranno . Ebbe per un istante l' idea di ritornare indietro e di riguadagnare la jungla per nascondersi , ma vi erano piu` di ottocento metri da percorrere , cioe` il tempo sufficiente perche` gli inseguitori lo scoprissero . Penso` alle ruine che contornavano lo stagno , ma non presentavano nascondigli di sorta . E se salissi lassu` , mormoro` egli , guardando la sommita` della pagoda . E perche` no ? ... Un uomo come lui , rotto ad ogni sorta d' esercizi e che possedeva una forza erculea congiunta ad un' agilita` straordinaria da muovere ad invidia una scimmia guenu` , era capace di issarsi fino alla cupola aggrappandosi ai colonnati ed alle sculture che collegavansi in modo da formare un' erta e bizzarra gradinata . Si slancio` verso la pagoda , dopo d' aver disarmato la carabina e di aversela gettata dietro le spalle , stette qualche istante ad udire , e rassicurato del profondo silenzio che cola` regnava , imprese l' ardita scalata . Con una rapidita` sorprendente sali` su una colonna e di la` si slancio` sulle pareti del tempio aggrappandosi alle gambe delle divinita` , inerpicandosi sui loro corpi , posando i piedi sulle loro teste , afferrandosi alle proboscidi degli elefanti e alle corna dei buoi del dio Siva . Cosa strana , incomprensibile , misteriosa : man mano che saliva sentivasi il cuore battere precipitosamente , le membra acquistare una forza straordinaria . Egli sentivasi come attirato da una forza irresistibile verso la sommita` della pagoda , ed al contatto di quelle fredde pietre provava delle sensazioni sconosciute , inesplicabili . Potevano essere le due del mattino , quando , dopo d' avere eseguito venti manovre aeree da far gelare il sangue ad un ginnasta e di aver corso altrettante volte il pericolo di capitombolar giu` e di sfracellarsi il cranio , giunse alla cupola . Con un ultimo slancio s' aggrappo` alla gigantesca palla di metallo , sormontata dalla punta sostenente il serpente colla testa di donna . Con sua sorpresa egli si trovo` ondeggiante al di sopra di una larga apertura , profonda ed oscura quanto un pozzo , attraversata da una sbarra di bronzo sulla quale trovo` modo di appoggiare i piedi . Dove sono ? si chiese egli . Questo pozzo , senza dubbio deve menare nell' interno della pagoda . Abbandono` la grande palla e s' aggrappo` alla sbarra guardando giu` , ma non vide che tenebre ; tese l' orecchio , ma il piu` profondo silenzio regnava sotto di lui , segno evidente che nessuno trovavasi nella pagoda . Una cosa che lo colpi` fu una corda abbastanza grossa , formata d' un vegetale lucente e flessibilissimo , annodata alla sbarra e che scompariva giu` nell' apertura . L' afferro` e riunendo le sue forze la tiro` a se` ; s' accorse subito che alla estremita` v' era attaccato un corpo alquanto pesante il quale , alla trazione , ondeggio` tintinnando . Deve essere una lampada , disse Tremal Naik . Ad un tratto si batte` la fronte . Ora mi ricordo ! esclamo` egli con viva emozione . Si` ... quei due uomini parlavano di una pagoda ... di una vergine che veglia ... Giusto Visnu` , sarebbe mai ... S' arresto` e porto` ambo le mani al cuore che batteva con veemenza straordinaria . Egli provava allora un' emozione analoga a quella che sentiva in quelle sere che trovavasi dinanzi alla strana visione . Fu un lampo . S' aggrappo` a quella corda e si mise a scendere nelle tenebre , quantunque ignorasse ancora dove andasse a finire e cio` che lo attendeva laggiu` . Pochi minuti dopo i suoi piedi battevano su di un oggetto arrotondato , il quale mando` un suono metallico che gli echi del tempio ripeterono piu` volte . Stava per curvarsi per vedere cos' era , quando un cigoli`o simile a quello di una porta che gira sui cardini , giunse ai suoi orecchi . Guardo` sotto di se` e gli parve di scorgere , fra le tenebre , un' ombra che muovevasi , ma senza produrre rumore di sorta . Chi puo` esser mai ? si chiese egli , rabbrividendo . Con una mano estrasse una pistola e l' impugno` deciso di vendere caramente la vita , se veniva scoperto , e attese coll' immobilita` d' una statua di granito . Un sospiro profondo sali` fino a lui ; quel sospiro lo impressiono` in un modo nuovo , misterioso . Gli sembro` che gli avessero vibrato una pugnalata in cuore . Sono pazzo o stregato , mormoro` egli . L' ombra si era fermata dinanzi ad una massa nera , enorme che trovavasi proprio al disotto della fune . Eccomi , orribile divinita` ! esclamo` una voce di donna che scosse Tremal Naik fino al fondo dell' anima . Tremal Naik al colmo della sorpresa udi` una materia liquida precipitare sul suolo e senti` spandersi per l' aria un profumo soave . Mostruosa gente ! penso` egli . Eppure quell' ombra ha una voce dolce come le note del saranguy ... E` strana ! tremo come se avessi la febbre . Perche` ? ... Ti odio ! esclamo` la medesima voce , con profonda amarezza . Ti odio , spaventevole divinita` , che mi condannasti ad eterno martirio dopo d' avermi distrutto tutto cio` che avevo di piu` caro sulla terra . Assassini , possiate essere maledetti in questa e nell' altra vita ! Uno scoppio di pianto segui` la maledizione che quell' essere misterioso aveva scagliato su quegli uomini che aveva chiamato assassini . Tremal Naik per la seconda volta fremette in tutte le membra e lui , l' uomo dall' animo inaccessibile , lui , il selvaggio figlio della jungla , lui , il cacciatore di serpenti , per la prima volta in sua vita , si senti` commosso . Ebbe per un istante l' idea di lasciarsi cadere nel vuoto . ma un po' di diffidenza lo trattenne . Del resto era troppo tardi , poiche` l' ombra s' era allontanata scomparendo nelle tenebre e poco dopo udi` il cigoli`o della porta che schiudevasi . Ma che non possa svelare adunque questo mistero ? mormoro` Tremal Naik , quasi con rabbia . Ma chi sono adunque questi mostri che han bisogno di vittime ? Chi e` mai questa spaventevole divinita` ? Chi e` questa donna che viene a maledire a mezzanotte , nell' ora dei delitti , dei fantasmi , delle vendette ? ... Chi e` questo essere , che mentre gli altri strangolano , piange ? Che mentre gli altri mi fan ribrezzo , mi commuove ! Che mentre gli altri han cupa la voce , l' ha dolce , soave come un' armonia celeste ? ... Quest' essere , questa donna io la voglio vedere , io le voglio parlare e tutto mi svelera` . Non so , ma una voce interna mi dice che questa donna io l' ho veduta altre volte , ha fatto palpitare il mio cuore , che questa donna e` ... S' arresto` anelante , quasi spaventato . Una fiamma gli sali` in volto e lo inondo` di sudore . Se fosse la mia visione ! esclamo` egli con voce tremante per l' emozione . Quando m' arrampicava sul tempio io era commosso ; quando scesi quaggiu` io tremava . Se fosse vero ? ... Scendiamo . Si lascio` calare giu` e poso` i piedi su di un oggetto duro e scabroso , che diede quel suono particolare dei corpi metallici e specialmente dei bronzi . S' accorse di essere sopra alla massa nera , dinanzi alla quale la donna aveva versato quel profumo , maledetto e pianto . Cos' e` mai questo ? mormoro` egli . Si chino` , appoggio` le mani su quella massa di bronzo e si lascio` scivolar giu` , finche` tocco` terra . I suoi piedi sdrucciolarono su di una superficie liscia e umidiccia . E` qui che ella sparse il profumo , diss' egli . L' odore che mi sale alle nari me lo dice . Domani sapro` dove mi trovo e con chi avro` da fare . Fece sei o sette passi brancolando fra le tenebre e si aggomitolo` su se stesso , colle pistole in mano , aspettando che un raggio di luce illuminasse quel misterioso tempio . Passarono alcune ore senza che rumore alcuno turbasse il funebre silenzio che regnava in quel luogo ; lassu` , verso l' apertura , il cielo cominciava a rischiararsi e gli astri ad impallidire sotto i primi albori . Tremal Naik , immobile , cogli occhi bene aperti e gli orecchi tesi , aspettava sempre con quella pazienza che e` particolare alle razze asiatiche . Verso le quattro il sole apparve improvvisamente sull' orizzonte , illuminando la grande palla di bronzo che ergevasi sulla cima della pagoda e dall' ampia apertura scese un fascio di luce . Tremal Naik scatto` in piedi , sorpreso , sbalordito dallo spettacolo che offrivasi dinanzi a' suoi occhi . Egli si trovava in una specie di immensa cupola , le cui pareti erano bizzarramente dipinte . Le prime dieci incarnazioni di Visnu` , il dio conservativo degli indiani che ha la sua residenza nel Vaicondu o mare di latte del serpente Adissescien , erano dipinte all' ingiro , circondate dai principali deverkeli o semi dei venerati dagl' indiani , protettori degli otto angoli del mondo , abitatori del sorgon , cioe` paradiso di quelli che non hanno tanti meriti per andare nel cailasson o paradiso di Siva . A meta` della cupola v' erano scolpiti i cateri , giganteschi geni malvagi , che divisi in cinque tribu` vanno errando pel mondo dal quale non possono uscire , ne` meritare la beatitudine promessa agli uomini , se non dopo d' aver raccolto gran numero di preghiere . Nel mezzo della pagoda si elevava una grande statua di bronzo , rappresentante una donna con quattro braccia , di cui una brandiva una lunga daga e un' altra una testa . Una grande collana di teschi le scendeva fino al collo dei piedi ed una cintura di mani e di braccia mozzate le stringeva i fianchi . La faccia di quell' orribile donna era tatuata , le sue orecchie erano adorne di anelli ; la lingua dipinta di rosso cupo , del color del sangue , le usciva d' un buon palmo dalle labbra atteggiate ad un feroce sorriso ; i polsi erano stretti da larghi braccialetti ed i piedi posavano su di un gigante coperto di ferite . Quella divinita` , lo si capiva a prima vista , trasportata dalla ebbrezza del sangue , danzava sul corpo della vittima . Un altro oggetto strano , era una vaschetta di marmo bianco , incastonata nelle lucenti pietre del pavimento . Era colma di limpidissima acqua e dentro vedevasi nuotare un pesce di un bel giallo d' oro , piccolo e che somigliava assai ad un mango del Gange . Tremal Naik non aveva mai visto nulla di simile . Egli si era fermato dinanzi alla mostruosa divinita` e la contemplava con un misto di stupore e di paura . Chi era mai quella sinistra figura contornata di cranii ed ornata di mani e braccia mozze ? Cosa significava quel pesciolino dorato nuotante in quella bianca vaschetta ? Quale relazione avevano quei due strani simboli , coi feroci uomini che inseguivano e strangolavano i loro simili ? Che io sogni ? mormoro` Tremal Naik , stropicciandosi piu` volte le palpebre . Io non comprendo nulla ! Non aveva ancor finito , che un leggiero cigoli`o giungeva ai suoi orecchi . Si volse colla carabina in mano , ma quasi subito indietreggio` fino alla mostruosa divinita` , rattenendo a gran pena un grido di stupore e di gioia . Dinanzi a lui , sul limitare di una porta dorata , stavasene ritta una fanciulla di meravigliosa bellezza , col piu` angoscioso terrore dipinto sul volto . Poteva avere quattordici anni . La sua taglia era graziosa e di forme superbamente eleganti . Aveva i lineamenti d' una purezza antica , animati dalla scintillante espressione della donna anglo indiana . La pelle era rosea , d' una morbidezza impareggiabile , gli occhi grandi neri e scintillanti come diamanti ; un naso diritto che nulla aveva d' indiano , labbra sottili , coralline , schiuse ad un melanconico sorriso che lasciava scorgere due file di denti d' abbagliante bianchezza una opulenta capigliatura d' un castano cupo , fuliginoso , separata sulla fronte da un mazzetto di grosse perle , era raccolta in nodi ed intrecciata con fiori di sciambaga dal soave profumo . Tremal Naik come si disse , era vivamente indietreggiato fino alla mostruosa statua di bronzo . Ada ! ... Ada ! ... L' apparizione della jungla ! esclamo` egli con voce soffocata . Non seppe dire di piu` e rimase li` , muto , ansante , trasognato a mirare quella superba creatura che continuava a fissarlo con profondo terrore . Ad un tratto quella fanciulla fece un passo innanzi lasciando cadere a terra l' ampio sari di seta , orlato d' una larga striscia azzurra , fregiata di complicati disegni , che ricoprivala come un ampio mantello . Un fascio di luce abbagliante l' avvolse , togliendola alla vista del cacciatore di serpenti che fu forzato a chiudere gli occhi . Quella fanciulla era coperta letteralmente d' oro e di pietre preziose d' inestimabile prezzo . Una corazza d' oro , tempestata dei piu` bei diamanti del Golconda e del Guzerate , decorata del misterioso serpente colla testa di donna , le racchiudeva tutto il seno e spariva in un largo scialle di cachemire trapunto d' argento , che cingevale i fianchi ; molteplici collane di perle e di diamanti le pendevano dal collo , grossi come nocciuole ; larghi braccialetti pur tempestati di pietre preziose le ornavano le nude braccia , ed i calzoncini larghi , di seta bianca , erano stretti sul collo dei piedi nudi e piccini , da cerchietti di corallo della piu` bella tinta rossa . Un raggio di sole , penetrato da uno stretto pertugio , battendo sopra quella profusione di ori e di gioie aveva per cosi` dire immersa la giovanetta in un mare di luce d' un fulgore acciecante . La visione ! ... La visione ! ... ripete` per la seconda volta Tremal Naik , tendendo le braccia verso di lei ! Oh ! quanto e` bella ! ... La giovanetta si guardo` attorno con smarrimento e porto` un dito sulle labbra , come per invitarlo a tacere , poi cammino` dritta verso di lui . Sciagurato ! diss' ella con ispavento . Cosa sei venuto a far qui ? ... Qual follia ti trascino` in quest' orribile luogo ? ... Il cacciatore di serpenti , senza volerlo , era caduto in ginocchio tendendo le mani verso di lei che indietreggio` con maggiore spavento . Non toccarmi ! diss' ella , con un filo di voce . Tremal Naik aveva emesso un sospiro : Sei bella ! esclamo` egli con passione . Taci , Tremal Naik ! Sei bella ! ... ripete` il selvaggio figlio della jungla . Ella gli pose un dito sulle labbra . Se non vuoi perdermi , non fare rumore , disse la giovanetta con dolce rimprovero . Tu non sai ancora , i tremendi pericoli che ci minacciano . Io sono Tremal Naik ! Chi e` quest' uomo che ti minaccia ? Dimmelo ed io , il cacciatore di serpenti , ti giuro che domani questo nemico sara` scomparso dalla terra ! ... Non parlare cosi` , Tremal Naik ! Perche` ? ... Senti , fanciulla : non aveva mai veduto un volto di donna nella mia jungla popolata dalle sole tigri . Quand' io per la prima volta ti vidi , agli ultimi raggi del sole morente , la` , dietro quel cespuglio di mussenda , mi sono sentito scuotere tutto . Mi parve che tu fossi una divinita` scesa dal cielo e t' adorai . Taci ! taci ! ripete` con voce rotta la fanciulla , nascondendosi il volto fra le mani . Non posso tacere , vago fiore della jungla ! esclamo` Tremal Naik con maggior passione . Quando tu scomparisti , mi parve che qualche cosa si staccasse dal mio cuore . Ero come ubriaco , dinanzi agli occhi mi danzava la tua visione , nelle vene scorrevami piu` rapido il sangue e lingue di fuoco mi salivano in volto e piu` su fino al cervello . Si avrebbe detto che tu mi avevi stregato ! Tremal Naik ! mormoro` con ansia la fanciulla . Quella notte non dormii , prosegui` il cacciatore di serpenti . Avevo la febbre indosso e una smania furiosa di rivederti . Perche` ? Io l' ignorava , ne` sapeva capacitarmi come cio` accadesse . Era la prima volta in vita mia che provavo una tale emozione . Passarono quindici giorni . Tutte le sere , al calar del sole , io ti rivedeva dietro al mussenda ed io mi sentivo felice dinanzi a te ; mi pareva di esser trasportato in un altro mondo mi pareva di essere diventato un altro uomo . Tu non mi parlavi , ma mi guardavi e per me era anche troppo ; quei tuoi sguardi erano eloquenti e mi dicevano che tu ... S' arresto` ansante , guardando la fanciulla che teneva il volto nascosto fra le mani . Ah ! esclamo` egli con dolore . Tu adunque non vuoi che parli . La fanciulla si scosse e lo fisso` , con occhi umidi . Perche` parlare , balbetto` ella , quando tra noi v' e` un abisso ? Perche` sei venuto qui , sciagurato , a ridestare nel mio cuore una speranza vana ? Non sai tu adunque , che questo luogo e` maledetto , interdetto soprattutto a colui che io amo ? Che io amo ! esclamo` Tremal Naik , con gioia . Ripeti , ripeti questa parola , vago fiore della jungla ! E` vero adunque che tu mi ami ? E` vero dunque che tu venivi ogni sera dietro il mussenda perche` mi amavi ? Non farmi morire , Tremal Naik , esclamo` la fanciulla con angoscia . Morire ! Perche` ? Qual pericolo ti minaccia ? Non sono qui io a difenderti ? Che importa se questo luogo e` maledetto ? Che importa se fra noi due v' e` un abisso ? Io sono forte , tanto forte che per te scrollerei questo tempio e infrangerei quell' orribile mostro , dinanzi al quale tu versi dei profumi . Come , tu sai questo ? Chi te lo disse ? T' ho veduta questa notte . Questa notte eri qui dunque ? Si` , ero qui , anzi lassu` aggrappato a quella lampada , proprio sopra al tuo capo . Ma chi ti condusse in questo tempio ? La sorte , o meglio il laccio degli uomini che abitano questa terra maledetta . T' hanno dunque veduto ? M' hanno dato la caccia . Ah ! disgraziato , sei perduto ! esclamo` la fanciulla con disperazione . Tremal Naik si slancio` verso di lei . Ma dimmi , qual mistero e` questo ? chiese egli con furore , a gran pena frenato . Perche` tanto terrore ? Che cosa vuol dire quella mostruosa figura che ha bisogno di profumi ? Cos' e` quel pesce dorato che nuota in quel bacino ? Cosa significa quel serpente dalla testa di donna che tu hai impresso sulla corazza ? Chi sono questi uomini che strangolano i loro simili e che vivono sotto terra ? Io lo voglio sapere , o Ada , io lo voglio ! Non interrogarmi , Tremal Naik . Perche` ? Ah ! se tu sapessi qual terribile destino pesa su me ! Ma io son forte . Che vale la forza contro questi uomini ? Faro` a loro una guerra spietata . T' infrangeranno come un giovane bambu` . Non sfidano essi la possanza dell' Inghilterra ? Sono forti , Tremal Naik , e tremendi ! Nulla resiste a loro : ne` le flotte , ne` gli eserciti . Tutto cade dinanzi al velenoso loro soffio . Ma chi sono adunque essi ? Non posso dirlo . E se io te lo comandassi ? Rifiuterei . Dunque tu ... diffidi di me ! esclamo` Tremal Naik con rabbia . Tremal Naik ! Tremal Naik ! mormoro` l' infelice giovanetta , con accento straziante . Il cacciatore di serpenti si torse le braccia . Tremal Naik , prosegui` la fanciulla , una condanna pesa su di me , una condanna terribile , spaventevole , che non cessera` che colla mia morte . Io t' ho amato , prode figlio della jungla , t' amo sempre , ma ... Ah ! tu mi ami ! esclamo` il cacciatore di serpenti . Si` , ti amo , Tremal Naik . Giuralo su quel mostro che ci sta dappresso . Lo giuro ! disse la giovanetta , tendendo la mano verso la statua di bronzo . Giura che tu sarai mia sposa ! ... Uno spasimo scompose i lineamenti della giovanetta . Tremal Naik , mormoro` ella con voce cupa , saro` tua sposa , se pure sara` possibile ! Ah ! ho forse un rivale . No , ne` vi sara` alcuno tanto audace da fissare il suo sguardo su di me . Appartengo alla morte . Tremal Naik aveva fatto due passi indietro colle mani strette al capo . Alla morte ! ... esclamo` . Si` , Tremal Naik , appartengo alla morte . Il giorno in cui un uomo posera` le sue mani su di me , il laccio dei vendicatori tronchera` la mia vita . Ma sogno io forse ? No , sei sveglio e colei che ti parla e` la donna che ti ama . Ah ! tremendo mistero ! Si` , tremendo mistero , Tremal Naik . Tra noi v' e` un abisso che nessuno sara` capace di colmare ... Fatalita` ! Ma cosa ho fatto io per essere cosi` disgraziata ? Qual delitto ho commesso io , per essere maledetta ? Uno scoppio di pianto soffoco` la sua voce ed il suo volto s' irrigo` di lagrime . Tremal Naik emise un sordo ruggito e strinse le pugna con tale forza da far crocchiare le ossa . Che posso fare per te ? chiese egli , commosso fino al fondo dell' anima . Queste tue lagrime mi fanno male , vago fiore della jungla . Dimmi che devo fare , comanda ed io ti ubbidiro` piu` d' uno schiavo . Vuoi che io ti tragga da questo luogo , io lo faro` , dovessi lasciare la vita nel tentativo . Oh ! no , no ! esclamo` la giovanetta , con ispavento . Sarebbe la morte per entrambi . Vuoi che io parta di qui ? Senti , io ti amo assai , ma se la tua esistenza richiedesse la separazione eterna fra noi due , io infrangero` l' amore che nacque nel mio cuore . Saro` dannato , sara` un martirio continuo per me , ma lo faro` . Parla , cosa devo fare ? La giovanetta taceva e singhiozzava . Tremal Naik l' attiro` dolcemente a se` e stava per aprire le labbra , quando al di fuori echeggio` l' acuta nota del ramsinga . Fuggi ! fuggi , Tremal Naik ! esclamo` la giovanetta , fuori di se` pel terrore . Fuggi o siamo perduti ! Ah ! maledetta tromba ! urlo` Tremal Naik , digrignando i denti . Essi arrivano , prosegui` la giovanetta con voce spezzata . Se ci trovano , ci immoleranno alla loro spaventevole divinita` . Fuggi ! fuggi ! Oh giammai ! Ma vuoi tu adunque farmi morire ! Io ti difendero` ! Ma fuggi , disgraziato ! fuggi ! Tremal Naik per tutta risposta raccolse da terra la carabina e l' armo` . La giovanetta comprese che quell' uomo era irremovibile . Abbi pieta` di me ! diss' ella con angoscia . Essi vengono . Ebbene , io li aspettero` , rispose Tremal Naik . Il primo uomo che ardira` alzare su di te la sua mano , giuro sul mio dio che lo ammazzo come una tigre della jungla . Ebbene rimani , giacche` sei irremovibile , prode figlio della jungla ; io ti salvero` . Ella raccolse il suo sari e si diresse verso la porta dalla quale era entrata . Tremal Naik si slancio` verso di lei trattenendola . Dove vai ? gli chiese . A ricevere l' uomo che sta per arrivare ed impedirgli che qui entri . Questa sera , alla mezzanotte , io ritornero` da te . Allora si compira` la volonta` dei numi e forse ... fuggiremo . Il tuo nome ? Ada Corishant . Ada Corishant ! Ah ! quanto e` bello questo nome ! Va' , nobile creatura , a mezzanotte t' attendo ! La giovanetta s' avvolse nel sari , guardo` un' ultima volta , cogli occhi umidi , Tremal Naik e usci` soffocando un singhiozzo . VI . La condanna di morte . Uscita dalla pagoda , Ada , ancora commossa , col volto ancor bagnato di lagrime , ma gli occhi sfavillanti di fierezza , era entrata in un piccolo salotto coperto da stuoie dipinte e decorato da mostruose divinita` , poco dissimili da quelle di gia` descritte . Il serpente dalla testa di donna , la statua di bronzo dal volto orribile e la vasca di marmo bianco col pesciolino rosso , non mancavano . Un uomo era di gia` entrato e passeggiava innanzi e indietro con visibile impazienza . Era un indiano di alta statura , magro come un bastone , col volto energico , lo sguardo lampeggiante e feroce , e il mento coperto da una piccola barba nera ed arruffata . Portava , avvolto attorno al corpo , un ricco doote`e , specie di mantello di seta gialla , trapunto in oro con in mezzo il misterioso emblema . Le braccia che aveva nude , erano coperte di cicatrici bianche e da bizzarri segni , che un indiano stesso si sarebbe rotto il capo senza pur decifrarli . Nello scorgere Ada , quest' uomo si era fermato di botto fissando su di lei uno sguardo che aveva dei bagliori strani , e le sue labbra s' atteggiarono ad un riso , anzi ad un sogghigno che incuteva spavento . Salve alla vergine della pagoda diss' egli , inginocchiandosi dinanzi alla giovanetta . Salve al gran capo prediletto della divinita` , rispose Ada con voce tremante . Entrambi tacquero , guardandosi fissamente . Pareva che cercassero reciprocamente di leggersi il pensiero che attraversava la loro mente . Vergine della pagoda sacra , disse dopo qualche tempo l' indiano , tu corri un gran pericolo . Ada fremette . L' accento dell' indiano era cupo e minaccioso . Dove sei stata questa notte ? Mi dissero che tu sei entrata nella pagoda . E` vero . Tu mi inviasti dei profumi e li versai ai piedi della tua divinita` . Dici la nostra . Si` , la nostra , disse la giovanetta coi denti stretti . Cos' hai veduto nella pagoda ? Nulla . Vergine della pagoda , tu corri un gran pericolo , ripete` l' indiano con voce ancor piu` cupa . Io ho scoperto tutto ! ... Ada aveva fatto un balzo indietro , gettando un urlo d' orrore . Si` , prosegui` l' indiano con rabbia concentrata , ho scoperto tutto ! Il tuo cuore , condannato a non battere mai su questa terra , ha palpitato d' amore per un uomo che tu vedesti nella jungla nera . Quest' uomo e` sbarcato la notte scorsa sui nostri domini e dopo d' aver alzato la mano su di noi , d' aver commesso un orrendo delitto , scomparve , ma io lo ritrovai . Quest' uomo e` entrato nella pagoda . Tu menti ! tu menti ! esclamo` la sventurata giovanetta . Vergine della pagoda , amando quell' uomo hai mancato ai tuoi doveri . Buon per te che quell' uomo non ardi` alzare le sue mani su di te . Tu menti ! tu menti ! ripete` la giovanetta , smarrita . Ma quell' uomo non uscira` vivo di qui , ripiglio` l' indiano con gioia feroce . Folle , ei voleva sfidare noi potenti , noi che facciamo tremare l' Inghilterra . Il serpente entro` nella tana del leone e il leone lo sbranera` . Non farlo ! L' indiano si mise a sogghignare . Chi e` che s' oppone ai voleri della nostra divinita` ? Io ! Tu ? Si` , io , miserabile . Guarda ! Ada con un movimento rapido , aveva gettato a terra il sari , s' era armata di un pugnale dalla lama serpeggiante tinta d' un sottile veleno e se l' aveva appuntato alla gola . L' indiano da abbronzato che era , divenne nerastro . Cosa vuoi fare ? chiese egli , sgomentato . Suyodhana , disse la giovanetta con un tono di voce da non lasciare dubbio . Se tu tocchi un sol capello a quell' uomo , ti giuro che la tua dea perdera` la sua vergine . Getta quel pugnale ! Suyodhana , giura sulla tua dea che Tremal Naik uscira` vivo di qui . E` impossibile . Quell' uomo e` condannato : il suo sangue e` gia` destinato alla dea . Giuralo ! disse Ada con accento minaccioso . Suyodhana si raccolse su se stesso come per slanciarsi verso di lei , ma la paura di giungere troppo tardi l' arresto` . Senti , vergine della pagoda , disse egli , ostentando calma . Quell' uomo sara` salvo , ma tu devi solennemente giurare che non l' amerai mai ! Ada mando` uno straziante gemito e si torse disperatamente le mani . Tu mi uccidi ! esclamo` ella , singhiozzando . Sei l' eletta della nostra dea . Perche` , mostruose creature , troncare si` presto una felicita` appena nata ? Perche` spegnere si` presto il raggio di sole che inondava questo povero cuore chiuso ad ogni gioia ? No , non e` possibile ch' io infranga questa passione che e` ormai gigante . Giuralo e quell' uomo e` salvo . Sei tu dunque inesorabile ? Non v' e` piu` adunque alcuna speranza ? Ma io rinnego la spaventevole tua dea che mi fa orrore , che maledii sin dal primo giorno che la fatalita` mi getto` fra le vostre braccia . Siamo inesorabili , incalzo` l' indiano Ma non hai tu adunque mai amato ? chiese ella , piangendo di rabbia . Non sai adunque cosa sia una passione infranta ? Non so cosa sia l' amore , disse l' inflessibile indiano . Giura , vergine della pagoda , o io spengo quell' uomo . Ah ! maledetti ! ... Giura ! Ebbene ! ... esclamo` l' infelice con voce spenta . Io ... io giuro ... che non amero` ... piu` quell' uomo . Emise un urlo disperato , straziante , si porto` le mani al cuore e cadde priva di sensi sulle stuoie . L' indiano ruppe in uno scroscio di risa . Tu hai giurato che non l' amerai , diss' egli con satanica gioia , raccogliendo il pugnale che la giovanetta aveva lasciato cadere . Ma io non ho giurato che quell' uomo uscira` vivo di qui . Sorridi , eccelsa divinita` e gioisci : questa notte ti offriremo una nuova vittima ! Accosto` alle labbra uno zuffolo d' oro e cavo` un acuto fischio . Un indiano , col laccio stretto attorno ai fianchi ed il pugnale in mano entro` , inginocchiandosi dinanzi a Suyodhana . Figlio delle sacre acque del Gange , eccomi , diss' egli . Karna , disse Suyodhana , porta via la vergine della pagoda e veglia su di lei . Conta su di me , figlio delle sacre acque del Gange . Quella vergine tentera` forse di suicidarsi , ma tu glielo impedirai , giacche` la nostra divinita` non ha per ora che costei . Se muore , morrai tu pure . Lo impediro` . Radunerai poscia una cinquantina dei piu` fanatici e li disporrai intorno alla pagoda . L' uomo non deve sfuggirci . V' e` un uomo nella pagoda ? Si` , Tremal Naik , il cacciatore di serpenti della jungla nera . Va ed a mezzanotte sii qui . L' indiano afferro` la povera Ada fra le braccia ed usci` . Suyodhana , o meglio il figlio delle sacre acque del Gange , aspetto` che ogni rumore di passi fosse cessato , poi s' inginocchio` dinanzi alla vaschetta di marmo , nella quale guizzava il pesciolino dorato . Padre mio , diss' egli . Il pesciolino che nuotava in fondo al bacino , a quella voce venne a galla . Padre mio , prosegui` l' indiano . Un uomo , un miserabile , ha alzato gli occhi sulla vergine della pagoda . Quest' uomo e` in mano nostra ; vuoi che viva o che muoia ? Il pesciolino si sprofondo` nuotando con vivacita` . Suyodhana si alzo` di scatto : un sinistro lampo baleno` nei suoi sguardi . La dea l' ha condannato , diss' egli con voce cupa ... Quell' uomo morra` ! Tremal Naik , rimasto solo , s' era lasciato cadere ai piedi della statua comprimendosi fortemente il cuore che battevagli furiosamente , come se volesse uscirgli dal petto . Giammai un' emozione simile aveva scosso le sue fibre ; giammai aveva provato tanta gioia , nella solitaria e selvaggia sua vita fra le canne e le tigri . Bella ! bella ! esclamava egli , senza por mente che trovavasi nella pagoda maledetta e che forse cento orecchi l' ascoltavano . Oh ! sarai mia sposa , si` , vago fiore della jungla , dovessi mettere a ferro e a fuoco questa isola , dovessi da solo cozzare coi mostri che ti hanno condannato . Usciro` di qui , ritrovero` i miei prodi compagni ed allora ti rapiro` , ti salvero` . Essi son forti , tu hai detto , essi sono terribili , ma io saro` piu` forte e piu` terribile e faro` loro scontare a caro prezzo quelle lagrime che tu , infelice , hai sparso dinanzi a me . L' amore mi dara` la forza di compiere tale impresa . Si era alzato e si era messo a passeggiare , agitatissimo , colle pugna convulsivamente chiuse ed i lineamenti sconvolti da una rabbia concentrata . Povera Ada ! ripiglio` egli , con profonda tenerezza . Qual destino mai pesa su di te ? Perche` tu non puoi amarmi ? La morte tronchera` la tua vita , hai detto , il giorno che tu dovessi diventar mia sposa ; ma io l' arrestero` questa morte , io la infrangero` colle mie proprie mani . Oh ! svelero` si` , questo tremendo mistero e quel giorno tremino gli sciagurati che ti condannarono . Egli s' arresto` udendo le acute note del ramsinga . Maledetto istrumento ! esclamo` . Suona sempre ! Rabbrividi` al pensiero che gli attraverso` il cervello . Questa tromba annuncia una sventura , mormoro` . Che m' abbiano scoperto o che abbiano ucciso Kammamuri ? Rattenne il respiro tendendo gli orecchi . Il suo fine udito raccolse un brusi`o di voci , che sembravano venire dal di fuori . Cosa vuol dir cio` ? Al di fuori v' e` della gente . Che sieno gli indiani , gli abitanti di questi funebri luoghi ? Si guardo` intorno con superstizioso terrore , ma era affatto solo , guardo` l' apertura della pagoda , ma era affatto libera . Qualche cosa sta per succedere , lo sento , disse a voce bassa , ma mostrero` chi sia Tremal Naik , quando si batte . Esamino` le cariche delle pistole e della carabina , temendo forse che una mano misteriosa le avesse levate ; esamino` persino la lama del suo fedele pugnale , tinto piu` di cento volte nel sangue dei serpenti e delle tigri , e s' accoccolo` dietro alla mostruosa statua , rimpicciolendosi piu` che gli era possibile . La giornata passo` con una lentezza spaventevole per l' indiano , condannato ad una immobilita` quasi assoluta e ad un digiuno forzato . Le ombre della notte a poco a poco invero i piu` oscuri recessi della pagoda , poi s' alzarono gradatamente verso la cupola : alle nove l' oscurita` era cosi` profonda , da non vederci ad un passo di distanza , quantunque la luna brillasse in cielo , riflettendosi sulla grande palla di bronzo dorato e sul serpente dalla testa di donna . Il ramsinga non aveva piu` fatto udire le sue funebri note ed il brusi`o era da lunga pezza cessato . Un silenzio misterioso regnava dappertutto . Tremal Naik tuttavia non ardiva muoversi ; il solo movimento che facesse , era quello di appoggiare l' orecchio sulle fredde pietre della pagoda e di ascoltare con profonda attenzione . Una voce segreta gli diceva di vegliare e di diffidare e ben presto si accorse che quella voce non mentiva , poiche` verso le undici , quando piu` fitte erano le tenebre , un rumore strano , non ancor definibile , giunse fino a lui . Pareva che qualche cosa scendesse dall' alto , seguendo la corda che sosteneva la lampada . Tremal Naik per quanto aguzzasse gli occhi non fu pero` capace di distinguere cio` che fosse . Per ogni precauzione impugno` le pistole e silenziosamente s' alzo` , ponendosi in ginocchio . Che puo` esser mai ? si chiese egli . Ada , no poiche` mezzanotte e` ancor lontana . Che sieno quei terribili uomini ? Una vampa d' ira gli sali` in volto . Sfortuna a colui che qui entra ! Un tintinni`o metallico risuono` fra le tenebre . Era la lampada che si agitava , scossa senza dubbio da colui che scendeva dall' alto . Tremal Naik non si trattenne piu` . Chi e` la` ? grido` egli . Nessuno rispose alla domanda , anzi il tintinni`o cesso` . Che mi sia ingannato ? si domando` egli . Si alzo` e guardo` in aria . Lassu` , sulla cupola , la luna continuava a riflettersi sulla palla dorata e scorgevasi una parte della fune vegetale che sosteneva la lampada , ma nessuno essere umano v' era appeso . E` strano , disse Tremal Naik , diventato inquieto . Torno` a rannicchiarsi continuando a guardarsi d' intorno . Passarono altri venti minuti , poi la lampada torno` a tintinnare . Chi e` la` ? ripete egli con voce stridula . Se v' e` qualcuno si faccia innanzi , che Tremal Naik lo attende . Nuovo silenzio . Allora s' aggrappo` ai piedi della gigantesca statua , sali` sulle braccia , si elevo` fino a posare i piedi sulla testa ed afferro` la lampada scuotendola furiosamente . Uno scroscio di risa risuono` nella pagoda . Ah , esclamo Tremal Naik , che sentivasi invadere dalla rabbia . V' e` qualcuno che ride lassu` . Aspetta ! Raduno` le sue erculee forze , poi con una strappata irresistibile spezzo` la fune . La lampada rovino` al suolo con un fracasso indescrivibile , che gli echi del tempio piu` volte ripeterono . Un secondo scroscio di risa risuono` . Tremal Naik si precipito` giu` dalla statua , nascondendovisi dietro . Era tempo . Una porta s' apri` ed un indiano alto e magro , riccamente vestito , con un pugnale in una mano e una torcia resinosa nell' altra , apparve . Quell' uomo era il truce Suyodhana : una gioia infernale irradiava il bronzeo suo volto e ne` suoi occhi balenava un sinistro lampo . Egli si arresto` un momento a contemplare la mostruosa divinita` , dietro la quale stava Tremal Naik col coltello fra i denti e le pistole in pugno poi fece alcuni passi innanzi . Dietro a lui si avanzarono ventiquattro indiani , ponendosi dodici a destra e dodici a sinistra . Erano tutti armati di pugnale e del cordone di seta colla palla di piombo . Figli miei , disse Suyodhana con un accento da far fremere , e` mezzanotte ! Gli indiani sciolsero le corde , brandirono i pugnali e piantarono le torcie in alcuni buchi fatti nelle pietre . Siamo pronti alla vendetta ! risposero in coro . Un empio , prosegui` Suyodhana , ha profanato la pagoda della nostra dea . Cosa merita quest' uomo ? La morte , risposero gl' indiani . Un empio ardi` parlare d' amore alla vergine della pagoda . Cosa merita quest' uomo ? La morte , ripeterono gl' indiani . Tremal Naik ! grido` Suyodhana con terribile accento . Mostrati ! Uno scroscio di risa gli rispose , poi il cacciatore di serpenti , che tutto aveva udito , apparve , slanciandosi con un solo salto dinanzi alla mostruosa divinita` . Non era piu` lo stesso uomo ; pareva una vera tigre sbucata dalla jungla . Un feroce sorriso sfiorava le sue labbra , la sua faccia era truce , alterata da una collera furiosa e gli occhi mandavano sinistri baleni . Il selvaggio figlio della jungla si risvegliava , pronto a ruggire ed a mordere . Ah ! Ah ! esclamo` egli ridendo . Siete voi che volete uccidere Tremal Naik ? Si vede che non conoscete ancora il cacciatore di serpenti . Guardate , assassini , quanto vi disprezzo . Alzo` in aria le due pistole e le scarico` , gettando lontano da se` le armi . Scarico` dipoi la carabina e l' impugno` per la canna per servirsene come d' una mazza . Ora , diss' egli , chi si sente tanto ardito da assalire Tremal Naik , si faccia innanzi . Mi batto per la donna , che voi , o maledetti , condannaste . Fece un salto indietro e si mise sulla difensiva , emettendo il suo urlo di guerra . Avanti ! avanti ! tuono` . Mi batto per la vergine della pagoda ! Un indiano , senza dubbio il piu` fanatico , gli si avvento` contro , facendo fischiare in aria il laccio . Sia che avesse preso troppo slancio o che scivolasse , egli venne a cadere quasi ai piedi di Tremal Naik . La terribile mazza s' alzo` e discese con rapidita` fulminea percotendo il cranio dell' indiano . La morte fu istantanea . Avanti ! avanti ! ripete` Tremal Naik . Mi batto per la mia Ada ! I ventitre` indiani si scagliarono come un sol uomo sul cacciatore di serpenti , che roteava come un demente la carabina . Un altro indiano cadde , ma la carabina non resse a quel secondo colpo e si spezzo` nelle mani di colui che l' adoperava . A morte ! a morte ! vociarono gl' indiani , spumanti d' ira . Un laccio piombo` su Tremal Naik stringendogli il collo , ma egli lo strappo` di mano allo strangolatore , poi impugno` il coltello e si avvento` contro la statua di bronzo salendole sulla testa . Largo ! largo ! grido` egli , girando intorno sguardi feroci . Si raccolse su se stesso come una tigre e saltando sopra le teste degl' indiani cerco` dirigersi verso la porta , ma gli manco` il tempo . Due corde gli strinsero le braccia , percuotendolo dolorosamente colle palle di piombo e lo atterrarono . Egli getto` un urlo terribile . Gl' indiani in un baleno gli furono sopra come una torma di cani attorno al cinghiale , e malgrado la sua forte resistenza venne solidamente legato e ridotto all' impotenza . Aiuto ! aiuto ! rantolo` egli . A morte ! a morte ! gridarono gli indiani . Con uno sforzo erculeo spezzo` due corde , ma fu tutto quello che pote` fare . Nuovi lacci lo strinsero , e cosi` fortemente , che le carni divennero nere . Suyodhana , che aveva assistito impassibile a quella disperata lotta di un uomo solo contro ventidue , gli si avvicino` e lo contemplo` per alcuni istanti con gioia satanica . Tremal Naik nulla potendo fare , gli sputo` contro . Empio ! esclamo` il figlio delle sacre acque del Gange . Afferro` con mano solida il suo pugnale e l' alzo` sul prigioniero che lo guardava sdegnosamente . Figli miei , disse l' indiano , qual pena merita quest' uomo ? La morte ! risposero gl' indiani . E la morte sia . Tremal Naik emise un ultimo grido . Ada ! Povera Ada ! La lama del vendicatore che penetravagli nel petto , gli spense la voce . Sbarro` gli occhi , li chiuse , uno spasimo violento agito` le sue membra e si irrigidi` . Un rivo di sangue caldo scorreva per le sue vesti , disperdendosi per le pietre . Kali` ! disse Suyodhana , volgendosi verso la statua di bronzo . Scrivi sul tuo nero libro , il nome di questa nuova vittima . Ad un cenno due indiani sollevarono l' infelice Tremal Naik . Gettatelo nella jungla a pasto delle tigri , concluse il terribile uomo . Cosi` periscono gli empi ! ... VII . Kammamuri . Kammamuri , dopo l' avvenuta separazione , aveva preso la via che conduceva al fiume , cercando di seguire le traccie dell' indiano che lo precedeva . Pero` , bisogna dirlo , il bravo maharatto si allontanava dal suo padrone a malincuore , e quasi con rimorso . Egli , con ragione , temeva che Tremal Naik commettesse qualche pazzia , sapendo che voleva rivedere la misteriosa visione e percio` ogni dieci passi s' arrestava titubante , piu` disposto ad indietreggiare , malgrado il divieto , che di andare innanzi . Come ritornare alla capanna , sapendo che il padrone trovavasi nella jungla maledetta , dove i nemici pullulavano come i bambu` ? Gli sembrava una enormita` , una cosa assolutamente impossibile , quasi un delitto . Non aveva ancor percorso mezzo miglio , quando si decise di ritornare sui propri passi a costo di far andare in bestia Tremal Naik . Infine , disse il bravo maharatto , un compagno potra` servirgli a qualche cosa . Animo , Kammamuri , coraggio ed occhi aperti . Fece una piroetta sui talloni e si diresse nuovamente verso l' ovest , non ponendo piu` mente all' indiano che fino allora lo aveva preceduto . Non aveva fatto ancor venti passi , che udi` una voce disperata a gridare : Aiuto ! aiuto ! Kammamuri fece un salto indietro . Aiuto ! mormoro` egli . Chi chiama aiuto ? Stette in ascolto , con una mano all' orecchio : il venticello notturno che spirava dall' ovest , porto` a lui un fischio acuto . Succede qualche cosa laggiu` , borbotto` il maharatto , inquieto . Il vento porta , chi ha gridato deve essere a mezzo miglio da qui , nella direzione presa dal mio padrone . Che assassinino qualcuno ? La paura di cadere nelle mani degli indiani era forte , ma la curiosita` la vinse . Si pose la carabina sotto il braccio e si diresse verso l' ovest , scostando i bambu` con precauzione . Proprio in quell' istante echeggio` una detonazione . Nell' udirla , il maharatto senti` gelarsi il sangue nelle vene . La carabina di Tremal Naik , che tante e tante volte aveva udito rombare nella jungla nera , la conosceva troppo bene perche` potesse ingannarsi . Grande Siva ! mormoro` coi denti stretti . Il padrone si difende . L' idea che Tremal Naik corresse un pericolo , gl' infuse un coraggio straordinario . Disprezzando ogni precauzione , dimenticando che forse gl' indiani lo spiavano , si mise a correre verso il luogo dal quale sembrava essere partita la detonazione . Un quarto d' ora dopo giungeva ad una specie di radura , nel mezzo della quale contorcevasi un oggetto lungo lungo , sparso di macchie . Quel corpo emetteva dei sibili acuti , particolari ai serpenti , allorche` sono irritati . To' , un pitone ! esclamo` Kammamuri il quale , famigliarizzato a simili rettili , non provava paura alcuna . Stava per allontanarsi , per evitare il pericolo di venire assalito e stritolato , quando s' accorse che il rettile non era piu` intero e che a lui vicino giaceva un corpo umano . Senti` rizzarsi il ciuffo di capelli che crescevagli sulla nuca . Che sia il padrone , mormoro` . Afferro` la carabina per la canna , affronto` il rettile che contorcevasi rabbiosamente perdendo sangue e gli schiaccio` la testa . Liberatosi del mostro , corse a quel corpo umano che non dava piu` segno di vita . Visnu` sia benedetto ! esclamo` , emettendo un sospirone . Non e` il padrone . Infatti era un indiano , quello stesso che per lanciarsi contro Tremal Naik era caduto fra le spire del pitone . Il povero diavolo non era piu` riconoscibile , dopo la terribile stretta del rettile . Era una massa di carne contorta , stritolata , inondata di sangue . Aveva la bocca smisuratamente aperta e lorda d' una spuma sanguinosa , gli occhi fuori delle orbite , punte di ossa infrante che gli uscivano dal petto orrendamente sfondato e le membra spezzate in dieci diversi luoghi . Kammamuri si curvo` su di lui per udire se respirava ancora , ma quelle carni erano gia` fredde . Il pover' uomo non ha potuto resistere alla potente stretta , disse . Tanto peggio per lui : quest' indiano non puo` essere che uno di quelli che ci davano la caccia , poiche` vedo sul suo petto il misterioso tatuaggio . Orsu` , qui non c' e` ormai piu` nulla da fare e corro il pericolo di venire scoperto . Un leggiero strofini`o di bambu` scossi , lo inchiodo` sul suolo . Si piego` prontamente e si distese in mezzo alle erbe , rimanendo immobile come il cadavere che aveva vicino . Se non era stato ancora veduto , poteva sfuggire allo sguardo di colui o di coloro che avevano smosso i bambu` , essendo le canne alte . Lo strofini`o era subito cessato , ma non bisognava fidarsi . Gli indiani sono pazienti come le pelli rosse dell' America e spiano la preda per delle ore , anzi per delle giornate , e Kammamuri , indiano pur lui , non le ignorava . Stette cosi` parecchio tempo , poi ardi` alzare il capo e guardare all' intorno . Un sibilo lamentevole fende` l' aria e si senti strozzare da un laccio , che una mano abile aveva gettato attorno al suo collo . Rattenne il grido che stava per uscirgli dalle labbra , afferro` con pugno solido la corda impedendo cosi` che lo strangolasse e ricadde fra le erbe dibattendosi come un agonizzante . L' astuzia riusci` pienamente . Lo strangolatore , che tenevasi imboscato dietro ad un gruppo di canne da zucchero selvatiche , credendo che la vittima fosse per spirare , balzo` fuori per finirla a colpi di pugnale . Kammamuri aveva afferrata una delle pistole e l' aveva armata drizzandola su di lui . Sei morto ! gli grido` . Un lampo ruppe le tenebre , seguito da una detonazione . Lo strangolatore barcollo` , porto` le mani al petto e cadde di peso fra le erbe . Kammamuri gli fu sopra colla seconda pistola . Dov' e` Tremal Naik ? gli chiese . Lo strangolatore tento` di risollevarsi , ma ricadde . Un getto di sangue gli usci` dalla bocca , straluno` gli occhi , emise un gemito e s' irrigidi` . Era morto . Battiamocela , mormoro` il maharatto . Tra poco avro` alle calcagna i suoi compagni . Salto` in piedi e si diede a precipitosa fuga dalla parte che era venuto persuaso che il morto fosse l' indiano che lo aveva preceduto e che Tremal Naik fosse riuscito a salvarsi . Percorse , cosi` correndo , piu` d' un miglio inoltrandosi sempre piu` nella jungla , procurando di mantenere una via retta per giungere alla riva del fiume e di la` aspettare il ritorno del padrone che non voleva abbandonare . Era la mezzanotte , quando si trovo` sul limitare di una foresta di palme da cocco , superbe piante che superano in bellezza le palme da datteri , e che una sola basta per fornire ad una intera famiglia il cibo , la bevanda e persino le vestimenta . Il maharatto non ardi` andare piu` innanzi ; s' arrampico` su una di quelle piante e stabili` lassu` il suo domicilio , sicuro di non venire assalito dagl' indiani e meno ancora dalle tigri , che dovevano trovarsi in buon numero in quell' isola . Si accomodo` sul tronco , si lego` colla corda presa allo strangolatore e rassicurato dal profondo silenzio che regnava , chiuse gli occhi . Non dormi` che pochissime ore , poiche` un baccano infernale lo sveglio` . Una grossa banda di sciacalli , sbucata chi sa mai da dove , aveva attorniato l' albero e gli faceva l' onore di una spaventevole serenata . Quegli animali , poco dissimili dai lupi , che pullulano come le formiche in tutta o quasi tutta l' India , ed i cui morsi sono ritenuti velenosi , erano piu` di cento e facevano salti disperati , sfogando la loro rabbia con urli lamentevoli , quasi strazianti , da incutere terrore anche a chi e` abituato a udirli da lunga pezza . Kammamuri avrebbe ben voluto allontanarli con qualche schioppettata , ma la tema di attirare gl' indiani , assai piu` terribili di quelle bestie , lo trattenne e si rassegno` ad ascoltare il loro concerto che duro` fino all' alba . Allora pote` gustare il sonno che si prolungo` piu` di quanto avrebbe voluto , poiche` quando riapri` gli occhi , il sole aveva quasi compito l' intero suo giro e declinava rapidamente all' occidente . Spacco` una noce di cocco giunta a completa maturanza , grossa quanto la testa di un uomo , la cui polpa indurita rammenta il sapore delle mandorle , ne inghiotti` una buona parte e si rimise bravamente in marcia , non gia` questa volta coll' intenzione di recarsi alla riva , ma di trovare Tremal Naik . Attraverso` il bosco di cocchi perdendo parecchie ore e quantunque la notte fosse abbastanza inoltrata , rientro` nella jungla piegando verso il sud e continuo` a marciare cosi` fino a mezzanotte , fermandosi di quando in quando ad esaminare il terreno colla speranza di trovare qualche traccia del padrone . Disperando ormai di scoprire qualche indizio , stava per cercare un albero su cui passare il restante della notte , quando due sordi spari , tirati a poca distanza l' un dall' altro , lo colpirono . To' esclamo` sorpreso . Un terzo sparo , piu` forte degli altri due , s' udi` . Il padrone ! grido` . Questa volta non mi sfugge piu` ! Sospese le sue ricerche e corse verso il sud colla celerita` d' un cavallo , e mezz' ora dopo giungeva in un' ampia radura , in mezzo alla quale illuminata da uno splendido chiaro di luna , ergevasi una grandiosa pagoda . Fece alcuni passi innanzi , poi ritorno` rapidamente indietro riguadagnando i bambu` . Due uomini si erano mostrati all' aperto e muovevano verso la jungla , portando una terza persona che sembrava morta . Cosa vuol dire cio` ? borbotto` il maharatto , che cadeva di sorpresa in sorpresa . Che vengano a seppellire quel cadavere nella jungla ? S' allontano` ancor piu` , cacciandosi nel fitto d' un cespuglio , ma in un luogo da cui poteva vedere senza essere scoperto . I due portatori , che riconobbe per due indiani , attraversarono rapidamente la radura , arrestandosi presso i bambu` . Animo , Sonephur , disse uno dei due . Facciamolo dondolare e scagliamolo la` in mezzo . Sono certo che domani mattina non troveremo che le ossa , se le tigri saranno d' umore di lasciarle . Lo credi ? chiese l' altro . Si` , la nostra amata dea s' incarichera` d' inviargli una mezza dozzina di quelle bestie . Quest' indiano e` un bel pezzo di carne e abbastanza giovane . I due miserabili scoppiarono in una sonora risata , a quell' atroce scherzo . Prendilo bene , Sonephur . Andiamo , uno , due ... I due indiani fecero oscillare il cadavere e lo scagliarono in mezzo alla jungla . Buona fortuna ! grido` uno . Buona notte , disse l' altro . Domani mattina verremo a farti una visita . Ed i due indiani s' allontanarono sghignazzando . Kammamuri aveva assistito a quella scena . Aspetto` che i due indiani fossero molto lontani , poi usci` dal nascondiglio e spinto da una forte curiosita` , s' avvicino` al cadavere . Un urlo strozzato gli usci` dalle labbra . Il padrone ! esclamo` con voce straziante . Oh ! i maledetti ! Infatti quel cadavere era Tremal Naik . Aveva gli occhi chiusi , la faccia orribilmente alterata e in mezzo al petto , confitto sino al manico , un pugnale . Le vesti erano tutte lorde del sangue che usciva ancora dalla profonda ferita . Padrone ! mio povero padrone ! singhiozzo` il maharatto . Appoggio` ambe le mani sul corpo di lui e trasali` come se fosse stato toccato da una pila elettrica . Gli pareva d' aver sentito il cuore a battere . Avvicino` l' orecchio e ascolto` rattenendo il respiro . Non vi era da ingannarsi : Tremal Naik non era ancor morto poiche` il cuore debolmente batteva . Forse non e` colpito a morte , mormoro` , tremando per l' emozione . Calma , Kammamuri , e agiamo senza perdere tempo . Con precauzione tolse a Tremal Naik il kurty mettendo a nudo l' ampio petto . Il pugnale gli era stato immerso fra la sesta e la settima costola , in direzione del cuore , ma senza averlo toccato . La ferita era terribile , ma forse non era mortale ; Kammamuri che se ne intendeva piu` d' un medico , spero` di salvare l' infelice . Prese delicatamente l' arma e lentamente , senza scosse , la estrasse dalla ferita : un getto di sangue caldo e rosso usci` dalle labbra . Era buon segno . Guarira` , disse il maharatto . Straccio` un pezzo del kurty ed arresto` l' emorragia che poteva essere fatale pel ferito . Ora si trattava di avere un po' d' acqua e alcune foglie di youma da spremere sulla piaga , per affrettare la cicatrizzazione . Bisogna a qualsiasi costo allontanarsi da qui per trovare qualche stagno , mormoro` poi . Tremal Naik e` forte , un uomo d' acciaio e sopportera` il trasporto senza aggravare la ferita . Animo , Kammamuri . Raccolse tutte le sue forze , lo afferro` fra le braccia piu` delicatamente che pote` , e s' allontano barcollando , dirigendosi verso l' est , ossia verso il fiume . Riposando ogni cento passi per tirare il fiato e per vedere se il padrone dava sempre segno di vita , grondante di sudore , reggendosi a mala pena sulle gambe , percorse piu` d' un miglio e si fermo` sulle rive d' uno stagno d' acqua limpidissima , circondato da una triplice fila di piccoli banani e di cocchi . Depose il ferito su di un denso strato d' erbe , ed applico` sulla sanguinosa piaga delle pezzuole bagnate . A quel contatto un debole sospiro , che parve un gemito represso , usci` dalle labbra di Tremal Naik . Padrone ! padrone ! chiamo il maharatto . Il ferito agito` le mani ed apri` gli occhi che roteavano in un cerchio sanguigno , fissandoli su Kammamuri . Un raggio di gioia illumino` il suo bronzeo volto . Mi riconosci , padrone ? chiese il maharatto . Il ferito fece un cenno affermativo col capo e mosse le labbra come per parlare , ma non articolo` che un suono confuso , incomprensibile . Non puoi ancora parlare , disse Kammamuri , ma mi narrerai ogni cosa poi . Sta' certo , padrone , che ci vendicheremo dei miserabili che t' hanno conciato cosi` malamente . Lo sguardo di Tremal Naik brillo` di un cupo fuoco e strinse le dita strappando le erbe . Egli lo aveva senza dubbio compreso . Calma , calma , padrone . Ora trovero` io alcune erbe che ti faranno molto bene , e fra quattro o cinque giorni abbandoneremo questi luoghi e ti condurro` alla capanna a terminare la tua guarigione . Gli raccomando` un' ultima volta silenzio e immobilita` completa , batte` le erbe per un raggio di trenta o quaranta passi per assicurarsi che non nascondevano alcuno di quei terribili serpenti detti rubdira mandali il cui morso fa , come si dice , sudar sangue , e si allontano` strisciando . Non corse molto , che trovo` alcune pianticelle di youma , volgarmente chiamate lingua di serpente il cui succo e` un balsamo prezioso per le ferite . Ne fece una buona raccolta e si disponeva a ritornare , ma fatti appena pochi passi s' arresto` colle mani sui calci delle pistole . Gli era sembrato di aver veduto una massa nera cacciarsi silenziosamente fra i bambu` ; aveva piu` la forma d' un animale , che d' un essere umano . Fiuto` a piu` riprese l' aria e senti` un odore marcatissimo di selvatico . Attento Kammamuri , mormoro` . Abbiamo una tigre vicina . Si mise fra i denti il coltellaccio e s' avanzo` intrepidamente verso lo stagno guardando attentamente attorno . S' aspettava di trovarsi da un momento all' altro di fronte al feroce carnivoro , ma cosi` non fu e giunse in mezzo agli alberi senza averlo nemmeno veduto . Tremal Naik era nel medesimo luogo di prima e pareva assopito , di che si rallegro` il bravo maharatto . Si mise vicino la carabina e le pistole per esser pronto a servirsene , mastico` le erbe , malgrado la loro insopportabile amarezza e le applico` sulla piaga . La` , cosi` va bene , diss' egli stropicciandosi allegramente le mani . Domani il padrone stara` meglio e potremo sloggiare da questo luogo che non mi sembra molto sicuro . Gl' indiani fra poche ore si recheranno nella jungla e non trovando il cadavere , si metteranno senza dubbio in campagna . Non lasciamoci dunque prendere cosi` ... Un miagoli`o formidabile , famigliare alle tigri , simile ad un ruggito , gli tronco` la frase . Volse rapidamente la testa , allungando istintivamente le mani verso le armi . La` , a quindici passi di distanza , raccolta su se stessa , come in atto di slanciarsi stava un' enorme tigre reale , che lo fissava con due occhi brillanti che avevano i riflessi azzurrini dell' acciaio . VIII . Una notte terribile . Tremal Naik , al ruggito di guerra del felino , si era subitamente svegliato , facendo un brusco movimento , come se cercasse il suo fedele coltellaccio . Il moribondo s' era rianimato come il soldato che ode lo squillo di tromba che da` il segnale della mischia . Kammamuri ? articolo` con uno sforzo supremo . Non muoverti , padrone ! disse il maharatto , che fissava negli occhi la belva , sempre raccolta su se stessa . La ti ... gre ! la ti ... gre ! ripete` il ferito . Ci penso io . Torna ad adagiarti e non prenderti pensiero per la mia vita . Il maharatto aveva impugnata una pistola e aveva diretto la canna sulla tigre , ma non ardiva tirare , temendo in primo luogo di non ucciderla sul colpo e collo sparo di attirare l' attenzione dei nemici . La tigre , lo si vedeva , esitava ad assalire , tenuta in rispetto dalla canna lucente della pistola , conoscendone indubbiamente i mortali effetti . Si batte` tre o quattro volte i fianchi colla coda , come i gatti allorche` sono in collera , emise un secondo miagolio piu` forte del primo poi comincio` ad indietreggiare sollevando la terra coi suoi potenti artigli senza staccare gli occhi dal maharatto che sosteneva imperterrito quello sguardo . Kamma ... muri ... la ti ... gre ! torno` a balbettare Tremal Naik , sforzandosi di sollevarsi sulle braccia . Se ne va , padrone . Non ardisce attaccare il cacciatore di serpenti ed il suo maharatto . Sta' cheto e tutto andra` bene . Ad un tratto la tigre scatto` in piedi , drizzo` gli orecchi come cercasse di raccogliere qualche rumore , emise un terzo ma piu` basso miagolio fece un rapido voltafaccia e scomparve nella jungla , lasciandosi dietro il ben noto odore di selvatico . Kammamuri s' era pure alzato , in preda ad una forte inquietudine . Chi puo` avere spaventata la tigre ? si domando` con ansieta` . Qualcuno sicuramente si avvicina . Si slancio` verso gli alberi ed esamino` la jungla che era distante un centinaio di passi , ma non vide alcuno . S' affretto` a ritornare vicino a Tremal Naik , che era ricaduto sul letto di foglie . La ti ... gre ? chiese il ferito con voce fioca . E` scomparsa , padrone , rispose il maharatto , dissimulando la sua inquietudine . Ha avuto paura della mia pistola . Dormi e non pensare ad altro . Il ferito mando` un sordo gemito . Ada ! balbetto` . Cosa vuoi , padrone ? Ah ! come ... era bella ... bel ... la ! Cosa vuoi dire ? Chi era bella ? Ma ... ledetti ... l' han ... no rapita ... ma ... digrigno` i denti con rabbia e caccio` le unghie in terra . Ada ! ... Ad ... a ! ripete` . Delira , penso` il maharatto . Si` , l' hanno ra ... pita , continuo` il ferito . Ma ... la ritro ... vero` oh ! si` , la ritrovero` ! Non parlare , padrone , che corriamo un grave pericolo . Pericolo ? balbetto` Tremal Naik , senza comprenderlo . Chi parla di pe ... ricolo ? Tornero` qui ... si` , tornero` , maledetti ... con la mia Darma ... e vi fa ... ro` divorare tut ... ti ! Agito` le braccia con impeto furioso , roteo` gli occhi , li chiuse e rimase immobile come fosse morto . Dorme , disse Kammamuri . Tanto meglio : almeno il suo gridare non tradira` la nostra presenza . Ed ora , stiamo in guardia , che la tigre forse ci spia . Si sedette incrociando le gambe alla maniera dei turchi , si mise la carabina sulle ginocchia , si caccio` in bocca una pallottola di betel per combattere il sonno che lo assaliva e attese pazientemente l' alba , cogli occhi bene aperti e gli orecchi ben tesi . Passarono una , due , tre ore , senza che nulla accadesse . Nessun miagolio di tigre , nessun sibilo di serpente , nessun urlo di sciacallo rompeva il silenzio che regnava nella misteriosa jungla . Solo di quando in quando un soffio d' aria carico di pestifere esalazioni , passava sulle canne e le curvava con dolce mormorio . Le tre dovevano essere trascorse , quando una specie di fischio , potente , bizzarro , ruppe il silenzio . Era una specie di niff ! niff ! assai acuto . Il maharatto sorpreso e un po' atterrito , s' alzo` e tese gli orecchi rattenendo il respiro . Quel misterioso niff ! niff ! si ripete` e molto vicino . Questa non e` la tigre ! mormoro` Kammamuri . Quale pericolo ancora ci minaccia ? Armo` la carabina , striscio` senza far rumore verso gli alberi e guardo` . A trenta passi da lui si muoveva un grosso animale lungo non meno di dodici piedi , di forme pesanti , massiccie . Aveva la pelle irta di protuberanze , la testa grossa e un po' triangolare , gli orecchi grandi e sulla massa ossea delle nari un corno aguzzo e molto lungo . Kammamuri riconobbe subito con che razza di nemico aveva a che fare , e si senti` il cuore rimpicciolire per lo spavento . Un rinoceronte ! esclamo` con un filo di voce . Siamo perduti ! ... Non alzo` nemmeno la carabina , ben sapendo che la palla si sarebbe schiacciata contro quella pelle grossissima che e` piu` resistente d' una corazza d' acciaio . Poteva bensi` colpire il mostro in un occhio , il solo punto vulnerabile , ma la paura di mancare al colpo e di venire sventrato dal terribile corno o schiacciato sotto le mostruose zampe , gli suggeri` l' idea di starsene cheto sperando di non venire scoperto . Il rinoceronte pareva in preda ad una viva irritazione , cio` che succede sovente a questo animale intrattabile , rozzo , brutale e povero d' intelligenza . Si slanciava , come fosse diventato d' un tratto pazzo , con una agilita` veramente sorprendente per un essere della sua struttura e si divertiva a spezzare , a frantumare , a disperdere i bambu` , facendo delle ampie breccie nella jungla . Di quando in quando s' arrestava respirando fragorosamente , si avvoltolava per terra come un cignale , agitando pazzamente le tozze gambe e sprofondando fra le erbe il suo corno , per poi risollevarsi e ricominciare daccapo i suoi assalti contro i bambu` . Kammamuri non respirava nemmeno per non attirare l' attenzione del bruto ; sudava come riposasse sul coperchio di una caldaia in ebollizione , e stringeva con mano convulsa la carabina , divenuta inutile quanto un bastone di ferro . Egli aveva paura che l' animale se la prendesse cogli alberi e s' avvicinasse allo stagno , scoprendo cosi` Tremal Naik . Stette li` qualche tempo , poi riguadagno` il giaciglio del padrone . Sua prima cura fu quella di strappare quanta erba pote` e nascondere totalmente il ferito , poi se la svigno` accanto ad un banian abbastanza grosso , portando seco le armi . Non posso fare di piu` , disse . Ad ogni modo , accogliero` il bruto con una scarica generale delle mie armi . Il rinoceronte continuava a saltellare presso la jungla . Si udiva il terreno tremare sotto il suo peso , i bambu` a spezzarsi crepitando e la sua formidabile respirazione paragonabile al suono d' una rauca tromba . D' improvviso Kammamuri udi` il miagoli`o della tigre . Si slancio` rapidamente verso lo stagno , guardandosi d' intorno con spavento . Sull' albero che aveva allora allora abbandonato , scorse la tigre aggrappata ad uno dei rami ; i suoi occhi scintillavano come quelli di un gatto e i suoi artigli strappavano la corteccia della pianta . Punto` rapidamente il fucile verso la fiera , la quale , sgomentata , si slancio` giu` per guadagnare la jungla , ma si trovo` dinanzi al rinoceronte . I due formidabili animali si guardarono reciprocamente per qualche istante . La tigre , che forse sapeva di nulla avere da guadagnare in una lotta col brutale colosso , cerco` di fuggire , ma non ne ebbe il tempo . Il rinoceronte aveva fatto udire il suo grido . Abbasso` la testaccia mostrando l' aguzzo suo corno e si slancio` furiosamente sulla belva , dimenando rabbiosamente la corta sua coda . L' urto fu terribile . La tigre aveva fatto un salto immenso , cadendo sulla groppa del colosso , il quale , fatti trenta o quaranta passi , si getto` a terra costringendola a lasciarlo . Bravo rinoceronte ! mormoro` Kammamuri . I due nemici s' erano entrambi risollevati , con rapidita` fulminea , precipitandosi l' un sull' altro . Il secondo assalto non fu fortunato per la tigre . Il corno del rinoceronte le fracasso` il petto lanciandola di poi in aria per piu` di quaranta metri . Ricadde , cerco` di risollevarsi mugolando di dolore e di rabbia e torno` a volare ancor piu` in alto perdendo torrenti di sangue . Il rinoceronte non attese nemmeno che ricadesse . Con un terzo colpo della sua terribile arma la sventro` , poi rivoltandola contro terra la schiaccio` coi suoi larghi piedi riducendola in un ammasso di carni sanguinolente e di ossa infrante . Tutto cio` era successo in pochi secondi . Il colosso , soddisfatto , emise due o tre volte il suo sordo fischio , indi rientro` nella jungla a devastare i bambu` , senza pero` allontanarsi dallo stagno . La sua ritirata giungeva in buon punto , poiche` Tremal Naik , in preda al delirio e ad una violentissima febbre , s' era risvegliato chiamando Kammamuri . Cio` rendeva la situazione dei due indiani estremamente pericolosa , poiche` l' intrattabile animale poteva udire le loro voci e comparire improvvisamente fra gli alberi . Il maharatto sapeva bene che non vi era da illudersi sulle probabilita` di salvare la vita , nemmeno colla fuga , poiche` tutte le specie di rinoceronti superano nella corsa l' uomo piu` agile . S' affretto` a raggiungere il padrone ed a liberarlo dalle erbe che lo coprivano . Silenzio , diss' egli , ponendogli un dito sulle labbra . Se ci ode , siamo irremissibilmente perduti . Ma Tremal Naik , in preda al delirio , agitava pazzamente le braccia e dalle labbra gli uscivano parole insensate : Ada ... Ada ! ... gridava egli , sbarrando spaventosamente gli occhi dove se` tu , vergine della pagoda ? ... Ah ! ah ! mi ricordo ... Si` , mezzanotte ! mezzanotte ! ... Ed essi sono venuti , tutti armati , molti contro uno , ma non ho paura no , io , non tremo , sai , Ada , sono il cacciatore di serpenti ... forte ! molto forte ! L' ho visto sai quell' uomo , quello che ti ha condannata . Era brutto , molto brutto e voleva strangolarmi . Perche` quegli uomini hanno dei lacci ? Perche` hanno anche loro il serpente sul petto ? Quanti serpenti , quante teste di donna . Ma non mi fan paura . Che ? io aver paura di loro ? Io , Tremal Naik ? ... Ah ! ... Ah ! ... Tremal Naik diede in uno scroscio di risa , che fece fremere il maharatto fino in fondo all' anima . Ma padrone , sta' zitto ! supplico` Kammamuri , che udiva il maledetto animale saltare furiosamente sul limite della jungla . Il delirante lo guardo` con occhi semi chiusi e prosegui` a voce piu` alta : Era notte , notte molto buia , io scendevo dall' alto e sotto di me vagava la visione . L' ho udito il profumo cadere sulle pietre . Perche` , crudele , adorare quella divinita` ? Non mi ami tu adunque ? ... Tu sorridi , ma io fremo . Tu sai quanto ti ama il cacciatore di serpenti . Avrei forse un rivale ? Guai a lui ! ... Guarda che si avvicinano i maledetti ... ridono , sghignazzano e mi minacciano ... via di qui , via , assassini , via , via ! ... Hanno ancora i lacci , li gettano ... aspettate che io vengo ... La vendichero` , assassini , eccomi ! ... Kammamuri ! Kammamuri ! mi strangolano ! Il delirante si alzo` a sedere cogli occhi stralunati e la schiuma alle labbra e tendendo il pugno chiuso verso il maharatto grido` : Sei tu che vuoi strangolarmi ? Kammamuri , dammi le pistole che lo accoppi . Padrone , padrone , balbetto` il maharatto . Ah tu ... non sai chi sono ? Kammamuri , mi strangolano ! ... Aiuto ! ... aiu ... Il maharatto gli soffoco` le grida , mettendogli rapidamente una mano sulla bocca e rovesciandolo a terra . Il ferito si dibatteva furiosamente ruggendo come una fiera . Aiuto ! ... torno` ad urlare . Dalla parte degli alberi si udi` un potente grugnito . Il maharatto , tremante di spavento , vide il muso triangolare del rinoceronte far capolino fra le fronde . Si tenne per perduto . Grande Siva ! esclamo` , raccogliendo in furia la carabina . Il rinoceronte guardo` il gruppo coi suoi occhietti piccoli e brillanti , ma piu` con sorpresa che con collera . Non vi era un istante da perdere . Quella sorpresa non doveva durare molto , per quel brutale colosso , che tanto facilmente si irrita . Il maharatto , reso ardito dall' imminenza del pericolo , punto` freddamente la carabina , miro` uno degli occhi e lascio` partire la scarica , ma la palla mal diretta si schiaccio` sulla fronte del rinoceronte , il quale tese orizzontalmente il corno preparandosi ad assalire . La perdita dei due indiani era ormai quasi certa . Ancora pochi minuti e avrebbero subi`ta la medesima sorte della tigre . Fortunatamente Kammamuri non aveva perduto il suo sangue freddo . Visto l' animale ancora in piedi , lascio` cadere l' arma diventata inutile , si precipito` sopra Tremal Naik , lo sollevo` fra le sue braccia , corse allo stagno e salto` dentro , sprofondando fino alle spalle . Il rinoceronte caricava allora con furia irresistibile . In quattro salti varco` la distanza e piombo` pesantemente nell' acqua , sollevando uno sprazzo di fango e di spuma . Kammamuri , atterrito , cerco` di fuggire , ma non lo pote` . Le sue gambe si erano affondate in una sabbia tenacissima e in modo tale , che ogni sforzo riusciva inutile . Il poveretto , mezzo asfissiato , tremante , pallido , getto` un urlo straziante : Aiuto ! Son morto ! ... Udendo dietro di se` sordi fischi , si volse e vide il rinoceronte dibattersi furiosamente e avventare a destra e a sinistra tremendi colpi di corno . Il colosso , trascinato dall' enorme peso , era affondato fino al ventre e continuava ad affondare nelle sabbie mobili . Aiuto ! ... ripete` il maharatto , sforzandosi di mantenere fuori dall' acqua il padrone . Un lontano latrato rispose alla disperata chiamata . Kammamuri trasali` : quel latrato l' aveva udito ancora e non una , ma mille volte . Una pazza speranza gli baleno` in mente . Punthy ! ... grido` . Un cane nero , vigoroso , grosso , sbuco` dalla fitta massa di bambu` e corse verso lo stagno latrando con furore . Quel cane che arrivava in cosi` buon punto , era proprio il fedele Punthy , il quale lanciossi contro il rinoceronte tentando di azzannargli un orecchio . Quasi nel medesimo istante si udi` la voce di Aghur . Tieni fermo , Kammamuri ! gridava il bravo giovanotto . Ci sono ! ... Il bengalese con un salto varco` una fitta macchia , scomparve fra i bambu` e riapparve sulla riva dello stagno . Armo` rapidamente il fucile , si mise in ginocchio e sparo` contro il rinoceronte , il quale , colpito nel cervello , cadde su di un fianco , scomparendo piu` che mezzo sott' acqua . Non muoverti , Kammamuri , prosegui` il destro cacciatore . Ora compiremo il salvataggio ; ma ... Cos' ha il padrone ? ... E` forse ferito ? Taci e spicciati , Aghur , disse il maharatto , che tremava ancora . Nella jungla vagano dei nemici . Il bengalese sciolse in fretta la corda che cingevagli il dubgah e getto` un capo a Kammamuri che l' afferro` solidamente . Tieni fermo , disse Aghur . Raduno` tutte le sue forze e comincio` a tirare . Kammamuri si senti` strappare da quelle tenaci sabbie e trascinare verso la riva , sulla quale frettolosamente si arrampico` . Ebbene , chiese Aghur con ansieta` , mirando con occhio atterrito il padrone . Cosa gli e` accaduto ? L' hanno pugnalato . Ah ! ... E chi mai ? Gli stessi che assassinarono Hurti . Quando ? ... Come ? ... Te lo diro` piu` tardi . Sbrigati , costruisci una barella e partiamo ; siamo inseguiti . Aghur non volle saperne di piu` . Snudo` il coltellaccio , taglio` sei o sette rami , li` lego` con solide corde e sopra quella rozza barella ammonticchio` alcune bracciate di foglie . Kammamuri sollevo` lentamente il padrone che non era ancora tornato in se` , e ve lo stese sopra . Andiamo e silenzio , comando` Kammamuri . Hai il canotto ? Si` , e` arenato sulla sabbia , rispose Aghur . Hai le pistole cariche ? Tutt' e due . Avanti allora e tieni gli occhi aperti . Siamo forse spiati ? Forse si` . I due indiani sollevarono la barella e si misero in marcia preceduti dal cane , seguendo uno stretto sentiero aperto nel mezzo della jungla . In quindici minuti giunsero al fiume , sul quale galleggiava il canotto . Nel momento che s' imbarcavano , Punthy abbaio` . Zitto , Punthy , disse Kammamuri , prendendo i remi . Il cane , anziche` ubbidire , mise le zampe sul bordo del canotto e raddoppio` i suoi abbaiamenti . Pareva in preda ad una forte eccitazione . I due indiani guardarono verso la jungla , ma non videro alcuno . Eppure Punthy doveva aver udito qualche rumore . Misero le pistole sui banchi , afferrarono i remi e si spinsero al largo rimontando il fiume . Non avevano ancora percorso trecento braccia , che il cane ricomincio` ad abbaiare rabbiosamente . Alto la` ! grido` una voce imperiosa . Kammamuri si volse indietro stringendo nella dritta una delle pistole . Sulla riva , sul luogo da essi abbandonato , si teneva ritto un colossale indiano col laccio nella dritta e il pugnale nella sinistra . Alto la` ! ripete` egli . Kammamuri invece di ubbidire sparo` . L' indiano si accascio` su se stesso agitando le braccia , indi scomparve fra i cespugli . Arranca ! Arranca , Aghur ! grido` il maharatto . Il canotto fendette rapidamente le acque dirigendosi verso il cimitero galleggiante , nel mentre che una voce tonante , ripiena di minaccia , gridava dalle coste dell' isola maledetta : Ci rivedremo ! ... IX . Manciadi . Ad oriente cominciava ad albeggiare , quando il canotto giunse alle sponde della jungla nera . Nulla di nuovo pareva che fosse accaduto . La capanna si rizzava ancora fra i canneti sormontata da una dozzina di giganteschi arghilah immobili sulle loro lunghe gambe giallastre , e la tigre , la fedele Darma , vi girava e rigirava attorno , senza mai allontanarsi . Buono , mormoro` Kammamuri . I maledetti non hanno visitato questi luoghi . Darma ! La tigre a quella chiamata s' arresto` , alzo` la testa , fisso` sul canotto i suoi occhi verdastri e si slancio` verso la riva emettendo un sordo mugoli`o . Kammamuri e Aghur si affrettarono a sbarcare e portarono il padrone nella capanna , adagiandolo su di una comoda amaca . La tigre ed il cane si arrestarono al di fuori a vegliare . Esamina la ferita , Aghur , disse Kammamuri . Il bengalese levo` la fascia e guardo` attentamente il petto del povero Tremal Naik . Una ruga si disegno` sulla sua fronte . E` grave , disse . Il pugnale e` entrato assai , probabilmente fino all' impugnatura . Guarira` ? Lo spero . Ma perche` l' hanno pugnalato ? E` difficile il dirlo . Tu sai che il padrone voleva rivedere la visione . Almeno cosi` ha detto . Egli , giunto all' isola , si fisso` in testa di scoprire quella creatura . Pare che sapesse ove si celava , poiche` mi comando` di ritornare alla capanna e parti` solo . Ventiquattro ore dopo lo trovava nella jungla immerso in un lago di sangue : lo avevano pugnalato . Ma chi ? Gli uomini che abitano l' isola e che forse vegliano su quella donna . Ma a quale scopo ? Certamente per ucciderlo . Hai veduto tu quegli esseri ? Coi miei propri occhi . Sono uomini o spiriti ? Credo che siano uomini . Anzi mi gettarono un laccio al collo per strangolarmi , e ne uccisi due o tre . Se fossero spiriti , non sarebbero morti . E` strano , mormoro` Aghur , diventato pensieroso . E cosa fanno quegli uomini ? Perche` ammazzano le persone che sbarcano sulla loro isola ? L' ignoro , Aghur . So che sono uomini terribili e che adorano una divinita` la quale esige molte vittime . Hai paura , Kammamuri ? Ho le mie buone ragioni per averne . Credi tu che si mostreranno nella nostra jungla ? Lo temo , Aghur : quell' uomo ci ha gridato : ci rivedremo . Mal per loro . La tigre e` un animale da non lasciarli avvicinare . Lo so , ma vegliamo attentamente . Ci sono nell' aria delle nubi che minacciano tempesta . Lascia fare a me , Kammamuri . Tu pensa a guarire il padrone e io m' incarico di loro . Kammamuri ritorno` presso il padrone per applicare sulla ferita un nuovo cataplasma di erbe , ed Aghur si sedette dinanzi alla capanna , colla tigre ed il cane accovacciati . La giornata passo` senza incidenti . Tremal Naik ebbe ancora qualche accesso di delirio , durante il quale gli usci piu` volte dalle labbra straziate il nome di Ada , la sventurata giovane che aveva lasciato senza difesa , nelle mani di quei terribili fanatici . Pero` torno` a cadere in una specie di assopimento , che si prolungo` fino al calare del sole . I due indiani , quantunque ardessero dal desiderio d' interrogarlo per sapere qualche cosa su coloro che lo avevano pugnalato , credettero bene di astenersene per non affaticarlo . Allorche` le tenebre stesero il loro nero velo sulla silenziosa jungla , Aghur monto` pel primo la guardia , al di fuori della capanna , armato fino ai denti . Il cane si era accovacciato ai suoi piedi cogli occhi fissi al sud . A mezzanotte nessun indiano era comparso , ne` sul fiume , ne` sulla jungla . Pero` il cane s' era piu` volte alzato fiutando l' aria , dando segni evidenti d' inquietudine . Forse presentiva qualche cosa d' insolito ; chissa` , forse la vicinanza di qualche persona e forse anche di qualche animale selvaggio . Aghur stava per svegliare Kammamuri onde lo surrogasse , quando Punthy s' alzo` abbaiando . To' ! esclamo` l' indiano , sorpreso . Cosa vuol dir cio` ? Il cane abbaiava colla testa volta al fiume , segno evidente che cola` succedeva qualche cosa . Contemporaneamente la tigre apparve sulla soglia della capanna , facendo udire un sordo miagolio . Kammamuri ! chiamo` Aghur , preparando le armi . Il maharatto , che dormiva con un sol occhio , lo raggiunse . Cosa succede ? chiese egli . I nostri animali hanno udito qualche cosa e sono inquieti . Hai udito qualche rumore ? Assolutamente nulla . Tieni il cane ed ascoltiamo . Aghur s' affretto` a ubbidire . D' improvviso verso il fiume s' udi a gridare : Aiuto ! Aiuto ! ... Il cane si mise ad abbaiare furiosamente . Aiuto ! ... ripete` la medesima voce . Kammamuri ! esclamo` Aghur . Qualcuno si annega . Certamente . Non possiamo lasciarlo annegare . Non sappiamo chi sia . Non importa : alla riva ! Prepariamo le armi e stiamo attenti . Non si sa mai cosa puo` accadere . Tu , Darma , rimani qui e sbrana senza pieta` quanti si presentano . La tigre certamente lo comprese , poiche` si raccolse su se stessa , cogli occhi fiammeggianti , pronta a scagliarsi sul primo venuto . I due indiani si slanciarono verso la riva , preceduti da Punthy che continuava ad abbaiare furiosamente , e guardarono sul fiume che pareva nero come se fosse d' inchiostro . Vedi nulla ? chiese Kammamuri ad Aghur , che si era curvato sulla corrente . Si` , mi pare di scorgere laggiu` qualche cosa che va alla deriva . Un uomo forse ? Si direbbe piu` il tronco di un albero . Ola` ! grido` Kammamuri . Chi chiama ? Salvatemi ! rispose una fioca voce . E` un naufrago , disse il maharatto . Potete giungere alla riva ? chiese Aghur . Un gemito fu la risposta che ottenne . Non vi era da esitare , quel naufrago si trovava agli estremi e poteva da un momento all' altro annegarsi . I due indiani balzarono nel canotto e si diressero rapidamente verso di lui . Ben presto s' avvidero che l' oggetto nero che andava alla riva era il tronco di un albero , a cui era aggrappato un uomo . In pochi istanti lo raggiunsero allungando le mani al naufrago , che le afferro` colla forza della disperazione . Salvatemi ! ... balbetto` egli ancora una volta , lasciandosi deporre nel fondo del battello . I due indiani si curvarono su di lui osservandolo con curiosita` . Era un uomo della loro razza , bengalese al tipo , di statura inferiore alla media , di colorito assai oscuro , estremamente magro ma coi muscoli assai pronunciati , indizio sicuro d' una forza non comune . Aveva la faccia qua e la` contusa e la gialla tunica , strettamente chiusa al corpo , macchiata di sangue . Sei ferito ? gli domando` Kammamuri . Quell' uomo lo fisso` attentamente con due occhi che avevano strani riflessi . Credo , mormoro` dipoi . Hai la veste insanguinata . Lasciami vedere Non e` nulla , diss' egli , mettendosi le mani sul petto , come se avesse paura di metterlo allo scoperto . Ho battuto la testa su quel tronco d' albero e mi sanguino` il naso . Da dove vieni ? Da Calcutta . Ti chiami ? Manciadi . Ma come ti trovi qui ? Il bengalese tremo` in tutte le membra , battendo i denti . Chi abita questi luoghi ? chiese egli , con terrore . Tremal Naik , il cacciatore di serpenti , rispose Kammamuri . Manciadi torno` a tremare . Feroce uomo , balbetto` . Aghur ed il maharatto si guardarono l' un l' altro con sorpresa . Tu sei pazzo , disse Aghur . Pazzo ! ... Non sai tu che i suoi uomini mi diedero la caccia , come se fossi una tigre ? I suoi uomini ti diedero la caccia ! Ma siamo noi i suoi compagni . Il bengalese si raddrizzo` , guardandoli con ispavento . Voi ! ... Voi ! ... ripete` . Sono perduto ! S' aggrappo` all' orlo del canotto colla evidente intenzione di lanciarsi nel fiume , ma Kammamuri l' afferro` a mezzo corpo obbligandolo a sedersi . Spiegami la causa di questo spavento , gli disse con accento minaccioso . Noi non facciamo male ad alcuno , ma ti avverto che se tu non parli chiaro ti spacco il cranio col calcio della mia carabina . Volete assassinarmi ! piagnucolo` Manciadi . Si` , se non ti spieghi . Cosa sei venuto a far qui ? Sono un povero indiano e campo la vita cacciando . Un capitano dei sipai mi promise cento rupie per una pelle di tigre , e qui venni sperando di soddisfarlo . Tira avanti . Ieri sera approdai alla riva opposta del Mangal , e mi appiattai nella jungla , due ore dopo mi si slanciarono addosso alcuni uomini e mi sentii stringere il collo da un laccio ... Ah ! esclamarono i due indiani . Un laccio , hai detto ? Si` confermo` il bengalese . Gii hai veduti quegli uomini ? chiese Aghur . Si` , come vedo voi . Cosa avevano sul petto ? Mi pare d' aver visto un tatuaggio . Erano quelli di Raimangal , disse Kammamuri . Continua . Impugnai il mio coltello , prosegui` Manciadi , che fremeva ancora per lo spavento , e tagliai la corda . Corsi a lungo inseguito dappresso e giunto al fiume mi vi gettai dentro a capofitto . Sappiamo il resto , disse il maharatto . Tu adunque sei cacciatore . Si` , e valente . Vuoi venire con noi ? Un lampo strano brillo` negli occhi del bengalese . Non domando di meglio , s' affretto` a dire . Sono solo al mondo . Sta bene , noi ti adottiamo . Domani mattina ti presentero` al padrone . I due indiani rituffarono i remi nel fiume e ricondussero il canotto nel piccolo seno . Appena sbarcarono , Punthy si slancio` contro il bengalese , abbaiando rabbiosamente e mostrandogli i denti . Zitto , Punthy , disse Kammamuri , trattenendolo . E` uno dei nostri . Il cane , anziche` obbedire , si mise a ringhiare minacciosamente . Questa bestia mi pare che non sia troppo cortese , disse Manciadi , sforzandosi a sorridere . Non aver paura , ti diventera` amico , disse il maharatto . Legato il canotto , raggiunsero la capanna dinanzi alla quale vegliava la tigre . Cosa strana , anche questa si mise a brontolare in modo tutt' altro che amichevole , guardando di traverso il nuovo arrivato . Oh ! esclamo` egli spaventato . Una tigre ! E` addomesticata . Fermati qui che vado dal padrone . Dal padrone ! E` qui forse ? chiese il bengalese attonito . Sicuro . Ancora vivo ! ... To' ! esclamo` il maharatto sorpreso . Perche` tale domanda ? Il bengalese trasali` e parve confuso . Come sai tu che e` ferito , per farmi tale domanda ? replico` Kammamuri . Non m' hai detto tu che era stato ferito ? Io ! ... Mi sembra . Non mi rammento . Eppure non posso averlo udito dire che da te o dal tuo compagno . Cosi` deve essere . Kammamuri ed Aghur rientrarono nella capanna . Tremal Naik dormiva profondamente e sognava , poiche` delle parole tronche uscivano dalle sue labbra . Non vale la pena di svegliarlo , borbotto` Kammamuri , volgendosi ad Aghur . Lo presenteremo domani , disse quest' ultimo . Cosa ti sembra di quel Manciadi ? Ha l' aspetto d' un buon uomo e ho tutte le ragioni per credere che ci aiutera` validamente . Lo credo anch' io . Lo faremo vegliare lui fino a domani . Aghur prese una terrina di cangi , densa decozione di riso , e la reco` a Manciadi il quale si mise a mangiare con una voracita` da lupo . Raccomandatogli di fare buona guardia e di dare l' allerta se scorgesse qualche pericolo , s' affretto` a rientrare , chiudendo , per precauzione , la porta . Era appena scomparso che Manciadi s' alzo` con una sveltezza sorprendente . I suoi occhi s' erano d' un subito accesi e sulle sue labbra errava un satanico sorriso . Ah ! Ah ! esclamo` egli , sogghignando . S' accosto` alla capanna e vi appoggio` l' orecchio , ascoltando con profondo raccoglimento . Stette cosi` un lungo quarto d' ora , poi parti` colla rapidita` di una freccia arrestandosi mezzo miglio piu` lontano . Accosto` le dita alle labbra ed emise un acuto fischio . Tosto al sud un punto rossastro si alzo` fendendo le tenebre e scoppio` spandendo una luce vivida che subito si spense con una sorda detonazione . Altre due volte il fischio risuono` , poi nella jungla tutto torno` silenzio e mistero . X . Lo strangolatore . Erano trascorsi venti giorni . Tremal Naik , merce` la sua robusta costituzione e le assidue cure dei suoi compagni , guariva rapidamente . La ferita si era ormai richiusa e poteva alzarsi . Pero` , mentre riacquistava le forze , l' indiano diventava ognor piu` cupo ed inquieto . I suoi compagni lo sorprendevano talvolta colla faccia nascosta fra le mani e le gote umide , come se avesse pianto . Non parlava che rade volte , non confessava a chicchessia il terribile dolore che struggevalo e talvolta veniva assalito da improvvisi accessi di rabbia , durante i quali si lacerava le carni colle unghie e tentava di gettarsi dall' amaca gridando : Ada ! ... Ada ! ... Kammamuri ed Aghur indarno si sforzavano di farlo parlare ; indarno cercavano la causa di quelle sfuriate che minacciavano di riaprire la non ancora cicatrizzata ferita e si chiedevano chi mai poteva essere colei che portava quel nome che egli pronunciava e nei suoi deliri e nei suoi sonni , quel nome che era il suo incubo , il suo tormento . Manciadi il bengalese , qualche volta si associava a loro per venire a capo di qualche cosa , ma cio` accadeva assai di rado . Quest' uomo pareva anzi che sfuggisse la presenza del ferito , quasiche` avesse da temere qualche cosa . Non entrava nella di lui stanza se non quando lo vedeva dormire , ma quasi con ripugnanza . Amava meglio percorrere la jungla in cerca di selvaggina , di raccogliere legna e di attingere acqua . Strana cosa : ogni qual volta udiva il padrone invocare Ada , egli veniva assalito da un tremore straordinario e la sua faccia , di solito tranquilla , d' un subito s' alterava cangiando persino di colore . . Altro particolare misterioso e` , che di mano in mano che Tremal Naik migliorava , anziche` gioire , diventava tetro e d' umore nero . Si avrebbe detto che a quell' uomo spiaceva che il padrone guarisse . Perche` ? Nessuno avrebbe potuto dirlo . Il mattino del ventunesimo giorno , nella capanna accadde un avvenimento che doveva avere funeste conseguenze . Kammamuri s' era alzato al primo raggio di sole . Visto che Tremal Naik dormiva d' un sonno tranquillo , si diresse verso la porta per svegliare Manciadi che riposava al di fuori , sotto una piccola tettoia di canne di bambu` . Levo` la spranga e spinse l' uscio ma con sua grande sorpresa questo non s' apri` : c' era al di fuori qualche cosa che gli faceva intoppo . Manciadi ! grido` il maharatto . Nessuno rispose alla chiamata . . Nella mente del maharatto baleno` il sospetto che al poveretto fosse toccata qualche disgrazia , che i nemici lo avessero strangolato o che le tigri della jungla l' avessero sbranato . Accosto` un occhio alla fessura della porta e s' accorse che l' oggetto che le impediva d' aprirsi era un corpo umano . Guardando con maggiore attenzione , riconobbe in lui il bengalese Manciadi . Oh ! ... esclamo` egli con orrore . Aghur ! L' indiano fu lesto ad accorrere alla chiamata del compagno . Aghur , disse il maharatto , sgomentato . Hai udito nulla questa notte ? Assolutamente nulla . Nemmeno un gemito ? No , perche` ? Hanno ucciso Manciadi ! E` impossibile ! esclamo` Aghur . E` qui disteso dinanzi alla porta . Darma non ha dato alcun segnale e nemmeno Punthy . Eppure dev' esser morto . Non risponde , ne` si muove . Bisogna uscire : spingi forte . Il maharatto appoggio` una spalla alla porta e fece forza respingendo Manciadi . Ottenuto un varco , i due indiani si slanciarono all' aperto . Il povero bengalese era coricato bocconi e pareva morto , quantunque non si vedesse sul suo corpo ferita alcuna . . Kammamuri gli accosto` una mano sul petto e senti` che il cuore ancora batteva . E` svenuto , diss' egli . Strappo` una penna ad un punya che trovavasi li` vicino , vi diede fuoco e l' accosto` alle nari dello svenuto . Tosto un sospiro sollevo` il petto , poi le braccia e le gambe si mossero e infine s' aprirono gli occhi che si fissarono con smarrimento sui due indiani . Cosa ti e` accaduto gli chiese premurosamente Kammamuri . Siete voi ! esclamo` affannosamente il bengalese . Ah ! ... che paura ! ... Credevo di essere stato ammazzato sul colpo ! Ma cos' hai veduto ? Chi cerco` d' ammazzarti ? Degli uomini forse ? Uomini ? ... Chi parla d' uomini ? Di' su . Ma non sono stati uomini , disse il bengalese . Si` , si` , non m' inganno , era un elefante . Un elefante ! esclamarono i due indiani . Un elefante qui ! Ma si` , era un elefante enorme , con una proboscide mostruosa , e due denti lunghissimi . E si e` avvicinato a te ? chiese Aghur . Si` , e per poco non mi spezzo` il cranio . Io dormiva saporitamente , quando fui svegliato da un potente soffio ; aprii gli occhi e vidi sopra di me la gigantesca testa del mostro . Cercai di alzarmi per fuggire , ma la proboscide mi piombo` sul cranio , inchiodandomi al suolo . E poi ? chiese Kammamuri con ansieta` . Poi non ricordo piu` nulla . Il colpo era stato cosi` forte che svenni . Che ora era ? Non lo so , perche` m' ero addormentato . E` strano , disse il maharatto . E Punthy non s' accorse di nulla . Cosa facciamo , chiese Aghur , lanciando uno sguardo ardente sulla jungla . Lasciamo il colosso in pace , rispose Kammamuri . Ritornera` , s' affretto` a dire Manciadi , e rovinera` la capanna . . E` vero , disse Aghur . Se lo inseguissimo ? E perche` no ? Abbiamo delle buone carabine . Io sono pronto ad aiutarvi , rispose Manciadi . Ma non possiamo lasciare solo il padrone , quantunque sia completamente guarito , osservo` Kammamuri . Voi sapete che un pericolo ci minaccia sempre . Tu rimarrai e noi andremo alla caccia , incalzo` Aghur . Con un vicino cosi` pericoloso , non si puo` vivere tranquilli . Se avete coraggio bastante , vi lascio libero campo . Cosi` va bene ! esclamo` Aghur . Lascia fare a noi , e vedrai che prima di mezzodi` il colosso sara` morto . Ando` a prendere nella capanna due pesanti carabine di grosso calibro e ne porse una al bengalese che la carico` con grande attenzione , con una verga di piombo . Munitisi di pistoloni e d' un enorme coltellaccio , nonche` di abbondanti munizioni , entrarono risolutamente nella jungla , percorrendo un largo sentiero tracciato fra i bambu` . Aghur era allegro e discorreva ; il bengalese , invece , era diventato cupo e spesso soffermavasi per guardare il compagno che lo precedeva di pochi passi . Talvolta si chinava verso terra ed ascoltava , fingendo di cercare le traccie dell' elefante . Quel brusco cangiamento , quegli sguardi e quelle manovre , non sfuggirono ad Aghur , il quale credette che il bengalese avesse paura . Animo , Manciadi , diss' egli , allegramente . Non credere che sia tanto difficile abbattere una bestia , anche se e` munita di proboscide . Una palla in un occhio e tutto sara` finito . Non ho paura io , rispose bruscamente il bengalese , sforzandosi , ma invano , di atteggiare le sue labbra ad un sorriso . Mi sembri inquieto . Infatti lo sono , ma non e` l' elefante che mi preoccupa . E che cosa , adunque ? Aghur , disse Manciadi con accento strano . Hai paura della morte ? Se ho paura della morte ? ... Perche` mi fai questa domanda ? Non ho mai avuto paura di nulla ... io ! Meglio per te . Non ti capisco . Comprenderai fra qualche ora , silenzio ed avanti . E` pazzo , penso` Aghur , o mezzo morto dalla paura . Sta bene , lo abbattero` io il colosso . I due indiani affrettarono il passo , malgrado il sole che gli arrostiva e gli ostacoli che ingombravano il sentiero , e un' ora dopo giungevano in un boschetto di giacchieri alberi , le cui frutta , anziche` pendere all' estremita` dei rami , escono direttamente dal tronco , d' un bel colore giallo , d' una fragranza straordinaria e del peso di oltre trenta libbre . Quivi giunti , Manciadi con grande sorpresa del compagno , si mise a fischiare un' arietta malinconica , giammai udita nella jungla nera . Cosa fai ? gli chiese Aghur . Fischio , rispose Manciadi tranquillamente . Farai fuggire l' elefante . Anzi lo attiro . Gli elefanti amano la musica e , quando la odono , accorrono . To' ! non l' ho mai saputo . Cammina , Aghur , e guardati ben d' attorno . Sai tu dove trovasi uno stagno ? Qui vicino . Andiamo . Aghur , quantunque tuttocio` gli sembrasse assai strano , ubbidi` . . Prese un sentieruccio appena visibile e condusse il compagno sulle rive di un piccolo stagno contornato da ammassi di pietre rozzamente scolpite rovine di un' antica pagoda . Tu rimarrai qui , gli disse il bengalese . Io batto il bosco e scovo l' elefante , poiche` qui dev' essere nascosto . Si mise sotto il braccio la carabina e si allontano` senza aggiungere sillaba . Appena fu certo di non essere ne` veduto , ne` udito , si mise a correre rapidamente e si arresto` ai piedi di un palmizio , sul cui tronco vedevasi rozzamente inciso l' emblema misterioso degl' indiani di Raimangal . A me ora , diss' egli . Questo bosco sara` la sua tomba . Si drizzo` quanto era lungo ed emise un fischio . Un segnale eguale vi rispose e qualche minuto dopo , fra il varco di due cespugli appariva la sinistra figura di Suyodhana . Egli incrocio` le braccia sul petto , fregiato del serpente dalla testa di donna , e fisso` Manciadi con uno sguardo acuto come la punta d' una spilla . Figlio delle sacre acque del Gange , sii il benvenuto , disse il bengalese , toccando la polvere colla fronte . Ebbene ? chiese brevemente Suyodhana . Siamo battuti . Che vuoi tu dire ? Tremal Naik e` vivo . Suyodhana divenne ancor piu` cupo e si conficco` le unghie nelle carni . Avrei mancato al colpo ? ringhio` egli . Eppure il pugnale vendicatore gli squarcio` il seno ! Chino` il capo sul petto e s' immerse in tetri pensieri . Manciadi , disse dopo qualche tempo , quell' uomo deve morire . Comanda , figlio delle sacre acque del Gange . La vergine della sacra pagoda fu profondamente ferita dal velenoso sguardo di quell' uomo . La sciagurata ancora l' ama , ne` cessera` d' amarlo finche` egli vivra` . Credera` alla sua morte ? Si` , perche` io le daro` le prove . Cosa devo fare ? Devo avvelenarlo ? No , il veleno non sempre uccide ; vi sono degli antidoti . Devo strangolarlo ? Ho il mio laccio . Andiamo adagio . Hai eseguito quanto ti ordinai ? Si` , figlio delle sacre acque del Gange . Aghur m' attende presso lo stagno . Bene , tu lo ucciderai . E poi ? chiese il fanatico con terribile calma . Poi tornerai alla capanna e narrerai a Kammamuri che Aghur fu assassinato . Ti credera` e correra` a cercarlo ; comprendi il resto . Hai altro da dirmi ? Piu` nulla . E strangolato che abbia Tremal Naik , cosa dovro` fare ? Raggiungermi a Raimangal : va' ! Manciadi tocco` una seconda volta la polvere colla fronte e si allontano` colla dritta sul calcio d' una pistola . Decisamente , disse il bengalese , il figlio delle sacre acque del Gange e` un grande uomo ! Il fanatico non penso` nemmeno al doppio assassinio che stava per commettere . Suyodhana cosi` aveva ordinato , e Suyodhana parlava in nome della mostruosa divinita` alla quale tutti loro avevano consacrato il loro braccio e la loro vita . Attraverso` lentamente il bosco dei giacchieri e giunse allo stagno , presso il quale stava sdraiato , colla carabina sulle ginocchia , la futura vittima . Hai veduto l' elefante ? gli chiese Aghur . Non ancora , ma ho scoperto le sue traccie , disse l' assassino guardandolo con due occhi che mandavano sinistri bagliori . Cos' hai che mi guardi cosi` ? domando` Aghur . Il bengalese non rispose e continuo` a guardarlo . Hai scoperto qualche cosa di strano ? Si` , rispose Manciadi . Aghur , ti ricordi cosa ti dissi un' ora fa ? L' indiano parve sorpreso ed inquieto . Forse presentiva la catastrofe . Allorche` mi parlasti della morte ? Si` . Me lo ricordo , rispose Aghur . Non ti sembra crudele morire a vent' anni , quando l' avvenire forse sorride ? Non ti sembra atroce abbandonare questa terra indorata dal sole e profumata dall' olezzo di mille fiori , per scendere nella tomba , nell' oscurita` , nel mistero ? Sei pazzo ? domando` Aghur . No , Aghur , non sono pazzo , disse l' assassino avvicinandoglisi fino a toccarlo . Guarda ! Apri` la tunica che coprivalo e mise allo scoperto il suo petto tatuato del serpente colla testa di donna . Cos' e` ? chiese Aghur . L' emblema della morte . Non capisco . Tanto peggio per te . Il bengalese sciolse il laccio che teneva nascosto sotto la tunica e lo fece fischiare attorno alla sua testa . Aghur ! grido` , Suyodhana ti ha condannato e devi morire ! L' indiano comprese allora tutto . Balzo` in piedi colla carabina in mano , ma gli manco` il tempo di puntarla sul traditore . Un fischio taglio` l' aria e il poveretto , stretto alla gola dal laccio , la cui palla di piombo lo percosse fortemente alla nuca , stramazzo` a terra . Assassino ! ... urlo` egli con voce strozzata . Aghur ! disse lo strangolatore con accento funebre . Saluta un' ultima volta il sole che ti accarezza , respira un' ultima volta quest' aria che corre sulle Sunderbunds , invia l' estremo saluto ai tuoi compagni e scendi nella tomba . Kammamuri ! ... Padrone ! ... balbetto` Aghur , dibattendosi . Il fanatico afferro` solidamente il laccio e soffoco` la voce della vittima con una violenta strappata , poi gli si getto` sopra e col pugnale lo trafisse . Muori , che` la dea lo vuole ! gli grido` un' ultima volta Manciadi . Aghur , col volto cinereo , gli occhi schizzanti dalle orbite caccio` fuori un rauco gemito e cerco` di risollevarsi , ma ricadde . E uno , disse il fanatico , lanciando un guardo feroce sull' assassinato . Ora , pensiamo all' altro . E s' allontano` a rapidi passi , mentre uno stormo di marabu` calava sul cadavere ancor caldo dell' infelice Aghur . XI . Il secondo colpo dello strangolatore . Kammamuri cominciava a diventare inquieto . Il sole calava rapidamente all' orizzonte ed i due cacciatori non erano ancora tornati , anzi nessun colpo di fucile erasi udito rombare nella jungla . Egli non sapeva capacitarsi di quella prolungata assenza e di quell' assoluto silenzio . Entrava ed usciva dalla capanna , interrogava attentamente l' orizzonte , sperando di vederli spuntare fra la sterminata piantagione di bambu` , costringeva Punthy ad abbaiare , ma senza alcun frutto . Piu` volte si spinse , assieme alla tigre , fino ai primi bambu` e porse l' orecchio ai rumori del largo ; piu` volte fe` rimbombare l' hulok sospeso alla porta della capanna e piu` volte brucio` una carica di polvere . Il silenzio che regnava nelle pianure del sud non fu rotto . Scoraggiato , si sedette sul limitare della capanna , attendendo ansiosamente il loro ritorno . Vi era da pochi minuti , quando la tigre balzo` in piedi facendo udire un sordo miagolio a cui fecero eco i festosi abbaiamenti di Punthy . Kammamuri si alzo` , credendo che arrivassero i cacciatori , ma non vide alcuno . Si volse ed appoggiato allo stipite della porta , scorse Tremal Naik . Tu , padrone ! esclamo` egli con stupore . Tu ! ... Si` , Kammamuri , rispose Tremal Naik , con un amaro sorriso . Quale imprudenza ! ... Sei ancora convalescente e ... Taci , sono forte , piu` forte di quello che credi , rispose il cacciatore di serpenti quasi con rabbia . Ho sofferto troppo in quell' amaca , e` ora che la sia finita . Egli fece alcuni passi innanzi senza barcollare , senza dimostrare fatica e sedette fra le erbe , prendendosi la testa fra le mani e guardando fisso il sole che tramontava all' occidente . Padrone , disse Kammamuri , dopo alcuni istanti di silenzio . Cosa vuoi ? I cacciatori non sono ancora tornati . Temo che sia accaduta qualche disgrazia . Chi te lo dice ? Nessuno , ma lo sospetto . Nella jungla possono aggirarsi quegli uomini che assassinarono Hurti e pugnalarono te . La faccia di Tremal Naik divenne cupa . Sono forse qui ? chiese egli . Forse . Presto , Kammamuri , saro` guarito , ritorneremo in quell' isola maledetta e li stermineremo tutti , tutti ! Che ? ... esclamo` Kammamuri , con ispavento . Noi ritornare in quell' isola ? ... Padrone , cosa dici ? Hai paura tu ? No , ma ritornare laggiu` , in quei luoghi , e` una follia . Follia ! ... Follia tu dici ? ... Non sai tu adunque chi ho lasciato laggiu` , nelle mani di quegli uomini ? Chi mai ? La vergine della pagoda . Chi e` questa donna ? Una creatura bella , Kammamuri , che io amo alla pazzia , e per la quale metterei l' India in fiamme . Hai lasciato una donna laggiu` ? Si` , Kammamuri , quella stessa che io mirava al tramontare del sole nella mia jungla . Ada ! Ada ! Quanto m' hai fatto soffrire ! E` la visione adunque ? Si` , la visione . Ma come si trova a Raimangal ? Una condanna pesa sulla disgraziata fanciulla , Kammamuri . Quei mostri la tengono in loro mano , non so il come , ne` il perche` . Io l' ho veduta nella pagoda a versare dei profumi ai piedi d' un mostro di bronzo . D' un mostro ! ... Quella donna sara` forse al pari degli altri . Non ripetere quest' insulto , Kammamuri , esclamo` Tremal Naik , con accento minaccioso . Son gli uomini che l' han condannata , che le fanno adorare quel mostro di bronzo ! Lei feroce ! ... Lei ! ... povera fanciulla ! ... Perdono , padrone balbetto` il maharatto . Non sapevi nulla e ti perdono . Ma quegli uomini che l' han condannata , che la fanno morire di pianto , quegli uomini che le straziano il cuore e mi fan barriera onde non la salvi dai loro artigli , li esterminero` tutti , Kammamuri , tutti ! Ho qui nel petto ancor le traccie del loro pugnale , e mi faranno ricordare in ogni tempo la vendetta ! Non rimarrai no , nelle loro mani , o infelice Ada , perche` Tremal Naik , dovesse pagare colla sua vita la tua liberta` , ti togliera` da quegli orribili luoghi per quanto sieno ben guardati e irti di ostacoli . Tremino allora coloro che t' avranno tormentata , coloro che hanno avvelenato la tua giovane esistenza . Darma ed io c' incaricheremo di ucciderli tutti , nelle loro spaventevoli caverne ! Mi fai paura , padrone . E se ti uccidessero ? Morro` per colei che amo ! esclamo` con trasporto appassionato Tremal Naik . E quando partiremo ? Appena avro` la forza d' alzare la carabina . Son gia` forte , ma non tanto da pugnare contro tutti loro . In quell' istante , al sud , rimbombo` una fucilata seguita tosto da due altre detonazioni . Darma fece un salto , mugolando . Il maharatto e Tremal Naik scattarono in piedi , trattenendo Punthy che abbaiava furiosamente . Cosa succede ? chiese il maharatto , strappandosi dalla cintola il coltellaccio . Kammamuri ! ... Kammamuri ! ... , grido` una voce . Chi chiama ? chiese Tremal Naik . Grande Brahma ! ... Manciadi ! esclamo` il maharatto . Infatti il bengalese , con rapidita` grandissima attraversava la jungla , sfondando la fitta cortina di bambu` ed agitando come un pazzo la carabina . Pareva in preda ad un vivo terrore . Kammamuri ! ... Kammamuri ! ripete` egli con voce strozzata . Corri , Manciadi , corri ! grido` il maharatto . Che sia inseguito ? Attenta , Darma ! La tigre si raccolse su se stessa cogli artigli aperti , e apri` la bocca mostrando una doppia fila di denti aguzzi . Il bengalese , che correva molto rapidamente , in pochi minuti giunse alla capanna . Il miserabile aveva la faccia insanguinata per una ferita che s' era fatta sulla fronte per meglio colorire il tradimento ed aveva la tunica pure macchiata . Padrone ! ... Kammamuri ! esclamo` egli , piangendo disperatamente . Cosa ti e` accaduto ? chiese Tremal Naik con angoscia . Hanno ferito a morte Aghur ! ... Povero me ... non ne ho colpa , padrone ... ci sono balzati addosso ... Aghur ! povero Aghur ! L' hanno ferito ! esclamo` Tremal Naik con furore . Chi ? Chi ? I nemici ... gl' indiani dai lacci ... Maledizione ! ... Parla , narra , di' su , voglio saper tutto ! Eravamo seduti in un bosco di giacchieri , disse il miserabile , continuando a singhiozzare . Ci sono balzati addosso prima che potessimo prendere le armi ed Aghur e` caduto . Io ho avuto paura e sono fuggito . Quanti erano ? Dieci , dodici , non ricordo bene quanti . Sono fuggito per miracolo . E` morto Aghur ? No , padrone , non puo` esser morto . L' hanno pugnalato , poi sono scomparsi . Fuggendo , udii il ferito gridare , ma non ebbi il coraggio di ritornare presso di lui . Sei un vigliacco , Manciadi ! Padrone , se fossi ritornato mi avrebbero ucciso , singhiozzo` il bengalese . Quando la finiranno adunque ? grido` Tremal Naik . Kammamuri , forse Aghur non e` morto ; bisogna andarlo a trovare e portarlo qui . E se mi assaltano ? chiese Kammamuri , terrorizzato . Prenderai con te Darma e Punthy . Con questi animali puoi tenere testa a cento uomini . Ma chi mi guidera` ? Manciadi . E tu vuoi rimanere nella capanna solo ? Basto io solo per difendermi . Va' e non perdere tempo , se vuoi salvare il povero Aghur . Manciadi , guida quest' uomo al bosco . Padrone ho paura . Guida quest' uomo al bosco ; se esiti , ti faccio sbranare dalla tigre . Tremal Naik aveva pronunciato quelle parole con tale tono , da far comprendere a Manciadi che non era uno scherzo . Affettando il massimo terrore , si uni` al maharatto che si era armato della carabina e d' un paio di pistole . Padrone , disse Kammamuri , se fra due o tre ore non ritorniamo , vorra` dire che siamo stati assassinati . Il canotto e` arenato sulla riva ; penserai a metterti in salvo . Mai ! esclamo` Tremal Naik . Ti vendichero` a Raimangal ; taci e parti . Il maharatto e Manciadi , preceduti dal cane e dalla tigre , si slanciarono di corsa in mezzo alla jungla . Il sole era di gia` scomparso sotto l' orizzonte , ma la luna sorgeva , spandendo una luce azzurrognola , d' una infinita dolcezza , sufficiente per guidare i due indiani attraverso la massa dei bambu` . Camminiamo con precauzione e in silenzio , disse Kammamuri a Manciadi . Non bisogna attirare l' attenzione dei nemici , che forse si tengono nascosti a poca distanza da noi . Hai paura , Kammamuri ? chiese il bengalese , che non tremava piu` . Credo di si` . Per fortuna , con noi abbiamo Darma , una valorosa bestia che non teme cinquanta uomini armati . Ti avverto , Kammamuri , che io non entrero` nel bosco . Mi aspetterai dove meglio ti piacera` , e se vuoi ti lasciero` Punthy , un bravo cane che sa strozzare una mezza dozzina di persone . Avanti e silenzio . Manciadi , che aveva gia` tracciato il suo piano , condusse il maharatto sul sentiero che aveva percorso al mattino e lo segui` per tre quarti d' ora . S' arresto` sul margine del bosco di giacchieri . E` qui ? chiese Kammamuri , guardando con ansieta` sotto gli alberi . Si` , qui , rispose Manciadi , con fare misterioso . Segui questo sentieruzzo che s' addentra nel bosco e giungerai allo stagno , sulle cui rive e` caduto Aghur . Io qui t' aspetto , nascosto in quella fitta macchia . Vuoi il cane ? Amo meglio esser solo . Gl' indiani non mi scopriranno , ne sono certo . Fra mezz' ora io sono di ritorno . Darma , sta' attenta e pronta a piombare sul primo uomo che si presenta dinanzi a noi , e tu , Punthy , preparati pure a strozzare qualcuno . La tigre fece udire un basso ruggito e si mise dinanzi al maharatto colle corte orecchie alzate ed il cane gli si mise dietro mostrando i denti . Benone , disse Kammamuri , quando vide il bengalese nascosto nella macchia . Nessuno ardira` avvicinarsi senza il permesso di queste care bestie . Entrarono nel bosco sotto il quale regnava una profonda oscurita` ed un silenzio funebre e s' avanzarono sul sentiero , senza produrre rumore di sorta . Kammamuri piu` volte si fermo` sperando di udire qualche lamento o qualche chiamata che segnalasse la presenza di Aghur , ma nulla giungeva al suo orecchio . E` strano , mormorava , tergendosi il sudore che colavagli in gran copia dalla fronte . Se fosse ancora vivo , si udirebbe qualche lamento , ma qui regna un silenzio perfetto . Che sia morto ? Aveva percorso da trecento a quattrocento passi , quando udi` qualcuno che zuffolava un' arietta malinconica . Era la medesima arietta che Manciadi aveva zuffolato prima d' assassinare Aghur . La tigre si mise a brontolare volgendo la testa all' indietro e il cane die` segni d' inquietudine , ringhiando . Attenti , piccini , disse Kammamuri , che sentivasi gelare il sangue . State vicini a me e lasciate che quell' uomo zuffoli a suo piacimento . Credo che per Aghur sia finita . Una nube oscuro` la luna e le tenebre divennero piu` fitte sotto il bosco . Kammamuri si arresto` , indeciso se dovesse avanzare o tornare indietro , poi tiro` innanzi colle pistole montate . Kammamuri ! grido` una voce . Kammamuri ! ripete` una seconda voce . Kammamuri ! riprese una terza . La tigre si mise a ruggire sferzandosi i fianchi colla coda e saltando come se fosse su di un braciere . Cerco` due o tre volte di slanciarsi a destra del sentiero , ma il maharatto , con un fischio , la richiamava al posto . Calma , piccina , calma , diss' egli . Lasciate che chiamino . Non sono spiriti , ma uomini che si divertono a spaventarmi . Se ritorno alla capanna , posso ringraziare Visnu` d' avermi protetto . Allungo` il passo con una pistola puntata a destra del sentiero e l' altra a sinistra e poco dopo giungeva in vista dello stagno . Un fascio di luce lunare piombo` in quel luogo , illuminandolo come in pieno giorno . Kammamuri , con indicibile spavento , scorse a terra un corpo umano su cui si agitava un gruppo di marabu` . Punthy si slancio` verso quel cadavere urlando lamentosamente e mettendo in fuga i voraci volatili . Aghur ! esclamo` Kammamuri , singhiozzando . Corse come un pazzo allo stagno e si getto` sul corpo dell' infelice suo compagno . Aveva ancora il laccio attorno al collo ed il corpo era stato straziato dai marabu` . Aghur ! Mio povero Aghur ! ripete` Kammamuri , abbracciando il cadavere . Ah ! miserabili ! D' un tratto emise un urlo terribile e i suoi occhi si fissarono su di una pietra , contro la quale era appoggiata la testa di Aghur . Ai pallidi raggi della luna , aveva letto , fremendo , le seguenti parole scritte a lettere di sangue : Kammamuri , Manciadi mi ha assass ... . Il maharatto balzo` in piedi . Comprese tutto il tradimento del bengalese e il pericolo che correva il padrone . Darma ! Punthy ! grido` egli con voce strozzata . Alla capanna ! ... Alla capanna ! ... Si uccide il padrone . E si slancio` attraverso la foresta preceduto dalla tigre e seguito dal cane , che abbaiava con furore ! Nel mentre Kammamuri correva come un daino sotto le cupe volte di verzura , il bengalese non perdeva il suo tempo . Rimasto solo , erasi subito slanciato fuori della macchia correndo precipitosamente verso la capanna , risoluto a strangolare la seconda vittima . Sapeva di avere un vantaggio di un buon quarto d' ora sul maharatto , nondimeno divorava la via colla velocita` di una palla di cannone , paventando di venire colto sul fatto dalla tigre e dal cane , dai quali animali aveva tutto da temere . Attraverso` la jungla impiegando meno di mezz' ora e si fermo` sul margine della piantagione , dopo di avere preparato un secondo laccio . Il padrone deve tenersi in guardia , mormoro` egli . Se mi vede tornare , credera` che io abbia abbandonato Kammamuri e mi spacchera` la testa con una palla di carabina . Quell' uomo non ischerza . Apri` adagio adagio i bambu` e guardo` verso il nord . A quattrocento passi di distanza scorse la capanna ed accanto ad essa Tremal Naik in piedi , colla carabina in mano . Ah ! esclamo` il miserabile . Ucciderlo non sara` tanto facile , ma Manciadi e` piu` furbo di un cacciatore di serpenti . Ripiglio` la corsa verso l' est , trottando furiosamente per sei o sette minuti , poi si slancio` nella pianura . La capanna stava alla sua destra e Tremal Naik gli mostrava un fianco . Con un po' d' astuzia poteva avvicinarsi e cogliere la vittima alle spalle . La sua risoluzione fu prontamente presa . Si mise a strisciare fra le erbe come un serpente , allungandosi quanto poteva onde non venire scorto da Tremal Naik e procurando di non far rumore . Pero` , il venticello che sfiorava la piantagione , curvando dolcemente le alte cime dei bambu` , produceva un leggiero stropiccio , sufficiente per coprire lo strisciare di un uomo . Cosi` avanzando e soffermandosi per tendere gli orecchi e guardare Tremal Naik che pareva non s' accorgesse di nulla , riusci` a guadagnare la capanna . Con uno scatto da tigre si rizzo` . Un sorriso atroce sfiorava le sue labbra . E` mio , mormoro` con un filo di voce . Kali` mi protegge . Cammino` in punta dei piedi lungo le pareti della capanna e si fermo` a dieci passi da Tremal Naik . Diede un ultimo sguardo alla jungla e non scorse nessuno . Un secondo sorriso , piu` crudele del primo , apparve sulle labbra ed i suoi occhi scintillarono come quelli di un gatto . Un secondo ancora e la vittima sarebbe caduta per non piu` rialzarsi . Fece fischiare rapidamente il laccio attorno a se` e lo slancio` facendo un balzo avanti . Tremal Naik piombo` al suolo come un albero sradicato dal vento , ma , per un caso fortuito , una mano era rimasta presa nel laccio . Kammamuri ! grido` il disgraziato , afferrando coll' altra mano la corda e tirando a se` con disperata energia . Muori ! muori ! urlo` l' assassino , trascinandolo sul suolo . Tremal Naik mando` un secondo grido . Kammamuri ! aiuto ! Eccomi tuono` una voce . Manciadi digrigno` i denti con furore . Sul limite della piantagione era improvvisamente apparso il maharatto : dinanzi , correva , con balzi giganteschi la tigre , fiancheggiata da Punthy . Un lampo squarcio` la notte segui`to da una fragorosa detonazione . Manciadi fece un salto di dieci passi e s' avvento` all' impazzata verso la riva vicina . Un secondo sparo rimbombo` e Manciadi piombo` nel fiume , scomparendo fra i gorghi . XII . L' agguato . Tremal Naik , quantunque mezzo strangolato e confuso , appena senti` il laccio allentarsi , s' alzo` e raccolta la carabina si slancio` risolutamente verso il fiume , sperando di far scoppiare la testa del traditore . Quando pero` giunse sulla riva , Manciadi era scomparso . S' inoltro` nell' acqua ma nessuna persona appariva alla superficie del fiume . Forse la corrente aveva trascinato seco l' assassino , stato senza dubbio colpito dalla carabina o dalla pistola del maharatto . Ah ! miserabile ! esclamo` Tremal Naik furente . Padrone ! grido` Kammamuri , accorrendo in compagnia della tigre e del cane . Dov' e` il brigante ? E` scomparso , Kammamuri , ma lo ritroveremo . Sei ferito ? Tremal Naik non si lascia strangolare da quegli uomini . Ho il sangue che non mi scorre piu` , padrone . Temeva di non giungere in tempo per salvarti . Ah ! la canaglia ! Strangolare il mio padrone ! ... Traditore ! Se mi cade fra le unghie non gli lascio intero un pezzettino grande come una rupia . Ingannare cosi` noi , cacciatori di serpenti ! Sai , padrone , che l' hai scampata per miracolo ? Lo so , Kammamuri . Ed Aghur ? ... Cosa e` successo di Aghur ? Il maharatto ammutoli` , lasciandosi cadere lungo il corpo le braccia . Kammamuri , parla , disse Tremal Naik che gia` indovinava tutto . E` morto , padrone , balbetto` Kammamuri . Tremal Naik si porto` le mani alla testa con gesto disperato . Morto ? ... Morto ! singhiozzo` egli . Tutti muoiono adunque attorno a me ? Ma che ho fatto io , Siva , perche` debba perdere tutti quelli che io amo ? Sono io adunque maledetto dai numi ? Chino` il capo sul petto e qualche cosa di umido rotolo` giu` per le abbronzate guancie . Kammamuri , nel vedere quell' uomo piangere , si senti` schiantare l' anima . Padrone , mormoro` egli . Tremal Naik non l' udi` . Colla faccia stretta fra le mani , s' era seduto sulla riva del fiume e contemplava con occhio umido la jungla , sulla quale scorreva un lieve soffio di vento , imbalsamato dal profumo dei gelsomini e dei mussenda . Il suo petto d' atleta si sollevava di quando in quanto , sotto i singhiozzi . Mio padrone , oh , mio povero padrone ! esclamo` Kammamuri . Non piangere , sii forte ; bisogna esserlo . Si` , forte , per combattere la fatalita` che pesa su di noi , disse Tremal Naik con rabbia . Povero Aghur , cosi` giovane e cosi` intrepido , morire ! Sei almeno certo che sia proprio morto ? Si` , padrone , l' ho veduto coi miei propri occhi e toccato colle mie proprie mani . Era la` , disteso accanto ad uno stagno , col laccio al collo e un pugnale nel petto . Il miserabile Manciadi , dopo d' averlo atterrato , lo ha finito con quell' arme . Fu adunque Manciadi ad assassinarlo ? Si` , padrone , lui ! Ah ! sciagurato ! Ma non assassinera` altri , te lo dico io . La mia palla deve averlo colpito ; forse i pesci stanno banchettando colle sue carni . Quel mostro adunque , aveva tramato un piano infernale ? Si` , padrone . Aveva assassinato Aghur per allontanar me e piombare poi su di te . Per fortuna me ne accorsi a tempo e giunsi qui in buon punto . Ma non avevi alcun sospetto prima ? No , padrone , non me ne accorsi , non dubitai nemmeno . Egli ci ingannava molto bene . Quale scopo poteva avere per assassinarci ? Temo che l' abbiano qui mandato gl' indiani di Raimangal . Lo credi , padrone ? Ne sono certo . Hai veduto il suo petto ? No , poiche` lo teneva sempre coperto , e non so il perche` . Per nascondere il misterioso tatuaggio . Adesso comprendo : deve essere cosi` ; ma perche` tanto accanimento contro di te ? Perche` amo Ada . Non vogliono adunque , quegli uomini , che tu l' ami ? No , e cercano d' assassinarmi . Ma perche` ? Perche` sul capo di quella donna pesa una terribile condanna . Quale ? Non lo so , ma un giorno svelero` il mistero . E credi tu che quei miserabili tornino alla carica ? Credo di si` , Kammamuri . Io ho paura , padrone . E tu ? Tremal Naik non rispose . Egli aveva volto lo sguardo al sud e si era improvvisamente alzato . Hai veduto qualche cosa ? chiese il maharatto con ansieta` . Si` , Kammamuri . Mi pare d' aver scorto un chiarore strano balenare in fondo alla jungla e poi spegnersi . Andiamo alla capanna , padrone . Qui non siamo sicuri . Tremal Naik guardo` un' ultima volta la jungla ed il fiume e si diresse a lenti passi verso la capanna , sulla cui soglia si arresto` . Guarda , Kammamuri diss' egli con tristezza . Questa capanna altre volte si` gaia , si` ridente , mi sembra che abbia l' aspetto funebre d' un sepolcro . Povero Aghur ! Soffoco` un singhiozzo e si sdraio` sull' amaca , nascondendo il viso fra le mani . Kammamuri s' appoggio` allo stipite della porta , cogli occhi fissi sulla jungla , mormorando a piu` riprese : Povero padrone ! Passarono tre lunghe ore senza che il maharatto si muovesse . Il suono acuto del ramsinga lo strappo` dalla sua immobilita` . Funebre tromba ! mormoro` egli con rabbia , ancora una disgrazia adunque ? Fai bene ad avvertirmi . Fece piu` volte il giro della capanna guardando attentamente in mezzo alle erbe , ma non scorse nulla di nuovo . Rientro` traendosi dietro Darma e Punthy , barrico` la porta e vi si stese di dietro , in maniera da essere svegliato al menomo urto . Passarono parecchie ore senza che nulla accadesse . Kammamuri , sempre piu` inquieto , non chiudeva gli occhi e di frequente s' alzava per affacciarsi , con grande precauzione , alle finestrine . Verso la mezzanotte la luna tramonto` lasciando la jungla nella piu` perfetta oscurita` . Proprio allora Punthy abbaio` tre volte . Qualcuno s' avvicina , mormoro` Kammamuri . Punthy l' ha udito . Entro` nella stanza di Tremal Naik . Questi dormiva profondamente e in sogno parlava dell' infelice Ada . Punthy fece udire tre altre volte un sordo ringhio e si slancio` verso la porta mostrando i denti . Anche la tigre udi` qualche cosa , poiche` fece udire un sordo brontolio . Kammamuri , dopo di essersi munito di un paio di pistole , ando` a spiare a tutte le finestrine ma senza essere capace di veder nulla , ne` di udire nulla . Ebbe per un istante l' idea di sparare una pistolettata per ispaventare colui o coloro che ardivano avvicinarsi alla capanna , ma per non svegliare Tremal Naik e per la tema che questi volesse slanciarsi all' aperto , si trattenne . Qualche ora dopo , mentre passava dinanzi ad un pertugio , gli sembro` di vedere , al sud , una striscia di fuoco e di udire un leggiero sibilo , seguito da una sorda detonazione , ma non ne seppe di piu` . Quale mistero , mormoro` egli , tremando di terrore . Se questa notte non succedono malanni , e` segno che Siva e Brahma ci proteggono . Rimase sveglio parecchie ore , poi cedendo alla fatica ed al sonno s' addormento` . Ne` il cane ne` la tigre diedero alcun altro segnale durante il resto della notte . Al mattino , ansioso di sapere qualche cosa , si affretto` ad uscire . Cio` che prima colpi` i suoi sguardi , fu un pugnale infisso per terra , a pochi passi dalla capanna , e che tratteneva una carta azzurrina . Oh ! esclamo` egli , indietreggiando . Qualcuno adunque ha osato spingersi qui ? ... S' avvicino` con precauzione e quasi con ripugnanza a quelli oggetti e tremando li raccolse . Il pugnale era di acciaio brunito , d' un metallo che lasciava vedere le venature , d' una forma particolare e con delle strane incisioni sulla lama . Apri` la carta e vi scorse disegnato un serpente colla testa di donna I' emblema misterioso degli indiani di Raimangal , e sotto alcune righe d' una scrittura rossa . Cosa significano queste righe ? si chiese il maharatto . Qui sotto c' e` un mistero , che il padrone svelera` . Fece accovacciare Darma e Punthy e corse da Tremal Naik . Lo trovo` seduto dinanzi ad una delle finestre , colla testa fra le mani e lo sguardo triste , volto verso i nebbiosi orizzonti del sud . Padrone , disse il maharatto . Cosa vuoi ? chiese l' indiano con voce sorda . Lascia i pensieri e guarda questi oggetti . Vi e` un mistero da decifrare . Tremal Naik si volse come a gran fatica . Una contrazione nervosa altero` i tratti del suo volto , nel mirare il pugnale che Kammamuri gli mostrava . Cos' e` ? chiese egli , rabbrividendo . Chi ti ha dato quell' arma ? L' ho trovata dinanzi alla capanna . Leggi questa lettera , padrone . Tremal Naik gliela strappo` vivamente di mano , gettandovi sopra un avido sguardo . Ecco quanto lesse : Tremal Naik La misteriosa divinita` che impera tremenda su tutta quanta l' India , t' invia il pugnale della morte . Basta una scalfittura della sua punta avvelenata , perche` tu scenda nella tomba . Tremal Naik , tu devi scomparire dalla superficie della terra : la divinita` lo vuole . Solo a questo prezzo puoi arrestare la folgore che sta per piombare sul capo di colei che fu condannata . Questa sera , al calar del sole , Manciadi attende il tuo cadavere . Suyodhana . Tremal Naik nel leggere la lettera era diventato pallido . Che ? ... esclamo` egli . La mia vita ! ... La mia vita per arrestare la folgore che sta per piombare sul capo di colei che fu condannata ! ... Cosa significa questa minaccia ? Morire ? Io ! Padrone , mormoro` Kammamuri , che tremava in tutte le fibre . Corriamo un gran pericolo , lo sento . Non aver paura , Kammamuri , disse Tremal Naik . I miserabili cercano di spaventarci , ma io sfido la misteriosa divinita` che impera tremenda su tutta l' India . Ah ! Essi vogliono la mia vita ? La loro divinita` mi comanda di scendere nella tomba e m' invia il pugnale ! Tremal Naik non sara` cosi` stupido da servirsene , ne` ... S' arresto` di botto . Un pensiero terribile gli era balenato nella mente . Torno` a guardare la lettera . Uno stupore doloroso si dipinse sul suo volto . Grande Siva ! esclamo` con voce soffocata . Una folgore sta per piombare su colei che fu condannata ! ... Kammamuri ! Padrone ? Una donna fu condannata ... Se fosse ... Chi ? padrone , chi ? ... L' hanno in loro mano ... Ma chi ? ... Ada ! esclamo` con accento straziante l' indiano . Oh ! mia povera Ada ! ... Kammamuri ! ... Kammamuri ! ... Tremal Naik si slancio` come un pazzo fuori della capanna e rientro` orribilmente trasfigurato . Padrone , e` impossibile che l' uccidano , disse Kammamuri . E se fosse vero ? E se quei mostri la uccidessero ? Orrore ! orrore ! ... Siva , oh mio dio , veglia su di lei ! Veglia sulla mia povera Ada ! Un singhiozzo lacero` il petto del cacciatore di serpenti . Cosa fare ? balbetto` egli fuori di se` . Si` , lo sento , i mostri l' hanno condannata ... non vogliono che ella ami alcun mortale ... uno di noi bisogna che muoia . Ma no , non voglio che ella muoia , cosi` giovane , cosi` bella ! ... E dovro` io adunque morire ? Mai , mai , e` impossibile , l' amo troppo per scendere nella tomba senza averla prima veduta un' ultima volta , senza dirle che io muoio per lei . Tremal Naik si contorse come un serpe , afferrandosi il capo fra le mani . D' improvviso scatto` in piedi come una tigre che sta per avventarsi sulla preda . Un sinistro lampo guizzava nei suoi occhi . L' ora della vendetta e` suonata ! diss' egli con intraducibile accento . Ada , io vengo ! ... A me , Darma ! La tigre d' un balzo fu alla porta della capanna , facendo udire il suo formidabile mugoli`o . Tremal Naik , strappata da un chiodo una carabina , stava per uscire , quando Kammamuri l' arresto` . Dove vai , padrone ? gli chiese egli , abbrancandolo a mezzo corpo . A Raimangal per salvarla prima che me la uccidano . Ma non sai che laggiu` v' e` la morte ? Non sai che a Raimangal vi sono forse mille di quegli uomini , che bramano il tuo sangue ? Tu ti perdi , padrone , e forse uccidi colei che tu ami , credendo di salvarla . Io ! ... Ma si` , padrone , tu la uccidi . Al primo tuo apparire , la folgore scoppiera` ed abbattera` quella donna . Gran dio ! Calmati , padrone , ascoltami . Lascia fare a me e vedrai che noi sapremo tutto . Chissa` , forse quegli uomini hanno voluto solamente spaventarti . Tremal Naik lo guardo` come trasognato . Forse Kammamuri aveva ragione . L' ora non e` ancora giunta per recarsi nell' isola maledetta , ne` tu sei ancora tanto forte per lottare contro di loro , continuo` il maharatto . Essi vogliono il tuo cadavere , hanno scritto ; ebbene , essi lo avranno . ma sara` un cadavere che respirera` ancora e che saltera` alla gola dell' assassino del povero Aghur . Lascia che io ti guidi , padrone ; i maharatti sono furbi , tu lo sai . Cosa vuoi dire ? chiese Tremal Naik , che a poco a poco si arrendeva . Voglio dire che a noi occorre un uomo che confessi ogni cosa , per sapere cio` che si dovra` fare . Se sara` necessario , domani partiremo per Raimangal . Ci occorre un uomo ? Si` , padrone , e quest' uomo sara` Manciadi . Ascoltami con attenzione . Questa sera , al calare del sole , io ti portero` nella jungla e tu fingerai di essere morto . Io e Darma ci imboscheremo a pochi passi da te , onde non ti accada disgrazia . Arriva il brigante che assassino` Aghur ; noi ci lanciamo su di lui e lo facciamo prigioniero . M' incarico io di fargli confessare il luogo dove nascondono la donna che tu ami e farlo parlare sul numero e sui mezzi dei nostri nemici . Tremal Naik prese le mani del maharatto e le strinse affettuosamente . Rimarrai ? chiese Kammamuri , con gioia . Si` , rimarro` disse Tremal Naik , emettendo un profondo sospiro . Ma domani , sia pure solo , andro` a Raimangal . Sento che un pericolo minaccia Ada . No solo , disse Kammamuri . Io e Darma ti accompagneremo . Ora calma ed occhi bene aperti : questa sera avremo in nostra mano Manciadi . Kammamuri lascio` il padrone che si era seduto sulla soglia della porta , in preda a mille angoscie ed a tetri pensieri , e si reco` al fiume ad armare il canotto . Durante la giornata nulla accadde di nuovo . Kammamuri si reco` parecchie volte nella jungla , armato sino ai denti , sperando di scorgere qualcuno , forse lo stesso Manciadi , ma non vide anima viva , ne` udi` alcun segnale o rumore . Alle sette il sole radeva l' orizzonte occidentale . Era il momento d' agire . Padrone , disse il maharatto , che si stropicciava allegramente le mani , non perdiamo tempo . Proprio in quel momento , al sud , echeggio` il ramsinga . La canaglia si avvicina , disse Kammamuri . Animo , padrone , io ti porto nella jungla . Non una parola , non il piu` piccolo movimento se non vuoi mandare a male l' imboscata . Appena l' assassino compare , la tigre lo atterrera` . Afferro` il padrone , se lo carico` sulle spalle dopo di avergli cacciato sotto l' ampia fascia un paio di pistole e si diresse , barcollando , verso la jungla . Il sole spariva dietro le gigantesche piantagioni dell' occidente , quando giunse ai primi bambu` . Depose Tremal Naik , che conservava l' immobilita` di un cadavere , fra le erbe , poi curvandosi su di lui : Padrone , non un movimento , gli disse . Appena la tigre si slanciera` su Manciadi , sorgi e tura la bocca al miserabile . Forse vi sono degli altri indiani nei dintorni . Lascia fare a me , bisbiglio` Tremal Naik . Tutto passera` liscio . Kammamuri s' allontano` , colla testa china sul petto , come un uomo addolorato . Quando giunse alla capanna un secondo squillo di tromba echeggiava fra i bambu` spinosi della jungla . E` ancora lontano Manciadi , diss' egli . Tutto va bene . Entro` nella capanna s' armo` di pistole e d' un coltellaccio , poi usci` guardando attentamente verso il fiume e verso la jungla . Darma , seguimi diss' egli . La tigre con un salto lo raggiunse e tutti e due si slanciarono a rompicollo verso il sud , nascosti da una piccola piantagione di mussenda e di indaco . In meno di cinque minuti raggiunsero i bambu` e s' imboscarono a sette od otto passi da Tremal Naik . Un terzo squillo di tromba , ma piu` vicino , ruppe il profondo silenzio che regnava nelle Sunderbunds . Buono , mormoro` Kammamuri , impugnando una delle due pistole . Il miserabile ci sta vicino . Guardo` il padrone . Pareva un vero cadavere : era coricato su di un fianco , colla testa nascosta sotto un braccio . Avrebbe ingannato anche un marabu` , anche uno sciacallo . D' un tratto un magnifico pavone si alzo` fra i bambu` , volando via rapidamente . Kammamuri passo` una mano sulla tigre che fiutava l' aria ed agitava la coda a mo' dei gatti . Non muoverti , Darma , le sussurro` . Un secondo pavone s' alzo` emettendo un grido di spavento . Manciadi si avvicinava strisciando come un serpe , senza produrre il piu` piccolo rumore . Forse temeva di cadere in un' imboscata e s' avanzava con mille cautele . Kammamuri s' alzo` sulle ginocchia , tendendo la mano armata di pistola . La` , di faccia , scorse i bambu` a muoversi impercettibilmente , poi uscirono due mani ed infine una testa d' un giallo lucente . Kammamuri senti` la fronte imperlarsi d' un freddo sudore . Quella testa era di Manciadi , l' assassino del povero Aghur . Darma , mormoro` . La tigre si era alzata raccogliendosi su se stessa ; non aspettava che il comando per avventarsi . Manciadi guardo` Tremal Naik con due occhi che mandavano cupi lampi e diede in un orribile scroscio di risa . Il cacciatore di serpenti non si mosse . L' indiano allora usci` dai bambu` , col laccio in mano , e fece alcuni passi verso il finto cadavere . Darma , afferralo ! esclamo` Kammamuri , saltando in piedi . La tigre fece un balzo di quindici passi e piombo` come un fulmine sull' assassino , che fu violentemente atterrato . Tremal Naik rialzandosi si scaglio` su di lui e con un formidabile pugno lo stordi` . Tieni saldo padrone ! grido` il maharatto , accorrendo . Fracassagli una gamba per impedirgli di muoversi . E` inutile , Kammamuri , disse Tremal Naik , trattenendo la tigre . L' ho mezzo accoppato . Infatti l' indiano , colpito in fronte dal pugno d' acciaio del cacciatore di serpenti , non dava piu` segno di vita . La` , cosi` va bene , disse Kammamuri . Ora lo faremo parlare . Non uscira` vivo dalle nostre mani , te lo giuro , padrone , e Aghur sara` vendicato . Non parlare cosi` forte , Kammamuri , mormoro` Tremal Naik , tornando ad allontanare la tigre che voleva sbranare il prigioniero . Credi che vi sieno degli altri indiani nei dintorni ? Potrebbero esservi . Orsu` , il cielo si oscura rapidamente e minaccia un uragano . Portiamolo nella capanna . Kammamuri prese per le gambe Manciadi , Tremal Naik lo afferro` pei polsi e partirono correndo , nel mentre che giganteschi nuvoloni neri s' alzavano con rapidita` vertiginosa , dal sud . Pochi minuti dopo giungevano alla capanna sbarrando la porta dietro di loro . XIII . La tortura . Il piu` era fatto . Non restava ora che a far parlare il prigioniero , cosa non tanto facile essendo gl' indiani piu` cocciuti delle pelli rosse dell' America . Pero` , i due cacciatori di serpenti possedevano dei mezzi potenti per far sciogliere la lingua anche ad un muto . Disteso il prigioniero in mezzo alla capanna , accesero a poca distanza dai suoi piedi un gran fuoco , ed attesero pazientemente che ritornasse in se` , per cominciare la prova . Non corse molto tempo che l' indiano diede segno d' essere ancora vivo . Il petto gli si sollevo` impetuosamente dilatandosi , agito` le membra , si scosse e finalmente apri` gli occhi fissandoli sul cacciatore di serpenti che stavagli curvato sopra . Tosto una profonda meraviglia si dipinse sul suo volto e subito dopo i suoi lineamenti si alterarono dimostrando dispetto , terrore e rabbia . Le sue dita si contrassero rigando colle unghie il terreno e un sogghigno feroce sfioro` le sue labbra , mostrando due file di denti aguzzi come quelli di una tigre . Dove sono ? chiese egli con voce sorda . Tremal Naik avvicino` il volto a quello di lui . Mi riconosci ? gli chiese , frenando a gran pena l' ira che bollivagli nel petto . Mi riconosci ? Se non m' inganno , tu sei l' uomo che dovevo strozzare , disse . Che stupido che fui , a lasciarmi prendere . Non ti sembra che l' agguato sia riuscito bene ? Non lo nego . Doveva aspettarmelo . Tremi dinanzi a me ? Io tremare ! esclamo` lo strangolatore , sorridendo . Manciadi non ha paura che di Kali` . Kali` ! Chi e` questa Kali` ? Io l' ho udito ancora questo nome . Si` , l' hai udito la notte che cadesti sotto il pugnale di Suyodhana . Ah ! ... ah ! . . che bel colpo fu quello ! ... Tanto bello che sono ancora vivo . E` una disgrazia che tu sia vivo . E` vero , disse Tremal Naik , con ironia . Se fossi sceso sotto terra , non ritornerei a Raimangal a sterminare gli assassini . Un sogghigno contorse le labbra dello strangolatore . Tu non conosci Suyodhana , diss' egli . Lo conoscero` , Manciadi , te lo prometto e forse prima di domani a sera . Devo crederti ? Devi credermi ; Tremal Naik e` un uomo di parola . Ah ! ah ! fe` Manciadi . Non farai un passo verso le coste di Raimangal , che avrai cento lacci al collo . Lasciamo Suyodhana ed i lacci , ora , parliamo di cose piu` importanti . Come vuoi . Bada pero` , Manciadi , che se non dici la verita` , ti faccio soffrire mille torture . Manciadi e` forte . Lo dirai piu` tardi . Ascoltami e rispondi e tu Kammamuri riattizza il fuoco che forse ne avremo bisogno . Un fremito passo` sul volto giallognolo di Manciadi , egli fisso` angosciosamente le vampe che s' alzavano e s' abbassavano , illuminando bizzarramente le affumicate pareti della capanna . Manciadi , prosegui` Tremal Naik , chi e` questa divinita` che tu chiami Kali` e che esige tante vittime ? Non parlero` . Cominci male , Manciadi . Mi costringerai a torturarti . Manciadi e` forte . Passiamo ad altro . A me occorre sapere quanti uomini si trovano a Raimangal . Lo ignoro io stesso . So che sono molti e che obbediscono tutti a Suyodhana , nostro capo . Manciadi , conosci tu la vergine della pagoda sacra ? E chi non la conosce ? Bene , parlami di Ada Corishant . Un lampo di gioia feroce guizzo` negli occhi di Manciadi . Parlarti di Ada Corishant ! esclamo` egli , ghignando . Giammai ! Manciadi ! disse Tremal Naik , furente . Bada che ti faro` soffrire mille torture se ti ostini a tacere . Dove trovasi Ada Corishant ? Chissa` ! Forse a Raimangal , forse al nord del Bengala , forse in mare . Forse e` ancora viva e forse e` agonizzante . Tremal Naik emise un grido di rabbia . Forse agonizzante ! esclamo` , mordendosi le mani . Tu sai qualche cosa . Oh ! parlerai , si` parlerai , dovessi abbruciarti le gambe . Abbruciami anche le braccia fino alle spalle , Manciadi non parlera` . Lo giuro sulla mia dea . Ma , miserabile , non hai mai amato tu , adunque ? Non ho amato che la mia dea e il mio fedele laccio . Odimi , Manciadi ! grido` Tremal Naik fuori di se` . Io ti liberero` , io ti daro` fino all' ultima rupia che posseggo , ti daro` tutte le mie armi , diventero` se vuoi tuo schiavo , ma dimmi dove si trova la povera Ada , se e` viva o morta , dimmi , se v' e` speranza di salvarla . Ho sofferto atrocemente , Manciadi , non farmi soffrire di piu` , non uccidermi . Parla , o ti faccio a brani coi miei denti ! Manciadi rimase muto , guardandolo cupamente . Ma parla , mostruosa creatura , parla ! urlo` Tremal Naik . No ! ... esclamo` l' indiano con incrollabile fermezza . Non uscira` una parola dalla mia bocca . Ma hai un cuore di ferro , tu ? Si` , di ferro e ricolmo d' odio . Per l' ultima volta , parla , Manciadi ! Giammai ! giammai ! Tremal Naik gli torse i polsi . Miserabile ! gli urlo` agli orecchi . Ti uccido . Uccidimi , ma non parlero` . Kammamuri , a me ! Afferro` il prigioniero per le braccia e lo scaglio` violentemente a terra . Il maharatto prese i piedi e li avvicino` alla fiamma . La dura pelle delle piante s' anneri` al contatto dei carboni ardenti e scoppietto` . Un nauseante odor di bruciaticcio si sparse per la capanna . Manciadi trabalzo` mugolando come una tigre ed i suoi occhi si iniettarono di sangue Tieni fermo , Kammamuri , disse Tremal Naik . Un urlo straziante irruppe dal petto del torturato . Basta ... basta , ripete` egli con voce strozzata . Parlerai ? gli chiese Tremal Naik . Manciadi digrigno` i denti poi si morse le labbra e ferocemente nego` , quantunque il fuoco continuasse a mordergli e calcinargli le carni . Passarono ancora due o tre secondi . Un secondo urlo , ancor piu` straziante del primo , gli usci` dalle labbra . Basta ! ... rantolo` . E` troppo ! ... Parlerai ora ? Si` ... parlero` ... basta ... Aiuto ! ... Tremal Naik con una violenta strappata lo allontano` dal braciere . Parla , miserabile ! gli grido` . Manciadi lo guardo` in volto con due occhi che facevano paura . Con uno sforzo disperato s' alzo` a sedere , ma ricadde mandando un rauco gemito e rimase immobile colla faccia orribilmente sconvolta per lo spasimo e la bocca contorta . E` morto ? chiese Kammamuri spaventato . No , non e` che svenuto , rispose Tremal Naik . Bisogna andar cauti , padrone . Se ci muore prima che abbia confessato , e` una grande disgrazia . Non morra` cosi` presto , te l' assicuro . Parlera` ? Bisogna che parli . Hai udito tu , che Ada e` forse agonizzante ? Bisogna che sappia tutto , dovessi estrargli tutto il sangue dalle sue vene a goccia , a goccia . Non credere , padrone . Il miserabile puo` avere mentito . Siva voglia che sia cosi` . Se la mia Ada muore , sento che non le sopravvivero` Guarda che destino crudele ! Amarla , essere riamato e non poterla far mia . Oh ! ma lo sara` , lo giuro su tutte le divinita` dell' India . Calma , padrone . Ecco che il nostro uomo comincia a dar segno di vita . Lo strangolatore ritornava in se` . Un fremito scosse le sue membra che sembravano irrigidite , alzo` lentamente la testa rigata da grosse goccie di sudore , i suoi lineamenti poco prima orribilmente alterati si ricomposero e finalmente apri` gli occhi fissandoli sul cacciatore di serpenti . Apri` la bocca come se volesse parlare , ma la lingua non emise suono alcuno ; solamente un sordo brontoli`o , una specie di gemito soffocato , gli risuono` in fondo alla gola . Manciadi , parla ! disse Tremal Naik . Il torturato non rispose . Vedi quel fuoco ? Se tu non sciogli la lingua , ricomincio le torture Parlare ? ruggi` Manciadi . Mi hai ... rovinato ... non potro` piu` camminare ... Uccidimi se vuoi ... ma non parlero` . Manciadi non irritarmi , perche` non avro` pieta` alcuna . Ti odio ... ma la tua Ada ... la donna che tu ami ... morra` ! ... Quale gioia , al pensare ... che provera` i miei stessi tormenti ... Mi pare di udire le sue urla ... guardala la` ... legata sulla fiammeggiante pira ... Suyodhana sogghigna ... i thugs le danzano intorno ... Kali` sorride ... Ecco le fiamme che l' avvolgono ... Ah ! ah ! ah ! ... Il miserabile proruppe in un satanico scroscio di risa , a cui fece eco il primo tuonar della folgore , che scosse la capanna fino alle fondamenta . Tremal Naik si getto` , come un forsennato , sull' indiano . Tu menti , urlo` . Non e` possibile ! non e` possibile ! E` vero ... la tua Ada sara` bruciata ... Dimmi tutto ! lo voglio , te lo comando ! Mai ! Tremal Naik , pazzo d' ira e di disperazione , torno` ad afferrarlo per trascinarlo accanto al fuoco . Kammamuri intervenne . Padrone , gli disse arrestandolo , quest' uomo non puo` subire una seconda tortura e morra` . Il fuoco e` insufficiente a farlo parlare , proviamo il ferro . Cosa vuoi dire ! Lascia fare a me ; parlera` , lo vedrai . Il maharatto passo` nella stanza attigua e poco dopo ricomparve portando una specie di trapano alla cui estremita` aveva applicato due spiragli opposti , d' acciaio temperato , con due punte , lontane l' una dall' altra , un centimetro . Cos' e` quella roba li` ? chiese Tremal Naik . Un cava stoppacci , rispose il maharatto . Ora mi vedrai adoperarlo e ti giuro che nessun uomo , per quanto sia forte e caparbio , puo` resistere a simile prova . I maharatti se ne intendono . Afferro` il piede dritto del prigioniero e applico` sul pollice le due punte dello spirale . Attento , Manciadi , che incomincio . Le due spirali si sprofondarono nelle carni . Il maharatto guardo` in volto il torturato , tutto coperto di un gelido sudore . Debbo continuare ? gli chiese . Manciadi die` in un sussulto . Kammamuri riprese la tortura . Il torturato , scosso da una terribile commozione , mando` un urlo disperato . Confessa o proseguo , disse il maharatto . No ... non proseguire ... Confesso tutto ... Lo sapeva io che tu avresti parlato . Spicciati , se non vuoi che ricominci sull' altro piede . Dov' e` la vergine della pagoda sacra ? Nei ... sotterranei , mormoro` con voce semi spenta Manciadi . Giurami sulla tua divinita` che non c' inganni . Lo ... giuro ... su ... Kali` . Avanti ora . Qual pericolo corre ? Di' , su , tutto . M' avevano ordinato ... Ah ! cani ... Tira avanti . Una condanna pesa ... su Ada ... Kali` l' ha dannata a morire ... Il tuo padrone l' ama ... essa lo riama ... Ebbene , uno dei due ... bisogna che muoia . M' avevano qui ... mandato per assassinarlo ... Ho mancato al colpo ... Avanti ! Avanti ! esclamo` Tremal Naik , che non perdeva una sillaba . Non mi vedranno ... indovineranno la sorte che ... mi e` toccata ... sapranno che tu ... sei ancor vivo ... Ebbene , uno dei due ... bisogna che muoia ... Ada e` in loro ... mano ... morra` ... abbruciata ... Kali` l' ha condannata . Orrore ! Ma io la salvero` ! ... Un sorriso ironico agito` le labbra del torturato . I thugs sono ... potenti , balbetto` . Ma Tremal Naik sara` piu` potente di loro . Odimi , Manciadi . Io so che il banian sacro conduce nei sotterranei ; e` d' uopo che sappia il segreto per scendere . Ho parlato ... troppo . Puoi uccidermi , giacche` ... sono agonizzante ... ma non ... diro` altro . Lasciami morire ... Devo ricominciare ? chiese Kammamuri . So quanto mi occorre , disse Tremal Naik . Parto ! Questa istessa notte ? Non hai udito tu ? ... Domani potrebbe essere troppo tardi . La notte e` oscura e tempestosa . Tanto meglio ; approdero` senz' essere veduto . Padrone , andare a Raimangal e` come andare incontro alla morte . In questa notte , Kammamuri , non m' arresteranno nemmeno i fulmini del cielo . Darma ! La tigre . che stava accovacciata nella stanza attigua , s' alzo` mugolando e venne a collocarsi vicino al padrone . Andiamo al canotto , buona bestia , e prepara i tuoi artigli . Ed io , padrone , cosa devo fare ? chiese Kammamuri . Tremal Naik penso` alcuni istanti , poi disse : Quell' uomo e` ancora vivo e probabilmente non morra` ; veglierai su di lui . Chissa` , forse potrebbe esserci ancora utile . E vuoi partire senza di me ? Tu lo vedi , non puoi seguirmi . Se lasciamo solo quell' uomo , domani sara` morto . Ti attendo al canotto . Tremal Naik s' armo` della carabina , delle pistole e del coltellaccio , si muni` di un' ampia provvista di polvere e di palle ed usci` a rapidi passi . La tigre gli si mise dietro balzando a destra ed a manca , mescendo i suoi ruggiti agli urli del vento e al rombo dei tuoni . La notte non e` buona , disse Tremal Naik , guardando le tempestose nubi , ma nulla m' arrestera` . Ah ! potessi giungere in tempo da salvarla . Povera Ada ! D' un tratto una secca detonazione giunse ai suoi orecchi , seguita dall' abbaiar lugubre di Punthy . Cos' e` ? si chiese Tremal Naik , sorpreso . Guardo` verso la capanna e scorse Kammamuri che gli veniva incontro correndo . Era armato fino ai denti e sulle spalle portava i remi del canotto . Cos' e` successo ? chiese il cacciatore di serpenti . Kammamuri ha vendicato Aghur , rispose il maharatto . Hai ucciso Manciadi , forse ? Si` , padrone , con una pistolettata . Quell' uomo ci era d' impiccio ; ora almeno potro` seguirti . Kammamuri , sai che forse non ritorneremo mai piu` nella jungla ? Lo so , padrone . Sai che a Raimangal ci attende la morte ? Lo so , padrone . Tu vai a sfidarla per salvare la donna che tu ami ed io ti seguo . Meglio morire al tuo fianco che solo nella jungla . Ebbene , mio prode Kammamuri , seguimi ! Punthy vegliera` sulla nostra capanna . XIV . A Raimangal . Come aveva detto il maharatto , la notte era tempestosa . Enormi masse di vapori s' erano alzate dal sud e correvano disordinatamente per la volta celeste , accavallandosi come le onde del mare . Frequenti colpi di vento si lanciavano attraverso le deserte Sunderbunds , curvando con mille gemiti le immense piantagioni di bambu` , strappando le deboli canne che volavano per l' aria assieme a bande di marabu` e di pavoni che gettavano grida disperate . Di quando in quando poi , un lampo livido , abbagliante , rompeva le tenebre , mostrando quel caos di vegetali contorti ed atterrati , seguito poco dopo da un formidabile scroscio che si ripercuoteva fino alle rive del golfo del Bengala . Non pioveva , ma le cateratte del cielo non dovevano tardare ad aprirsi . I due indiani e la tigre in pochi minuti guadagnarono la riva del Mangal , le cui acque , ingrossate da qualche acquazzone , scorrevano con maggiore rapidita` , trascinando ammassi di bambu` strappati probabilmente alle Sunderbunds del settentrione e gran numero di tronchi d' albero . Stettero alcuni minuti nascosti fra i canneti , aspettando che un lampo rischiarasse la riva opposta , poi , certi di non essere spiati , s' affrettarono a scendere la riva ed a spingere in acqua il canotto . Padrone , disse Kammamuri , mentre Tremal Naik vi balzava dentro . Credi tu che incontreremo degli indiani lungo il fiume o nei dintorni di Raimangal ? Ne sono certo ma cosa importa ? Questa notte mi sento tanto forte da cozzare contro un esercito di mille uomini . La passione che m' arde in petto , mi dara` la forza necessaria per vincere e superare ogni ostacolo . Lo so , padrone , ma bisogna agire con prudenza . Se ci scorgono daranno l' allarme e ci impediranno di sbarcare . E come vorresti fare ? Ingannarli . Come ? Lascia fare a me ; passeremo senz' essere veduti . Il maharatto riguadagno` la riva , abbatte` un considerevole numero di bambu` lunghi non meno di quindici metri e copri` accuratamente il canotto , in modo da farlo sembrare un ammasso di canne in bali`a della corrente . Fa oscuro , diss' egli nascondendovisi sotto con Tremal Naik e Darma . Gl' indiani non sospetteranno che sotto le canne v' e` un canotto e che il canotto porta due uomini ed una belva . Presto , Kammamuri , spingiamoci al largo , disse Tremal Naik che fremeva d' impazienza . Ogni minuto che scorre , e` per me un colpo di pugnale al cuore ed io tremo tutto pensando al gran pericolo che corre Ada . Credi tu , maharatto , che noi arriveremo a salvarla ? Lo credo , padrone , rispose Kammamuri , spingendo il canotto in mezzo alla corrente . Forse quegli uomini sperano che il miserabile abbia compiuto il delitto . E se noi arrivassimo tardi ? ... Grande Siva , qual terribile colpo ! Io non sopravviverei , lo sento , alla catastrofe . Calma , padrone . Chissa` , forse Manciadi ha esagerato . Possa essere vero . Mia povera Ada , potessi ancora rivederti . Zitto , padrone ; parlare e` imprudente . E` vero , Kammamuri : silenzio . Tremal Naik si sdraio` a prua a fianco della tigre e Kammamuri a poppa , col remo in mano , cercando di dirigere il canotto . L' uragano allora raddoppiava di violenza e alla notte oscura era successa una notte di fuoco . Il vento ruggiva tremendamente nella jungla , curvando con mille gemiti e mille scricchiolii i giganteschi vegetali e torcendo in mille guise i cento tronchi dei banian , i rami dei palmizi tara , dei latania , dei pipal e dei giacchieri , e fra le nubi scrosciava incessantemente la folgore che veniva giu` , descrivendo abbaglianti zig zag . Il canotto trascinato dal vento e dalla corrente straordinariamente gonfia , filava come una freccia , dondolandosi spaventosamente fra i gorghi , cozzando e tornando a cozzare contro le molteplici isolette e contro la moltitudine d' alberi che andavano disordinatamente alla deriva . Kammamuri si sforzava , ma invano , di mantenerlo sulla buona via e Tremal Naik cercava di calmare la tigre , la quale , spaventata da tutti quei fragori e da quell' abbagliante chiarore , ruggiva ferocemente , lanciandosi dall' uno all' altro bordo della imbarcazione con grande pericolo di rovesciarla . Alle dieci di sera Kammamuri segnalo` un gran fuoco che ardeva sulla riva del fiume a meno di trecento passi dalla prua del canotto . Non aveva ancora terminato di parlare , che si udi` il ramsinga suonare tre volte e su tre diversi toni . Allerta , padrone ! grido` , dominando colla voce tutti quei formidabili fragori . Scorgi nessuno ? chiese Tremal Naik , tenendo stretta pel collo la tigre colla mano sinistra e impugnando colla destra una pistola . No , padrone , ma il fuoco fu certamente acceso per vedere chi va o viene . Stiamo in guardia ; il ramsinga ha segnalato qualche cosa . Prendi la carabina . Forse daremo battaglia . Il canotto s' avvicinava rapidamente al fuoco , il quale bruciava un ammasso di bambu` secchi , rischiarando come in pieno giorno le due rive del fiume . Padrone , guarda ! disse d' un tratto Kammamuri . Zitto ! bisbiglio` Tremal Naik , serrando la bocca alla tigre . Due indiani si erano improvvisamente lanciati fuori da un cespuglio di mussenda . Portavano il laccio attorno al corpo e tenevano una carabina in mano . Sui loro petti , si scorgeva distintamente il serpente azzurro colla testa di donna . Guarda laggiu` ! grido` uno di essi . Vedi ? Si` , rispose l' altro . E` un ammasso di canne che va alla deriva . Lo credi ? E perche` no ? Temo che nasconda qualche cosa . Non vedo nulla sotto . Taci ! ... To' . Mi sembro` di avere udito ... Un ruggito , vuoi dire ? Precisamente . Che ci sia una tigre la` in mezzo ? Buon viaggio . Adagio , Huka . L' uomo che Manciadi deve strangolare ha una tigre . Questo non lo sapeva . E vuoi tu , che la` sotto ci sia il nostro uomo colla sua bestia ? Potrebbe darsi . Quell' uomo e` astuto ed audace . Cosa conti di fare ? Scovarlo con un colpo di carabina . Mira molto basso . Kammamuri e Tremal Naik avevano udito distintamente il dialogo . Vedendo i due indiani alzare le carabine , si gettarono prontamente nel fondo del canotto . Non rispondere , padrone , disse il maharatto , o siamo perduti . Due colpi di carabina rintronarono forando i bambu` . La tigre fece un salto emettendo un furioso miagoli`o . Ferma , Darma ! disse Tremal Naik , rovesciandola . Che la dea mi fulmini ! grido` uno dei due indiani . E` lui . Da' il segnale , Huka ! comando` l' altro . Ah ! miserabile ! Qualche cosa di lampeggiante brillo` al disopra del canotto seguito da uno scroscio formidabile che soffoco` l' acuta nota del ramsinga . Tremal Naik e Kammamuri , che si erano alzati , furono violentemente atterrati mentre la tigre gettava un secondo miagoli`o ancor piu` furioso del primo . Padrone ! esclamo` Kammamuri . La folgore ! Tremal Naik , ancora istupidito dall' influenza della scarica elettrica s' alzo` ginocchioni . Un grido di rabbia gli sfuggi` . Maledizione ! ... Abbruciamo ! Infatti i bambu` , percossi dalla folgore , avevano preso fuoco e abbruciavano rapidamente . Siamo perduti ! esclamo` Kammamuri . Nel fiume ! Nel fiume ! Non muoverti , se ti e` cara la vita . Tremal Naik prese fra le braccia l' ammasso di canne e con uno sforzo disperato le getto` nel fiume . E` lui ! grido` una voce . Fuoco ! Huka ! ... Due altre detonazioni rimbombarono . Tremal Naik udi` le palle fischiare ai suoi orecchi . Da' il segnale , Huka ! Siamo perduti , padrone ! grido` Kammamuri . Non muoverti , disse Tremal Naik . Afferra la tigre . Si slancio` a poppa e miro` l' indiano Huka che accostava alle labbra il ramsinga . Lo scoppio della carabina fu accompagnato da un tonfo e da un grido . Huka , colpito in fronte dall' infallibile palla del cacciatore di serpenti , era precipitato nel fiume . Il suo compagno esito` un momento , poi fuggi` a rompicollo attraverso la jungla , suonando furiosamente il ramsinga che aveva raccolto da terra . Tremal Naik gli sparo` dietro una pistolettata , ma senza riuscire a colpirlo . Fallito ! grido` egli , gettando con collera l' arma . Siamo scoperti ! Cosa facciamo , padrone ? chiese Kammamuri . Mi pare che ogni speranza di approdare a Raimangal sia perduta ; il ramsinga mettera` in allarme tutti gl' indiani . Maledetta folgore ! ... Andiamo innanzi lo stesso , Kammamuri . Questa notte non ci arresteranno tutti gl' indiani delle Sunderbunds . Da' mano ai remi ed arranca con quanta forza hai ; forse arriveremo prima che i miserabili possano prepararsi a riceverci . Io terro` d' occhio le due rive del fiume e abbattero` quanti si mostrano a portata della mia carabina . Avanti ! Kammamuri voleva aggiungere qualche parola , forse qualche consiglio , ma Tremal Naik non gliene lascio` il tempo . Se hai paura , sbarca , gli disse . Io e la tigre andremo innanzi . Ti seguo , padrone , e Siva ci protegga . Afferro` i remi , si sedette a mezza barca e si mise a remigare con tutte le sue forze . Il canotto , sotto quella potente spinta , discese la fiumana con rapidita` vertiginosa , balzando sulle onde . Tremal Naik , caricata la carabina , si mise a poppa cogli occhi fissi sulle due rive . La tigre si era accovacciata ai suoi piedi e brontolava sordamente ad ogni baleno . Passarono dieci minuti . Le rive , che fuggivano rapidamente dinanzi agli occhi dei due indiani , erano coperte di bambu` che tuffavansi nella corrente e da rade palme tara , la maggior parte delle quali abbattute o spezzate dalla furia dell' uragano . D' un tratto Tremal Naik , che seguiva attentamente il corso del fiume scorse al sud un razzo elevarsi a grande altezza . Quantunque il vento continuasse a ruggire e la folgore a scrosciare , udi` distintamente lo scoppio . Un segnale forse ? mormoro` egli . Arranca , arranca Kammamuri ! Un secondo razzo si elevo` sulla riva opposta descrivendo una lunga parabola . Padrone ? interrogo` Kammamuri . Avanti , mio prode maharatto . Siamo stati segnalati . La mia Ada corre un pericolo : avanti ! Attenta , Darma : l' ora della pugna s' avvicina . Il fiume allora correva piu` rapido restringendosi a mo' di collo di bottiglia ; Tremal Naik s' accorse di essere vicino al cimitero galleggiante . Senza sapere il perche` , provo` un fremito . Adagio , Kammamuri . Sento che corriamo un pericolo . Il maharatto rallento` la battuta delle pagaie . Il canotto continuo` a filare ed entro` in mezzo al bacino , coperto dalla fitta volta dei tamarindi e dei manghieri . L' oscurita` divenne profonda , tanto che i due indiani non vedevano piu` lontano di cinque passi . Il canotto urto` contro la massa dei cadaveri , ed un tonfo , come di un corpo che s' inabissa , rispose al primo urto . Padrone , hai udito ? chiese Kammamuri . Si` , qualcuno si e` gettato in acqua . Tremal Naik si curvo` sul fiume per vedere se qualcuno s' avvicinava al canotto , ma nulla scorse . Il canotto per la seconda volta urto` . Qualcuno passa , disse una voce che giunse fino ai due indiani . Che sieno loro ? Oppure dei nostri ? L' appuntamento e` per la mezzanotte . Tremal Naik a quella parola mezzanotte provo` un colpo al cuore . Mezzanotte ! mormoro` , con voce tremante . L' appuntamento per la mezzanotte ! Quale sospetto ! Ola` ! grido` una di quelle voci . Chi passa ? Non rispondere , padrone , s' affretto` a dire Kammamuri . Al contrario , rispondero` . Bisogna che sappia tutto . Ti perdi . Chi parla ? chiese Tremal Naik . Chi passa ? domando` invece la voce . Indiani di Raimangal . Affrettate , che la mezzanotte non e` lontana . Cosa si fara` a mezzanotte ? La vergine della sacra pagoda sale sul rogo . Tremal Naik soffoco` un urlo che stava per sfuggirgli dalle labbra . Siva , Siva , abbi pieta` di lei ! mormoro` . Poi , dominando la sua commozione , chiese : Non e` morto , adunque , Tremal Naik ? No , fratello , poiche` Manciadi non e` ancora tornato . E la Vergine verra` abbruciata ? Si` , alla mezzanotte . Il rogo e` pronto e la fanciulla salira` nel paradiso di Kali` . Grazie , fratello , rispose con voce soffocata Tremal Naik . Una parola ancora . Hai udito il ramsinga ? No . Hai veduto Huka ? Si` , accanto al falo` . Sai dove si bruciera` la Vergine ? Nei sotterranei , mi pare . Si` , nella grande pagoda sotterranea . Affrettati che la mezzanotte non deve essere lontana . Addio , fratello . Arranca , Kammamuri , arranca ! ruggi` Tremal Naik . Ada ! mia povera Ada ! Un singhiozzo lacero` il suo petto e soffoco` la sua voce . Kammamuri afferro` i remi e si mise ad arrancare con disperata energia . Il canotto sfondo` violentemente la massa dei cadaveri ed usci` dalla parte opposta . Presto ! ... presto ! disse Tremal Naik , fuori di se` . A mezzanotte salira` il rogo ... Arranca , Kammamuri ! Il maharatto non aveva bisogno di essere eccitato . Arrancava cosi` furiosamente , che i muscoli minacciavano di fargli scoppiare la pelle . Il canotto attraverso` il bacino ed entro` rapido come un dardo nel fiume . Tosto apparve l' estrema punta di Raimangal col suo gigantesco banian i cui smisurati rami si contorcevano in mille guise sotto i possenti soffi della burrasca . Un lampo ruppe le tenebre mostrando la riva completamente deserta . Siva e` con noi ! esclamo` Kammamuri . Avanti , maharatto , avanti ! disse Tremal Naik , che s' era gettato a prora . Il canotto spinto innanzi a tutta velocita` s' areno` sulla sponda , uscendo d' un buon terzo dall' acqua . Tremal Naik , caricatosi in furia delle munizioni , Kammamuri e la tigre si slanciarono a terra , raggiungendo il tronco principale del banian sacro . Odi nulla ? chiese Tremal Naik . Nulla , disse Kammamuri . Gl' indiani sono tutti nel sotterraneo . Hai paura a seguirmi ? No , padrone , rispose con ferma voce il maharatto . Quando e` cosi` , scendiamo anche noi . La mia Ada o la morte ! S' aggrapparono ai colonnati e raggiunsero i rami superiori , avvicinandosi alla smezzata sommita` del tronco . La tigre con un salto solo li raggiunse . Tremal Naik guardo` giu` nella cavita` . Al chiarore dei lampi scorse delle tacche , che permettevano di discendere . Andiamo , mio prode maharatto . Io ti precedo . E si lascio` calare nel tronco , scendendo silenziosamente . Il maharatto e Darma lo seguirono da vicino . Cinque minuti dopo i due indiani e la tigre si trovavano nel sotterraneo , in una specie di pozzo semi circolare scavato nella viva roccia , sei metri sotto il livello delle Sunderbunds . XV . Nella pagoda sotterranea . Scesi senza aver destato l' allarme , nei sotterranei , non restava che cercare il gran tempio della dea Kali` , piombare improvvisamente sull' orda e rapire la vittima , approfittando della confusione e dello sgomento che avrebbe provocato la comparsa della tigre . Non era pero` facile guidarsi fra quella profonda oscurita` e fra i corridoi dell' mmenso sotterraneo . Ne` Tremal Naik , ne` il maharatto conoscevano la via , ne` sapevano in quale luogo fosse scavato il tempio . Tuttavia non erano uomini da dare indietro ne` da esitare un sol momento , quantunque mille e mille pericoli li minacciassero . Appoggiate le mani ai muri , cominciarono ad avanzare l' un dietro l' altro , tastando coi piedi il terreno , per non cadere in qualche apertura , e nel piu` profondo silenzio , non sapendo se erano soli e se qualche sentinella si trovasse vicina . In breve trovarono un' ampia apertura , una specie di porta , sulla cui soglia sostarono tendendo gli orecchi . Odi nessun rumore ? chiese con un filo di voce Tremal Naik al compagno . Nessuno , padrone , all' infuori dei tuoni . E` segno che il supplizio non e` cominciato . Lo credo , padrone . Gl' indiani praticano l' onugonum con grande strepito . Eppure il mio cuore batte come volesse spezzarsi . E` l' emozione , padrone . Credi tu che noi giungeremo alla pagoda ? E perche` no ? Temo di smarrirmi in questi corridoi . To' , si direbbe che in questo supremo istante , io ho paura . E` impossibile . Paura tu ! Eppure e` cosi` . Non so se sia la febbre o la profonda emozione che si e` impadronita di me . Coraggio , padrone , e andiamo innanzi adagio , adagio . Se qualcuno ci ode potrebbe dare l' allarme e far piombare su di noi tutti i misteriosi abitanti di queste tenebrose cavita` . Lo so , Kammamuri ; tieni la tigre . Tremal Naik poso` i piedi su di un gradino viscido e comincio` a discendere colle mani tese innanzi a se` , per non urtare contro qualche ostacolo , e gli occhi bene aperti . Dopo dieci gradini trovo` il piano di una galleria che s' abbassava dolcemente . Vedi nulla ? chiese a Kammamuri . Nulla ; mi pare di essere diventato cieco . Sara` questa , la via che conduce alla pagoda ? Non lo so , Kammamuri . Darei mezzo del mio sangue per accendere un po' di fuoco . Quale spaventevole situazione ! Avanti , padrone . Temo che la mezzanotte sia vicina . Tremal Naik senti` le carni raggrinzarsi e il cuore battere con veemenza furiosa . Orrore ! esclamo` con voce soffocata . La mezzanotte ! Zitto , padrone , potrebbero udirci . Tremal Naik ammutoli` soffocando un gemito e si slancio` risolutamente innanzi , brancolando come un ubriaco , cercando colle mani le pareti . Man mano che procedeva sentivasi preso da uno strano stordimento . Sentivasi il sangue sibilare agli orecchi , il cuore battere ognor piu` precipitosamente ed ardere . Vi erano dei momenti in cui gli sembrava di udire in lontananza delle voci , delle grida strazianti come di persone torturate , e che gli pareva di scorgere dei lumicini , delle fiammelle e persino delle ombre muoversi d' intorno e volteggiar fra le tenebre . Aveva abbandonato ogni prudenza e camminava rapidamente , a balzelloni , coi pugni chiusi , gli occhi sbarrati , in preda a una specie di delirio . Non udiva nemmeno la voce di Kammamuri , che lo supplicava di frenare la sua esaltazione . Per fortuna lo scrosciare delle folgori si ripercuoteva sempre sotto le cupe arcate , soffocando il rumore dei passi . D' improvviso il cacciatore di serpenti urto` contro un oggetto acuminato che gli traforo` la veste toccandogli le carni . S' arresto` di botto indietreggiando . Chi e` la` ? chiese egli con voce stridula , impugnando il coltellaccio e alzandolo . Cos' hai trovato ? domando` il maharatto , che si preparava ad avventare innanzi Darma . Qualcuno sta presso di noi , Kammamuri . Sta' in guardia . Hai visto qualche ombra ? No , ma fui urtato da una lancia . La punta mi tocco` il petto e per poco non mi feri` . Eppure Darma non da` segni d' inquietudine . Che mi sia ingannato ? Non e` possibile . Ritorniamo ? Giammai . Mezzanotte forse sta per iscoccare . Avanti , Kammamuri . Fece per slanciarsi innanzi e senti` la stessa punta acuta che gli penetro` , questa volta , nelle carni . Egli getto` una sorda imprecazione e allungo` la man dritta , afferrando una specie di lancia tesa orizzontalmente all' altezza del suo petto . Si provo` a tirar a se` , ma resistette ; tento` di torcerla ma non fu capace . Tremal Naik si lascio` sfuggire un' esclamazione di sorpresa . Cosa significa cio` ? mormoro` egli . Ebbene , padrone ? chiese Kammamuri . Che ostacolo e` ? Una lancia irremovibile , forse infissa nel muro : deviamo . Si volse a destra e dopo qualche passo incontro` una seconda lancia pure irremovibile . La sua sorpresa giunse al colmo . Forse e` un' opera di difesa , penso` , e forse qualche strumento di tortura . Volgiamo a sinistra . Qualche via la trovero` per tirare innanzi . Cammino` per qualche tratto , poi urto` colla testa sotto una volta assai bassa , e mise i piedi su di un gradino . Ne discese con precauzione quattro o cinque , poi si fermo` . La sua mano s' incontro` con quella di Kammamuri e gliela strinse fortemente . Odi , padrone ? chiese il maharatto . Si` , odo , rispose Tremal Naik sommessamente . Cos' e` questo mormori`o ? Non lo so , taci ed ascolta . Tesero l' orecchio trattenendo il respiro . Cosa invero strana , sulle loro teste udivasi una specie di gorgogli`o che l' eco della galleria ripeteva . Un momento dopo , sotto la volta , apparve un disco lievemente illuminato che si spense quasi subito . Un cupo boato vi tenne dietro . Kammamuri e Tremal Naik si sentirono invadere da una viva inquietudine ed afferrarono le pistole . Passo` qualche minuto , poi il disco riapparve e torno` a scomparire segui`to ancora dal rimbombo misterioso . Comprendi qualche cosa ? chiese il maharatto . Credo di si` rispose Tremal Naik . Questo sgocciolare e questo gorgogli`o fanno sospettare la presenza dell' acqua . . Forse sul nostro capo scorre un fiume . E quel disco che appare e scompare ? Forse e` una lente di vetro o di quarzo . Il chiarore proviene dai lampi e il boato e` il tuono che scroscia al di fuori . Lo credi , padrone ? Vero o no , non faro` un passo indietro . Mezzanotte e` vicina . Siamo in un luogo orribile , padrone . Io tremo come se avessi freddo . Questo silenzio e queste tenebre mi fanno paura . E` inquieta Darma ? No , padrone , e` tranquilla . E` segno che il nemico non e` ancora vicino . Andiamo avanti . Ripresero la marcia fra le tenebre fredde ed umide , salendo e discendendo , urtando spesso la testa sotto le volte , camminando a casaccio seguiti sempre dalla tigre , che non dava ancora segno alcuno d' inquietudine . Passarono cosi` altri dieci minuti lunghi come dieci ore . I due indiani gia` credevano di aver preso una falsa via e stavano per ritornare , quando ad una svolta videro una grande fiamma ardere in mezzo alla galleria . Tremal Naik scorse vicino ad essa un indiano semi nudo , appoggiato ad una specie di zagaglia , sormontata dal misterioso serpente . Un sospiro di sollievo gli usci` dalle labbra . Finalmente ! mormoro` egli . Cominciavo a temere di essermi inoltrato in una caverna disabitata . Attento , Kammamuri . Abbiamo il nemico in vista ? Si` , c' e` un indiano . Oh ! esclamo` il maharatto , rabbrividendo . Quell' uomo ci sbarra la via . Lo uccideremo . Non si puo` evitarlo ? Si` , ritornando , ma Tremal Naik non ritorna . Farai rumore , egli gridera` e gli avremo tutti addosso . Quell' uomo ci volge le spalle e Darma ha il passo silenzioso . Sta' in guardia , padrone . Sono deciso a tutto , anche a pugnare contro mille uomini . Si chino` verso la tigre che fissava ferocemente l' indiano , mostrando le acute zanne ed i lunghi artigli . Guarda quell' uomo , Darma , disse Tremal Naik . La tigre emise un sordo brontoli`o . Va' e sbranalo , amica mia . Darma guardo` il padrone , poi l' indiano . I suoi occhi si dilatarono e parve che s' incendiassero . Aveva compreso cio` che il cacciatore di serpenti desiderava . Si abbasso` fino a toccare col ventre la terra , guardo` un' ultima volta Tremal Naik che le additava l' indiano e s' allontano` con passo silenzioso , ondeggiando lievemente la coda , come un gatto in collera . L' indiano nulla avea udito ne` veduto , volgendo la schiena al fuoco . Si avrebbe detto anzi che si era assopito appoggiato alla lancia . Tremal Naik e il maharatto , colle carabine in mano , seguivano ansiosamente i movimenti di Darma , la quale fissava con occhio ardente la vittima , avanzando con precauzione . I loro cuori battevano fortemente di timore . Bastava un grido dell' indiano , perche` l' allarme si spargesse nei sotterranei e l' audace impresa crollasse come un castello di carta Riuscira` ? bisbiglio` il maharatto , all' orecchio di Tremal Naik . Darma e` intelligente , rispose il cacciatore di serpenti . E se fallisse ? Tremal Naik provo` un forte brivido . Daremo battaglia , disse poi con ferma voce . Taci e guarda ! L' indiano non aveva ancora udito nulla , tanto era silenzioso il passo del feroce animale ; d' un tratto questi si arresto` , raccogliendosi su se stesso . Tremal Naik strinse fortemente la mano di Kammamuri . La tigre non era che a dieci passi dall' indiano . Passarono due secondi , poi la tigre fece un balzo spaventevole . Uomo e animale caddero entrambi per terra e s' udi` un sordo scricchioli`o , come di ossa che s' infrangono . Tremal Naik e Kammamuri si slanciarono verso il fuoco , drizzando le carabine verso il corridoio . Brava , Darma , disse Tremal Naik passandole una mano sulla robusta schiena . S' avvicino` all' indiano e lo sollevo` . Il poveretto non dava piu` segno di vita ed era inondato di sangue . La tigre gli aveva schiacciato la testa fra i denti . E` proprio morto , disse Tremal Naik , lasciandolo ricadere . Darma non poteva eseguire il colpo con maggior destrezza . Vedrai , Kammamuri , che con questa brava compagna noi faremo grandi cose . Mi pare che la salvezza di colei che amo , sia ora una cosa facile . Lo credo anch' io , padrone . Sara` un bel colpo , quando Darma si scagliera` in mezzo all' orda : metteremo in fuga tutti . E noi approfitteremo per rapire Ada . E dove la trasporteremo ? Alla capanna innanzi tutto ; poi vedremo se sara` meglio condurla a Calcutta o piu` lontano . Zitto , padrone ! Cosa c' e` ? Ascolta ! In lontananza s' udi` un' acuta nota . I due indiani la riconobbero subito . Il ramsinga ! esclamarono . Un colpo sordo e formidabile echeggio` sotto i corridoi e si ripercosse parecchie volte . Era un boato simile a quello udito la notte che avevano approdato a Raimangal per cercare Hurti , e che li aveva tanto sorpresi . Tremal Naik fremette da capo a piedi e gli sembro` che le forze si centuplicassero . Fece un salto da tigre alzando la carabina . Mezzanotte ! esclamo` egli , con un tuono di voce che piu` nulla aveva d' umano . Ada ! ... Oh ! mia fidanzata ! ... Non seppe dire di piu` . Emise un urlo strozzato e s' avvento` furiosamente sotto la galleria seguito da Kammamuri e dalla tigre . Pareva una belva , anziche` un uomo . Aveva gli occhi iniettati di sangue , la spuma alle labbra e brandiva nella dritta il coltellaccio pronto a sfondare qualsiasi ostacolo . Non aveva piu` paura di nessuno . Mille indiani non lo avrebbero arrestato nella sua pazza corsa . L' hauk continuava a rullare , destando tutti gli echi delle caverne e delle gallerie , chiamando a raccolta i settari della misteriosa dea , e in lontananza s' udivano le acute note del ramsinga ed un confuso mormori`o di voci . Il momento terribile s' avvicinava ; la mezzanotte stava per iscoccare . Tremal Naik raddoppiava la velocita` , poco calendogli che venissero uditi i suoi precipitosi passi . Ada ! ... Ada ! ... lo si udiva rantolare e si scagliava colla furia d' un toro sotto le gallerie , le quali si succedevano le une alle altre . Un chiarore immenso apparve nel fondo ed uno scoppio di grida rintrono` nei sotterranei . Eccoli ! urlo` Tremal Naik con voce strozzata . Kammamuri si slancio` su di lui e radunando tutte le sue forze lo arresto` . Non un passo ! gli disse . Tremal Naik gli si volse contro digrignando i denti . Cosa vuoi dire ? gli chiese con feroce accento . Se ti e` cara la vita della tua Ada , non un passo di piu` , gli ripete` Kammamuri avvinghiandosi a lui . Lasciami , maharatto , lasciami ! Ho la febbre ... m' assale il delirio ! E` ben perche` sei fuori di te stesso , che non voglio che tu vada innanzi . Se tu irrompi in quella caverna prima del tempo , ci perderai . Frenati , padrone , e noi la salveremo egualmente . Lo credi ? chiese Tremal Naik . Ho il cuore che mi balza furiosamente in petto e il sangue che mi bolle . Mi sento tanto forte da scuotere queste mura e seppellire sotto le macerie tutti quei mostri . Odi ! ... Non hai udito quel grido straziante ? Non ho udito nulla ; ti sei ingannato . Mi era sembrato di avere udita la sua voce . E` il delirio . Sii calmo , padrone , se vuoi salvarla . Saro` calmo , ma non arrestiamoci qui , Kammamuri . No , non ci arresteremo . Vieni con me , ma se commetti un' imprudenza , io ti abbandono . Dammi la mano . Kammamuri afferro` la sinistra di Tremal Naik e si inoltrarono verso la caverna . Poco dopo si arrestavano dietro una enorme colonna donde potevano vedere senz' essere scoperti . Uno strano spettacolo s' offerse tosto ai loro occhi . Dinanzi a loro si apriva una vastissima caverna scavata nel granito rosso come i famosi templi di Ellora , sostenuta da ventiquattro colonne adorne di sculture piu` o meno bizzarre , di teste di elefanti , di teste di leoni e di divinita` . Ai piedi di essi si scorgevano Parvadi , dea della morte , seduta su di un leone , e la dea Ganesa colle sue otto braccia , seduta fra due elefanti che congiungevano le loro trombe sopra la sua testa . Ai quattro angoli c' erano le statue di Siva e nel mezzo una dea mostruosa con una lingua rossa che le usciva dalla bocca , una cintura di mani e una collana di crani , una dea simile a quella che Tremal Naik aveva veduta nella pagoda . Dalla volta , coperta di altirilievi , rappresentanti i combattimenti di Rama col tiranno Ravana , rapitore della bella Sita e le guerre dei Kuru` e dei Pandu` , che contesero per lungo tempo pel possedimento di Babrata Varca , pendevano numerose lampade di bronzo , le quali spandevano all' intorno una luce azzurrognola , livida , cadaverica . Quaranta indiani seminudi col serpente tatuato sul petto , il laccio di seta stretto attorno le reni e ii pugnale in mano , erano seduti all' ingiro a mo' dei mussulmani , cioe` colle gambe incrociate , fissando la mostruosa divinita` di bronzo . Uno di loro aveva vicino un enorme tamburo , un hauk , ornato di piume e di crini e di quando in quando lo percuoteva facendo rimbombare le volte della caverna . Tremal Naik , come si disse , si era arrestato dietro alla colossale colonna , sorpreso ed atterrito ad un tempo , ma stringendo convulsivamente le armi . Ada ! ... mormoro` egli , percorrendo con un solo sguardo tutta la caverna . Dov' e` la mia Ada ? ... Un raggio di gioia brillo` negli occhi del povero indiano . Il sacrificio non e` ancora incominciato ! esclamo` . Siva sia benedetto . Non parlare cosi` forte , padrone disse Kammamuri , stringendo il collo della tigre . Se tutti gli indiani che abitano il sotterraneo sono questi , rapire la tua donna sara` cosa non impossibile . Si` , si` , la salveremo , Kammamuri ! esclamo` Tremal Naik con esaltazione . Faremo un' orribile strage . Zitto ... L' hauk batteva dodici colpi e i quaranta indiani si erano alzati come un sol uomo . Tremal Naik provo` una stretta al cuore e s' aggrappo` alla colonna , come se temesse di non sapersi frenare . Mezzanotte ! diss' egli , con voce soffocata . Calma , padrone , disse per l' ultima volta Kammamuri , afferrandolo per la cintola . Una porta si apri` con grande strepito ed un indiano di alta statura magrissimo , col volto ornato da una lunga e nera barba , gli occhi scintillanti e avvolto in un ricco doote`e di seta gialla , entro` nella caverna . Salve a Suyodhana , figlio delle sacre acque del Gange ! esclamarono in coro i quaranta indiani . Salve a Kali` ed ai suoi figli , rispose l' indiano con voce cupa . Tremal Naik , nel mirare quell' uomo , emise una sorda imprecazione e fe` atto di slanciarsi nella caverna . Kammamuri lo trasse indietro . Non muoverti , padrone , gli sussurro` . Guarda quell' uomo ! esclamo` Tremal Naik coi denti stretti . Si` , lo so , e` il capo di questi uomini . E` lo stesso che mi pugnalo` . Ah ! miserabile ! Suyodhana entro` rapidamente nel tempio , s' inchino` dinanzi alla mostruosa divinita` di bronzo e volgendosi verso gl' indiani grido` con voce tonante : L' estrema ora della vergine della pagoda e` suonata , fratelli . Manciadi e` morto . Un mormori`o minaccioso percorse le file degli indiani . Si dia fiato ai tare` , comando` il terribile capo degli strangolatori . Due indiani presero due lunghe trombe e trassero alcune note tristi , lamentevoli . Cento indiani carichi di legne irruppero nella caverna e rizzarono , di fronte alla dea , ai piedi di un colonnato , un gigantesco rogo versandovi sopra torrenti d' olio profumato . Un drappello di devadasi` si slancio` , piroettando , nella sala , facendo tintinnare campanelluzzi e cerchietti d' argento e circondo` la dea Kali` . I loro abbigliamenti erano sfarzosi , leggiadri , i piu` acconci che si possa immaginare a far spiccare la bellezza e le grazie . Corazze sottilissime d' oro tempestate di diamanti della piu` bell' acqua brillavano sui loro petti ; corte gonnelline di seta rossa , pendevano sotto la larga fascia di cachemire che stringeva i loro fianchi , e pantaloni bianchi scendevano fino al collo del piede . Anelli di argento e campanellini d' egual metallo portavano alle braccia ed alle gambe , e leggieri veli , dai colori vivissimi , coprivano le loro teste . Al suono dell' hauk e dei funebri tare` cominciarono , attorno alla dea Kali` , una danza scapigliata , facendo volteggiare in aria i loro veli di seta azzurra o rossa , e formando un intreccio di effetto magico , sorprendente . D' un tratto la danza cesso` . Le devadasi` sfilarono dinanzi alla dea , toccando la terra colla fronte e si ritrassero da parte , unendosi in un gruppo superbo , pittoresco . Gli indiani che erano tornati a sedersi , ad un cenno di Suyodhana si rialzarono . Tremal Naik comprese che il supplizio stava per cominciare . Kammamuri , balbetto` l' infelice appoggiandosi alla colonna , Kammamuri ! ... Calma e coraggio , padrone , disse il maharatto che batteva i denti . La testa mi gira , il cuore mi scoppia ... Ada ! ... Ada ! ... In lontananza echeggio` una scarica di tamburi . Tremal Naik si raddrizzo` cogli occhi in fiamme ed i pugni chiusi attorno alle pistole . Eccoli ! ruggi` egli , con indefinibile accento d' odio . I tamburi s' avvicinavano e il loro rullo si ripercuoteva indefinitivamente sotto le nere volte della caverna e dentro i tenebrosi corridoi . Ben presto si udirono delle voci scordate e selvagge accompagnate dal suono dei tam tam . Eccoli ! esclamo` una seconda volta Tremal Naik . La tigre mando` un sordo brontoli`o e agito` la coda . Una larga porta si apri` ed entrarono dieci strangolatori con dei grandi vasi di terra cotta coperti di pelle , chiamati dagli indiani mirdengs . Poi dietro a quei dieci ne entrarono altri venti , con dei grandi gautha , sorta di campanelli di bronzo , e quindi altri dodici muniti di ramsinga , di tare` e di tam tam . Finalmente dietro a quegli uomini , che percuotendo i mirdengs ed i tam tam , agitando i gautha e soffiando nei ramsinga e nei tare` formavano un baccano spaventevole , apparve l' infelice Ada colla sua corazza d' oro tempestata di diamanti d' inestimabile prezzo , la sottana e calzoni di seta bianca ed i capelli sciolti sulle spalle . La vittima , che quegli spietati uomini si preparavano a scagliare in mezzo al rogo , era pallida come un cadavere , sfinita dai lunghi digiuni e istupidita dalle bevande oppiate fattele prima inghiottire . Due strangolatori coperti da una lunga tonaca di seta gialla la sostenevano , ed altri dieci la seguivano cantando elogi pel suo eroismo e promettendole infinite felicita` nel paradiso di Kali` , in ricompensa delle sue virtu` . Il momento terribile era vicino . Gia` Suyodhana aveva dato fuoco alla pira e le fiamme s' alzavano , a guisa d' immani serpenti , verso la volta della caverna ; gia` gli strangolatori , assordandola con mille urli la trascinavano ; gia` i tamburi e i tare` intuonavano la marcia della morte . D' un tratto la vittima ritorno` in se` . Vide la pira che fiammeggiava dinanzi a lei e il pericolo che correva . Attraverso l' ebbrezza dell' oppio , si rammento` della condanna pronunciata dal truce Suyodhana . Un urlo straziante le lacero` il petto . Tremal Naik ! ... Oh Tremal Naik ! ... In fondo al nero corridoio rimbombo` un urlo feroce : Sbrana , Darma ! ... Sbrana ! ... La gran tigre del Bengala non attendeva che quel comando . Usci` dal nascondiglio colla bocca aperta e gli artigli tesi , s' allungo` , s' accorcio` emise un rauco ruggito , indi spicco` un balzo gigantesco piombando in mezzo alla folla degli strangolatori . Un grido di terrore sfuggi` da tutti i petti alla vista del feroce carnivoro che aveva di gia` atterrati , con due potenti colpi d' artiglio , due uomini . Sbrana , Darma ! ... Sbrana ! ... ripete` la stessa voce di prima . Poi rimbombarono quattro detonazioni che mandarono a gambe levate quattro indiani e fecero cadere in ginocchio tutti gli altri e in mezzo alla nube di fumo apparve il cacciatore di serpenti della jungla nera colla faccia stravolta ed il coltello in pugno . Sfondare con irresistibile slancio le file degli atterriti indiani , afferrare la giovanetta che era caduta a terra priva di sensi , stringerla fra le braccia e scomparire sotto la galleria con Kammamuri e la tigre alle calcagna . fu cosa di un sol momento . XVI . Il trionfo degli strangolatori . I sotterranei di Raimangal , abitati dai settari di Kali` , erano vasti quanto mai , forse assai piu` dei famosi sotterranei di Mavalipuran e di Ellora . Infinite gallerie solcavano il sottosuolo in mille direzioni , alcune tanto basse da non tenervisi in piedi un uomo , altre altissime e vaste , alcune diritte , altre tortuose che salivano a toccare la superficie pantanosa dell' isola o che scendevano nelle viscere della terra . Qua antri orribili , umidi , freddi , oscurissimi , da secoli e secoli disabitati ; cola` caverne , spelonche , pagode adorne di mostruose e bizzarre figure della mitologia indiana e ingombre di colonnati , e piu` oltre pozzi che mettevano in sotterranei ancor piu` tenebrosi e forse ancora ignorati dagli strangolatori . Tremal Naik , fatto il colpo , s' era slanciato sotto le nere volte della prima galleria trovatasi a lui dinanzi , seguito da Kammamuri e dalla tigre . Non sapeva dove andava a terminare , ma non se ne curava piu` che tanto . Non ci vedeva , ma non si dava , almeno pel momento , pensiero alcuno . A lui bastava fuggire , a lui bastava frapporre fra se` e gli strangolatori il maggiore spazio possibile , prima che si riavessero dalla sorpresa e dal terrore cagionato dall' improvvisa comparsa della tigre , e che organizzassero la caccia all' uomo . Aveva gettato una parte delle sue munizioni per essere piu` leggiero e correva colla massima velocita` , senza deviare . Fra le braccia stringeva sempre la giovanetta svenuta e , ponendo ogni cura a salvaguardarla da qualsiasi urto , ripeteva di quando in quando : Salva ! Salva ! ... Io divento pazzo ! ... E nel suo eccitamento ritrovava sempre maggiori forze ; quel fardello gli sembrava piu` leggiero e precipitava la rapidissima corsa , pauroso di essere raggiunto dai suoi feroci nemici . Kammamuri gli teneva dietro con grande fatica , brancolando fra l' oscurita` , fiancheggiato dalla fedele Darma che fendeva lo spazio con slanci immensi , emettendo di quando in quando un sordo miagoli`o . Frenati , padrone , ripeteva il povero maharatto . Io mi perdo . Tremal Naik invece raddoppiava sempre la corsa e rispondeva invariabilmente : Piu` avanti ! ... piu` avanti ! ... Salva ! ... Salva ! ... io divento pazzo ! ... Correva da dieci minuti , quando urto` furiosamente contro una parete che sbarravagli il passo . L' urto fu cosi` forte , che cadde pesantemente a terra trascinando seco Ada . Si rialzo` prontamente tenendo sempre stretta fra le braccia la giovanetta e diede di cozzo contro Kammamuri , il quale trasportato dallo slancio , stava per rompersi il cranio contro la parete . Padrone ! esclamo` il maharatto , atterrito . Cosa succede ? La via e` sbarrata ! esclamo` Tremal Naik volgendo all' intorno uno sguardo feroce . Fermiamoci , padrone . Tremal Naik stava per rispondere , quando in lontananza si udirono urla spaventevoli . Fece un salto indietro emettendo un grido di rabbia e di disperazione . I thugs ! Padrone ! ... Corri , Kammamuri , corri ! ... Volse a destra e riprese la corsa , ma dopo dieci passi torno` ad urtare . Gli si rizzarono i capelli sul capo . Maledizione ! tuono` . Siamo adunque rinchiusi ? Si precipito` a sinistra e urto` contro una terza parete . La tigre , che si era pure scagliata contro le roccie , fece udire un miagoli`o che si cangio` ben presto in un formidabile ruggito . Tremal Naik si volse indietro . Ebbe per un istante l' idea di ritornare sui propri passi per cercare un' altra galleria , ma il timore di trovarsi improvvisamente dinanzi ai settari , lo trattenne . Se fosse stato solo , non avrebbe esitato a scagliarsi in mezzo all' orda che stava per rinchiuderlo nell' antro , fosse pur stato sicuro di uscire ferito dalla pugna ineguale . Ma cimentarsi , ora che aveva strappato dalla morte colei che amava ; cimentarsi ora che aveva raggiunto il suo scopo , lo spaventava . E nondimeno bisognava uscire a ogni costo da quella caverna , che poteva diventare , fra brevi istanti , una tomba . Ma sono io adunque maledetto dai numi ? esclamo` egli furente Dovro` io adunque perire ora che stringo fra le mie braccia colei che mi doveva far felice ? Ah no ! no , Ada , non ti avranno quegli uomini , dovessi lasciare la vita nella pugna ! Si mise a indietreggiare a lenti passi , cogli occhi fissi sotto la galleria e gli orecchi tesi , poi si curvo` e depose dolcemente a terra la giovanetta . Si strappo` con rapido gesto le pistole dalla cintola e le armo` . Darma ! disse . La tigre gli si avvicino` . Rimani presso questa donna , comando` Tremal Naik . Non ti muovere se non quando ti chiamero` . Se qualcuno s' avvicina , sbranalo senza pieta` . Cosa vuoi fare , padrone ? chiese Kammamuri . Bisogna uscire da qui , disse Tremal Naik . Andremo a cercare una galleria che ci permetta di ritirarci in un luogo sicuro . Vieni , Kammamuri . Il maharatto , dopo di aver vagato per qualche minuto fra le tenebre lo raggiunse . Si udi` il rumore delle pistole che armava . Sono pronto , padrone , disse . Andiamo , mio prode amico . E se incontriamo i thugs ? Ci ritireremo e daremo battaglia . I due indiani riguadagnarono la galleria , e non senza una viva emozione s' incamminarono . Tremal Naik , voltandosi , scorse fra l' oscurita` gli occhi verdi della tigre . Posso fidarmi , mormoro` . Non temere , Ada , che noi ti salveremo . Soffoco` un sospiro e tiro` innanzi , camminando curvo e sulla punta dei piedi , tastando con una mano la parete di sinistra . Kammamuri , cinque passi piu` indietro , tastava la parete di destra . Si avanzarono per pochi minuti , poi s' arrestarono entrambi , trattenendo il respiro . Si udiva nel fondo della galleria un lieve rumore , come un fremito . Si avrebbe detto che una o piu` persone venivano avanti , strisciando come serpenti . Tremal Naik attraverso` la galleria e ando` ad urtare Kammamuri , il quale trasali` vivamente . Chi sei ? chiese questi sottovoce , puntandogli sul petto una pistola . Hai udito ? domando` Tremal Naik . Ah ! sei tu , padrone ? Si` , ho udito un lieve rumore . Qualcuno si avanza strisciando . Gli strangolatori , forse ? Credo che siano loro , padrone . Tremal Naik fremette dal capo ai piedi e si volse verso la spelonca . Gli occhi della tigre non luccicavano piu` . Una vaga inquietudine s' impadroni` di lui . Cosa accadra` ! mormoro` . Fece qualche passo indietro come se volesse ritornare , ma si arresto` subito , udendo a poca distanza un lieve respiro . Afferro` la mano di Kammamuri e la strinse forte forte . Nulla ? mormoro` una voce . Nulla , rispose un' altra voce appena distinta . Abbiamo smarrita la via ? Lo temo . Sai dove andiamo ? Credo di si` . Vi sono dei passaggi ? Non mi pare . Dei nascondigli ? Un pozzo , se ben ricordo . Che siano laggiu` ? Impossibile saperlo . Vuoi proseguire ? Preferisco ritornare . Chi ci segue ? Nessuno , ma a trecento passi , fermi sull' angolo abbiamo dei fratelli . Non potranno uscire di qui , adunque ? No , perche` i nostri fratelli vegliano . Ritorniamo e piu` tardi rovisteremo la caverna . Si udi` un lieve strofini`o che a poco a poco divenne piu` leggiero , fino a che cesso` del tutto . Tremal Naik torno` ad afferrare la mano di Kammamuri . Hai udito ? Tutto , padrone , rispose il maharatto . Ogni uscita ci e` chiusa . Ci conviene indietreggiare , padrone . Ma piu` tardi ritorneranno e forse ci scopriranno . Non so cosa dire . Se forzassimo il passo ? Trecento passi si possono percorrere senza essere uditi . E Ada ? La portero` io e nessuno ardira` toccarla . Ma alla prima archibusata avremo addosso tutti i settari . L' eco si propaga rapidamente in queste gallerie . Tremal Naik si lacero` il petto colle unghie . Dovro` io dunque perderla ? mormoro` egli con accento disperato . E se si scendesse nel pozzo ? disse Kammamuri . Nel pozzo ? Si` , non li hai uditi parlare d' un pozzo ? Forse mette in qualche galleria che ci condurra` all' aperto . Se fosse vero ? Ritorniamo , padrone . Tremal Naik non se lo fece ripetere due volte . Raggiunse il muro e lo segui` fino a che trovossi nell' antro . La tigre fece udire il suo sordo brontolio . Taci , Darma , diss' egli . Le si avvicino` e s' abbasso` verso terra . Ada , Ada , ripete` con viva ansieta` . Nessuno rispose alla chiamata , ma senti` sottomano il corpo gelido della giovanetta . Frugo` in direzione del cuore e lo senti` battere . Un gran sospiro gli usci` dalle labbra . Non sara` nulla , diss' egli . Ritornera` in se` . Lo credi , padrone ? chiese Kammamuri . Si` , ritornera` in se` , e fra pochi minuti . L' emozione che provo` deve essere stata forte . Orsu` , cerchiamo il pozzo , Kammamuri . Lascia fare a me , padrone . Tu pensa alla tua Ada , ed impedisci che qualcuno entri nella spelonca . Si mise a cercare , andando un po' a dritta e un po' a sinistra , a tentoni , avanzando , retrocedendo e spesso abbassandosi . Quattro volte ando` ad urtare contro le pareti senza aver nulla trovato e altrettante volte torno` presso il padrone . Gia` disperava di poterlo rintracciare , quando si trovo` addosso ad un parapetto , il quale , secondo i suoi calcoli , doveva sorgere quasi nel mezzo della spelonca . Questo dev' essere il pozzo , mormoro` . Si alzo` facendo scorrere le mani sul muricciuolo e senti` che a qualche metro dal suolo piegavasi . Giro` attorno , poi si chino` sul parapetto e guardo` giu` . Non iscorse che tenebre . Prese una palla di carabina e la lascio` cadere . Dopo due secondi udi` un sordo rumore . Bene , il pozzo non ha acqua e non e` tanto profondo . Padrone ! chiamo` egli . Tremal Naik sollevo` con precauzione la giovanetta e lo raggiunse . Ebbene ? chiese questi . La fortuna e` con noi . Possiamo scendere . Vi e` qualche gradinata ? Non mi sembra . Scendero` io pel primo . Si lego` attraverso il corpo una fune che aveva portato con se` , pose l' estremita` nelle mani di Tremal Naik e si calo` intrepidamente nel pozzo agitando le gambe nel vuoto . La discesa duro` un quarto di minuto al piu` , dopo di che Kammamuri poso` i piedi su di un terreno ben levigato che risuono` come se sotto fosse vuoto . Alto , padrone , diss' egli . Odi nulla ? chiese Tremal Naik , curvandosi sul parapetto . Non vedo , ne` odo nulla . Calami la giovanetta , poi lasciati cader giu` . Non vi sono piu` di otto piedi . Ada , legata sotto le ascelle , passo` fra le braccia di Kammamuri , poi Tremal Naik si lascio` cadere giu` portando seco la corda . Credi che ci troveranno qui ? chiese il maharatto . Forse , ma io ritengo che la difesa sara` facile . Che vi siano dei passaggi ? Non lo credo , a ogni modo ci assicureremo piu` tardi . Tu rimani qui colla tigre ; io accendero` una torcia che ho portata e tentero` di far tornare in se` Ada . Riprese la giovanetta e la trasporto` cinquanta passi piu` lontano , mentre che la tigre con un gran salto precipitavasi nel pozzo , sdraiandosi a fianco del maharatto . Si strappo` di dosso la larga fascia di cachemire , la stese per terra , vi depose sopra la giovanetta e le si inginocchio` accanto , poi diede fuoco ad una piccola torcia resinosa . Tosto una luce azzurrognola illumino` il sotterraneo . Era questo assai vasto , colle pareti di pietra qua e la` screpolate e scolpite bizzarramente . La volta era pure adorna di sculture rappresentanti teste d' elefanti e divinita` indiane e s' alzava , nel mezzo , verso la bocca del pozzo , formando una specie di gigantesco imbuto rovesciato . Tremal Naik , estremamente commosso , pallido , tremante si curvo` sulla giovanetta e le slaccio` la corazza d' oro i cui diamanti mandavano sprazzi di luce viva . Quella bella creatura era fredda come un marmo e bianca come l' alabastro . Aveva gli occhi chiusi e circondati da un cerchio azzurro , i lineamenti alterati e le labbra semi aperte che lasciavano a nudo i candidissimi denti : si sarebbe detto che era morta . Tremal Naik le rialzo` delicatamente i lunghi e neri capelli che le cadevano sulla nivea fronte e la contemplo` per alcuni istanti , rattenendo persino il respiro . Indi a poco la tocco` in fronte e quel contatto strappo` alla giovanetta un lieve sospiro . Ada ! ... Ada ! ... esclamo` l' indiano . La testa della giovanetta chinata su di una spalla , si alzo` lentamente , poi le palpebre si aprirono e lo sguardo si fisso` sul volto di Tremal Naik . Un grido usci` da quelle labbra . Mi riconosci , Ada ? chiese Tremal Naik . Tu ... tu qui , Tremal Naik ! esclamo` ella con voce fioca . No ... non e` possibile ... Dio , fa' che non sia un sogno ! ... Chino` la testa sul petto e scoppio` in lagrime . Ada ! mormoro` Tremal Naik , atterrito . Perche` piangi ? ... Non mi ami piu` adunque ? ... Ma sei tu , proprio tu , Tremal Naik ? Si` , Ada , io , giunto in tempo per salvarti . Ella rialzo` il viso bagnato di lagrime . Le sue manine strinsero affettuosamente quelle del prode indiano . No , non e` un sogno ! esclamo` ella ridendo e piangendo ad un tempo . Si` , sei tu , proprio tu ! ... Ma dove sono io ? ... Perche` queste umide pareti ? ... Perche` quella torcia ? ... Ho paura , Tremal Naik ... Sei presso di me , Ada , al sicuro dai colpi dei nemici . Non aver paura che io ti difendo . Ella lo guardo` per alcuni istanti con strana fissazione , poi divenne piu` pallida d' una morta e tremo` in tutte le membra . Ho sognato ? mormoro` ella . Non hai sognato , disse Tremal Naik che indovino` il suo pensiero . Essi stavano per sacrificarti alla loro spaventevole divinita` . Sacrificarmi ... Si` , si` , mi ricordo di tutto . M' avevano offuscata la ragione , m' avevano promesso felicita` nel paradiso di Kali` ... si` , si` , mi ricordo che mi trascinavano sotto le gallerie ... che mi stordivano colle loro urla ; il fuoco ardeva a me dinanzi ... stavano per gettarmi sulle fiamme ... orrore ! ... Ho paura ! ... ho paura , Tremal Naik ! L' indiano le rispose con voce commossa . Non tremare , vaga vergine della pagoda , sei a me vicina , presso il cacciatore di serpenti che giammai ebbe paura , difesa dal forte braccio di Kammamuri e dagli artigli della mia fedele Darma . No , non avro` paura , al tuo fianco , valoroso Tremal Naik . Ma come sei qui tu ? Come mai giungesti in tempo per salvarmi ? Cos' e` accaduto dopo quella notte orribile che fui strappata dalla pagoda ? Quanto ho sofferto , Tremal Naik , da quel tempo . Quante lagrime , quante angoscie , quanti tormenti ! Credevo che i miserabili ti avessero assassinato ed aveva gia` perduto ogni speranza di rivedere colui che m' aveva promesso di salvarmi . Ed io , credi che non abbia sofferto nella mia jungla , lontano da te ? Credi tu che non abbia provato dei tormenti , quando colpito al petto dal pugnale degli assassini , languivo impotente nel fondo di un' amaca ? Che ? ... Tu pugnalato ? Si` , ma ora non porto che la cicatrice . E tu sei venuto ancora in quest' isola maledetta ? Si` , Ada , e ci sarei venuto anche se avessi saputo di non ritornare mai piu` vivo nella mia jungla . Un miserabile mi aveva confessato che tu correvi il pericolo di venire sacrificata alla divinita` di questi uomini . Poteva io rimanere nella jungla nera ? Partii , anzi volai , scesi in queste caverne e piombai in mezzo all' orda . Appena ti ebbi strappata dai loro artigli fuggii e qui mi nascosi coi miei compagni . Non siamo adunque soli qui ? No , abbiamo il prode Kammamuri e Darma . Oh ! io voglio vederli questi tuoi compagni . Kammamuri ! Darma ! Il maharatto e la tigre s' accostarono al padrone . Ecco Kammamuri , disse Tremal Naik , un vero valoroso . Il maharatto cadde ai piedi della giovanetta baciandole la mano che le porgeva . Grazie , mio buon amico , diss' ella . Padrona , rispose Kammamuri , mia buona padrona , io sono tuo schiavo . Fa' di me quello che tu vuoi . Saro` felice di perdere la mia vita per la tua liberta` e ... S' arresto` di botto balzando in piedi . Tremal Naik , malgrado il suo straordinario coraggio , rabbrividi` . Un lontano fragore erasi improvvisamente udito e andava avvicinandosi rapidamente . Giungono ? si chiese Tremal Naik , stringendo colla sinistra la mano della fidanzata ed afferrando colla destra una pistola . La tigre mando` un sordo brontoli`o Il rumore s' avvicinava sempre . Passo` sopra le loro teste facendo tremare le volte della spelonca , poi cesso` tutto d' un colpo . Padrone , mormoro` Kammamuri , spegni il fuoco ! Tremal Naik ubbidi` e tutti e quattro si seppellirono nelle tenebre . Il medesimo fragore torno` a ripetersi , ripasso` sulle loro teste e come prima cesso` presso al pozzo . Ada tremo` cosi` forte , che l' indiano se ne accorse . Sono qui io a difenderti , le disse . Nessuno scendera` quaggiu` . Ma cos' e` ? chiese Kammamuri . Ne sai nulla , Ada ? Questo rumore l' ho udito ancora , rispose con un filo di voce la giovanetta . Non seppi mai cosa significasse , ne` chi lo producesse . La tigre emise un secondo brontoli`o e guardo` fisso fisso la gola del pozzo . Kammamuri , disse Tremal Naik qualcuno si avvicina . Si` , la tigre lo ha udito . Rimani presso Ada . Io vado a vedere se scendono . La giovanetta s' aggrappo` a lui , tremando per fortissimo spavento e : Tremal Naik ! Tremal Naik ! mormoro` con voce appena percettibile . Non temere , Ada , rispose l' indiano , che in quell' istante avrebbe pugnato contro mille uomini . Si svincolo` dalle braccia della fidanzata , e s' avvicino` al pozzo col coltellaccio fra i denti e la carabina armata . La tigre lo seguiva , brontolando . Non aveva fatto dieci passi che udi` in alto un lieve crepiti`o . Passo` la mano sulla testa di Darma come per raccomandarle silenzio , e s' avvicino` con maggior precauzione , arrestandosi sotto l' apertura del pozzo . Guardo` su , ma l' oscurita` era troppo fitta per distinguere qualche cosa . Tendendo bene l' orecchio , raccolse un lieve bisbiglio . Si sarebbe detto che alcune persone parlavano presso il muricciuolo . Eccoli , mormoro` egli . A noi due , Suyodhana . Non aveva ancora terminato che un bagliore illumino` la sovrastante spelonca . Per quanto fosse stato rapido , Tremal Naik scorse , chinati sul pozzo , sei o sette indiani . Punto` rapidamente la carabina e drizzo` la canna verso il parapetto che stavagli di fronte . Sono qui sotto , disse una voce . Ho scorto il nostro uomo , disse un' altra . Tremal Naik premette il grilletto . La detonazione fu coperta da un clamore spaventevole . Uno scroscio rimbombo` sul pozzo e ogni fragore improvvisamente cesso` . Tremal Naik scarico` una delle sue pistole . Un' esclamazione di rabbia gli sfuggi` . Ah miserabili ! grido` . Kammamuri e Ada si slanciarono , di comune accordo , verso di lui . Tremal Naik ! esclamo` la giovanetta , prendendogli una mano . Sei ferito ? No , Ada , non sono ferito rispose l' indiano forzandosi di parere calmo . Quello scroscio ? ... Hanno rinchiuso il pozzo , ma usciremo di qui , o mia Ada , te lo prometto . Accese la torcia e trasse la fidanzata lontano , facendola sedere sul cachemire . Sei stanca , le disse dolcemente . Cerca di riposare , mentre noi cerchiamo un passaggio . Finche` ci siamo noi , non correrai pericolo alcuno . La giovanetta affranta da tante emozioni , malgrado l' imminenza del pericolo , lo ubbidi` e si corico` sullo scialle . Tremal Naik ed il maharatto si diressero verso le pareti e si misero a scandagliare con profonda attenzione , colla speranza di trovare qualche passaggio che permettesse a loro la fuga . Cosa strana , incomprensibile : al di la` della parete s' udiva di quando in quando un cupo fragore , eguale a quello poco prima udito e che faceva mugolare la tigre . Era da una mezz' ora che cercavano , percuotendo le rocce col coltello e scrostandole , quando s' accorsero che la temperatura dell' antro erasi cangiata , diventando assai calda . Tremal Naik e il maharatto sudavano come se fossero in una stufa . Cosa vuol dir cio` ? si chiedeva il cacciatore di serpenti , assai inquieto . Scorse un' altra mezz' ora , durante la quale la temperatura continuo` ad elevarsi . Pareva che dalle roccie uscissero vampe di fuoco . In breve , quel calore divenne insopportabile . Ma che vogliano arrostirci ? domando` il maharatto . Non capisco piu` nulla , rispose Tremal Naik , liberandosi del dubgah . Ma da dove viene questo calore ? Se continua cosi` , cuoceremo . Affrettiamoci . Ripresero gli scandagli , ma fecero il giro della caverna senza avere scoperto passaggi . Tuttavia , in un angolo , la roccia risuonava come se fosse vuota . Si poteva intaccarla coi coltelli e scavare una galleria . I due indiani tornarono presso la giovanetta , ma questa dormiva . Si consigliarono brevemente sul da farsi e decisero di procedere immediatamente alla loro liberazione . Impugnati i coltelli assalirono vigorosamente la roccia , ma ben presto dovettero sostare . La temperatura era diventata ardente e morivano di sete . Cercarono se vi fosse qualche pozza d' acqua , ma non ne trovarono una sola goccia . Ebbero paura . Dovremo morire in questa spelonca ? si chiese Tremal Naik , gettando uno sguardo disperato su quelle rupi , che a poco a poco si calcinavano . In quell' istante un misterioso mormorio si fece udire sopra le loro teste ed un enorme pezzo di rupe si stacco` dalla volta , cadendo a terra con grande fracasso . Quasi subito , da quel crepaccio , piombo` giu` furiosamente un largo sprazzo d' acqua . Siamo salvi ! urlo` Kammamuri . Tremal Naik , mormoro` la giovanetta , svegliata dal precipitare della cascata . L' indiano si lancio` verso di lei . Cosa vuoi ? le chiese . Soffoco ... l' aria mi manca . Cos' e` questo intenso calore che mi dissecca ? Un sorso d' acqua , Tremal Naik , dammi un sorso d' acqua . Il cacciatore di serpenti la prese fra le sue robuste braccia e la porto` presso alla cascata , dove il maharatto e la tigre bevevano a lunghi sorsi . Colle mani fece una specie di conca che riempi` di acqua e l' accosto` alle labbra della giovanetta , dicendole : Bevi , Ada , ve n' e` per tutti . Le porse parecchie volte da bere e poi , a sua volta , si disseto` . D' improvviso la tigre emise un rauco miagolio , indi cadde pesantemente al suolo , dibattendosi furiosamente . Kammamuri , spaventato , si slancio` verso la belva , ma le forze tutto d' un tratto gli mancarono e cadde supino cogli occhi stravolti , le mani raggrinzate e le labbra coperte di bava sanguigna . Pa ... drone ! ... balbetto` , con voce spenta . Kammamuri ! grido` Tremal Naik , grande Siva ! ... Ada ! ... Oh mia Ada ! ... La giovanetta come la tigre e Kammamuri aveva gli occhi sbarrati , la spuma alle labbra e la faccia spaventosamente alterata . Agito` le mani cercando di aggrapparsi al collo dell' indiano , apri` la bocca come se volesse parlare , poi chiuse gli occhi e si irrigidi` . . Tremal Naik la sostenne e mando` un urlo straziante . Ada ! ... Aiuto ! ... Aiuto ! ... Fu l' ultimo suo grido . La vista gli si offusco` , i muscoli gli si irrigidirono , una violenta commozione lo scosse dal capo alle piante , vacillo` , si raddrizzo` , indi cadde come fulminato sulle ardenti pietre della caverna , trascinando seco la fidanzata . Quasi nel medesimo istante sopra il pozzo s' udi` uno schianto , ed una turba d' indiani precipito` nella spelonca , gettandosi sui quattro fulminati . PARTE SECONDA I . Il capitano Macpherson . Era una magnifica notte d' agosto , una vera notte tropicale . L' aria era tiepida , dolce , elastica , imbalsamata dal soave profumo dei gelsomini , degli sciambaga , dei mussenda e dei nagatampo . Lassu` , in un cielo purissimo , d' un azzurro d' indaco , punteggiato da miriadi di scintillanti stelle , l' astro delle notti serene seguiva il suo corso , illuminando fantasticamente la corrente dell' Hugly , la quale svolgevasi come un immenso nastro d' argento , fra le interminabili pianure del delta gangetico . Schiere di marabu` volteggiavano sopra la corrente , posandosi sull' una o sull' altra riva , ai piedi dei cocchi , degli artocarpi , dei banani e dei tamarindi , che curvavansi graziosamente sulle onde . Un silenzio funebre , misterioso , regnava ovunque , rotto di quando in quando da una folata d' aria , che faceva stormire le fronde degli alberi , dall' urlo acutissimo , malinconico dello sciacallo , che vagava sulle rive del fiume , e dal gracidare dei corvi e dei marabu` . Quantunque l' ora fosse assai inoltrata , e quantunque mille pericoli s' aggirassero fra le ombre della notte , un uomo stava sdraiato ai piedi di un grande tamarindo . Poteva avere trentacinque o trentasei anni e portava la divisa di capitano dei sipai , ricca d' ornamenti d' oro e d' argento . Era di statura alta , di complessione robusta , di carnagione bronzina ma assai meno carica di quella degli indiani . Si indovinava l' europeo , da lunghi anni esposto ai calori del sole tropicale . Il suo volto era fiero , ornato d' una lunga barba nera , ma la sua fronte era solcata da precoci rughe . Gli occhi erano grandi , melanconici , ma che talvolta scintillavano d' ardire . Non fiatava , ma di tanto in tanto alzava la testa , guardava fissamente la grande fiumana e faceva un moto d' impazienza . Era gia` trascorsa mezz' ora , quando in lontananza rimbombo` una detonazione . Il capitano allungo` la destra ad una ricca carabina rabescata . incrostata di argento e di madreperla , s' alzo` rapidamente in piedi e scese sulla riva aggrappandosi alle radici del tamarindo le quali uscivano , come serpenti , da terra . Al nord era apparso un punto nero che andava gradatamente avvicinandosi ; attorno ad esso l' acqua scintillava come fosse percossa da dei remi . Eccoli , mormoro` . Alzo` la carabina al disopra della sua testa e sparo` . Un lampo baleno` sul punto nero e una terza detonazione echeggio` . Tutto va bene ripiglio` il capitano . Spero questa volta di sapere qualche cosa . Una commozione dolorosa scompose i suoi lineamenti , ma fu rapida come un lampo . Torno` a guardare il punto nero . Era di gia` assai ingrandito ed aveva preso l' aspetto di una barca , la quale scendeva in fretta , sotto la spinta di una mezza dozzina di remi . A bordo si vedevano sette od otto uomini armati . In capo a dieci minuti la barca , uno svelto e bellissimo mur punky , condotto da sei indiani muniti di lunghe pagaie e guidata da un sergente dei sipai , giunse a poche braccia dalla riva . Con pochi colpi di remo s' incaglio` profondamente fra le erbe . Il sergente balzo` lestamente a terra , salutando militarmente . Conducete il mur punky nel piccolo seno , disse il capitano agli indiani . E tu Bharata , vieni con me . Il mur punky prese il largo . Il capitano condusse l' indiano sotto il tamarindo e si sdraiarono entrambi fra le erbe . Siamo soli , capitano Macpherson ? chiese il sergente . Assolutamente soli , rispose il capitano . Puoi narrare ogni cosa , senza temere che altri possano udirci . Fra un' ora Negapatnan sara` qui . Un flusso di sangue imporporo` il viso del capitano . L' hanno preso adunque ? esclamo` con viva emozione . Credeva che mi avessero ingannato . E` proprio vero , capitano . Il miserabile era rinchiuso da una settimana nei sotterranei del forte William . Sono certi che sia uno strangolatore ? Certissimi , anzi e` uno dei capi piu` potenti . Ha confessato nulla ? Nulla , capitano ; eppure gli fecero patire la fame e la sete . Come fu preso ? Il birbone s' era nascosto nei dintorni del forte William e la` attendeva la sua preda . Sei soldati erano di gia` caduti sotto il suo infallibile laccio , ed i loro cadaveri erano stati trovati nudi e col misterioso tatuaggio sul petto . Il capitano Hall , sette giorni or sono , si metteva in campagna con alcuni sipai , risoluto a scovare l' assassino . Dopo due ore d' infruttuose ricerche , si fermava sotto la fresca ombra di un borasso per riposarsi un po' . D' improvviso senti un laccio piombargli sulla testa e stringergli il collo . Balzo` in piedi afferrando strettamente la corda e si scaglio` sullo strangolatore chiamando aiuto . I sipai erano poco discosti . Piombarono sull' indiano che si dibatteva furiosamente , ruggendo come un leone , e lo atterrarono . E fra un' ora quell' uomo sara` qui ? chiese il capitano Macpherson . Si` , capitano , rispose Bharata . Finalmente ! Volete sapere qualche cosa da lui ? Si` , esclamo` il capitano , diventando assai triste . Voi avete qualche gran dolore che cercate di nascondermi , capitano Macpherson , disse il sergente . E` vero , Bharata , rispose Macpherson con voce sorda . Perche` non raccontarmi tutto ? Forse potrei esservi piu` utile . Il capitano non rispose . Era divenuto assai cupo e il suo sguardo era diventato umido . Si capiva che un atroce dolore , in quel momento aveva accasciato il suo forte animo . Capitano , disse il sergente , commosso da quell' improvviso cambiamento . Ho forse risvegliati nella vostra mente dei dolorosi ricordi ? Perdonatemi , non lo sapeva . Non ho nulla da perdonarti , mio buon Bharata , rispose Macpherson , stringendogli fortemente la mano . E` giusto che tu sappi tutto . S' alzo` , fece tre o quattro passi colla testa china sul petto e le braccia strettamente incrociate , poi torno` a sedersi accanto al sergente . Una lagrima gli rotolo` silenziosamente dalle abbronzate gote . Correva l' anno 1853 , diss' egli con voce che invano sforzavasi di rendere ferma . Mia moglie era morta da parecchi anni , uccisa dal cholera e m' aveva lasciato una fanciulla , bella quanto un bottoncino di rosa , coi capelli neri , gli occhi grandi , dolci e scintillanti come diamanti . Mi ricordo ancora quando saltellava per gli ombrosi viali del parco , inseguendo le farfalle ; ricordo ancora quelle sere , quand' ella , assisa a me d' accanto , all' ombra di un grande tamarindo , mi suonava il sitar e mi cantava le canzoni della mia lontana Scozia . Oh ! come ero felice a quei tempi ... Ada , mia povera Ada ! ... Uno scoppio di pianto soffoco` la sua voce . Si nascose il capo fra le mani e per qualche minuto Bharata lo udi singhiozzare come un fanciullo . Capitano , coraggio , disse il sergente . Si` , coraggio , mormoro` il capitano tergendosi , quasi con rabbia , le lagrime . Era tanto tempo che non piangeva . Cio` mi fa bene , qualche volta . Continuate , se non vi dispiace . Hai ragione , disse Macpherson , con voce rotta . Stette alcuni istanti in silenzio , come penasse a riaversi da quel fiero colpo , poi continuo` : Una mattina la popolazione di Calcutta era in preda ad un vivo sgomento . I thugs , o strangolatori che dir si voglia , avevano affisso su pei muri e sui tronchi d' albero dei manifesti , coi quali avvertivano gli abitanti che la loro dea chiedeva una ragazza per la sua pagoda . Senza sapere il perche` , fui preso da un grande tremito ; presagii che una disgrazia mi stava vicina . Feci imbarcare , la sera stessa , mia figlia e la rinchiusi entro le mura del forte William , sicuro che i thugs non sarebbero giunti fino a lei . Tre giorni dopo , non lo crederai , la mia Ada si svegliava col tatuaggio degli strangolatori sulle braccia . Ah ! esclamo` Bharata , impallidendo . E chi fu a tatuarla ? Non lo seppi mai . Un thug era adunque penetrato nel forte ? Cosi` deve essere . Hanno degli affigliati fra i nostri sipai , forse ? La loro setta e` immensa , Bharata , ed ha degli affigliati in tutta l' India , nella Malesia e persino in China . Avanti , capitano . Io che non aveva sino allora conosciuta la paura , quel giorno l' ebbi a provare . Compresi che mia figlia era stata scelta dalla mostruosa dea e raddoppiai la vigilanza . Mangiavamo assieme , dormivo nella stanza attigua , avevo sentinelle che vegliavano di` e notte dinanzi alla sua porta . Tutto fu inutile , una notte mia figlia scomparve . Vostra figlia scomparve ! Ma come ? Una finestra era stata sfondata , gli strangolatori erano entrati e l' avevano rapita . Gli affigliati avevano versato un potente narcotico nel nostro vino e nessuno udi` nulla , ne` s' accorse di nulla . Il capitano in preda a una indicibile emozione , si arresto` . La cercai per lunghi anni , prosegui dopo qualche minuto di dolorosa tregua , ma non riuscii a trovare nemmeno le sue traccie . Gli strangolatori l' avevano trascinata nel loro inaccessibile covo . Cangiai nome assumendo quello di Macpherson , per meglio agire ed intrapresi una campagna terribile , spietata contro di loro . Centinaia di quegli uomini caddero nelle mie mani e li feci morire fra i piu` atroci tormenti , sperando di strappare a loro una confessione che mi mettesse sulle traccie della mia povera Ada , ma tutto fu vano . Quattro lunghi anni sono scorsi e mia figlia e` ancora nelle mani di quegli uomini ... Il capitano non si freno` piu` e per la seconda volta scoppio` in singhiozzi . In lontananza s' udi`uno squillo di tromba . Tutti e due s' alzarono precipitosamente , correndo verso il fiume . Eccoli ! grido` Bharata . Dalle labbra del capitano Macpherson usci` come un sordo ruggito e ne` suoi occhi guizzo` un lampo di feroce gioia . Discese la riva e scorse , a cinque o seicento metri di distanza , un gran canotto che scendeva con grande rapidita` la fiumana . A bordo si scorgevano alcuni sipai colle baionette inastate sulle carabine . Lo vedi ? chiese egli coi denti stretti . Si` , capitano , rispose Bharata . E` seduto a poppa , fra due sipai e bene incatenato . Presto ! presto ! grido` il capitano . Il gran canotto raddoppio` di velocita` e venne ad arenarsi presso il capitano . Sei sipai , coi volti abbronzati e fieri , col caschetto , il collare ed i polsini ricamati in oro e argento , sbarcarono . Dietro a loro discesero altri due sipai , tenendo fortemente stretto per le braccia lo strangolatore Negapatnan . Era questi un indiano alto quasi sei piedi , magro ed agile . La sua faccia era truce , barbuta , cuprea ed i suoi occhi piccoli brillavano come quelli di un serpente in collera . In mezzo al petto aveva tatuato in azzurro , il serpente colla testa di donna , circondato da molti segni indecifrabili . Un piccolo dubgah di seta gialla cingevagli i fianchi e una specie di turbante pure di seta gialla , sormontato da un diamante grosso come una nocciola , coprivagli il capo perfettamente rasato e unto d' olio di cocco . Nello scorgere il capitano Macpherson trasali` , ed una profonda ruga si disegno` sulla sua fronte . Mi conosci ? chiese il capitano , a cui non era sfuggito quel trasalimento per quanto fosse stato rapido . Tu sei il padre della vergine della pagoda sacra rispose l' indiano . Una vampa sali` in volto al capitano . Ah ! Tu sai questo ! esclamo` . Si` , so che tu sei il capitano Harry Corishant . No , il capitano Harry Macpherson . Si` , giacche` hai cambiato nome . Sai perche` ti feci qui condurre ? Suppongo che sia per farmi parlare , ma sara` un tentativo vano . Questo e` affar mio . Alla villa , miei prodi , e state in guardia . I thugs possono esserci vicini . Il capitano Macpherson raccolse la carabina , l' armo` e si mise alla testa della piccola colonna , prendendo un sentiero aperto fra una foresta di nagatampi , bellissimi alberi , dei cui fiori si ornano le eleganti del Bengala ed il cui legno e` tanto duro che gli valse il nome di legno di ferro . Avevano gia` percorso un quarto di miglio , senza trovare alcuno , quando nel mezzo del bosco s' udi` il lamentevole urlo dello sciacallo . Lo strangolatore Negapatnan a quel grido alzo` vivamente la testa e lancio` un rapido sguardo sotto le foreste . I sipai che camminavano ai suoi fianchi , fecero udire una sorda esclamazione . State in guardia , capitano , disse Bharata . Il thug ha avvertito qualche cosa . Forse la presenza di amici ? Puo` essere . Il medesimo grido si fece udire , ma piu` forte di prima . Il capitano Macpherson si volse a destra del sentiero . Tuoni e fulmini ! esclamo` . Questo non e` uno sciacallo . State in guardia , ripete` il sergente . E` un segnale . Allunghiamo il passo . Il drappello riprese le mosse , colle carabine rivolte ai due lati del sentiero . Dieci minuti dopo giungeva , senz' altro , dinanzi alla fattoria del capitano Macpherson . II . Negapatnan . La villa del capitano Harry Macpherson , sorgeva sulla riva sinistra dell' Hugly , dinanzi ad un piccolo seno nel quale galleggiavano parecchi gonga e qualche mur punky . Era una di quelle palazzine che chiamansi in India bengalow , elegante , comodissima , ad un solo piano , alzata sopra un basamento di mattoni e sormontata da un tetto piramidale . Una galleria sostenuta da colonne , chiamata varanga , e che terminava in un' ampia terrazza , le girava attorno riparata da fitte stuoie di coccottiero . A destra ed a sinistra si estendevano bassi fabbricati e tettoie , destinate per le cucine , per le rimesse , per le scuderie e pei sipai , ombreggiate da tara , da latania e da non pochi pipal e nim , alberi dal tronco enorme e dal fogliame fitto e cupo , che oggi sono in gran parte scomparsi nelle grandi pianure del delta gangetico . Il capitano Macpherson entro` nella palazzina lasciando i sipai alla porta , percorse una lunga fila di stanze ammobiliate semplicemente ma eleganti , con seggioloni immensi e tavole e tavolini di acaju` e sali` sulla terrazza riparata da una grande tenda . Bharata non tardo` a raggiungerlo trascinando a viva forza lo strangolatore Negapatnan . Siedi e discorriamo , disse il capitano , indicando allo strangolatore un sedile di sottili bambu` intrecciati . Negapatnan ubbidi` facendo stridere le catene che gli imprigionavano i polsi . Bharata si colloco` al suo fianco , mettendosi dinanzi un paio di pistole . Tu adunque hai detto di conoscermi , disse il capitano Macpherson , fissando sull' indiano uno sguardo acuto come la punta d' uno spillo . Ti dissi che tu sei il capitano Harry Corishant , rispose lo strangolatore , il padre della vergine della pagoda sacra . Come mi conosci ? Ti vidi parecchie volte a Calcutta . Una notte anzi ti seguii , sperando di strangolarti , ma il colpo non mi riusci` . Miserabile ! esclamo` il capitano , pallido d' ira . Non irritarti per si` poco , disse lo strangolatore , sorridendo . Ti ricordi tu , la notte che mia figlia fu rapita ? Come fosse ieri . Era la notte del 24 agosto 1853 . Negapatnan fu sempre alla testa di tutte le imprese dei thugs , disse l' indiano con orgoglio . Fui io a sfondare la finestra ed a rapire tua figlia . Ma non tremi tu , a narrare simili cose al padre di quell' infelice ? Negapatnan giammai tremo` . Ma io ti infrangero` come una canna . E i thugs infrangeranno te come un giovane bambu` . E` questo che io voglio vedere . Capitano Corishant , disse gravemente lo strangolatore , al disopra dei dominatori dell' India v' e` una potenza occulta e terribile che nulla teme . Le teste coronate si curvano sotto il soffio della dea Kali` , nostra signora . Trema ! Se Negapatnan giammai tremo` , il capitano Macpherson giammai ebbe paura . Me lo dirai il giorno in cui il laccio di seta ti stringera` la gola . E tu me lo dirai il giorno in cui il ferro rovente calcinera` le tue carni . E` per farmi morire fra le torture , che m' hai fatto qui condurre ? Si` , se non tradisci il segreto dei thugs . Solo a questo patto puoi salvare la vita . Ah ! tu vuoi farmi parlare ? E su cosa ? Sono il padre di Ada Corishant . Ebbene ? Non ho perduta ancora la speranza di riaverla fra le mie braccia . Continua . Negapatnan , disse il capitano con voce vivamente commossa . Hai mai avuto una figlia tu ? Oh ! mai ! esclamo` lo strangolatore . Hai mai amato almeno ? Mai , fuorche` la mia dea . Io l' amo quella mia povera figlia , al punto che darei tutto il mio sangue per la sua liberta` . Negapatnan , dimmi dov' e` , dimmi dove io possa trovarla . L' indiano rimase impassibile come una statua di bronzo . Io ti donero` la vita , Negapatnan . L' indiano ancora tacque . Io ti daro` quanto oro tu vorrai , e ti condurro` in Europa onde sottrarti alla vendetta dei compagni . Ti faro` dare un grado nell' esercito inglese , ti apriro` la strada per salire in alto , ma dimmi dov' e` la mia Ada . Capitano Macpherson , disse lo strangolatore , torvo in volto . Il tuo reggimento non ha una bandiera ? Si , e perche` tale domanda ? Non hai giurato fedelta` a quella bandiera ? Si` . Saresti tu capace di tradirla ? Oh mai ! Ebbene , io ho giurato fedelta` alla mia dea , che e` la mia bandiera . Ne` la liberta` che tu mi prometti , ne` il tuo oro , ne` gli onori scrolleranno la mia fede . Io non parlero` ! Il capitano Macpherson s' era alzato raccogliendo da terra uno scudiscio . Era diventato rosso come una brace , ed i suoi occhi sfolgoravano di rabbia . Mostruoso rettile ! esclamo` furente . Non toccarmi con quella frusta , che` discendo da un ragia` , grido` lo strangolatore torcendo le catene . Il capitano Macpherson , per tutta risposta alzo` lo scudiscio e traccio` sul volto del prigioniero un solco sanguinoso . Un ruggito di belva usci` dalle labbra dello strangolatore . Uccidimi , disse con un tono di voce che piu` nulla aveva d' umano . Uccidimi , perche` se non lo fai ti strappero` le carni dalle ossa brano a brano . Si` , mostro , ti uccidero` , non aver timore , ma lentamente , goccia a goccia . Bharata , trascinalo nel sotterraneo . Devo torturarlo ? chiese il sergente . Il capitano Macpherson esito` . Non ancora , disse poi . Lo lascierai ventiquattro ore senz' acqua e senza cibo tanto per incominciare . Bharata afferro` lo strangolatore a mezzo corpo e lo trascino` via , senza che questi opponesse resistenza . Il capitano Macpherson , gettando lungi da se` lo scudiscio , si era messo a passeggiare per la terrazza a passi concitati , cupo , meditabondo . Pazienza , diss' egli coi denti stretti . Quell' uomo tutto mi confessera` , dovessi strappargli ogni parola a colpi di ferro rovente . D' un tratto s' arresto` alzando vivamente la testa . Da uno dei recinti era partito un formidabile barrito , proprio dell' elefante quando sente l' avvicinarsi d' un nemico . Oh ! esclamo` egli . Il barrito di Bhagavadi . Si curvo` sul parapetto della terrazza . I cani del bengalow fecero udire i loro latrati ed al di sopra di un recinto comparve la gigantesca tromba di un elefante , la quale emise un secondo barrito ancor piu` forte . Quasi nello stesso tempo , a un trecento metri dal bengalow , si slancio` nell' aria una massa nera , dotata d' una straordinaria agilita` , che subito ricadde nascondendosi fra le erbe . Il capitano non riusci` , stante l' incerto chiarore , a distinguere che cosa fosse . Ola` ! grido` egli . Il sipai che vegliava sotto la tettoia , usci` colla carabina sotto il braccio . Capitano , diss' egli , volgendo all' insu` la faccia . Hai visto nulla ? Si` , capitano . Era uomo o bestia ? Mi parve un animale . Si alzo` a trecento metri da qui . La massa nera di prima torno` a spiccare un salto . Il sipai mando` un grido di terrore . La tigre ! ... Il capitano si slancio` verso la sua carabina , l' armo` e sparo` dietro all' animale che fuggiva , con salti giganteschi , verso la jungla . Maledizione ! esclamo` con rabbia . Il felino alla detonazione s' era arrestato , facendo udire un sordo mugoli`o , poi s' interno` fra i bambu` con maggiore rapidita` . Cosa succede ? chiese Bharata , precipitandosi nella terrazza . Abbiamo una tigre nei dintorni , rispose il capitano . Una tigre ! E` impossibile , capitano ! L' ho vista coi miei propri occhi . Ma se le abbiamo tutte distrutte ! Pare che una sia sfuggita alle nostre carabine . L' avete colpita almeno ? Non lo credo . Quell' animale ci dara` fastidio , capitano . Per poco , te lo prometto . Non amo simili vicini . La caccieremo adunque ? Il capitano guardo` l' orologio . Sono le tre . Fra un' ora conto di salire su Bhagavadi e fra due d' avere la pelle della tigre . III . Il salvatore . All' oriente cominciava ad albeggiare , quando il capitano Macpherson e Bharata discesero nel cortile del bengalow . Erano armati tutti e due con carabine di lunga portata e di grosso calibro , di pistole e di coltellacci colla lama larghissima ed a doppio taglio . Un sipai li seguiva , portando altre due carabine di ricambio ed alcune picche . In pochi minuti raggiunsero il recinto sulla cui soglia barriva fragorosamente Bhagavadi , circondato da una mezza dozzina di mahuts , o conduttori d' elefanti . Bhagavadi era uno dei piu` grandi e piu` belli coomareah che fosse dato d' incontrare sulle rive del Gange . Era meno alto d' un elefante merghee ma piu` vigoroso , dotato d' una potenza straordinaria , con un corpo massiccio , gambe corte e tozze , una tromba assai sviluppata e due magnifici denti aguzzi , arcuati all' insu` . Sul dorso gli era gia` stata accomodata l' hauda , specie di navicella nella quale prendono posto i cacciatori , solidamente assicurata con corde e catene . Siamo pronti ? chiese il capitano Macpherson . Non manca che di partire , rispose il capo dei mahuts . I battitori ? Sono di gia` sul limitare della jungla , coi cani . Uno dei piu` abili mahuts si colloco` sul collo di Bhagavadi , armato di un grosso uncino e di una lunga picca . Il capitano Macpherson , Bharata ed il sipai , fattasi calare la scala , presero posto nell' hauda , portando con loro le armi . Il segnale della partenza fu dato nel momento che il sole sorgeva dietro il bosco dei borassi , illuminando d' un sol colpo la fiumana e le sue sponde . L' elefante camminava con passo spedito , eccitato dalla voce del mahut , fracassando , stritolando , sotto le enormi zampe le radici e gli arbusti , ed abbattendo con un vigoroso colpo di proboscide gli alberi o i bambu` che gli sbarravano la via . Il capitano Macpherson , sul dinanzi dell' hauda , con una carabina in mano , spiava attentamente i gruppi di piante e le alte erbe , in mezzo alle quali poteva celarsi la tigre . Un quarto d' ora dopo essi giungevano sul margine della jungla , irta di bambu` e di ammassi di cespugli spinosi . Sei sipai , muniti di lunghe pertiche ed armati di scuri e di fucili , li aspettavano con un branco di piccoli cani , miserabili botoli all' apparenza , ma molto coraggiosi in realta` , indispensabili per cacciare il terribile felino . Quali nuove ? chiese il capitano , curvandosi sull' hauda . Abbiamo scoperto le traccie della tigre , rispose il capo dei battitori . Fresche ? Freschissime ; la tigre e` passata di qui mezz' ora fa . Allora entriamo nella jungla . Lasciate i cani . I botolini , liberati dal guinzaglio , si slanciarono animosamente in mezzo ai bambu` , dietro le traccie della tigre , abbaiando con furore . Bhagavadi , dopo di aver fiutato colla proboscide tre o quattro volte l' aria a diverse altezze , s' addentro` nella jungla , sfondando col suo petto la massa di verzura . Sta' bene attento Bharata , disse Macpherson . Avete scorto qualche cosa , capitano ? chiese il sergente . No , ma la tigre puo` essere tornata sui propri passi ed essersi imboscata fra i bambu` . Tu sai che quegli animali sono astuti , e che non temono di assalire l' elefante . In tal caso avra` da fare con Bhagavadi . Non e` la prima tigre che egli calpesta sotto le sue zampaccie o che scaglia in aria a fracassarsi le membra contro qualche albero . L' avete veduto voi , l' animale ? Si` , e posso dirti che era proprio gigantesco . Non mi ricordo d' aver visto una tigre cosi` grossa ne` cosi` agile ; faceva balzi di dieci metri . Oh ! esclamo` l' indiano . Con un salto arrivera` fino all' hauda . Se la lascieremo avvicinare . Tacete , capitano . In lontananza s' udirono i cani ad abbaiare furiosamente e qualche guaito lamentevole . Bharata si senti` correre un brivido per le ossa . I cani l' hanno scoperta , diss' egli . E qualcuno e` stato sventrato , aggiunse il sipai che aveva preso le carabine , pronto a passarle ai cacciatori . Uno stormo di pavoni s' alzo` a circa cinquecento metri e volo` via mandando grida di terrore . Uszaka ? grido` il capitano , facendo una specie di portavoce colle mani . Attenzione , capitano ! rispose il capo dei battitori . La tigre e` alle prese coi cani . Fa' suonare la ritirata . Uszaka accosto` al naso il bansy , sorta di flauto , e soffio` con forza emettendo una nota acuta . Tosto si videro i sipai tornare precipitosamente e correre a rifugiarsi dietro all' elefante . Animo , disse il capitano al mahut , conduci l' elefante dove abbaiano i cani . E tu , Bharata , guarda bene alla tua sinistra mentre io guardo alla dritta . Puo` darsi che dobbiamo combattere piu` di un avversario . Gli abbaiamenti continuavano ognor piu` furiosi , segno infallibile che la tigre era stata scoperta . Bhagavadi affretto` il passo movendo intrepidamente verso una grande macchia di bambu` tulda , in mezzo alla quale s' erano cacciati i botoli . A cento passi di distanza fu trovato uno dei cani orrendamente sventrato da un poderoso colpo d' artiglio . L' elefante comincio` a dare segni d' inquietudine , agitando vivamente la proboscide dall' alto in basso . Bhagavadi la sente , disse Macpherson . Sta' bene attento mahut e bada che l' elefante non dia indietro o che esponga troppo la sua tromba . La tigre gliela sbranera` come l' anno scorso . Rispondo di tutto , padrone . Fra i bambu` s' alzo` un formidabile ruggito a cui nessun grido e` paragonabile . Bhagavadi s' arresto` fremendo ed emettendo sordi barriti . Avanti ! grido` il capitano Macpherson , le cui dita si raggrinzavano sul grilletto della carabina . Il mahut lascio` andare un colpo di uncino sul pachiderma , il quale si mise a sbuffare in orribile modo , arrotolando la proboscide e presentando le due aguzze zanne . Fece ancora dieci o dodici passi poi torno` a fermarsi . Dai bambu` si slancio` fuori , simile a un razzo , una gigantesca tigre emettendo un formidabile miagoli`o . Il capitano Macpherson lascio` partire la scarica . Tuoni e fulmini ! grido` irritato . La tigre era ricaduta fra i bambu` prima di essere stata toccata . Si slancio` altre due volte nell' aria , facendo balzi di dodici metri e scomparve . Bharata fece fuoco in mezzo al macchione , ma la palla ando` a fracassare la testa di un botolino mezzo sbranato , che si trascinava penosamente fra le erbe . Ma ha il diavolo in corpo quella tigre , disse il capitano , assai di cattivo umore . E` la seconda volta che sfugge alle mie palle . Come va questa faccenda ? Bhagavadi si rimise in marcia , con molta precauzione , facendosi prima largo colla proboscide , che si affrettava pero` a ritirare subito . Fece altri cento metri , preceduto dai cani che andavano e venivano cercando la pista del felino , poi fece alto piantandosi solidamente sulle gambe . Tornava a tremare ed a sbuffare fragorosamente . Davanti a lui , a meno di venti metri , stava un gruppo di canne da zucchero . Un buffo d' aria impregnata d' un forte odore di selvatico , giunse fino ai cacciatori . Guarda ! guarda ! grido` il capitano . La tigre s' era slanciata fuori dalle canne movendo con rapidita` fulminea verso il pachidermo il quale s' era affrettato a presentare le zanne . Vi giunse quasi sotto , sfuggendo alle carabine dei cacciatori , si raccolse su se stessa e piombo` in mezzo alla fronte dell' elefante cercando con un colpo d' artiglio d' afferrare il mahut , che s' era gettato all' indietro urlando di terrore . Gia` stava per raggiungerlo , quando in lontananza echeggiarono alcune note acute emesse da un ramsinga . Sia che si spaventasse o altro , la tigre fece un rapido voltafaccia e si precipito` giu` , cercando di raggiungere la macchia . Fuoco ! urlo` il capitano Macpherson , scaricando la carabina . Il felino mando` un ruggito tremendo , cadde , si rialzo` , varco` la macchia e ricadde dall' altra parte , rimanendo immobile come se fosse stato fulminato . Hurra` ! hurra` ! urlo` Bharata . Bel colpo ! esclamo` il capitano , deponendo l' arma ancor fumante . Getta la scala . Il mahut ubbidi` . Il capitano Macpherson impugnato il coltellaccio giunse a terra e si diresse verso la macchia . La tigre giaceva inerte presso un cespuglio . Il capitano , con sua grande sorpresa , non iscorse su quel corpo alcuna ferita , ne` per terra macchie di sangue . Ben sapendo che le tigri talvolta si fingono morte per gettarsi di sorpresa sul cacciatore , stava per tornare indietro , ma gli manco` il tempo . Il misterioso suono del ramsinga torno` a echeggiare . La tigre a quella nota scatto` in piedi , si scaglio` sul capitano e lo atterro` . La sua enorme bocca , irta di denti , si spalanco` sopra di lui pronta a stritolarlo . Il capitano Macpherson , inchiodato al suolo , in maniera da non potersi muovere , ne` servirsi del coltellaccio , emise un grido d' angoscia . A me ! ... Sono perduto . Tenete fermo , ci sono ! urlo` una voce tonante . Un indiano si getto` fuori della macchia , afferro` la tigre per la coda e con un violento strappone la scaravento` da una parte . S' udi` un ruggito furioso . L' animale , pazzo di collera , s' era prontamente alzato per gettarsi sul nuovo nemico ; ma , cosa strana , inaudita , appena che l' ebbe scorto fece un rapido voltafaccia e s' allontano` con fantastica rapidita` , scomparendo fra l' inestricabile caos della jungla . Il capitano Macpherson , sano e salvo , s' era prontamente levato in piedi . Un profondo stupore si dipinse tosto sui suoi lineamenti . A cinque passi da lui stava un indiano di forme muscolose , grandemente sviluppate , con una testa superba , piantata su due larghe e robuste spalle . Un piccolo turbante ricamato in argento copriva il suo capo ed ai fianchi portava un sottanino di seta gialla , stretto da un bellissimo scialle di cachemire . Quell' uomo , che aveva intrepidamente affrontato la tigre non aveva alcuna arma . Colle braccia incrociate , lo sguardo sfavillante d' ardire , egli fissava con curiosita` il capitano , conservando l' immobilita` d' una statua di bronzo . Se non m' inganno , ti devo la vita , disse il capitano . Forse , rispose l' indiano . Senza il tuo coraggio a quest' ora sarei morto . Lo credo . Dammi la mano ; tu sei un prode . L' indiano strinse , con un tremito , la mano che Macpherson gli porgeva . Posso io conoscere il tuo nome , o mio salvatore ? Saranguy , rispose l' indiano . Non lo scordero` mai . Fra loro due successe un breve silenzio . Cosa posso fare per te ? ripiglio` il capitano . Nulla . Macpherson estrasse una borsa rigonfia di sterline e gliela porse . L' indiano la respinse con nobile gesto . Non so che farne dell' oro , dissegli . Sei ricco tu ? Meno di quello che credete . Sono un cacciatore di tigri delle Sunderbunds . Ma perche` ti trovi qui ? La jungla nera non ha piu` tigri . Sono salito al nord a cercarne delle altre . E dove vai ora ? Non lo so . Non ho patria , ne` famiglia ; erro a capriccio . Vuoi venire con me ? Gli occhi dell' indiano mandarono un lampo . Se avete bisogno d' un uomo forte e coraggioso , che non teme ne` le belve , ne` l' ira degli dei , sono vostro . Vieni , o prode indiano , e non avrai a lagnarti di me . Il capitano giro` sui talloni , ma s' arresto` subito . Dove credi che sia fuggita la tigre ? Molto lontano . Sara` possibile trovarla ! Non lo credo . Del resto m' incarico io d' ammazzarla , e fra non molto tempo . Ritorniamo al bengalow . Bharata , che aveva assistito con stupore a quella scena , li aspettava presso l' elefante . Egli si slancio` contro al capitano . Sei ferito , padrone ? gli chiese , ansiosamente . No , mio bravo sergente , rispose Macpherson . Ma se non giungeva questo indiano , non sarei ancora vivo . Sei un grand' uomo , disse Bharata a Saranguy . Non ho mai veduto un simile colpo ; tu tieni alta la fama della nostra razza . Un sorriso fu l' unica risposta dell' indiano . I tre uomini salirono nell' hauda e in meno di mezz' ora raggiunsero il bengalow dinanzi al quale li aspettavano i sipai . La vista di quei soldati fece corrugare la fronte di Saranguy . Parve inquieto e represse con grande sforzo un gesto di dispetto . Per fortuna nessuno avverti` quel movimento che fu , del resto , rapido come un lampo . Saranguy , disse il capitano , nel momento che entrava con Bharata , se hai fame , fatti additare la cucina ; se vuoi dormire , scegli quella stanza che meglio ti accomoda ; e se vuoi cacciare , domanda quell' arma che meglio ti conviene . Grazie , padrone , rispose l' indiano . Il capitano entro` nel bengalow . Saranguy si sedette presso la porta . La sua faccia era diventata allora assai cupa e gli occhi brillavano d' una strana fiamma . Tre o quattro volte s' alzo` come se volesse entrare nel bengalow , e sempre torno` a sedersi . Chissa` quale sorte tocchera` a quell' uomo , mormoro` egli con voce sorda . Forse la morte . E` strano , eppure quell' uomo mi interessa , eppure sento che quasi lo amo ! Appena lo scorsi sentii il mio cuore fremere in modo inesplicabile ; appena udii la sua voce mi sentii quasi commosso . Non so , ma quel volto somiglia ... Non nominiamola ... Tacque diventando ancor piu` tetro . E sara` qui lui ? si chiese d' un tratto . E se non vi fosse ? Si alzo` per la quinta volta e si mise a passeggiare colla testa china . Passando dinanzi ad un recinto , udi` alcune voci che venivano dall' interno . Si arresto` alzando bruscamente la testa . Parve indeciso , si guardo` attorno come volesse assicurarsi che era solo , poi si lascio` cadere ai piedi della palizzata , tendendo con molta attenzione gli orecchi . Te lo dico io , diceva una voce . Il birbone ha parlato dopo le minaccie di morte del capitano Macpherson . Non e` possibile , diceva un' altra voce . Quei cani di thugs non si lasciano intimidire dalla morte . Ho visto coi miei propri occhi , delle diecine di thugs lasciarsi fucilare senza nulla dire . Ma il capitano Macpherson ha dei mezzi ai quali nessuna creatura umana resiste . Quell' uomo e` molto forte . Si lasciera` strappare di dosso la pelle , prima di dire una sola parola . Saranguy divenne piu` attento , e accosto` viepiu` l' orecchio alla palizzata . E dove credi che l' abbiano rinchiuso ? chiese la prima voce . Nel sotterraneo , rispose l' altra Quell' uomo e` capace di scappare . E` impossibile , poiche` le pareti hanno uno spessore enorme , di piu` uno dei nostri veglia . Non dico che scappera` da solo , ma aiutato dai thugs . Credi tu che ronzino da queste parti ? La scorsa notte abbiamo udito dei segnali e mi si disse che un sipai scorse delle ombre . Mi fai venire i brividi . Hai paura tu ? Puoi crederlo . Quei maledetti lacci di rado falliscono . Avrai paura ancora per poco Perche` ? Perche` li assaliremo nel loro covo . Negapatnan confessera` tutto . Saranguy udendo quel nome era balzato in piedi , in preda ad una viva eccitazione . Un sorriso sinistro sfioro` le sue labbra e guardo` trucemente . Ah ! esclamo` egli con voce appena distinta . Negapatnan e` qui ! I maledetti saranno contenti . IV . Uccidere per essere felice . Era venuta la sera . Il capitano Macpherson durante la giornata non si era fatto vedere e nessun incidente era accaduto nel bengalow . Saranguy , dopo di aver errato a capriccio qua e la` , nei dintorni delle tettoie e delle palizzate , porgendo attento orecchio ai discorsi dei sipai s' era sdraiato dietro ad un folto cespuglio , a cinquanta passi dalla abitazione , come uno che cerca di addormentarsi . Di quando in quando pero` alzava prudentemente la testa , ed il suo sguardo percorreva rapidamente la circostante campagna . Si sarebbe detto che egli cercava qualche cosa , o che aspettava qualcuno . Passo` una lunga ora . La luna s' alzo` sull' orizzonte , illuminando vagamente le foreste e il corso della grande fiumana la quale mormorava gaiamente , frangendosi contro le rive . Un urlo acuto , l' urlo dello sciacallo , si fece udire in lontananza . Saranguy s' alzo` bruscamente , guardandosi d' attorno con diffidenza . Finalmente , mormoro` egli , rabbrividendo . Sapro` la mia condanna . A duecento passi , fra una macchia , comparvero due punti luminosi , con riflessi verdastri , Saranguy accosto` due dita alle labbra e mando` un leggiero fischio . Tosto i due punti luminosi si slanciarono innanzi . Erano gli occhi di una grande tigre , la quale fece udire quel sordo miagoli`o che e` famigliare a simili belve . Darma ! chiamo` l' indiano . La tigre s' abbasso` , schiacciandosi contro il terreno , e si mise a strisciare silenziosamente . S' arresto` proprio dinanzi a lui emettendo un secondo miagoli`o . Sei ferita ? gli chiese l' indiano , con voce commossa . La tigre per tutta risposta apri` la bocca e lambi` le mani ed il volto dell' indiano . . Hai sfidato un gran pericolo , povera Darma , ripiglio` l' indiano con tono affettuoso . Sara` l' ultima prova . Passo` una mano sotto il collo della belva e vi trovo` una piccola carta rossa , arrotolata e sospesa ad un sottile filo di seta . L' apri` con mano tremante , gettandovi sopra gli occhi . V' erano dei segni bizzarri d' una tinta azzurra e una riga di sanscrito . Vieni , che il messaggero e` giunto lesse egli . Un nuovo brivido agito` le sue membra e alcune goccie di sudore imperlarono la sua fronte . Vieni , Darma , diss' egli . Guardo` alla sfuggita il bengalow , percorse tre o quattrocento passi strisciando , seguito dalla tigre , poi s' interno` nel bosco di borassi . Cammino` per venti minuti rapidamente , seguendo un sentieruzzo appena appena visibile , poi s' arresto` , chiamando con un gesto la tigre . A venti passi da lui , s' era improvvisamente alzato da terra un individuo , il quale spiano` risolutamente un fucile , gridando : Chi vive ? Kali` , rispose Saranguy . Avanzati . Saranguy si avvicino` a quell' indiano il quale lo esamino` attentamente . Sei forse colui che aspettiamo ? gli chiese . Si` . Sai chi ti aspetta ? Kougli . Sei proprio quello : seguimi . L' indiano getto` la carabina ad armacollo e si mise in marcia con passo silenzioso . Saranguy e Darma lo seguirono . Hai veduto il capitano Macpherson ? chiese qualche istante dopo Si` . Cosa fa ? Non saprei dirlo . Sai nulla di Negapatnan ? Si` , so che e` prigioniero del capitano . E` vero cio` che dici ? Verissimo . E sai dov' e` nascosto ? Nei sotterranei del bengalow . Si vede che sono prudenti quegli europei . Sembra . Ma tu lo libererai . Io ! esclamo` Saranguy . Lo credo . Chi te lo disse ? Non so nulla ; taci e cammina . L' indiano ammutoli` e affretto` il passo , cacciandosi in mezzo ai macchioni di bambu` ed a cespugli irti di spine . Ogni qual tratto s' arrestava ed esaminava il tronco dei palmizi tara che trovava sul suo passaggio . Cosa guardi ? chiese Saranguy , sorpreso . I segni che indicano la via . Ha cambiato dimora Kougli ? Si` , perche` gl' inglesi si sono mostrati presso la sua capanna . Di gia` ? Il capitano Macpherson ha dei buoni bracchi al suo servizio . Sta' allerta , Saranguy ; potrebbero giuocarti qualche brutto tiro , quando meno te lo aspetti . Si fermo , accosto` le mani alle labbra ed emise un urlo simile a quello dello sciacallo . Un secondo urlo vi rispose . La via e` libera , disse l' indiano . Segui questo sentiero e giungerai alla soglia della capanna . Io rimango qui a vegliare . Saranguy ubbidi` . Percorrendo il sentiero s' avvide che dietro ad ogni albero stava appiattato un indiano con una carabina in mano e il laccio stretto attorno al corpo . Siamo ben guardati , mormoro` egli . Potremo discorrere senza temere di venire sorpresi dagli inglesi . Ben presto si trovo` dinanzi ad una grande capanna , costruita con solidissimi tronchi d' albero , nei quali erano aperte molte feritoie per lasciar passare le carabine . Il tetto era coperto da foglie di latania e sulla cima v' era una rozza statua della dea Kali` Chi vive ? chiese un indiano , che era seduto sulla soglia della porta armato di carabina , di pugnale e laccio . Kali` rispose per la seconda volta Saranguy . L' indiano entro` in una stanzuccia illuminata da un ramo d' albero resinoso , il quale spandeva all' intorno una luce fumosa . Sdraiato su di una stuoia stavasene un indiano alto come il truce Suyodhana , spalmato di fresco d' olio di cocco , col misterioso tatuaggio sul petto . La sua faccia era d' una tinta bronzina , dura , feroce , con folta barba nera . Gli occhi suoi , profondamente incavati , brillavano d' una cupa fiamma . Addio , Kougli , disse l' indiano entrando , ma pronunciando le parole quasi con pena . Ah ! sei tu , amico , rispose Kougli , alzandosi prontamente . Cominciava a impazientirmi . La colpa non e` mia ; la strada e` lunga . Lo so , amico mio . Come sono andate le cose ? Benissimo ; Darma ha eseguito appuntino la sua parte . Se non ero pronto , schiacciava la testa del capitano . L' aveva atterrato ? Si` . Brava bestia la tua tigre . Non dico di no . Sicche` sei ai servigi del capitano . Si` . In che qualita` ? Di cacciatore . Sospetta di nulla ? No . Sa che ti sei allontanato dal bengalow ? Non lo so . Del resto mi ha accordato ampia liberta` di andarmene nei boschi o nella jungla , a cacciare . Sta' in guardia pero` . Quell' uomo ha cent' occhi . Lo so . Narrami qualche cosa di Negapatnan . E` arrivato ieri notte al bengalow . Lo so , nessuna cosa sfugge al mio sguardo . Dove l' hanno nascosto ? Nel sotterraneo . Lo conosci quel sotterraneo ? Non ancora , ma lo conoscero` . So che ha le pareti di uno spessore enorme , e che un sipai armato veglia di` e notte dinanzi alla porta . Sai piu` di quanto speravo . Lascia che te lo dica , sei un brav' uomo . Il cacciatore di serpenti della jungla nera e` piu` forte e piu` astuto di quello che tu credi , rispose l' indiano Saranguy . Sai se ha parlato Negapatnan ? Non lo so . Se quell' uomo parla , noi siamo perduti . Diffidi di lui ? chiese Saranguy con una leggiera vibrazione ironica . No , poiche` Negapatnan e` un gran capo ed e` incapace di tradirci . Ma il capitano Macpherson sa tormentare i suoi prigionieri . Orsu` , veniamo al fatto . La fronte di Saranguy s' aggrotto` e un leggiero tremito percorse le sue membra . Parla , diss' egli , con strano accento . Sai perche` ti ho chiamato ? Lo indovino , si tratta ... Di Ada Corishant . A quel nome , il cupo sguardo di Saranguy si spense ; qualche cosa di umido brillo` sotto le sue ciglia , e un profondo sospiro gli usci` dalle labbra scolorite . Ada ! ... Oh mia Ada ! ... esclamo` egli con voce soffocata . Parla Kougli , parla . Soffro troppo , troppo ! ... Kougli guardo` l' indiano che si era accasciato su se stesso , stringendosi fortemente la fronte . Un sorriso satanico , un sogghigno atroce sfioro` rapidamente le sue labbra . Tremal Naik , disse con voce quasi sepolcrale . Ti ricordi quella notte che ti rifugiasti nel pozzo colla tua Ada ed il maharatto ? Si` , me lo ricordo , rispose con voce sorda Saranguy , o meglio Tremal Naik , il cacciatore di serpenti della jungla nera . Tu eri in nostra mano . Bastava che Suyodhana lo volesse e tutti e tre a quest' ora dormireste sotto terra . Lo so . Ma perche` rammentarmi quella notte ! Bisogna che te la rammenti . Affrettati allora , non farmi soffrire tanto . Ho il cuore che mi sanguina . Saro` breve . I thugs avevano pronunciato la vostra sentenza di morte ; tu dovevi essere strangolato , la vergine della pagoda doveva salire il rogo e Kammamuri morire tra i serpenti . Suyodhana fu quello che si oppose . Negapatnan era caduto in mano degli inglesi e bisognava salvarlo . Tu avevi dato tante prove di essere un uomo audace e pieno di risorse e ti grazio` , purche` tu servissi la nostra setta . Affrettati . Ma tu amavi quella donna che si chiama Ada . Bisognava cedertela per avere un fedele e pronto alleato . La nostra dea Kali` te la offre . Ah ! ... esclamo` Tremal Naik , balzando in piedi , tutto trasfigurato . E` vero quello che dici ? Si` , e` vero , disse Kougli marcando su ogni parola . E sara` mia sposa ? Si` , sara` tua sposa . Ma i thugs esigono qualche cosa da te . Qualunque cosa sia io l' accetto . Per la mia fidanzata darei alle fiamme l' India intera . Bisognera` uccidere . Uccidero` . Bisognera` salvare degli uomini . Li salvero` , dovessi assalire una citta` zeppa di armi e d' armati . Bene ; odimi . Si levo` dalla cintura una carta , la spiego` e la guardo` alcuni istanti con profonda attenzione . I thugs , disse tu lo sai , amano Negapatnan , che e` coraggioso . intraprendente e forte . Vuoi la tua Ada ? Libera Negapatnan , ma c' e` Suyodhana che esige qualche cosa da te . Parla , disse Tremal Naik , che senza saperlo , provo` un brivido . Ti ascolto . Kougli non apri` bocca . Egli guardava fissamente ed in modo strano il cacciatore di serpenti . Ebbene ? balbetto` Tremal Naik . Suyodhana ti cede la tua fidanzata a patto che tu uccida il capitano Macpherson ... Il capitano ... Macpherson , termino` Kougli , schiudendo le labbra ad un crudele sorriso . E solo a questo prezzo mi si cedera` Ada ? ... A questo prezzo solamente . E se rifiutassi ? Non l' ameresti piu` . Io ? Cosa ti dissi poco fa ? Per la mia fidanzata darei l' India alle fiamme . Hai ragione . Nel caso pero` che ti rifiutassi , la vergine della pagoda salira` il rogo e Kammamuri morra` fra i serpenti . Li teniamo entrambi in nostra mano . Cosa decidi ? La mia vita appartiene ad Ada . Accetto . Hai gia` qualche piano ? Nessuno , ma lo trovero` . Bada a me ; prima libera Negapatnan . Lo liberero` . Noi veglieremo su di te . Se avrai bisogno di aiuti , vieni da me . Il cacciatore di serpenti fara` senza i thugs . Come vuoi : puoi andartene . Tremal Naik non si mosse . Cosa desideri ? chiese Kougli . E non potro` veder colei che io amo ? No . Siete proprio inesorabili ? Compi la missione , poi ... quella donna ... . sara` tua sposa . Va' , Tremal Naik , va' . L' indiano s' alzo` in preda a una cupa disperazione e si diresse verso l' uscita . Tremal Naik , disse lo strangolatore , nel momento in cui varcava la soglia . Cosa vuoi ? Non scordarti , che a noi preme la morte del capitano Macpherson ! ... V . La fuga del thug . Gli astri incominciavano ad impallidire , quando Tremal Naik , quasi fuori di se` , ancora scombussolato dal colloquio avuto collo strangolatore , giungeva al bengalow del capitano Macpherson . Un uomo era appoggiato alla soglia della porta e sbadigliava , respirando fragorosamente la fresca aria del mattino . Quest' uomo era il sergente Bharata . Ola` , Saranguy ! gli grido` . Da dove vieni ? Quella chiamata strappo` bruscamente Tremal Naik dai suoi pensieri . Si volse indietro , credendo di essere stato seguito dalla tigre , ma l' intelligente animale si era arrestato sull' orlo della jungla . Basto` un rapido cenno del padrone perche` scomparisse fra i bambu` . Da dove vieni , mio bravo cacciatore ? ripiglio` Bharata , muovendogli incontro . Dalla jungla , rispose Tremal Naik , ricomponendo gli alterati lineamenti . Di notte ! E solo ! E perche` no ? Ma le tigri ? Non mi fanno paura . Ed i serpenti , ed i rinoceronti ? Li disprezzo . Sai , giovinotto , che hai del coraggio ? Lo credo . Hai incontrato qualcuno ? Delle tigri , ma non hanno ardito avvicinarsi . E uomini ? Tremal Naik trasali` . Uomini ! esclamo` egli , affettando sorpresa . Dove vuoi che abbia trovato degli uomini , di notte , in mezzo alla jungla ? Ve ne sono , Saranguy , e piu` d' uno . Non ti credo . Hai udito parlare dei thugs' ? Gli uomini che strangolano ? Si` , di quelli che adoperano il laccio di seta . E tu dici che sono qui ? chiese Tremal Naik , affettando terrore . Si` , e se cadi nelle loro mani ti strangoleranno . Ma perche` sono qui ? Sai chi e` il capitano Macpherson ? Non lo so ancora . E` il nemico piu` spietato che abbiano i thugs . Comprendo . Noi facciamo a loro la guerra La faro` anch' io . Odio quei miserabili . Un uomo coraggioso come te , non e` da rifiutarsi . Verrai con noi quando batteremo la jungla , anzi ti mettero` a guardia di uno strangolatore che e` caduto in nostra mano . Ah ! esclamo` Tremal Naik , che non riusci` a frenare il lampo di gioia che baleno` negli occhi . Avete un thug prigioniero ? Si` , ed e` uno dei capi . Come si chiama ? Negapatnan . E io vegliero` su di lui ? Si` , veglierai su di lui . Tu sei forte e coraggioso e a te non scappera` . Sono persuaso . Bastera` un pugno per ridurlo all' impotenza , disse Tremal Naik . Vieni sulla terrazza . Tra poco vedrai Negapatnan e forse avremo bisogno del tuo coraggio . Per che farne ? chiese Tremal Naik con inquietudine . Il capitano ricorrera` a qualche mezzo violento per farlo parlare . Capisco . Diventero` carceriere ed all' occorrenza torturatore . Sei molto perspicace . Vieni , mio bravo Saranguy . Entrarono nel bengalow e salirono sulla terrazza . Il capitano Macpherson vi era di gia` , fumando una sigaretta , sdraiato indolentemente in una piccola amaca di fibre di cocco . Mi rechi qualche novita` , Bharata ? chiese egli . No , capitano . Vi conduco invece un nemico acerrimo dei thugs . Sei tu , Saranguy , questo nemico ? Si` , capitano , rispose Tremal Naik , con accento d' odio naturalissimo . Sii allora il benvenuto . Sarai anche tu dei nostri . Lo spero . Ti avverto che si arrischia la pelle . Se la giuoco contro le tigri , posso giuocarla contro gli uomini . Sei un brav' uomo , Saranguy . Me ne vanto , capitano . Come ha passato la notte Negapatnan ? chiese Macpherson , rivolgendosi al sergente . Ha dormito come uno che ha la coscienza tranquilla . Quel diavolo d' uomo e` di ferro . Ma si pieghera` . Va' a prenderlo ; comincieremo subito l' interrogatorio . Il sergente fece un mezzo giro sui talloni e poco dopo ritornava conducendo Negapatnan , solidamente legato . Il thug era tranquillissimo , anzi un sorriso sfiorava le sue labbra . Il suo sguardo si poso` subito , con curiosita` , su Tremal Naik , il quale si era messo dietro al capitano . Ebbene , mio caro , disse Macpherson con accento sarcastico , come hai passata la notte ? Credo di averla passata meglio di te , rispose lo strangolatore . E cos' hai deciso ? Che non parlero` . La mano del capitano corse all' impugnatura della sciabola . Che sieno tutti eguali , questi rettili ? grido` egli . Pare che sia cosi` , disse lo strangolatore . Non dirlo cosi` presto , pero` . Ti dissi che posseggo dei mezzi terribili . Non abbastanza terribili pei thugs . Dei mezzi che martirizzano al punto da invocare la morte . Mezzi che non valgono i nostri . Lo vedremo quando ti contorcerai fra gli spasimi piu` tremendi . Puoi cominciare subito . Il capitano impallidi` , poi un' ondata di sangue gli sali` al volto . Non vuoi proprio parlare , adunque ? gli chiese con voce strozzata dall' ira . No , non parlero` . E` la tua ultima risposta ? Bada ... L' ultima . Sta bene , ora agiremo . Bharata ? Il sergente s' avvicino` . C' e` un palo nel sotterraneo ? Si` , capitano . Legherai solidamente quell' uomo . Bene , capitano . Quando il sonno lo vincera` , lo terrai desto a colpi di spillo . Se fra tre giorni non parlera` , farai macerare le sue carni a colpi di frusta . Se si ostina ancora , verserai dell' olio bollente , goccia a goccia , sulle sue ferite . Fidatevi di me , capitano . Aiutami , Saranguy . Il sergente e Tremal Naik trascinarono via lo strangolatore , il quale aveva ascoltato la sentenza senza che un muscolo del suo volto trasalisse . Discesero una scala a chiocciola molto profonda ed entrarono in una specie di cantina molto vasta , sostenuta da volte , ed illuminata da una feritoia aperta a fior di terra , difesa da solide sbarre di ferro . Nel mezzo ergevasi un palo , a cui fu legato lo strangolatore . Bharata vi pose accanto tre o quattro spilli lunghi e colla punta acutissima . Chi vegliera` ? chiese Tremal Naik . Tu , fino a questa sera . Poi un sipai ti dara` il cambio . Va bene . Se il nostro uomo chiude gli occhi , pungi forte . Ti obbediro` , rispose Tremal Naik con calma glaciale . Il sergente risali` la scala . Tremal Naik lo segui` con lo sguardo fino che pote` , poi , quando ogni rumore cesso` , si sedette di fronte allo strangolatore che lo fissava tranquillamente . Ascoltami , disse Tremal Naik abbassando la voce . Hai anche tu qualche cosa da dire ? chiese Negapatnan , beffardamente . Conosci Kougli ? Lo strangolatore udendo quel nome trasali` . Kougli ! esclamo` . Non so chi sia . Sei prudente , sta bene . Conosci Suyodhana ? Chi sei tu ? chiese Negapatnan , con manifesto terrore . Uno strangolatore come lo sei tu , come lo e` Kougli , come lo e` Suyodhana . Tu menti . Ti do una prova che dico il vero . La nostra sede non e` nella jungla , ne` a Calcutta , ne` sulle rive del sacro fiume , ma nei sotterranei di Raimangal . Il prigioniero rattenne a gran pena un grido , che stavagli per uscire dalle labbra . Che sia vero che tu sei dei nostri ? chiese egli . Non ti ho dato le prove ? E` vero . Ma perche` sei venuto qui ? Per salvarti . Per salvare me ? Si` . Ma come ? Con qual mezzo ? Lascia fare a me e prima di mezzanotte sarai libero . E fuggiremo assieme . No , io rimango qui . Ho un' altra missione da compiere . Una qualche vendetta ? Forse , disse Tremal Naik con aria tetra . Ora silenzio e aspettiamo le tenebre . Lascio` il prigioniero ed ando` a sedersi ai piedi della scala , aspettando pazientemente la notte . La giornata lentamente passo` . Il sole scomparve dietro l' orizzonte e l' oscurita` divenne profonda nella cantina . Era il momento opportuno per agire . Fra un' ora e forse meno , il sipai doveva scendere . All' opera , disse Tremal Naik , alzandosi bruscamente e traendo dalla cintola due lime inglesi . C' e` da fare ? chiese Negapatnan , con emozione . Devi aiutarmi , rispose Tremal Naik . Taglieremo le sbarre della feritoia . Non s' accorgeranno che tu mi hai aiutato a fuggire ? Non s' accorgeranno di nulla . Sciolse i legami che stringevano il corpo , le braccia ed entrambi i piedi del prigioniero , e assalirono vigorosamente i ferri , cercando di non fare rumore . Tre sbarre erano state di gia` divelte e non ne rimaneva che una , quando Tremal Naik avverti` uno scalpicci`o che veniva dalla scala . Fermati ! diss' egli rapidamente . Qualcuno scende . Il sipai forse ? Certo e` lui . Allora siamo perduti . Non ancora . Sai gettare il laccio ? Giammai fallii il colpo . Tremal Naik sciolse il laccio che portava stretto attorno al corpo , nascosto dal dubgah e glielo diede . Mettiti presso alla porta gli disse , estraendo il pugnale . Il primo che appare , uccidilo . Negapatnan ubbidi` prendendo il laccio nella mano dritta . Tremal Naik si mise di fronte a lui , dietro allo stipite della porta , col pugnale alzato . Il rumore andava avvicinandosi . D' un tratto un lume rischiaro` la scala e apparve un sipai , con una scimitarra sguainata . Attento , Negapatnan , bisbiglio` Tremal Naik . La faccia del thug divenne terribile . Gli occhi mandavano sinistri bagliori . Le labbra lasciavano a nudo i denti , le nari si dilatavano . Pareva una bestia assetata di sangue . Il sipai si arresto` sull' ultimo pianerottolo . Saranguy ! chiamo` . Scendi , disse Tremal Naik . Non ci si vede piu` . Va bene , rispose , e varco` la soglia della cantina . Negapatnan era li` . Il laccio fischio` nell' aria e si strinse cosi` fortemente attorno al collo , che il sipai cadde al suolo senza emettere un lamento . Devo strozzarlo ? chiese il thug , ponendo un piede sul petto del caduto . E` necessario , disse Tremal Naik , freddamente . Negapatnan tiro` a se` il laccio . La lingua del sipai usci` un palmo dalle labbra , gli occhi schizzarono dalle orbite e la pelle da bronzina divenne nera . Agito` per qualche istante le braccia , poi si irrigidi` . Era morto . Che la dea Kali` abbia il suo sangue , disse il fanatico , sciogliendo il laccio . Spicciamoci , prima che scenda qualche altro . La feritoia fu nuovamente assalita e la quarta sbarra fu spezzata . Passerai ? chiese Tremal Naik . Passerei per una feritoia molto piu` stretta . Sta bene . Ora legami solidamente e imbavagliami . Il thug lo guardo` con sorpresa . Io legarti ? E perche` ? chiese . Perche` non si sospetti che io sono uno dei tuoi . Ti capisco . Sei piu` astuto di me . Tremal Naik si getto` in terra presso al cadavere del sipai , e Negapatnan lo lego` e lo imbavaglio` . Sei un brav' uomo , disse il thug . Se un giorno avrai bisogno di un amico fedele , ricordati di me . Addio . Si slancio` verso la feritoia , dopo di essersi armato delle pistole del sipai , vi si isso` e scomparve . Non erano trascorsi ancora dieci secondi , che s' udi` un colpo di fucile ed una voce gridare : All' armi ! Un uomo fugge ! VI . La limonata che scioglie la lingua . Tremal Naik a quel grido s' era alzato sulle ginocchia , in preda ad una viva inquietudine . Al colpo di fucile aveva fatto seguito un' altra detonazione , poi una terza ed infine una quarta . Nel bengalow s' alzo` un gran gridi`o che fece fremere il cacciatore di serpenti . Guarda verso la jungla ! gridava una voce . All' armi ! gridava un' altra . All' elefante ! all' elefante ! Fuori tutti ! S' udirono nitriti di cavalli , uno scalpitare precipitato , un calpesti`o e un barrito formidabile che coperse tutti quei diversi rumori . Tremal Naik colla fronte irrigata da grosse goccie di sudore , ascoltava rattenendo il respiro . Corri , Negapatnan ! corri ! mormoro` come se il fuggiasco fosse li` vicino ad udirlo . Se ti riprendono , siamo tutti due perduti . Con uno sforzo disperato s' alzo` in piedi e si mise a saltellare , per quanto gli permettevano le corde , verso la feritoia . Un calpesti`o affrettato che veniva dalla scala lo arresto` . Scendono , mormoro` , gettandosi prontamente per terra . Qui occorre sangue freddo e audacia . Chi sa , forse Negapatnan riuscira` a raggiungere Kougli . Si mise a dibattersi , fingendo di liberarsi dai legami e cacciando grida strozzate . Era tempo . Bharata scendeva i gradini a quattro a quattro . Egli si precipito` nella cantina gettando un urlo terribile . Fuggito ? ... fuggito ? ... grido` egli , lacerandosi il petto colle unghie . Balzo` come una tigre verso la feritoia . Un secondo urlo gli irruppe dalle frementi labbra . Ah ! Miserabile ! Getto` all' interno uno sguardo smarrito . Vide Tremal Naik che si contorceva per terra emettendo sorde imprecazioni . In un baleno gli fu vicino . Vivo ! ... esclamo` , strappandogli il bavaglio . Maledetti thugs ! urlo` Tremal Naik con voce strangolata . Dov' e` ? ... Dov' e` quel cane ? che gli strappi il cuore ! Cos' e` accaduto ? ... Come fuggi` ? ... Come sei legato ? Parla Saranguy , parla , disse Bharata fuori di se` . Siamo stati giuocati . Potente Brahma ! sono caduto nell' agguato come uno stupido ! Ma spiegati , di' su , che non ho piu` sangue nelle vene . Come riusci` a evadere ? Chi taglio` le sbarre della feritoia ? Loro . Chi loro ? I thugs . I thugs ? Si` , tutto era preparato per farlo fuggire . Non capisco piu` . E` impossibile che i thugs sieno venuti qui . Eppure ci sono venuti . Gli ho veduti io , coi miei propri occhi e per poco non mi strozzarono come quel povero sipai . Ci hanno strozzato un sipai ? Si` quello che doveva surrogarmi nella guardia . Narra , spicciati , Saranguy , come accadde tutto cio` Il sole era tramontato , disse Tremal Naik , io ero seduto dinanzi al prigioniero , il quale non istaccava i suoi occhi dai miei . Passarono tre ore , senza che noi facessimo un movimento . D' improvviso sentii le mie palpebre diventare pesanti e un torpore , una sonnolenza irresistibile , impadronirsi di me . Negapatnan subiva la medesima sonnolenza e sbadigliava in modo tale da far paura . Lottai a lungo , poi , senza sapere il come , caddi all' indietro e m' addormentai . Quando riaprii gli occhi ero stato legato ed imbavagliato e le sbarre della feritoia giacevano per terra . Due thugs stavano strangolando il povero sipai . Cercai di dibattermi , di urlare , ma mi fu impossibile . I thugs , compiuto l' assassinio , si arrampicarono fino alla feritoia e scomparvero . E Negapatnan ? Era fuggito prima di tutti . E non sai la cagione di quella irresistibile sonnolenza ? Non so nulla . Non fu introdotto qualche cosa nella cantina ? Non vidi nulla . Essi ti hanno addormentato con dei fiori che sprigionano un potente narcotico . Cosi` deve essere . Ma lo riprenderemo quel Negapatnan . Ho messo sulle sue traccie dei bravi uomini . Anch' io sono un valente cercatore di orme . Lo so , e farai bene a metterti subito in campagna . Bisogna riprenderlo a qualsiasi costo o almeno riportare qualche altro thug . M' incarico io . Bharata l' aveva sciolto dai legami . Salirono la gradinata e uscirono dal bengalow . Quale via ha preso ? chiese Tremal Naik , che si era munito di un fucile a due colpi . Si e` internato nella jungla . Cammina diritto su quel sentieruzzo e troverai le sue traccie . Va' e corri , poiche` il birbone deve essere molto lontano . Tremal Naik si getto` il fucile ad armacollo e parti` di corsa dirigendosi verso la jungla . Bharata lo seguiva collo sguardo , colla fronte aggrottata , come in preda ad un profondo pensiero . E se fosse vero ? si chiese egli d' un tratto . Una rapida contrazione sconvolse la sua faccia che aveva assunto un' aria tetra . Nysa ! Nysa ! grido` . Un indiano che stava presso alla feritoia , esaminando attentamente le traccie , accorse . Eccomi , sergente , gli disse . Hai esaminato bene le traccie ? gli domando` Bharata . Si` , e molto attentamente . Ebbene , quanti uomini sono usciti dalla cantina ? Uno solo . Bharata fece un gesto di sorpresa . Sei certo di non esserti ingannato ? Certissimo , sergente . Negapatnan solo e` uscito . Sta bene . Vedi tu quell' uomo che corre verso la jungla ? Si` , e` Saranguy . Seguilo : bisogna ch' io sappia dove si reca . Fidatevi di me , rispose l' indiano . Aspetto` che Tremal Naik fosse scomparso dietro gli alberi , indi parti` rapido come un cervo , cercando di mantenersi nascosto dietro le macchie di bambu` . Bharata , soddisfatto , rientro` nel bengalow e raggiunse il capitano che camminava sulla terrazza con passo agitato , sfogando la sua collera con sorde imprecazioni . Dunque ? chiese , appena scorse il sergente . Siamo stati traditi , capitano . Traditi ! ... da chi ? ... Da Saranguy . Da Saranguy ! ... Da un uomo che mi salvo` la vita ! ... E` impossibile ! ... Ho le prove . Parla ! Bharata in poche parole lo informo` di cio` che era accaduto e di ci che aveva visto . Il capitano Macpherson era al colmo della sorpresa . Saranguy traditore ! esclamo` . Ma perche` non fuggi` con Negapatnan ? Non lo so , capitano , ma lo sapremo fra breve . Nysa ricondurra` il brigante . Se e` vero cio` , lo faccio fucilare . Voi non farete nulla , capitano . Perche` ? Perche` bisognera` farlo parlare . Quell' uomo ne sapra` quanto Negapatnan . Hai ragione . Il capitano si rimise a guardare verso la jungla . Bharata volse i suoi sguardi verso il fiume , tendendo gli orecchi ai rumori del largo . Passarono tre lunghe ore . Nessuno era ritornato , ne` erasi udito alcun grido , ne` alcuna detonazione . Il capitano Macpherson , impazientito , stava per lasciare la terrazza per recarsi nella jungla , quando Bharata getto` un grido di trionfo . Cosa c' e` ? Guardate laggiu` , capitano , disse il sergente . Uno dei nostri che ritorna di corsa . E` Nysa . Ma e` solo . Che sia fuggito Saranguy ? Non lo credo . Nysa non tornerebbe . L' indiano veniva innanzi colla velocita` di una freccia , volgendosi di frequente indietro , come temesse di essere seguito . Sali , Nysa ! grido` Bharata . Affrettati , affrettati , disse il capitano , che non istava piu` fermo . L' indiano infilo` , senza arrestarsi , la scala ed arrivo` ansante , trafelato , sulla terrazza . I suoi occhi brillavano di gioia . Ebbene ? chiesero ad un tempo il capitano e il sergente , correndogli incontro . . Tutto e` scoperto . Saranguy e` un thug ! Ah' ... Non t' inganni ? chiese il capitano con voce sibilante . No , non m' inganno : ho le prove . Narra , Nysa , voglio saper tutto . Quel miserabile la paghera` anche per Negapatnan . Ho seguito le sue traccie fino alla jungla , disse Nysa . Cola` le smarrii , ma non tardai a trovarle cento metri piu` innanzi . Affrettai il passo ed in breve tempo lo scorsi . Camminava rapidamente ma con precauzione , volgendosi frequentemente indietro e appoggiando talvolta l' orecchio a terra . Venti minuti dopo lo udii mandare un grido e vidi uscire da un cespuglio un indiano . Era un thug , un vero strangolatore col petto tatuato e i fianchi stretti da un laccio . Non potei udire il dialogo che tennero , ma Saranguy , prima di separarsi disse forte al compagno : Avvertirai Kougli che io torno al bengalow e che fra pochi giorni avra` la testa . Si separarono prendendo due diverse vie . Io ne sapevo abbastanza e qui venni . Saranguy non deve essere molto lontano . Cosa vi diceva io , capitano ? chiese Bharata . Macpherson non rispose . Colle braccia convulsivamente incrociate sul petto , la faccia cupa , lo sguardo fiammeggiante , pensava . Chi e` questo Kougli ? chiese egli ad un tratto . L' ignoro , rispose Nysa . Senza dubbio un capo dei thugs , disse Bharata . Di quale testa parlava il miserabile ? Non lo saprei , capitano . Egli non si spiego` di piu` . Che alludesse a una delle nostre ? E` probabile , disse il sergente . Il capitano divenne piu` cupo . Ho uno strano presentimento , Bharata , mormoro` egli . Parlava della mia testa . Ma noi invece manderemo la sua al signor Kougli . Lo spero . Cosa faremo di Saranguy ? Bisognera` farlo parlare . E parlera` ? Col fuoco si riesce a tutto . Tu sai che sono piu` cocciuti dei muli . Si tratta di farlo parlare , capitano ? chiese Nysa . M' incarico io . Tu ? ... Bastera` dargli da bere una limonata . Una limonata ! ... Tu sei pazzo , Nysa . No , capitano ! esclamo` Bharata . Nysa non e` pazzo . Ho udito anch' io parlare di una limonata che fa sciogliere la lingua . E` vero , disse Nysa . Con poche goccie di limone mescolate col succo della youma ed una pallottolina d' oppio , si fa parlare qualsiasi persona . Va' a preparare questa limonata , disse il capitano . Se riesci ti regalo venti rupie . L' indiano non se lo fece dire due volte . Pochi istanti dopo ritornava con tre grandi tazze di limonata poste sopra un bellissimo tondo di porcellana chinese . In una aveva di gia` fatto sciogliere la pallottolina d' oppio e il succo della youma . Era tempo . Tremal Naik era apparso sull' orlo della jungla , seguito da tre o quattro cercatori di piste . Dal loro aspetto , il capitano comprese che Negapatnan non era stato ne` preso , ne` scoperto . Non monta , mormoro` egli , Saranguy parlera` . Stiamo in guardia , Bharata , onde il mariuolo non sospetti nulla , e tu , Nysa , fa' mettere immediatamente delle spranghe alla feritoia della cantina . Ne avremo bisogno fra poco . Tremal Naik giungeva allora dinanzi al bengalow . Ehi ! Saranguy ! grido` Bharata , chinandosi sul parapetto . Come va ? Abbiamo scoperto il birbone ? Tremal Naik lascio` cadere lungo il corpo le braccia , con un gesto di scoraggiamento . Nulla , sergente , diss' egli . Abbiamo perduto le traccie . Sali da noi ; bisogna saper tutto . Tremal Naik , che nulla sospettava , non si fece ripetere l' invito e si presento` al capitano Macpherson , che si era seduto presso ad un tavolino colle limonate dinanzi . Ebbene , mio bravo cacciatore , chiese questi con un sorriso bonario ; il mariuolo non fu dunque trovato ? No , capitano . Eppure l' abbiamo cercato dappertutto . Non avete nemmeno scoperto le sue traccie ? Si` , le abbiamo scoperte e seguite per un bel tratto ; poi non fu possibile ritrovarle . Pare che quel dannato Negapatnan abbia attraversato la foresta , passando di albero in albero . E non rimase alcuno nel bosco ? Si` , quattro sipai . Fin dove sei andato tu ? Fino all' estremita` opposta della foresta . Devi essere stanco . Bevi questa limonata , che ti fara` bene . Cosi` dicendo gli porse la tazza . Tremal Naik la vuoto` tutta d' un fiato . Dimmi un po' , Saranguy , ripiglio` il capitano , credi tu che ci sieno dei thugs nella foresta ? Non lo credo , rispose Tremal Naik . Non conosci tu nessuno di quegli uomini ? Io conoscere ... di quegli uomini ! esclamo` Tremal Naik . E perche` no ? Tu hai vissuto molto tempo fra i boschi . Non e` vero . Eppure mi dissero che ti hanno veduto parlare con un indiano sospetto . Tremal Naik lo guardo` senza rispondere . I suoi occhi a poco a poco si erano accesi e risplendevano come due carboni infiammati ; la sua faccia era divenuta d' una tinta piu` cupa e i lineamenti gli si erano alterati . Che hai da dire ? dimando` il capitano Macpherson , con accento lievemente beffardo . Thugs ! balbetto` il cacciatore di serpenti , agitando pazzamente le braccia e rompendo in uno scroscio di risa . Io parlare con un thug ? Attento , mormoro` Bharata , all' orecchio del capitano . La limonata fa il suo effetto . Orsu` , parla , incalzo` Macpherson . Si` , mi ricordo , ho parlato con un thug sull' orlo della foresta . Ah ! ... ah ! ... E credevano che io cercassi Negapatnan . Che stupidi ... ah ! ... ah ! ... Io inseguire Negapatnan ? Io che tanto ho lavorato per farlo scappare ... ah ! ... ah ! ... E Tremal Naik , in preda ad una specie di allegria febbrile , irresistibile , rideva come un ebete , senza piu` sapere cosa dicesse . Avanti , capitano ! esclamo` Bharata . Sapremo tutto . Il miserabile e` perduto , disse il capitano . Calma , capitano , e giacche` e` in vena di parlare , stuzzichiamolo . Hai ragione . Ola` , Saranguy ... Saranguy ! interruppe bruscamente il povero ebbro , sempre ridendo . Non sono Saranguy io ... Che stupido che sei , amico mio , a credere che io porti il nome di Saranguy . Io sono Tremal Naik ... Tremal Naik della jungla nera , il cacciatore di serpenti . Non sei stato mai tu nella jungla nera ? Tanto peggio per te ; non hai visto nulla di bello . Oh che stupido che sei , che stupido ! Sono proprio uno stupido , disse il capitano , frenandosi a gran pena . Ah ! tu sei Tremal Naik ? E perche` hai cangiato nome ? Per allontanare ogni sospetto . Non sai che io volevo entrare al tuo servizio ? E perche` ? I thugs cosi` volevano . M' hanno donato la vita e mi daranno anche la vergine della pagoda ... La conosci tu la vergine della pagoda ? No , tanto peggio per te . E` bella sai , molto bella . Farebbe impazzire Brahma , Siva e anche Visnu` . E dov' e` questa vergine della pagoda ? Lontana di qui , molto lontana . Ma dove ? Non te lo dico . Tu potresti rubarmela . E chi la tiene ? I thugs , ma me la daranno in isposa . Io sono forte , coraggioso . Faro` tutto cio` che essi vorranno per averla . Negapatnan intanto e` liberato . Devi forse compiere qualche ... Compiere ? ... Ah ! ... ah ! ... Devo ... capisci , portare una testa ... ah ! ... ah ! ... Mi fai ridere come un pazzo . Perche` ? chiese Macpherson , che cadeva di sorpresa in sorpresa , nell' udire quelle rivelazioni . Perche` la testa che devo troncare ... ah ! ... ah ! ... E` la tua ! ... La mia ! esclamo` il capitano , balzando in piedi . La mia testa ? Ma ... si` ... si` ... A Suyodhana ! Chi e` questo Suyodhana ? Come ? non lo conosci tu ? E` il capo dei thugs . E sai dove ha il suo covo ? Si` , che lo so . Dove ? A ... a ... Parla , dimmelo , urlo` il capitano balzandogli addosso e stringendogli furiosamente i polsi . Tanto curioso sei tu ? Si` , sono curioso di saperlo . E se non volessi dirlo ? Il capitano , in preda ad una tremenda eccitazione , lo afferro` a mezzo corpo e lo alzo` . Sotto c' e` il fiume , gli disse . Se non me lo dici ti getto giu` . Tu vuoi burlarti di me . Ah ! ... ah ! ... Si` , e` vero , voglio burlarmi di te . Dimmi dov' e` Suyodhana . Che stupido che sei . Dove vuoi sia , se non e` a Raimangal ? Ah ! ... Ripetilo ! ... ripetilo ! ... A Raimangal t' ho detto . Il capitano Macpherson getto` un grido , poi ricadde sulla sedia mormorando : Ada ! ... Oh ! mia Ada ! Sei salva finalmente ! ... VII . I fiori che addormentano . Quando Tremal Naik torno` in se` , si trovo` rinchiuso in uno stretto sotterraneo illuminato da un piccolo spiraglio difeso da una doppia fila di grosse sbarre e solidamente legato a due anelli di ferro , infissi in una specie di colonna . Dapprima si credette in preda ad un brutto sogno ma ben presto si convinse che era realmente prigioniero . Una vaga paura s' impossesso` allora di quell' uomo , che pur aveva dato tante prove di un coraggio sovrumano . Cerco` di riordinare le idee , ma nel suo cervello regnava una confusione che non riusciva a diradare . Si rammentava vagamente di Negapatnan , della fuga di lui , della limonata , ma nulla di piu` . Chi puo` avermi tradito ? si chiese , rabbrividendo . Cosa accadra` ora di me ? Cos' e` questa nebbia che mi offusca il cervello ? ... Che mi abbiano ubbriacato con qualche bevanda a me sconosciuta ? Fece uno sforzo per alzarsi , ma subito ricadde ; aveva udito aprirsi una porta . Chi scende qui ? chiese . Io , Bharata , rispose il sergente avanzandosi . Finalmente esclamo` Tremal Naik . Mi spiegherai ora per quale motivo lo mi trovo qui prigioniero . Perche` ormai sappiamo che tu sei un thug . Io ! ... Un thug ! ... Si` , Saranguy . Tu menti ! ... No , hai parlato , hai tutto confessato . Quando ? Poco fa . Tu sei pazzo , Bharata . No , Saranguy , ti abbiamo dato da bere la youma e tu hai confessato ogni cosa . Tremal Naik lo guardo` con ispavento . Si ricordava della limonata che il capitano gli aveva fatto bere . Miserabili ! esclamo` con disperazione . Vuoi salvarti ? disse Bharata , dopo un breve silenzio . Parla , disse Tremal Naik con voce rotta . Confessa tutto e forse il capitano ti fara` grazia della vita . Non lo posso : ucciderebbero la donna che io amo . Chi ? I thugs . Quale storia narri tu ? Parla . E` impossibile ! esclamo` Tremal Naik con accento selvaggio . Sian tutti maledetti ! Ascoltami , Saranguy . Ormai noi sappiamo che i thugs hanno la loro sede a Raimangal , ma ignoriamo e quanti siano e dove vivano . Se tu lo dici , chissa` , forse non morrai . E cosa farete di tutti quei thugs ? chiese Tremal Naik con voce strozzata . Li fucileremo tutti . Anche se fra essi vi fossero delle donne ? Esse prima di tutti . Perche` ? ... Quale colpa hanno ? Sono piu` terribili degli uomini . Rappresentano la dea Kali` . T' inganni , Bharata ! T' inganni ! Tanto peggio . Tremal Naik si prese la fronte fra le mani , conficcandosi le unghie nella pelle . I suoi occhi erravano smarriti , il suo volto era pallidissimo , quasi cinereo , ed il petto gli si sollevava impetuosamente . Se si concedesse la vita ad una di quelle donne ... forse parlerei . E` impossibile , poiche` prenderli vivi costerebbero torrenti di sangue . Li soffocheremo tutti , come bestie feroci , nei loro sotterranei . Ma ho una donna , una fidanzata ! esclamo` Tremal Naik con un accento disperato . Vuoi tu , tigre , farla morire ! ... No , no , non parlero` . Uccidetemi , tormentatemi consegnatemi alle autorita` inglesi , fate di me quello che volete , non parlero` . . I thugs sono numerosi e potenti , si difenderanno e forse salveranno colei che io tanto ho amato e che amo ancora . Una domanda ancora . Chi e` questa donna ? Non posso dirlo . Saranguy , disse con voce alterata , vuoi dirmi chi e` quella donna ? Mai . E` bianca o abbronzata ? Non te lo diro` . Sara` una fanatica come le altre . Tremal Naik non rispose . Sta bene , ripete` il sergente . Fra tre o quattro giorni ti condurremo a Calcutta . Una viva commozione altero` i lineamenti del prigioniero , il quale guardo` il sergente che usciva e la feritoia . Questa notte bisogna fuggire , mormoro` , o tutto e` perduto . La giornata trascorse senza che qualche cosa di nuovo accadesse . A mezzodi` e al tramonto fu portata al prigioniero un' ampia scodella di carri e una coppa di tody . Appena il sole tramonto` dietro le foreste e l' oscurita` nella cantina divenne fitta , Tremal Naik respiro` . Stette cheto per tre lunghe ore , temendo che qualcuno improvvisamente entrasse , poi si mise alacremente all' opera per tentare l' evasione . Gli indiani sono famosi nel legare le persone ed occorre una lunga pratica per sciogliere i loro nodi complicatissimi . Tremal Naik per fortuna possedeva una forza prodigiosa e buoni denti . Con una scossa allento` una corda che gl' impediva di curvare la testa poi , pazientemente , non badando al dolore , avvicino` uno dei polsi alla bocca e si mise a lavorare coi denti , tagliando , segando , sfilacciando . Riuscito a tagliare la corda , sbarazzarsi degli altri legami fu per lui l' affare d' un sol momento . S' alzo` stiracchiandosi le membra indolenzite , s' avvicino` poscia alla feritoia e guardo` fuori . La luna non era ancora sorta , ma il cielo era splendidamente stellato . Buffi d' aria fresca e imbalsamata dal profumo di mille diversi fiori , entravano per la feritoia . Nessun rumore veniva dal di fuori , ne` persona umana scorgevasi sulla fosca linea dell' orizzonte . Il prigioniero afferro` una delle sbarre e la scosse furiosamente ; la curvo` ma non la spezzo` . La fuga per di qui e` impossibile , mormoro` . Si guardo` attorno cercando un oggetto qualsiasi che potesse aiutarlo a svellere le spranghe , ma non ne trovo` alcuno . Sono perduto , mormoro` , con ispavento . Eppure non voglio morire , non voglio scendere nella tomba ora che la felicita` e` vicina . S' avvicino` alla porta , ma s' arresto` di botto . Un sordo mugoli`o , che veniva dal di fuori , era giunto improvvisamente fino a lui . Volse la testa verso la feritoia e la vide occupata da una massa oscura in mezzo alla quale brillavano due punti luminosi , verdognoli . Una speranza gli attraverso` il cervello . Darma ! ... Darma ! ... mormoro` con voce tremante per l' emozione . La tigre emise un secondo brontoli`o , scuotendo le spranghe di ferro . Il prigioniero s' avvento` verso la feritoia , afferrando le zampe della fedele bestia . Sono salvo ! esclamo` egli . Brava Darma , lo sapevo che tu saresti venuta a trovare il tuo padrone . Ora non temo piu` il capitano ne` il suo sergente . Lascio` la feritoia e corse in un angolo dove aveva visto un brano di carta . Lo puli` accuratamente , si morse un dito facendo uscire alcune goccie di sangue e con una scheggia strappata al palo scrisse rapidamente e come lo permettevano le tenebre , le seguenti righe : Sono stato tradito e rinchiuso nella prigione di Negapatnan . Soccorretemi prontamente o tutto e` perduto . Tremal Naik Arrotolo` la cartolina , torno` alla feritoia , la lego` con una cordicella al collo della tigre . Corri , Darma , ritorna dai thugs , le disse : Il tuo padrone corre un gran pericolo . La fiera scosse la testa e parti` colla rapidita` di una freccia . Va' , diceva l' indiano , seguendola cogli occhi . Essi comprenderanno quale pericolo io corro e verranno a salvarmi o mi daranno almeno un mezzo qualsiasi per evadere . Passo` una lunga ora . Tremal Naik aggrappato convulsivarnente alle sbarre , attendeva ansiosamente il ritorno , in preda a mille timori . D' un tratto nel fondo della pianura scorse la tigre che s' avvicinava con balzi giganteschi . Se la scoprissero ? mormoro` , tremando . Fortunatamente Darma pote` giungere fino alla feritoia senza essere stata scoperta dalle sentinelle . Al collo portava un grosso involto che Tremal Naik , con gran pena , riusci` a far passare tra le sbarre . L' aperse . Conteneva una lettera , una rivoltella , un pugnale , delle munizioni , un laccio e due mazzolini di fiori accuratamente rinchiusi in due vasi di cristallo . Cosa significano questi fiori ? si domando` , sorpreso . Apri` la lettera , la espose ad un raggio di luna che penetrava per la feritoia e lesse : Siamo circondati da alcune compagnie di sipai , ma uno dei nostri segue Darma . Grandi pericoli ci minacciano e la tua evasione e` necessaria . Unisco alle armi due mazzi di fiori . I bianchi addormentano , i rossi combattono l' efficacia dei bianchi . Addormenta le sentinelle e tieni ben appresso i rossi . Una volta libero , espugna l' abitazione e tronca la testa del capitano . Nagor segnalera` la sua presenza col noto fischio e ti prestera` man forte . Affrettati . Kougli Forse qualche altro si sarebbe spaventato nel leggere quella lettera , ma non cosi` Tremal Naik . In quel momento supremo si sentiva tanto forte da espugnare la casa anche senza l' aiuto di Nagor . L' amore mi dara` la forza e il coraggio per operare il miracolo , aveva detto egli . Nascose le armi e le munizioni sotto un mucchio di terra e torno` alla feritoia . Vattene , Darma , le disse . Tu corri un gran pericolo . La tigre s' allontano` , ma non aveva fatto venti passi che s' udi` una delle sentinelle gridare : La tigre ! ... La tigre ! ... Vi tenne dietro un colpo di fucile . Un' altra detonazione rimbombo` , ma la brava bestia aveva raddoppiata corsa e in breve tempo fu fuori di vista . S' udi` un rumore di passi precipitati ed alcuni uomini s' arrestarono dinanzi alla feritoia . Ehi ! esclamo` una voce che Tremal Naik riconobbe per quella di Bharata . Dov' e` la tigre ? E` scappata , rispose la sentinella che stava nella veranda . Dov' era ? Presso la feritoia . Scommetterei cento rupie contro una , che e` un' amica di Saranguy . Presto , due uomini nella cantina o il briccone ci sfugge . Tremal Naik aveva udito tutto . Prese i due vasi , li spezzo` , getto` i fiori bianchi nell' angolo piu` oscuro , nascose i rossi in seno e si sdraio` addosso al palo , accomodandosi attorno al corpo le corde e stringendole meglio che pote` . Era tempo ! Due sipai armati e muniti d' una torcia resinosa entrarono . Ah ! esclamo` uno . Ci sei ancora , Saranguy ? Chiudi il becco che io voglio dormire , disse Tremal Naik fingendosi di cattivo umore . Puoi dormire , mio caro , e con tutta tranquillita` poiche` noi veglieremo . Tremal Naik alzo` le spalle , s' appoggio` al palo e chiuse gli occhi . I due sipai , piantata la fiaccola in una spaccatura della parete , si sedettero per terra colle carabine fra le ginocchia . Erano trascorsi appena pochi minuti quando Tremal Naik avverti` un acuto profumo che davagli alla testa , malgrado i fiori rossi che tramandavano un profumo non meno acuto e affatto speciale . Guardo` i due sipai : sbadigliavano in modo tale da temere che si slogassero le mascelle . Provi nulla tu ? chiese il soldato piu` giovane , dopo qualche tempo . Si` , rispose il compagno . Mi pare d' essere ... Ubbriaco , vuoi dire . Proprio cosi` , e mi sento prendere da una voglia irresistibile di chiudere gli occhi . Da cosa provenga cio` ? Non lo saprei . Che ci sia qualche manzanillo presso di noi ? Non ne ho veduto nel parco . La conversazione cadde li` . Tremal Naik , che stava attento , li vide chiudere a poco a poco gli occhi , riaprirli tre o quattro volte , poi richiuderli . Lottarono ancora per qualche minuto , poi caddero pesantemente a terra , russando sonoramente . Era il momento d' agire . Tremal Naik si strappo` di dosso i legami e silenziosamente s' alzo` . La liberta` ... ! esclamo` . Ando` a prendere le armi , lego` solidamente i due addormentati e slanciossi verso la scala . VIII . Le rivelazioni del sergente . Nessuna sentinella vegliava sul pianerottolo . Tremal Naik , ancora tremante per l' emozione , ma deciso a tutto pur di riacquistare la liberta` , sali` silenziosamente i gradini e raggiunse una stanzaccia oscura e deserta . Sosto` un momento ascoltando con profondo raccoglimento , impugno` la rivoltella e adagio adagio spinse la porta , sporgendo con precauzione la testa . Nessuno , mormoro` . Apri` una seconda porta , percorse un corridoio lungo e oscurissimo ed entro` in una terza stanza . Era vastissima . Un lume brillava nel fondo spandendo un debole chiarore sopra una dozzina di lettucci , sui quali russavano sonoramente altrettanti uomini . I sipai ! mormoro` Tremal Naik , arrestandosi . Stava per tornare indietro , quando udi` nel corridoio un passo cadenzato e un tintinni`o che pareva di speroni . Sussulto` e alzo` la rivoltella verso la porta . L' uomo si avvicinava ; Tremal Naik lo udi` arrestarsi un momento , poi passare oltre . Se fosse il capitano ! esclamo` . Lascio` lo stanzone e torno` nel corridoio . In fondo scorse un' ombra appena distinta , che andava sfumando e udi` il tintinni`o degli speroni . Riprese la rivoltella e le si mise dietro , risoluto a raggiungerla . Sali` una gradinata e guadagno` un secondo corridoio camminando sulla punta dei piedi . L' uomo che lo precedeva s' arresto` ; lo udi` girare una chiave in una toppa , lo vide aprire una porta e scomparire . Allungo` il passo e si fermo` dinanzi alla stessa porta che non era stata chiusa . Una lampada illuminava malamente lo stanzone . Seduto dinanzi ad un tavolo , all' ombra di una colonna , v' era un uomo che non riusci` bene a distinguere . Sospetto` che fosse il capitano Macpherson ; a quel sospetto senza sapere il perche` , si senti` le membra tremare e una vaga inquietudine l' assali` . Gli parve d' aver ricevuto come una pugnalata al cuore . E` strano , penso` egli . Avrei io paura ? Spinse leggermente la porta che s' apri` senza far rumore ed entro` , movendo a passi di tigre verso il tavolo . Per quanto il suo passo fosse silenzioso , fu avvertito da quell' uomo il quale s' alzo` bruscamente . Bharata ! esclamo` Tremal Naik . Ah ! ... Punto` rapidamente la rivoltella verso di lui . Non un grido , non un passo , gli disse , o sei morto ! L' indiano vedendosi dinanzi il prigioniero che lo teneva di mira , aveva fatto un movimento per slanciarsi sulle sue pistole che aveva deposto su una seggiola . All' intimazione brutale , fatta con un tono da non mettere in dubbio la minaccia , s' era fermato , digrignando i denti come una pantera presa al laccio . Tu ! ... Saranguy ! esclamo` , rigando colle unghie il tavolo . Non Saranguy , ma Tremal Naik , il cacciatore di serpenti della jungla nera , rispose l' indiano senza abbassare l' arma . Bharata lo guardo` , ma piu` sorpreso che spaventato . Ma come sei tu qui ? chiese . E` il mio segreto . Non si imprigiona un thug . Non m' ero adunque ingannato io ? Pare di no . E cosa vieni a fare qui ? A ucciderti . Bharata , quantunque fosse coraggioso , ebbe paura . Ah ! esclamo` coi denti stretti . Tu vieni per assassinarmi . . Forse . Posso salvare la vita ? Si` . Parla . Siedi e discorriamo . Bharata ubbidi` . Tremal Naik s' impadroni` di tutte le armi , chiuse a chiave la porta e si sedette di fronte al sergente , dicendogli : Ti avverto che il primo grido che getti , ti costa la vita . Ho sei colpi per mandarti a trovare Brahma o Visnu` . Parla , ripete` il sergente , che andava riacquistando il suo sangue freddo . Ho da compiere una missione terribile . Non ti capisco . Io ho giurato ai thugs di uccidere il capitano Macpherson . Tremal Naik guardo` Bharata per vedere quale impressione fa su di lui quelle parole , ma il volto dell' indiano rimase impassibile . Hai compreso , Bharata ? gli domando` . Perfettamente . Ebbene ? Tira innanzi . Bisogna che io abbia in mia mano la testa del capitano Macpherson . Il sergente ruppe in uno scoppio di risa . Pazzo , non sai che il capitano non e` piu` qui ? Tremal Naik s' alzo` . Il capitano non e` piu` qui ! esclamo` con disperazione . Dov' e` andato ? Non te lo diro` . Ma non sai adunque , che io ho giurato di portare ai thugs la sua testa ? Ne faranno a meno . No , Bharata , no ! ... Bisogna che compia la mia missione ! Dov' e` il capitano ? ... Voglio saperlo , dovessi rovistare tutta l' India dall' Himalaya al capo Comorin . Non saro` certamente io che diro` dove egli sia . Ah ! ... esclamo` Tremal Naik . Tu lo sai ? Lo so . Tremal Naik alzo` la rivoltella mirando l' indiano in fronte . Bharata , gli disse con voce furente . Parla ! Puoi ammazzarmi , ma dalla mia bocca non uscira` sillaba . Sono un sipai ! Bada , Bharata , che non si ritorna piu` , una volta scesi nella tomba . Uccidimi se vuoi . E` la tua ultima parola ? L' ultima . Tremal Naik aveva steso il braccio armato . Gia` la canna s' era fermata a pochi passi dalla fronte del sergente , gia` stava per far partire il colpo , quando al di fuori echeggio` un fischio che si ripete` tre volte . Nagor ! esclamo` Tremal Naik , che aveva riconosciuto il segnale dei thugs . Rimise nella cintura la rivoltella , afferro` Bharata turandogli con una mano la bocca , e lo getto` al suolo . Non fare un gesto , gli disse , o ti uccido davvero . Lo lego` solidamente con una corda , lo imbavaglio` , poi corse ad una finestra , alzo` la persiana e rispose al segnale con tre fischi differenti . Dietro ad un cespuglio s' alzo` una forma umana , la quale striscio` svelta svelta in direzione del bengalow . Si arresto` proprio sotto la finestra , alzando la testa . Nagor ! bisbiglio` Tremal Naik . Chi sei ? chiese il thug , dopo qualche istante di esitazione . Tremal Naik . Devo salire ? Tremal Naik guardo` a destra e a manca con attenzione e tese l' orecchio . Sali , disse poi . Il thug getto` il laccio che si fermo` ad un gancio della finestra , ed in un baleno giunse sul davanzale . Era un uomo assai giovane , poco piu` che ventenne , alto , magro , dotato di una agilita` straordinaria e , a quanto pareva , di un coraggio a tutta prova . Era quasi nudo , unto di recente d' olio di cocco , tatuato come gli altri settari e armato di pugnale . Sei libero ? chiese egli . Lo vedi , rispose Tremal Naik . I sipai ? Dormono . Il capitano ? Quell' indiano mi ha detto che non e` piu` qui . Che abbia sospettato qualche cosa ? chiese il thug , coi denti stretti . Non lo credo . Bisogna sapere dove e` andato . Il figlio delle sacre acque del Gange vuole la sua testa . Ma il sergente non parla . Parlera` , lo vedrai . Or che ci penso , questi uomini m' hanno fatto trangugiare una bevanda che mi ubbriaco` e mi fece parlare . Qualche limonata di certo , disse il thug sorridendo . Si` , e` una limonata . La faremo bere al sergente . Balzo` nella stanza , getto` uno sguardo su Bharata che attendeva tranquillamente la sua sorte , prese un bicchiere ripieno d' acqua e preparo` la stessa limonata che il capitano Macpherson aveva fatto bere a Tremal Naik . Trangugia questa bevanda , diss' egli al sergente , dopo di avergli tolto il bavaglio . Mai ! rispose Bharata , che aveva gia` indovinato di che cosa si trattava . Il thug gli prese il naso fra le dita e lo strinse forte . Il sergente , per non morire asfissiato , fu costretto ad aprire le labbra . Basto` quel momento , perche` la limonata gli fosse versata in bocca . Ora saprai ogni cosa , disse Nagor a Tremal Naik . Hai paura dei sipai ? gli chiese il cacciatore di serpenti . Io ! esclamo` il thug , ridendo . Mettiti dinanzi alla porta e fa' fuoco sul primo uomo che tenta salire la scala . Conta su di me , Tremal Naik . Nessuno verra` ad interrompere il tuo interrogatorio . Il thug prese un paio di pistole , guardo` se erano cariche e usci` mettendosi in sentinella dinanzi alla porta . Il sergente cominciava allora a ridere ed a parlare senza arrestarsi un sol istante . Tremal Naik , sorpreso , ascoltava quel torrente di parole , e raccolse a volo il nome del capitano Macpherson . Bravo sergente , diss' egli . Dov' e` il capitano ? Bharata nell' udire quella voce , si era arrestato . Guardo` Tremal Naik con due occhi che scintillavano e chiese : Chi mi parla ? ... Mi pareva di aver udito la voce di un thug ... ah ! ... ah ! ... Non vi saranno piu` thugs fra breve . Il capitano lo ha detto ... e il capitano e` un uomo di parola ... un grand' uomo che non ha paura . Li assalira` nei loro covi ... Li distruggera` colle bombe ... Sara` bello vederli scappare coll' acqua alle calcagna ... ah ! ... ah ! ... ah ! ... E andrai anche tu a vederli ? chiese Tremal Naik , che non perdeva parola . Si che ci andro` e verrai anche tu ! ... Ah ! ... ah ! ... sara` uno spettacolo bellissimo . E sai tu dov' e` il loro covo ? Si` che lo so . L' ha detto Saranguy . Ah ! ... miserabili ! ... esclamo` Tremal Naik . Ma anch' io sapro` qualche cosa da te . Egli aveva bevuto la limonata , ripiglio` il sergente , e narro` tutto . E c' era il capitano , quando Saranguy parlo` ! chiese Tremal Naik , fremendo . Ma si` , e parti` subito per sorprenderli nel covo . Per Raimangal forse ? No , no ! esclamo` vivamente il sergente . I thugs sono forti e occorrono molti uomini per ischiacciarli . E` andato a Calcutta ? Si` , a Calcutta , al forte William ! ... E armera` un bastimento ... e imbarchera` tanta gente ... e tanti cannoni ... ah ! ... ah ! ... che spettacolo bellissimo . Il sergente tacque . I suoi occhi si chiudevano , si aprivano , ma tornavano a chiudersi per quanto facesse per tenerli aperti . Tremal Naik capi` che l' oppio a poco a poco faceva il suo effetto . So quanto volevo sapere , mormoro` . Ed ora , a Raimangal ! IX . Assediati . Non aveva ancor terminato di parlare , che nel sottostante corridoio rimbombavano due colpi d' arma da fuoco , seguiti , subito dopo , dall' urlo di un uomo che muore . Senza por mente al pericolo a cui esponevasi , si precipito` fuori dalla porta , facendo balzi di tigre e gridando : Nagor ! Nagor ! Nessuno rispose alla sua chiamata . Lo strangolatore , che pochi minuti prima vegliava dinanzi alla porta , non c' era piu` . Dove era andato ? Cos' era accaduto ? Tremal Naik , inquieto , ma risoluto a salvare il compagno , si slancio` verso la scala . Un uomo , un sipai giaceva in mezzo al corridoio , contorcendosi negli ultimi aneliti . Dal petto gli usciva un rivo di sangue e formava , sul terreno , una pozza che lentamente allargavasi . Nagor ! ripete` Tremal Naik . Tre uomini apparvero in fondo al corridoio correndo verso la porta dello stanzone . Quasi nel medesimo istante , si udi` la voce di Nagor a gridare : Aiuto ! Sfondano la porta ! Tremal Naik scese precipitosamente la scala e scarico` l' un dopo l' altro due colpi di rivoltella . I tre indiani che si avanzavano fuggirono . Nagor , ove sei ? chiese il cacciatore di serpenti . Qui nello stanzone , rispose il thug . Atterra la porta ; mi hanno chiuso dentro . Tremal Naik , con un furioso colpo di spalla schianto` le tavole . Lo strangolatore , tutto contuso e insanguinato , si precipito` fuori dalla prigione . Cosa hai fatto ? chiese Tremal Naik . Fuggi , fuggi ! grido` Nagor . Abbiamo i sipai alle calcagna . I due indiani risalirono la scala e corsero a rinchiudersi nella stanza del sergente . Nel corridoio rintronarono tre o quattro colpi di fucile . Saltiamo dalla finestra , grido` Nagor . E` troppo tardi , disse Tremal Naik , curvandosi sul davanzale . Due sipai si erano appostati a duecento metri dal bengalow . Vedendo i due indiani , puntarono le carabine e fecero fuoco , ma le palle non colpirono che le stuoie di coccottiero . Siamo presi , disse Tremal Naik . Barrichiamo la porta . Questa , fortunatamente , era assai grossa e munita di solidi chiavistelli . I due indiani , in pochi istanti , vi accumularono dietro i mobili della stanza . Carica le tue pistole , disse Tremal Naik a Nagor . Tra poco verremo assaliti . Lo credi ? I sipai sanno che siamo solamente due . Ma cos' hai fatto ? Perche` tutto quel baccano ? Io ho ubbidito alle tue istruzioni , disse lo strangolatore . Vedendo due sipai avanzarsi nel corridoio , ho sparato e ne mandai uno a ruzzolare per terra , l' altro fuggi` nello stanzone ed io lo inseguii , ma caddi e quando mi rialzai trovai le porte chiuse . Senza di te sarei ancora prigioniero . Hai fatto male a sparare cosi` presto . Ora non so come finira` . Rimarremo qui . E intanto Raimangal cadra` . Cos' hai detto ? Che Raimangal e` minacciata . Chi te lo disse ? Il sergente . Dov' e` il sergente ? Eccolo la` che dorme . E ti disse che Raimangal e` minacciata ? E` uno scherzo forse . Ti dico la verita` . Gl' inglesi hanno scoperto il nostro covo . E` impossibile ! Il capitano Macpherson e` al forte William e prepara una spedizione per assalire Raimangal . Ma allora corriamo un grave pericolo ! Certamente . Bisogna raggiungere il maledetto e ucciderlo . Lo so . Questo e` affar tuo . Anche questo lo so . Se non lo uccidi , la vergine della sacra pagoda non sara` mai tua sposa . Taci , non nominarla , disse Tremal Naik , con voce sorda . Cosa vuoi fare ? Uscire di qui e raggiungere il forte William . Siamo assediati . Lo vedo . E dunque ? Evaderemo . Quando ? Questa notte . Come ? E` affar mio . Quanti uomini ci sono nel bengalow ? Erano sedici o diciotto . Ma ... Afferro` una mano del thug e la strinse fortemente . Odi ? chiese , additandogli l' uscio . Si` , disse il thug . Qualcuno cammina nel corridoio . Sono i sipai . Che tentino un assalto ? Le tavole del corridoio gemevano , segno certo che qualcuno camminava . Poco dopo fu bussato all' uscio . Chi vive ? chiese Tremal Naik . Un thug , rispose una voce . Cercano ingannarci , mormoro` Tremal Naik all' orecchio di Nagor . Apri che mi seguono , ripiglio` la stessa voce . Chi e` il tuo capo ? chiese Tremal Naik . Kali` . Sei un sipai . Abbiamo cento colpi da sparare ; se non ti allontani sei un uomo morto . Le tavole del corridoio gemettero piu` forte di prima . Hanno paura , disse Tremal Naik . Non tenteranno nulla contro di noi . Ma ci terranno prigionieri , rispose Nagor , diventato inquieto . Questa sera evaderemo , t' ho detto . Zitto ! Un colpo di carabina rimbombo` al di fuori seguito dal grido : La tigre ! ... La tigre ! ... Tremal Naik si slancio` verso la finestra e guardo` . I due sipai che si tenevano imboscati dietro un cespuglio , erano in piedi colle carabine in mano e mandavano grida di spavento . Dinanzi a loro , ad un duecento passi , mugolava una gran tigre . Darma ! grido` Tremal Naik . La tigre fece un balzo di parecchi metri , minacciando di assalire i due sipai che la tenevevano di mira . Fuggi , Darma ! comando` il cacciatore di serpenti vedendo che altri sipai accorrevano in aiuto dei loro compagni . L' intelligente fiera esito` , come comprendesse il pericolo che correva il suo padrone , poi si allontano` con rapidita` fulminea . Brava bestia , disse Nagor . Si` , brava e fedele , aggiunse Tremal Naik , e questa sera ci aiutera` a fuggire . Tornarono dietro alla barricata e attesero pazientemente che la notte calasse . Durante il giorno , piu` volte i sipai si avvicinarono alla porta tentando di forzarla , ma un colpo di rivoltella bastava per metterli in fuga . Alle otto il sole tramonto` . Successe un breve crepuscolo , poi calarono rapide le tenebre . La luna non doveva sorgere che fra qualche ora . Verso le undici Tremal Naik si affaccio` alla finestra e scorse confusamente i due sipai . Cerco` la tigre , ma non la vide . Ce ne andiamo ? chiese Nagor . Si` . Da qual parte ? Dalla finestra . Non e` alta che quattro metri e il suolo non e` duro . Ed i sipai ? diss' egli . Appena salteremo , ci spareranno addosso . Faremo prima scaricare le loro armi . In qual modo ? Lo vedrai . Tremal Naik prese i tappeti , tutte le vesti che fu capace di trovare , i guanciali del letto e formo` un fantoccio della grandezza di un uomo . Sei pronto ? chiese a Nagor . Quando vuoi , salto dalla finestra . E il sergente ? Dorme e lo lascieremo dormire . Sta' attento , ora : i due sipai sono a cinquanta passi da noi . Lo so . Io calo il fantoccio . I due sipai lo scambieranno senza dubbio per uno di noi e scaricheranno le loro carabine . Benissimo . Noi approfittiamo per saltar giu` e scappare . Comprendi ora ? Sei coraggioso e furbo , disse Nagor . Con un uomo simile si puo` far tutto . Che disgrazia che tu non sii un thug . Preparati a saltar giu` . Prese il laccio e calo` il fantoccio dalla finestra facendolo ondeggiare . I due sipai fecero fuoco gridando : Allerta ! ... Tremal Naik e Nagor si precipitarono dalla finestra colle rivoltelle in pugno . Caddero , si risollevarono e partirono rapidi come due saette . Seguimi ! disse Tremal Naik raddoppiando la corsa . Dietro a loro s' udirono le sentinelle dare l' allarme ; furono sparati alcuni colpi di fucile ma non colsero nel segno . Tremal Naik entro` come una bomba in una palizzata . Un cavallo era sdraiato per terra . Con un pugno lo fece saltare in piedi . Sali dietro di me , grido` al thug . I due fuggiaschi balzarono in arcione , strinsero le ginocchia , s' aggrapparono alla criniera e lanciarono il cavallo attraverso la pianura . Dove andiamo ? chiese Nagor . Da Kougli , rispose Tremal Naik , martellando i fianchi del cavallo col calcio del revolver . Cadremo fra i sipai ! E` assediato forse Kougli ? Quando lo lasciai , c' erano dei sipai nel bosco . Andremo cauti . Tieni pronte le armi . Il cavallo , un bell' animale dal mantello nero , fendeva lo spazio saltando fossati e cespugli , malgrado il doppio carico . Gia` il bengalow era scomparso fra le tenebre e la foresta appariva , quando fra una macchia di bambu` una voce grido` : Ehi ! ... Alt ! ... I due fuggiaschi si volsero alzando le armi . La luna che allora sorgeva , mostro` a loro una diecina d' uomini sdraiati per terra , i quali puntavano le carabine sul cavallo . Sprona ! grido` Nagor . Un gran lampo ruppe le tenebre segui`to da parecchie detonazioni , alle quali risposero quelle secche delle rivoltelle . Il cavallo fece un salto innanzi , mise un nitrito soffocato e cadde trascinando a terra coloro che lo montavano . I sipai si gettarono fuori dalla macchia prorompendo in alte urla di gioia , ma queste si cangiarono d' improvviso in urla di terrore . Un' ombra gigantesca era balzata fuori da un gruppo di bambu` , emettendo un rauco ruggito . Il comandante dei sipai fu atterrato da un colpo d' artiglio . Darma ! grido` Tremal Naik , rialzandosi prontamente . La tigre ! ... La tigre ! ... urlarono i sipai fuggendo in tutte le direzioni . L' intelligente animale in pochi balzi raggiunse il padrone . Brava Darma , diss' egli , accarezzando affettuosamente l' intelligente belva . Tu non mi abbandoni mai . Affrettiamoci , Tremal Naik , suggeri` Nagor . Qui non spira buon' aria per noi . I sipai non tarderanno a ritornare . I due indiani si gettarono in mezzo al bosco sfondando i cespugli che facevano a loro ostacolo e guardandosi attorno per tema di cadere in qualche agguato . Dopo mezz' ora di corsa sfrenata , essi arrivarono al capannone abitato dai thugs . Nagor si arresto` al di fuori colla tigre e Tremal Naik entro` . Kougli era sdraiato per terra , occupato a decifrare alcune lettere in sanscrito . Appena lo scorse scatto` in piedi , muovendogli incontro . Libero ! esclamo` , non dissimulando la sua sorpresa e la sua gioia . Lo vedi , disse Tremal Naik . E Nagor ? E` rimasto fuori ! Dammi la testa . Quale testa ? Quella del capitano Macpherson . Siamo stati battuti , Kougli . L' indiano fece tre passi indietro . Battuti ! Noi battuti ! cosa vuoi dir tu ? chiese . Voglio dire che il capitano Macpherson e` ancor vivo . Vivo ! ... Non ho potuto ucciderlo . Parla ! Ha lasciato il bengalow senza che io lo sapessi . E dove e` andato ? A Calcutta . A cosa fare ? Tremal Naik non rispose . Parla ! Il capitano si prepara ad assalire il covo dei thugs . Egli sa che Raimangal e` la vostra sede . Kougli lo guardo` con terrore . Ma tu sei impazzito ! esclamo` . Tremal Naik non e` pazzo . Ma chi ci tradi` ? Io . Tu ! ... tu ! ... Lo strangolatore si slancio` su Tremal Naik col pugnale in mano . Il cacciatore di serpenti rapido come un lampo gli afferro` la mano e gli torse il polso con tale violenza che le ossa crocchiarono . Non far pazzie , Kougli , diss' egli , con rabbia mal frenata . Ma parla , dannato indiano , parla ! urlo` lo strangolatore . Perche` ci hai tradito ? Ma non sai tu che la tua Ada e` sempre in nostra mano ? Non sai tu , che le fiamme l' attendono ? Lo so , disse Tremal Naik con ira . E dunque ? Vi ho traditi involontariamente . M' avevano fatto bere la youma . La youma ! Si` . E tu hai parlato ? Chi resiste alla youma ? Narrami quanto ti e` accaduto . Tremal Naik in brevi parole gli racconto` cio` che era avvenuto nel bengalow . Hai fatto molto , disse Kougli , ma la tua missione non e` ancor terminata . Lo so disse Tremal Naik , sospirando . Perche` sospiri ? Perche` ? ... E tu me lo chiedi ? ... Non sono nato io per assassinare vilmente la gente . E` orribile , sai , cio` che io dovro` commettere , e` mostruoso ! Kougli alzo` le spalle . Tu non sai cosa sia l' odio , disse . Lo so , non temerlo , Kougli ! esclamo` Tremal Naik con accento selvaggio . Se tu sapessi quanto vi odio ! Bada , Tremal Naik ! ... La tua fidanzata e` sempre in nostra mano . L' infelice chino` il capo sul petto e soffoco` un singhiozzo . Torniamo al capitano , disse lo strangolatore . Parla , cosa devo fare ? Bisogna impedire , innanzi tutto , che il maledetto vada a Raimangal . Se giunge al nostro covo , la tua Ada e` perduta . E` un' altra condanna che mi colpisce adunque ? chiese Tremal Naik con amarezza . Siete senza pieta` , o tigri ? Non e` una condanna . Guai a noi , se quell' uomo sbarca a Raimangal . Cosa devo fare ? Kougli non rispose . Si era preso la testa fra le mani e pensava . Ci sono , disse all' improvviso . Hai trovato un mezzo ? Credo di si` . Parla . Il capitano , di certo , scegliera` la via d' acqua per giungere a Raimangal . E` probabile , disse Tremal Naik . A Calcutta ed al forte William abbiamo degli affiliati nell' esercito e sui vascelli da guerra inglesi . Qualcuno occupa una posizione brillante . Ebbene ? Ti recherai al forte William ed aiutato dai nostri affiliati ti imbarcherai sul suo vascello . Io ? Hai paura ? Tremal Naik non sa ancora cosa sia la paura . Ma credi tu che il capitano non mi riconoscera` ? Un sorriso sfioro` le labbra di Kougli . Un indiano puo` diventare un malese od un birmano . Basta cosi` . Quando devo partire ? Subito o arriverai troppo tardi . E` libera la via che mena al fiume ? I sipai che ci assediavano sono stati scacciati dal bosco . Kougli accosto` le dita alle labbra e fischio` . Un thug accorse . Sei uomini di buona volonta` e d' un esperimentato coraggio si preparino a partire . La baleniera e` sempre alla riva ? Si` , rispose il thug . Vattene . Kougli si levo` da un dito un anello d' oro , d' una forma speciale , con un piccolo scudo sul quale vedevasi inciso il misterioso serpente , e lo porse a Tremal Naik . Basta che tu lo mostri ad uno degli affiliati gli disse . Tutti i thugs di Calcutta si metteranno a tua disposizione . Tremal Naik se lo passo` in un dito della mano destra . Hai altro da dirmi ? gli chiese . Che noi vegliamo sulla tua Ada . Eppoi ? Che se tu ci tradisci , la daremo alle fiamme . Tremal Naik lo guardo` con occhio torvo . Addio , gli disse bruscamente . Usci` e si avvicino` a Darma che lo guardava con inquietudine , come gia` indovinasse che il padrone tornava ad abbandonarla . Povera amica , diss' egli con voce triste e ad un tempo commossa . Ci rivedremo non temere , mia Darma . Nagor avra` cura di te . Volse altrove la testa e raggiunse i thugs . Conducetemi al battello , comando` . I sette uomini si disposero in fila indiana e si cacciarono nella foresta tenendo i fucili sotto il braccio per esser pronti a servirsene al primo allarme . Alle due del mattino essi giungevano sulle rive del fiume e precisamente in una piccola rada , nella quale , nascosta sotto un ammasso di bambu` , scorgevasi una svelta imbarcazione , una specie di baleniera . I remi erano a posto , e v' era pure un albero fornito di una piccola vela . Non mancava che d' imbarcarsi . Si scorge nessuno ? chiese Tremal Naik . Nessuno risposero i thugs . In barca . I sette uomini salirono a bordo e si spinsero al largo . X . La fregata . L' Hugly , le cui acque sono reputate sacre dalle popolazioni dell' alta India le quali intraprendono di frequente dei lunghi pellegrinaggi , per gettarvi le ceneri dei loro defunti o per bagnarvisi e` uno dei piu` importanti fiumi della grande penisola asiatica . La sua lunghezza non supera le cinquanta leghe , essendo formato dalla riunione dei fiumi Cossimbazar e Djellinghey , i due rami piu` occidentali del Gange ; ma la massa delle acque e` considerevolissima , ingrossata sulla destra dal Dorumoudah dal Roupnaram , dal Tingorilly e dall' Hidiely . Su questo braccio del Gange regna un' attivita` straordinaria , febbrile , che eguaglia quella dei fiumi giganti dell' America settentrionale . Approfittando dell' alta marea , che si fa sentire molto forte , vascelli , provenienti da tutti i porti del globo lo salgono arrestandosi o a Calcutta , o a Chandernagor o a Hougly , le tre citta` piu` importanti collocate sulle sue rive . Piroscafi , barchi brick , brigantini , golette e slopp , s' incontrano dovunque lungo il suo corso . Non parliamo delle pinasse , dei poular , dei bangle , dei mur punky , dei fylt' sciarra , dei gonga e di tutte quelle altre barche piu` o meno grandi , di costruzione indiana , che si contano a migliaia e che s' incrociano in tutti i versi . Nel momento pero` che la baleniera si staccava dalla riva , poche barche solcavano la corrente e quasi tutte provenienti dal sud , che e` quanto dire dal mare . Dal nord scendevano invece ammassi di cadaveri che andavano capricciosamente alla deriva , ad arenarsi sulle numerose isole ed isolotti o sulle rive dove cadevano sotto il dente delle tigri e dei sciacalli , sempre pronti a prendere parte a quei giganteschi banchetti che la superstizione indiana offre loro gratuitamente . Animo , disse Tremal Naik . Bisogna giungere al forte prima che la spedizione prenda il largo . Se giungiamo tardi , perdete Raimangal . Lascia fare a noi , rispose colui che pareva fosse il capo di quei thugs . Arriveremo a tempo . Quale distanza abbiamo da qui al forte ? Meno di dieci leghe . Quando credi che la spedizione partira` ? All' alta marea , senza dubbio . Fra una mezz' ora comincera` a montare e correremo piu` rapidi di uno steamer . I thugs , robusti garzoni , rotti a tutte le fatiche ed abituati sino dall' infanzia al remo , accomodatisi sui banchi si misero ad arrancare di buon accordo , con colpi secchi e rigorosi . La baleniera , una bella e solida imbarcazione , costruita appositamente per la corsa , non tardo` a filare con notevole velocita` , sfiorando appena l' acqua , la cui corrente minacciava di arrestarsi pel prossimo arrivo della marea , la quale sale con tanta furia da causare , non di rado , a Calcutta , un accrescimento di livello superiore ai cinque piedi . La notte era limpidissima , illuminata da una luna superba e l' aria dolce , rinfrescata di quando in quando da una brezzolina , che scendeva dall' alto corso della fiumana . Le rive , visibili come in pieno giorno , presentavano di quando in quando delle belle vedute , affatto speciali ai fiumi indiani . Ora erano boschi magnifici di palmizi , di cocchi dall' aspetto maestoso , colle lunghe foglie disposte a cupola , e di manghi , stretti in mille diverse guise da quegli strani arrampicanti chiamati calami che raggiungono di frequente la lunghezza di centocinquanta metri . Ora erano campi sterminati di senapa , i cui fiori gialli spiccavano chiaramente sotto gli argentei raggi dell' astro notturno ; oppure piantagioni di indaco , di zafferano , di sesamo , di scialappa o immense distese di bambu` smisurati , in mezzo alle quali andavano e venivano bande di bufali selvaggi , animali veramente formidabili , piu` temuti delle tigri e che non esitano ad assalire anche un reggimento di gente armata . Talvolta apparivano miseri villaggi , soffocati sotto una densa vegetazione , oppure cinti da risaie , chiuse tra arginetti alti parecchi piedi , destinati a trattenere le acque , e piu` spesso rizzati sull' orlo di putridi stagni sopra i quali ondeggiava una nebbia pestilenziale , carica di febbre e di cholera . Non mancavano pero` gli eleganti bengalow sui cui tetti piramidali sonnecchiavano bande di cicogne nere , di ibis brune e di mangiatori di ossa , uccelli giganteschi , avidissimi e molto rispettati dagli indiani , i quali , secondo la loro strana dottrina delle trasmissioni , credono che nei loro corpi si trovino le anime dei sacerdoti di Brahma . Mezz' ora era di gia` scorsa , da che la baleniera aveva lasciato la piccola insenatura , quando sulla riva destra si udi` una voce a gridare : Ehi ! ... Alt ! ... Tremal Naik , a quella brusca intimazione , che non s' aspettava , essendo il fiume deserto , prontamente si alzo` . Chi e` che c' intima di arrestarci ? chiese egli guardandosi attorno . Qualche fratello forse ? Guarda laggiu` , disse uno dei remiganti , additandogli la riva . Passiamo dinanzi al bengalow del capitano Macpherson . Che ci abbiano scoperti ? Deve essere cosi` . I furbi hanno sospettato qualche cosa e tengono d' occhio le barche che salgono il fiume . Non vedi degli uomini , sulla terrazza ? Tremal Naik diresse lo sguardo verso il bengalow . Sulla terrazza che dominava il fiume scorse un gruppo di persone . La luna faceva brillare le canne dei loro fucili . Ehi ! ... fermati ! ... ripete` la stessa voce . Tiriamo innanzi , disse Tremal Naik . Se vorranno attaccarci , ci daranno la caccia . La baleniera che aveva rallentato la corsa , continuo` a risalire . Un clamore assordante s' alzo` sulla terrazza . Tuoni e fulmini ! urlo` un' altra voce . Fate fuco ! Sono essi ! grido` un' altra voce . Fuoco , amici ! Tre o quattro colpi di fucili rintronarono . I thugs , quantunque di gia` lontani un cinque o seicento braccia , udirono le palle fischiare sopra l' imbarcazione . Ah ! briganti ! esclamo` Tremal Naik , raccogliendo la carabina . Bada ! grido` uno dei thugs . Si preparano a darci la caccia . Penso io a tenerli lontani . Drizzate l' imbarcazione verso quel grab che scende il fiume ; forse viene da Calcutta e potra` darci qualche notizia sulla spedizione . Attento , Tremal Naik ! grido` uno dei remiganti . L' indiano volse lo sguardo verso la piccola rada del bengalow e scorse un mur punky , montato da cinque o sei sipai e da una mezza dozzina di remiganti . Arranca ! comando` egli , montando la carabina . La baleniera correva sempre con crescente celerita` , nondimeno il mur punky guidato da uomini piu` abili e forse piu` leggiero , guadagnava rapidamente strada . A prua era stata rizzata una gabbionata e dietro si erano nascosti i sipai , colle carabine spianate . Fermati ! tuono` una voce Arranca sempre ! comando` Tremal Naik . Un sipai alzo` la testa . Quel momento basto` : Tremal Naik punto` rapidamente l' arma e lascio` partire il colpo . Il sipai caccio` un grido , batte` l' aria colle mani e piombo` in fondo al battello . A chi tocca ! grido` Tremal Naik , raccogliendo un' altra carabina . Gli fu risposto con una scarica generale . Le palle scrosciarono sui fianchi della baleniera . Un altro sipai si mostro` e cadde come il primo . Quella matematica precisione sgomento` i sipai , i quali , dopo essersi brevemente consigliati , virarono di bordo dirigendosi verso la riva opposta . Sta' in guardia , Tremal Naik , disse uno dei thugs . Vi sono dei bengalow inglesi su quella riva . Che forniranno a loro degli uomini e delle barche , aggiunse un secondo . Non lasceremo a loro tempo , disse l' indiano ; drizzate la prua al grab . La nave che scendeva al mare , non era lontana che mezzo miglio . Era uno di quei vascelli che si costruiscono a Bombay , ove , pare , la navigazione venne fino dai piu` remoti tempi ridotta a maggior perfezione che negli altri luoghi dell' India , e dove trovansi gli alberi del tek , noti per la loro estrema durezza e dei salici che resistono alle acque per qualche secolo . La prua di quel grab , di architettura puramente indiana , era assai slanciata ed aguzza , adorna di divinita` e di teste d' elefante scolpite con rara maestria . I suoi tre alberi coperti di tela , dagli alberetti al ponte , si curvavano sotto la fresca brezza del settentrione . In quindici minuti la baleniera lo abbordava sotto l' anca di tribordo . Il capitano del legno si curvo` sul capo di banda , per sapere cosa desideravano . Da dove venite ? chiese Tremal Naik . Dalla citta` bianca rispose il lupo di mare . Da quante ore siete passato dinanzi al forte William ? Da cinque . Avete veduto delle navi da guerra ? Si` , una fregata : la Cornwall . Caricava ? No , imbarcava soldati . Sono essi che vanno a Raimangal , dissero i thugs . Sapete quale sia la destinazione della Cornwall ? chiese Tremal Naik , coi denti stretti . L' ignoro , rispose il capitano . Era accesa la macchina ? Si` . Grazie , capitano . La baleniera si stacco` dal grab . Avete udito ? chiese Tremal Naik , con rabbia . Si` , risposero` i thugs , curvandosi sui remi . Bisogna giungere prima che la fregata prenda il largo o tutto e` perduto . Arrancate ! arrancate ! In quell' istante uno dei thugs getto` un grido di trionfo . Udite ! esclamo` egli . Ognuno tese l' orecchio trattenendo il respiro . Al sud si udiva un sordo muggito come l' avvicinarsi d' una burrasca . La marea ! gridarono i thugs . La corrente dell' Hugly si era improvvisamente arrestata . Al sud apparve un' onda spumeggiante , che veniva innanzi colla velocita` di un cavallo lanciato al galoppo . Arrivo` con un cupo muggito sollevando la baleniera e passo` oltre salendo rapidamente verso Calcutta , trascinando ammassi di detriti , di erbe e non pochi tronchi d' albero . Alla riva destra ! comando` il capo dei remiganti . Tra un' ora saremo al forte . La baleniera raggiunse la riva destra , ove la marea si fa sentire piu` rapida che sulla riva sinistra , e riprese la navigazione potentemente aiutata dai remi vigorosamente ed abilmente manovrati . Sorgeva allora l' alba . Ad oriente una luce dapprima biancastra , poi gialla , indi rossastra , s' alzava invadendo rapidamente il cielo . Gli astri , poco prima scintillanti , a poco a poco impallidivano , scomparivano e le urla delle fiere diventavano piu` rade e piu` fioche . Le rive della superba fiumana , man mano che la baleniera avvicinavasi a Calcutta , perdevano il loro aspetto selvaggio . Le grandi foreste popolate da numerose bande di tigri , di bufali selvaggi , di sciacalli e di serpenti e le immense piantagioni di bambu` , a poco a poco scomparivano per lasciare il posto a fertilissime campagne coltivate con grande cura , a piantagioni di indaco , di cotone e cinnamomo , a bellissimi e svariati alberi carichi di frutta d' ogni specie , ad eleganti ville ed a grossi villaggi . Drappelli di ungko , scimmie col petto sporgente , la pelliccia nera , bruna o grigia e il volto quasi umano , apparivano fra le macchie di alberi , dondolandosi fra i rami , facendo salti prodigiosi di dieci e persino quindici metri ; poi vedevansi bande di axis , eleganti animali somiglianti ai cervi , col pelo fulvo e picchiettato di bianco ; indi tranquilli bufali , che venivano a dissetarsi , e nell' aria od appollaiati sui tetti delle capanne o posati sui rami arcuati dei paletuvieri , uccelli d' ogni sorta e d' ogni grandezza , nibbi , gypaeti , bozzagri , ibis brune , marangoni , folaghe dalle penne porporine ed azzurre , anitre braminiche e giganteschi arghilah , alcuni dei quali affacendati a far scomparire tutto intero qualche corvo impertinente , che aveva osato disputare a loro qualche preda . Siamo vicini a Calcutta , disse un remigante , dopo aver osservato attentamente le due rive . Tremal Naik , che da qualche ora era in preda ad una febbrile impazienza , nell' udire quelle parole si alzo` di scatto , spingendo lo sguardo verso il nord . Dov' e` ? chiese egli . La vedi tu ? Non ancora , ma fra breve la vedremo . Arranca ! ... arranca ! ... La baleniera accelero` la corsa . I thugs , non meno impazienti del loro capo , arrancavano allora con vero furore , piegando le pagaie sotto la potente trazione . Nessuno parlava per non perdere una sola battuta . Alle otto , un colpo di cannone si udi` verso l' alto corso del fiume . Cos' e` questo ? chiese Tremal Naik , con ansieta` . Siamo vicini a Kiddepur . Qualche legno da guerra parte e saluta . Presto ! presto ! ... Potessimo arrivare a tempo ! ... Il fiume cominciava ad animarsi straordinariamente . Barchi brick , brigantini , golette , piroscafi salivano e scendevano la corrente in gran numero . Delle grandi grab , dei grandi pariah della costa del Coromandel le cui barocche costruzioni non permettono di compiere che un sol viaggio all' anno , cioe` all' epoca del monsone favorevole ; dei leggieri poular di Dacca , rapidissimi forniti di alberi e di una grande vela quadrata ; dalle bangle coperte di tetti di stoppia e con alberi di bambu` larghissimi e dei magnifici fylt' sciarra larghi cinquanta e piu` piedi , riccamente dorati , e condotti da piu` di trenta rematori , s' incrociavano in mille guise o stavano ancorati lungo le rive dinanzi ai bengalow od ai villaggi . Tremal Naik doveva mettere in opera tutta la sua abilita` , per non cozzare contro quella folla di bastimenti e di barche che cresceva enormemente , tanto da occupare , talvolta , il fiume intero . I thugs arrancavano sempre , con crescente furia , tendendo i muscoli in modo tale , da far quasi scoppiare la pelle . Alle nove la baleniera passava dinanzi a Kiddepur , grosso villaggio che sorge sulla riva sinistra del fiume , e pochi minuti piu` tardi giungeva in vista di Calcutta , la regina del Bengala , la capitale di tutti i possedimenti inglesi delle Indie , colla sua linea imponente di palazzi , colle sue pagode , colle sue cupole , coi suoi bizzarri campanili , colle sue capanne , coi suoi squares e col forte William , la piu` grande e robusta fortezza che abbia la penisola , e che ha bisogno d' almeno diecimila uomini per essere difesa . Tremal Naik era balzato in piedi come spinto da una molla e guardava con occhio stupefatto quell' agglomeramento straordinario di fabbricati , di giardini e di vascelli . La nave ? chiese , con accento selvaggio . Dov' e` la nave ? La` ! ... La` . ! ... guarda ! ... esclamo` un thug . Tremal Naik guardo` nella direzione indicata e vide a poca distanza dalle cateratte che mettono l' acqua nei fossati del forte William , una fregata di forme svelte , ma assai impoppata , attrezzata a barco , ed armata di numerosi cannoni , vomitare nubi di fumo dal camino che sembrava troppo stretto . Sul ponte andavano e venivano soldati di fanteria e marinai , affacendati a stivare botti ed a ritirare le gomene sciolte dai gavitelli . Si capiva anche a prima vista , che la nave preparavasi a partire . Tremal Naik provo` una stretta al cuore . Presto , ragazzi ! ... presto ! ... esclamo` egli con accento disperato . I thugs raddoppiarono i loro sforzi . La baleniera , spinta innanzi dalle sei pagaie manovrate con forza sovrumana , non correva piu` , volava . I bordi gemevano sotto i colpi vigorosi e l' acqua rimbalzava fino sulla poppa . Presto ! ... presto ! ... gridava Tremal Naik , completamente fuori di se` . Ad un tratto emise un urlo straziante . Ada ! ... Ada ! ... Perduto ! ... tutto e` perduto ! ... La fregata aveva abbandonato il molo e scendeva maestosamente il fiume , vomitando nubi di fumo e mandando lunghi fischi . I thugs , sfiniti , impotenti di piu` oltre lottare , si erano arrestati guardando con occhio feroce la nave , che passava a duecento passi dalla imbarcazione . Tutto e` perduto ! urlo` un di loro , tendendo il pugno . No , no ! ... esclamo` Tremal Naik . Si curvo` , raccolse la carabina , l' armo` e diresse la canna sulla fregata . Sul ponte di comando aveva veduto un uomo e l' aveva subito riconosciuto : era il capitano Macpherson . Gia` aveva imbracciato l' arme , gia` stava per far partire il colpo , quando un thug lo atterro` . Tu vuoi farci assassinare , disse lo strangolatore , disarmandolo . Tremal Naik si rialzo` cogli occhi accesi , le pugna alzate , il viso stravolto . Ma non sai tu , miserabile , che se i thugs perdono Raimangal io perdo la mia Ada ? urlo` egli . Calmati , Tremal Naik . Vi sono altre navi che si recano nelle Sunderbunds . Quali ? Guarda quella cannoniera . Imbarca cannoni e botti di polvere . Non vedi sul picco la bandiera inglese ? Tremal Naik vide infatti una grande cannoniera , ancorata dinanzi alla spianata dello Strand , che preparavasi a partire . Un pennacchio di fumo usciva dal camino . Se fosse vero ! ... mormoro` egli con voce tremante . Al molo ! al molo La baleniera con quattro arrancate approdo` dinanzi a Kuti Bazar . Proprio nel medesimo istante , un canotto montato da un quartier mastro della Reale Marina prendeva il largo . Ohe ! Hider ! grido` un thug . Il quartier mastro , indiano pur egli , si volse . Ola` , amici , dove andate ? chiese egli tornando a riva . Chi e` quel marinaio ? chiese Tremal Naik . Un affiliato , gli fu risposto . Hider in quel frattempo era sbarcato . Era un bell' uomo di alta statura , sui quarant' anni , con una barba nerissima e folta , occhi lucentissimi e membra muscolose . Tra le labbra teneva una corta pipa e fumava vigorosamente . Amici miei , disse , avvicinandosi , qui succedono delle cose assai gravi . Lo sappiamo , disse Tremal Naik . Chi sei tu ? chiese il quartier mastro , con diffidenza . Tremal Naik gli mostro` l' anello che portava in dito . Il marinaio cadde in ginocchio . Ordina , inviato di Kali` , disse con voce tremante . Conosci il capitano Macpherson ? Forse piu` di te . Sai dove conduce la fregata ? Nessuno sa ove vada la Cornwall , ma io ho un sospetto . La conduce a Raimangal . Il quartier mastro scaglio` la pipa a fracassarsi sui sassi . A Raimangal ! ... esclamo` egli . A Raimangal hai detto ? Si` , egli va ad assalire Suyodhana . Lo sospettavo . Ho fatto imbarcare due affiliati sulla Cornwall . Che ordini hanno ? Di vegliare e di informarci di quanto succede , appena potranno disertare . Allora siamo perduti . Il quartier mastro non rispose . Non trovava parole . Cosa fa quella cannoniera che si sta armando ? chiese Tremal Naik . Ci rechiamo a Colombo . Bisogna che cada in nostra mano . Cosa vuoi fare della Devonshire ? Per raggiungere la Cornwall prima che getti l' ancora a Raimangal . E colarla a fondo ? Questo e` affar mio , disse Tremal Naik . Comanda . Quanti affiliati ci sono a bordo della Devonshire ? Siamo in sei . L' equipaggio ammonta a ... ? Trentadue uomini . Bisogna imbarcare almeno dieci affiliati . E` impossibile ! esclamo` Hider . Con sei affiliati non si conquista la cannoniera . Lo so . Cosa imbarcano ora ? Cannoni . E poi ? Delle provviste . Imbarcheranno delle botti di biscotto e di acqua , suppongo . E` vero . Sta bene . Invece di botti di biscotto imbarcheranno delle botti contenenti dei thugs . Puoi fare questa sostituzione tu ? Dirigo io l' armamento della Devonshire . Una parola ancora . Quando si parte ? A mezzanotte , mi disse il capitano . Credi tu che si raggiungera` la Cornwall ? Forzando molto la macchina si potrebbe raggiungerla . Mi basta . A questa sera , Hider . XI . Inglesi e strangolatori . Agli orologi della citta` inglese suonava la mezzanotte , quando la Devonshire , che sin dal mattino aveva acceso i suoi fuochi , abbandonava a tutto vapore il molo del forte William , scendendo la nera corrente dell' Hugly . La notte era assai oscura . Non luna e non stelle in cielo , il quale era coperto da una nera fascia di vapori . Pochi affatto i lumi , la maggior parte immobili , accesi dentro le capanne di Kiddepur , o sulla prua di legni ancorati sotto la riva . Solamente verso il nord si scorgeva uno strano bagliore , una specie d' alba biancastra , dovuta alle migliaia e migliaia di fiamme che rischiarano la citta` inglese e la citta` nera che formano Calcutta . Il capitano , ritto sulla passerella , comandava la manovra con voce metallica , dominando il fragore delle tambure che mordevano furiosamente le acque e il formidabile russare della macchina . Sul ponte , mozzi e marinai , si affaccendavano , al vago chiarore di poche lanterne , a stivare le ultime botti e le ultime casse che ancora ingombravano il ponte . Gia` Kiddepur era scomparsa nelle fitte tenebre , gia` gli ultimi lumi delle barche e dei navigli piu` non si scorgevano , quando un uomo , che sino allora aveva tenuto la ruota del timone , attraverso` quatto quatto il ponte , urtando forte col gomito un indiano che stava chiudendo il boccaporto di maestra . Affrettati , gli disse , nel passargli vicino . La camera e` deserta . Pronto , Hider , rispose l' altro . Pochi minuti dopo i due indiani scendevano la scaletta che conduceva nella camera comune , la quale in quel momento era deserta . Ebbene ? chiese brevemente Hider . Nessuno ha sospettato di nulla . Hai contato le botti segnate ? Si` , sono dieci . Dove le hai collocate ? Sotto poppa . Riunite ? Tutte vicine l' una all' altra , disse l' affiliato . Hai avvertito gli altri ? Sono tutti pronti . Al primo segnale si getteranno sugli inglesi . Bisogna agire con prudenza . Questi uomini sono capaci di far fuoco alle polveri e far saltare amici e nemici . Quando si fara` il colpo ? Questa notte , dopo che avremo dato un buon narcotico al capitano . Cosa dobbiamo fare intanto ? Manderai due uomini a impadronirsi della sala d' armi poi attenderai nella macchina cogli altri due fuochisti . Avremo bisogno della tua abilita` . Non e` la prima volta che lavoro alle caldaie . Va bene . Io comincio ad agire . Hider risali` in coperta e diresse lo sguardo sulla passerella . Il capitano passeggiava innanzi e indietro , colle braccia incrociate sul petto , fumando una sigaretta . Povero capitano , mormoro` lo strangolatore , non meritavi un cosi` brutto tiro . Ma bah ! Un altro al mio posto , invece di renderti nell' impossibilita` di nuocere , ti avrebbe spedito all' inferno con una buona dose di veleno . Si diresse verso poppa e senza essere veduto discese sotto coperta , arrestandosi dinanzi la cabina del comandante . L' uscio era socchiuso , l' apri` e si trovo` in uno stanzino di otto piedi quadrati , tappezzato in rosso ed ammobiliato elegantemente . S' accosto` ad un tavolino , sul quale stava una bottiglia di cristallo , piena di limonata . Un sorriso diabolico gli sfioro` le labbra . Ogni mattina la bottiglia risale vuota , bisbiglio` . Il capitano , prima di coricarsi , beve sempre . Caccio` la mano in petto e trasse una fiala microscopica , contenente un liquido rossastro . Lo fiuto` piu` volte , poi lascio` cadere nella bottiglia tre goccie . La limonata ribolli` diventando rossa , poi riacquisto` la sua tinta primitiva . Dormira` due giorni , disse il thug . Andiamo a trovare gli amici . Usci` ed apri` una porticina che metteva nella stiva . Un leggier rumore si udi` sotto la poppa , seguito da uno scricchioli`o , come di un' arma da fuoco che veniva montata . Tremal Naik , chiamo` il thug . Sei tu Hider ? domando` una foce soffocata . Apri , che qui dentro ci asfissiamo . Il thug raccolse in un angolo una lanterna cieca , cola` precedentemente nascosta , l' accese e s' avvicino` alle dieci botti collocate l' una presso l' altra . I cerchi vennero levati e gli undici strangolatori , mezzo asfissiati , colle membra indolenzite , madidi di sudore per l' eccessivo caldo che regnava la` sotto , uscirono . Tremal Naik si slancio` verso Hider . La Cornwall ? gli chiese . Corre verso il mare . C' e` speranza di raggiungerla ? Si` , se la Devonshire accelera la corsa . Bisogna abbordarla , o perdero` la mia Ada . Ma prima bisogna impadronirsi della cannoniera . Lo so . Hai un piano tu ? Si` . Parla , presto , io ardo . Guai , se non raggiungiamo la Cornwall ! ... Calmati , Tremal Naik . Ogni speranza non e` ancora perduta . Dimmi quale e` il tuo piano . Innanzi tutto c' impadroniremo della macchina . Ci sono affiliati nella camera delle caldaie ? Tre , e sono tutti fuochisti . In quattro , non faticheremo troppo a legare l' ingegnere . E poi ? Poi andro` a vedere se il capitano ha bevuto il narcotico che gli versai nella sua limonata . Allora voi entrerete nel quadro di poppa e al primo fischio salirete sul ponte . Gli inglesi , colti li` per li` , si arrenderanno . Sono armati ? Non hanno che i loro coltelli . Affrettiamoci . Sono pronto . Vado a legare l' ingegnere . Spense la lanterna , ritorno` nel quadro di poppa e risali` sul ponte , proprio nel momento in cui il capitano lasciava la passerella . Tutto va bene , mormoro` il thug , vedendolo dirigersi a poppa . Carico` la pipa e discese nella camera della macchina . I tre affiliati erano al loro posto , dinanzi ai forni , discorrendo a voce bassa . L' ingegnere fumava , seduto su di una scranna e leggeva un libriccino . Hider con un' occhiata avverti` gli affiliati di tenersi pronti , e s' avvicino` alla lanterna sospesa alla volta , proprio sopra il capo dell' ingegnere . Permettetemi , sir Kuthingon , d' accendere la pipa , gli disse il quartier mastro . Sopra tira un ventaccio che spegne l' esca . Con tutto il piacere , rispose l' ingegnere . S' alzo` per tirarsi indietro . Quasi nel medesimo istante lo strangolatore lo afferrava per la gola e cosi` fortemente , da impedirgli di emettere il piu` lieve grido , poi con una scossa vigorosa lo rovescio` sul tavolato . Grazia , pote` appena balbettare il povero uomo che diveniva nero sotto il ferreo pugno del quartier mastro . Sta zitto e non ti verra` fatto alcun male , rispose Hider . Gli affiliati ad un suo cenno lo legarono e lo imbavagliarono , trascinandolo dietro un grande ammasso di carbone . Che nessuno lo tocchi , disse Hider . Ed ora andiamo a vedere se il capitano ha bevuto il narcotico . E noi ? chiesero gli affiliati . Non vi muoverete di qui , sotto pena di morte . Sta bene . Hider accese tranquillamente la pipa e sali` la scala . La cannoniera filava allora fra due rive completamente deserte , e il suo sperone fendeva gruppi di vegetali galleggianti . I marinai erano tutti in coperta e guardavano distrattamente la corrente , discorrendo o fumando . L' ufficiale di quarto passeggiava sulla lunetta , chiacchierando col mastro cannoniere . Hider , soddisfattissimo , si stropiccio` allegramente le mani e ritorno` a poppa , scendendo la scala in punta di piedi . Presso la cabina del comandante accosto` l' orecchio alla porta ed udi` un sonoro russare . Giro` la maniglia , apri` ed entro` dopo essersi levato della cintura un pugnale , per difendersi se fosse stato necessario . Il capitano aveva bevuto quasi tutta la bottiglia di limonata e dormiva profondamente . Non lo svegliera` neanche il cannone , disse l' indiano . Si slancio` fuori della cabina e discese nella stiva . Tremal Naik e i suoi compagni lo attendevano colle rivoltelle in pugno . Ebbene ? chiese il cacciatore di serpenti , saltando in piedi . La macchina e` nostra e il capitano ha bevuto il narcotico , risposte Hider . L' equipaggio ? Tutto in coperta e senz' armi . Saliamo . Adagio , compagni . Bisogna prendere i marinai fra due fuochi , per impedire che si barrichino sotto il castello di prua . Tu , Tremal Naik , rimani qui con cinque uomini e io cogli altri raggiungo la camera comune . Al primo sparo salite sul ponte . Siamo d' accordo . Hider impugno` una rivoltella nella dritta e una scure nella sinistra ed attraverso` la stiva ingombra di cannoni smontati , di botti e di barilotti . Cinque thugs lo seguirono . Dalla stiva il drappello passo` nella camera comune e sali` la scala . Preparate le armi e fuoco di fila , comando` Hider . I sei uomini irruppero sul ponte gettando selvaggi clamori . L' equipaggio si slancio` a prua , non sapendo ancora di cosa si trattava . Un colpo di rivoltella echeggio` abbattendo il mastro cannoniere . Kali` ! ... Kali` ... urlarono i thugs . Era il grido di guerra degli strangolatori e fu appoggiato da una tremenda grandinata di palle . Alcuni uomini rotolarono sul ponte . Gli altri , smarriti , sorpresi da quell' improvviso attacco , che certamente non s' aspettavano , si precipitarono a poppa gettando urla di terrore . Kali` ! ... Kali` ! rimbombo` a poppa . Tremal Naik e i suoi uomini s' erano slanciati sul cassero colle rivoltelle nella dritta ed i pugnali nella sinistra . Alcune detonazioni rintronarono . Una confusione indescrivibile accadde a bordo della cannoniera , la quale , senza timoniere , andava a traverso alla corrente . Gli inglesi , presi tra due fuochi , cominciarono a perdere la testa . Per fortuna l' ufficiale di quarto non era stato ancora ucciso . D' un balzo si getto` giu` dalla lunetta colla sciabola in pugno . A me , marinai ! urlo` egli . Gli inglesi si radunarono in un baleno attorno a lui e si avventarono a poppa impugnando i coltelli , le scuri , le manovelle . Il cozzo fu terribile . I thugs di Tremal Naik furono ributtati da quella valanga d' uomini . L' ufficiale di quarto s' impadroni` del cannone , ma la vittoria fu di breve durata . Hider si era messo alla testa dei suoi e li assaliva alle spalle pronto a comandare fuoco . Signor tenente , grido` , puntando verso di lui la rivoltella . Cosa vuoi , miserabile ? urlo` l' ufficiale . Arrendetevi e vi giuro che non verra` torto un sol capello ne` a voi , ne` ai vostri marinai . No ! Vi avverto che abbiamo cinquanta colpi ciascuno da sparare . Ogni resistenza sarebbe inutile . E cosa farai di noi ? Vi faremo scendere nelle imbarcazioni e vi lascieremo liberi di sbarcare sull' una o sull' altra riva del fiume . E della cannoniera cosa vuoi farne ? Non posso dirlo . Orsu` , o la resa o io comando il fuoco . Arrendiamoci , tenente , gridarono i marinai che si vedevano ormai in bali`a di Hider . Il tenente , dopo d' aver esitato , spezzo` la spada e la getto` nel fiume . Gli strangolatori si slanciarono sui marinai , li disarmarono e li fecero scendere nelle due baleniere , calandovi il capitano che ancora dormiva e l' ingegnere . Buona fortuna ! grido` il quartier mastro . Se ti prendo ti faro` appiccare , rispose il tenente , mostrandogli il pugno . Come vi piacera` . E la cannoniera riprese la corsa , mentre le imbarcazioni si dirigevano verso la sponda del fiume . XII . A bordo della Cornwall . L' impresa piu` difficile era riuscita . Ora si trattava di inseguire a tutto vapore la fregata che aveva un vantaggio di quasi quindici ore , raggiungerla o alla foce del fiume od in mare e mettere in opera il secondo piano , non meno arduo , ne` meno pericoloso , ordito dal cacciatore di serpenti . Sbarazzato il ponte dei cadaveri , medicati i feriti , che fortunatamente non erano molti , Tremal Naik si porto` sulla lunetta con Hider , mentre un gabbiere si installava sulla crocetta dell' albero , armato d' un potente cannocchiale . Alla voce del nuovo comandante , Udaipur che aveva preso il comando della macchina , lascio` la camera e si slancio` sul ponte . Bisogna volare , Udaipur , disse Tremal Naik . I forni sono colmi di carbone , capitano . Abbiamo la massima pressione . Non basta . Bisogna raggiungere la Cornwall . Carica le valvole a cinque atmosfere , disse Hider . Corriamo il pericolo di saltare , quartier mastro . Non monta ; vattene . Il macchinista discese a precipizio nella camera della macchina . La cannoniera volava come un uccello . Torrenti di fumo nero misto a scorie , uscivano furiosamente dal camino troppo ristretto ; il vapore fischiava , sbuffava , ruggiva entro l' involucro di ferro e le ruote turbinavano con furia tale che la membratura scricchiolava da prua a poppa e che l' acqua rimbalzava , schiumeggiando , fino ai bordi . Getta il lok ! grido` Hider . Quindici nodi e cinque decimi , grido` , qualche minuto dopo , un marinaio . Corriamo come uno dei piu` rapidi cacciatori di mare , disse il quartier mastro . Raggiungeremo la fregata ? chiese Tremal Naik . Lo spero . Sul fiume ? Sul mare . Non vi sono che centoventicinque chilometri fra Calcutta e il golfo . Quanto fila la fregata ? Sei nodi all' ora e con mare calmo . E` troppo vecchia e troppo impoppata . Ma non vorrei che giungesse a Raimangal . Nel qual caso , cosa faresti ? ... L' assalirei a colpi di sperone . Sei uomo risoluto , Tremal Naik disse il quartier mastro , sorridendo . Bisogna che sia risoluto . Mi occorre la testa del capitano . Ma tu corri un gran pericolo ! Lo so , Hider . Il capitano potrebbe scoprirti . Lo uccidero` prima . E se tu fallisci il colpo ? Non lo falliro` , disse Tremal Naik con incrollabile fermezza . Quell' uomo e` forte . Ed io saro` piu` forte di lui . Qui , nel cuore , sta scolpito un nome ; quello di Ada ! ... Questo nome mi fa bollire il sangue : questo nome distrugge ogni timore : questo nome mi fa diventare una tigre ed un gigante . Colle mie braccia mi sentirei capace di afferrare la Cornwall e di stritolarla col capitano che la comanda e gli uomini che la montano . Ami sempre la vergine della pagoda , adunque ? L' amo e tanto , che se ella mi venisse a mancare , mi ucciderei . Ti compiango , disse Hider con voce lievemente commossa . Tremal Naik lo guardo` con ansieta` . Mi compiangi ? mormoro` . Perche` ? ... Non lo saprei dire . Sai forse qualche cosa tu ? Non so nulla , disse il thug , nella cui voce c' era una vibrazione triste . Mi sono ingannato ? Si` , amico . Hider guardo` fisso fisso Tremal Naik che era diventato meditabondo emise un profondo sospiro , e lascio` la lunetta per recarsi a prua . La cannoniera continuava a divorare la distanza , fendendo le acque del fiume colla irresistibile potenza di un cetaceo . Le due rive fuggivano con crescente rapidita` , mostrando confusamente boschi , paludi sconfinate coperte di canne e di erbe ingiallite , risaie melmose , brutti villaggi affogati entro putride acque o soffocati fra liane e palmizi dalle cupe volte , sotto le quali e` fatale il soggiorno , per quanto sia breve , all' europeo non acclimatizzato . Alle quattro , la cannoniera passava dinanzi a Diamond Harbour , porticino situato presso la foce dell' Hugly , e dove i piroscafi ricevono gli ultimi dispacci . Non c' era che una casetta bianca circondata da sei cocchi . Dinanzi ergevasi l' albero dei segnali , sulla cui cima sventolava la bandiera inglese . Subito le rive del fiume si allargarono considerevolmente e cominciarono ad abbassarsi , quasi al livello dell' acqua . In lontananza si disegno` la grande isola di Sangor , che segna il confine fra le acque del fiume e quelle del mare . Il mare ! grido` il marinaio installato sulla crocetta della maestra . Tremal Naik , bruscamente strappato dalle sue meditazioni da quel grido , si slancio` a prua , mentre i marinai s' arrampicavano sulle sartie e sulle griselle . Tutti gli sguardi si volsero verso le Sandheads teste di sabbia immensi banchi pericolosissimi proiettati dal Gange nel golfo del Bengala . Nessun vascello appariva sulla linea dell' orizzonte , ne` al di qua , ne` al di la` dell' isola Sangor ; nessun lume brillava nella semi oscurita` . Un grido di rabbia irruppe dalle labbra di Tremal Naik . Gabbiere ! grido` all' indiano che si trovava sulla crocetta dell' albero , col cannocchiale puntato . Capitano ! Si scorge ? Non ancora . Udaipur , carica le valvole . Abbiamo la massima pressione , osservo` il macchinista . A sei atmosfere ! grido` Hider , che si mordeva la barba . Quattro uomini di rinforzo nella macchina . Saltiamo in aria , brontolo` Udaipur . Quattro indiani discesero nella camera della macchina . I fornelli furono riempiti di carbone . La cannoniera non correva piu` ; saltava sulle onde azzurre del golfo , fischiando e tremando . Un calore torrido saliva dalla stiva e un fumo nerissimo usciva furiosamente dal tubo . Dritto all' isola Raimatla ! grido` Hider , al timoniere . La distanza che li separava dall' isola spariva rapidamente . Tutti gli indiani si erano issati sulle imbarcazioni sospese alle grue od alle sartie od alle griselle dell' albero e scrutavano l' orizzonte . Un silenzio profondo regnava sul ponte , rotto solamente dalle febbrili pulsazioni della macchina e dai sibili del vapore che usciva dalle valvole . Nave a prua ! grido` ad un tratto il gabbiere . Tremal Naik provo` una scossa come fosse stato toccato da una pila elettrica . La vedi ? tuono` egli . Si` , rispose il gabbiere . Dove ? ... Al sud . Ed e` ? ... Il gabbiere non rispose . S' era alzato in piedi sulla crocetta , per abbracciare maggior orizzonte e guardava fisso fisso col cannocchiale . Nave a vapore ! grido` poi . La fregata ! ... La fregata ! ... urlarono gl' indiani . Silenzio ! tuono` il quartier mastro . Ehi , gabbiere , dove va quella nave ? All' est , radendo l' isola Raimatla . Guarda la prua . La vedo . Come e` ? Ad angolo retto . Il quartier mastro si slancio` verso Tremal Naik che stava sulla lunetta . E` la fregata , gli disse . Non v' e` in India che la Cornwall che abbia lo sperone ad angolo retto . Tremal Naik in preda ad un' indicibile emozione , emise un grido di trionfo . Dove va ? chiese egli con voce stridula . Osserva bene . Sempre all' est . Gira l' isola , al di fuori , temendo forse di non trovare acqua bastante nel canale . Sei certo ? Certissimo . Sicche` la incontreremo ? ... Al di la` dell' isola , se ci inoltriamo nel canale . Governate in modo da incontrarla . Ma ... disse Hider . Silenzio , comando io . Tremal Naik lascio` la lunetta e discese nel quadro di poppa ; Hider si colloco` invece alla ruota del timone . La cannoniera , che camminava tre volte di piu` della fregata , non impiego` molto a girare l' isola . Alle dieci del mattino usciva dal canale formato da Raimatla e le terre vicine , celandosi dietro l' estrema punta di un isolotto deserto , che sorge di fronte a Jamera . Hider con un solo sguardo si assicuro` che la nave nemica era ancora lontana . Tremal Naik ! grido` . Il cacciatore di serpenti apparve sul ponte , ma non era piu` lo stesso uomo di prima . La tinta bronzina della sua pelle era diventata olivastra quanto quella di un malese ; gli occhi apparivano assai ingranditi , mediante segni biancastri ben tracciati ; i denti , poco prima bianchi come l' avorio , erano diventati neri come quelli del piu` arrabbiato masticatore di betel . Cosi` sfigurato , con un cappellaccio di fibre di rotang sul capo , una cotonina rossa ai fianchi , due lunghi kriss pugnali serpeggianti a punta avvelenata sospesi alla cintura , era affatto irriconoscibile . Mi riconosci ? chiese al quartier mastro che lo guardava con ammirazione . Ti riconosco perche` a bordo non ho visto malesi . Credi che il capitano mi riconoscera` ? No , non e` possibile . Dimmi ora , come si chiamano i due affiliati imbarcati sulla Cornwall . Palavan e Bindur . Terro` in mente questi nomi . Fa' mettere in mare un' imbarcazione . Ad un cenno del quartier mastro la yole fu calata . Cosa vuoi fare ? chiese dipoi . Aspettare qui la fregata e poi salire a bordo . Ed io ? Tu andrai a nasconderti nel canale di Raimangal . Alla prima detonazione che odi , uscirai in mare e mi raccoglierai . Afferro` una corda e discese nella yole la quale rullava vivamente sotto le ondate . La cannoniera emise un fischio sonoro e s' allontano` rapidamente . Un' ora dopo non era piu` che un punto nero sull' orizzonte , appena visibile . Quasi nel medesimo istante , al sud , appariva un altro punto , sormontato da un pennacchio di fumo . Tremal Naik lo guardo` . La fregata ! esclamo` . Ada , dammi la forza di compiere la mia ultima impresa . Poi sarai mia sposa ... e saremo finalmente felici ! ... Afferro` i remi e si mise ad arrancare furiosamente , allontanandosi dall' isola le cui coste cominciavano a confondersi coll' azzurro del cielo . La fregata si avanzava forzando la macchina e ingrandiva a vista d' occhio . Tremal Naik continuava a remare cercando di tagliare la via . A mezzodi` cinquecento passi appena dividevano la yole dalla Cornwall . Era il momento aspettato dal cacciatore di serpenti . Attese che un' onda inclinasse la yole , poi si getto` violentemente a babordo e la rovescio` , aggrappandosi alla chiglia . Aiuto ! ... aiuto ! ... grido` con voce tonante . Alcuni marinai si slanciarono sulla prua della fregata , poi una imbarcazione montata da quattro uomini fu calata in mare e si diresse verso il naufrago . Aiuto ! ... ripete` Tremal Naik . L' imbarcazione volava sulle acque nel mentre che la fregata rallentava la sua corsa . In cinque minuti fu presso la yole . Il naufrago afferro` le mani che un marinaio gli tendeva e sali` a bordo borbottando : Grazie , ragazzi ! I marinai ripigliavano i remi e ritornarono alla Cornwall . Una scala fu gettata ed il falso malese grondante d' acqua , cogli occhi abilmente stravolti , fu condotto in presenza dell' ufficiale di quarto . Chi sei ? gli domando` questi . Paranga di Singapura , rispose Tremal Naik , guardandosi attorno con curiosita` . Appartenevi a qualche nave ? Si` , all' Hannati di Bombay , calata a picco quattro giorni or sono , a cento miglia dalla costa . A mare tranquillo ? Si` s' era aperta una falla sotto poppa . E l' equipaggio ? Si e` annegato . Le imbarcazioni erano avariate e appena calate in acqua andarono a picco . Hai fame ? Sono dodici ore che ho mangiato il mio ultimo biscotto . Ola` , mastro Brown , conducete questo povero diavolo in cucina . Il mastro , un vecchio lupo di mare con una barba grigia , cavo` di bocca il suo mozzicone di sigaro mettendoselo delicatamente nel berretto , e , preso per mano il falso malese lo condusse sotto prua . Una pentola ripiena di fumante zuppa fu messa dinanzi a Tremal Naik , il quale l' assali` vigorosamente . Hai un buon appetito , giovanotto , disse il mastro , studiandosi di sorridere . Ho lo stomaco vuoto . A proposito , come si chiama questo vascello ? La Cornwall . Tremal Naik , guardo` con sorpresa il lupo di mare . La Cornwall ! esclamo` . Ti spiace il nome forse ? Tutt' altro . E allora ! Mi ricordo che su di una fregata che portava un nome simile , si erano imbarcati due indiani miei amici . To' ! che combinazione ! E si chiamano ? L' uno Palavan , e l' altro Bindur . Questi due indiani sono qui , giovanotto . Qui a bordo ? Si` , a bordo . Bisogna che li veda . Oh ! Quale fortuna ! Te li mando subito . Il mastro risali` la scala e poco dopo due indiani si presentavano a Tremal Naik . L' uno era lungo , magro , dotato d' una agilita` da scimmia ; l' altro di mezzana statura , membruto , piu` somigliante ad un malese che ad un indiano . Tremal Naik si guardo` d' attorno per vedere se erano soli , poi tese la mano dritta mostrando a loro l' anello . I due indiani caddero ai suoi piedi . Chi sei ? chiesero con voce soffocata . Un inviato di Suyodhana , il figlio delle sacre acque del Gange rispose Tremal Naik , sottovoce . Parla , comanda , la nostra vita e` nelle tue mani . Corriamo pericolo di essere uditi ? Tutti sono sul ponte , disse Palavan . Dov' e` il capitano Macpherson ? Nella cabina ; dorme ancora . Sapete dove va la fregata ? Tutti lo ignorano . Il capitano Macpherson ha detto che lo dira` quando saremo giunti a destinazione . Dunque anche gli ufficiali non sanno nulla ? Assolutamente nulla . Quindi uccidendo il capitano si spegnera` con lui il segreto . Senza dubbio , ma noi temiamo che la fregata si rechi a Raimangal ad assalire i fratelli . Non vi siete ingannati , ma la fregata non sbarchera` i suoi uomini . Ma come ? ... Perche` ? ... La faremo saltare in aria prima che arrivi all' isola . Quando tu lo vorrai , daremo fuoco alle polveri . Quando giungeremo a Raimangal , secondo i vostri calcoli ? Verso la mezzanotte . Quanti uomini ci sono a bordo ? Un centinaio . Sta bene . Alle undici uccidero` il capitano , poi faremo saltare il vascello . Una parola ancora . Parla . Bisogna che il capitano , alle undici , dorma profondamente . Versero` un narcotico nella sua bottiglia di vino , disse Palavan . Si potra` giungere alla sua cabina senz' essere veduti ? La cabina comunica colla batteria . Questa sera la porta sara` aperta . Basta cosi` . Alle undici verrete a prendermi qui . Tremal Naik si rimise a mangiare . Divoro` di poi un beefsteak capace di nutrire tre persone , vuoto` una dietro l' altra , parecchie tazze di eccellente gin , si fece dare una pipa , poi si arrampico` su di un' amaca e vi si sdraio` mormorando : Salire sul ponte non e` prudente . Il capitano potrebbe riconoscermi . Cerco` di addormentarsi , ma lo stato del suo animo era troppo agitato . Mille e mille pensieri si cozzavano tumultuosamente nel suo cervello . Pensava alle vicende passate , pensava alla sua adorata Ada , ed al momento in cui finalmente , dopo tante sofferenze , dopo tanti pericoli , la rivedrebbe e la farebbe sua sposa , e all' ultimo colpo che stava per giuocare . Cosa strana , incomprensibile per lui ; ogni qualvolta pensava all' assassinio che stava per commettere , si sentiva invadere da un sentimento per lui nuovo . Si avrebbe detto che quel delitto gli faceva orrore . Le ore scorsero cosi` , lente , lente . Nessuno era disceso nella cabina , ne` egli ardiva mostrarsi sul ponte . Persino i due affiliati non si erano piu` fatti vedere . Tremal Naik cominciava a provare qualche timore e si domandava se era toccata , ai due thugs , quella disgrazia . Alle otto il sole scese all' orizzonte e la notte calo` rapidamente sulle azzurre onde del golfo di Bengala . Tremal Naik , in preda alla piu` viva ansieta` , sali` la scala e sporse la testa sul ponte . Soldati e marinai erano in coperta , alcuni affollati a prua cogli occhi fissi fissi all' oriente ed altri arrampicati sulle griselle , sulle coffe , sulle crocette e sui pennoni . A poppa scorse degli uomini che stavano armando alcune imbarcazioni . Guardo` sulla lunetta . Quattro ufficiali passeggiavano fumando e chiacchierando con vivacita` . Il capitano Macpherson non c' era . Ritorno` nell' amaca ed aspetto` . La suoneria di bordo batte` le nove , poi le dieci e quindi le undici . L' ultimo tocco non era ancora cessato , che due ombre scendevano silenziosamente la scala . Presto , disse una voce imperiosa . Non abbiamo un minuto da perdere . Abbiamo Raimangal in vista . Tremal Naik riconobbe i due affiliati . Il capitano ? domando` con un filo di voce . Dorme , rispose Bindur . Ha bevuto il narcotico . Andiamo . Nel pronunciare questa parola la voce di Tremal Naik tremava . Provo` un brivido tanto forte , che lo scombussolo` . Palavan apri` una porticina ed entrarono nella batteria , arrestandosi dinanzi ad una seconda porta che mettevano nel quadro di poppa . Siete risoluti ? chiese Tremal Naik . Abbiamo messo la nostra vita nelle mani della dea Kali` . Avete paura ? Non sappiamo che cosa sia la paura . Uditemi . I due thugs s' avvicinarono a lui cogli occhi fiammeggianti . Io vado a uccidere il capitano , diss' egli con voce triste . Tu , Bindur , scenderai nella Santa Barbara e accenderai un bel fuoco . Ed io ? chiese Palavan . Voglio fare qualche cosa anch' io . Tu ti fornirai di tre salva gente , poi verrai da me . Andate e che la vostra dea vi protegga . Tremal Naik afferro` una scure , varco` la soglia e penetro` nella cabina illuminata da una lanterna di talco . Prima cosa che vide fu uno specchio che riflesse la sua immagine . Nel mirarsi ebbe paura . La sua faccia era orribilmente stravolta , irrigata da grosse goccie di sudore e gli occhi fiammeggianti come le lame di due pugnali . Abbasso` lo sguardo su di un letto coperto da una fitta zanzariera . Un leggiero sospiro giunse fino a lui . E` strano , mormoro` . Non ho mai provato nulla di simile . Fece tre passi e con mano tremante sollevo` il velo . Il capitano Macpherson era sdraiato sul letto e sorrideva . Senza dubbio quell' uomo sognava . I thugs , lo vogliono , mormoro` l' indiano . Alzo` sull' addormentato la scure , ma la riabbasso` subito come se le forze gli fossero improvvisamente mancate . Si passo` una mano sulla fronte e la ritrasse bagnata . Si guardo` attorno con profondo terrore . Cos' e` ? si chiese , sorprese , stupito . Avrei io paura ? ... Chi e` quest' uomo ? ... Cos' e` questa terribile emozione che mi scuote ? ... Torno` ad alzare la scure e per la seconda volta la abbasso` . Non gli era mai accaduto una cosa simile . Gli parve che una voce interna gli mormorasse che quell' uomo era per lui sacro , che quel sangue che stava per versare non era sangue straniero . Ada ! Ada ! esclamo` quasi con rabbia . Ad un tratto impallidi` indietreggiando vivamente . Il capitano s' era alzato a sedere e lo guardava con due occhi sbarrati . Ada ! ... esclamo` Macpherson con viva emozione . Chi pronuncia il nome di mia figlia ! ... Tremal Naik , pietrificato , spaventato , era rimasto immobile . Ada ! ripete` il capitano . Il nome di mia figlia ! ... Poi s' accorse della presenza dell' indiano . Cosa fai tu qui , nella mia cabina ? chiese . Un lampo attraverso` il cervello di Tremal Naik ; un terribile sospetto gli era entrato nel cuore . Ma chi siete voi ? chiese con voce strozzata . Di quale Ada intendete parlare ? Della mia forse ? Della tua ! ... esclamo` il capitano stupito . Parlo di mia figlia ! ... Dov' e` ? Dov' e` ? ... Nelle mani dei thugs ! ... Possente Brahma ! ... Se fosse vero ! ... Una parola , capitano , un nome , vi prego ! ... Come si chiamava vostra figlia ? Ada Corishant . Tremal Naik si nascose il volto fra le mani emettendo un grido d' orrore . La mia fidanzata ! ... Ed io stavo per ucciderle il padre ! ... Ah ! ... l' orribile trama ! ... Poi cadendo ai piedi del letto esclamo` : Perdono ! ... perdono ! ... Il capitano , stupito , guardava Tremal Naik chiedendosi se sognava o se era desto . Ma spiegati infine ! ... esclamo` . Tremal Naik , colla voce rotta dai singhiozzi , in poche parole gli svelo` la trama infernale di Suyodhana . E tu sai dov' e` mia figlia ? chiese il capitano che era gia` balzato in piedi , pallido per l' emozione . Si` , ed io vi condurro` dove si trova , disse Tremal Naik . Ritornamela e ti giuro che se ella ti ama sara` tua . Ah ! grazie , capitano ! La mia vita e` vostra . Non perdiamo tempo ; corriamo a Raimangal . Io stavo appunto per recarmi ad assalire i thugs nel loro covo . Un istante : ho due complici a bordo e forse stanno per far saltare la nave . Li appiccheremo . Uscirono correndo e salirono sul ponte . Quattro uomini nella Santa Barbara e si arrestino i traditori che stanno per far fuoco alle polveri . Invece di quattro , venti uomini si precipitarono nei depositi delle munizioni . Poco dopo s' udirono due tonfi seguiti da alcuni spari . Si sono gettati in mare , disse un ufficiale lanciandosi sul ponte . Che si anneghino , disse il capitano . Sono sicure le polveri ? Ai traditori e` mancato il tempo di spezzare i barili . Iddio ci protegge ! ... A tutto vapore al Mangal ! ... XIII . La vittoria di Tremal Naik . La Cornwall , sfuggita miracolosamente allo scoppio dei depositi di polvere , filava a tutto vapore verso le Sunderbunds . Tremal Naik aveva ormai narrato ogni cosa , ed il capitano Corishant voleva piombare addosso alla cannoniera d' Hider , prima che l' equipaggio potesse accorgersi dell' attacco e dare avviso al formidabile Suyodhana del colpo mancato e del tradimento . I marinai ed i soldati di fanteria marina erano sotto le armi , per essere pronti al primo segnale , mentre gli artiglieri si erano collocati dietro a sei pezzi di cannone , decisi a calare a picco la Devonshire piuttosto che lasciarla fuggire . Il capitano , in preda ad un' ansieta` indicibile , ritto sul castello di prua con un forte cannocchiale da notte , scrutava avidamente le tenebre e segnava la rotta ai timonieri , per evitare i numerosi bassifondi . Tremal Naik , al suo fianco , aguzzava i suoi sguardi d' aquila per cercare di scoprire l' imboccatura del Mangal . Presto ! ... presto ! ripeteva egli . Se i thugs s' accorgono dell' attacco , la mia Ada e` perduta ! ... Ora che so dove si trova e che tu mi guidi , non ho piu` alcun timore mio bravo indiano , rispondeva il capitano . Ah ! ... finalmente potro` vederla dopo tanti anni ! ... Quale gioia ! ... Il destino crudele mi doveva questa rivincita . E dire che io stavo per uccidervi e che la vostra testa doveva essere il regalo di nozze ! ... Possente Siva ! ... Quale tremenda trama ! ... Ed eri proprio risoluto a uccidermi ? Si` , capitano , poiche` solo con quel delitto avrei potuto ottenere colei che cosi` immensamente amo . Se quel narcotico fosse stato piu` potente ... Quale narcotico ? chiese Corishant , stupito . Quello che Bindur e Palavan versarono nella vostra limonata . Ma quando ? ... Ieri sera . Ma io non l' ho bevuta ! ... Ah ! ... Cosa avete ? Mi ricordo d' aver assaggiata la limonata , ma trovandola troppo amara la versai a terra . Dio mi aveva ispirato di non berla . E fu la vostra salvezza , capitano . Se voi non vi foste svegliato , io non avrei esitato a uccidervi e forse ... Il Mangal ! ... grido` in quell' istante l' ufficiale di quarto . Dov' e ? chiese il capitano . Dinanzi a voi , signore . Siete certi di non ingannarvi ? No , signore : guardate laggiu` quei due fanali che brillano . L' ufficiale non si era ingannato . Dinanzi alla Cornwall , a mezzo chilometro di distanza , si vedevano due punti luminosi , uno rosso ed uno verde , scintillare fra le tenebre . La Devonshire ! ... esclamo` Tremal Naik . Macchina indietro ! ... comando` il capitano . La Cornwall , trasportata dal proprio slancio , prosegui` la corsa per cinquanta o sessanta metri , poi rimase immobile . Tre scialuppe in mare e quaranta uomini armati s' imbarchino con tre spingarde , disse poi il capitano . Quindi rivolgendosi verso Tremal Naik , continuo` : Ora tocca a te se vuoi la mano di mia figlia . Ordinate , la mia vita e` vostra , rispose l' indiano . E` necessario che tu faccia prigioniero l' equipaggio della cannoniera . Lo faro` . Ma bisogna che nessuno fugga . Nessuno fuggira` . E che si evitino colpi di fucile per non allarmare le sentinelle dei thugs . Non spareremo un colpo di fucile . Hider mi aspetta : lo sorprendero` a tradimento . Ebbene va' , mio valoroso . Le tre scialuppe erano pronte e gli uomini a posto . Tremal Naik discese nella maggiore e diede il comando di prendere il largo nel piu` profondo silenzio . Il capitano era rimasto a bordo , appoggiato al parapetto di prua , in preda a mille inquietudini . Per qualche istante pote` discernere le tre scialuppe che s' allontanavano senza far rumore , poi le perdette di vista . Passarono alcuni minuti d' angosciosa aspettativa , poi s' udirono delle grida , dei fragori , quindi tutto torno` silenzio . Scorgete nulla ? chiese il capitano con voce rotta , agli ufficiali che gli stavano intorno . Si` ! ... grido` uno . I fanali virano di bordo ! ... La cannoniera ci viene incontro ! gridarono gli altri . Un hurra` , echeggio` al largo : era il grido di vittoria . Corishant emise un profondo sospiro . Iddio ci protegge , mormoro` . Ah ! mia povera Ada , finalmente potro` vederti e abbracciarti ! ... Poco dopo la Devonshire veniva ad ormeggiarsi presso la fregata e Tremal Naik saliva a bordo , dicendo al capitano : E` fatto : Hider e tutti i suoi sono prigionieri . Grazie , mio valoroso , disse Corishant , stringendogli vigorosamente la destra . Sono stati sorpresi ? Si` , capitano . Mi aspettavano colla vostra testa e si lasciarono accostare senza diffidenza . Quando s' accorsero dello stratagemma da me usato , erano ormai tutti circondati e deposero le armi senza resistenza . Andiamo a Raimangal . Ma la fregata non potra` salire il Mangal . Lo saliremo colla cannoniera . Altri venti uomini risoluti con me . Abbandonarono la fregata e s' imbarcarono sulla Devonshire , la quale riprese la corsa a tutto vapore , inoltrandosi nel Mangal . Tremal Naik aveva assunto il comando e la faceva volare sulle acque fangose del fiume . Ben presto la sua rapidita` si accrebbe spaventevolmente . Tonnellate di carbone scomparivano dentro i forni scaldati a bianco , il vapore usciva dalle valvole emettendo acuti fischi ; un tremito formidabile scuoteva il battello dalla chiglia alla cima degli alberi , dall' asta di prua a quella di poppa . Ben presto il manometro segno` sei atmosfere e mezzo ! Ma Tremal Naik ed il capitano , assaliti da un' impazienza furiosa , da una specie di delirio , non erano ancora contenti . La loro voce risuonava ad ogni istante , stimolando i macchinisti ed i fuochisti che arrostivano dinanzi ai forni . Tre ore erano gia` trascorse , tre ore lunghe come tre secoli per l' indiano che anelava di rivedere quella donna che le era costata tanti sacrifici e tante emozioni . Il canale andava a poco a poco restringendosi ed ingombrandosi di isole e di isolette fangose , in mezzo alle quali slanciavasi la cannoniera sfondando masse compatte di putridi vegetali . Tutto indicava che il viaggio stava per terminare . D' un tratto sulla cima dell' albero s' udi` un grido : Il banian ! Al nord era apparso il gigantesco albero , coi suoi trecento tronchi . Tremal Naik si senti` scuotere da capo a piedi da una violenta commozione . Ada ! ... esclamo` egli . Eccomi alla fine delle mie pene ! Si getto` d' un balzo giu` dalla lunetta e corse a prua . La riva era deserta . Solamente dei marabu` stavano appollaiati sui rami del banian , crocidando lugubremente . La vista di quei funebri uccelli gli fe` correre un brivido per le ossa . Macchina indietro ! grido` . La battuta delle tambure cesso` . La cannoniera , trasportata dal proprio slancio , ando` a cozzare colla prua la costa dell' isola , incagliandovisi profondamente . Il capitano si avvicino` a Tremal Naik , che si era arrestato , stringendo con mano convulsa la murata . Nessuno ? , chiese . Nessuno , rispose Tremal Naik . Allora li sorprenderemo nel loro covo . Lo spero . Conosci l' entrata ? Si` capitano . Sara` accessibile ? Lo credo . A terra adunque ! ... Una parola : lasciate che entri prima io . Mi si conosce e vi apriro` il passo . Quando udirete un fischio , avanzatevi liberamente . Cio` detto si mise a correre , come un delirante , verso l' albero , vi si arrampico` , raggiunse il tronco e si lascio` cader giu` . Ai piedi della scala brillava una torcia , e accanto ad essa vegliava un thug , con una carabina in mano . Avanti , diss' egli . Cosa succede nei sotterranei ? chiese Tremal Naik . Nulla . La mia Ada ? Aspetta nella pagoda il suo regalo di nozze . S' avvicino` ad un enorme tamburo sospeso alla volta , e batte` tre colpi . In lontananza s' udirono tre colpi eguali . Sei atteso , disse il thug , porgendogli la torcia . Allora muori ! ... Tremal Naik , pronto come il lampo , erasi gettato addosso al thug col pugnale in mano . Afferrarlo strettamente per la gola e cacciargli l' arma nel petto fu cosa d' un solo istante . Lo strangolatore cadde senza emettere un grido . Tremal Naik spinse da un lato il cadavere , poi emise un fischio . Il capitano ed i suoi uomini , che erano gia` entrati , lo raggiunsero . La via e` libera , disse l' indiano . E mia figlia ? chiese Corishant , con voce soffocata . Ci attende nella grande caverna . Avanti ! ... Armate i fucili ! ... No , lasciate che io vi preceda . Li sorprenderemo piu` facilmente . Va' , noi ti seguiremo a breve distanza . Tremal Naik si mise in cammino procedendo rapidamente . Mille angoscie lo agitavano in quel supremo istante . Gli pareva che un tremendo pericolo lo minacciasse , ora che stava per raggiungere la felicita` suprema . La sua corsa , attraverso a quelle lunghe fughe di corridoi , duro` dieci minuti . Dodici colpi sonori rimbombavano in quegli spaventevoli sotterranei , quando giunse alla pagoda , in mezzo alla quale giganteggiava la sinistra figura di Kali` , la mostruosa divinita` dei thugs indiani . Uno spettacolo strano , mai piu` visto , si presento` tosto dinanzi ai suoi occhi . Sotto le volte splendevano ricche e bizzarre lampade , le quali versavano torrenti di luce azzurrognola , livida . Dalle pareti pendevano migliaia e migliaia di lacci e migliaia e migliaia di pugnali . Dinanzi ad una vaschetta di marmo bianco , colma d' acqua , nella quale guizzava il pesciolino sacro delle acque del Gange , su di un cuscino di seta cremisi sedeva Suyodhana , avvolto in un grande dubgah di seta gialla , e attorno a lui , ritti e immobili come statue , stavano cento thugs , alcuni dalla pelle nera come gli africani , altri olivastra come i malesi ed altri ancora bronzina , rossiccia o gialla , quasi nudi , unti d' olio di cocco e col petto tatuato . Tremal Naik , anelante , stupefatto , s' era arrestato in mezzo alla pagoda , saettato da quei cento sguardi acuti come punte di spillo . Sii il benvenuto , disse Suyodhana con uno strano sorriso . Torni vinto o vincitore ? Dov' e` la mia Ada ? chiese Tremal Naik con angoscia . Un sordo mormori`o percorse il cerchio dei thugs . Sii paziente , disse il capo dei settari . Dov' e` la testa del capitano ? Hider mi segue , e fra qualche minuto te la presentero` . L' hai dunque ucciso ? Si` . Fratelli , il nostro nemico e` morto ! urlo` Suyodhana . S' alzo` , anzi scatto` su come una tigre . Sulla sua faccia passo` come un fremito e rimase li` , immobile a guardare Tremal Naik . Odimi , disse , dopo qualche minuto . Vedi tu quella donna di bronzo che sta di faccia a noi ? La vedo , rispose Tremal Naik . Ma quella donna non e` la mia . Lo so , ma quella donna e` possente , piu` possente di Brahma , di Visnu` , di Siva e di tutte le divinita` adorate dagli indu` . Vive nel regno delle tenebre , parla a noi a mezzo di quel pesce che tu vedi nuotare in quella vaschetta , e` giusta e terribile . Disprezza gli incensi e le preci , non vuole che vittime . Quella donna rappresenta la liberta` indiana e la distruzione dei nostri oppressori dalla pelle bianca . Suyodhana si arresto` per vedere quale effetto producevano quelle parole su Tremal Naik , ma questi rimase freddo , insensibile all' entusiasmo del settario . Egli non pensava che alla sua Ada , che per lui era la sua dea , la sua patria , la sua vita . Tremal Naik , ripiglio` Suyodhana . Tu sei uno di quegli uomini che nell' India sono rari , tu sei forte , tu sei audace , tu sei terribile , tu sei un indiano , che come noi langue sotto il giogo degli stranieri dalla pelle bianca . Abbracceresti la nostra religione ? Io ! esclamo` Tremal Naik . Io thug ! Ti fanno orrore i thugs ? Forse perche` strangolano ? Gli europei ci schiacciarono col ferro dei loro cannoni , noi li schiacciamo col laccio , l' arma della nostra possente dea . E la mia Ada ? ... Rimarra` fra noi , come rimane Kammamuri che ormai e` diventato un thug . Ma sara` mia sposa ? Giammai ! Ella appartiene alla nostra dea . E Tremal Naik non ha altra dea che Ada Corishant ! Per la seconda volta un sordo mormorio percorse il circolo dei thugs . Tremal Naik si guardo` attorno con furore . Suyodhana ! esclamo` . Sarei io forse tradito ? ... Mi si negherebbe ora quella donna dopo tutto quello che feci per la vostra dea ? ... Saresti tu uno spergiuro ? Quella donna ti appartiene , disse Suyodhana con un tono di voce che metteva i brividi . Un indiano batte` dodici colpi su di un tam tam . Nella pagoda regno` per alcuni istanti un profondo silenzio , un silenzio di morte . Si avrebbe detto che quei cento uomini non respiravano piu` . D' un tratto una porta s' apri` e si slancio` fuori Ada , coperta di candidi veli , col petto racchiuso da una corazza d' oro dalla quale scaturivano acciecanti bagliori . Due grida rimbombavano nella pagoda : Ada ! ... Tremal Naik . E l' indiano e la giovanetta si slanciarono l' una nelle braccia dell' altro . Quasi subito si udi` una voce tuonante a gridare : Fuoco ! ... Una scarica tremenda rimbombo` nel sotterraneo scuotendo tutti gli echi delle gallerie , poi sessanta uomini , irrompendo dal tenebroso corridoio , si slanciarono nella pagoda a baionetta calata . I thugs , stupefatti , atterriti , si rovesciarono confusamente attraverso alle gallerie , lasciando sul terreno una ventina di loro . Suyodhama , con un balzo di tigre si era lanciato in uno stretto passaggio , chiudendo dietro di se` una pesante porta di legno di tek . Il capitano si era precipitato verso Ada , gridando : Figlia mia ! ... finalmente di rivedo ! ... Mio padre ! ... aveva gridato la giovanetta , ed era svenuta fra le braccia di lui . In ritirata ! ... tuono` Tremal Naik . I soldati si ripiegarono verso la pagoda , per tema di smarrirsi sotto le tenebrose gallerie . Partiamo ! disse il capitano . Vieni , mio valoroso Tremal Naik la mia Ada e` tua sposa ! ... Tu l' hai ben meritata . E si misero a ritirarsi , ma prima che uscissero dall' immenso sotterraneo , si era udita la voce del terribile Suyodhana a gridare con accento minaccioso : Andate ! ... Ci rivedremo nella jungla . I IL CAPODOLIO La notte del 24 agosto 1864 , una nave correva bordate , a tutte vele sciolte , a centotrenta miglia a sud delle Aleutine , lunga catena di isole che si estende dinanzi al mare di Behring fra le coste dell' America e dell' Asia . Era un magnifico veliero di oltre quattrocentoventi tonnellate , attrezzato a barco , colla prua tagliata quasi ad angolo retto e munita di un solido sperone di acciaio , i fianchi piuttosto larghi e difesi da lamine di rame di notevole spessore . Alta era la sua alberatura , con uno sviluppo grandissimo di vele ; libera quasi del tutto la sua coperta , ma untuosa e sdrucciolevole , senza cassero e senza castello . Sulla poppa , in lettere dorate , spiccavano questi due nomi : Danebrog Aalborg . Sulla gran gabbia , aggrappati alle sartie e alle griselle , si vedevano due uomini un po' curvi innanzi , cogli occhi fissi sull' oscuro mare che muggiva sordamente frangendosi contro i fianchi del naviglio . Uno dimostrava quarant' anni . Era di statura bassa ma tarchiato , con larghe spalle e grosse e robustissime membra . Aveva la pelle un po' abbronzata , gli occhi di un azzurro profondo , il naso un po' rosso , forse per il soverchio abuso di bevande spiritose , e la barba e i capelli biondi . Aveva accostato agli occhi un cannocchiale e guardava attentamente l' immensa distesa d' acqua . L' altro era invece un giovanotto di venticinque o ventisei anni , di statura molto alta , biondo di capelli , cogli occhi pure azzurri , ma la pelle ancora bianca . Dai suoi lineamenti traspariva una energia straordinaria e un coraggio indomito . Ebbene , tenente Hostrup , disse ad un tratto il giovanotto si vede nulla ? Ho un bel guardare , fiociniere , ma non vedo proprio nulla rispose il compagno . Eppure ho udito distintamente un tonfo e ho visto con questi occhi una grossa ondata correre a quattrocento passi dal nostro legno . E tu credi che sia stata una balena ? Si` , tenente . Se fosse vero ! esclamo` l' ufficiale mordendosi i baffi . A quest' ora tutti i balenieri hanno dell' olio nel ventre del loro legno , mentre noi non ne abbiamo ancora una goccia . E siamo in pieno agosto ! Comprendi , Koninson , in pieno agosto ! Lo comprendo , signore , ma la colpa non e` nostra . Se quel brick del malanno non ci avesse , colla sua speronata , inchiodati per tre lunghi mesi nei cantieri della Nuova Arcangelo , a quest' ora avremmo gia` mezzo carico nella stiva . Che il diavolo si porti quel brick e tutta la ciurmaglia che lo monta ! Fortunatamente abbiamo del fegato , noi , e il nostro Danebrog e` un legno che non teme i ghiacci . Se sara` necessario andremo fino al polo . Il capitano ha questa intenzione ? Per Bacco ! Se non troviamo balene nel mare di Behring , egli ci trascinera` sotto il polo . Vuole vincere la scommessa a qualunque costo . C' e` una scommessa chiese il fiociniere . Si` , e molto grossa . E con chi , tenente ? Col capitano del Biscoe . Ah ! Quel dannato norvegese scommette contro i danesi ? Allora bisogna sfidare tutto , pur di vincere . E tutto sfideremo , Koninson . Io sono pronto a seguire il capitano anche al polo , purche` cola` vi siano delle balene , e vi giuro , signor Hostrup , che il mio rampone non fallira` una sola volta . Lo so che la tua e` un' arma terribile , che ha gia` ucciso parecchie dozzine di balene . Delle centinaia , signore ! disse Koninson con orgoglio . Sono duecento e piu` anni che viene adoperata nella mia famiglia . Corbezzoli ! La tua e` adunque una famiglia di fiocinieri ? Si` , tenente , e il rampone di cui oggi mi servo si trasmette di padre in figlio . E chi lo adopero` per primo ? Mio nonno Erico Koninson , il quale lo ebbe in dono dal re Cristiano V . Ah ! E` un' arma reale ? Si` , e ... Il fiociniere fu bruscamente interrotto da una voce che pareva scendesse dal cielo e che aveva gridato : Ohe` ! L' animale soffia ! Il tenente e Koninson alzarono il capo e videro sulla crocetta dell' albero di trinchetto un marinaio che stava guardando il mare . L' hai udito tu ? chiese il signor Hostrup . Si` , tenente ! rispose il marinaio . Da qual parte ? Il soffio veniva da sottovento . Il tenente punto` il cannocchiale e guardo` con profonda attenzione . Ebbene ? chiese Koninson , che non era capace di star fermo . Il marinaio non si e` ingannato . Laggiu` ho veduta una massa nerastra sorgere e poi tuffarsi . E` una balena ? Non lo so poiche` , come ben vedi , l' oscurita` e` profonda e il cetaceo e` apparso a un buon miglio di distanza . Balena o capodolio , noi lo prenderemo , tenente . Lo spero , Koninson . Andiamo ad avvertire il capitano Weimar . E prepariamo le baleniere . Ho il sangue che mi bolle nelle vene pensando che fra poco mi misurero` col mostro che soffia . Il tenente e il fiociniere si aggrapparono alle griselle e scesero rapidamente in coperta , dove dieci o dodici marinai stavano gia` preparando le baleniere per la caccia . Il capitano , tosto avvertito della presenza del cetaceo , non tardo` a comparire sulla tolda . Valdemaro Weimar , comandante e proprietario del legno , non aveva piu` di trentacinque anni . Era alto , vigoroso , biondo come il tenente Hostrup , con una fronte alta , lo sguardo vivo e nero e labbra sottili che denotavano una energia non comune . Nato in Danimarca , come tutti gli uomini del suo equipaggio , aveva affrontato il mare a soli dieci anni e ora godeva una grande fama , come marinaio e come pescatore di balene . Nulla lo spaventava ; ne` le piu` terribili tempeste , ne` le piu` ardite navigazioni nei poco conosciuti mari artici , ne` i ghiacci del polo . Sei volte , con un' audacia senza pari , mentre tutti i suoi colleghi fuggivano verso il sud dinanzi all' avanzata del gelo , aveva condotto la sua valorosa nave al di la` delle terre abitate , sfidando i ghiacci polari per inseguire le balene che vi si erano rifugiate , e due volte , sorpreso dagli immensi campi di ghiaccio , aveva svernato sulle deserte coste della Giorgia occidentale e senza perdere ne` un uomo ne` una imbarcazione . Quando il tenente Hostrup lo informo` della presenza di un cetaceo , gli occhi del bravo capitano scintillarono di gioia . Ah , e` cosi` ! esclamo` . Sta bene , domani mattina lo cacceremo . Dov' e` ? Laggiu` , un miglio sottovento ! disse il tenente . Non bisogna perderlo di vista . Due gabbieri sulle crocette e tu , mastro Widdeak , aggiunse , volgendosi ad un vecchio marinaio che stava al timone governa in modo di tenerti sempre a poca distanza dal cetaceo . E ora andiamo a vedere coi nostri occhi . Sali` sulla murata di tribordo aggrappandosi alle sartie del trinchetto e guardo` nella direzione indicata con un forte cannocchiale . Lo vedete , capitano ? chiese Hostrup che l' aveva raggiunto . Si` , tenente . Balena o capodolio ? Non e` facile dirlo , ma dalle sue mosse brusche , lo crederei piu` un capodolio che una balena . Lo cacceremo egualmente . Lo credo , tenente ; Koninson non teme simili mostri , quantunque siano , specialmente se soli , pericolosissimi . Mi ricordo che una volta uno , un solitario anche quello , ebbe l' audacia di gettarsi contro un brigantino . E lo colo` a picco ? Lo sfascio` di colpo , tenente . Ehi , Koninson , prepara due baleniere . Pronto , capitano ! rispose il fiociniere . Con un fischio chiamo` i diciotto marinai che formavano l' equipaggio del Danebrog , e si mise alacremente al lavoro . Dieci minuti dopo tutto era pronto per la pesca . Non mancava che di calare le baleniere in mare e di muovere contro il cetaceo che non pareva disposto ad abbandonare quelle acque . Il capitano Weimar e il suo tenente , sempre in piedi sulla murata seguivano attentamente collo sguardo l' enorme pesce che di quando in quando si tuffava o avventava dei formidabili colpi di coda sollevando delle grandi ondate . Il primo si mostrava impazientissimo e imprecava contro l' oscurita` ; il secondo invece , uomo flemmatico quanto mai , quantunque non meno intrepido marinaio del capitano , appariva tranquillissimo e taceva fumando con tutta flemma in una vecchia pipa che quasi mai abbandonava . Anche Koninson e l' equipaggio erano in preda ad una viva agitazione , e ingiuriavano il cetaceo che non si lasciava accostare dalla nave , quantunque questa filasse con una notevole velocita` avvicinandosi alle isole Aleutine , che ormai non dovevano essere molto lontane . Finalmente comincio` a far chiaro . Ad oriente apparve una luce biancastra che fece impallidire la luce degli astri e che getto` sui neri flutti delle tinte madreperlacee di bellissimo effetto . Il capitano attese ancora un po' , quindi torno` a puntare il cannocchiale verso il cetaceo che allora si trovava a due miglia dal Danebrog , ma quasi nel medesimo istante il gigantesco pesce , quasi indovinasse che qualcuno lo spiava , si tuffo` . Ah , brigante ! esclamo` Weimar . Ma non per questo mi sfuggirai . Ehi , mastro Widdeak governa dritto su quel briccone ! Il mastro non si fece ripetere il comando e lancio` il Danebrog verso il luogo ove il cetaceo si era inabissato ; ma passarono dieci , venti , trenta minuti , senza che apparisse a galla . Non e` una balena quella la` ! disse il capitano . Se lo fosse , a quest' ora sarebbe gia` tornata a galla . E` un capodolio , capitano disse il tenente . Non ci sono che questi cetacei che siano capaci di starsene quaranta , cinquanta e anche sessanta minuti senza respirare . Niente di meglio . Alla balena preferisco il capodolio che da` maggior profitto . Ma come mai si trova qui ? Guarda ! Guarda ! grido` in quell' istante Koninson . A cinquecento metri dal Danebrog si era visto alla superficie dei mare un largo tremolio , segno evidente che il cetaceo stava per risalire ; poi apparve un punto nero , indi una massa enorme che getto` in aria due nuvolette di vapore grigiastro . Koninson getto` un grido : Un capodolio ! Un capodolio ! Alle baleniere , ragazzi ! II LA CACCIA Il fiociniere non si era ingannato . Era un vero capodolio , pesce enorme , dalla testaccia spaventevole che eguaglia il terzo della lunghezza del corpo , il muso assai rigonfio , la bocca immensa armata di cinquantaquattro denti di forma conica e ricurvi all' indentro e il dorso coperto di gibbosita` piu` o meno grandi . Era lungo diciassette o diciotto metri , con una circonferenza di quattordici o quindici , enorme massa che prometteva almeno sessanta o settanta tonnellate di` eccellente olio , senza contare quel prezioso liquido conosciuto col nome di bianco di balena che portava nella testa . Il mostro pareva non essersi accorto della presenza del Danebrog , e dopo il primo soffio si era messo a nuotare lentamente , quasi interamente sommerso , mostrando di quando in quando l' estremita` dei muso e lanciando in aria , con sordo rumore , le nuvolette di vapore che diventavano pero` sempre meno fitte . Abbiamo da fare senza dubbio con un vecchio maschio disse il capitano . Peccato che sia solo disse Koninson che guardava il cetaceo con occhio fiammeggiante . Avrai un gran da fare egualmente , fiociniere . Tu sai che questi mostri sono sempre di cattivo umore e coraggiosi fino alla pazzia . Affrettiamoci prima che si allontani troppo . Ai vostri posti , giovanotti . In un baleno furono imbrogliate le vele e le due baleniere sospese alle gru furono calate in mare . Erano queste due svelte imbarcazioni , colla prua tagliente , le costole saldissime , a prova di coda . I remi , i ramponi , le lance e le lenze erano gia` state collocate a posto . Il tenente Hostrup , Koninson e quattro robusti rematori , presero posto nella prima ; mastro Widdeak , il secondo fiociniere Harwey , un bravo giovanotto allievo di Koninson e che aveva gia` ramponate non poche balene , presero posto nella seconda assieme ad altri quattro marinai . C' e` tutto ? chiese il capitano curvandosi sulla murata . Tutto risposero ad una voce il tenente e il mastro . Al largo adunque e che Dio vi guardi ! Le due baleniere a quel comando s' allontanarono fendendo le onde con grande rapidita` . Il tenente e il mastro , con un lungo remo le guidavano e accanto a loro con una coscia trattenuta nella scanalatura della poppa , stavano i due fiocinieri cogli occhi fissi sul cetaceo e i ramponi in mano , lance terribili , munite di una freccia lunga un buon metro , in forma di una V rovesciata , coi margini esterni taglientissimi e i margini interni grossi e dritti per impedire all' arma , una volta entrata nelle carni del cetaceo di uscirne . Ad ognuna di queste armi era gia` attaccata una lenza di 400 metri terminante in una tavoletta di sughero grossa assai e sulla quale si vedeva impresso , a ferro rovente , il nome del Danebrog e il porto da dove era salpato . Il capodolio , a quanto pareva , non aveva ancora scorto le due baleniere che gli si avvicinavano rapidamente e in silenzio , manovrando in modo da coglierlo in mezzo . Continuava tranquillamente a nuotare , tuffando ora la testa per pascersi , o sollevando la possente coda bilobata , un sol colpo della quale era piu` che sufficiente per gettare in aria o schiacciare gli arditi cacciatori che stavano per affrontarlo . Gia` le baleniere non erano che a tre gomene , quando il mostro si volto` bruscamente verso di esse guardandole coi suoi occhietti e mostrando la sua enorme bocca capace di contenere tutti i dodici uomini che correvano su di lui . Contemporaneamente batte` la coda in basso sollevando onde gigantesche . Attenzione ! disse il tenente . Il capodolio e` inquieto . Che brutto sguardo ! disse Koninson con voce un po' alterata . Si direbbe che affascina . Non guardarlo , Koninson . Guardo il punto ove posso lanciare il mio rampone . Le due baleniere avevano rallentata la corsa ed avanzavano colla massima prudenza cercando di virare al largo . Ad un tratto il capodolio getto` fuori una nuvoletta di vapore piu` denso , agito` la coda e si inabisso` lentamente formando un piccolo vortice . Fermi ! gridarono il tenente e il mastro . I marinai alzarono i remi e le due baleniere rimasero ferme , lasciandosi dondolare dalle onde . Nessuno fiatava ne` si muoveva e tutti , eccettuato il tenente , erano pallidissimi . Persino Koninson , che aveva gia` cacciato centinaia di volte i giganti del mare era bianco e le sue membra provavano , di quando in quando , dei tremiti nervosi . Era il principio di quella strana paura che sovente invade i balenieri , anche i piu` audaci e i piu` invecchiati nel mestiere , paura che talvolta assume proporzioni tali da far perdere completamente la testa ai timonieri e ai remiganti e da togliere ai fiocinieri le forze in siffatta guisa da non essere piu` capaci di alzare il braccio per scagliare , al momento opportuno , il rampone . Se il mare fosse stato tranquillo e le baleniere , nel ricadere , non avessero fatto rumore , si sarebbe udito il cuore di Koninson e di tutti gli altri battere precipitosamente . Coraggio , fiociniere ! disse il tenente . Ne ho , signore ! rispose il giovanotto , sforzandosi di sembrare calmo . Aspetto solo che il mostro ricompaia per piantargli nelle costole il mio rampone , e Dio mi danni se non gli faro` una ferita mortale . Attenti , ragazzi ! grido` in quell' istante mastro Widdeak . Cento passi piu` innanzi , alla superficie del mare si scorse un largo tremolio , poi apparve prima l' estremita` del muso indi la testa e quindi l' intero capodolio . Ad un cenno del tenente i marinai tuffarono i remi e la baleniera mosse velocemente contro il gigante . Gia` non era piu` che a trenta braccia e Koninson aveva afferrato e alzato il rampone , quando il cetaceo sollevo` colla sua potente coda una montagna d' acqua cosi` enorme , che la baleniera fu rovesciata violentemente su di un fianco atterrando coloro che la montavano Maledizione urlo` Koninson . Dopo quella prima ondata il mostro ne sollevo` una secondi e finalmente una terza ancora maggiore che riempi` piu` che mezza l' imbarcazione , la quale si trovo` nell' impossibilita` di agire . Koninson e i marinai abbandonato il rampone e i remi si videro costretti a vuotare l' acqua imbarcata che minacciava di mandarli a picco , mentre il cetaceo , preso da un subitaneo accesso di collera , correva qua e la` come fosse impazzito gettando sordi brontolii che somigliavano al tuono udito a grande distanza e lanciando ovunque colpi di mare . Pareva che cercasse i nemici per frantumarli a colpi di coda ma , male servito dai suoi occhietti che , sono debolissimi , non riusciva a scorgerli . Mastro Widdeak , che fino allora si era tenuto un po' indietro , spinse la baleniera contro di lui . In tre minuti giunse ad una distanza di sole venti braccia . Coraggio , Harwey ! grido` Koninson . Il giovane fiociniere , quantunque pallidissimo e in preda ad un forte tremito che paralizzava in parte le sue forze , alzo` il rampone cercando un buon punto per lanciarlo . Getta ! urlo` il mastro . Il rampone ondeggio` innanzi ed indietro e parti` . Foro` due onde , sfioro` una terza e si pianto` nel fianco destro del capodolio in una parte carnosa e ricca di tendini . Subito la baleniera si mise a indietreggiare rapidamente lasciando scorrere la lenza . Il mostro , ferito forse pericolosamente fece un balzo innanzi gettando un urlo cosi` acuto da poter essere udito a parecchi chilometri di distanza , indi si tuffo` . Ma non rimase sott' acqua che brevissimi istanti e riapparve cento braccia piu` innanzi gettando un secondo e piu` forte urlo , battendo furiosamente la coda e rovesciandosi sul fianco ferito come se cercasse di strapparsi l' arma che lo tormentava . Mastro Widdeak diresse l' imbarcazione verso di lui , mentre Harwey afferrava una lancia munita all' estremita` di una specie di palla tagliente , aspettando il momento che alzasse la coda per lanciargliela sotto le ultime vertebre caudali . Il tenente spinse pure innanzi la sua baleniera , ma il cetaceo , che senza dubbio non era stato ferito molto gravemente dopo aver descritto un semicerchio , si mise a filare con estrema rapidita` verso nord nord est . In breve la lenza del rampone fu tutta consumata senza che il capodolio scemasse la sua velocita` . Harwey attacco` una seconda la lenza , ma anche questa in pochissimo tempo fu tutta fuori . Cerchiamo di affaticarlo ! disse mastro Widdeak . Lega la lenza ! grido` Koninson , che era ancora lontano , quantunque i remiganti arrancassero disperatamente . Harwey lego` la lenza e la baleniera fu trascinata dal cetaceo che continuava a nuotare verso nord nord est , senza tuffarsi e senza fermarsi un solo istante . Ma anche questo tentativo non riusci` a scemare la corsa del mostro , anzi si accrebbe tanto che c' era da temere che le onde invadessero la baleniera . Mastro Widdeak fece legare la droga alla lenza e lascio` andare il capodolio , certo di ritrovarlo ben presto senza vita . A bordo ! disse egli . Quel brigante si di stanchera` di correre e allora lo troveremo . La scialuppa viro` di bordo e si diresse verso il Danebrog che avanzava a tutte vele spiegate verso la baleniera del tenente , sulla quale bestemmiava su tutti i toni e in tutte le lingue della terra il fiociniere Koninson . Pochi minuti dopo i dodici cacciatori salivano sul Danebrog . Mille tuoni ! esclamo` Koninson , mettendo piede sulla tolda . Non mi aspettavo quest' oggi un tiro cosi` birbone . Brigante d' un capodolio , sfuggire cosi` al mio rampone ! Ma se lo incontro ancora gli faro` passare un gran brutto quarto d' ora . Non pigliartela tanto a cuore , fiociniere ! disse il tenente . Lo raggiungeremo e ben presto , e` vero , capitano ? Lo spero rispose Weimar . Lo spero anch' io disse Koninson . Ma se il mio rampone l' avesse toccato ! ... Quel briccone di Harwey ha sempre piu` fortuna di me . Saresti geloso ? chiese il capitano , ridendo . Io ! Mai piu` ! Ma se l' avessi ramponato io ! ... Mille tuoni , non sarebbe corso tanto . Ti ripeto che lo raggiungeremo . Ma dove sara` fuggito ? Scommetterei una botte di wisky contro una tazza di gin che si e` diretto verso lo stretto di Isanotzkoi . Ci dirigeremo adunque verso quello stretto . Subito , fiociniere A bordo le baleniere , giovanotti . Le due imbarcazioni in brevi istanti furono issate alle gru , dopo di che il Danebrog si rimise in marcia dirigendosi verso la penisola di Alaska che coll' isola di Uminak forma lo stretto accennato di Isanotzkoi L' equipaggio a cui premeva assai ritrovare il cetaceo per non perdere la famosa scommessa impegnata col norvegese , erasi gia` quasi tutto installato sulle coffe e sulle crocette , tenendo gli occhi fissi verso nord nord est . Il capitano aveva promesso una bottiglia di wisky al primo che lo scopriva , e quel premio era da tutti agognato . Ben presto pero` dovette rinunciare a quella guardia che stancava assai , tanto piu` che non scorgeva alcuna traccia del fuggitivo ne` una macchia rossastra che indicasse del sangue , ne` quelle materie grasse che si lasciano ordinariamente dietro i cetacei in genere . Per quattro lunghe ore il bravo veliero , spinto da un fresco vento di sud ovest , filo` con una velocita` superiore al sette nodi senza deviare dalla sua rotta , poi piego` un po' verso nord est colla speranza di ritrovare su quella nuova via le tracce . Nulla ! esclamo` il capitano che scrutava l' oceano con un cannocchiale . Bisogna che sia ben forte per camminare tanto . Io temo che non sia gravemente ferito , signore disse il tenente che fumava pacificamente la sua pipa , seduto sulla murata di babordo . Ha lanciato forse male il rampone Harwey ? Bene no di certo , capitano ; ne` del resto , lo poteva . Il capodolio aveva sconvolto il mare in siffatta guisa , che nelle baleniere non era possibile tenersi in piedi . Diavolo ! Che lo si perda ? Non lo credo . Camminera` molto , e` cosa certa , forse fino allo stretto di Behring , ma poi si fermera` e morra` . Ma lo ritroveremo noi ? E perche` no ? C' e` la droga attaccata alla lenza . Lo so ma io so pure che vi sono dei balenieri che non si fanno scrupolo di impadronirsi dei cetacei ramponati dagli altri . E questi pirati di nuova specie non sono pochi . Aggiungo qualche cosa d' altro , ora che ci penso disse il tenente . Che cosa , signor Hostrup ? Che se il nostro capodolio va a morire su qualche isola o su qualche costa per noi e` perduto . Gli abitanti se lo prenderanno senza curarsi della droga . Non ci mancherebbe che questa disgrazia ! Sapete , tenente , che noi siamo molto sfortunati ? E proprio quest' anno che abbiamo impegnato la scommessa con quel briccone di norvegese . Fortunatamente ho un equipaggio forte e coraggioso e una nave che non teme i ghiacci del polo . Siete risoluto a salire molto al nord ? Si` , signor Hostrup rispose il capitano con voce grave . Saliro` fin oltre lo stretto di Behring , e andro` a visitare le coste della Giorgia . Se non trovero` cola` tante balene da completare il carico , saliro` ancora piu` al nord verso la terra di Wrangel . Siate prudente , capitano . Avete paura dei ghiacci , voi ? Io ! ... Quando ho una borsa di tabacco e una bottiglia di gin o di brandy , vado dritto fino al polo . Lo so , tenente , che voi non avete paura di nulla . Sta bene , saliremo fino a incontrare i grandi banchi di ghiaccio . Bisogna che i danesi vincano i norvegesi . Due ore dopo il Danebrog avvistava le isole Aleutine . III IL MARE DI BEHRING Le isole Aleutine formano una lunga catena che separa il Grand' Oceano dal mare di Behring . Si dipartono dalla penisola di Alaska , il punto piu` avanzato della costa americana verso occidente , e descrivendo un immenso semicerchio vanno a congiungersi colla costa asiatica , lasciando fra di esse degli stretti numerosissimi , ora piccoli ed ora grandi , spesso ingombri di scogIietti e di banchi che rendono la navigazione assai difficile . Dirne il numero esatto e` impossibile anche oggi , poiche` molte sono appena conosciute e molte altre non lo sono affatto . Ad ogni modo sono moltissime e talune di rispettabile grandezza , quali la Behring , Atton , Unalaska , Unimak , ecc . La popolazione di tutto l' arcipelago si crede non superi le 6000 anime . Per lo piu` dette isole sono montagnose con alcuni vulcani che vomitano quasi sempre fumo e le spiaggie alte assai rendono l' approdo difficile , anche perche` cinte da numerosi frangenti contro i quali , da una parte e dall' altra , si rompono con orribile frastuono le onde del Grand' Oceano e quelle del mare di Behring . Su quelle rupi non crescono che degli intristiti abeti , delle piccole quercie , dei salici nani , e nelle valli riparate dai gelidi soffi del vento settentrionale , delle fitte e alte erbe . Ma se la flora e` cosi` misera la fauna invece e` ricca , infatti innumerevoli sono le volpi , le renne e anche le foche . Non poche lontre , quantunque accanitamente cacciate dagli agenti della compagnia russo americana , vivono presso le sponde , e anche le balene di quando in quando vi fanno la loro comparsa . Prima del 1741 queste isole erano a tutti sconosciute . Il celebre navigatore danese Vito Behring fu il primo a scoprirne alcune , il suo compagno Tchirikof ne scopriva altre nel 1742 , e Billings e Saritchef negli anni 1793 e 1795 visitavano le restanti . E` pero` probabile che talune non siano ancora state percorse da alcun europeo od americano L' isola avvistata dal Danebrog era Unimak , la piu` occidentale dell' arcipelago , situata a 54' 30' di latitudine nord e 167' di longitudine ovest . Si distinguevano chiaramente le sue tre montagne , la prima colla cima irregolarissima , la seconda in forma di cono e alta assai , vomitante un fumo nerissimo e la terza , chiamata dagli indigeni Kaighinak , mozzata . Quantunque si fosse in piena estate , sulle cime scintillavano con magico effetto i ghiacci non ancor disciolti dal sole . Entriamo nello stretto o giriamo di fuori ? chiese mastro Widdeak al capitano , che osservava l' isola . Il passo di Isanotzkoi ci e` troppo famigliare perche` non si tenti il passaggio . Cosi` potremo vedere se il capodolio si e` arenato sulle coste della penisola d' Alaska . Mastro Widdeak torno` al timone e diresse la nave verso Io stretto accennato che divide l' isola di Unimak dall' Alaska . Ben presto si trovo` a poche gomene dalle sponde della prima , dove viro` di bordo veleggiando parallelamente ad esse . L' isola sembrava completamente deserta , quantunque l' abitino un cento o centocinquanta aleutini . Non si vedeva alcuna capanna e nemmeno un battello fra i piccoli fiords . Anche i terreni apparivano aridissimi : solamente dei piccoli abeti rizzavano verso il cielo il loro verde fogliame e poche erbe si scorgevano in fondo alle vallette . Le sponde dappertutto erano alte , dirupate e sparse qua e la` di massi di basalto , forse cola` lanciati dal vulcano fumante durante la terribile eruzione del 1820 . Alle 2 del pomeriggio il Danebrog entrava lentamente nello stretto di lsanotzkoi percorso da forti ondate , le quali andavano a rompersi con estrema furia contro le sponde dell' isola . Cola` volteggiavano numerosissime bande di gabbiani dalle piume bianchissime ma tinte leggermente di rosa sotto l' addome , i piedi neri e il becco giallo , uccelli voracissimi che si tengono quasi sempre presso le isole artiche , ma di una codardia fenomenale , poiche` basta un uccello qualsiasi per metterli in fuga . Quantunque la loro carne sia poco pregiata , il tenente Hostrup , appassionatissimo e bravissimo cacciatore , sparo` alcune fucilate abbattendone parecchi nel momento che passavano sopra il legno . Alle 3 fu segnalata una barca indigena che pareva provenisse dalla vicina penisola di Alaska . Era una baidaire , scialuppa grandissima , scavata nel tronco di un grossissimo albero cola` portato senza dubbio dalle correnti marine e montata da una ventina di aleutini , uomini di mediocre statura ma robustissimi di tinta bruna , con viso rotondo , naso schiacciato , occhi piccoli ma espressivi e capelli nerissimi . Passando presso il Danebrog salutarono con alte grida i marinai . Il capitano approfitto` per interrogarli circa il capodolio , ma nulla pote` sapere , avendo quegli uomini lasciata la penisola di Alaska da due sole ore . Piu` tardi fu vista anche una bodarkie , leggerissimo canotto costruito con pelli di vitello marino e somigliantissimo a quello usato dai groenlandesi . Lo montava un solo uomo munito di un remo a due pale , e pareva venisse da nord . Camminava pero` cosi` rapidamente che in breve sparve verso est . Forse quell' uomo poteva direi qualche cosa disse Koninson al tenente che guardava distrattamente le coste dell' isola . Se avesse scoperto il capodolio io ti dico che non ce l' avrebbe detto , fiociniere rispose Hostrup . E perche` ? Per spogliarlo lui coi suoi compagni . Un capodolio rappresenta una vera fortuna per questi poveri abitanti che ben sovente soffrono la fame , ma lo troveremo , fiociniere , non temere . Ho guardato poco fa l' acqua e ho scorto delle macchie oleose galleggiare e cio` indica che il nostro cetaceo e` passato di qui . Mille tuoni ! Bisogna seguire queste tracce . Le seguiremo Koninson . Io piantero` domicilio nella rete della delfiniera per non perderle . Niente di meglio . Alle 9 di sera il Danebrog , che filava con una discreta velocita` , usciva dal canale di Isanotzkoi ed entrava nel mare di Behring , ampia distesa d' acqua compresa fra il 52' e 66' di latitudine nord e il 160' e 200' di longitudine est , cinta al sud dalla lunga catena delle isole Aleutine all' est e al nord est dalle coste americane e al nord ovest e ovest dal Kamtsciatka . La maggiore lunghezza di questo mare che per lo piu` e` coperto di nebbioni e di ghiacci , e` da est ad ovest di circa 560 leghe . Tanto sulla costa americana quanto su quella asiatica , forma baie ampie ove non di rado vanno a partorire le balene durante la stagione dei seni . Sono rimarchevoli a nord ovest la grande baia , che puo` chiamarsi anche golfo d' Anadyr , ove si scarica il fiume omonimo , ad ovest quelle di Aliutorskoi e di Kamtsciatka e ad est quelle di Bristol e di Norton . Racchiude pure nel suo seno isole considerevoli , quali Sidov , San Matteo , San Paolo e San Giorgio . Nel momento che il Danebrog entrava in questo vasto e molto pericoloso mare , nessuna vela si scorgeva sull' orizzonte , ne` alcun cetaceo . Solamente alcune procellarie , funesti uccelli che non si dilettano che di tempeste , sfioravano le onde , entro le quali di quando in quando si tuffavano per pescare i pesciolini . Tre o quattro vennero a volteggiare attorno alla nave , mostrando le loro penne nerissime . Il Danebrog , spinto da un forte vento di sud sud ovest , si slancio` verso l' ampia baia di Bristol , dove si scorgevano sui flutti le sostanze oleose che davano all' acqua una tinta piu` verdastra , ma l' intera notte passo` senza che quel dannato capodolio si facesse vedere . L' indomani , 26 agosto , ancora nulla . Il capitano Weimar comincio` a diventare inquieto e di assai cattivo umore . Gli pareva impossibile che il mostro , con un rampone nei fianchi , avesse potuto percorrere tanta via quantunque si continuassero a scorgere le macchie oleose sui flutti . Anche il secondo , di solito cosi` flemmatico , era diventato un po' nervoso . Passeggiava per la coperta fumando la sua eterna pipa con maggior furia e di tratto in tratto lo si udiva brontolare . Koninson poi , che da ventiquattro ore aveva piantato domicilio nella rete della delfiniera per non perdere di vista le macchie oleose , dormendo cola` e facendosi servire pure cola` i pasti , era proprio furibondo . Lo si vedeva in continua agitazione , a rischio di sfondare la rete e di quando in quando lo si udiva mandare al diavolo tutti i capodolii degli oceani e . qualchevolta il rampone di Harwey . Il 27 nulla ancora . Il mattino del 28 , a trenta miglia a sud dal capo Rumjenzow , un gabbiere segnalo` una nave che si dirigeva verso il sud correndo bordate . Il capitano Weimar ordino` subito al timoniere di dirigere il Danebrog a quella volta per interrogare l' equipaggio . Mezz' ora dopo si trovava a un solo miglio dalla nave segnalata . Era un bel brick di duecentocinquanta o trecento tonnellate , di forme eleganti e quasi carico . A poppa si alzava un fumo nerissimo segno evidente che l' equipaggio procedeva alla fusione di materie grasse . Deve essere un baleniere disse il tenente . Weimar fece spiegare la bandiera danese e con una serie di segnali prego` il brick di mettersi in panna : il che subito fece . Il Danebrog in pochi minuti lo raggiunse mettendosi pure in panna a tre gomene di distanza . In che cosa posso esservi utile ? chiese il capitano del brick , imboccando il portavoce , mentre il suo equipaggio spiegava la bandiera stellata degli Stati Uniti d' America . Venite dallo stretto ? chiese Weimar . L' avete detto . Avete incontrato un capodolio con un rampone al fianco ? Si` , capitano . L' ho scorto ieri sera dinanzi la baia di Norton . Vivo ? Vivo si` , ma mi parve agli estremi . Come va la pesca ? Ho carico completo . Se volete un buon consiglio uscite dallo stretto e costellate la Giorgia . Troverete balene in gran numero . Grazie , capitano . Buona fortuna , signore . Il brick spiego` le vele e riprese la corsa verso il sud , mentre il Danebrog si dirigeva verso il capo Rumjanzow che doveva apparire fra breve . La speranza di ritrovare ben presto il capodolio era rinata in tutti i cuori . Koninson per primo aveva abbandonato il suo domicilio per arrampicarsi sulla gran gabbia e parecchi altri marinai l' avevano seguito , anzi alcuni si erano spinti piu` in alto , fino alle crocette . Persino il flemmatico tenente si era arrampicato sul trinchetto e dalla coffa esplorava il mare con un forte cannocchiale . Alle 10 del mattino il Danebrog girava il capo Rumjanzow ed entrava nella baia di Chactoole , assai aperta e poco sicura , a nord est della quale , fra il 64' e il 65' di latitudine nord e il 163' e il 164' di longitudine ovest , si apre la baia di Norton , scoperta dal celebre capitano Cook nel 1778 . Le coste apparivano dirupate e altissime , frastagliate , minate , sventrate dall' eterna azione del mare e con piccolissimi fiords entro i quali si ingolfavano le onde con grande fragore . Qua e la` si vedeva qualche abete , qualche betulla nana , qualche cespuglio e delle cascate d' acqua che balzavano di roccia in roccia con bellissimo effetto . Il Danebrog per qualche tratto navigo` in prossimita` delle coste , indi mise la prua verso la baia di Norton che raggiunse verso le 4 del pomeriggio dopo aver girato un capo dirupatissimo che cadeva quasi a piombo sul mare . Quasi subito si udi` Koninson dall' alto della gran gabbia gridare : Il capodolio a prua ! Tutti gli occhi si volsero verso la direzione accennata . A cinque sole gomene dal Danebrog , vicinissimo alla costa , galleggiava coi ventre in aria il cetaceo circondato da migliaia e migliaia di uccelli marini che formavano , colle loro discordi grida , un baccano indiavolato . IV L' URAGANO Era proprio il cetaceo che Harwey aveva ramponato dinanzi all' arcipelago delle isole Aleutine e che dopo due , tre , quattro giorni di continua fuga era cola` andato a spirare . Il mostro portava ancora nel fianco l' arma che l' aveva ucciso alla quale era attaccata la lenza colla droga portante le cifre del Danebrog . Sul suo ventre e sulla enorme testa che era un po' affondata si vedevano le procellarie , i gabbiani , le urie e le strolaghe cibarsi delle sue grasse carni . Ve n' erano delle migliaia ed altre ancora accorrevano da tutte le parti dell' orizzonte per prendere parte al lauto banchetto . Il Danebrog , abilmente diretto da mastro Widdeak , venne a collocarsi a fianco del cetaceo , attorno al quale nuotavano gia` , ma senza arrischiarsi ad addentarlo , tanta e` la paura che destano in tutti gli abitanti del mare siffatti giganti , numerosissime torme di smisurati pescicani . E` un bel mostro disse Koninson gettando gli occhi su quell' enorme massa . Scommetterei che misura diciannove metri E forse di piu` disse il tenente . Ci dara` almeno novanta tonnellate d' olio . Ci vorrebbe una bestiaccia cosi` ogni settimana . Si diventerebbe ricchi in una sola stagione . Al lavoro , giovanotti ! grido` il capitano . Bisogna far presto se si vuole uscire dallo stretto di Behring prima della comparsa dei ghiacci . Mastro Widdeak fece calare in mare una baleniera e vi salto` dentro con sei uomini armati di palette taglienti , abbordando il cetaceo alla testa . Con parecchi vigorosi colpi aprirono il labbro inferiore , entrarono nella enorme bocca e intaccarono la lingua , enorme massa oleosa del peso di parecchie tonnellate e che , ben cucinata , e` un cibo non disprezzabile . Mentre il mastro operava da quel lato , Koninson , seguito da parecchi marinai , tagliava un fitto strato di grasso in prossimita` della testa , facendolo passare , senza pero` spezzarlo , a bordo . Quando la lingua fu ritirata in coperta , i marinai cominciarono a far girare lentamente l' enorme cetaceo , il quale presento` presto il dorso irto di strane protuberanze . Il tenente Hostrup e quattro uomini armati di scuri , con mille precauzioni , per non cadere in mare raggiunsero il cranio che tosto sfondarono per raccogliere quel prezioso olio che e` conosciuto in commercio sotto il nome di bianco di balena e viene specialmente adoperato nella fabbricazione delle candele e dei saponi di lusso . Quest' olio , o meglio questo spermaceto , e` bianco , brillante , perlaceo e si trova in un canale allungato che forma , riunendosi , le ossa del cranio con quelle della faccia . Nell' animale vivo e` fluido , ma nell' animale morto lo si trova coagulato e talvolta il canale , ne contiene piu` di quattro tonnellate . Ordinariamente pero` non sono che tre , e tante appunto ne conteneva il capodolio abbordato dal Danebrog . Raccolto lo spermaceto che si vende ad un prezzo piuttosto elevato , i marinai continuarono a far girare il cetaceo strappandogli la cotenna che appena a bordo veniva tagliata a pezzi e ammucchiata grossa a poppa , dove erano gia` state apparecchiate sul fornello delle caldaie della capacita` di quattrocento cinquanta litri , per la fusione . Ben presto la coperta della nave baleniera offri` una scena selvaggia . Quelle nubi di fumo nere , puzzolenti , che s' alzavano dai fornelli alimentati dai frammenti di tessuto cellulare del cetaceo ; quelle caldaie che bollivano spandendo all' intorno un odore ancora piu` nauseante ; quelle masse grasse che venivano gettate da tutte le parti spandendo veri rivi d' olio ; quel sangue che salendo dalla cotenna arrossava la tolda e le murate quei marinai scalzi imbrattati di sudiciume e armati di coltelli di ogni dimensione , quel carcame enorme che mostrava le carni rossastre e le costole gigantesche , e quelle migliaia e migliaia di uccelli che s' incrociavano in tutti i versi , mescendo le loro rauche grida ai comandi degli uomini , ai brontolii delle caldaie e ai tuffi dei mostruosi pescicani , formavano uno strano quadro . Le tenebre pero` , in breve , posero fine allo smembramento del carcame . Il capitano Weimar , che aveva lavorato anche lui come l' ultimo dei suoi marinai , fece distribuire , dopo la cena , una larga razione di gin e , fatta assicurare la nave con due solide a`ncore , affinche` non venisse gettata verso la costa che non era molto lontana , ordino` il riposo . All' indomani il lavoro fu ripreso per tempissimo e con maggiore alacrita` . La cotenna fu interamente tirata a bordo , poi vennero strappati i denti che quantunque composti di un avorio non troppo bello hanno pure qualche valore , parte dei muscoli che danno una colla eccellente , i tendini , grande quantita` di ossa dalle quali si ricava il nero animale e finalmente il canale ove nascondesi spesso l' ambra grigia , materia preziosissima che tramanda un profumo delicatissimo molto ricercato dalle eleganti americane ed europee , tanto poco densa che galleggiava sull' acqua e che altro non e` se non un escremento alterato , una parte d' alimento infine , incompiutamente digerito . Koninson ne trovo` sei pezzi , nel canale del capodolio , dei peso di cinque o seicento grammi ciascuno e di forma irregolare . Alle 6 del pomeriggio piu` nulla vi era da trarre dalla carcassa . Il capitano , che aveva molta fretta di raggiungere lo stretto di Behring per arrivare alle coste della Giorgia prima della comparsa dei ghiacci fece spiegare le vele , e alle 7 , dopo due lunghe bordate , il Danebrog lasciava la baia di Norton colla prua nord nord est , portando con se` oltre novanta tonnellate di materie grasse una parte delle quali erano state gia` fuse , ottenendo un olio giallastro , d' un sapore di pesce rancido , della densita` di 0 , 927 e che non doveva gelare che a 0' . Fuori dalla baia il mare era un po' agitato a causa di un forte vento di nord ovest , freddo assai e che tendeva a crescere . Per di piu` , per il cielo correvano dei nuvoloni di una tinta biancastra , saturi di elettricita` e che non presagivano nulla di buono . Temo che si scateni un uragano disse il capitano abbordando il tenente che passeggiava , in coperta colle mani in tasca e la pipa in bocca . Danzeremo ! si accontento` di dire il flemmatico uomo . Ma molto forte , signor Hostrup . Ho notato che il barometro si abbassa rapidamente e che lo storm glass si decompone assai . Vorrei gia` essere lontano dai pericolosi paraggi dello stretto . Bah ! Il Danebrog e` un eccellente veliero che se ne infischia degli uragani , capitano . Non dico di no . Spero che se la cavera` bene anche questa volta . Verso le 10 di sera , la massa delle nubi divento` piu` densa e il mare comincio` ad alzarsi . Numerose procellarie correvano sopra le spumeggianti creste dei flutti , gettando rauche strida . Si sarebbe detto che quei funesti uccelli invocassero la tempesta che stava per scoppiare . Il capitano , temendo che l' uragano si scatenasse da un momento all' altro , rimase in coperta fino ad ora tardissima , ma vedendo che il vento , quantunque soffiasse irregolarmente , non mutava direzione si ritiro` nella sua cabina dopo aver fatto chiudere i pappafichi e i contra e terzarolare le vele basse . La notte infatti passo` abbastanza tranquillamente . Non vi furono raffiche violente ne` cavalloni molto alti . Il 31 pero` la massa delle nubi divenne piu` densa e piu` nera , abbassandosi tanto da credere che volesse tuffare i suoi lembi nel mare . Il vento crebbe di violenza girando da sud a sud est , fischiando in mille guise attraverso gli attrezzi e sollevando gigantesche ondate che andavano coprendosi di bianchissima spuma . Ben presto si udi` in lontananza il tuono e alcuni lividi lampi illuminarono i neri vapori che allora correvano disordinatamente come cavalli sbrigliati . Il capitano fece chiudere buona parte delle vele e salire in coperta tutto l' equipaggio . Il lupo di mare prevedeva un uragano violentissimo e voleva essere pronto a sostenerne gli attacchi . Verso le 11 del mattino il mare divento` burrascosissimo e il vento ancora piu` impetuoso . Non erano onde , ma vere montagne d' acqua quelle che correvano urtandosi furiosamente . Non si udivano che i mille muggiti del vento , lo sbattere delle vele e dei cordami , il gemito degli alberi , le grida dei marinai e le strida delle procellarie . Il Danebrog , guidato dall' abile mano di mastro Widdeak , si comportava valorosamente , fendendo le onde col suo acuto e solido sperone , ma dopo qualche ora si trovo` in una situazione cosi` scabrosa che fece illividire il viso a piu` di un marinaio e aggrottare la fronte persino al flemmatico tenente . Il vento aveva allora raggiunto la straordinaria velocita` di 27 metri al minuto secondo , velocita` che solo raggiunge nelle grandi tempeste , e alle quali ben poche navi resistono . Infatti il Danebrog si sentiva trascinare via con velocita` incalcolabile , andando attraverso le onde che si rimescolavano orribilmente empiendo l' aria di mille muggiti , tuffando spesso il tribordo nell' acqua . Gran parte delle sue vele , in meno che non si dica , furono lacerate e strappate dai pennoni , compromettendo cosi` molto seriamente la sua stabilita` . Il povero legno , che non obbediva quasi piu` al timone , traballava disordinatamente , ora salendo i cavalloni , ora precipitando negli avvallamenti dove minacciava di venire per sempre inghiottito : gemeva , perdeva ora un pezzo di murata , ora un attrezzo della coperta . C' erano certi momenti che tanta era la massa dell' acqua che si slanciava sopra i suoi bordi , da non sapere se galleggiasse ancora o fosse per andare a picco . Il capitano Weimar , aggrappato alla ribolla del timone con a fianco mastro Widdeak , malgrado la gravita` della situazione , conservava un ammirabile sangue freddo e comandava con voce tonante la manovra . Il tenente aggrappato ad una catena di prua faceva eseguire gli ordini con voce tranquilla , come se si trovasse in una solida casa , anziche` su una nave che da un momento all' altro poteva sfasciarsi . I marinai , scalzi , seminudi , senza berretti , inzuppati d' acqua , i volti lividi per il terrore , si tenevano stretti stretti alle murate o alle sartie , o ai bracci delle vele inferiori , cogli occhi fissi sui comandanti , pronti a eseguire le manovre . Di quando in quando qualcuno di loro , investito da un colpo di mare , veniva trascinato per la coperta o gettato contro gli alberi , riportando talvolta delle contusioni di qualche gravita` . E uno fu persino sbattuto fuori dalla murata e si salvo` solamente aggrappandosi prontamente ad una gru . Alle 9 pomeridiane , cioe` dopo tredici ore di ostinatissima lotta , il Danebrog che aveva sempre camminato con una celerita` superiore ai dodici , e qualche volta ai tredici nodi , si trovava a breve distanza dallo stretto di Behring . Gia` la costa americana , al chiarore di un lampo era stata scorta a sette od otto miglia sopravvento . Il capitano Weimar mando` due uomini sulla gran gabbia , affinche` fossero pronti a segnalare le isole Diomede che sorgono in mezzo allo stretto , e contro le quali poteva venire spinto il Danebrog . Alle 10 una raffica furiosa si rovescio` sulla nave , la quale , presa di traverso , fu violentemente rovesciata su di un fianco . Un immenso grido di spavento echeggio` sulla coperta mescendosi a urli della tempesta . Tutti i marinai credettero che non si risollevasse mai piu` . Fortunatamente Koninson , che si trovava presso i bracci della vela di maestra con pochi colpi di scure taglio` le manovre . Cio` basto` perche` la nave riprendesse il suo equilibrio prima che le onde si precipitassero sulla tolda . Quasi subito successe una breve calma . Le nubi , violentemente squarciate da quel furioso colpo di vento , mostrarono per alcuni istanti il sole , che in quelle latitudini elevate , nella stagione estiva , si puo` dire che non tramonta mai . L' effetto prodotto da quella luce dorata sullo sconvolto mare fu stupendo , ma duro` pochi istanti . Le nubi richiusero quello strappo , la semi oscurita` torno` a stendersi sui flutti e il vento ricomincio` a ruggire con maggior forza , spingendo innanzi a se` la nave , alla quale non restavano piu` che la vela di trinchetto e la randa dell' albero di mezzana . Ad un tratto si udirono i gabbieri gridare : Terra a prua ! ... Il capitano affido` il timone a mastro Widdeak e si slancio` , nonostante i violenti rollii , a prua dove l' aveva gia` preceduto il tenente . Ad una distanza di quattro miglia il mare si sollevava a prodigiosa altezza intorno al gruppo delle Diomede formato dall' isola Ratmanoff che e` la piu` grande , dalla Krusenstern che e` la mezzana e da Ferway che e` un arido scoglio . Bisogna tenersi al largo assai , capitano ! disse il tenente Mi mettero` io al timone ! rispose Weimar . Fate preparare alcune vele di ricambio . Temete che scappino quelle spiegate ? Se giunge una raffica forte quanto quella di prima non potranno resistere , ne son certo . Il capitano ritorno` a poppa e prese la ribolla del timone mentre il tenente faceva portare in coperta alcune vele . Il Danebrog era giunto nello stretto , il quale e` largo ben 83 chilometri fra il capo orientale dell' Asia e il capo di Galles dell' America e profondo assai . Qui il mare era orribilmente agitato . Le onde , spinte dal vento , si schiacciavano , per cosi` dire , fra due coste , quantunque , come si disse , queste siano assai distanti l' una dall' altra ; e si frangevano furiosamente contro le isole lanciando sprazzi di spuma a tale altezza che questi toccavano le nere frange delle nubi . A mezzanotte il Danebrog giungeva dinanzi all' isola Ratmanoff , sulla quale volteggiavano disordinatamente migliaia di uccelli marini . D' improvviso , quando i marinai si credevano gia` quasi fuori di pericolo , una raffica furiosa investi` la nave che tuffo` piu` di mezza prua nel seno degli spumanti flutti . Gli alberi si curvarono come fossero semplici stecchi , poi si udirono due scoppi violenti seguiti da urla di terrore . Le due vele strappate dai pennoni volarono via come due immensi uccelli . Il capitano Weimar , malgrado il suo straordinario coraggio , impallidi` . Una vela ! Una vela o siamo perduti ! grido` . Infatti il Danebrog , senza un brano di tela , veniva spinto dalle onde e dal vento contro l' isola Ratmanoff che mostrava i suoi scogli a meno di quattro gomene di distanza . Il tenente , Koninson , mastro Widdeak e una decina di marinai malgrado le disordinate scosse che li atterravano , tentarono di spiegare una trinchettina , ma le onde che si precipitavano in coperta e i soffi tremendi del vento , rendevano quell' operazione quasi impossibile . Tre volte la vela fu innalzata fino al pennone e tre volte il vento l' abbatte` e con essa gli uomini . Allora un grande spavento si impadroni` del l' equipaggio . Alcuni marinai perduta completamente la testa per il terrore , si misero a correre per la coperta sordi ai comandi e alle minacce dei capi . Altri , non meno spaventati , si gettarono sulle baleniere . Il Danebrog , semi rovesciato su un fianco , coperto d' acqua ad ogni istante , andava sempre attraverso le onde malgrado gli sforzi disperati del capitano che non aveva abbandonato la ribolla . Ad un tratto avvenne un urto formidabile sul tribordo , seguito da un crepitio sinistro . Il capitano , il tenente e i marinai furono violentemente rovesciati in coperta . Quando si risollevarono il Danebrog non correva piu` . Si era arenato a una sola gomena dall' isola , in mezzo ad un gruppo di scoglietti le cui punte nere uscivano dalle onde . V L' ISOLA RATMANOFF Il capitano Weimar sentendo la nave ferma e comprendendo che forse una grave avaria le era toccata , getto` un vero ruggito . Con un vigoroso colpo di timone tento` dapprima di trarla da quegli scogli che potevano , da un istante all' altro , sventrargliela , ma non riuscendovi si precipito` verso prua dove si affollavano i marinai gettando grida di terrore . Hostrup , che anche in quel terribile frangente , che pur poteva diventare per tutti fatale , non aveva perduto un millesimo della sua tranquillita` , vi era gia` . Perduti ? gli chiese il capitano col denti stretti . Forse no ! rispose con voce calma il tenente . Il capitano respinse alcuni marinai e sali` sul bompresso . Il Danebrog posava la prua su di un banco di sabbia , riparato a destra e a sinistra da una doppia fila di scoglietti . La poppa pero` galleggiava e se da una parte era un bene , dall' altra era anche un male poiche` le onde , sollevandola violentemente minacciavano di disarticolare il vascello . Che ci sia una falla ? chiese il tenente , Lo temo ! rispose Weimar Mi pare di vedere un' apertura un po' sotto la linea di galleggiamento . Ira di Dio ! Anche questa disgrazia doveva toccarci ! Non bastava dunque la speronata dell' americano ? Povero il mio Danebrog ! Ma forse la cosa non e` grave , capitano . Ma chi turera` la falla ? Qui siamo come in mezzo ad un deserto . Abbiamo un abile carpentiere a bordo . Scendiamo nella stiva , signor Hostrup . I due comandanti fecero aprire il boccaporto maestro e scesero nel ventre del vascello preceduti da Koninson e da mastro Widdeak che avevano accese due lanterne . Rimosse le botti che occupavano la stiva , si diressero verso prua dove si arrestarono , ascoltando con profonda attenzione . Udirono distintamente un sordo gorgoglio , dovuto senza dubbia all' acqua che entrava nella falla apertasi . Sara` grande l' apertura ? si chiese con ansieta` il capitano . Non lo credo , disse mastro Widdeak . Il gorgoglio non e` molto forte . Dobbiamo levare le botti ? chiese Koninson . Per ora e` inutile , disse il tenente . Finche` la burrasca non sara` cessata , nulla potremo fare . Non c' e` pericolo di colare a picco ? No , disse il capitano . Il Danebrog e` fortemente incagliato e la poppa e` molto alta . Saliamo in coperta . Abbandonarono la stiva e tornarono sulla tolda ove i marinai , ancora pallidi , li attendevano con grande ansieta` . Il capitano con poche parole li rassicuro` . Pel momento nulla eravi da fare , poiche` l' uragano continuava a infuriare in siffatta maniera da rendere impossibile la calata delle baleniere . Il capitano fece gettare un' a`ncora a poppa per assicurare maggiormente il vascello , e altre due ne fece gettare fra gli scoglietti , a babordo l' una e a tribordo l' altra . Cio` fatto attese , in preda ad una certa agitazione che non riusciva a vincere , che il mare si calmasse . La sua pazienza e quella dell' equipaggio furono messe a dura prova , poiche` l' uragano infurio` tutto il giorno , scuotendo fortemente la nave che gemeva sinistramente sul suo letto di sabbia . Verso pero` le 11 pomeridiane quei formidabili soffi a poco a poco scemarono di violenza e attraverso gli squarciati vapori torno` a mostrarsi il sole che allora radeva l' orizzonte occidentale . Alla mezzanotte una calma assoluta regnava negli strati superiori , e l' aria , poco prima cosi` agitata e fredda , era diventata cosi` tiepida da far quasi credere di essere nel Messico anziche` nello stretto di Behring . Il mare pero` mantenevasi ancora agitatissimo e continuava a infrangersi con grande violenza contro le isole , inoltrandosi nei fiords con muggiti prolungati . L' indomani , 2 settembre , a bassa marea il capitano , il tenente , Widdeak e il carpentiere scesero in una baleniera e approdarono sul banco dove la prua del vascello era rimasta quasi interamente allo scoperto . L' avaria causata dal violentissimo urto era gravissima ma non irreparabile . A pochi piedi dall' asta di prua , subito sotto la linea di galleggiamento , la punta aguzza di uno scoglietto aveva aperto un buco cosi` grande che vi poteva passare comodamente un barile . La chiglia fortunatamente non aveva riportato alcun guasto , avendo incontrato un banco di sabbia , in cui vi si era quasi interamente seppellita , Che ne dici , carpentiere ? chiese il capitano con inquietudine . Il colpo e` stato fierissimo , rispose l' interrogato , e la falla e` ragguardevole . Pero` ... . Pero` ? ... disse il capitano , nei cui sguardi brillo` un lampo di gioia . La si turera` . Quanto tempo chiedi ? Bisogna che sia breve affinche` possiamo approfittare della gran marea del 12 settembre . Per quel giorno il Danebrog sara` pronto a prendere il mare . E quando avremo lasciato il banco , dove andremo ? chiese il tenente che caricava flemmaticamente e con profonda attenzione la sua pipa . Vi spiacerebbe seguirmi verso il nord ? disse il capitano , guardandolo fisso fisso . Ne sarei lietissimo , signore . Il capitano gli prese la destra e gliela strinse fortemente . Siete un brav' uomo , signor Hostrup . Mi sta sul cuore la scommessa , signor Weimar , rispose Hostrup . E da parte mia rischiero` senza esitare la mia vita , pur di tenere sempre alta la fama dei balenieri danesi . Grazie , tenente . Ed ora , carpentiere , al lavoro . Dovendosi approfittare della sola bassa marea , il carpentiere si mise alacremente all' opera , aiutato da una squadra di marinai che su un' altra baleniera gli avevano recato gli attrezzi necessari , una considerevole quantita` di legname e parecchie grosse lastre di rame , mentre alcuni altri sgombravano la prua delle botti che l' occupavano e mettevano in opera le pompe per estrarre l' acqua entrata dalla falla . Il tenente Hostrup , che di simili lavori si intendeva poco , torno` a bordo a prendere il suo fucile . Faremo una passeggiata sull' isola , disse a Koninson . Vedo dei grossi uccelli e forse nei fiords si nasconde qualche foca o qualche tricheco . Prendi un fucile e seguimi ... . Maneggio meglio il rampone che le armi da fuoco , tenente , rispose il fiociniere . Voi penserete ai volatili e io alle foche . Come vuoi , amico . S' imbarcarono sul piccolo canotto e presero il largo girando attorno agli scoglietti sui quali venivano a rompersi le ultime onde sollevate dall' uragano . Arrancando con lena , in brevi istanti raggiunsero l' isola , ma da quella parte la costa non offriva approdi , essendo tagliata quasi a picco e molto alta . Attorno vi volteggiavano numerosi uccelli marini , i quali fra i crepacci avevano piantato i loro nidi . Proseguendo , i due cacciatori scoprirono ben presto un piccolo fiord , il quale terminava in una sponda bassa coperta in parte d' una sabbia finissima e in parte di ciottoloni neri e arrotondati dal continuo lavorio delle onde . Legarono il piccolo canotto ad una rupe e balzarono a terra portando le loro armi . L' isola offriva un brutto aspetto . Qua e la` si rizzavano delle alture aridissime , piu` oltre delle grandi rocce nere nei cui crepacci scorgevansi alcuni magri licheni , qualche rosa canina selvatica , o qualche pianticella di ribes o di uva spina . Che desolazione ! esclamo` Koninson . Troveremo almeno delle foche ? Lo spero , fiociniere , rispose il tenente . Una volta qui erano talmente numerose , che alcuni balenieri vi facevano i loro carichi d' olio ; oggi pero` , in causa delle cacce accanite , non se ne incontrano che pochissime . Dovevano , distruggerne un numero enorme quei balenieri per fare un carico intero . Delle migliaia , Koninson . Allora non tarderanno a sparire dappertutto . Cio` avverra` sicuramente e forse fra non molto . Gia` le sponde dell' America settentrionale cominciano a essere spopolate . Che disgrazia ! E dire che sono animali cosi` inoffensivi ! Se la prendessero almeno cogli orsi bianchi , quei balenieri paurosi . Dato uno sguardo alle rive , i due cacciatori si addentrarono nell' isola , ove gli uccelli si mostravano talmente numerosi da oscurare talvolta la luce del sole . Ora passavano immense bande di urie , uccelli dalle penne nere e bianche , il becco lungo e dritto e le gambe collocate cosi` indietro da costringere quei volatili a sedersi anziche` coricarsi ; ora stormi di strolaghe , bellissimi uccelli col petto e il dorso neri , le ali macchiate e le parti inferiori di un bianco niveo , e ora lunghe file di oche bernine , grosse come un' oca comune e che facevano un baccano indiavolato . Per bacco ! esclamo` il tenente . Se si volesse fare un carico di uccelli la fatica non sarebbe molta . Accontentiamoci di empire la dispensa del cuoco , disse Koninson . All' opera , signore . II tenente si arrampico` su di una rupe , si accomodo` sulla cima e di la` comincio` a sparare contro le bande di volatili che gli passavano sopra , a destra , a sinistra e dinanzi senza mostrarsi spaventate . In breve parecchi gabbiani , oche , urie e strolaghe si trovarono a terra colpite dal piombo del valente cacciatore . Koninson ammazzava gli uccelli feriti a colpi di rampone . Quelle continue detonazioni finirono pero` collo spaventare i volatili , i quali si allontanarono dalla rupe volando verso le coste dell' isola . Siete un tiratore da far paura , disse Koninson al tenente , che raccoglieva le vittime . C' e` qui tanta carne da nutrire per un' intera settimana l' equipaggio del Danebrog . E non ho ancora finito , fiociniere . Ho visto laggiu` due grossi uccelli e conto di abbatterli . Ammucchiarono le vittime sotto la sporgenza di una rupe e si rimisero in cammino riaccostandosi al mare , e precisamente verso un piccolo fiord , sopra il quale volteggiavano due grandissimi uccelli dalle penne bianche e nere . Cosa sono ? chiese Koninson . Aquile forse ? Aquile qui ? A me sembrano due albatros . Ma gli albatros sono uccelli dei mari australi , signore . Non ti dico , di no , ma non pochi di quei voraci giganti vanno a piantare i loro nidi , sulle isole dei mari della Cina e del Giappone e in giugno si spingono , sin qui . La loro carne e` eccellente ? Se devo dirti la verita` , e` coriacea ; pero` tenuta qualche tempo nel sale e condita con una salsa piccante , non e` sgradevole . I due cacciatori giunsero ben presto al fiord , ma i due albatros , un po' magri si ma veramente giganteschi , le cui ali spiegate misuravano non meno di cinque metri , si allontanarono e cosi` rapidamente , che in pochi istanti , furono fuori di vista . Vigliacchi ! esclamo` il fiociniere . E lo sono davvero , malgrado la loro mole e , il loro formidabile rostro disse il tenente . Ma ... oh ! ... Che hai ? Guardate alla vostra sinistra , presso il mare ! disse Koninson a bassa voce . Il tenente guardo` nella direzione indicata e sopra una roccia che cadeva a picco sul mare , ma poco alta , scorse una massa rossiccia , di dimensioni ragguardevoli . E` una foca ! disse Koninson . No , deve essere un tricheco disse il tenente , che carico` subito il fucile a palla . Bisogna ammazzarlo . Lo ammazzeremo , fiociniere . Cerchiamo pero` di non farci vedere , altrimenti si lascera` cadere in mare . Si gettarono in mezzo alle rocce e tenendosi sempre nascosti giunsero a soli duecento passi dalla preda che si scaldava ai raggi del sole mezza coricata su un fianco . Il tenente non si era ingannato . Era proprio un tricheco , che taluni chiamano anche morsa , lungo quasi quattro metri e con una circonferenza di tre , coperto di un pelo corto , scarso e rossiccio . Si vedevano distintamente i suoi lunghi denti di avorio che scendono verticalmente dalla mascella superiore . Tali animali , che un tempo erano numerosissimi su tutte le coste settentrionali dell' Asia e dell' America , sono inoffensivi a terra , ove si muovono con molto stento , ma aggrediti in mare , ove nuotano con grande sveltezza , si difendono disperatamente e piu` di una volta i loro solidi denti spezzarono le scialuppe dei cacciatori . Il tenente mando` Koninson dietro una rupe che era a breve distanza da quella occupata dal tricheco , poi punto` lentamente il fucile , miro` con somma attenzione e sparo` . Il tricheco , colpito alla testa , fece un brusco salto mandando una specie di ruggito e si mise a dibattersi , cercando tuttavia di guadagnare l' orlo della roccia per precipitarsi in mare . Ma Koninson era vicino ; in dieci salti lo raggiunse e gli vibro` una tale ramponata da finirlo quasi sul colpo . Bella fucilata esclamo` il fiociniere volgendosi al tenente che si avvicinava colla solita calma . Questi si` che sono animali che valgono una palla ! Lo credo , Koninson . E` tanto grasso questo tricheco che ci fornira` piu` di due barili d' olio . E olio migliore di quello della balena , signor Hostrup . Che ce ne siano degli altri ? Ne dubito , Koninson . I balenieri hanno distrutto anche i trichechi . E ve n' eran molti in quest' isola ? Delle migliaia , fiociniere . Mi fu narrato da un capitano olandese , quindici anni , or sono , che un baleniere norvegese in quattro sole ore ne ammazzo` piu` di cinquecento . Che strage ! E so pure , ma non mi ricordo piu` ora in quale localita` , che l' equipaggio di un bastimento inglese nel 1705 ne uccise ben ottocento nello spazio di sei ore e che tre anni piu` tardi un altro equipaggio ne uccise novecento in sette ore . In una giornata , in quei tempi si caricava un bastimento di olio . Ed erano carichi quelli che valevano molto di piu` dei nostri , poiche` anche le pelli dei trichechi hanno valore e i denti , che danno un avorio piu` compatto e piu` bianco di quello degli elefanti , si pagavano molto cari . E come faremo a trasportare a bordo questo bestione ? Lasciamolo qui . Manderemo i marinai a raccoglierlo . Continuiamo l' escursione Koninson . I due cacciatori si misero a costeggiare l' isola facendo un' ampia raccolta di uova di uccelli marini , per lo piu` depositati sulle sabbie o nei crepacci delle rocce e sparando di quando in quando sui gabbiani . Alle 6 , carichi come muli , s' imbarcavano nel piccolo canotto e tornavano a bordo dove il carpentiere , il capitano , mastro Widdeak e i marinai lavoravano febbrilmente attorno alla falla . VI IL DISINCAGLIAMENTO La mattina del 12 settembre , giorno della grande marea , il Danebrog era pronto a riprendere il mare . La falla era stata accuratamente chiusa dal carpentiere , e tanto bene da non lasciare penetrare la piu` piccola goccia d' acqua e da poter sopportare gli urti dei ghiacci . Non restava da farsi che il disincagliamento , operazione difficile ma sul cui esito nessun uomo dell' equipaggio dubitava . Mancando quattro sole ore alla massima altezza del flusso , i preparativi furono alacremente spinti innanzi . Per il mezzodi` tutto doveva essere pronto e ogni uomo al suo posto , onde non correre il pericolo di far riuscire vani gli sforzi e dover attendere parecchi altri giorni . Il capitano innanzi tutto fece trasportare tutto il carico della stiva a poppa per rendere piu` leggera la prua e quindi piu` facile il disincagliamento . Dopo di che fece imbarcare due delle maggiori ancore che furono gettate a sessanta braccia dalla poppa , su di un fondo resistente , e fermare le gomene ai due molinelli di bordo , mentre il tenente faceva preparare le vele , per allontanarsi subito , disincagliata la nave , dal pericoloso bacino che gli scogli chiudevano quasi interamente . Alle 10 tutto era pronto a bordo del Danebrog e tutti gli uomini ai loro posti . La marea cresceva con qualche rapidita` , coprendo le nere degli scoglietti e producendo sopra questi un forte gorgoglio . Ben presto quasi tutte le rocce scomparvero e a prua della nave si udi` un leggero fremito seguito tosto da alcuni scricchiolii . Pronti ! grido` il capitano . I marinai si curvarono sulle aspe dei molinelli e attesero con trepidazione . Piu` di un viso era diventato pallido per l' emozione . I fremiti e gli scricchiolii continuavano , anzi diventavano piu` forti man mano che il flusso montava . Alle 12 , 25 il capitano , che aveva in mano un cronometro , grido` con voce tonante : Forza , ragazzi ! Forza ! I marinai diedero un colpo violento alle aspe che si curvarono . Le due gomene di poppa si tesero senza che le ancore si movessero , ma la nave , quantunque continuasse a scricchiolare , non si mosse . Il capitano impallidi` e si senti` bagnare la fronte di un freddo sudore . Forza , forza ! ripete` . Il tenente si precipito` in aiuto dei marinai che facevano sforzi disperati . Passarono alcuni secondi che parvero lunghi come tanti minuti poi il Danebrog scivolo` bruscamente sulla sabbia retrocedendo con notevole velocita` . Il capitano , che era subito balzato a prua , lascio` andare a picco un ancorotto , mentre il tenente correva alla ribolla del timone . Il Danebrog percorse cinquanta braccia , poi si arresto` di colpo a meno di una gomena dagli scogli . Un urrah fragoroso irruppe da tutti i petti . La nave baleniera era ormai salva . Il tenente si fece incontro al capitano che era diventato raggiante di gioia e gli strinse vigorosamente la destra . Dio ci protegge gli disse . Bisogna crederlo , signor Hostrup , rispose Weimar . Ho tremato assai per il mio Danebrog , che amo come se fosse un pezzo della mia carne . Se l' avessi perduto non mi sarei piu` consolato . Ed ora andiamo ? ... . Sulle coste della Giorgia , tenente . Faremo una rapida campagna , poi torneremo a sud . Con un carico completo , speriamo . Si` , tenente . Il cuore mi dice che vinceremo la scommessa . Dio lo voglia , capitano . Non essendo prudente fermarsi fra quegli scogli , Weimar fece calare in mare le baleniere e rimorchiare il Danebrog al largo . Alle 2 del pomeriggio , dopo aver visitata la riparazione che fu trovata perfettamente asciutta , i marinai spiegavano le vele e la nave si rimetteva in cammino dirigendosi verso il capo di Galles , che forma l' estrema punta , verso occidente , della costa americana . Il mare era quasi tranquillo , di un verde superbo e affatto deserto . Solamente delle procellarie e dei gabbiani volteggiavano sopra le larghe ondate , mandando di quando in quando delle rauche strida . Un vento fresco , ma che soffiava irregolarmente , ora da sud ed ora da sud sud est , gonfiava le vele della nave , la quale scivolava con celerita` discreta lasciandosi a poppa un solco spumeggiante . Signor Hostrup , disse Koninson avvicinandosi al flemmatico comandante che guardava attentamente le onde , appoggiato alla murata di tribordo impiegheremo molto a raggiungere la costa americana ? Prima di mezzanotte gireremo il capo di Galles , fiociniere . Ditemi , tenente , e` vero che questo stretto ha una profondita` spaventevole ? Si` e tanto che se una fregata affondasse , i suoi alberetti rimarrebbero fuori dall' acqua . Se vuoi saperlo , la sua spaventevole profondita` non supera i diciannove metri . Soli ? Soli , Koninson , ne` uno piu` ne` uno di meno . E sono molti anni che fu scoperto questo stretto ? Non troppi , Koninson . Prima del 1741 lo si ignorava , anzi molti credevano che l' America fosse unita all' Asia . E chi lo scoperse ? Vito Behring Un russo ? Per i russi si` , ma per gli altri no , poiche` Bhering e` nato in Danimarca come ci sono nato io e come ci sei nato tu . Ah ! Un nostro compatriota ! Deve essere stato un grande marinaio . Se non lo fosse stato , non si sarebbe spinto fin qui , a quel tempi in cui si ignorava dove erano le coste , le isole , gli scogli , i banchi e quali le correnti . Aveva intrapreso la spedizione per suo conto ? No , per incarico dell' imperatrice delle Russie , Caterina . E cio` accadeva nel 1728 , ma Behring volle prima esplorare le coste siberiane e accertarsi se il Giappone era unito o staccato dalla penisola di Kamtsciatka . Dapprima navigo` verso sud est , ma non trovando alcuna terra mise la prua verso nord est e dopo 44 giorni , a 58' 50' di latitudine , scopriva le montagne della costa americana . E vi sbarco` ? No , poiche` allora scoppio` una tempesta cosi` orribile che lo costrinse a ritornare , e quale ritorno ! Il 3 novembre la spedizione naufragava su di un' isola lontana 160 chilometri dalla penisola di Kamtsciatka e cola` pativa tali sofferenze che molti marinai perirono e fra questi anche Behring . E qui viene un punto molto oscuro . Si narro` da taluni che quando lo sfortunato navigatore fu gettato nella fossa onde seppellirlo , respirava ancora anzi che respingeva colle mani la sabbia che gli veniva gettata sopra . Che sia stato commesso un delitto ? Chi puo` dirlo ? Povero Behring ! E cosa successe dei suoi compagni ? Rimasero cola` tutto l' inverno , poi fabbricarono una navicella coi rottami della nave naufragata e ripresero coraggiosamente il mare ; dopo altri patimenti riuscirono a raggiungere le coste della penisola di Kamtsciatka . In quell' istante si udi` un marinaio , che era salito sulla gran gabbia segnalare la costa americana , che una nebbiola aveva fino allora tenuta celata . Era il capo di Galles , punta scoscesa , aridissima , dietro la quale , ad una certa distanza pero` , si elevano delle montagne che per la maggior parte dell' anno si vedono coperte di neve . Il Danebrog , che correva assai , si avvicino` alla costa , poi viro` di bordo dirigendosi verso il golfo di Krotzebue che si apre fra il capo Krusenstern a nord e il capo Espemberg a sud e che rinchiude ad est la baia di Escholtz , davanti la quale si trova l' isola Chamisso , a sud quella di Spasariet e ad ovest quella di Buona Speranza . A due chilometri dal capo di Galles la costa americana , che fino allora si era mostrata dirupatissima , comincio` ad abbassarsi e apparvero immense paludi sulle quali si vedevano volteggiare migliaia di oche , di gabbiani , di gazze marine , di strolaghe e di urie . Le loro grida , portate dal vento , giungevano fino a bordo del Danebrog . Alcuni di quegli uccelli vennero fin presso la nave , e il tenente si diverti` a sparare alcune fucilate . Durante la notte del 12 13 notte per modo di dire , poiche` il sole splendeva sempre il vento crebbe considerevolmente , accelerando la corsa del Danebrog , e la temperatura , fino allora dolcissima si abbasso` improvvisamente a 0' . L' indomani il legno girava il capo Espemberg e passava dinanzi al golfo di Kotzebue che s' insinua entro terra per ben venti leghe su una larghezza di ventitre` . Le sue coste erano alte , spalleggiate da gruppi di montagne e apparivano affatto deserte . Nessun canotto solcava le acque tranquille del golfo , dove in certe epoche si recano a pescare gli indiani Kitgoni che abitano le sponde settentrionali , e gli indiani Kiumisi che abitano le meridionali . Di balene nessuna traccia . Invece furono segnalati alcuni delfini gladiatori , nemici accaniti delle prime , dotati di una forza prodigiosa e di una voracita` straordinaria . Qualcuno era lungo piu` di otto metri . Il 14 , presso il capo Krusenstern , Koninson che guardava sempre attentamente il mare sperando di trovare quelle materie oleose che si lasciano addietro le balene , segnalo` un banco di boete , il quale aveva fatto cangiare tinta all' acqua , che appariva bruna anziche` verdastra . Questi banchi , che le balene cercano avidamente , sono formati da piccoli crostacei in forma di gamberi ma il cui diametro non supera i due millimetri e si producono in primavera e in estate . Talvolta hanno una lunghezza di quindici e persino venti leghe , una larghezza di una o due e uno spessore di quattro o cinque metri . Una volta , quando s' incontravano questi banchi , si trovava sempre una balena o anche due disse malinconicamente Koninson , volgendosi verso il tenente che gli stava presso . Mio caro fiociniere , oggi le balene sono assai scemate rispose Hostrup . Non sono molti secoli che si vedevano a frotte nel mare di Biscaglia , ed ora se si vuol trovarne una bisogna risalire in questi mari . Sono forse diminuite a causa di qualche malattia ? No , a causa della caccia accanita dei balenieri . Ogni anno se ne distruggono un numero grandissimo , anzi non si esita ad affermare che nessuna balena puo` raggiungere il suo completo sviluppo , perche` prima di questo cade sotto il rampone dei fiocinieri . E siamo solamente noi a distruggerle ? Purtroppo no . Le balene hanno altri nemici e forse piu` accaniti di noi . E quali mai ? Chi osa sfidare simili giganti che hanno una coda cosi` possente ? Il piu` feroce e` un crostaceo detto pidocchio di balena , il quale aderisce talmente alla pelle dei cetacei che per staccarlo bisogna farlo a brani . Ma come puo` , un crostaceo , uccidere una balena ? Nel modo piu` facile , Koninson . Questo pidocchio le si aggrappa nei punti piu` delicati , o sulle labbra , o sugli organi generativi e comincia a rodere cacciandosi entro le carni , causandole dolori si` atroci che dopo un certo tempo la disgraziata e` costretta a morire . Che mostro ! Ma ci sono altri nemici e non meno feroci . I capodolii , come ben sai , assalgono le balene tutte le volte che le incontrano e le mordono , cosi` orribilmente da ucciderle . Ho assistito una volta a una simile lotta . Ve ne sono degli altri : i pescispada e i narvali , che si divertono a cacciare il loro acuto corno nel ventre dello sfortunato cetaceo ; e i delfini , specie quelli detti gladiatori , che gli si cacciano , in bocca e ne divorano la lingua . Che canaglie ! E di tutti questi nemici quale e` il piu` terribile ? L' uomo , il quale ogni anno ne distrugge centinaia e centinaia . Allora verra` un giorno che non se ne trovera` piu` una . Si` , se le balene non si affrettano a rifugiarsi al di la` dei ghiacci eterni , sotto il polo . E nell' oceano australe sono pure cosi` accanitamente cacciate dai balenieri ? Tanto come su questi mari . E le balene di quell' oceano sono eguali a quelle di questo ? No , Koninson ; ve ne sono tre specie e tutte differenti dalla balena franca che noi cacciamo . Vi si trova il rightwhale , un cetaceo molto grande e che e` privo della pinna natatoia ; l' hump back con due pinne biancastre e che e` grosso come una balenottera , infine il finback , d' una tinta bronzina , di una irrequietezza straordinaria e assai rumoroso . E tutti danno olio ? Tutti , Koninson . , Ah ! Vorrei provare il mio rampone anche contro quei giganti . Lo proverai fiociniere . Se usciamo salvi da questa spedizione , l' anno venturo andremo a pescare nel mari del sud . Il capitano me l' ha promesso . Quel giorno che metteremo la prua a sud sara` il piu` bello della mia vita , signor Hostrup . Lo credo , fiociniere . VII LA BALENA La mattina del 17 settembre , all' altezza del capo di Barrow , che e` il piu` avanzato verso il nord della Giorgia occidentale , l' equipaggio del Danebrog scopriva le tracce del passaggio delle balena . Erano larghe macchie di sostanze oleose che spiccavano vivamente sull' acqua verdastra del mare , e cosi` copiose da far credere che cola` fosse passato un numerosissimo branco di cetacei . Il capitano Weimar , che gia` aveva cominciato a disperare , mise subito delle vedette sugli alberi e fece preparare le baleniere affinche` tutto fosse pronto al momento opportuno . Koninson torno` a piantar domicilio nella rete del bompresso per non perdere di vista quelle macchie oleose che si dirigevano verso , l' est , seguendo le coste , della Giorgia . Ben presto fu segnalato un immenso banco di boete , il cibo prediletto delle balene , ma qua e la` rotto . Senza dubbio i cetacei avevano cola` pescato come diceva Koninson facendo dei gran vuoti colle loro enormi bocche . Anche qui le sostanze grasse galleggiavano in gran nunero , spiccando ancor meglio sulla tinta brunastra dei banco . Alle sette del pomeriggio , alla distanza di quattordici miglia dalla punta Tangente , si udi` un gabbiere gridare dall' alto della crocetta di maestra : Una balena a babordo ! Il capitano Weimar e tutti i marinai , che da dodici ore erano in preda ad una viva agitazione , si precipitarono verso la murata di babordo aguzzando gli sguardi verso il punto indicato . A due miglia dal Danebrog , si scorgeva una specie di cilindro di dimensioni gigantesche e risplendente come se fosse di acciaio . Era perfettamente immobile , pero` ad una estremita` si vedevano apparire , di quando in quando , due piccole colonne di vapore che si alzavano in forma di V . Si` , si` e` una balena ! grido` il capitano . E di dimensioni non comuni aggiunse il tenente che aveva puntato lentamente un cannocchiale . La briccona pranza tranquillamente in mezzo di un banco di boete . Ebbene , che mangi anche il mio rampone grido` Koninson che aveva abbandonato precipitosamente la rete . Mille milioni di fulmini ! Era tempo che se ne incontrasse una ! Ola` ! Ragazzi , sangue freddo e audacia , e io rispondo della vittoria ! Il capitano diede ordine al timoniere di dirigere il Danebrog verso il gigante , mentre Koninson e i marinai calavano a fior d' acqua le due piu` solide e piu` svelte baleniere , mettendovi dentro tutti gli attrezzi necessari : remi , ramponi , lancie , lenze e le droghe . A un chilometro di distanza il Danebrog si mise in panna . Avvicinarsi troppo ad una balena che si caccia non e` prudente , perche` essa quando e` ferita perde completamente la testa e si getta contro qualunque cosa . Il capitano Weimar ben si ricordava del brutto caso toccato alla nave Essex nel 1820 , quando , investita da una balena resa pazza dal dolore cagionatole da una ferita , era andata a picco . Subito il tenente Hostrup , Koninson e quattro marinai presero posto nella maggiore baleniera e mastro Widdeak , Harwey e altri quattro remiganti nell' altra . Badate che non ci sfugga disse il capitano che era rimasto a bordo . Vi , giuro , signore , che non si ripetera` il caso del capodolio disse Koninson . Mi sento indosso un coraggio da non temere venti balene . Al largo , dunque ! Le due baleniere si staccarono dal Danebrog e si diressero , rapidamente , ma senza far rumore , verso il cetaceo . Quella del tenente precedeva di una gomena quella di mastro Widdeak . Ben presto i cacciatori giunsero a sole trecento braccia dalla preda , la quale non aveva ancor dato il piu` piccolo segno di inquietudine . Era una superba balena franca , lunga piu` di venti metri , del peso di ottanta o novanta tonnellate , con una testa voluminosissima , convessa superiormente e fornita di una bocca enorme , lunga piu` di tre metri e alta piu` di quattro . La pelle del gigante , nera , liscia , untuosa , sotto ai raggi del sole brillava cosi` vivamente da offendere gli occhi di chi la guardava . Cosa fa ? chiese sottovoce il tenente a Koninson che la fissava con occhi fiammeggianti . Pascola in mezzo al banco di boete . rispose il fiociniere . Se si potesse sorprenderla . . Lo dubito , tenente . Ecco che comincia a dar segni d' inquietudine . La balena infatti , che fino allora aveva conservato una immobilita` quasi perfetta , aveva alzato la sua potente coda terminante in una pinna orizzontale , triangolare e larga sei o sette metri . Con un colpo vigoroso lancio` a destra ed a sinistra due altissime onde , poi agito` le pinne pettorali che sono lunghe ben tre metri , causando nuove onde e si mise a filare fra il banco di boete , cacciando fuori dagli sfiatatoi due colonne di vapore , il quale ricadeva sotto forma di goccioline che formavano sull' acqua macchie oleose . Attento , Koninson ! disse il tenente , facendo segno ai remiganti di raddoppiare la battuta . Spingete innanzi la baleniera senza tema , signore , rispose il fiociniere che aveva afferrato il suo terribile rampone . Sono pronto ! Ad un tratto la balena si tuffo` lasciando dietro di se` un piccolo vortice . Il tenente guardo` attentamente da qual parte aveva piegata la coda per indovinarne la direzione presa , poi comando` ai remiganti di avanzare lentamente e senza far rumore . Passarono alcuni minuti che parvero lunghissimi , poi si udi` un rumore simile ad un tuono lontanissimo e sulla tranquilla superficie del mare si scorse un largo tremolio . Attenti ! disse il tenente . La balena sta per mostrarsi . Sei pronto , Koninson ? Sempre ! rispose il fiociniere . Il rumore si faceva sempre piu` distinto , poi a quattrocento passi dalla baleniera , verso prua , apparve un punto nero , l' estremita` del muso del cetaceo , indi gli sfiatatoi , il dorso e finalmente la formidabile coda , la quale batte` violentemente il mare . Il gigante e` inquieto disse il tenente . Ci ha sentiti . Allungate la battuta , ragazzi . Tornata a galla , la balena aveva lanciato in aria , a parecchi metri d' altezza due colonne di bianco vapore , poi si era un po' immersa . Per trenta o quaranta secondi scivolo` mostrando solamente il dorso , e a intervalli la coda ; indi rialzo` la testa e getto` due altre colonne di vapore . Torno` a immergere la testa e per parecchi minuti ancora ripete` quella manovra gettando , di quando in quando , colonne di vapore che diventava pero` sempre meno denso , e agitando la coda innanzi e indietro . La briccona scandaglia mormoro` Hostrup , . Le due baleniere avanzavano lentamente e con prudenza . I due fiocinieri in piedi , colla coscia cacciata nella scanalatura di prua , il rampone in aria un po' pallidi , lanciavano sguardi di fuoco sulla preda . Il cetaceo non fuggiva , ma dava sempre segni di inquietudine . Il suo respiro , che si ode a una non breve distanza , era piu` frequente , la sua coda si alzava e si abbassava con molta violenza ; e spesso sollevava la testa fuori dell' acqua come se cercasse di vedere i nemici che la seguivano . Arranca a tutta lena ! grido` ad un tratto il tenente . La baleniera parti` rapida come una saetta . In brevi istanti si trovo` a sole venti braccia dal cetaceo . Koninson ! grido` il tenente . Pronto , signore ! rispose il fiociniere . Getta ! ... Koninson alzo` il rampone , lo fece oscillare innanzi e indietro e lo lancio` con tutta la forza del suo braccio , piantandolo profondamente nel fianco destro della balena in un punto ricco di tendini e di carne . Parve che il cetaceo subito non si accorgesse di essere stato ferito , ma dopo alcuni secondi agito` furiosamente la coda lanciando contemporaneamente una nota cosi` acuta da udirsi a parecchi chilometri di distanza . Attenti ragazzi ! grido` il tenente , mentre Koninson afferrava una lancia munita di una specie di palla taglientissima . La baleniera si spinse innanzi a tutta velocita` , ma il cetaceo si rovescio` bruscamente sul fianco ferito sforzandosi di strapparsi l' arma , che doveva farlo soffrire atrocemente ; indi si tuffo` con grande fracasso , dopo aver lanciato un' altra e piu` formidabile nota . Maledetto ! grido` Koninson Se aspettava due secondi ancora , gli tagliavo i tendini e l' arteria della coda . La lenza filava rapidissimamente , anzi tanto che si dovette bagnare il bordo della baleniera affinche` per il continuo strofinio non si accendesse . Ben presto fu quasi tutta finita ; Koninson ne aggiunse un' altra . Per mille , boccaporti ! grido` il fiociniere . Vuol scendere all' inferno ? Pazienza , Koninson disse il tenente . Ricomparira` , te lo dico io . Mezzo minuto dopo la lenza cesso` di filare . Ehi , mastro Widdeak , sta bene attento ! grido` il tenente . Il cetaceo apparira` vicino alla tua baleniera . Lo riceveremo , come si deve ! rispose il mastro . Eccolo ! Eccolo ! gridarono ad un tratto alcuni marinai . Sulla tranquilla superficie del mare , a una sola gomena dalla prua della baleniera di Widdeak , era stato scorto il tremolio . Harwey , che era ansioso di lanciare la sua arma si alzo` di colpo . Poco dopo il gigante apparve . Aveva il rampone ancora piantato nel fianco e manifestava il suo dolore con sordi brontolii e con un continuo eruttare di densi vapori dai due sfiatatoi . Mastro Widdeak diresse verso di lui la sua baleniera . Harwey alzo` il rampone e lo lancio` con grande forza . Il cetaceo , nuovamente ferito , emise una formidabile nota che duro` otto o dieci secondi . Si sarebbe detto che quella nota era prodotta da una impetuosissima corrente d' aria spinta dentro un largo tubo di bronzo . Subito dopo il mostro si mise a guizzare qua e la` , ora avvicinandosi alle baleniere e ora allontanandosi come se avesse completamente perduto la testa . La sua possente coda e le sue grandi pinne pettorali battevano furiosamente l' acqua sollevando delle ondate . Sordi brontolii gli uscivano dalla gola e fischi acuti , dagli sfiatatoi i quali lanciavano senza posa bianchissime e molto dense nubi di vapore . Avanti ! Avanti ! grido` Koninson . Il tenente , punto curandosi dei colpi di mare e punto spaventato dai tremendi colpi di coda che il mostro avventava , fece avanzare la baleniera mentre mastro Widdeak girava al largo per non imbrogliare le due lenze . I cacciatori con pochi colpi di remo si trovarono a breve distanza dal cetaceo . Koninson che era diventato frenetico , appena lo vide alzare la coda gli lancio` il rampone dalla punta rotonda , colpendolo nelle ultime vertebre caudali . Dalla larga ferita usci` subito un grosso rivo di sangue , il quale arrosso` per un largo tratto le acque . Urrah ! Urrah ! urlo` il fiociniere balena e` nostra ! Infatti per il cetaceo era ormai finita . Colpito ai fianchi dai due ramponi e poi sotto la coda da quella larga palla tagliente che gli aveva recisi i tendini e l' arteria , non poteva piu` fuggire . Era questione di ore , forse di soli minuti , poiche` le baleniere tornavano alla carica per gettare le lancie . In meno di quindici secondi altre ferite gli furono aperte sui fianchi dai due fiocinieri , e tutte mortali . Allora comincio` l' agonia , ma un' agonia terribile e pericolosissima , non solo per le baleniere , ma per il Danebrog . Il gigante diventato pazzo per il dolore e anche cieco si precipitava in tutte le direzioni con impeto irresistibile . Usciva piu` di mezzo dall' acqua , si tuffava , tornava a galla , si rovesciava sui fianchi , ora filava colla rapidita` di una freccia , ora si arrestava mandando suoni rauchi , metallici o note potenti , ora descriveva delle curve o dei bruschi angoli . Il Danebrog si era messo nuovamente alla vela per non venire investito e si teneva ad una grande distanza e le due baleniere avevano un gran da fare per non venire subissate dalle onde che il gigante sollevava , o sfasciate dalla coda . Ad un tratto pero` la balena si arresto` . Dai suoi sfiatatoi uscirono con sinistro rumore due getti di sangue che arrossarono una grande zona di mare , poi un fremito agito` l' intera massa . Mando` un' ultima e piu` acuta nota , indi sollevo` la testa mostrando la sua immensa bocca , poi si rovescio` sul dorso e rimase immobile col ventre a fior d' acqua . Era morta ! VIII I PRIMI GHIACCI Pochi minuti dopo il Danebrog che , come si disse , aveva gia` spiegato le vele , abbordava la balena che era tornata a galla e presso la quale si erano gia` ormeggiate te le due baleniere . Il gigante galleggiava in mezzo ad un ampio cerchio di sangue uscitole dalle numerose ferite apertegli dai ramponi e dalle lancie e sul suo ventre avevano gia` preso posto gli uccelli marini sempre pronti ad accorrere dove sanno che c' e` da rimpinzarsi . Ve n' erano delle migliaia giunti da tutte le parti dell' orizzonte e specialmente dalla costa americana che non distava piu` di sette miglia . Lo smembramento comincio` subito . Il capitano , seguito da un forte drappello di marinai armati di pale taglienti , entro` nella bocca della balena , dopo averle strappato il labbro inferiore , onde estrarle la lingua che e` lunga non meno di otto metri e per raccogliere i fanoni i quali sono in numero di settecento , della lunghezza di cinque metri , un po' curvi , stretti gli uni agli altri per lo piu` neri ma talvolta anche variegati . Pendono dalla mascella superiore e sono riuniti da una sostanza glutinosa , attaccaticcia assai , la quale disseccandosi forma su di essi una specie di vernice lucida e liscia . Terminate queste due importanti operazioni , i marinai posero mano alla dipanazione di quell' enorme massa che pesava non meno di novantamila chilogrammi e che era avvolta da un grossissimo strato di grasso . Ben presto i fornelli ricominciarono a funzionare empiendo l' aria di un fumo nerissimo e fetente e la coperta del legno offerse il riluttante aspetto che abbiamo gia` descritto nello smenbramento del capodolio . Questa volta pero` fiocinieri e marinai lavoravano con maggior alacrita` , essendo impazientissimi di rimettersi alla vela . Quegli uomini che da parecchi anni navigavano in quei freddi mari , quantunque la temperatura fosse , cosa insolita , ancora mite , presentivano l' avvicinarsi dell' inverno e d' un inverno rigidissimo Gia` il sole non lanciava piu` , alla mezzanotte i suoi splendidi raggi su quei mari e su quelle terre . Da alcuni giorni , fra le 10 e le 11 della notte tramontava e per alcune ore si teneva celato sotto l' orizzonte . E gia` gli uccelli marini erano diventati meno numerosi e ad ogni istante grandi bande fuggivano verso il sud in cerca di un clima piu` mite . I ghiacci non erano ancora apparsi , ma i marinai se non li vedevano , li sentivano . Il capitano aveva notato e presentito tutto cio` prima dell' equipaggio e percio` stimolava i lavoranti , non avendo tuttavia ritardato a spingersi piu` innanzi per completare il carico . Prima che il sole tramontasse una terza parte del cetaceo era stata gia` dipanata e parecchie tonnellate d' olio erano state calate nella stiva . Quella notte , per la prima volta , il freddo scese tre gradi sotto zero e l' acqua gettata sulla tolda poco prima dello spuntare del giorno , gelo` . Il 18 e il 19 settembre lo smembramento fu continuato con tanta alacrita` che alle 10 pomeridiane l' ultimo pezzo di grasso veniva ritirato a bordo . Il capitano fece tosto spiegare le vele e il Danebrog abbandono` il gigantesco carcame agli uccelli marini , mettendo la prua ad est ove si scorgevano sempre , ed in grandissima quantita` , le macchie oleose galleggiare sull' acqua . La sera era magnifica . Il sole splendeva superbamente calando lentamente verso l' orizzonte , dove erravano alcune nuvolette dalla tinta di fuoco , e il mare era liscio come uno specchio , senza la piu` piccola ruga . In lontananza , verso sud , giganteggiavano le dirupate coste americane coi loro abeti e i loro pini piantati sulle vette ; verso nord una coppia di delfini gladiatori scherzava , mostrando ora le code e ora l' oscuro dorso ; verso ovest una gran frotta di oche bernine filava in silenzio e rapidissimamente verso regioni piu` calde . L' aria era mite e aveva una mollezza che rammentava una delle piu` belle notti d' autunno dei climi temperati , rinfrescata di quando in quando da un venticello che spirava da ovest . Il Danebrog , con tutte le sue vele spiegate , per alcune miglia filo` verso est , poi piego` verso la costa americana ove si dirigevano le macchie oleose . Nulla accadde durante la notte , ma poco dopo il sorgere del sole fu fatta una scoperta che turbo` gli animi e fece aggrottare la fronte al capitano Weimar che era appena salito sulla tolda . Era una montagna di ghiaccio , un iceberg che scendeva lentamente verso sud spinto dalle correnti e dal vento che da alcune ore soffiava da nord . Brutto incontro ! disse Koninson al tenente , che era salito sulla murata per meglio osservare l' iceberg . Era ora ! rispose con voce tranquilla il signor Hostrup . Non siamo piu` in estate . Non dico di no , tenente , ma se a questa montagna ne tenessero dietro altre cento o duecento , come avanzeremo noi ? Il Danebrog ha un solido sperone e non teme i ghiacci . Ditemi , tenente , le montagne di ghiaccio si spingono molto verso sud ? Molto , Koninson . Io ne vidi alcune a parecchie centinaia di miglia dalle isole Aleutine , in pieno oceano Pacifico , altre a sud del Banco di Terranova o sulle coste del grande Impero russo e perfino presso le sponde della Norvegia . Anzi mi ricordo che una nave in viaggio dalla Scozia a Brema fu schiacciata da un iceberg che era sceso nel mare del Nord . Tanto scendono ! E scenderanno sempre piu` . Se tu vivrai un secolo ne vedrai alcuni anche sulle coste della Danimarca e fors' anche della Prussia . E perche` , signore ? Perche` la linea dei ghiacci ogni anno guadagna spazio . Dunque il freddo cresce nelle regioni polari ? Si` , Koninson . Alcuni mari , che alcuni secoli or sono erano navigabili , ora sono ingombri dai ghiacci e alcune terre , un tempo fertili , oggi sono ridotte a deserti di neve . Vuoi degli esempi ? Gettateli fuori , signor Hostrup . Nel IX secolo , alcuni Scandinavi che avevano fondato delle colonie in Groenlandia e in Islanda , sbarcavano su una costa ove cresceva la vite , e percio` chiamarono quella terra Vinland . Sai come si chiama oggi quel paese ? No , signor Hostrup . Si chiama Labrador . Come , nel IX secolo nel Labrador cresceva la vite ! Si , fiociniere . E cosa e` oggi il Labrador ? Un deserto di neve ove la vite non crescerebbe nemmeno accanto alla stufa . Per Bacco , che discesa hanno fatto i ghiacci ! Un altro esempio , Koninson . Quattrocento anni fa gli Islandesi trafficavano liberamente , in pieno inverno , coi Groenlandesi . Oggi d' inverno non si arrischiano piu` a navigare in quel tratto di mare per non venire stritolati dai ghiacci . E` strano ! disse Koninson . Vuoi ora un terzo esempio ? Quaranta o cinquant' anni fa , sulle coste dell' America settentrionale e sulle vicine isole , vivevano in grande numero i buoi muschiati , grossi e bellissimi ruminanti dal pelo lunghissimo e dalle grandi corna . Sai perche` oggi questi ruminanti sono scomparsi ? Perche` , tenente ? Perche` il freddo e` sceso a distruggere le praterie e questa e` cosa quasi recente . Io ho conosciuto un capitano il quale cinquant' anni fa cacciava le balene , durante l' inverno , nella baia di Melville . Chi e` l' audace baleniere che oggi ardisce entrare d' inverno in quella baia ? E nell' oceano antartico , la linea dei ghiacci si spinge pure sempre piu` innanzi ? Piu` che nell' oceano artico , Koninson . Cola` si trovano dei ghiacci sopra il 50' parallelo e talvolta anche sopra il 45' , specialmente nel tratto di mare compreso fra l' America del Sud e l' Australia . Che cio` dipenda dal raffreddarsi del nostro globo ? Certamente . Ecco l' iceberg ; guarda come e` bello ! La montagna di ghiaccio era allora vicinissima al Danebrog . Aveva la forma di una piramide , un' altezza di oltre cento metri e una base di trecento . I raggi del sole , riflettendosi sulle mille faccettine , la rendevano cosi` sfolgorante che a guardarla gli occhi provavano un acuto dolore . Sulla cima di quel colosso , che il vento del nord spingeva verso la costa americana , alcuni uccelli marini avevano piantato i loro nidi e mandavano acute strida . Tutto l' equipaggio del Danebrog , quantunque abituato a simili incontri , era salito in coperta a contemplare quel primo apportatore del freddo che , colpito in pieno dal sole , scintillava come fosse un enorme diamante . Bello ! disse Koninson . Ma pericoloso aggiunse il tenente . Ad un tratto dalla sommita` di quella montagna caddero dei frammenti di ghiaccio che produssero sull' acqua un rumore analogo a quello delle goccie d' acqua . Subito gli uccelli se ne volarono via mandando strida di spavento . L' iceberg si rovescia ! grido` mastro Widdeak . Attento all' onda , timoniere ! La montagna di ghiaccio , rosa alla base dall' acqua , stava per perdere il suo equilibrio . Fu veduta oscillare da destra a sinistra per alcuni istanti , poi tutto d' un colpo la sua vetta traccio` nell' aria una grande curva e l' intera massa piombo` nel mare con un cupo rimbombo . Sparve tutta , poi una grande punta azzurra emerse fra un vortice di spuma , dapprima lentamente , indi con un balzo repentino e ricadde sollevando un' ondata che fece piegare sul babordo il Danebrog , correndo poi ad infrangersi con indescrivibile violenza contro la costa americana . Per alcuni minuti la montagna , che presentava una punta assai aguzza , ondeggio` spaventosamente , ora tuffandosi e ora risalendo , poi a poco a poco riprese l' equilibrio e si allontano` verso sud sempre scintillante , sempre superba , sempre gigantesca . Quello stesso giorno di fronte alla baia Smith , altri due icebergs , ma di dimensioni piu` piccole , furono incontrati dal Danebrog che navigava sempre in vista della costa americana , dietro le macchie oleose che apparivano ancora numerosissime . Il 21 la temperatura discese bruscamente a 7' sotto zero e il vento crebbe di violenza diventando cosi` freddo che i marinai furono costretti a indossare le vesti d' inverno . Verso il mezzodi` il Danebrog entrava fra due lunghissime file di hummoks , piccoli ghiacci di pochi metri di altezza , staccati senza dubbio da qualche campo di ghiaccio o da qualche grande iceberg . Erano cinque o seicento , arrotondati gli uni , aguzzi gli altri , o scabri , o lisci , o screpolati , che si urtavano rumorosamente frangendosi e che ad ogni istante perdevano l' equilibrio prendendo nuove forme . Il sole , battendovi sopra , dava ad alcuni l' apparenza di zaffiri , ad altri di smeraldi , ametiste e diamanti di grande splendore . II Danebrog non provo` gran fatica ad aprirsi il passo col suo solido sperone di acciaio e spinto da un buon vento se li lascio` ben presto tutti a poppa . Ma tre miglia piu` innanzi nuovi ghiacci apparvero , piu` solidi , piu` grandi e piu` numerosi dei primi . Li capitanava un gigantesco iceberg ai cui piedi nuotavano alcuni narvali , grandi pesci armati da un dente lungo assai e molto aguzzo . A rendere ancor piu` difficile la navigazione , scese dalla costa americana un nebbione fittissimo , il quale in pochi istanti copri` il mare celando agli occhi dei marinai i ghiacci . Hum ! mormoro` il capitano che era diventato inquieto . Se non procediamo cauti , corriamo pericolo di rompere una costola al Danebrog . Fece prendere terzaruoli su quasi tutte le vele per diminuire la velocita` della nave , e mise alcuni uomini a prua con dei solidi buttafuori per respingere i ghiacci che potevano danneggiare il bompresso . Alle 5 del pomeriggio il nebbione era diventato cosi` fitto che il timoniere non distingueva piu` l' albero di trinchetto , e i gabbieri dalle coffe a gran fatica discernevano la coperta del bastimento . Una viva inquietudine si impadroni` dell' equipaggio . Ognuno temeva l' incontro improvviso di qualche iceberg che forse in quei momenti navigava a poche gomene e fors' anche a sole poche braccia . Di quando in quando agli orecchi degli uomini di guardia giungevano dei forti cozzi , degli scricchiolii e dei colpi sordi come di ghiacci che , perduto l' equilibrio , capitombolano e delle forti ondate venivano ad infrangersi contro i fianchi del Danebrog il quale procedeva alla cieca . Alle 10 , dopo il tramonto del sole , a bordo non ci si vedeva piu` in la` di cinque passi . La cosa diventa seria assai ! disse Koninson al tenente . Non si sa piu` dove si va . Questo nebbione non durera` molto , fiociniere rispose il signor Hostrup . Appena il sole risorgera` lo dileguera` , io vedrai . Ma prima di domani mattina ... Taci ! ... Che avete udito ? Qualche gran ghiaccio naviga presso di noi , Koninson . Non odi questo gridi`o ? Il fiociniere tese gli orecchi trattenendo il respiro . Attraverso la fitta cortina di vapori udi` distintamente un acuto gridi`o che lentamente si avvicinava , indi un sordo muggito , come il rompersi di una grande ondata contro una costa . Oh ! Oh ! esclamo` . Vedi nulla ? chiese il tenente . Nulla , signore , ma sento la presenza di un iceberg . Gli uccelli marini non si riuniscono in gran numero che attorno ad una balena morta o a un grande ghiaccio . Attenzione , timoniere ! grido` il tenente . E voi , ragazzi , pronti ai bracci delle manovre . Il capitano , che stava a poppa accanto al timoniere , accorse a prua . Quasi nel medesimo istante a poche braccia dallo sperone apparve un debole chiarore . Un iceberg ? chiese Weimar . Si` , capitano ! rispose il tenente . E se non m' inganno deve essere colossale . Barra a babordo tutta , mastro Widdeakl grido` il capitano . A prua si udirono alcuni cozzi violenti seguiti da forti crepitii , poi un' onda di considerevole altezza venne a spezzarsi contro lo sperone . Un centinaio di uccelli marini fendette il nebbione e calo` sulla nave , credendola forse , fra quell' oscurita` , il corpo di una balena . I buttafuori ! I buttafuori ! grido` Weimar salendo sul bompresso per meglio vedere . Dieci marinai muniti di solidi spuntoni accorsero per respingere l' assalto del formidabile nemico che li minacciava , ma d' improvviso furono rovesciati sulla coperta . Un urto violentissimo era avvenuto a prua e il Danebrog era stato respinto . Un grido di spavento sfuggi` da quasi tutti i petti . Un iceberg alto almeno cento metri era sorto dinanzi alla nave dondolandosi spaventosamente . Tutti a prua , perdio ! urlo` il capitano che non aveva perduto il suo sangue freddo . I marinai , risollevatisi prontamente , si slanciarono cola` e spinsero fuori gli spuntoni , alcuni dei quali si spezzarono contro l' iceberg che continuava a oscillare formando alla sua base delle forti ondate . Il Danebrog , vigorosamente respinto , viro` di bordo e scivolo` lungo i fianchi del ghiaccione . Tre volte fu toccato e tre volte i suoi pennoni corsero rischio di spezzarsi e le sue murate di piegarsi , ma finalmente si allontano` dirigendosi verso sud ovest . Pochi istanti dopo l' iceberg scompariva fra la nebbia . IX I FURORI DELL' OCEANO ARTICO Tutta quella notte il Danebrog continuo` a urtare contro i ghiacci che di ora in ora diventavano piu` numerosi e piu` grandi e due altre volte corse il pericolo di farsi schiacciare da due immensi icebergs che non erano stati scorti a tempo e che gli erano passati a sole poche braccia , a babordo l' uno ed a tribordo l' altro . Fortunatamente , come il tenente aveva predetto , ai primi albori quelle fitte brume cominciarono a rompersi , lasciando vedere qua e la` dei tratti di mare ed i ghiacci che li coprivano . Sorto il sole , si alzarono bruscamente formando in cielo una nuvola color del piombo , il cui aspetto nulla di buono prometteva . Uno splendido quadro apparve tosto all' equipaggio del vascello , che si trovava tutto in coperta . Fin dove giungevano gli occhi , il mare , che in quel momento era perfettamente calmo , senza la piu` piccola ruga , appariva coperto di ghiacci che un superbo e ancor caldo sole d' autunno faceva scintillare vivamente . Qui si ergevano gli icebergs imponenti , aguzzi , brillanti come se fossero di quarzo ; la` si alzavano delle piramidi stupende dalle pareti liscie , tinte di un verde superbo alla base e fiammeggianti sulla cima ; piu` oltre si slanciavano arditamente in aria svelte colonne tutte infuocate dai raggi del sole , e piu` oltre ancora punte aguzze , grandi arcate sotto le quali il mare prendeva la tinta opaca della malachite alternata colle trasparenze dello smeraldo , massi enormi che parevano di marmo incrostati di grandi opali e di perle , strane cupole d' un azzurro magnifico , poi piccoli streams di forme allungate , piccoli palks di forme circolari , dirupati hummoks dai cui fianchi scendevano con lieve mormorio cascatelle d' acqua , poi altri icebergs ancor piu` scintillanti , poi altre colonne fiammeggianti , altri massi , altre cupole ed infine , lontano lontano , verso il nord , un gran campo di giaccio , un vero ice fi`eld , sopra cui splendeva quella luce biancastra , acciecante , che sale fino alle nubi , che si vede a grandi distanze e che i marinai chiamano ice blink . Un silenzio perfetto , strano , regnava sopra quell' immensa distesa di ghiacci , e due soli uccelli , due poveri gabbianelli , solcavano quella abbagliante atmosfera , mandando di quando in quando un triste grido . Ventre di balena ! esclamo` Koninson che , come il solito , si trovava vicino al signor Hostrup . E`' uno spettacolo superbo , tenente . Non dico di no , ma sarei piu` contento se non l' avessi dinanzi agli occhi rispose l' ufficiale . Perche` , signore ? Perche` questi ghiacci finiranno coll' unirsi e , se ci prendono in mezzo , per il Danebrog sara` finita . Il nostro vascello ha un solido sperone . Ma i ghiacci avranno allora uno spessore tale da sfidare lo sperone di una fregata di cinquemila tonnellate . E poi , non conti tu le pressioni ? Le costole del Danebrog sono ancora salde , signore . Ma le pressioni sono formidabili , Koninson . Quando i ghiacci non trovano piu` posto , stritolano irresistibilmente tutto cio` che impedisce loro di allargarsi . E tu sai quanti vascelli colarono a picco completamente stritolati ! . Ditemi , tenente , e` proprio terribile la forza del ghiaccio ? Immensa , fiociniere . E perche` ? Per il semplice motivo che l' acqua , congelandosi , cresce di volume . Mi ricordo d' aver veduto una palla di ferro che era stata riempita d' acqua e poi collocata in una ghiacciaia ove il termometro segnava 4' sotto zero , scoppiare come se fosse di vetro . Se me lo dicesse un altro non ci crederei , tenente . Io so che anche un cannone scoppio` . Un cannone ! Si` , fiociniere , e aggiungero` che l' esperimento fu fatto da Huggens nel 1667 . Questo Huggens aveva riempito d' acqua un pezzo d' artiglieria di ferro , le cui pareti avevano uno spessore di tre centimetri , poi l' aveva ben chiuso . Alla notte l' acqua gelo` e al mattino fu trovato il cannone spezzato . Corpo d' una balena ! Anche il maggiore Edwards William nel 1784 fece degli esperimenti . Con altri cannoni ? No , con bombe . Ne riempi` otto che avevano il diametro esterno di 32 centimetri e una grossezza di parete di millimetri 0 , 038 ; le turo` con tappi di ferro solidamente trattenuti da lamine e le sottopose ad una temperatura che variava fra i 19' e i 28' sotto zero . Sette bombe lanciarono in aria il turacciolo e la ottava scoppio` . E nota , non tutta l' acqua racchiusa si era gelata . Ora credo che una nave possa venire stritolata dalle pressioni dei ghiacci , per quanto abbia le costole salde . Ditemi , tenente , quale densita` ha il ghiaccio ? Gli scienziati , dopo lunghi studi , l' hanno determinata al valore medio di 0 , 918 , a 0' di temperatura . Un' altra domanda , tenente . Perche` il mare gela solamente alla superficie ? Se il freddo e` intenso dovrebbe gelare anche in fondo . Ora te lo spiego , curioso fiociniere . Quando la temperatura e` scesa allo zero , lo strato d' acqua superiore di un mare , di un lago o di un fiume , raffreddandosi diventa piu` pesante rispetto agli altri strati che possiedono ancora del calore e allora precipita in fondo . Il secondo strato , occupando il primo posto , pure si raffredda e pure precipita , e cosi` avviene pure di tutti gli altri . Quando a tutti e` stato sottratto il calore , il primo strato gela ed essendo il ghiaccio un cattivo conduttore , impedisce o almeno ritarda molto il congelamento degli altri . Ecco perche` difficilmente un mare gela dalla superficie al fondo . Secondo questa vostra teoria , i mari piu` profondi gelerebbero meno facilmente degli altri . Certo , Koninson . Ditemi , tenente , quale e` la piu` bassa temperatura a cui gela l' acqua ? Secondo le ultime osservazioni questa temperatura sarebbe di 12 centesimali sotto zero per l' acqua limpida e tranquilla . L' acqua del mare , che e` salata , si solidifica meno facilmente di quella dei laghi e dei fiumi ? Si` , perche` prima deve separarsi dai sali . Oh ! , cosa vedo ! Cosa mai ? chiese Koninson , curvandosi sulla murata e gettando uno sguardo sul mare . Ancora le macchie oleose . Siamo adunque sulle traccie delle balene . Ah ! , se venissero a tiro del mio rampone ! Il tenente non si era ingannato . Dinanzi alla prua del Danebrog erano ricomparse le macchie oleose che il nebbione aveva fatto smarrire . La bella nuova fu tosto recata al capitano , il quale ordino` tosto di seguirle per quanto lo permettevano i ghiacci , che erano sempre numerosissimi . Disgraziatamente non lo dovevano che per un breve tratto . Gia` da alcuni minuti la nuvola formatasi in cielo si era dilatata prendendo una tinta piu` fosca e minacciando di coprire il mare con un nebbione pari , se non maggiore , a quello del di` innanzi . Ben presto la costa americana , che non distava piu` che sei o sette miglia , scomparve , poi si copri` pure il sole . La nube continuo` a scendere qualche ora dopo e finalmente si trovo` a breve distanza dalla superficie del mare che aveva perduto la sua brillante tinta verdastra . A mezzodi` un vento freddissimo comincio` a soffiare dal nord , abbattendo non pochi ghiacci male equilibrati e mettendo in movimento tutti gli altri con grande pericolo del Danebrog che poteva venire schiacciato . Tutto all' ingiro s' udirono allora tonfi , scoppi violenti e cozzi formidabili che diventavano , quanto piu` il vento cresceva , sempre piu` forti . Alle 2 il mare presentava uno spettacolo spaventevole . Lunghe ondate , come se fossero mosse da una forza misteriosa , correvano da nord a sud , colle creste coperte di candida spuma , accavallandosi disordinatamente e lanciando in aria giganteschi sprazzi che il vento tosto disperdeva e polverizzava . Sulle loro cime o nei loro avvallamenti , gli icebergs , gli hummoks , i palks e gli streams si dondolavano spaventosamente , ora tuffandosi ed ora tornando a galla ; si urtavano furiosamente struggendosi reciprocamente e , lanciando ovunque frammenti , si rovesciavano facendo fuggire con acute strida gli uccelli marini che avevano piantato nei crepacci i loro nidi . Guai se uno di essi avesse urtato , con quell' impeto , i fianchi del vascello ! I marinai , pallidi , col terrore negli occhi , seguivano attentamente i balzi disordinati di quelle montagne e ogni qualvolta una di esse minacciava di portarsi presso il vascello , sporgevano i buttafuori onde possibilmente respingerla . Alle 3 , quando l' oscurita` era maggiore , comincio` a cadere attraverso il nebbione una neve fitta che in pochi minuti coperse i ghiacci , la tolda e gli attrezzi del Danebrog . Il freddo scese quasi tutto d' un colpo di altri 8 gradi ! L' affare diventa serio assai ! disse il tenente a Koninson . Corriamo il pericolo di venire sfracellati . E l' oscurita` cresce sempre disse il fiociniere , masticando rabbiosamente un mozzicone di sigaro . Un gran brutto navigare e` il nostro , con tutti questi ghiacci che pare abbiano una voglia matta di fare del Danebrog una frittata . Vedete la costa americana , signor Hostrup ? No , Koninson , e anche quella costa mi da` assai da pensare . Possiamo trovarci da un istante all' altro dinanzi a una delle numerose isole o scogliere che la cingono . . In quell' istante , tra i fischi del vento e i muggiti delle onde , si udi` mastro Widdeak gridare con accento di terrore : Abbiamo un iceberg a prua ! Il capitano , il tenente e Koninson , malgrado i violentissimi beccheggiamenti del vascello , si slanciarono cola` . A mezza gomena appena , attraverso il nebbione , si vedeva scintillare una gran montagna di ghiaccio la quale , urtata da tutte le parti dalle onde , pareva fosse li` li` per capovolgersi . Vira , timoniere ! urlo` il capitano . Tutti ai bracci delle manovre ! Il Danebrog , che non era piu` che a venti o a trenta passi dall' iceberg , viro` prontamente sul posto , ma ricevette sul fianco tale colpo di mare che lo fece quasi rovesciare sul tribordo . Quasi nel medesimo istante si udi` ancora mastro Widdeak urlare : Bada , timoniere ! Un altro iceberg dinanzi la prua ! Infatti , dritto l' asta di prua , era improvvisamente apparso un altro iceberg e questo ancora piu` grande del primo . Era una specie di colonna alta almeno cento metri e grossa quasi altrettanto . Siamo proprio circondati ? grido` il capitano con ira . Si slancio` alla ruota del timone , e mentre i marinai , ad un comando del tenente , si portavano tutti a prua armati dei buttafuori , diresse la nave in modo da passare fra le due montagne che erano distanti appena due gomene l' una dall' altra , manovra quanto mai pericolosa , poiche` potevano proprio in quel momento perdere l' equilibrio e sfracellare il Danebrog assieme a tutti quelli che lo montavano . State in guardia , capitano ! grido` il tenente , appena vide la nuova direzione presa dalla nave . Gli icebergs non mi sembrano bene equilibrati . Non temete , tenente ! rispose il capitano con voce ferma . Che nessuno abbandoni i buttafuori ! Il Danebrog , spinto dal vento e dalle onde e guidato dalla ferrea mano del capitano Weimar , si avvicino` rapidamente alle due montagne le quali , violentemente urtate dalle acque che muggivano e rimuggivano , balzando e rimbalzando , oscillavano spaventosamente minacciando di urtarsi e di capovolgersi . Non mancavano piu` che poche decine di metri , perche` il Danebrog giungesse al pericoloso passo , quando dall' iceberg piu` grande caddero in mare parecchie centinaia di ghiacciuoli , cio` che indicava che stava per perdere l' equilibrio . Un urlo di terrore si alzo` sul ponte della nave ; i marinai che si erano raggruppati a prua , lasciarono il posto precipitosamente , gettando via i buttafuori . Alcuni si slanciarono verso le baleniere , ritenendo ormai imminente una catastrofe . Il tenente , che era rimasto intrepidamente sul castello di prua , si getto` in mezzo ai fuggiaschi alzando minacciosamente il buttafuori che teneva in mano . Ai vostri posti ! urlo` . Il primo che pone una mano sulle baleniere lo ammazzo come un cane ! tuono` dal canto suo il capitano , che si teneva aggrappato alla ruota del timone . Tutti a prua o siamo perduti ! Koninson primo , mastro Widdeak secondo , poi tutti gli altri riguadagnarono i posti assegnati . Era tempo ! Il Danebrog si era cacciato fra le due montagne di ghiaccio e una di queste , portata innanzi da un' onda , minacciava di spezzare i pennoni e le murate . I marinai , quantunque il terrore li agghiacciasse , ubbidirono di comune accordo . L' iceberg che avanzava sempre rollando spaventosamente , tutto d' un tratto s' inclino` verso la nave che gli passava di fianco ratta ratta e sfracello` i buttafuori mandando a terra gli uomini che li stringevano . Per la seconda volta i marinai abbandonarono i loro posti fuggendo a tribordo . Il capitano Weimar getto` un vero ruggito e il tenente , malgrado tutto il suo coraggio , impallidi` . Entrambi credettero che questa volta pel Danebrog fosse proprio finita . Un' altra onda avvicino` di piu` la montagna di ghiaccio . Un pennone , quello di maestra , che sporgeva assai fuori dal bordo , fu smussato da un blocco di ghiaccio staccatosi dalla cima dell' iceberg Si salvi chi puo` ! urlarono alcuni marinai , che avevano perduto completamente la testa . Fermi ! Fermi ! Passiamo ! tuono` il capitano Weimar sempre ritto dietro la ruota del timone . Il Danebrog , trasportato dal vento che soffiava con forza irresistibile , filava come una rondine marina quasi strisciando sul fianco della montagna . Due volte tocco` , ma finalmente usci` dal pericoloso passo e si slancio` sulle onde furenti lasciandosi addietro i due icebergs , i quali in brevi istanti scomparvero nel nebbione . Un grido di gioia s' alzo` fra l' equipaggio , unito al grido di : Viva il capitano ! Ma quel grido cesso` quasi subito . Uno strano e formidabile fragore si era improvvisamente udito verso sud est . Pareva che l' oceano si rompesse contro una costa che il nebbione non permetteva di vedere . Tenente Hostrup ! grido` il capitano che aveva pure udito quel lungo muggito . Cosa abbiamo dinanzi a noi ? La costa americana forse ? Il tenente sali` sul castello di prua e guardo` attentamente dinanzi , a babordo e a tribordo , ma altro non vide che furiosi marosi i quali trascinavano nei loro disordinati movimenti ghiacci di ogni dimensione , sfracellandoli gli uni contro gli altri . Si curvo` piu` che pote` verso l' acqua e tese attentamente gli orecchi . Fra i fischi del vento e i cozzi dei ghiacci udi` distintamente un sordo muggito . Si` , capitano grido` . Noi abbiamo vicina la costa o una scogliera . Tutti ai bracci delle vele pronti a virare ! comando` il capitano , Il Danebrog per dieci minuti tiro` innanzi , sempre orribilmente sballottato dalle onde , che saltavano sopra le murate inondando la tolda da prua a poppa . Ad un tratto , a breve distanza apparve una spuma biancastra e il muggito poco prima udito divenne cosi` intenso da credere che la costa o le scogliere fossero a poche gomene . Il capitano Weimar stava per dare il comando di virare , quando avvenne un leggero cozzo che arresto` subito la marcia del Danebrog . Il tenente e Koninson corsero a prua e si issarono , per meglio vedere , sul bompresso . Quasi subito avvenne un secondo urto e questa volta cosi` forte da rovesciare tutto l' equipaggio . Una montagna d' acqua , varcate le murate , si precipito` sulla tolda atterrando tutto cio` che incontrava . Tra i fischi del vento ed i muggiti delle onde s' udirono due grida d' aiuto , poi piu` nulla . Quando i caduti si rialzarono , il Danebrog galleggiava ancora , ma due uomini mancavano . Il tenente Hostrup e il fiociniere Koninson , che al momento dell' urto si trovavano sull' albero di bompresso , erano stati trascinati via dal colpo di mare ! X . LA SCOGLIERA L' uragano non cessava un solo momento , anzi tendeva a diventare ancora piu` terribile . Un vento indiavolato , irresistibile , spazzava senza posa l' oceano ora fischiando e ora muggendo , lacerando il nebbione e sconvolgendo le acque che s' alzavano in forma di montagne , urtandosi con mille muggiti . I ghiacci , che pareva crescessero ad ogni istante di numero , orribilmente scrollati , perdevano ad ogni tratto l' equilibrio , si sprofondavano , tornavano a galla , si rovesciavano ora su un fianco e ora sull' altro e si frantumavano con scoppi paragonabili a quelli delle folgori o delle artiglierie . In mezzo a tutti quei fragori , che diventavano ognora piu` intensi , di quando in quando si udiva un grido gutturale seguito da un fischio acuto , tagliente , che non era prodotto ne` dal vento , ne` da alcun abitante dell' oceano , ma che pure pareva uscisse dalle onde . Quel grido e quel fischio erano emessi da Koninson . Il fiociniere , strappato dal bompresso dal colpo di mare che aveva rovesciato l' equipaggio , era stato portato subito lontano dal Danebrog in mezzo agli elementi scatenati , prima che avesse avuto il tempo di aggrapparsi alle corde e di chiamare aiuto . Il povero giovanotto , quantunque abituato fino dall' infanzia ai freddi intensi delle regioni polari e quantunque fortissimo nuotatore , nel trovarsi tutto d' un colpo immerso in quelle acque ghiacciate e fra quelle onde di cui alcune superavano in altezza quindici metri , aveva perduta la testa e aveva bevuto parecchio , ma ben presto aveva riacquistato il suo sangue freddo e con un vigoroso colpo di tallone era risalito a galla girando attorno uno sguardo colla speranza di rivedere il Danebrog . Ma ahime` ! Il vascello , spinto dal vento che soffiava con crescente furia , era ormai scomparso nel fitto nebbione . Provo` una stretta al cuore ; si credette per sempre perduto . Lancio` due o tre grida di aiuto , ma furono soffocate dalle urla del vento , dai muggiti delle onde e dai cozzi dei ghiacci . E` finita mormoro` , battendo i denti per il freddo e per il terrore . Che fare ora ? Dove dirigersi ? Ad un tratto si ricordo` dell' urto avvenuto e dei muggiti che avevano segnalato la vicinanza di una costa o per lo meno di una scogliera . Tese gli orecchi e alla sua destra udi` ancora rompersi le onde e aguzzando gli occhi vide una lunga distesa di spuma biancastra . Animo , Koninson disse . La terra e` vicina , cerchiamo di guadagnarla . Poi vedremo cio` che si potra` fare . Ringagliardito dalla speranza , si mise a lottare contro le onde che l' assalivano da tutte le parti , ora spingendolo a destra , ora a sinistra , ora innanzi ed ora indietro , ora portandolo a grande altezza ed ora precipitandolo in profondi baratri dai quali usciva a prezzo di immani fatiche . E malgrado cio` , nella previsione che qualche suo compagno fosse stato pure strappato dalla tolda della nave , gettava di quando in quando un grido ed un fischio . Aveva percorso circa cento metri verso sud , cioe` verso il luogo ove l' oceano si rompeva con furia estrema , quando dall' alto di un' onda vide a breve distanza degli oggetti neri apparire fuori dell' acqua . To` ! Dei rottami ! esclamo` . Che il Danebrog sia andato a picco ? Dio non lo voglia ! Si rimise a nuotare con disperata energia , cercando di evitare i ghiacci che potevano stritolargli la testa o sfondargli le costole e risali` un' altra onda . Anche questa volta , attraverso la nebbia , scorse degli altri oggetti neri , somiglianti a punte aguzze e contro i quali l' oceano si frangeva . La costa ! esclamo` . Quelli la` sono scogli ! Ah se potessi approdare senza sfracellarmi ! Forse ... Non termino` la frase . Fra i muggiti delle onde aveva udito distintamente un fischio acuto e poi un grido umano . Ho un compagno vicino ? si chiese . Con un colpo vigoroso si sollevo` sull' onda e guardo` attentamente innanzi a se` , ma nulla vide . Allora getto` un grido altissimo e si arresto` trattenendo il respiro e tendendo gli orecchi . Nessuno rispose alla sua chiamata . Mi sono senza dubbio ingannato mormoro` . Io solo sono stato strappato dalla tolda del Danebrog . Animo , ragazzo , e attento agli scogli ! Quantunque il freddo a poco a poco gli irrigidisse le membra e le vesti , diventate pesantissime , lo impacciassero assai , continuo` ad avanzare . Ad un tratto , in un momento in cui il vento taceva , udi` il fischio di prima . Chi fischia ? grido` con quanta voce aveva in petto . Ohe` ! Del Danebrog ! grido` una voce poco lontana . Ma dove siete ? chiese Koninson , dibattendosi gagliardamente contro le onde che minacciavano di trascinarlo verso un masso di ghiaccio . Qui , che bevo allegramente ! rispose la voce di prima . Ma chi siete voi ? Un marinaio del Danebrog forse ? Sono Koninson , il fiociniere del Danebrog . Uno scroscio di risa si udi` fra i fischi del vento . Koninson sbarro` gli occhi . Si ride con questo freddo e questo mare indiavolato ! esclamo` . Ma chi siete voi ? Ehi , ragazzo , poggia un po` che il tuo tenente ti aspetta , disse la voce . Siete voi , signor Hostrup ? In carne e ossa , fiociniere . Anche voi strappato dal Danebrog da quella dannata ondata ? Si` , fiociniere . Avvicinati che ti aspetto , ma sbrigati perche` la gran tazza bolle orribilmente . Koninson , facendo sforzi disperati , si avanzo` nella direzione onde aveva udita la voce e poco dopo si trovo` a pochi passi dal tenente Hostrup , il quale nuotava tranquillamente come si fosse trovato in un lago , anziche` in un mare furibondo . Ah ! Quale consolazione provo nel vedervi , signore ! disse Koninson , avvicinandoglisi . Briccone ! Bella consolazione trovarmi in mezzo a queste onde che mi pestano e mi gelano le carni . E del Danebrog . cos' e` successo ? Non ne so piu` di voi , signor Hostrup . Dopo che fui portato via non lo vidi piu` . Che sia andato a picco ? Mi ricordo di un urto violentissimo . Non e` possibile . Il Danebrog ha le costole dure e poi non sarebbe scomparso tutto d' un colpo . Speriamo , Koninson , che si sia messo in salvo . Ma chissa` mai dove lo ha portato l' uragano e se a bordo si sono accorti subito della nostra scomparsa ! Credete che tornera` a cercarci ? Ne sono certo , ma quando il mare e il vento si saranno calmati . E intanto cosa faremo noi ? Guadagneremo la scogliera che ci e` vicina . E la` moriremo probabilmente di freddo e di fame . Dietro la scogliera vi sara` la costa americana , Koninson , ne sono certo . Sei stanco ? Stanco no , ma ho le membra quasi irrigidite e le vesti cosi` pesanti che fatico assai a mantenermi a galla . Ah , se potessi levarmele di dosso ! Non farlo , Koninson . Come resisterai dopo a questo freddo ? Ma se non troviamo da asciugarci ... Bah ! Sulla costa americana gli alberi non mancano . Ma chi li accendera` ? Ho la mia pipa e il mio tabacco , Koninson , e tu sai che assieme a queste due cose va sempre unito l' acciarino . E anche un pezzo d' esca , spero . Nella mia scatoletta ho anche l' esca . Ora bada a non romperti le costole contro la scogliera ; siamo a meno di una gomena dai primi scogli . Avanti , fiociniere ! I due disgraziati marinai del Danebrog , ora avvicinati in modo da urtarsi , ed ora separati violentemente , si diressero verso la scogliera che , come si` disse , era vicinissima . Ben presto entrarono in mezzo ad una candidissima spuma piena di ghiacciuoli cosi` acuti che laceravano le membra . Qui le onde si frangevano e si rifrangevano con tale furore contro gli scogli , che i due nuotatori si trovarono grandemente imbarazzati a mantenersi a galla . C' erano dei momenti che entrambi scomparivano . Coraggio , fiociniere ! grido` ad un tratto il tenente che non perdeva , malgrado tutto quel diavoli`o , la sua abituale flemma . Attento alle punte ! Ho paura ! disse Koninson battendo i denti . Questi muggiti mi fanno perdere la testa . Calma e coraggio , Koninson . Verremo stritolati , tenente . Guardate che punte aguzze . Nuota contro corrente , fiociniere . L' onda ci spingera` egualmente a terra . Erano allora a sole cinquanta braccia dalla scogliera , le cui punte nere e sottili , al solo vederle , mettevano i brividi . L' oceano , frangendosi contro , produceva un baccano orribile : erano spaventevoli muggiti , scoppi violenti che parevano colpi di cannone , scricchiolii , fischi , cozzi . Colonne d' acqua si slanciavano furiosamente in alto e ricadevano con incredibile violenza rompendo le ondate , le quali talora , chissa` mai per qual causa , formavano dei vortici e gran numero di ghiacci si frantumavano scagliando ovunque i loro pezzi , di cui parecchi di non piccole dimensioni . Un mezzo minuto piu` tardi i due nuotatori assordati , pesti , acciecati e mezzi soffocati , erano quasi sopra gli scogli . Un' onda li sollevo` a prodigiosa altezza , e dopo averli furiosamente scossi , li trascino` sopra le punte aguzze scagliandoli impetuosamente contro una rupe che usciva parecchi metri fuori da quelle acque irritate . Si udirono , fra i muggiti dell' oceano e i cozzi dei ghiacci , due grida , poi piu` nulla . Erano stati sfracellati sul colpo ? Per alcuni istanti la scogliera apparve deserta , poi fra la spuma che la copriva incessantemente , apparve una forma umana : era il tenente Hostrup . S' alzo` quanto era lungo aprendo ben bene le gambe per non venire portato via dal mare , si tasto` lentamente le costole , poi le gambe , indi le braccia , poi starnuto` sonoramente . Nulla di rotto ! disse , con una certa compiacenza . Per Bacco ! C' e` qualcuno che mi protegge . Ma quel povero ragazzo , dov' e` cacciato ? Getto` uno sguardo all' intorno ed a pochi passi vide un uomo dibattersi contro le onde . Ehi , Koninson , coraggio , ragazzo mio , e , se hai nulla di rotto , alzati , Ah , mio tenente ! esclamo` il fiociniere , battendo i denti per il freddo e per l' emozione . Che brutto approdo ! Sei intero ? Si` , ma tutto ammaccato . Poco di male , allora . Vieni , amico , cerchiamo di guadagnare un pezzo di terra meno umida e meno fredda . Brr ! ... Ancora dieci minuti e noi geleremo . Koninson si strinse addosso i panni che sgocciolavano da tutte le parti e , aggrappandosi alle sporgenze delle roccie , lo raggiunse . Cosa facciamo ? chiese . Laggiu` attraverso la nebbia , non ti sembra di vedere una massa , oscura alla base e biancastra alla cima ? Si` , tenente . Che sara` ? La costa americana . Tale e` anche la mia opinione . Ragazzo mio , bisogna farsi animo e raggiungerla . Ma questa scogliera mi pare isolata . Torneremo a saltare in acqua . Con questo freddo ? Ci scalderemo prima . A qual fuoco ? Non parlare di fuoco ora . Bisognera` accontentarsi di un esercizio violento . Imitami , Koninson . Cosi` dicendo il tenente si era messo a saltare come una capra agitando pazzamente le braccia Koninson comprese che solamente quella bizzarra ginnastica poteva arrestare il gelo che a poco a poco gli irrigidiva le membra . Ora che le braccia e le gambe funzionano discretamente bene , andiamocene ! disse il tenente dopo un quarto d' ora . Spicciamoci , Koninson , e bada di tenerti vicino a me . Non ci fracasseremo le costole questa volta ? Speriamo che la costa abbia un pendio piu` dolce e sia priva di scogli . Attraversarono la scogliera che misurava dieci o dodici metri di larghezza su venticinque o trenta di lunghezza e scesero dall' altra parte . Ivi il mare era piu` tranquillo , ma un gran numero di ghiacci lo ingombravano e tutti coperti da un alto strato di neve . Koninson si arresto` indeciso , Fara` un freddo terribile li` dentro ! disse . La traversata durera` poco , fiociniere rispose il tenente . Non abbiamo che sei o settecento metri da percorrere . E se quei ghiacci ci pigliano in mezzo e ci schiacciano la testa ? Cercheremo di evitarli . Orsu` , non tardare un secondo di piu` , Koninson , se ti preme la pelle . Guarda , la scogliera sta per essere spazzata da quell' onda mostruosa . Coraggio , fiociniere , che Dio non ricusera` di aiutarci . Il tenente salto` in acqua per il primo ; Koninson , dopo un po` di esitazione , lo segui` . Credettero tutti e due di morire gelati tanto quell' acqua era fredda , ma si fecero animo e ricominciarono a nuotare affrettando i movimenti . Tene ... nte balbetto` Koninson . Mi ... pare che ... mi si schiacci ... il petto ... Nuota ... forte , fiociniere ... La costa non e` lontana . Auff ... ne ho ... per una settimana e ... Sta zitto ... conserva le ... tue forze ... Ansando , rantolando , l' uno vicino all' altro , i due disgraziati avanzavano verso i ghiacci che pareva volessero ostruire il passo . Ben presto si trovarono fra due palks di non piccole dimensioni i quali dondolavano perpendicolarmente scricchiolando ad ogni colpo . Il tenente si caccio` arditamente nel canale da essi formato , spintovi anche dalle onde che , superata la scogliera , correvano ad infrangersi verso la costa , la quale era difesa da un grande banco tagliato in forma di sperone . Koninson lo segui` . Passato il canale , si cacciarono entro un altro formato da due piccoli icebergs , dalle cui cime cadevano ad ogni istante pezzi di ghiaccio cosi` sottili e acuti che parevano lame di coltelli . Piu` di uno cadde addosso ai nuotatori , lacerando le loro casacche . Dopo dieci buoni minuti giunsero finalmente ad una sola gomena dal banco di ghiaccio . Dietro a questo appariva confusamente , fra il nebbione , la costa che era senza dubbio quella americana . Era alta , dirupata , coperta da uno strato di neve e , a quanto pareva , deserta . Pero` sulla cima di quelle rupi , il tenente credette di vedere delle piante . Co ... rag ... gio , Koni ... nson ! balbetto` . A ... van ... ti rispose il fiociniere , che non ne poteva proprio piu` e che aveva le braccia paralizzate . Fecero un ultimo e disperato sforzo e si avvicinarono ancor piu` . Finalmente un' onda li prese e li porto` abbastanza tranquillamente sul banco di ghiaccio ove rotolarono senza forze e irrigiditi , in mezzo alle nevi ed ai ghiacciuoli . Erano allora le 6 del mattino . XI ATTRAVERSO LE NEVI I due poveri nuotatori , esausti , ansimanti , intirizziti dalla lunga immersione in quelle acque eccessivamente fredde e pesti dai continui assalti delle onde , rimasero parecchi minuti dove li aveva deposti l' oceano , rannicchiati nelle loro vesti che gocciolavano da tutte le parti , e senz' essere capaci di scambiare una parola . A tutti e due non pareva vero di essere giunti cola` e di essere ancora vivi , dopo tante vicende passate in cosi` breve tempo . Il tenente finalmente , che doveva essere proprio di ferro , con un poderoso sforzo si alzo` . Konin ... son ! balbetto` , additandogli la costa che in quel luogo scendeva dolcemente . Vi ... eni , se non ... vuoi ... morire ... qui ... An ... co ... ra un mo ... mento , te ... nente balbetto` il fiociniere , le cui mascelle , nel pronunciare quelle poche parole , scricchiolavano come se le articolazioni fossero state inchiodate . No ... no ... vie ... ni ... , po ... vero ... ragazzo ... vie ... ni ripete` il tenente . Non ... lo ... posso ... . non ... , Il tenente comprese che il compagno era assolutamente nell' impossibilita` di muoversi . Allora gli si avvicino` , gli strappo` di dosso le vesti e , messolo quasi a nudo , si mise a strofinargli energicamente le braccia , le gambe , il corpo e il viso colla neve . Aiut ... ami , Ko ... ninson mormoro` . Il fiociniere lo secondo` per quanto gli permettevano le sue forze esauste . Quelle doppie frizioni riattivarono ben presto la circolazione del sangue che pareva fosse li` li` per arrestarsi e per sempre . Allora il tenente penso` a se` e spogliatosi , malgrado il vento freddissimo , ripete` su se stesso l' operazione aiutato da Koninson , che si sentiva rinvigorito e discretamente caldo . Ora , disse il bravo comandante , dopo aver fatto sette od otto salti come se volesse provare l' elasticita` delle sue membra affrettiamoci a guadagnare la costa . E dove andremo ? chiese Koninson , infilando le vesti ancora bagnate . In cerca di un rifugio e di un po` di fuoco . Ma sperate di trovare qualche capanna ? Capanne no , ma qualche caverna si` ; la costa americana ne ha moltissime . Animo , Koninson ! Attraversarono il banco di ghiaccio che scricchiolava sinistramente sotto i loro piedi e salirono la sponda che era assai elevata e coperta da piu` di mezzo metro di neve . Giunti sulla cima , girarono attorno Io sguardo . Dinanzi a loro si estendeva una specie di altipiano , interrotto qua e la` da profonde fessure , da roccie e da alcuni pini neri e chiuso verso sud da una doppia catena di colline dirupate e nevose . Non c' era alcuna capanna e , quel che e` peggio , nessuna selvaggina in vista . A destra e a sinistra di quell' altipiano si alzavano pure delle alture , anche queste dirupatissime e coperte di un fitto strato di neve . Sulle loro cime si rizzava qualche pioppo la cui sommita` s' incurvava bizzarramente formando un grand' arco . E` un deserto di neve questo disse Koninson . Il tenente non rispose . Si volse e guardo` l' oceano che appariva quasi sgombro dal nebbione . Fin dove giungeva lo sguardo altro non si vedeva che grandi ondate spumeggianti , che il vento sbatteva in tutte le direzioni , e massi di ghiaccio di tutte le forme e dimensioni che cozzavano violentemente fra loro mandando in aria nembi di ghiacciuoli . Del Danebrog nessuna traccia . Dove sara` ? mormoro` il tenente che era diventato pensieroso . Chi ? domando` Koninson . Il Danebrog . Che sia andato a picco ? O che si sia rifugiato in qualche seno della costa per riparare le avarie causategli dall' urto ? Allora lo ritroveremo . Lo spero , poiche` il capitano Weimar non e` un uomo da abbandonare questi paraggi , sapendo che due dei suoi uomini sono qui . Ma puo` crederci morti , tenente . Non lo credo , Koninson . La costa era vicina e il capitano sa che noi siamo forti nuotatori . E cosa faremo intanto ? Raggiungeremo quelle alture e la` aspetteremo che la tempesta sia cessata . E poi ? Poi seguiremo la costa verso est . In cammino , Koninson . Si posero in marcia con passo rapido per non gelare vivi , poiche` il freddo era veramente feroce , accresciuto anche dal vento il quale sollevava attorno ai due poveri marinai delle vere nubi di minutissimi ghiacciuoli e di nevischio . La via era aspra , ineguale e spesso intersecata da profondi crepacci pieni di neve , entro i quali molto spesso Koninson e il tenente cadevano , penando poi assai nell' uscirne . Tuttavia camminarono cosi` bene , che dopo mezz' ora giunsero ai piedi di una collina assai dirupata e sulla cui cima ondeggiavano fortemente alcuni pini . La girarono e guadagnarono un luogo ove la collina scendeva dolcemente verso il mare . Quasi subito gli occhi del tenente scorsero una nera apertura presso la quale giungevano talora gli sprazzi delle onde . La` dentro staremo bene ! disse a Koninson . Potremo riposarci , scaldarci , e nel medesimo tempo guardare l' oceano . Avanti allora , signor Hostrup . Io non ne posso piu` ! Si avvicinarono all' apertura che era larga assai , ma poco alta e per di piu` in parte ostruita da certe colonne di ghiaccio , scese forse dalla volta , ed entrarono . Ad un tratto Koninson , che camminava innanzi al tenente , si arresto` bruscamente facendo un gesto di sorpresa e di terrore . Che hai ? chiese Hostrup . C' e` qualcuno dentro rispose il fiociniere . E` impossibile ! Non vedo che tenebre . Ho udito un ruggito , signore . Un ruggito ! ... Oh ! ... Oh ! ... Che ci sia un orso ? Lo temo . Io ho un coltello alla cintura . E anch' io , ma poco varranno tali armi contro una bestia cosi` grossa e cosi` feroce . Zitto ! ... In fondo alla caverna si udi` un profondo ruggito , poi si videro brillare due occhi grandi , rotondi , dai riflessi verdastri . Non e` un orso disse il tenente , che aveva subito impugnato il coltello . O m' inganno di molto , o abbiamo da fare con una foca o con un tricheco . Una foca qui dentro ? E perche` no ? Non siamo forse a due passi dal mare ? Sara` venuta qui a riposare o a mettersi al riparo dalla tempesta . Va a prendere un ramo di pino . Koninson si affretto` a obbedire e poco dopo ritorno` con una bracciata di rami resinosi . Il tenente estrasse da una scatoletta di metallo ermeticamente chiusa l' acciarino e un pezzo d' esca e accese una di quelle torcie . Avanti ! disse poi . E i coltelli in pugno ! Entrarono nella caverna che pareva assai profonda , e fatti dieci o dodici passi , si trovarono dinanzi ad una foca gigantesca , la quale si era appoggiata ad una parete mostrando i denti ed emettendo rauchi ruggiti . Addosso , Koninson ! grido` il tenente . Abbiamo la cena ! Il fiociniere balzo` addosso alla foca ; con un formidabile pugno applicatele sul naso la stordi` , poi con un rapido colpo di coltello la scanno` . La morte fu quasi istantanea . Il tenente si avvicino` col ramo acceso e la osservo` con curiosita` . Era una otaria , anfibio appartenente alla famiglia delle foche , dalle quali si distingue per avere un poco d' orecchio esterno . Quest' animale ci voleva disse Koninson . Ho una fame proprio feroce . Metteremo ad arrostire il fegato , che passa per un boccone delicatissimo disse il tenente . Ma affrettati ad accendere il fuoco , Koninson , poiche` stiamo per gelare . To` ! Cosa c' e` laggiu` ? Una provvista di legna ! Riprese il ramo di pino che aveva piantato accanto la foca e si reco` in fondo alla caverna . Con sua grande sorpresa trovo` una considerevole provvista di legna , un alto strato di licheni e due lance colla punta di ossidiana . Ma questa caverna ha servito di ricovero a qualche indigeno diss' egli . Forse a qualche cacciatore ! aggiunse Koninson . Ah ! Il bel fuoco che accenderemo ! Con due pezzi di roccia improvviso` un camino e vi getto` sopra un ammasso di legna . Il ramo , che continuava ad ardere , fu messo sotto e pochi istanti dopo una superba fiamma illuminava l' antro , spandendo all' intorno un dolce calore . Il tenente e Koninson si spogliarono rapidamente delle vesti che cominciavano a indurirsi , le stesero dinanzi alla fiamma e , impugnati i coltelli , sventrarono destramente l' otaria strappandole il fegato che fu tosto infilzato in una lancia e avvicinato ai tizzoni . Che colazione ! esclamo` Koninson , tornato di buon umore . Ventre di balena ! Il mio naso non ha mai sentito un profumo piu` appetitoso di questo . Non mancherebbe che una bottiglia di gin o di wisky . Ne faremo senza ! rispose il tenente , che si era accoccolato accanto alla fiamma e che si stropicciava energicamente le membra per riattivare completamente la circolazione del sangue . Ditemi , signor Hostrup , ripiglio` il fiociniere . e` buona la carne delle otarie ? Confesso di non averne mai mangiato . Per gli Eschimesi , che vanno pazzi per l' olio e pel grasso , si` , ma per noi bianchi e` detestabile . Ma avendo fame la si puo` inghiottire . Anche i tuoi stivali , non avendo altro da porre sotto i denti , si possono rosicchiare . Ma come mai questa otaria si trova qui sola ? ... Vi sorprende forse ? Si` , Koninson , poiche` ordinariamente vanno a branchi numerosissimi , specialmente in questa stagione . Su certi punti della costa americana , se ne vedono anche oggidi` delle migliaia , malgrado la caccia spietata che loro fanno i balenieri e gli indigeni . E` vero , tenente , che queste otarie non appariscono sulle coste americane che il primo di maggio ? Si` , Koninson , e posso aggiungere anche che tutti gli anni giungono anche alla stessa ora . . E quanto vi rimangono ? Fino alla meta` di dicembre . Oltre quest' epoca non si trova un' otaria a volerla pagare a peso d' oro . E` un magnifico spettacolo , Koninson , che merita di essere veduto , l' approdo di questi anfibi . Ma cosa vengono a fare sulle coste ? Vengono ad attendere le femmine , le quali giungono infallibilmente tutti gli anni il 15 di giugno . Avete mai veduto uno di questi arrivi ? Si` , Koninson , e parecchie volte . . Sei anni or sono io mi trovavo nella baia Smith quando fu segnalato l' arrivo di parecchie migliaia di otarie . Erano tutti maschi . In men che lo si dica occuparono un punto della costa disponendosi su tre file : dinanzi i beach master , o padroni del posto , in mezzo i bachelors o celibatari , quasi tutti giovani , ultime le riserve . Il 15 giugno fu segnalato l' arrivo delle femmine . Venivano innanzi in ranghi compatti e lunghissimi ; anche qui le otarie si contavano a migliaia . Allora si vide uno spettacolo curioso . I beach master si gettarono in mare , nuotarono incontro alle femmine e prendendole gentilmente per la pelle della nuca , ne portarono un gran numero a terra . Quando ognuno ne ebbe sette od otto , lasciarono allora il posto ai celibi i quali a loro volta balzarono in mare disputandosi con ferocissime zuffe le femmine rimaste . I ranghi dei celibi di cosa sono composti ? Di otarie giovani . E i beach master sono invece ? ... Gli adulti , e , come ti dissi , ognuno prende sette od otto femmine . Corpo d' una balena ! Sono veri sultanelli questi signori beach master . E ve ne sono taluni forti e prepotenti che si prendono persino venti femmine . E , giunta l' epoca della partenza , se ne vanno tutte assieme le otarie ? No , prima partono i vecchi , e cio` avviene in ottobre , poi i nati , quindi le femmine . E mentre sono uniti non vengono disturbati ? I balenieri e gli Eschimesi piombano sovente in mezzo a questi grandi campi e fanno degli orribili macelli . Per averne le pelli ? Si` , Koninson . E si pagano bene ? Sei , otto e qualche volta dieci dollari ciascuna . Fanno adunque dei lauti guadagni i cacciatori . Sempre , poiche` uccidono in quei massacri delle migliaia di otarie . Leva dal fuoco il fegato , che mi pare sia cotto a puntino . Il fiociniere obbedi` e lo depose su di un sasso ben levigato . II tenente lo divise per meta` e tutti e due cominciarono a lavorare di denti e cosi` bene , che in cinque minuti piu` nulla restava . Ora , disse il tenente facciamo una pipata e poi una dormita . E non pensate al Danebrog ? chiese Koninson . La tempesta continua , Koninson , e il Danebrog non tornera` finche` non sara` finita . Ma sperate che ritorni ? Ne sono certo ; ti ho detto che il capitano Weimar non e` uomo da abbandonare i suoi marinai , II tenente accese la pipa che aveva ritrovata in una tasca della sua giacca assieme alla scatola del tabacco che era rimasto perfettamente asciutto , si sdraio` sullo strato di licheni e si mise a fumare flemmaticamente , mentre Koninson richiudeva alla meglio , con grossi sassi e rami di pino , l' apertura della caverna , per essere meglio riparato dal vento e dal freddo . Alle 9 mentre l' uragano accennava a decrescere , i due marinai , coricatisi l' uno accanto all' altro , coi piedi rivolti verso il fuoco , si addormentavano profondamente . Il loro sonno pero` fu di breve durata , poiche` il baccano che veniva dal di fuori era veramente spaventevole . Erano continui muggiti prodotti dalle onde che venivano a sfasciarsi ai piedi del colle , lanciando degli sprazzi d' acqua persino dentro la caverna ; erano continui scoppi prodotti dai ghiacci che si frantumavano gli uni contro gli altri e continui fischi ed urla indiavolate prodotte dal vento , il quale dopo essersi un po` calmato , aveva ripreso novella foga . Verso le 11 , secondo i calcoli del tenente , provarono a mettere la testa fuori . Non nevicava piu` , ma il cielo era sempre coperto da gigantesche nubi le quali correvano disordinatamente per il cielo , accavallandosi confusamente sotto i furiosi colpi di vento , e il mare era ancora agitatissimo . Sulle onde oscillavano spaventosamente gran numero di icebergs , di hummocks e di streams . Che cosa facciamo ? chiese Koninson . Ti senti forte ? Si` , tenente . Allora mettiamoci in cammino . Ho fretta di rivedere il Danebrog . Seguiremo la costa ? Finche` potremo si` , poi daremo la scalata a quella catena di colline che vedi lassu` . Si coprirono alla meglio , si armarono di un grosso ramo di pino per aiutarsi nell' ascensione che stavano per intraprendere attraverso le dirupate colline , e si misero in cammino con passo abbastanza rapido , tastando pero` prima il terreno onde non cadere in qualche crepaccio che poteva celarsi sotto lo strato di neve . Per un po' di tempo seguirono la costa passando in mezzo a picchi aguzzi , poi deviarono verso sud non essendovi piu` passaggi e cominciarono a scalare un' altissima collina coperta di neve e sulla quale ruggiva furiosamente il vento , torcendo un gruppetto di intristiti abeti . Dannata bufera ! esclamo` Koninson , piegandosi verso terra per meglio resistere agli urti del vento . Quando cessera` ? Ne avremo fino a domani di certo . rispose il tenente , che segnava la via . Se il Danebrog si trova ancora in mare , sara` a quest' ora ben lontano da noi . Se non lo troveremo oggi , sara` domani . Ma dove dormiremo stasera ? In qualche altra caverna . E metteremo sotto i denti ? Ho un bel pezzo di foca in tasca . Animo , Koninson , che la marcia comincia a diventare faticosa . Bada di non perdere l' equilibrio se non vuoi fracassarti le ossa . La marcia infatti diventava allora difficilissima e anche pericolosa . Non c' erano sentieri in nessun luogo e dalle nevi sorgevano punte rocciose cosi` aguzze da lacerare le scarpe . Oltre a cio` il vento non cessava dal soffiare ; anzi , la sua violenza , man mano che i due marinai si innalzavano , diventava sempre maggiore , trascinando con se` nembi di neve e ghiacciuoli e strappando , dalla cima del colle , delle pietre di non piccola mole , le quali scendevano rimbalzando violentemente di roccia in roccia . Verso la cima si udivano poi certi fischi e certi muggiti da mettere i brividi . I due poveri cacciatori di balene , acciecati dalla neve , gelati da quel ventaccio , percossi dai sassi , ora spinti da una parte e ora dall' altra , non procedevano che con molto stento . Ad ogni istante erano costretti a curvarsi ed aggrapparsi alle roccie per non essere portati via . Verso il tocco , sfiniti , insanguinati , coperti di neve , colle vesti lacere , le scarpe sfondate , giungevano sulla cima della collina che si stendeva in forma di altipiano . Cola` il vento , non piu` imprigionato fra le rupi , urlava in modo orribile sconvolgendo lo strato di neve e torcendo come pagliuzze i pochi abeti che lassu` vegetavano . Vedete nulla ? chiese Koninson , addossandosi ad una rupe . Il tenente si arrampico` sulla cima della rupe e guardo` innanzi a se` . Alla sua sinistra , ad un miglio di distanza , scorse il mare coperto di ghiacci ; alla sua destra si elevava un' alta montagna dirupatissima e coperta di neve ; dinanzi si estendeva una pianura ondulata , interrotta qua e la` da piccoli corsi d' acqua gelata . Ad un tratto fece un gesto di stupore . Seguendo collo sguardo la costa , aveva veduto sorgere nel mezzo di una profonda spaccatura che doveva senza dubbio essere qualche piccolo seno o qualche stretto fiord , gli alberi di una nave . Vedete nulla , signor Hostrup ? chiese Koninson per la seconda volta . Si` , fiociniere , vedo gli alberi di una nave rispose il tenente . Ventre di foca ! Una nave avete detto ? Il Danebrog forse ! Si` , e` il Danebrog , ne sono certo , Koninson . Iddio sia ringraziato ! E` molto lontano ? Un miglio e mezzo forse . Partiamo , partiamo , signor Hostrup ! Non sono piu` stanco . Ah ! Bravo capitano ! Urrah ! Urrah ! Calmati , Koninson . Andiamocene di qui , signor Hostrup . Io ho le vampe sotto i piedi . Il tenente , che malgrado tutta la sua calma era pure impaziente di ritornare a bordo del valoroso Danebrog , scese dalla rupe e si mise in cammino preceduto da Koninson . Nonostante la furia della burrasca , attraversarono rapidamente l' altipiano e scesero sul versante opposto lambendo un profondo abisso da cui uscivano dei lamentevoli ululati , forse emessi da qualche branco di lupi affamati . Dopo aver arrischiato piu` di venti volte di fracassarsi in fondo di quell' abisso e di rompersi le gambe giu` per il dirupato pendio , giunsero nella pianura . L' attraversarono quasi a passo di corsa e si arrestarono sulle alte sponde di un lungo e stretto fiord , in fondo al quale stava solidamente ancorato il Danebrog fra un gran numero di ghiacciuoli staccatisi da un grande e grosso banco di ghiaccio che si era incastrato dinanzi l' uscita di quel braccio di mare . Ohe ! Del Danebrog ! urlo` Koninson con voce tonante . Un marinaio , poi due , poi cinque , poi tutti apparvero sulla tolda della nave . Un gran grido echeggio` Il tenente Hostrup ! Viva il tenente ! Viva Koninson ! Una baleniera fu subito calata in acqua , sette uomini , compreso il capitano Weimar , vi presero posto , e si diresse a tutta forza di remi verso la riva . Pochi minuti dopo il tenente e Koninson si trovavano l' uno fra le braccia del capitano e l' altro fra quelle di due camerati che ormai li avevano creduti per sempre perduti ! XII BLOCCATI DAI GHIACCI Il valoroso Danebrog , guidato dall' abile e robusta mano del non meno suo valoroso capitano , era uscito sano e salvo dalla formidabile tempesta . Spinto dal vento , era andato ad investire non gia` contro la scogliera che era stata segnalata e come avevano dapprima creduto il tenente Hostrup e il fiociniere Koninson , bensi` contro un gran banco di ghiaccio che era apparso quasi improvvisamente dinanzi la prua . L' urto era stato cosi` gagliardo da atterrare l' intero equipaggio e da balzare in mare il tenente e il fiociniere , ma non aveva prodotto avarie al solido sperone della nave . Questa , dopo essersi arrestata per alcuni istanti , sollevata da una montagna d' acqua era tornata a cozzare contro l' ostacolo ; poi aveva proseguito la disordinata corsa attraverso il nebbione . Appena accortosi della scomparsa del tenente e del fiociniere , malgrado la furia del vento , il mare sollevato spaventosamente e i numerosi banchi di ghiaccio che correvano disordinatamente in tutte le direzioni , il capitano , che amava assai quei due coraggiosi , aveva audacemente dato il comando di virare di bordo e di allestire la grande baleniera , ma la manovra ardita quanto pericolosa , con quell' imperversare degli elementi , non era riuscita . Allora diede il comando di poggiare verso la costa , risoluto di non abbandonare quei paraggi senza avere ritrovato vivi o morti i due disgraziati . Ed infatti , dopo una ostinata lotta contro l' uragano che la trascinava verso est e contro i ghiacci , la nave era riuscita a rifugiarsi in quel profondo fiord , il quale era stato subito chiuso da un gran banco di ghiaccio staccatosi da un altro ancora piu` grande . E li` il capitano aspettava che la tempesta si calmasse un po` per rimettersi in cerca del tenente e del fiociniere , che supponeva rifugiati su qualche punto della costa o sulla scogliera intravveduta attraverso la nebbia . Il signor Hostrup e Koninson a bordo furono accolti con grande festa , poiche` tutti li amavano assai per il loro coraggio e per la loro valenti`a . Dovettero stringere le mani a tutti quanti e , quando furono ben vestiti ed ebbero calmati gli stiracchiamenti dello stomaco , furono costretti a narrare le loro avventure . Ed ora , che cosa si fa ? chiese il tenente al capitano Weimar , quand' ebbe finita la narrazione . Si aspetta che la burrasca finisca per fuggire verso ovest . La stagione della pesca e` finita , tenente , e disgraziatamente assai male . La scommessa e` perduta dunque ? Si` , tenente ! rispose Weimar con tristezza . I Danesi sono stati sconfitti . Bah ! Riprenderemo la rivincita l' anno venturo , capitano . Si` , se riusciremo a guadagnare il porto che ci ha veduti partire . Temete i ghiacci , capitano ? Si` , perche` ci siamo spinti troppo innanzi . A quest' ora noi dovremmo essere nel mare di Behring . La nave e` ancora solida , capitano , e puo` lavorare di sperone . Non dico di no , ma temo che si avanzino i grandi banchi di ghiaccio . Sento per istinto che l' icefield non e` lontano . Dannata scommessa che forse pagheremo assai cara ! Essa sola ci ha trascinati fin qui . E anche il destino , capitano . Due urti in una stagione sono stati troppi . E l' uscita dal fiord sara` facile ? Ho veduto un banco di ghiaccio all' entrata . Lo spezzeremo , tenente . Il fiord e` lungo ; possiamo quindi prendere un grande slancio . Ora andate a riposarvi , che ne avete bisogno ; io ispezionero` il banco e cerchero` di indebolirlo . Il tenente , che si sentiva affranto per la lunga marcia fatta attraverso le nevi e le rupi , si ritiro` nella sua cabina , mentre il capitano scendeva nella baleniera con una dozzina di marinai muniti di grandi seghe , di picconi e di scuri . Il banco di ghiaccio che chiudeva il fiord fu accuratamente visitato . Era lungo duecentosessanta metri , largo centoventi e grosso nove pollici . Per di piu` , sul dinanzi , spinti dalle onde e dal vento si erano aggruppati parecchi hummoks , streams e palks che tendevano a cementarsi rendendo maggiore l' ostacolo . Il Danebrog avra` un osso duro da spezzare ! disse mastro Widdeak al capitano . E se non facciamo presto diverra` ancora piu` duro . La tempesta si calma , vecchio mastro . disse Weimar . Stanotte potremo partire . Dobbiamo assalire il banco ? Assalitelo . Non si chiudera` il canale che apriremo , col freddo che fa ? Speriamo che cio` non accada . Non abbiamo che due gradi sotto zero . Mano alle seghe e ai picconi . Il mastro traccio` sul banco un canale largo sette o otto metri e i marinai si misero alacremente al lavoro manovrando vigorosamente i loro attrezzi . Prima di sera un terzo del banco era stato spezzato . Non restava che un tratto di sessanta metri e questa rottura poteva benissimo farla , e senza pericolo , lo sperone del Danebrog . Alle otto il capitano e i marinai tornarono a bordo . L' uragano allora cominciava a diminuire rapidamente . Non soffiava il vento che a colpi irregolarissimi e il mare non si sollevava piu` cosi` furiosamente come il giorno innanzi . Durante la notte anche il cielo si rischiaro` e apparve il sole , illuminando d' una tinta porporina , superba , i ghiacci che galleggiavano sul mare diventato ormai quasi tranquillo . Alle 6 del mattino il capitano Weimar , il tenente e tutti i marinai erano in coperta , decisi di uscire a qualunque costo da quel fiord . Tutte le baleniere furono ritirate a bordo e ben assicurate onde l' urto , che poteva essere violentissimo , non le danneggiasse , poi furono solidamente assicurati i mobili delle cabine di poppa e i barili della stiva . Alle 7 le vele furono spiegate e i ! capitano si mise alla ribolla del timone mentre i marinai si disponevano ai bracci delle manovre . Un vento fresco soffiava da sud sud est portando in alto mare i ghiacci che la tempesta aveva spinto verso la costa , e un superbo sole brillava sull' orizzonte spargendo all' intorno un dolce calore . Alle 7 e dieci minuti l' ancora fu strappata dal fondo e ritirata a bordo . Subito il Danebrog , sotto l' azione del vento che gonfiava le sue vele , si scosse come un cavallo che sente lo sprone e comincio` a filare con notevole velocita` verso l' uscita del fiord , dinanzi al quale scintillava il banco di ghiaccio . C' erano oltre novecento metri da percorrere . Tale distanza era piu` che sufficiente per imprimere al Danebrog lo slancio necessario per frantumare l' ostacolo gia` stato considerevolmente indebolito il di` innanzi dalle seghe , dai picconi e dalle scuri dei marinai . Saldi , in gambe ! grido` il capitano che stringeva con ferrea mano la ribolla del timone . Spinto dal vento che tendeva a crescere , il Danebrog si avvicinava rapidamente al banco , lasciandosi dietro una scia bianchissima in mezzo alla quale guizzavano non pochi pesci . I marinai , aggrappati al bordo o alle sartie , non respiravano quasi piu` e guardavano con qualche apprensione il banco che si faceva ad ogni istante piu` vicino . Attenzione ! grido` il capitano . Non c' erano che quindici o venti metri . Il Danebrog , che correva colla velocita` di sette nodi all' ora , in brevi istanti supero` quello spazio e si scaglio` in mezzo al canale scavato il di` innanzi dai marinai . Avvenne un urto formidabile che mando` a gambe levate gran parte dell' equipaggio , seguito subito da uno scricchioli`o sinistro e da una mezza dozzina di sorde detonazioni . Il banco colpito in pieno dall' acuto e solido sperone della nave baleniera si fendette come una lastra di vetro , poi si spezzo` in dieci diversi punti con lunghi stridii . Per alcuni momenti il Danebrog resto` quasi immobile , poi guidato dal suo intrepido capitano , si caccio` in mezzo a quei frantumi e usci` in pieno mare colla prua verso nord . Urrah ! urlo` l' equipaggio che si era subito rimesso in gambe . Viva il Danebrog ! Viva il capitano Weimar ! Dinanzi al fiord il mare era libero , ma a destra e a sinistra , un numero immenso di ghiacci accumulativi dall' uragano , ingombrava le coste . Montagne gigantesche , picchi aguzzi , piramidi tronche , colonne enormi , arcate curiose , cupole ancor piu` strane , poi grandi banchi si estendevano verso nord formando coi loro riflessi la luce bianca che , come dicemmo , i marinai chiamano ice blink . Nessuna nave solcava le onde che erano diventate basse assai e molto lunghe e che , sotto i raggi del sole , splendevano magnificamente come se fossero cosparse di pagliuzze d' oro . Solamente in aria , attraverso l' ice blink , volavano silenziosamente alcuni gabbiani . Bisogna spingersi verso nord per qualche centinaio di miglia disse il capitano al tenente , dopo aver guardato attentamente , con un forte cannocchiale , l' ampia distesa d' acqua . Troveremo il mare libero e potremo allora navigare senza lottare contro i ghiacci . Non allontaniamoci tanto dalle coste , capitano disse il tenente . Appena lo possiamo , pieghiamo verso ovest ; bisogna affrettarsi a raggiungere lo stretto di Behring . Lo faremo , signor Hostrup , a meno che non incontriamo sulla nostra via qualche ... Che cosa , capitano ? Tornare in porto sconfitto , mi punge assai . Ah ! Volete dire che se una balena venisse a nuotare nelle nostre acque ... Non esiterei a darle la caccia , dovessi spingere la mia nave fino ai grandi campi di ghiaccio . Sarebbe un' imprudenza imperdonabile , capitano . Abbiamo gia` tardato troppo a ritornare quest' anno . Due giorni ancora perduti potrebbero esserci fatali . Non vi pare ? Il capitano non rispose . Aveva puntato il cannocchiale verso est e guardava con grande attenzione . Il suo viso , di solito tranquillo , si era tutto d' un tratto cambiato e un leggero tremito agitava le sue braccia . La via e` lunga assai ! continuo` il tenente che non si era accorto di nulla . Io sono certo che quando giungeremo nel mare di Behring lo troveremo in gran parte gelato e ... Tenente ! esclamo` in quell' istante il capitano con voce alterata . Non vedete nulla voi laggiu` , verso est ? Si` , degli icebergs che danzano allegramente . No , piu` lontano , guardate piu` lontano . A voi , prendete il cannocchiale . Il tenente prese lo strumento e lo punto` nella direzione indicata . La` dove il mare pareva confondersi coll' orizzonte , scorse parecchi punti neri apparire e scomparire e poi riapparire . Vedete nulla ? chiese Weimar . Si` ! rispose il tenente con voce tranquilla . Vedo un branco di balene . La vittoria e` nostra , tenente ! Anche quest' anno i Danesi trionferanno . Cosa intendete dire , capitano ? Che daremo la caccia alle balene . Torneremo a Nuova Arcangelo cosi` carichi da affondare , o poco meno . Il tenente fece un gesto di stupore . Perderemo un' altra settimana , signore disse poi con grave accento . Che importa ? Vi ho detto poco fa che siamo lontani dal mare di Behring , e che dubito assai lo si possa attraversare . Bah ! Lavoreremo di sperone , se i ghiacci l' avranno chiuso . Capitano , pensateci due volte . Giuocate la sorte non solo del Danebrog , ma di noi tutti . Quando si tratta dell' onore dei balenieri danesi non occorre pensarci su due volte . Bisogna cacciare quelle balene , tenente , e a qualunque costo . E sia , signore . Ma badate a me , facciamo presto , assai presto o saremo costretti a svernare in mezzo ai ghiacci . Non domando che tre o quattro giorni . Ehi ! , mastro Widdeak , governa dritto a quelle balene e voi , ragazzi , preparate le baleniere e i ramponi ! Ma ... capitano ... arrischio` il vecchio lupo di mare , che come il tenente Hostrup aveva previsto il pericolo . Che vuoi tu dire ? chiese il capitano . Siamo innanzi assai colla stagione ... Sei hai paura , sbarca sulla costa americana . Mai , signore . Il vecchio Widdeak non abbandona il Danebrog . Allora ubbidisci . Alle manovre , ragazzi ! Domani avremo tanto grasso da affondare il Danebrog fino al bastingaggio . Un istante dopo il Danebrog virava di bordo mettendo la prua verso la direzione indicata . I marinai , quantunque avessero pur essi compreso che stavano per giuocare una carta pericolosa , che poteva anche costare loro la vita , si erano subito messi alacremente al lavoro , incoraggiati dai due fiocineri . Tutti ci tenevano assai alla scommessa , gelosi dell' onore dei balenieri danesi ; per di piu` , in quel branco di balene , intravvedevano dei grossi guadagni . Le baleniere furono in brevissimo tempo armate e sospese alle gru pronte ad essere calate in mare al comando del capitano . I remi , le fiocine , le lancie , le lenze , furono ben disposte nelle imbarcazioni . In capo ad un' ora il Danebrog era lontano otto miglia dalla costa americana e solamente sette dalle balene che filavano superbamente verso nord fra una doppia fila di banchi di ghiaccio . Quale spettacolo offrivano quei giganti dell' oceano artico ! Erano nove , seguiti da due o tre balenottere e anche queste di dimensioni non comuni . Avanzavano lentamente , gettando in aria , dai loro sfiatatoi , colonne di bianco vapore che tosto si scioglievano . Il sole , battendo sulla loro pelle oleosa , li faceva sembrare immensi cilindri d' acciaio . Ogni qual tratto uno di essi si tuffava formando alla superficie del mare un vero vortice e poco dopo riappariva a grande distanza sollevando colla possente coda grandi ondate , che facevano oscillare vivamente i ghiacci galleggianti . I marinai del Danebrog , entusiasmati a quella vista , non stavano piu` fermi , quantunque il comandante avesse raccomandato a tutti calma e silenzio . Salivano sulle griselle , sulle coffe e piu` su , fino alle crocette , per meglio vederli e mandavano grida di gioia . Koninson , col suo terribile rampone in pugno correva da prua a poppa animando tutti , seguito da Harwey che era pure desideroso di venire a una lotta con quei mostri , malgrado il loro numero che poteva riuscire fatale all' equipaggio del Danebrog . Persino mastro Widdeak aveva dimenticato l' altro pericolo che minacciava la nave baleniera e nei suoi occhi brillava un' ardente bramosia . Il solo tenente , calmo sempre , seguiva con sguardo perfettamente tranquillo lo sfilare di quel branco . Gia` il Danebrog , spinto da un freschissimo vento di sud sud ovest non distava che cinque o sei nodi dalle balene , quando queste ad un tratto , e tutte insieme , si tuffarono . Quando tornarono a galla diedero segni di una viva inquietudine . Si volgevano spesso verso sud , battevano la coda precipitosamente , si drizzavano slanciandosi piu` che mezze fuori dell' acqua e gettavano con maggior frequenza colonne di vapore . Cosa succede laggiu` ? si chiese il capitano aggrottando la fronte . Che abbiano paura di noi ? Non lo credo ! disse il tenente che gli stava appresso . Scommetterei che sono state assalite . Assalite ! E da chi ? Voi sapete , capitano , che hanno numerosi nemici . Ah ! Guardate la` , verso est , quei corpi nerastri che si avanzano rapidamente . Si` , si` , li scorgo . In quell' istante si udi` Koninson , che si era arrampicato sulla coffa di trinchetto , gridare : Abbiamo una truppa di delfini gladiatori ! Quasi nello stesso tempo le balene si davano a precipitosa fuga verso nord . Avevano scorto i delfini , che sono loro acerrimi nemici . Il capitano fece un gesto di rabbia . Dannazione ! grido` . Chissa` quanto dovremo filare ! Ma guadagneremo qualche balena senza adoperare il rampone ! disse Koninson che aveva lasciato la coffa . I delfini raggiungeranno senza dubbio le balene e qualcuna , nella lotta , ci lascera` la vita . Ma saremo costretti a salire ancora verso nord , e la stagione invernale si avanza a rapidi passi . Bah ! Poi ci trarremo d' impaccio come potremo . Ah ! Se potessi affrontare quel branco ! Che colpi di rampone ! Le balene intanto , che temono assai i delfini gladiatori per la loro forza , per i loro aguzzi denti e per la loro ferocia , fuggivano sempre piu` rapidamente dirigendosi verso le rigidissime regioni del polo . Attorno ad esse il mare , percorso da quelle dodici code , pareva in burrasca . A destra e a sinistra correvano grandi ondate le quali facevano capovolgere con grande fracasso i numerosi ghiacci galleggianti . Di tratto in tratto si tuffavano come se temessero di venire assalite per di sotto , indi riapparivano cacciando con grande furia nubi di vapore ed emettendo delle note acute che si udivano distintamente dall' equipaggio del Danebrog . Ben presto pero` , grazie alla loro prodigiosa andatura , scomparvero dietro ghiacci che coprivano l' orizzonte . I delfini gladiatori , che dovevano essere almeno due dozzine , le seguirono nuotando pur essi con grande velocita` . Il Danebrog pero` non si arresto` . Il capitano Weimar , e come lui quasi tutto l' equipaggio , avevano giurato di raggiungerle e , ancorche` i pericoli diventassero sempre piu` numerosi essendo il mare coperto ovunque di ghiacci d' ogni dimensione , ordino` al timoniere di seguire le grandi macchie oleose lasciate dalle balene . Favorito dal vento , che tendeva sempre a crescere , il Danebrog navigo` tutta la notte verso nord , notte per modo di dire , poiche` il sole non rimaneva nascosto che poche ore , ed anche in quelle poche ore all' orizzonte rimaneva tanta luce da distinguere le traccie oleose . Il mattino del 25 settembre , la nave si trovava gia` a un centinaio di miglia dalla costa americana , ma le balene , senza dubbio vigorosamente inseguite dai loro accaniti nemici , non erano state ancora scoperte . La sera dello stesso giorno pero` , presso uno stream , fu raccolto un delfino gladiatore colla testa sfracellata , probabilmente da un colpo di coda di qualche balena . Il mostro era lungo sette metri e gli uccelli marini gli avevano gia` lacerato la pelle del dorso . Fu issato a bordo , fatto a pezzi e il grasso rinchiuso nelle botti . Il 26 l' equipaggio del Danebrog noto` che i ghiacci diventavano piu` numerosi e che il termometro scendeva abbastanza rapidamente , quantunque il sole brillasse sempre sull' orizzonte . La nave pero` continuo` a spingersi verso nord . Ormai nessuno , eccettuato il tenente Hostrup che prevedeva il pericolo cui andavano incontro , voleva rinunciare alla caccia delle balene che doveva assicurare ai Danesi la vittoria . Il 27 , verso sera , a quattrocento miglia dalla costa americana , fu veduta verso nord una luce bianca , abbagliante . Era il blink che segnava la presenza di uno o forse di piu` banchi di ghiaccio . Ma le macchie oleose si dirigevano pure verso nord e quantunque anche nell' animo del capitano si fosse fatta strada una certa inquietudine , il Danebrog non cambio` rotta . All' indomani , verso le 9 antimeridiane , il gran banco fu raggiunto . Presentava una fronte di dodici o tredici miglia , irta qua e la` di punte aguzze , di bizzarre colonne , di strane cupole . Nel mezzo di esse si apriva un canale largo un trecento o piu` metri che si smarriva verso nord . E` un banco solo o sono due divisi dal canale ? si domando` il capitano . Sono due senza dubbio disse Koninson che l' aveva udito . E le macchie oleose continuano nel canale . E cosa vuoi concludere , fiociniere ? Che le balene si sono cacciate la` dentro sperando di uscire dall' altro lato . Hai ragione , Koninson . Ehi , Widdeak , governa dritto al canale ! Il Danebrog , che avanzava con una velocita` di otto nodi all' ora a vento in poppa , dopo aver descritto una curva attorno ad un iceberg immenso , alla cui estremita` si innalzava una specie di torre di dimensioni pure colossali , entro` nel canale frangendo col suo solido sperone una moltitudine di ghiacciuoli che altro non aspettavano se non un po` piu` di freddo per unire i due grandi banchi . Le macchie oleose vi erano ancora e in grande numero e spiccavano vivamente su quelle acque che la candidezza dei ghiacci e il blink rendevano oscure assai . Numerosi uccelli marini , strolaghe , urie , gazze marine e oche , occupavano le due sponde intenti a pescare ed a spennacchiarsi . Il Danebrog guidato dall' esperta mano del vecchio Widdeak si avanzo` nel canale evitando i non piccoli streams e hummoks che , di quando in quando , sotto i tepidi raggi del sole , si staccavano dai campi di ghiaccio . I marinai , certi ormai di tenere le balene , si erano arrampicati sulle griselle , sulle coffe , sui pennoni e sulle crocette , ansiosi tutti di scoprirle . Ma la giornata intera passo` senza che apparissero . Verso le 8 di sera , il fiociniere Harwey dalla crocetta del trinchetto , grido` : Capitano ! Il canale e` chiuso ! Weimar sali` sull' alberatura seguito dal tenente e da Koninson . Appena volse gli sguardi verso nord , un' imprecazione usci` dalle sue labbra . Quattro miglia piu` innanzi il canale era chiuso da un terzo campo di ghiaccio piu` grande , a quanto pareva , degli altri due . Delle balene nessuna traccia , eccettuate le macchie oleose che pareva si spingessero fino all' estremita` di quel braccio di mare . Bisogna tornare indietro disse il tenente . Ma le balene dove sono fuggite ? chiese il capitano con i denti stretti . Probabilmente sono uscite prima dell' arrivo del banco . Se pure non sono uscite nuotando sotto i banchi aggiunse Koninson . Che fare ora ? chiese il capitano . Capitano , disse il tenente badate a me , lasciate andare le balene e ritorniamo subito . E la scommessa ? Ci prenderemo la rivincita l' anno venturo . Il capitano , sceso in coperta diede l' ordine di tornare indietro . Il Danebrog viro` prontamente di bordo e si diresse verso sud correndo bordate , essendo il vento proprio diritto in prua . Ma quando , dopo una lunga notte , giunse all' imboccatura del canale , questa era gia` stata chiusa . L' iceberg , visto al mattino , spinto dal vento del sud si era incastrato solidamente fra i due banchi presentando alla nave baleniera la sua imponente torre ! XIII ALLA DERIVA Il Danebrog , la valorosa nave del capitano Weimar , altro non aspettava che lo spezzamento di quei tre banchi per uscire dal canale , o il loro squagliamento , cosa questa assai difficile ad avverarsi in quell' alta latitudine e in una stagione cosi` avanzata . Tutta la polvere della Santa Barbara , tutte le braccia dell' equipaggio e lo sperone , per quanto solido , sarebbero stati impotenti ad aprirsi un varco . Dinanzi , l' iceberg colla sua torre e la sua alta vetta era inattaccabile ; a destra , a sinistra e dietro i tre banchi , ormai solidamente uniti , colla loro immensa superficie , non lo erano meno . C' era il pericolo di dover svernare in quello stretto braccio di mare . E quali orrori allora ! Lo stesso tenente Hostrup , che di nulla si sorprendeva e di nulla si spaventava , provo` un fremito al solo pensarlo . Sulla coperta della nave baleniera , dopo le prime imprecazioni , regno` un funebre silenzio . Tutti i marinai , quantunque gia` abituati ai terribili freddi del polo e quantunque parecchi di essi fossero usciti salvi da piu` di uno svernamento , erano atterriti . Il capitano , dopo aver dato il comando di virare di bordo onde non infrangere la nave contro quelle solide pareti di ghiaccio , si era portato sul castello di prua e di la` , colle braccia incrociate , lo sguardo torvo , silenzioso , scoraggiato e irritato ad un tempo , si era messo a contemplare l' iceberg che gli chiudeva l' uscita . Forse cercava un modo qualsiasi per uscire da quella prigione che poteva anche cambiarsi per lui e per il suo equipaggio in una tomba . La voce del tenente Hostrup , tranquilla anche in quel terribile frangente , lo strappo` alle sue meditazioni . Signore , che intendete fare ? Non lo so ancora , tenente ! rispose il capitano . Ah ! Perche` non ho seguito i vostri consigli ? E il cuore me lo diceva che la fortuna avrebbe finito col volgersi contro di noi . Ci aveva protetti troppo in questa campagna , che per ogni altro sarebbe stata fatale . Lasciamo i rimpianti , capitano . Cerchiamo invece se e` possibile uscire di qui . Ma in qual modo ? Forse possiamo aprirci un passo attraverso l' iceberg . Tutta la nostra polvere non basterebbe . Forse non presenta una grande solidita` . Le mine prima e lo sperone dopo potrebbero riuscire a qualche cosa . Andremo a visitare quella dannata montagna . Ma se non si riuscisse a nulla ? Aspetteremo . Cosa mai ? Non dimenticate , tenente , che siamo al 28 di settembre e che in questa epoca il sole non ha piu` tanta forza da sciogliere un campo di ghiaccio . Sullo scioglimento non calcolo , capitano . E allora ? Calcolo invece sull' incontro di qualche icefield . Nell' urto che accadrebbe , i campi di ghiaccio potrebbero fendersi e permetterci l' uscita . Debole speranza , signor Hostrup . Lo so , ma non ne abbiamo un' altra migliore . Fate ancorare la nave , signore , e andiamo a visitare l' iceberg . Mastro Widdeak , ad un ordine del capitano , diresse il Danebrog verso una specie di fiord che formava il banco di sinistra e lo fece ormeggiare con doppie gomene ad un solido hummock . Cio` fatto , Weimar , Hostrup , Koninson e sei marinai si imbarcarono in una baleniera e si portarono sotto l' iceberg , in un punto ove l' approdo non era difficile . La montagna di ghiaccio fu minutamente visitata . Misurava novanta e piu` metri di larghezza e milleduecento di lunghezza con una vetta di almeno quattrocento . Da una parte combaciava perfettamente con un banco , ma dall' altra lasciava un canaletto , cosi` piccolo pero` da non permettere nemmeno il passaggio ad un canotto . E` inattaccabile ! disse il capitano . Occorrerebbero cinque tonnellate di polvere e cento uomini per aprire un passo capace di permettere l' uscita al Danebrog . Lo riconosco rispose il tenente . E se si tentasse di tagliare l' uno o l' altro dei banchi ? disse Koninson . I grandi freddi ci sorprenderebbero prima di aver scavato un canale di cinquecento braccia rispose Weimar . Allora non c' e` piu` speranza di riguadagnare lo stretto di Behring . Lo temo , Koninson . Dannate balene ! Mi vengono i brividi al pensare che forse dovremo qui svernare . Torniamo a bordo ; non abbiamo piu` nulla da fare qui disse il capitano . Cammina il banco ? Si` , verso sud sud ovest . La corrente polare lo porta . Ma allora finiremo nello stretto di Behring . Si` , se non verremo arrestati da altri banchi o da qualche isola della costa americana . A bordo , amici , e fidiamo in Dio . La baleniera in pochi colpi di remo li ricondusse al Danebrog , dove li attendevano con viva ansieta` i marinai . Il capitano in poche parole li informo` del vero stato delle cose , lasciando pero` intravvedere delle speranze che forse piu` non esistevano , poi diede ordine di ammainare le vele che per il momento diventavano inutili e di assicurare vieppiu` la nave , ma in modo da tenerla in mezzo al fiord . Quelle diverse manovre erano state appena eseguite , che il sole scomparve dietro una massa di vapori di un color plumbeo . Era un nebbione che avanzava stendendosi al disopra dei grandi banchi , ma cosi` fitto da oscurare perfino il blink . L' inverno procede a grandi passi disse il tenente a Koninson . Temo che per il Danebrog sia proprio finita . Anch' io ho questo timore , signor Hostrup disse il fiociniere . Fra pochi giorni avremo intorno a noi tanti ghiacci da sfidare lo sperone di cento fregate . To` ! Ecco quegli uccelli che volano verso sud . Fortunati volatili ! Verso le 10 il nebbione che avanzava rapidissimamente , spinto innanzi dal vento che aveva cambiato gia` direzione , era giunto sopra i grandi banchi avvolgendo il Danebrog in un velo umidissimo e freddissimo . Quasi subito il termometro scese a 4' sotto zero . L' equipaggio , dopo aver acceso per ogni precauzione i fanali e collocato due sentinelle armate di fucile , onde impedire che qualche orso bianco si avvicinasse alla nave , cosa del resto non difficile stante la vicinanza dei banchi , si ritiro` sotto coperta . Durante la notte nulla accadde di straordinario . Il wacke tale e` il nome che i balenieri danno ai banchi contenenti un bacino d' acqua navigo` lentamente verso sud sud ovest , spinto dal vento e dalla corrente polare , aggregando alla gia` sua enorme mole i ghiacci che incontrava sul suo cammino . L' indomani , 29 , il sole non si fece vedere , nascosto come era dal nebbione sorto alla sera , e il termometro scese di due altri gradi sotto lo zero . I ghiacciuoli , che ingombravano il canale , in parecchi luoghi si unirono formando dei sottili lastroni di ghiaccio . Quel principio di congelamento impressiono` non poco l' equipaggio del Danebrog . Parecchi marinai cominciarono a perdere ogni speranza di poter riguadagnare il porto da cui erano partiti . Il capitano e il tenente , durante la giornata , fecero una visita all' iceberg e notarono con dolore che si era cementato ancor piu` solidamente ai banchi e che il canaletto era interamente gelato . Il 30 fu una giornata orribile . Una nevicata abbondantissima cadde dal cielo coprendo i banchi di un lenzuolo alto parecchi palmi e la coperta del Danebrog . Il termometro scese di un altro grado . Il capitano fece accendere le stufe e , per non tenere i suoi uomini in ozio , che in quelle fredde regioni influisce assai sul morale , ordino` di procedere alla depurazione dell' olio di balena . Per questa operazione si adoperano sacchi di flanella ripieni nel frammezzo di carbone in polvere distribuito su uno strato grosso un mezzo pollice e trattenuto da trapunti , onde impedire che si raccolga tutto nel fondo . Entro questi sacchi si versa l' olio , dopo averlo liquefatto , se il freddo l' ha gia` fatto gelare , e si lascia filtrare entro un vaso contenente una certa quantita` d' acqua mescolata con solfato di rame . Quando il vaso e` quasi pieno , si lascia riposare l' olio tre o quattro giorni , indi si estrae col mezzo di una chiavetta posta alcune linee sopra il livello dell' acqua . Se si vuol avere un prodotto purissimo , che non sappia di pesce rancido , basta ripetere l' operazione due o tre volte . L' equipaggio , impedito di uscire per la neve che cadeva senza posa e per il gran freddo che regnava in coperta , accetto` di buon grado quel passatempo . Verso sera la burrasca di neve si calmo` e apparve attraverso le bigie nubi un raggio di sole di una bellezza incomparabile , il quale tinse di rosso l' immensa distesa di ghiacci accavallati attorno alla nave . Il tenente e Koninson ne approfittarono per scendere sul banco e abbatterono una mezza dozzina di oche e alcune procellarie . Videro anche , a non molta distanza dalla nave , una foca , ma questa appena scorse gli uomini si caccio` nel buco che aveva scavato nel ghiaccio per venire a respirare . Se non e` oggi , ti prenderemo domani ! disse il fiociniere . Non sara` pero` cosa facile , Koninson . Ora che ci ha scoperti diventera` prudente assai . Ci nasconderemo dietro qualche hummock e appena uscira` dal buco le manderemo una palla nella testa . Che ci siano anche degli orsi bianchi su questo wacke ? Non e` improbabile . Sovente , spinti dalla fame , questi feroci carnivori si imbarcano sugli icebergs colla speranza di sbarcare in una contrada ben fornita di selvaggina . Non sarei sorpreso se domani ne vedessi giungere qualcuno . Niente di meglio , signor Hostrup . La carne degli orsi e` eccellente . Non dico di no , ma quelle bestiacce non temono di assalire una nave . Bah ! Siamo in molti noi , e fucili ne abbiamo in quantita` . Ventre di balena ! Guardate laggiu` , signor Hostrup ! Guardate , guardate ! Vedi un orso forse ? Le nostre balene vedo , ventre di foca ! Il fiociniere non si era ingannato . Dall' altra parte del banco , undici balene , comprese tre balenottere , nuotavano verso sud aprendosi a gran colpi di coda il passo fra i ghiacci . Si direbbe che vengono a deriderci disse il tenente . Eh ! Vorrei essere fuori di qui col mio rampone , per insegnar loro a ridere ! esclamo` il fiociniere che seguiva cogli occhi fiammeggianti quei superbi giganti . E invece siamo qui , chiusi dappertutto , e anche colla brutta probabilita` di restarvi un bel pezzo . Puoi dire colla certezza , Koninson . Non avete alcuna speranza voi , tenente ? Nessuna , fiociniere . E lo dite cosi` tranquillamente ! Si direbbe che uno svernamento non vi spaventa . Il tenente alzo` le spalle . Bisogna prendere e le cose come vengono , mio caro disse . Torniamo a bordo , che comincia a soffiare un vento indiavolato e rigidissimo . Prevedo per domani una burrasca . Bisognerebbe che fosse cosi` formidabile da spezzare questo dannato wacke . Sara` tremenda , te lo assicuro . Guarda che brutte nubi si accavallano in cielo . E spezzera` il banco ? E` probabile , Koninson . Quando tornarono a bordo , il vento aveva cominciato gia` a soffiare con furia estrema , spazzando la neve che copriva il banco e sollevando a grande altezza l' acqua dell' oceano . Pareva che portasse con se` una legione di demoni ; ora fischiava attraverso gli alberi e le corde della nave , ora ruggiva tremendamente sulle vette degli icebergs , ora muggiva ancor piu` forte delle onde che gia` s' infrangevano con grande impeto contro i ghiacci , abbattendoli e frantumandoli contro il wacke . Il capitano , temendo che la nave non resistesse a quei poderosi soffi , la fece maggiormente assicurare con altre e piu` grosse gomene , e ordino` che si raddoppiassero gli uomini di guardia . La notte fu spaventevole . I ghiacci dell' oceano , cacciati dalle regioni settentrionali , venivano a cozzare contro il banco a centinaia , con un fracasso indicibile , accavallandosi gli uni sugli altri , spezzandosi , frantumandosi . Ondate mostruose , spinte dal vento , si sfasciavano incessantemente contro il banco e , cacciandosi sotto di esso , malgrado il suo enorme peso e la sua grande estensione , lo facevano traballare e scricchiolare . Dei larghi crepacci si aprivano di quando in quando , ma tosto si riunivano come se avessero paura che la nave fuggisse per di la` . Anche nel canale l' acqua era agitatissima e molti ghiacci , strappati alle rive o rovesciati dal ventaccio , galleggiavano correndo disordinatamente ora qua ora la` . Il Danebrog , quantunque solidamente assicurato , tre volte si sposto` minacciando di urtare contro le rive del piccolo fiord . I marinai , malgrado la profonda oscurita` , furono costretti a gettare nuove funi e a portare sul banco due ancore che furono cacciate entro profonde fessure . Alle 2 del mattino , quando maggiore era la furia dell' uragano , il banco , come se fosse stato mosso dal terremoto , ondeggio` fortemente da sud a nord e una grande apertura si manifesto` in quella direzione con uno scroscio cosi` forte da poter essere udito a dieci chilometri di distanza . L' iceberg che chiudeva il canale fu visto un istante dopo staccarsi e oscillare . Un urlo di gioia si alzo` fra l' equipaggio del Danebrog , salito tutto in coperta . Credette di essere finalmente libero ! Disgraziatamente quella gioia fu di breve durata . Il colosso , dopo essersi allontanato di poche decine di braccia , spinto dalle onde torno` a urtare contro il banco , incastrandosi ancor piu` fortemente di prima dentro il canale . Anche la grande fenditura manifestatasi attraverso il wacke si chiuse in seguito alla straordinaria pressione esercitata dai ghiacci che scendevano a migliaia dal settentrione . Tutto e` finito per noi ! disse il capitano al tenente . Bisognera` svernare . Forse rispose Hostrup , che da qualche istante guardava con un cannocchiale verso sud . Su che sperate ? Ho scorto or ora laggiu` una vetta oscura che s' innalza in mezzo ad un banco di ghiaccio . Ebbene ? Il vento ci spinge verso quella terra , capitano . Ma siete certo che sia una terra ? Non m' inganno . Ma e` impossibile che siamo gia` giunti presso la costa americana . Sono gia` due giorni che il vento ci spinge verso il sud , aiutando la corrente . Puo` essere anche , invece della costa americana , un' isola . E cosa sperate nell' incontro di quella terra ? L' uragano ci porta con una velocita` non indifferente . Ah ! Voi sperate in un urto . Si` , capitano . Infatti il banco potrebbe infrangersi . E non correra` pericolo il Danebrog ? Il canale e` largo . Lo so , ma i ghiacci potrebbero accumularvisi dentro e stritolarci . Se ci mettessimo alla vela ? Avete ragione . Ehi , mastro Widdeack ! Fa spiegare le vele e sciogliere gli ormeggi . C' era il tempo necessario , essendo la terra scoperta dal tenente assai lontana . I marinai , che avevano compreso di che si trattava e su quale speranza calcolava il capitano , in un batter d' occhio portarono in coperta le vele , le infierirono ai pennoni e le spiegarono , mentre mastro Widdeack , assieme a Koninson e ad Harwey , scesi sul banco , liberavano le ancore e scioglievano le gomene . Mezz' ora dopo il comando dato , il Danebrog usciva dal fiord infrangendo i ghiacciuoli che lo ingombravano e si portava in mezzo al canale , allontanandosi dall' iceberg che doveva essere il primo a sostenere l' urto . La terra segnalata non distava allora che un miglio . Era una roccia di mille metri di estensione e alta un trecento o quattrocento . Tutto intorno si estendevano grossi banchi di ghiaccio e grande numero di ghiacci galleggianti . Il wacke , che filava con una velocita` di tre o quattro nodi all' ora , in brevi istanti fu addosso all' isolotto . Si udi` uno scroscio cento volte piu` forte di quello avvenuto poche ore prima , seguito , poco dopo , da un tonfo sordo causato dalla caduta di alcune montagne di ghiaccio . Il wacke , fracassati i ghiacci che circondavano dal lato nord l' isolotto , ando` a cozzare contro lo scoglio con tale impeto da ritornare indietro . Due larghe fessure si aprirono , le rive del canale si restrinsero e in parte diroccarono , le piramidi , le arcate , le colonne crollarono , ma il Danebrog rimase prigioniero . L' iceberg , quantunque avesse sopportato quasi tutto il cozzo , non aveva ceduto . Solo la sua torre aveva oscillato e si era screpolata , ma senza cadere . Sul ponte del Danebrog si alzo` un urlo di rabbia . Questa volta per i balenieri era proprio finita . Piu` non restava che svernare . XIV LO SVERNAMENTO Si` , questa volta per il Danebrog era proprio finita . Non gli restava piu` alcuna speranza di potersi liberare da quella formidabile cerchia di ghiacci che lo stringevano come in una morsa di ferro , impossibile a spezzarsi , anzi tendente a chiudersi sempre piu` , forse fino a stritolarlo . Bisognava attendere il ritorno dell' estate , non meno di sei mesi , se non anche piu` . Sei mesi fra i ghiacci ! Sei interminabili mesi fra le tempeste di neve ; sei interminabili mesi fra le nebbie , avvolti in una continua oscurita` , giacche` il sole fra breve doveva tramontare . E quali freddi da sopportare ! E quali pericoli da sfidare ! C' era di che spaventare il piu` intrepido baleniere dei mari artici ; c' era di che far rabbrividire il piu` intrepido esploratore delle regioni polari . Quando l' equipaggio del Danebrog s' avvide che il gran banco di ghiaccio non si era spezzato , come aveva dapprima sperato , fu preso da una violenta collera che si tramuto` ben presto in un profondo scoraggiamento . Dinanzi ai suoi occhi erano passate tutte d' un colpo le orribili sofferenze che porta con se` lo svernamento . Fortunatamente il capitano Weimar , dotato di un' audacia senza pari e di un sangue freddo ammirabile , quantunque avesse compreso che la sua nave aveva novanta probabilita` su cento di venire stritolata , non aveva perduta la testa . Con un gesto energico chiamo` attorno a se` i marinai e disse : Non scoraggiatevi , amici . Altri balenieri , rinchiusi come noi fra i ghiacci del polo , hanno riveduto la loro patria . La nostra nave e` solida , le nostre provviste abbondanti , i nostri cuori sono forti , i nostri corpi agguerriti contro i freddi piu` intensi . Perche` non riusciremo anche noi vincitori della terribile prova ? Forse che i Danesi sono da meno degli altri ? Animo , amici , diamo coraggiosamente mano ai preparativi di svernamento , e guardiamo serenamente in faccia i freddi del polo e gli assalti dei ghiacci . Mastro Widdeak , fa portare sul ponte un barile di gin , e poi tutti all' opera . Bravo capitano ! grido` Koninson . Li affronteremo , questi ghiacci , e li sfideremo , questi freddi del polo . Siamo danesi e per di piu` balenieri danesi . Mastro Widdeak fece portare in coperta il bariletto di gin , il quale in pochi istanti fu perfettamente asciutto . I marinai , riscaldati e rinvigoriti dall' ardente liquore , si misero febbrilmente al lavoro parte sotto la direzione del capitano e parte sotto quella del tenente , ambedue uomini cui lo svernamento non era nuovo . Fu dapprima condotta la nave entro un fiord aperto nel banco e cola` solidamente assicurata sia a prua che a poppa , con grossi cavi girati attorno agli hummocks e con ancore ben infisse nei crepacci delle sponde . Cio` fatto , vennero staccate le vele , calate le antenne e gli alberelli e le cime dei travi ben avviluppate onde il freddo non le guastasse . Disarmata la nave , si penso` di cambiare la sua coperta in una comoda sala onde tenere gli uomini al riparo e anche per mantenere vieppiu` il calore nelle sottostanti cabine . Costruirono un tetto di tavole , con una certa pendenza verso la prua e la poppa della nave e al disopra delle murate vennero collocate altre tavole in modo che si unissero al tetto , formando una sala lunga quanto quasi la coperta della nave . Quattro finestre furono aperte per la luce e per la ventilazione e le fessure lasciate fra tavola e tavola vennero coperte da carta incatramata per impedire il passaggio dell' aria . Fu da ultimo sparsa della cenere sul ponte affinche` i marinai non scivolassero . E` una sala magnifica ! esclamo` Koninson , che aveva lavorato forse piu` di tutti . Passeremo , qui sotto , delle belle giornate . Organizzeremo delle feste ! disse il capitano . Da ballo ? E perche` no ? Harwey ha una fisarmonica , mastro Widdeak in fondo alla sua cassa deve avere una vecchia chitarra e il gabbiere Tomshoe una tromba . Come vedi , l' orchestra non manca . Allora non ci annoieremo piu` . Poi organizzeremo qualche altro divertimento . E quale mai ? Pianteremo un teatro . Superba idea , capitano . Ma chi recitera` ? Voi altri , e se avrete una discreta voce vi faremo anche cantare . Il nostro svernamento diventa un carnevale , capitano . Si` , se il freddo , le pressioni e lo scorbuto non ci annoieranno . E intraprenderemo delle caccie , anche ? Formeremo una squadra di cacciatori e una di pescatori . La carne fresca e` necessaria per tener lontano lo scorbuto . Ma non vedo selvaggina , capitano . Non dirlo cosi` presto , Koninson . Fra poco giungeranno gli orsi bianchi . Da quell' isolotto forse ? Dall' isolotto e anche dal mare . Faremo loro buona accoglienza , capitano . Abbiamo delle buone carabine e le munizioni abbondano . L' indomani il capitano e il tenente rivolsero le loro cure all' interno della nave . La stiva venne accuratamente raschiata e lavata con acqua mescolata a calce , onde il legname non soffrisse troppo durante i grandi freddi e sotto il gran boccaporto fu collocata la stufa munita di un tubo assai curvato affinche` il calore non si espandesse troppo al di fuori . Sopra di essa venne pure collocato un doppio cilindro di ferro galvanizzato destinato allo scioglimento della neve , per aver sempre acqua per la cucina e per la pulizia dell' equipaggio . Anche le cabine furono prima raschiate e lavate con acqua mescolata a calce e a tutte fu aperto un foro dal sotto in alto per lasciar entrare e uscire liberamente l' aria , la quale combatte efficacemente il congelamento e l' umidita` . Da ultimo fu munito lo scafo della nave di un rivestimento verticale di grosse travi destinato a difenderla dagli urti e a sollevarla durante le pressioni impedendole cosi` lo schiacciamento . Il 30 settembre il capitano lo destino` al lavoro piu` faticoso e nel medesimo tempo piu` indispensabile : l' erezione di un magazzino sul banco di ghiaccio onde , nel caso molto probabile che la nave venisse frantumata dalle pressioni dei ghiacci , l' equipaggio non si trovasse sprovvisto di viveri e dei mezzi necessari per guadagnare la costa americana . Fu scelto a tale uopo un rialzo , una specie di terrazza , che si trovava a non piu` di sessanta braccia dalla nave e la` sopra fu costruito con legname e con blocchi di ghiaccio il magazzino , fornendolo di un' ampia provvista di legna e di carbone , di una stufa , di alcune casse di vestiti , di vele , di remi , di munizioni e di una grossa partita di viveri sufficienti a nutrire per un mese l' intero equipaggio del Danebrog . A tutto cio` furono aggiunte due delle piu` grandi baleniere , armate completamente . Compiuti questi ultimi provvedimenti , il capitano e i suoi marinai attesero coraggiosamente i rigori dell' inverno polare . E questi purtroppo non si fecero attendere . Il 2 ottobre il termometro , che da qualche giorno era in moto , scese al mattino a 15 gradi . L' acqua del canale in meno di mezz' ora gelo` , stringendo la nave in un cerchio cosi` solido che la scure a mala pena era capace di spezzare . Addio autunno ! disse Koninson che era uscito con il tenente dalla sala costruita sopra coperta . Fra qualche giorno tutto il mare che ci circonda sara` gelato . E` probabile ! rispose il tenente . E poi verranno le pressioni a farci passare dei brutti quarti d' ora . Delle brutte giornate , Koninson . Resistera` il Danebrog ? Chi puo` dirlo ? Avete svernato altre volte voi , signor Hostrup ? Si` , una volta a bordo dell' Albert e una seconda volta a bordo dell' Islanda . Si sono salvate le navi ? No , Koninson . La prima e` andata a picco in seguito ad una falla apertasi per la caduta di un iceberg , la seconda fu frantumata dalle pressioni come fosse stata una semplice noce . Brutti esempi tenente . Ma non devi spaventarti , Koninson . Molte altre navi hanno sopportato uno svernamento senza essere danneggiate , e qualcuna ne ha sopportati anche due senza venire fracassata . E usciremo di qui quando avverra` lo scioglimento dei ghiacci ? Si` , se il banco si sfondera` . Certi anni la stagione estiva e` cosi` pessima da non finire lo scioglimento dei campi di ghiaccio , e allora la nave che si e` lasciata prendere in mezzo e` costretta ad aspettare un altro anno . Se a noi tocca cio` , moriremo di fame . Speriamo che la sorte non sia cosi` crudele , Koninson Ditemi , tenente , dove siamo precisamente ora ? Il punto che feci ieri mi diede 72' 05' di latitudine e 140' 15' di longitudine ovest di Greenwich . Siamo dunque assai vicini alla costa americana . Non ci dividono piu` di centoquaranta o centocinquanta miglia . E sapete che scoglio sia , questo ? Non tutti gli isolotti che sorgono presso la costa americana hanno un nome , Koninson . Se non ci avesse arrestati , forse a quest' ora saremmo in vista della terraferma . Certamente , fiociniere . La corrente ... Un fortissimo scroscio , partito dal grande iceberg che ostruiva il canale , gli mozzo` la parola . Cosa sta per succedere ? chiese Koninson , che involontariamente fece due passi indietro . Che stia per crollare l' iceberg ? si chiese il tenente . Se cio` accade frantumera` il banco . No , tenente , non e` lui che crolla , bensi` la sua torre . Guardate ! Guardate ! La torre infatti si era smossa , facendo inclinare , colla sua mole , la montagna intera e oscillava lievemente facendo piovere al basso migliaia e migliaia di ghiacciuoli . Ben presto si udi` uno scroscio ancora piu` forte , seguito da una serie di detonazioni paragonabili allo scoppio di piccole mine ; poi la torre scivolo` lentamente in mare lasciando sempre cadere una grande quantita` di ghiacciuoli . Ad un tratto si stacco` dalla montagna e sparve tutta intera nell' abisso spalancato , mandando in aria uno sprazzo immenso . Resto` sottacqua cinque secondi , poi in mezzo alla spuma nuovamente apparve , dapprima lentamente , poi con un balzo improvviso , rovesciandosi subito su di un fianco . Un' onda mostruosa si alzo` e si slancio` muggendo sul ghiaccio del canale che in un attimo fu sollevato e sminuzzato e balzato sopra i banchi . Il Danebrog , investito a poppa , si alzo` spaventosamente rovesciando l' equipaggio che era uscito fin dai primi scrosci , poi s' inchino` gemendo e tendendo gli ormeggi . Ventre di foca ! esclamo` Koninson , risollevandosi prontamente . Un' altra onda come questa e il Danebrog sara` sfracellato . Ai buttafuori ! si udi` tuonare in quel momento la voce del capitano . La gran torre , spinta innanzi da una seconda ondata , minacciava di investire la nave e di sfondarle i fianchi . I marinai corsero a prendere i buttafuori e si disposero a tribordo , pronti a respingerla . Fortunatamente incontro` sulla sua via un lastrone di ghiaccio staccatosi dal banco a causa dell' ondata e si arresto` un momento . Cio` basto` perche` una terza ondata la facesse deviare verso una delle due rive alla quale si cemento` solidamente . Dieci soli minuti dopo , l' acqua del canale , essendosi calmata , era nuovamente coperta da uno strato di ghiaccio dello spessore di tre pollici ! L' equipaggio si affretto` a rientrare nella sala ove la stufa aveva sparso un dolce tepore . Il 3 ottobre il freddo discese a 17 gradi e il tempo si cambio` . Dapprima un nebbione assai fitto si estese al disopra del grande banco e dello scoglio , poi comincio` a cadere la neve ed a soffiare un vento fortissimo ed eccessivamente freddo . L' equipaggio non oso` mostrarsi all' aperto . Il capitano , verso mezzogiorno , essendosi un po' calmata la bufera , fece scendere sul banco una decina d' uomini armati di picconi e di scuri , e fece tagliare il ghiaccio attorno alla nave onde le pressioni , sopraggiungendo improvvisamente , il che poteva accadere , non la stritolassero . Fu constatato che il ghiaccio del canale aveva gia` raggiunto uno spessore di trenta centimetri . Bisognera` tagliarlo ogni mattina attorno al Danebrog disse il capitano al tenente . Sento per istinto che le pressioni non sono lontane . Se questo freddo cresce ancora un po` , tutto il mare gelera` e allora le pressioni ci daranno addosso ! rispose Hostrup . Pero` un buon tratto e` ancora libero . Non vedete laggiu` che il cielo e` cupo ? Lo vedo , capitano . E` segno che il mare e` ancora libero . Ma pur troppo lo sara` per poco . Temo che questo inverno sia rigidissimo . Lo sosterremo con coraggio , capitano . Purche` lo scorbuto non venga a fiaccare le nostre forze . Voi sapete che questo terribile male e` un nemico che trova buon terreno nelle regioni polari . Lo so e farete bene anzi a prendere delle precauzioni contro di esso , fin d' ora . Avete ragione , tenente . Cominciando da domani dispenseremo a colazione una fetta di patata e qualche po` di sugo di limone . Farete bene anche a lanciare dei cacciatori sul banco . La carne fresca e` pure efficace per tener lontano quello spietato male . Anche questo faremo , quando il tempo lo permettera` . Voi , che siete un si` abile tiratore , vi metterete alla testa dei cacciatori . Domani allora faro` una visita allo scoglio . Forse incontrero` qualche orso e delle foche . Disgraziatamente il tempo , che pareva dapprima volesse rimettersi al bello , l' indomani fu orribile . La neve cadde in siffatta abbondanza da coprire il banco d' uno strato alto un buon mezzo metro e soffio` tutto il giorno un vento cosi` freddo e cosi` impetuoso da rendere pericolosa anche la piu` piccola marcia . L' equipaggio , che cominciava gia` a soffrire il freddo , quantunque avesse indossato le vesti piu` pesanti , non abbandono` un solo istante la sala ove ardeva senza posa la stufa . Il capitano , onde non mantenerlo in ozio , fece purificare una certa quantita` d' olio di balena . Questa operazione pero` diede poco frutto , essendo cosa non facile lo sgelare il grasso . Il 5 il tempo non miglioro` , anzi divenne piu` orribile . La neve continuo` a cadere attraverso un nebbione fitto assai , che il vento non era capace di scacciare . A mezzogiorno il termometro segno` 19' sotto lo zero , ma dopo ridiscese a 15' essendosi calmata la burrasca . Il capitano fu costretto a far sgomberare il tetto della sala dalla neve che lo copriva , onde non finisse col crollare . Per meglio riparare , poi , la nave dal vento che ammucchiava contro di essa una grande quantita` di neve e ghiaccioli , fece alzare a breve distanza quattro alte muraglie di ghiaccio , quattro veri bastioni con due uscite . Il 6 il sole apparve all' orizzonte , ma era un sole senza forza , d' un giallo pallido assai . Poco dopo scomparve dietro al nebbione che pareva non volesse piu` abbandonare il gran banco di ghiaccio . XV L' INVERNO POLARE Molti e molti giorni sono trascorsi dopo quella notte in cui le prime pressioni dei ghiacci si sono fatte sentire . L' inverno polare e` piombato con tutti i suoi orrori sulla nave danese che non aveva piu` potuto districarsi dalla cerchia dei ghiacci . Il sole dopo essersi mostrato per qualche giorno ancora sul fosco orizzonte , sempre piu` smorto e sempre piu` freddo , ha definitivamente abbandonato quei paraggi e sugli immensi campi di ghiaccio , riuniti dalle correnti prima e dal freddo poi , si e` stesa un' oscurita` quasi perfetta che ben di rado la luna riesce a rompere . Nebbioni pesanti , che i venti piu` furiosi non riescono a disperdere , si succedono gli uni agli altri accompagnati da spaventevoli tempeste , i cui ruggiti formidabili gelano l' anima dei piu` intrepidi marinai e orribili nevicate . I banchi di ghiaccio , pochi giorni innanzi popolati di foche , di trichechi , di volpi e di qualche orso bianco , sono diventati deserti e cosi` pure hanno disertato in massa gli uccelli che si sono affrettati a raggiungere climi meno rigidi . E` gia` molto se qualche procellaria o qualche ardito gabbiano solca il nebbione e viene a volteggiare attorno alla nave . L' equipaggio , vinto dal freddo che talvolta scende fino ai 40' sotto lo zero , da molto tempo non osa piu` affrontare l' aria esterna e vive costantemente sotto la tolda ove circola ancora un po' di calore , in preda ad una viva inquietudine che prende proporzioni angosciose ad ogni tremito della nave , ad ogni crollo di un iceberg , ad ogni fischio piu` acuto del vento polare . Non e` piu` il baldo equipaggio di prima . I marinai piu` audaci hanno perduto il loro coraggio ; i piu` forti la loro vigoria ; i piu` allegri il loro buon umore . Lo stesso sig . Hostrup e` diventato pensieroso e di umore nero ; perfino il capitano Weimar , che pur ha dato tante prove di ardire e di grande fiducia , e` abbattuto . I loro sforzi per mantenere vivo lo spirito dell' equipaggio , non riescono piu` . Le cacce sono finite perche` nessun cacciatore osa abbandonare la stufa ; le danze ed i concerti sui quali tanto avevano contato , sono pure cessati , perche` nessuno ha piu` buon umore ; i lavori piu` o meno faticosi che mantenevano vive le forze sono pure finiti , poiche` nessuno piu` obbedisce ne` si sente in grado di intraprendere il minimo sforzo . Piu` nulla vale a strapparli da quell' abbattimento , da quello snervamento , da quello scoraggiamento che ogni giorno guadagnano maggior campo , minacciando di produrre effetti disastrosi , incalcolabili . Eccoli tutti la` , stretti accanto alla stufa che funziona senza posa e che non abbandonano se non spinti da un motivo imperioso e dopo molte preghiere e anche minaccie dei loro superiori . Hanno i visi pallidi , gli occhi infossati , le barbe ispide e coperte sempre di ghiacciuli ; i loro movimenti sono incerti , le loro parole sono mozzate da un incessante tremolio delle labbra , la loro volonta` e` paralizzata , i loro pensieri sono tardi . Il freddo li ha piombati tutti in una specie di torpore che invano cercano di vincere . L' acquavite che bevono gia` e` gelata formando un blocco color del topazio , la carne e il pane che mangiano piu` non si spezzano che a colpi di accetta , poiche` hanno acquistato la durezza del ferro ; la legna che bruciano e` diventata cosi` resistente dal non potersi quasi rompere , le ferramenta , le armi , gli attrezzi di metallo di cui si servono sono diventati , per l' eccessivo freddo , cosi` roventi che posandovi sopra la mano nuda la pelle vi rimane aderente e la carne riporta dolorosissime bruciature ; i bicchieri sono diventati pure tali , e a segno che per servirsene bisogna vuotare il liquido in gola onde le labbra non li tocchino ; persino le pipe non funzionavano piu` , poiche` a poco a poco la bocca di chi le fuma si riempie di ghiaccio ; persino l' aria che respirano cagiona dolorose sensazioni alla gola e ai polmoni e , strano fenomeno , l' alito si trasforma in piccoli aghi di ghiaccio che cadendo ricordano il rumore che produce un pezzo di velluto che si laceri ! Ma e` giunto Natale . Dopo una notte burrascosa il gelido vento del nord ha cessato di soffiare e il nebbione si e` alzato lasciando liberi i campi di ghiaccio . Una luce biancastra prodotta dall' ice blink e dal luccichio degli astri che ormai sono visibili anche a mezzodi` essendo il sole scomparso per parecchi mesi , si e` diffusa ovunque e permette di vedere ad una non piccola distanza . Per di piu` il termometro da 40' sotto lo zero e` disceso con un brusco salto a soli 14' . L' equipaggio , strappato al suo torpore da quel raddolcimento di temperatura , si e` scosso e ha cominciato a lasciare la camera comune ove la stufa divora continuamente carbone e legna e interi barili di grasso e d' olio di balena . Il tenente ha ripreso il suo buon umore e fa tuonare ovunque la sua voce . Animo , scuotetevi , poltroni ; svegliatevi , dormiglioni . Natale ci porta una buona giornata e vi prometto di farvi passare la malinconia con un lauto banchetto . Non e` vero , capitano ? Si` , si` ! risponde Weimar , che ha ripreso la sua fiducia . Solennizzeremo il Natale con un banchetto . E pianteremo anche l' albero . Con dei regali per tutti . Si` , con dei regali . In breve tempo la camera comune e` diventata vuota . Tutti sono saliti in coperta per vedere come stanno le cose al di fuori , sperando forse che quel cambiamento di tempo abbia portato anche una variazione alla situazione pericolosa in cui si trova il Danebrog . Il campo di ghiaccio , durante quegli interminabili giorni di intensissimo freddo , ha subito delle modificazioni , ma non in meglio per i disgraziati prigionieri . La sua estensione , gia` prima considerevolissima , si e` reduplicata per il continuo avanzarsi dei ghiacci trascinati dalla corrente polare verso la costa americana . Fin dove giunge lo sguardo non si vedono altro che altissimi iceberg di tutte le forme possibili ed immaginabili : alcuni ritti , tutti d' un pezzo e terminanti in una punta aguzza che scintilla stranamente fra quella semi oscurita` ; altri pericolosamente inclinati e che parevano li` li` per piombare sul campo di ghiaccio , qua e la` fessi o traforati come se vi fosse penetrato un immenso cuneo ; poi piu` oltre strane cupole , alcune intere ed altre in parte diroccate dalla potente pressione dei ghiacci , e poi svelte colonne mantenentisi ritte per un prodigio di equilibrio ; coni strani e piramidi elevate quanto quelle d' Egitto e poi archi , e finalmente massi enormi accatastati confusamente che parevano le rovine di grandiosi edifici diroccati da un tremendo cataclisma . Del mare nessuna traccia . Forse al di la` di quella grande barriera di ghiacci ancora si frangeva sollevato dagli ultimi uragani , ma la distanza era tale che sarebbe stata una vera follia il volersi spingere fino laggiu` attraverso a tutte quelle pericolanti guglie . Siamo proprio accerchiati , e come ! esclamo` il tenente . Ci vorrebbero cento tonnellate di dinamite per aprirci una via . Fortunatamente la nave resiste sempre ! disse il capitano . Infatti non mi sembra che abbia sofferto ; non ha fatto altro che sollevarsi un po` . Speriamo che continui , se i ghiacci tornano a restringersi attorno a noi . E i nostri magazzini avranno sofferto ? interrogo` Koninson , guardando a babordo . Non mi sembra disse il capitano . La neve li ha coperti ma non vedo alcuna fessura attorno ad essi . Domani , se il tempo ci permettera` , li visiteremo . Si` , domani ! affermo` il tenente . Oggi non ci occuperemo che di festeggiare Natale . E voi vi incaricherete del pranzo , signor Hostrup . Grazie , capitano , cerchero` di farmi onore . Ohe` , ragazzi , mandate al diavolo i ghiacci e occupatevi di allestire in coperta una tavola che possa servire a tutti . Mi mettero` io alla loro testa ! disse il fiociniere . Ehi , mastro Widdeak , al lavoro ! I marinai , che altro non desideravano se non di dimenticare i loro lunghi patimenti , non si fecero pregare dai loro capi e tutti di buona voglia si misero alacremente al lavoro , mentre il tenente assumeva l' alta direzione della cucina . Alle 4 pomeridiane il ponte del Danebrog offriva uno spettacolo senza dubbio mai piu` visto in quell' alta latitudine . Koninson e Widdeak , aiutati dai marinai , avevano preparato una lunga tavola che si piegava sotto il peso dei tondi e delle bottiglie di rhum , che il degno tenente conservava da anni per qualche grande occasione . Tutto all' intorno , bandiere di segnali e bandiere di parecchie nazioni s' intrecciavano artisticamente , mentre verso poppa un piccolo pennone , che voleva essere l' albero di Natale , adorno di variopinte fasce , reggeva a grande stento bottiglie , pipe , pacchi di tabacco , coltelli e focaccie . A tavola ! s' udi` tuonare sotto coperta l' allegra voce del tenente . Il capitano , i fiocinieri , i timonieri , i gabbieri , che non aspettavano che quel segnale , si assisero ai loro posti e poco dopo appariva il tenente seguito da alcuni marinai che portavano fumanti pentoloni e casseruole da cui uscivano appetitosi profumi . Evviva al sig . Hostrup ! urlo` l' equipaggio . Ragazzi miei , lasciate gli evviva in fondo alle vostre gole , disse il tenente e invece preparate i vostri denti e il vostro stomaco . I marinai , ai quali era tornato l' appetito , fecero grandissimo onore al pasto e soprattutto alle bottiglie che sparivano rapidamente . Una pazza allegria regnava fra tutti quei lupi di mare che in quel momento dimenticavano di trovarsi imprigionati quasi all' estremita` del mondo abitabile e forse alla vigilia di qualche spaventevole catastrofe . Verso le 9 di sera , il tenente , che sembrava il piu` allegro di tutti , diede la stura alle sue due famose bottiglie ed empiendo fino all' orlo il suo bicchiere si alzo` . Capitano , un brindisi grido` . A chi ? domandarono i marinai . Al nostro valoroso Danebrog ! Amici , capitano , evviva al Danebrog ! Il tenente vuoto` tutto d' uno colpo la sua tazza , ma ne` il capitano , ne` i marinai lo imitarono . Si erano tutti , come un solo uomo , alzati guardandosi in viso con una viva ansieta` e piu` di uno era impallidito . Cosa succede ? chiese il tenente che nulla aveva avvertito . La nave si e` mossa ! disse il capitano , che curvo verso il tribordo , pareva ascoltare i rumori esterni . Ed io ho udito un sordo boato aggiunse Koninson . Forse le pressioni ? chiesero i marinai . Uno scricchioli`o forte , seguito da una scossa che fece oscillare il liquido contenuto nei bicchieri e le lampade sospese al tetto della sala , li rese avvertiti che qualcosa di straordinario accadeva sul grande campo di ghiaccio . Sono le pressioni ! esclamo` il tenente vibrando un formidabile pugno sulla tavola . E proprio oggi vengono a disturbarci , sul piu` bello del banchetto . Al diavolo i ghiacci ! Zitti tutti ! comando` il capitano . Udite ! Udite ! Ognuno presto` orecchio . In lontananza si udivano strani muggiti che pareva provenissero da un immenso esercito di buoi , e sordi boati che parevano prodotti da esplosioni sotterranee . D' un tratto la nave si alzo` bruscamente verso poppa e si udirono i corbetti gemere come se fossero stati potentemente stretti da un' immane tenaglia . Fuori , fuori tutti ! disse il capitano . I marinai si slanciarono confusamente all' aperto senza badare al freddo che era bruscamente aumentato d' una buona diecina di gradi e si curvarono sulla murata di poppa spingendo ansiosamente i loro sguardi sul campo di ghiaccio . Nulla pareva che fosse accaduto attorno alla nave . Gli iceberg , le piramidi , i coni e gli obelischi , occupavano le stesse posizioni e conservavano le loro inclinazioni ; pero` al di la` di quell' accatastamento di ghiacci si udivano delle sorde esplosioni e degli strani muggiti accompagnati da lunghi scricchiolii i quali , attraversando il campo , venivano a morire sotto la chiglia della nave che subiva delle forti vibrazioni . Senza dubbio all' estremita` del banco succedeva una battaglia tremenda fra i ghiacci che la corrente polare trascinava verso sud e che cercavano di aprirsi la via furiosamente sospinti dagli iceberg che venivano dietro di loro . Corriamo qualche pericolo ? chiesero i marinai al capitano la cui fronte si era rabbuiata . Chi puo` dirlo ? rispose Weimar . Temo pero` che passeremo una brutta notte . Cosa dobbiamo fare ? chiese Koninson . Nulla per ora ; ognuno pero` porti il proprio sacco in coperta . Perche` mai ? chiesero alcuni . Perche` potrebbe darsi che la nave ... . Non fini` . Un' esplosione formidabile che poteva paragonarsi allo scoppio simultaneo di mille pezzi d' artiglieria era avvenuta al di la` della linea dei ghiacci , e il banco , malgrado la sua immensa estensione e il suo enorme spessore , erasi spaccato a meta` lanciando in aria giganteschi spruzzi d' acqua ed ingoiando alcuni icebergs . L' equipaggio , atterrito , diede indietro mandando un grido di terrore , Presto , presto , grido` il capitano portate i vostri sacchi in coperta e tenetevi pronti a guadagnare i magazzini e le scialuppe . I marinai si precipitarono nella sala comune , raccolsero alla oscillante luce delle lampade i loro effetti e le loro armi e riguadagnarono la coperta . Una scena spaventevole accadeva allora sul campo di ghiaccio . Fra mille detonazioni , fra mille muggiti , fra mille fischi e mille crepitii , icebergs , hummocks , piramidi , cupole , coni e colonne s' inclinavano , si rialzavano , si cozzavano e si frantumavano lanciando ovunque i loro pezzi . Il campo , scosso in tutti i sensi , stretto da ogni parte dalla potente pressione dei ghiacci alla quale nessun corpo resiste , si sollevava or qua e or la` fendendosi e vomitando l' acqua del mare . Si sarebbe detto che quella massa enorme , poco prima solida tanto da sostenere una intera citta` , si fosse tutta d' un tratto convertita in una massa d' acqua agitata da un furioso uragano . La nave , ora rialzata a poppa ed ora rialzata a prua , oscillava spaventosamente , come si fosse trovata in piena tempesta . I suoi fianchi scricchiolavano e minacciavano di cedere , i puntelli s' incurvavano , il ponte si piegava , la chiglia si spezzava urtata e stretta dall' avanzarsi dei ghiacci . L' equipaggio , spaventato , coll' angoscia al cuore , impotente a far fronte a quel nuovo genere di assalto , che nessuna forza umana poteva respingere , si teneva aggruppato a poppa , mentre i suoi capi , che anche in quel terribile frangente si studiavano di apparire calmi , curvi sulle murate seguivano ansiosamente l' alzarsi e lo spezzarsi dei ghiacci sotto i fianchi del legno . Per una mezz' ora , che parve lunga quanto mezzo secolo , il campo fu in piena confusione , poi successe una breve calma interrotta solo dai muggiti che acquistavano maggiore intensita` ; quindi , quando l' equipaggio cominciava gia` a sperare , si udi` un altro spaventevole rombo seguito da mille scricchiolii , dal rovinare di icebergs e di hummocks e da una nuova e piu` formidabile convulsione del campo che parve si piegasse sotto il poderoso sforzo che veniva esercitato sui suoi confini . Il Danebrog , che a poco a poco aveva ripresa la sua primiera posizione , si risollevo` a poppa , indi cadde pesantemente nel suo cavo la cui crosta , sotto l' urto , s' infranse . S' udi` tosto un crepiti`o di legnami infranti e pochi istanti dopo , in mezzo al crollare dei ghiacci , ai rombi , ai muggiti e ai fischi , una voce gridare : Si salvi chi puo` ! I ghiacci hanno sfondato il Danebrog ! Nell' udire quelle grida che annunciavano l' irreparabile perdita della valorosa nave , fiocinieri , timonieri e gabbieri , perduta completamente la testa , si gettarono confusamente verso le murate onde guadagnare i magazzini sotto i quali stavano le scialuppe . Il capitano e il tenente fortunatamente non avevano perduto il loro sangue freddo . Prevedendo a quale pericolo si esponevano i loro compagni su quel banco ancora in piena convulsione , che qua e la` si apriva minacciando d' ingoiare chi si fosse arrischiato di attraversarlo , si slanciarono verso le murate gridando : Indietro , fermi tutti ! Il banco si apre ! Infatti , a tribordo della nave , dal lato dei magazzini , proprio nel momento in cui i marinai stavano per slanciarsi giu` , si era aperta una larga fenditura in fondo alla quale si vedeva spumeggiare furiosamente il mare . Indietro ripete` il capitano , respingendo violentemente i piu` vicini . Volete farvi stritolare dai ghiacci ? Ma la nave affonda ! disse un gabbiere . Non ancora ! grido` il tenente . Tutti a poppa ! Mastro Widdeak e Koninson spinsero i loro camerati verso poppa . Signor Hostrup , grido` il capitano , cercando di dominare colla voce lo sfracellarsi dei ghiacci scendete nella stiva . Forse , coll' aiuto di Dio , potremo resistere fino a domani . Il tenente sparve nel ventre del legno seguito dall' inseparabile Koninson e poco dopo riappariva sul ponte . Ebbene ? chiesero i marinai correndo verso di lui . E` finita per il Danebrog ? Non ancora ! rispose egli . Non affondiamo ? No , almeno per ora . Cos' e` che ha ceduto ? chiese il capitano . I fianchi del nostro povero legno sono stati sfondati dai ghiacci che ora si riuniscono attraverso la stiva . Il capitano lancio` un' imprecazione , ma riacquistando tosto la sua calma disse , volgendosi verso l' equipaggio che lo circondava . Non scoraggiamoci , amici . La costa americana non e` lontana e noi sapremo guadagnarla a dispetto dei ghiacci . Che ognuno rechi in coperta piu` viveri e piu` coperte che puo` , e si tenga pronto a lasciare la nave . Tenente , credete che potremo resistere sino a domani ? Si , se i ghiacci non cedono sotto il peso della nave . L' acqua entra ? L' ho udita precipitare nella sentina . Speriamo in Dio . Ditemi , tenente , vi sentireste capace di guadagnare i magazzini ? Lo tentero` , capitano , se e` necessario . E` indispensabile , tenente . La` abbiamo le nostre scialuppe , le quali possono venire ingoiate da un momento all' altro . Allora andro` ai magazzini , dovessi perdere ambo le gambe . Tu , Koninson , mi accompagnerai , se non hai paura . Sono ai vostri ordini , sig . Hostrup ! rispose il coraggioso fiociniere . Ma vi faccio osservare che fra la nave e i magazzini si e` aperta una larga fenditura . La attraverseremo , Koninson . Affrettatevi dunque , signor Hostrup ! disse il capitano . Un ritardo di pochi minuti potrebbe esserci fatale . Vieni , Koninson disse il tenente . Si diresse verso l' albero di maestra armato di una scure e con ma vigorosi colpi stacco` la boma che poi , aiutato dal fiociniere , getto` sul campo di ghiaccio . Ci servira` per passare il crepaccio ! disse al capitano che lo guardava senza comprendere . Arrivederci ai magazzini , signor Weimar . Dio vi guardi , signor Hostrup ! rispose il capitano con voce commossa . Poi gli si slancio` contro e gli strinse energicamente la destra . Non so , disse con un tono di voce in cui risuonava un triste accento io mi sento in questo momento profondamente commosso . Che vi succeda qualche disgrazia ? Non lo credo rispose il tenente sforzandosi , ma senza riuscirvi , di sorridere . Addio , capitano , addio ! Anche lui , senza sapere il perche` , era profondamente commosso . Si direbbe che una disgrazia mi minaccia mormoro` , guardando con inquietudine i ghiacci che continuavano a oscillare e a rovesciarsi fra mille fragori . Si getto` ad armacollo il fucile , raccolse il sacco contenente le sue vesti e scavalcata la murata discese sul banco dove gia` lo attendeva Koninson , completamente equipaggiato . Affrettiamoci tenente ! disse il fiociniere . Qui corriamo il pericolo di essere ingoiati . Sento che il ghiaccio si spezza attorno alla nave . Si caricarono della boma e , camminando con precauzione e guardandosi ben bene d' attorno , si diressero verso la fenditura che non distava piu` di venti metri . Il gran banco sotto i loro piedi vibrava fortemente e si alzava e si abbassava come se sotto di esso il mare fosse diventato tempestoso . Di quando in quando dei lunghi segni bianchi , che annunciavano prossime spaccature , correvano da una estremita` all' altra del banco con sinistri crepitii seguiti da sordi boati e tutto d' un tratto s' innalzavano delle colonne di ghiaccio in cerchi concentrici che tosto strapiombavano con indescrivibile fracasso . Dopo aver corso dieci volte il pericolo di venire sfracellati o ingoiati , i due intrepidi balenieri giunsero sull' orlo della frana attraverso alla quale gettarono l' albero . Il tenente vi si avventuro` sopra , tenendosi solidamente aggrappato e raggiunse in breve l' opposta riva . Il fiociniere lo segui` e ben presto si trovarono dinanzi ai magazzini che erano coperti da un ammasso di neve indurita . Mi sembra che non abbiano sofferto disse il tenente dopo una rapida occhiata . E` vero confermo` il fiociniere . Mano alla scure e non perdiamo tempo , amico Koninson . Sento dei fremiti correre sotto il ghiaccio , e cio` indica che puo` aprirsi un abisso sotto i nostri piedi . Dotati entrambi di una forza poco comune , in breve aprirono nella massa nevosa una specie di galleria , entro la quale arditamente si cacciarono finche` giunsero alla parete del magazzino che con due o tre colpi di scure sfondarono . Le scialuppe ? chiese il fiociniere al tenente che lo aveva preceduto . Eccole li` ! rispose l' interpellato , che si era cacciato in mezzo alle casse e ai barili che ingombravano il magazzino . Saremo capaci di spingerle fuori ? Lo spero , Koninson , poiche` poggiano sopra i curli . In quell' istante udirono sotto i piedi crepitare fortemente il ghiaccio e al di fuori raddoppiare le urla e le detonazioni . Alcune grida umane , che partivano senza dubbio dal Danebrog , giunsero pure ai loro orecchi . Presto , presto , Koninson ! grido` il tenente . Forse la nave sta per affondare . Eccomi , signore ! rispose il fiociniere , che era diventato pallido , pensando al grave pericolo che correvano il capitano Weimar e tutti gli altri . Afferrarono i bordi della grande baleniera e si misero a spingerla con disperata energia , mentre le detonazioni si succedevano con spaventevole frequenza facendo oscillare le pareti del magazzino . Dapprima non riuscirono a muoverla essendosi i curli saldati al ghiaccio , ma poi , dopo alcune vigorose scosse , la spinsero attraverso il magazzino cercando di dirigerla all' imboccatura della galleria . Il tenente , in preda ad una forte inquietudine che non riusciva a vincere , faceva sforzi sovrumani ed eccitava il suo compagno che non ne aveva proprio bisogno , poiche` anche lui spingeva con una specie di rabbia , invaso da una vaga paura che ad ogni istante cresceva . Avevano gia` spinto la grande baleniera nella galleria , quando in mezzo all' orribile baccano prodotto dai ghiacci che le pressioni spaccavano e rovesciavano , s' udirono delle urla disperate venire dal luogo ove si trovava la nave . Koninson ! esclamo` il tenente con voce soffocata dall' emozione . Tenente ! rispose il fiociniere che era diventato pallido come un cadavere . Aiuto ! Si salvi chi puo` ! s' udi` urlare al di fuori . Il tenente e il fiociniere , atterriti , cogli occhi stravolti , si precipitarono fuori della galleria le cui pareti cadevano a larghi pezzi . Un grido sfuggi` dai loro petti . Il Danebrog , schiacciato dalle pressioni , andava rapidamente a picco . Gia` la sua prua era scomparsa e l' acqua del mare , alzatasi sopra il banco , saliva spumeggiando l' inclinato ponte del vascello , strappando tutto cio` che incontrava sul suo passaggio . I marinai , pazzi di terrore , dopo essersi rifugiati a poppa stavano saltando sul campo di ghiaccio dirigendosi a tutte gambe verso il crepaccio . Capitano ! Capitano ! grido` il tenente . Accorriamo ! Accorriamo ! esclamo` Koninson , Stavano per slanciarsi verso il crepaccio , quando una scossa formidabile seguita da uno scoppio inaudito , paragonabile solo all' esplosione di una immensa polveriera , fece traballare il gran campo di ghiaccio che dapprima si curvo` in alto e che poi si spacco` aprendo qua e la` dei profondi baratri dai quali irruppe furioso il mare . Il tenente e il fiociniere , violentemente scossi , stramazzarono in mezzo alla neve . Quando si alzarono , il Danebrog e il suo valoroso equipaggio erano scomparsi ! Il banco di ghiaccio , prima apertosi e poi richiusosi , li aveva per sempre inghiottiti ! XVI LA CAPANNA DI GHIACCIO La terribile convulsione dei ghiacci , che ha sfondato i fianchi della valorosa nave baleniera , e` cessata ; una calma assoluta regna su quella regione perduta al di la` del circolo polare , dove ha trovato la morte il disgraziato equipaggio danese . Un silenzio profondo , triste , che impressiona per la sua grandiosita` , impera sull' immenso campo di ghiaccio ; non una voce umana attraversa gli strati gelidi dell' aria , non un grido d' uccello echeggia , non un mormorio di ruscello , non un frangersi d' onda , non uno scricchioli`o , non un gemito . E` un silenzio d' orrore ; il silenzio della regione disabitata e inabitabile . Il cielo nondimeno e` sgombro da quei fitti nebbioni che formano il terrore degli audaci naviganti che sfidano quelle regioni maledette . Una splendida luna , contornata da miriadi di scintillanti stelle , versa sul grande campo una luce azzurrina , illuminandolo come in pieno giorno . Gli icebergs , gli hummocks , le cupole , le piramidi , i picchi aguzzi , le colonne , tramandano per ogni dove mille sprazzi di luce come se una generosa fata avesse sparso su di loro diamanti a piene mani , d' una enorme grossezza . Ad oriente una pallida luce si stende , indicando il luogo ove e` scomparso il sole ; luce che le lontane montagne di ghiaccio raccolgono e che tramandano in cielo formando un ice blink cosi` limpido da gareggiare con lo splendore dell' astro notturno . Due uomini si trovavano sul gran campo , seduti su in un piccolo hummock . L' uno ha la testa fra le mani e pare che mediti ; l' altro guarda mestamente i ghiacci che gli si stendono dinanzi . Sono il tenente Hostrup e il fiociniere Koninson , i due superstiti del naufragio della nave baleniera . Per due interi giorni , pazzi di dolore per quell' inaspettata catastrofe che li aveva privati d' un sol colpo della nave e dei loro compagni avevano percorso in tutti i sensi il banco sfidando ogni specie di pericoli , rovistando le nevi , spaccando ghiacci quando udivano un rumore insolito e scendendo nei crepacci nella speranza di ritrovare qualche loro camerata vivo o morto , ma tutto era stato vano . Il mare non aveva piu` restituito la preda . Nave ed equipaggio erano scomparsi sotto quel gelido lenzuolo , scendendo negli inesplorati abissi dell' oceano polare . Sfiniti , semigelati , abbattuti , si erano fermati ai piedi dell' hummock . Ormai avevano perduta ogni speranza . Orsu` , tutto e` finito ! esclamo` il tenente , lasciandosi cadere sul ghiaccio I miseri sono tutti periti , tutti , tutti ! Povero capitano , Poveri compagni che non rivedrete mai piu` le sponde della patria vostra ! Un rauco suono che sembrava un singhiozzo soffocato si spense in fondo alla gola di quell' uomo che forse non aveva mai pianto , mentre due grosse lacrime gli si gelavano sulle brune gote . Soli , soli in quest' immenso deserto di ghiaccio ! riprese egli dopo qualche istante , come se parlasse a se` stesso . Chissa` se anche noi torneremo a rivedere la nostra Danimarca ! Signor Hostrup ! disse il fiociniere con voce commossa . Ti comprendo , Koninson ! rispose il tenente alzandosi Non bisogna scoraggiarsi , hai ragione , amico mio . Siamo in due , signor tenente , e , ringraziando Iddio , siamo e tutti e due solidi . E` vero , Koninson . Contate di rimanere ancora su questo dannato banco ? E` necessario . Non vorrei che ci toccasse la sorte del povero capitano e dei suoi uomini . Penso che se la Provvidenza ci ha risparmiati , non l' avra` fatto per farci morire domani o fra qualche mese . Infatti , lo credo anch' io , tenente . Ma se si potesse lasciare questo banco sotto cui dormono i nostri disgraziati compagni sarei ben lieto . E dove vorresti recarti ? Chi oserebbe sfidare i terribili freddi della regione polare sotto una tenda ? No , Koninson , se vogliamo salvarci bisogna svernare qui . Ci costruiremo una capanna di ghiaccio e attenderemo la buona stagione . E poi , dove andremo ? Cercheremo di guadagnare la costa e di la` qualche stabilimento della compagnia della Baia di Hudson . Orsu` , all' opera , Koninson , non perdiamo tempo o il freddo ben presto ci uccidera` . Cosa si deve fare ? Io sono pronto a tutto . Costruirci il ricovero . E dove ? A fianco dei magazzini onde essere sempre vicini alle scialuppe . Disponete di me ; mi sento assai forte in questo momento , Tu preparerai i materiali e io costruiro` . Vieni , amico mio , che forse abbiamo tardato anche troppo . Si diressero verso i magazzini che erano poco lontani e che occupavano la cima di una collinetta da cui si dominava un gran tratto di paese e si fermarono dinanzi ad un iceberg che pareva solido quanto una rupe . Ci proteggera` dai venti del nord disse il tenente , dopo averlo osservato attentamente per assicurarsi della sua stabilita` . Si levo` dalla cinta il coltello e traccio` nel ghiaccio , fra i magazzini e l' iceberg , un circolo del diametro di cinque metri che poi approfondi` a colpi di scure formando un canale destinato , in seguito , a raccogliere l' umidita` scendente dalle pareti della capanna . Ora , disse rivolgendosi a Koninson tagliami dei blocchi di ghiaccio . Il fiociniere non se lo fece dire due volte e manovrando abilmente la scure in breve tempo preparo` un grande numero di grossi pezzi di ghiaccio , che il tenente dispose in bell' ordine intorno al canaletto , cementandoli con neve . Sopra quel primo strato il tenente ne sovrappose un secondo , lasciando verso sud un' apertura piuttosto stretta , indi un terzo , un quarto e via via , sempre restringendoli in maniera da formare una specie di cupola la cui elevazione non superava i tre metri . Una famiglia d' eschimesi non avrebbe domandato di piu` e si sarebbe fermata li` , ma il tenente era piu` esigente e non voleva correre i pericoli ai quali si espongono spesso gli abitanti di quelle gelide regioni , cioe` all' acciecamento prodotto dal fumo ed al congelamento per mancanza di circolazione d' aria . Aiutato dal fiociniere , che si mostrava entusiasta per quella costruzione la cui forma rammentava un mezzo uovo , ma di dimensioni colossali , si arrampico` sulla cupola e apertovi un buco , costrui` , servendosi sempre di blocchi di ghiaccio , un tubo alto un buon metro , per dare sfogo al fumo ; poi apri` verso est , verso ovest e verso nord tre altre aperture , per combattere efficacemente il congelamento ed anche l' umidita` , due nemici pericolosissimi in quei climi . Da ultimo tappezzo` il suolo della capanna con pelliccie e con tela da vele , lasciando pero` in mezzo , proprio sotto il tubo che doveva servire da camino , uno spazio libero . Che te ne pare , mio bravo fiociniere ? disse il tenente quando ebbe finito . Io dico che staremo benone in questo nido rispose Koninson Bisognera` pero` chiudere le finestre . Bastera` un pezzo di pelle . Spero che non geleremo . Se non gelano gli eschimesi che vivono otto mesi dell' anno nelle loro capanne di ghiaccio , non so perche` dovremo gelar noi . Ma quando accenderemo il fuoco , le pareti non si scioglieranno ? Non avere questo timore , Koninson . La fiamma e` lontana e i blocchi di ghiaccio che ci hanno servito per la costruzione sono grossi . E poi credi tu che non s' ingrosseranno di piu` ? Alla prima nevicata raddoppieranno e alla seconda triplicheranno il loro volume . Purche` la cupola non ceda . La sbarazzeremo del soverchio peso . E siete persuaso che si stara` bene qui dentro ? Ne sono convinto , Koninson , e aggiungo che prenderemo amore alla nostra casa e che ci dispiacera` l' abbandonarla quando ci metteremo in cammino per il sud . Permettetemi di dubitarne , tenente ! disse Koninson . Non so chi potra` essere quell' uomo che prendera` affezione ad una casa di ghiaccio . Gli eschimesi , per esempio , preferiscono le loro capanne gelate ai nostri palazzi d' Europa . Voi scherzate , tenente . Parlo seriamente , Koninson , e ti so dire che un eschimese condotto a Londra pochi anni fa , dove era trattato come un principe , dopo qualche tempo chiese di tornarsene in mezzo ai suoi ghiacci , dicendo che a tutti i palazzi della capitale inglese preferiva la sua capanna di ghiaccio , e a tutte le barche del Tamigi il suo piccolo canotto di pelle . Si direbbe una frottola se non uscisse dalle vostre labbra . Come mai si puo` desiderare questo deserto di ghiaccio dove tutto manca e dove si corre ad ogni momento il pericolo di venire inghiottiti dal mare ? Questione di abitudine e d' amore al natio paese , Koninson . Forse che tu lasceresti la nebbiosa Danimarca per i bei paesi dal dolce clima ? Chissa` ? Forse , signor Hostrup ; ma potrei un bel giorno desiderare di rivedere le sponde del mio paese . Sono convinto che presto o tardi questo desiderio verrebbe . Ma facciamo punto ed occupiamoci delle nostre provvigioni . Spero che ci basteranno per finire questo dannato inverno . Ne avremo anche troppe , Koninson . Lasciarono la capanna e si diressero verso i magazzini che erano a pochi passi di distanza . La galleria che avevano scavata per entrare , era in parte diroccata a causa delle ultime pressioni , ma i due balenieri non esitarono a cacciarsi in mezzo alla neve e ai massi di ghiaccio che in parte la ostruivano . Quando furono entro i magazzini , a colpi di scure aprirono un vano affinche` entrasse un po` di luce , poi si misero a fare l' inventario di cio` che possedevano . Il defunto capitano Weimar aveva accumulate tante provvigioni da bastare per parecchie settimane all' intero equipaggio del Danebrog e specialmente alcuni attrezzi che diventavano di un valore inestimabile . Il tenente , aiutato dal suo bravo compagno , che rimuoveva ogni cosa con grande ardore , conto` sei casse contenenti non meno di duecento chilogrammi di biscotto , due barili di carne secca ridotta in pemmican col sistema indiano , un barile di farina , due di lardo , una non piccola quantita` di cioccolata , parecchie scatole di te` , un centinaio di chilogrammi di pesce secco e un barilotto di acquavite , nonche` alcune bottiglie di succo di limone per combattere i disastrosi effetti dello scorbuto . Scopri` altresi` una piccola provvista di patate , due pentole di ferro della massima importanza per loro , una cassa con vesti di pelle di foca e alcune grosse coperte di lana e una provvista abbondante di polvere e di palle con tre fucili , una . vecchia pistola e alcuni coltelli . Mancava assolutamente il legname e il carbone , cose necessarie per resistere ai grandi freddi dell' inverno polare , ma c' erano dodici barili di spermaceto di balena e alcuni d' olio e parecchio canape . Per di piu` possedevano due baleniere e un canotto , che dovevano fornire una provvista di legna non piccola . Abbiamo piu` di quanto ci occorre ! disse il tenente quand' ebbe finito l' inventario . Passeremo l' inverno senza incomodi e senza sofferenze . Una cosa ci manca , signor Hostrup . Quale , mio bravo fiociniere ? Una stufa da porre nella nostra capanna . Non occorre . Koninson lo guardo` con sorpresa . Forse che nella nostra capanna fara` caldo quando all' esterno avremo 40' sotto lo zero ? Non dico questo ma surrogheremo la stufa con qualche cosa di meglio . Hai visto delle stufe nelle capanne degli eschimesi ? No , tenente , e mi sono sempre meravigliato . Ma avrai veduto ardere giorno e notte una gran lampada . Si` , me ne ricordo . Ebbene , anche noi accenderemo una gran lampada in mezzo alla nostra capanna e vedrai che ci dara` sufficiente calore . Se dite cio` , deve essere vero . Ed ora cosa facciamo ? Porteremo alcune provviste nella nostra casupola per non essere obbligati ad aprire ogni giorno i nostri magazzini . Li chiuderemo dunque ? E per bene , Koninson . Non dimenticare che al polo nord vi sono degli orsi bianchi sempre in lotta colla fame . Se si spingono fin qui e scoprono le nostre provviste , faranno un gran vuoto in sole poche ore . Orsu` , al lavoro , fiociniere . Si caricarono entrambi di diverse provvigioni , delle armi , delle pentole e di alcune coperte ed uscirono per recarsi alla capanna . Erano appena usciti dalla galleria , quando il tenente si arresto` bruscamente guardando verso nord . Cosa vedete ? chiese Koninson , che si era affrettato a sbarazzarsi del carico per afferrare il fucile . Degli orsi forse ? No , guarda laggiu` . Koninson volse lo sguardo nella direzione indicata e scorse una nube nerissima che si staccava vivamente sul fondo stellato del cielo e il cui lembo superiore descriveva una specie di arco . Una tempesta che si approssima , forse ? chiese . No , e` l' aurora boreale che sta per sorgere ! rispose il tenente . Guarda , ecco che la nube si allarga e con grande rapidita` . Infatti la nube prendeva grandi proporzioni come se fosse stata spinta da un formidabile vento , e al centro a poco a poco diventava piu` chiara , quasi trasparente , attraversata di quando in quando da rossastri bagliori . D' improvviso successe un cambiamento magnifico , sorprendente . Parve che la nube volasse in mille scheggie , come se nel suo seno fosse saltato un magazzino di polveri e qua e la` guizzarono per l' orizzonte colonne di fuoco d' una tinta superba , cangiando i ghiacci in altrettanti massi infuocati . Stupendo ! esclamo` Koninson , che pure aveva osservato moltissime volte quel meraviglioso fenomeno . Aspetta un po` , fiociniere ! disse il tenente , che non staccava gli occhi dall' orizzonte settentrionale . Le colonne di fuoco continuavano ad innalzarsi ed abbassarsi con le contrazioni dei serpenti , cambiando di frequente tinta che variava dal bianco trasparente al giallo e al rosso ardente e formando delle nebulosita` abbaglianti . Poi , a poco a poco , s' innalzo` un arco immenso , brillante , il quale sollevando tutti quegli sprazzi di luce variopinta balzo` da est ad ovest per poi ritornare , con altro brusco e piu` rapido salto , ad est . Il fenomeno era allora nel suo pieno splendore . I raggi che si alzavano sul grand' arco , gli uni sottilissimi e gli altri grossi , rossi alla base , verdastri nel mezzo e biancastri all' estremita` , si spingevano sino alla testa dell' Orsa Maggiore , formando una specie di cupola di una bellezza incomparabile . I campi di ghiaccio , gli icebergs , gli hummocks , le piramidi , i coni , le colonne parevano tutti in fiamme e riflettendo quei vigorosi bagliori illuminavano la regione polare fino agli estremi confini . Ben presto pero` l' immenso arco fu visto ondeggiare come se fosse stato scosso da un impetuosissimo colpo di vento , formando immense pieghe in senso orizzontale e ben presto sull' orizzonte piu` non si vide che un ammasso di luce la cui intensita` era tale che i due naufraghi furono costretti a difendersi gli occhi colle mani . Si direbbe che tutto il polo e` in fiamme ! disse Koninson , che non parlava piu` di rientrare nella capanna . E` uno spettacolo che non si e` mai stanchi di vedere , e che non si e` mai osservato abbastanza bene . E` vero , fiociniere ! rispose il tenente . Pare di assistere sempre ad un fenomeno nuovo . Sapreste dirmi , signor Hostrup , da cosa deriva ? Hum , e` un po' difficile saperlo , mio caro fiociniere , poiche` gli scienziati non sono ancora d' accordo , su cio` . Pare che sia causato da un accumulamento di elettricita` e per mio conto credo che sia l' ipotesi migliore e piu` giusta , considerati i pochi uragani e l' estrema siccita` dell' aria che s' oppone alla sua dispersione . E` vero , signor Hostrup , che l' aurora altera le bussole ? Verissimo , Koninson , e non solo quando esse sono in vista della luce , ma anche quando si trovano lontane dal cerchio luminoso , il che fa supporre che le aurore boreali siano in relazione col magnetismo . E sono sempre uguali queste aurore ? Se ne sono osservate di quelle strane . Mairan ne vide una nel 1726 trovandosi a Breville Ponte , che era formata da un gigantesco segmento nero traforato regolarmente da punti luminosi . Questi fenomeni sono pero` molto frequenti . Secondo gli anni . Lotten , che fece parte della spedizione d' Islanda per studiare i fenomeni della regione polare , nell' osservatorio da lui stabilito a Bossekop ove rimase otto mesi negli anni 1838 39 , ne vide ben 143 in 206 giorni e le piu` frequenti fra il 17 novembre e il 25 gennaio . Speriamo di vederne molte anche noi . Ne vedremo , Koninson . Intanto l' aurora continuava le sue oscillazioni e i suoi bruschi salti , ora scemando di proporzioni ed ora ingigantendo . Tre ore duro` , poi nuovi raggi apparvero , fra cui uno biancastro altissimo , indi ricomincio` ad ondeggiare , a indebolirsi e fini` con lo sfasciarsi e scomparire . Le tenebre , ripreso il loro impero , tornarono a distendersi sui campi di ghiaccio e sull' orizzonte , poco prima infuocato , non rimasero a brillare che gli astri . XVII SEPOLTI SOTTO LE NEVI Nei giorni seguenti i due balenieri si adoperarono per rendere piu` comoda la loro abitazione nella quale prevedevano di dover passare delle lunghe giornate senza poter uscire . Vi trasportarono un certo numero di provvigioni sufficienti per nutrirli qualche settimana senz' essere obbligati ad aprire i magazzini che erano stati ben chiusi , per metterli al riparo dagli assalti degli orsi bianchi ; vi adattarono nel mezzo una gran lampada che doveva servire da stufa e da camino , costituita da un pentolone di ghisa munito di un grosso lucignolo ; coprirono per bene il pavimento dopo aver battuta la neve e vi collocarono due piccoli letti formati di pelli di foca e di coperte di lana , e da ultimo vi trasportarono due barili d' olio di balena che dovevano servire all' illuminazione e` al riscaldamento . Per meglio proteggere la loro dimora dai gelati venti del nord , eressero quasi tutto all' intorno una muraglia di ghiaccio alta una decina di piedi , facendovi anche delle feritoie per difendersi dagli orsi , nel caso che questi fossero cosi` audaci da venir a ronzare in quei pressi . Il 10 gennaio , stanchi si` ma soddisfatti dei loro lavori , prendevano possesso della loro casupola entro la quale potevano sfidare , senza tema di soffrir troppo , i freddi intensi del polo artico . Era tempo . Lo stesso giorno , la calma che fino allora li aveva favoriti e la temperatura cangiarono bruscamente . Una bufera di neve si scateno` con inaudita violenza facendo scendere quasi improvvisamente il termometro a oltre 40' sotto lo zero , accompagnata da rombi minacciosi che annunziavano prossime pressioni . Sei giorni interi l' uragano imperverso` , spazzando i campi di ghiaccio ed atterrando non pochi icebergs e moltissimi hummocks , durante il qual tempo i due balenieri non ardirono porre il naso fuori della loro dimora ; poi sopravvennero le pressioni . Il grande banco , stretto d' ogni parte dai ghiacci che continuavano ad accumularsi ai suoi confini , si mise in movimento da nord a sud , da est ad ovest . Seguirono scricchiolii , muggiti , boati , detonazioni indescrivibili , con non poco timore da parte dei due balenieri che temevano assai per i loro magazzini e anche per la loro capanna , le cui pareti piu` volte oscillarono pericolosamente come se fossero per crollare . Il 20 vi fu un po` di calma , ed i due balenieri ne approfittarono per sgranchirsi le gambe , ma dovettero prima lavorare un paio d' ore per aprirsi il passo attraverso le nevi che avevano quasi interamente coperta l' abitazione , Un' altra nevicata e saremo sepolti ! disse Koninson , salendo sul campo di ghiaccio che aveva raddoppiato lo spessore . Vedi nulla di nuovo ? disse il tenente che lo seguiva . Si` , un gran numero di ghiacci rovesciati ed enormi spaccature . Ma ... to` , cos' e` che si muove laggiu` ? Un animale forse ? Fulmini ... un elefante ! Un elefante qui , con questo freddo ? Sei matto , fiociniere ? Allora e` un orso colossale . Un fucile , signor Hostrup , un fucile ! Il tenente ritorno` rapidamente nella capanna e prese le due carabine . Salito sul campo , guardo` nella direzione che il fiociniere gli indicava . A trecentocinquanta passi , presso un grandissimo iceberg , la cui cima pareva che toccasse le nubi , egli vide , non senza una certa emozione , un colossale animale dal mantello bianco con una lunga coda che spazzava la neve . Koninson non aveva esagerato . Quell' animale era grande quanto un vero elefante , quantunque non avesse ne` la tromba , ne` le zanne . Da dove esce quell' animalaccio ? si chiese il tenente che involontariamente retrocesse . Non ho mai veduto una cosa simile . Che sia un orso di nuovo genere ? domando` Koninson che malgrado la sua straordinaria audacia era diventato pallido e tremava non poco . No , non e` possibile . Piuttosto lo credo un rhystine stelleri . Che bestia e` mai questa ? Io non ne ho mai incontrata una nelle mie caccie . E` un colossale mammifero marino , la cui razza si e` spenta da qualche secolo e forse piu` . L' esploratore Behring ha narrato che quando naufrago` sull' isola che oggi porta il suo nome , verso il 1741 , trovo` una grande quantita` di questi rhystine stelleri . Perche` non potrebbe esistere ancora qualche campione ? Erano pericolosi ? No , a quanto lascio` scritto Behring . Allora possiamo arrischiare due colpi di carabina . Lo credo , Koninson , tanto piu` che non mi dispiacerebbe un bell' arrosto di carne fresca . Avanti allora e non manchiamo al colpo . I due balenieri , tenendosi celati dietro alcuni massi di ghiaccio , s' avvicinarono all' animale che non pareva disposto a fuggire . Giunti a duecento passi puntarono le armi , e dopo aver mirato attentamente fecero fuoco . I colpi di fucile furono tosto seguiti da due rumorosi scoppi di risa che gli uguali non avevano mai echeggiato in quelle alte latitudini . E vi era infatti da ridere e molto fragorosamente ! Le detonazioni non erano ancora cessate , che un cambiamento inatteso erasi manifestato . Il grande iceberg che pareva toccasse le nubi colla sua vetta , come per incanto era diventato un semplice a hummock e il preteso rhystine stelleri dalle forme gigantesche una misera ... volpe , la quale , piu` che mai spaventata e ben contenta di non essere stata colta dalle palle , fuggiva con incredibile celerita` attraverso i ghiacci . Ma che razza di scherzo e` mai questo ! esclamo` Koninson , che rideva al punto da slogarsi le mascelle . Uno scherzo che dovevamo indovinare prima rispose il tenente che non rideva meno . Una semplice rifrazione adunque ? Si` , la rifrazione , un miraggio qualunque , che lo scoppio delle nostre armi , agitando violentemente gli strati atmosferici , e` bastato a distruggere . Un fenomeno frequente in queste regioni ? Molto frequente , fiociniere . Andiamo innanzi , ma badiamo di non scambiare un canaletto per un fiume e un buco per un baratro . Messi di buon umore da quello scherzo , ripresero il cammino dirigendosi verso nord colla speranza di fare qualche piu` fortunato colpo di fucile . Percorsero due chilometri camminando con precauzione e tastando il ghiaccio perche` non si aprisse improvvisamente sotto i loro piedi , ma non incontrarono che icebergs , che le ultime pressioni avevano inclinati capricciosamente , ma non distrutti . Di animali nessuna traccia : orsi , foche , trichechi , volpi , mancavano assolutamente sul campo di ghiaccio . Perfino gli uccelli erano scomparsi e non si udiva alcun grido in nessuna direzione . Il tenente e il fiociniere , un po` sconcertati , ritornarono alla loro dimora , inquieti assai a causa di certi brutti nuvoloni che si alzavano rapidamente da nord e che promettevano un' altra abbondante nevicata e un maggior abbassamento di temperatura . E le loro inquietudini non errarono . Erano appena al riparo , che un vento furioso comincio` a soffiare sul campo spingendo innanzi a se` i nembi di ghiacciuoli sottili come aghi che , cadendo , producevano un rumore quasi metallico , mentre nelle alte regioni turbinavano fiocchi di neve di una grossezza inverosimile . Koninson turo` ermeticamente tutte le finestre della capanna ed alimento` la gran lampada per mantenere nell' interno un certo calore . Dopo un magro pasto e una fumata , si avvolsero nelle coperte mentre al di fuori l' uragano continuava a ruggire , ammonticchiando qua e la` enormi ammassi di neve . La notte fu cattiva . Piu` volte il tenente si sveglio` e porse ascolto ai ruggiti del vento ed agli scricchiolii del campo di ghiaccio che talvolta pareva fosse diventato il fondo d' una caldaia in ebollizione e piu` volte , a rischio di compromettere il suo naso , tento` , ma invano , di guardare cio` che accadeva all' esterno . Riaddormentatosi per la decima volta , dopo un tempo che stimo` non troppo lungo si risveglio` con un certo malessere che non sapeva spiegare . Respirava con fatica e attorno al capo gli pareva di avere un cerchio di ferro che sempre piu` si stringesse . Si guardo` intorno . La lampada , che poco prima ardeva benissimo , era moribonda , quantunque fosse piena d' olio . Pareva anzi che si dovesse spegnere da un istante all' altro . Guardo` Koninson e lo vide agitarsi e respirare affannosamente . Cosa sta per succedere ? mormoro` con qualche ansieta` . Tese l' orecchio . Non udiva piu` gli scricchiolii dei ghiacci ; solamente gli pareva che in distanza rombassero delle detonazioni molto sorde . Koninson ! Koninson ! grido` . Il fiociniere agito` le braccia , sbadiglio` a lungo mostrando le mascelle solidamente armate di aguzzi denti e apri gli occhi . Tenente ! rispose . Provi qualche cosa tu ? Si , signor Hostrup . Mi pare che il mio capo giri e che i miei polmoni funzionino molto male . To` ! Che cos' ha la lampada che pare voglia spegnersi ? Eppure io l' ho riempita per bene . Mi assale un dubbio , Koninson . E quale mai ? Che noi siamo sepolti . Sepolti ! E come ? Che il campo di ghiaccio ci abbia inghiottiti senza stritolare la capanna ? Sarebbe un bel caso , signor Hostrup . Ma poco allegro , fiociniere . Fortunatamente credo che non siamo sotto il banco ma sopra . Ed allora chi ci avrebbe sepolti ? La neve . Infatti , signor Hostrup , mi pare che l' aria cominci a mancare . La lampada che si spegne , i nostri polmoni che si affaticano e le nostre teste che girano , sono segni belli e buoni per farci credere che non c' inganniamo . Proviamo ad uscire , finche` ci rimane qualche altra boccata d' aria . Koninson , che non si trovava bene fra quell' aria viziata , levo` la pelle che chiudeva l' entrata e si trovo` dinanzi ad una massa di neve che pareva dovesse elevarsi quanta era alta la capanna . Si provo` i rasparla , ma non ne venne a capo : il freddo intenso l' aveva ridotta in solidissimo ghiaccio . Hum ! esclamo` . La faccenda diventa seria , signor Hostrup . Siamo come murati e molto bene , a quanto pare . Eppure bisogna uscire , Koninson , e senza perder tempo . Proviamo ad aprire il buco che serviva d' uscita al fumo . Proviamo , fiociniere . Sta saldo che io mi arrampico su di te . Koninson si pianto` presso la lampada , colle gambe aperte e la testa curva e il tenente gli salto` agilmente sulle spalle . Strappo` il pezzo di pelle che chiudeva l' apertura per impedire alla neve di entrare e di spegnere la lampada , ma si trovo` in presenza di un blocco di ghiaccio che resistette a tutti i suoi sforzi . Siamo proprio sepolti ! disse con ira . E dunque , cosa facciamo ? Sento che l' aria diminuisce rapidamente . Non ci resta altro che aprire una galleria . Ne avremo il tempo ? Te lo diro` piu` tardi . Affrettiamoci , mio povero amico , che gli istanti sono preziosi . Salto` a terra , afferro` un solido coltellaccio , e intacco` febbrilmente la neve che ostruiva l' uscita , mentre Koninson si poneva a lavorare ai suoi fianchi armato d' una scure . La neve , a causa del freddo eccessivo , aveva acquistato una durezza estrema , ma non poteva resistere ai colpi disperati dei balenieri , si staccava in larghi pezzi che venivano subito gettati nell' interno della capanna . Ma l' aria veniva sempre meno ed era da prevedersi che sarebbe completamente mancata prima del termine del lavoro . Gia` la lampada non mandava piu` che una fioca luce e i polmoni dei balenieri funzionavano furiosamente senza riuscire ad empirsi . Koninson , specialmente , di quando in quando provava dei capogiri e si sentiva mancare le forze . Avevano scavato quasi un metro di ghiaccio , quando il povero giovane che impallidiva sempre piu` si arresto` , lasciando cadere la scure . Signor tenente ! mormoro` con voce semispenta . Io ... io ... non ne posso piu` ... Coraggio , Koninson ! balbetto` Hostrup che consumava i suoi ultimi resti di forza , menando coltellate furiose contro la crosta di ghiaccio . Il fiociniere tento` di rimettersi al lavoro , ma gli fu impossibile e si accascio` rantolando . In quell' istante la lampada si spense e una profonda oscurita` regno` nella capanna . Il tenente emise un urlo di rabbia . Bisognera` ... morire ... qui dentro ! . . rantolo` , stringendo i pugni . Aveva perduta ormai ogni speranza e all' estremo di forze stava per cadere a fianco del fiociniere , quando un pensiero gli baleno` nel cervello . Fece appello alla sua energia , si precipito` verso un angolo della capanna , afferro` il primo fucile che trovo` sotto mano , l' armo` rapidamente e puntandolo in alto fece fuoco . Alla detonazione formidabile che fece tremare le pareti staccando larghe croste di ghiaccio , Koninson si rizzo` sulle ginocchia balbettando : Signor ... Hostrup ! ... Il tenente non rispose . Ritto in mezzo alla capanna , col capo in aria , gli occhi fissi sulla volta , colla bocca sbarrata , pareva che attendesse qualche cosa . Un leggero fischio si fece udire e subito dopo i due poveri balenieri , che poco prima si credevano perduti , respirarono dapprima stentatamente e poi a pieni polmoni . Koninson getto` un formidabile oh ! di soddisfazione , mentre il tenente , malgrado il freddo , si tergeva il sudore che gli bagnava la fronte . Avete aperto un foro con una palla ? chiese Koninson , accendendo la lampada . Si` , fiociniere , e , come vedi , e` stata una eccellente idea . E venuta proprio a tempo , signor Hostrup . Mille grazie ! Ah come respiro ! Respira piu` che puoi , poiche` il buco potrebbe turarsi da un momento all' altro . Scaricheremo ancora i fucili . Purche` non ci crolli addosso la capanna . Credo che faremo bene ad aprirci una galleria e sbarazzarci del ghiaccio e della neve che ci seppelliscono . Mano alla scure , adunque , signor Hostrup . Ora mi sento forte come un gigante . Non perdettero tempo ; dopo due ore di accanito lavoro raggiungevano la superficie del campo , sul quale si erano stesi oltre tre metri di neve , che il freddo intenso aveva convertito in solidissimo ghiaccio . XVIII IL RITORNO ALLA COSTA Il lungo inverno polare passava lentamente con tutto il suo orrido corteo di furiosi uragani , di freddi intensi , di nevicate spaventevoli e di folti nebbioni . I due balenieri , quasi sempre chiusi nella loro meschina , stretta , umida e fredda capanna di ghiaccio che la lampada non bastava a riscaldare , passavano dei tristi giorni sospirando la primavera che pareva non volesse decidersi a venire innanzi . La noia e lo scoraggiamento , prodotti dall' immobilita` quasi assoluta , dall' isolamento e dai grandi freddi che si succedevano scendendo talvolta perfino a 56' sotto lo zero , ben spesso li invadevano e penavano assai a combatterli . Quando il campo di ghiaccio non sussultava e il tempo si manteneva in calma , ne approfittavano per fare delle lunghe escursioni , ma cio` accadeva ben di rado , poiche` venti furiosi soffiavano quasi sempre da nord , spingendo innanzi nembi di ghiacciuoli che ferivano dolorosamente e nembi di neve che assideravano . Qualche altra volta sfidavano le intemperie per ammirare gli strani fenomeni che accadevano , o le splendide aurore boreali che lanciavano per il firmamento fasci di luce gialla , turchina , azzurrognola , scherzanti in mezzo a linee di fuoco , o la luna che spuntava sull' orizzonte contornata da quattro od otto satelliti o palle di fuoco che apparivano improvvisamente , aventi un rapido moto orizzontale alquanto oscillante e che , dopo aver scherzato fra i ghiacci , scoppiavano senza lasciare alcuna traccia , o i miraggi sorprendenti che tramutavano i ghiacci in campagne ridenti coperte di betulle e di verdi erbe , o le colonne di fumo che s' alzavano alte alte e che erano prodotte da tronchi d' alberi fossilizzati , trascinati dalle correnti , chissa` mai da quali lontane regioni , e che s' incendiavano pel continuo confricamento degli icebergs , degli streams , dei polks e degli hummocks che s' accumulavano combattendo furiosamente fra loro attorno al grande banco . Ma per lo piu` se ne stavano chiusi nel loro tugurio per non esporsi ai pericoli causati dalle pressioni che di quando in quando mettevano sottosopra il banco con ululati da far fremere , o dal freddo feroce che li minacciava ad ogni momento di congelamento , pericolo assai grave , poiche` produce la perdita assoluta del membro che ne viene colpito e qualche volta cagiona anche la morte . Fortunatamente l' inverno , quantunque sembrasse eterno a quei due disgraziati balenieri , passava . Passo` gennaio , poi febbraio , poi marzo , indi venne aprile , il quale porto` un gran cambiamento . Il freddo a poco a poco divenne meno intenso e si fermo` sui 15' sotto lo zero ; gli uragani che sconvolgevano i campi di neve e che minacciavano ogni giorno di seppellire la capanna di ghiaccio , divennero piu` radi e meno violenti ; le dense nebbie che ostinatamente coprivano l' orizzonte settentrionale e che talvolta diventavano cosi` nere da non lasciar vedere al di la` della punta del naso , s' alzarono e si dileguarono e in loro vece apparve dapprima una luce biancastra che ogni giorno piu` si elevava , e finalmente s' alzo` il sole , il quale lancio` i suoi raggi dorati attraverso l' immensa distesa di ghiacci che scintillarono superbamente . Gli uccelli , che si erano rifugiati nei climi piu` dolci , ritornarono ben presto in grandi stormi : i borgomastri larus glaucus prima , indi le urie nere dovekies , poi i piccoli plectrophanes nivales , le oche , i kittivakes , i rotgees , i loomeries , i boats waires , i mollys , gli snowbuttings e dietro a questi tutte le altre specie d' uccelli che al principiare della primavera lasciano le terre della Baia d' Hudson per emigrare nelle terre artiche spingendosi forse fin la` dove l' uomo , malgrado tanti secoli d' eroici sforzi e tante preziose esistenze sacrificate , non ha peranco posto piede , cioe` al polo . Ma anche gli animali cominciavano a comparire con grande contentezza dei due balenieri che sentivano il bisogno di nutrirsi di carne fresca per tener lontano lo scorbuto che li minacciava . Numerose volpi , giunte da sud , saltellavano in mezzo ai ghiacci ; qualche orso bianco , ma ancora assai diffidente , si era mostrato in distanza , dondolando meccanicamente e senza posa il capo , e piu` lontano anche delle foche e dei trichechi avevano fatto la loro comparsa ed erano stati veduti riscaldarsi ai primi raggi del sole primaverile . Il momento della partenza si avvicinava . La piu` elementare prudenza consigliava ai due balenieri di andarsene verso sud , di abbandonare quel campo di ghiaccio che non avrebbe resistito per molto tempo al calore solare . Fu il 16 aprile che il tenente , che da qualche giorno visitava attentamente le baleniere riparate nel magazzino e colle quali contava di fabbricare una buona slitta , decise di por mano ai lavori . Non bisogna perdere tempo , mio caro Koninson disse egli . La costa americana non e` molto distante e solamente la` noi possiamo trovare la nostra salvezza . Non domando che di andarmene , signor Hostrup ! rispose il fiociniere . Se rimango un' altra settimana in questa dannata capanna , mi si arrugginiranno le gambe al punto da non poter piu` servirmene . E sara` lunga la via che dovremo percorrere ? Un centocinquanta o duecento miglia . Ci impiegheremo del tempo . Non tanto quanto sembrerebbe , mio bravo fiociniere . Per caso , avete trovato dei cani da attaccare alla slitta ? No , ma qualche cosa di meglio e di piu` rapido . Il fiociniere lo guardo` con stupore , chiedendosi se il freddo e i patimenti gli avessero sconvolto il cervello . Non meravigliarti ! disse il tenente sorridendo , e forse comprendendo il pensiero che attraversava la mente del fiociniere . Guarda verso il sud : cosa vedi ? Una superficie brillante che pare non finisca mai . Si` , ma una superficie che le grandi nevicate e i grandi freddi hanno sufficientemente levigata . Ebbene , amico mio , noi alzeremo una vela sulla nostra slitta e appena il vento del nord soffiera` , partiremo colla velocita` di un battello a vapore , anzi d' un treno . Stupenda idea , signor Hostrup . E dire che non mi era mai passata per la mente ! Al lavoro ! Al lavoro ! Mi sento ora capace di costruire dieci slitte . Si recarono ai magazzini e colla scure fecero a pezzi la grande baleniera del cui legname , abbastanza curvo , contavano di servirsi . L' impresa non fu tanto facile , essendo sprovvisti degli utensili necessari , ma finalmente riuscirono a costruire un solido apparecchio che , se non era precisamente una slitta , di poco le si scostava . Il difficile fu l' adattamento dei pattini di ferro , non possedendo che poche lamine di metallo strappate alle imbarcazioni , poco larghe e per di piu` un po` avariate . Ma colla pazienza , riscaldandole sulla gran lampada e battendole e ribattendole col rovescio delle scuri , anche i pattini furono ottenuti e collocati a posto . Speriamo che resistano ! disse Koninson , piantando l' ultimo chiodo . E perche` si dovrebbero rompere ? Il metallo era molto vecchio e molto arrugginito , signor Hostrup . E se tu non lo sai , fiociniere , ti diro` che il ferro arrugginito naturalmente , e cosi` pure l' acciaio , e` sempre migliore di quello appena fuso . Un celebre coltellinaio di Londra ha fatto degli esperimenti in proposito , che diedero dei risultati sorprendenti . Io non l' ho mai saputo . Cosi` e` , Koninson . Questo coltellinaio , che si chiamava Weiss , seppelli` dei vecchi rasoi e delle vecchie lame di ferro , dopo tre anni le ritiro` coperte d' un spesso strato di ruggine che pareva trasudato dall' interno e , lavoratele , ottenne delle lame d' una qualita` superiore , e tali da vincere quelle famose di Toledo . Allora non temo piu` per i nostri pattini . L' indomani i due balenieri riprendevano il lavoro per ultimare la slitta . Costruirono , servendosi sempre del legname fornito dalle imbarcazioni , delle casse per i viveri e per le munizioni , issarono sul dinanzi del veicolo un pennone che assicurarono saldamente e che fornirono d' una vela quadra , e finalmente fabbricarono una specie di timone munito all' estremita` d' un grosso gancio di ferro che doveva servire per la direzione e , in caso di bisogno , per le fermate improvvise . Il 18 l' occuparono nel fabbricarsi degli occhiali , oggetti indispensabili in quelle regioni , quando il sole si riflette sui campi di ghiaccio . Infatti quella luce acciecante e` pericolosa e cagiona spesso delle oftalmie che conducono alla cecita` e delle quali non vanno esenti neanche gli eschimesi che pure nascono e vivono in quei climi . Quegli occhiali richiesero parecchio tempo e molta pazienza , ma finalmente i due balenieri ne vennero a capo . S' intende che non erano formati con lenti , impossibili ad ottenersi , per quanto desiderio avessero il tenente e il suo compagno , ma poco dissimili da quelli usati dagli indiani delle terre della Baia di Hudson . Sarebbero stati necessari dei rami di cedro rosso che essendo assai pieghevoli vengono adoperati dagli indiani nella fabbricazione di questi oggetti , ma non avendone a loro disposizione , i balenieri si servirono di un grosso filo di ferro rinvenuto in un canotto . Curvatolo in maniera da formare un ovale assai allungato , lo coprirono con una sottile pelle di foca , praticandovi , al posto degli occhi , due sottili tagli orizzontali . Cio` era bastante per vedere senza incorrere nel pericolo di rimanere acciecati o di buscarsi qualche seria malattia . La mattina del 20 , tutto era pronto per la partenza . La slitta colla sua vela semi tesa , col suo albero ben assicurato , il suo timone a posto , i viveri sufficienti per tre settimane e le munizioni rinchiuse nelle casse , non aspettava che di essere manovrata per slanciarsi attraverso il campo di ghiaccio . Uno splendido sole brillava sull' orizzonte inondando quella deserta regione d' una luce abbagliante , e un fresco vento soffiava da nord . I due balenieri , chiusi per bene i magazzini nei quali lasciavano ancora una discreta quantita` di provvigioni e dato un addio alla capanna che li aveva ricoverati durante il lungo inverno polare , si affrettarono a dirigersi verso la slitta , ansiosi di toccare la costa americana . Stavano per porvi il piede , quando entrambi si fermarono come se a tutti e due fosse istantaneamente venuto lo stesso pensiero . I loro occhi si portarono sul gran banco di ghiaccio risplendente di luce e si fermarono la` dove circa quattro mesi prima , in una notte d' orrore , per effetto delle pressioni , il valoroso Danebrog sventrato , stritolato , era colato a fondo ; la` dove i loro sfortunati camerati erano stati inghiottiti in quella tremenda notte . Riposate in pace ! disse il tenente con voce solenne e triste , scoprendosi il capo . Riposate in pace voi infelici che non rivedrete giammai le lontane sponde della vostra patria , ne` avrete sulle vostre tombe il conforto di un fiore sparso da mano amica , ne` una lagrima versata dai vostri cari . Addio , capitano Weimar , addio , miei poveri camerati : noi non vi dimenticheremo . Riposate in pace ! ripete` Koninson che era profondamente commosso . I ghiacci del polo vi siano leggeri . Ed ora partiamo ! disse il tenente . Balzarono nella slitta che pareva impaziente di allontanarsi da quei funebri luoghi e issarono la vela , che subito si gonfio` sotto i soffi del vento settentrionale . Il veicolo per un istante rimase immobile come fosse inchiodato al banco , poi comincio` a scivolare un po` indecisamente , indi si slancio` attraverso la liscia superficie colla velocita` di un treno diretto , sollevando attorno a se` una nube di nevischio e di ghiacciuoli e lasciandosi dietro due striscie fiammeggianti che in pochi istanti si prolungarono indefinitamente . Il tenente e Koninson , quasi soffocati dalla rapida e gelida corrente d' aria , flagellati da una vera grandine di ghiacciuoli sottili come aghi , solidamente aggrappati alle traverse del celere veicolo , si sforzavano di guardare innanzi per tema di trovarsi improvvisamente sull' orlo di qualche spaccatura o di urtare contro qualche sporgenza . Apri bene gli occhi , ripeteva Hostrup al fiociniere e sii pronto a lasciar cadere la vela . Non temete , rispondeva con voce soffocata il bravo giovanotto , che non abbandonava la prua del veicolo dove maggiore era la pioggia dei ghiacciuoli , taluno dei quali gli lacerava il viso guardo sempre . E la slitta scivolava , scivolava sempre piu` senza scosse , senza sbandamenti , senza deviare d' un solo centimetro sotto la robusta mano del tenente che non abbandonava il timone , lasciandosi a destra e a sinistra icebergs e hummocks e mettendo in fuga volpi , lupi e uccelli . Ben presto la sua velocita` divenne tale che il tenente comincio` ad avere delle inquietudini . Oramai filava come un vero uccello , percorrendo non meno di cinquanta chilometri all' ora . Guai se si fosse trovata dinanzi ad un ostacolo o dinanzi ad una spaccatura del ghiaccio ; l' urto l' avrebbe mandata in mille pezzi e i due uomini che la montavano non se la sarebbero cavata senza ossa rotte . A mezzogiorno il tenente stimo` la distanza percorsa a centosessanta miglia , ma la costa americana non era ancora in vista , quantunque non dovesse essere molto lontana . Fermiamoci ! disse al fiociniere . Ammaina la vela . Koninson obbedi` . La slitta , trasportata dallo slancio , percorse un buon miglio ancora , poi si fermo` di fianco ad un alto masso di ghiaccio . Accesero la lampada che avevano portato seco loro , si prepararono un modesto desinare che in un baleno divorarono , indi rimontarono nel veicolo che riprese la corsa ma con minor velocita` , essendo il vento un po' scemato . Alle 4 pomeridiane , dopo essersi piu` volte fermati per girare dei crepacci che erano stati scorti a tempo e per trascinare la slitta attraverso a ghiacci sollevati dalle pressioni , Koninson segnalava un' alta costa che , quantunque fosse tutta coperta di neve , non pareva una catena di icebergs , e un po` piu` tardi , ad una grande distanza , mezze avvolte fra un fitto nebbione , scopriva delle vette che sembravano montagne . Signor Hostrup ! esclamo` con voce commossa . E` la costa americana ! disse il tenente , non meno commosso . Cosi` presto ? Abbiamo percorso oltre duecento e cinquanta miglia da stamane . Presto , fiociniere , cala la vela o ci sfracelleremo . Koninson si affretto` ad ubbidire . Dieci minuti dopo la slitta si arrestava a solo mezzo chilometro dalle sponde dell' America settentrionale . XIX CACCIA AI BUOI MUSCHIATI A quale punto della costa americana erano giunti i due audaci balenieri ? Era impossibile saperlo , ma secondo i loro calcoli dovevano trovarsi fra l' Yucon , grande fiume che sbocca verso l' ovest , e il Makenzie , altro grande fiume che sbocca all' est . Del resto ne` il tenente ne` il fiociniere per il momento si preoccupavano di cio` ; a loro bastava di essere giunti a quella costa tanto sospirata e che per loro era la salvezza . Forse molto cammino dovevano ancora percorrere e forse molti pericoli dovevano ancora affrontare , ma che importava ? L' America era li` , a pochi passi di distanza , e non chiedevano di piu` . In seguito avrebbero pensato a raggiungere qualche tribu` di eschimesi o d' indiani o meglio ancora qualcuno degli stabilimenti che la Compagnia della Baia d' Hudson fondo` in gran numero in quella regione , per il commercio delle pelliccie . Ansiosi di porre i piedi su quella terra cosi` miracolosamente e quasi senza fatica raggiunta , non perdettero un solo istante e , attaccatisi alla slitta con una lunga correggia , si spinsero risolutamente innanzi . Disgraziatamente il cammino non era piu` facile . Il ghiaccio , sconvolto e sollevato dagli urti degli icebergs , dei palks e degli streams , presentava per ogni dove larghi crepacci o punte aguzze e scricchiolava in modo inquietante come se fosse sempre li` li` per aprirsi . La slitta , non trovando modo di scivolare su quel terreno irregolare e malfermo , ora si sprofondava ed ora si rovesciava facendo andare in bestia il fiociniere il quale sudava , quantunque il termometro segnasse ancora 12' sotto lo zero . Non fu che alle 8 che i due balenieri stanchi , colle vesti lacerate dalle punte dei ghiacci e le scarpe assai malandate , poterono raggiungere la cima della sponda americana . I loro sguardi percorsero ansiosamente il paese che si stendeva a loro dinanzi , colla speranza di scoprire qualche capanna o qualche colonna di fumo che segnalasse la presenza di una creatura umana , ma invano . La regione era assolutamente deserta e desolata . Una pianura coperta di ghiacci e di nevi , frastagliata da piccoli laghetti gelati e da crepacci profondi , s' apriva dinanzi a loro , chiusa verso sud da alcune montagne che sembravano dirupate e molto difficili a scalarsi e le cui vette sparivano dentro una fitta nebbia . Qualche meschina pianticella , dei miseri salici artici non piu` alti di venti centimetri , qualche macchia di licheni detti di roccia trippa e un po` di muschio apparivano qua e la` sulla bianca distesa di neve , ma nessuno di quei settlements che s' incontrano talvolta in mezzo a quei deserti delle terre d' Hudson , nessun villaggio di eschimesi , nessuna capanna e nessun animale . Era brutto il nostro banco di ghiaccio , ma questa costa non mi sembra migliore ! disse Koninson . Credevi forse di riposare in un soffice letto stasera ? chiese il tenente ridendo . No , ma credevo di vedere qualche volto umano . Ne vedremo e fra non molto forse . Ma piu` a sud . E perche` piu` a sud ? Forse che gli eschimesi hanno paura del freddo per spingersi fin qui ? Essi salgono molto piu` a nord e mi ricordo che alcuni furono trovati cosi` lontani dalle terre abitabili da ignorare l' esistenza di altri popoli . James Ross , per esempio , che nel 1818 intraprese una campagna polare , trovo` una tribu` di questi strani individui al 78' di latitudine , in un lembo di terra da tutti ignorato e che da secoli e secoli vivevano credendo di essere i soli rappresentanti della razza umana . Vedi bene che non hanno paura di spingersi verso nord . E chi li aveva condotti la` ? Chi puo` saperlo ? Forse in un' epoca assai lontana una piccola tribu` era emigrata fino a quella elevata latitudine . Ditemi , signor Hostrup , da dove si crede che siano venuti gli eschimesi ? Dirlo sarebbe molto difficile , ma si suppone , e con ragione , che siano venuti dall' Asia . Infatti mi sembra la via piu` breve e la piu` facile , esistendo fra i due continenti il lungo arcipelago delle isole Aleutine . Ed e` molto tempo che questo popolo si conosce ? Si conosceva prima ancora che Cristoforo Colombo scoprisse l' America . Eh ? fe` Koninson , al colmo della sorpresa . Si` , fiociniere , cio` che dico e` vero ; ma non intendo con cio` scemare il grande merito spettante al celebre navigatore italiano , poiche` se si sapeva che esistevano verso nord delle terre abitate , non si sapeva che all' occidente dell' Europa esistesse l' America . E chi furono i primi navigatori ad avere relazioni con quei figli delle nebbie e dei ghiacci ? Gli Scandinavi , che fino dal secolo IX si spinsero verso nord fondando colonie nell' Islanda e nella Groenlandia . Avevano dell' audacia , i nostri vecchi ! Infatti ne ebbero molta , poiche` non si accontentarono di sbarcare in Groenlandia , ma si spinsero piu` oltre verso l' occidente sbarcando su di una costa che pare fosse l' attuale Labrador e dove fondarono ricche e numerose colonie . Fino nel Labrador ? Ma se oggi e` un vero deserto di ghiaccio , appena abitabile dagli eschimesi ! Oggi si` , ma pare che in quei tempi godesse un clima abbastanza mite , tanto e` vero che vi cresceva la vite e appunto per questo chiamarono quella terra Vinlandia , ossia terra del vino . E come scomparvero quelle colonie ? Non lo si sa . Nei primi anni della scoperta della Vinlandia molti Scandinavi s' imbarcarono per quel paese e anche molti Islandesi , fondando su diversi punti della costa grandi stabilimenti e mandando in Europa molti vascelli carichi di pelliccie ; poi , a poco a poco le relazioni coll' Islanda e coi paesi scandinavi si rallentarono , finche` cessarono totalmente , forse a causa dei ghiacci che sempre piu` scendevano verso sud , forse per altre cause che restarono per sempre ignote . Il fatto e` che tutte quelle colonie , un tempo cosi` fiorenti , disparvero senza lasciar traccie . Anzi , taluni opinano che la Vinlandia non fosse il Labrador , ma l' isola di Terra Nuova ; cosi` incerte sono le memorie lasciate da quegli intrepidi naviganti e coloni . Che siano stati tutti uccisi dagli eschimesi ? Non si sa , Koninson . Fors' anche dalla fame causata dal crescente freddo apportato dai ghiacci che distrusse i loro raccolti , forse da guerre civili , forse da qualche epidemia e , potrebbe anche darsi , dagli eschimesi . E non potrebbero essersi invece fusi cogli eschimesi ? E` possibile ; anzi , molti scienziati sono del tuo parere , poiche` e` stato piu` volte osservato che talune tribu` eschimesi sotto i loro strati di olio e di pittura hanno la pelle bianca . Ma lasciamo li` gli eschimesi e pensiamo ad accamparci . Domani , se il tempo , lo permettera` , ci dirigeremo verso quella catena di monti che chiudono l' orizzonte meridionale . E poi ? chiese Koninson . Poi continueremo ad avanzare verso sud finche` incontreremo il Porcupine . Quando saremo la` , penseremo a raggiungere il fiume Makenzie e quindi il lago del Grand' Orso . Perche` andremo fino a quel lago ? Perche` la` appunto si trova un forte della Compagnia della Baia d' Hudson . Allora ci andremo . Le nostre gambe sono buone malgrado la lunga prigionia subita in quella dannata capanna . Ora accampiamoci e mettiamo sotto i denti qualche cosa , poiche` mi sento una fame diabolica . Staccarono la vela dalla slitta , rizzarono una specie di tenda sostenuta dall' albero e dal pennoncino e coprirono il suolo colle pelli che avevano portato con loro per ripararsi dal freddo e combattere l' umidita` . Koninson , accesa la lampada , fece bollire un po` di pesce secco mescolandovi dei fagiuoli , gli ultimi che ancora possedeva , e quando tutto fu pronto invito` il tenente al magro desco . Dopo una fumata , turarono per bene la tenda e si coricarono cercando di addormentarsi . Avevano appena chiuso gli occhi che udirono , a breve distanza , un lungo urlo che aveva un non so che di lugubre . Che razza di bestia si avvicina ? chiese Koninson , allungando la destra verso il suo fucile . Mi pare che fosse l' urlo d' un lupo ! disse il tenente , punto spaventato . Brutta compagnia , signor Hostrup . Forse che quei famelici animali si spingono fin sulle rive dell' oceano artico ? Nella buona stagione s' incontrano anche su queste coste . Probabilmente hanno fiutato l' odore del nostro pasto e si sono affrettati a dirigersi a questa volta . Metti fuori il capo e guarda . Koninson alzo` la tela e striscio` all' aperto portando con se` il fucile . Un grande lupo dal mantello grigio urlava verso alcuni grossi animali assai villosi , che per le loro forme somigliavano ai buoi e che passavano ad un chilometro di distanza dirigendosi verso la catena di monti . Signor Hostrup , uscite , uscite ! esclamo` egli . Vedo dei buoi . Dei buoi ? disse il tenente . Sei pazzo , giovanotto mio ? No , no , affrettatevi che se ne vanno . Il tenente usci` e dovette proprio convincersi che Koninson non aveva del tutto torto . Sono buoi muschiati disse , dopo aver attentamente guardato i ruminanti che galoppavano rapidamente verso sud . E sono molti . Una ventina per lo meno aggiunse Koninson . Sono buoni da mangiare ? Si` , fiociniere . Che appartengano a qualche tribu` di eschimesi ? No , non vivono che allo stato selvaggio e s' incontrano di rado , poiche` la loro razza va a poco a poco scomparendo . Se li inseguissimo ? Sarebbe fatica sprecata , poiche` corrono e molto piu` rapidamente di noi . Ma volete lasciarli andare ? insistette il fiociniere che si era fitto in capo di regalarsi , per l' indomani , delle succolente bistecche Per ora si` , ma domani cercheremo di sorprenderli in qualche vallata e vedrai che qualcuno cadra` sotto le nostre palle . Oggi e` inutile spaventarli . Il fiociniere dovette a malincuore arrendersi . D' altronde i buoi muschiati , che forse avevano fiutato qualche pericolo sia da parte dei due balenieri che dei lupi , si erano affrettati ad allontanarsi , ed in breve sparvero in mezzo alle colline di neve . Il tenente e il suo compagno ritornarono sotto la tenda e si riaddormentarono , ma furono ancora risvegliati , e parecchie volte , dalle urla dei lupi , di cui alcuni vennero a ronzare non solo attorno alla slitta , ma anche attorno alla tenda . All' indomani , un po` prima delle 6 , erano tutti e due in piedi , pronti a mettersi in caccia . La giornata era splendida . Al disopra dei monti di ghiaccio che chiudevano l' orizzonte settentrionale , brillava un superbo sole il quale aveva portato la temperatura a soli 9' sotto lo zero . Per l' aria , vere nuvole di uccelli passavano e ripassavano mandando allegre grida , e sui campi di neve della terra americana si vedevano galoppare in tutti i sensi gran numero di volpi bianche occupate a cacciare i piccoli sorci di neve che cominciavano a lasciare le loro tane . La grossa selvaggina non mancava . In lontananza , fra gli icebergs e gli hummocks , dei lunghi corpi nerastri si avvoltolavano in mezzo alle nevi , godendosi i tiepidi raggi di sole che li inondavano ; erano foche e trichechi che , forato il ghiaccio , venivano a respirare una boccata d' aria come diceva Koninson . Partiamo ! disse il tenente , dopo essersi riempite le tasche di palle e di polvere ed essersi caricato del fucile e di una scure . I buoi muschiati non devono essere molto lontani . E la slitta la lasceremo qui ? chiese Koninson . Partiremo domani per il sud . Oggi ci dedicheremo alla caccia . Non chiedo di meglio . Avanti , signor Hostrup ; io ho un vivissimo desiderio di far conoscenza coi buoi muschiati . Chiusero alla meglio la tenda affinche` durante la loro assenza i lupi non facessero man bassa sui viveri , inforcarono gli occhiali per difendere gli occhi dal riflesso delle nevi percosse dai raggi solari e si misero animosamente in cammino , dirigendosi verso la catena di montagne , le cui valli non potevano essere lontane piu` di quattro o cinque miglia . Sul principio la marcia non fu difficile , quantunque la neve , cominciando a sciogliersi , rendesse il cammino faticoso ; ma ben presto divenne aspra a causa del terreno che diventava sempre piu` malagevole , ora interrotto da larghi crepacci dai quali saliva una fitta nebbia che tosto si disperdeva , ora da profondi letti di neve che cedeva subito sotto i piedi , ed ora da certe collinette brulle i cui fianchi , coperti di ghiaccio , mal si prestavano per le ascensioni . Soffermandosi pero` di quando in quando per riprendere lena , verso le 10 del mattino i due cacciatori giungevano all' entrata di una stretta ma molto profonda e tortuosa vallata , interrotta qua e la` da alte roccie sui cui fianchi germogliavano stentatamente alcuni campioni della famiglia delle sassifraghe , pochi salici artici e licheni di roccia . Il tenente , che di quando in quando si arrestava per guardare la neve , scopri` numerose traccie di buoi muschiati che si perdevano in fondo alla valle . Siamo vicini alla grossa selvaggina disse a Koninson . Prepara il fucile e bada di non mancare il colpo , poiche` i buoi muschiati hanno delle solide corna . Assalgono i cacciatori ? chiese il fiociniere . Qualche volta si` , e allora diventano pericolosi ; piu` d' un eschimese e` stato sventrato come un toreador spagnuolo , se non peggio . Avanti e silenzio . Armarono i fucili e s' addentrarono nella valle cercando di evitare gli stagni e i piccoli corsi d' acqua per non fare rumore calpestando il ghiaccio che li copriva e cercando pure di mantenersi nascosti piu` che era possibile , allo scopo di non allarmare subito la selvaggina che forse pascolava a breve distanza . Avevano percorso in quella guisa oltre mezzo miglio , quando udirono dietro alcune roccie dei sonori muggiti . Adagio , Koninson ! mormoro` il tenente trattenendo il compagno che stava per slanciarsi innanzi . Giriamo pian piano le roccie . Si gettarono a terra e , strisciando a mo` di serpenti , avanzarono lentamente finche` giunsero a una piccola rupe , dietro la quale potevano vedere e sparare senza correre pericolo . La scalarono e guardarono dall' altra parte : i buoi muschiati , che la sera innanzi avevano attraversata la pianura inseguiti dai lupi , stavano loro dinanzi , a meno di duecento passi . XX ATTRAVERSO LE MONTAGNE Erano tredici , meno grandi dei bufali e dei buoi comuni , ma d' aspetto ferocissimo , col loro lunghissimo pelo color bruno scuro che scendeva quasi fino a terra , gli occhi selvaggi e le lunghe corna minacciosamente allargate all' infuori . Formavano una specie di cerchio attorno a due buoi che avevano forme piu` massicce , corna molto piu` lunghe e statura molto piu` elevata , senza dubbio due maschi , e che si guardavano ferocemente come se fossero li` li` per precipitarsi l' uno contro l' altro . Facciamo fuoco ? chiese Koninson , che tormentava il grilletto del suo fucile . Non ancora , rispose il tenente . Perche` , signor Hostrup ? Se ci scappano ? Non ci scapperanno , fiociniere . Hanno ben altro da fare ora . E cosa mai ? Se non m' inganno , stiamo per assistere ad un duello fra quei due maschi , cosa che succede di frequente fra questi intrattabili ruminanti . E perche` mai ? Per disputarsi le femmine . Sta zitto e guarda . I due maschi infatti stavano per impegnare una di quelle lotte che quasi sempre finiscono colla morte di uno degli avversari e qualche volta di tutti e due . Avevano abbassato i solidi cranii , mostrando le corna che sembravano assai aguzze e d' una durezza a tutta prova e dimenavano le brevi code con crescente rapidita` , indizio certo della grande irritazione che li animava . Le femmine , dal canto loro , si erano affrettate a ritirarsi da una parte , onde lasciare maggior campo ai due campioni . Ad un tratto , i due combattenti mandarono un muggito lungo , sonoro , che si ripercosse stranamente per la stretta valle , e si scagliarono l' un contro l' altro con rabbia estrema e colla testa bassa . L' urto fu terribile : entrambi non ressero all' incontro e caddero l' un sull' altro ; ma tosto si rialzarono con un' agilita` che non si sarebbe supposta in quei corpi , tornando a caricarsi con maggior furore e avventandosi tremende cornate che laceravano la pelle e producevano profonde ferite dalle quali il sangue sgorgava a rivi . Per un buon quarto d' ora combatterono con varia fortuna mescendo i muggiti ai cupi colpi delle lunghe corna , poi uno , il piu` piccolo , cadde dibattendosi fra le convulsioni della morte . Dal ventre squarciato per un lungo tratto , assieme ad una vera pioggia di sangue , uscivano gli intestini . Il vincitore pero` non si arresto` , e quantunque pur lui ridotto a mal partito , colla fronte quasi interamente scoperta dalla quale pendevano brani di pelle sanguinolenta , un occhio levato e il petto sfondato , si scaglio` un' ultima volta sul vinto , percuotendolo rabbiosamente cogli zoccoli e colle corna . Ah brigante ! mormoro` Koninson , che non poteva piu` star fermo . Ora ti accomodo io . Stava per puntare il fucile , quando la banda tutta d' un tratto fece un rapido voltafaccia slanciandosi attraverso la valle , seguita , dopo una breve esitazione , anche dal vincitore . Il tenente e Koninson balzarono sulla roccia che li aveva fino allora nascosti e fecero fuoco dietro ai fuggiaschi che non si arrestarono , quantunque uno fosse stato veduto fare uno scarto e vacillare . Inseguiamoli ! grido` il fiociniere . E` inutile , disse il tenente . Non vedi come trottano ? Ci vorrebbero dei cavalli per raggiungerli . Ma in qualche luogo si fermeranno . Si` , ma dove e quando ? Sono capaci di attraversare la catena di monti e di slanciarsi verso le pianure del sud . Quegli animali si arrampicano anche sui monti ? Si` e come le capre . Ma ditemi , signor Hostrup , perche` si chiamano buoi muschiati ? Perche` la loro carne e` impregnata di muschio . Sicche` noi mangeremo delle bistecche ... Muschiate e molto muschiate , mio caro fiociniere . Bah ! Purche` sia carne fresca , non domando altro . Non ne mangerai molta , te l' assicuro . Ma se gli eschimesi la mangiano ... Gli eschimesi vi sono abituati e poi , sai bene che hanno dei ventricoli capaci di tollerare qualunque cibo nauseante , come pesci corrotti , olio di foca e di balena , ecc . Orsu` , andiamo a tagliare qualche pezzo di carne e poi torniamo alla tenda . Si diressero verso il bue che aveva terminato di agitarsi e a colpi di scure gli aprirono il ventre , staccandogli sei o sette costole . Koninson pero` non si accontento` e si impadroni` anche della lingua che doveva essere eccellente . Raccolte le armi , si misero in cammino e verso le 6 pomeridiane giungevano alla tenda attorno alla quale trovarono numerose traccie di lupi , segno evidente che avevano tentato di entrarvi , ma senza riuscirvi . La lampada fu accesa e la pentola messa a bollire con un bel pezzo di carne che non pesava meno di due chilogrammi ; ma i due balenieri per quanto si sforzassero e per quanta voglia avessero di porre sotto i denti un po` di quel manzo , fecero poco onore al pasto . Carne e brodo erano impregnati di muschio in siffatto modo , che un vero affamato avrebbe esitato lunga pezza . Al diavolo i buoi e il loro muschio ! esclamo` Koninson , Non valeva la pena di fare tanta strada per guadagnarci questo pasto , Te l' avevo detto disse il tenente . Ma ci hanno guadagnato le nostre gambe che avevano bisogno di una bella passeggiata per prepararsi alla gran marcia . Quando partiremo ? Domani , se il tempo lo permettera` . Allora buona notte , signor Hostrup . Richiusero la tenda , tirando per maggior precauzione la slitta dinanzi all' entrata e s' avvolsero nelle loro coperte dopo aver pero` caricato le armi onde essere pronti a qualsiasi assalto . Il mattino del 23 il tenente dava il segnale della partenza . Egli aveva fretta di allontanarsi da quelle spiaggie che non offrivano alcuna risorsa e che , stante la vicinanza della catena di montagne , le cui cime dovevano essere ricche di ghiacciai pronti a spezzarsi ai primi calori , potevano diventare pericolosissime . Piegata la tenda e insaccati i viveri , i due intrepidi balenieri si recarono sulla spiaggia a dare un ultimo sguardo a quel mare gelato nelle cui profondita` dormivano i loro disgraziati compagni e che forse non dovevano mai piu` rivedere . I campi di ghiaccio erano ancora la` , colle nevi che il sole non era ancora riuscito a intaccare e colle loro montagne dalle cime bizzarramente frastagliate , ma non presentavano piu` quella superficie compatta che avrebbe sfidato le mine e lo sperone delle corazzate dei due mondi . Qua e la` , immensi crepacci si erano aperti ed in fondo a questi si vedeva il mare alzarsi ed abbassarsi e poi tornare a montare , quasi fosse stanco di quella lunga ed opprimente prigionia . Ogni qual tratto , un iceberg mal solido , o scosso dai continui urti di ghiacci minori , capitombolava con un fragore immenso che si ripercuoteva a grandi distanze in quell' atmosfera limpida e secca , o s' apriva improvvisamente , con uno scricchioli`o che si perdeva in lontananza , un largo crepaccio dentro il quale si rovesciavano confusamente colonne , cupole e piramidi che tosto scomparivano sotto lo spumeggiante oceano . Altre volte invece , una vera montagna di ghiaccio , sfondando col proprio peso il banco , scompariva e poi riappariva con un salto immenso lanciando , in mezzo ai ghiacci che l' attorniavano , degli enormi sprazzi di acqua che correvano in tutte le direzioni , formando qua e la` dei torrenti e dei laghetti ove calavano subito a bagnarsi , gettando strida gioconde , bande di uccelli marini . E` pur sempre bello questo strano spettacolo che solamente qui si puo` ammirare disse il tenente . Bello si` , ma io vorrei esserne ben lontano disse Koninson . Vivessi mille anni mi ricordero` sempre di questa disgraziata campagna . Non parliamone , amico mio , e partiamo . Avete ragione , signor Hostrup . E` meglio lasciar dormire i tristi ricordi e mettere la prua verso sud . Animo , Koninson , se vuoi salvare la pelle . Il fiociniere e il tenente , dato un ultimo sguardo all' oceano polare , si attaccarono alla slitta a cui avevano legato delle corde e si misero animosamente in marcia cercando di mantenere una via , piu` che era possibile , retta . La grossa crosta di ghiaccio che ancora copriva la terra , si prestava assai allo scivolamento del veicolo , ma le frequenti screpolature , manifestatesi qua e la` , e di cui talune raggiungevano qualche metro di larghezza , i frequenti incontri di strati di neve non ancor ben solidificata o in via di scioglimento , entro i quali i due balenieri sprofondavano fino alle anche , e talvolta anche piu` , rallentavano e rendevano penoso il cammino . Ma la tenacia del tenente e la robustezza di Koninson la vinsero sugli ostacoli , ed a mezzogiorno la slitta si trovava gia` nella valle che menava direttamente ai monti . Cola` si trovava ancora il bue muschiato ucciso il giorno innanzi , ma ridotto ormai uno scheletro dai denti degli affamati lupi . Fecero una breve fermata onde mangiare un boccone , indi ripresero il faticoso cammino , reso ancor piu` difficile dal notevole innalzarsi del terreno e dall' incontro di enormi lastre di ghiaccio staccatesi senza dubbio da qualche vicino ghiacciaio e scivolate fin la` . La valle era deserta e selvaggia . A destra e a sinistra , bizzarre roccie di natura granitica , come lo sono tutte quelle che si incontrano in quelle gelate regioni , rivestite di neve e di ghiaccio , s' alzavano capricciosamente frastagliate e per lo piu` coi fianchi cosi` ripidi da rendere impossibile una scalata . Qua e la` gran numero di massi enormi coprivano il terreno e disposti in cosi` strana guisa che parevano scagliati da qualche improvviso scoppio di uria poderosa mina ed in mezzo a quelli , piccole piante , magri licheni , mezzi divorati dai buoi muschiati o dalle renne , ranuncoli , sassifraghe e graminacee . Non un animale , non un uccello si scorgevano in quella brutta valle e regnava un silenzio profondo , triste , che faceva una strana impressione . Che brutto luogo ! disse Koninson . Si direbbe che stiamo per attraversare un cimitero . Ma dove si sono cacciati i lupi e i buoi muschiati ? Non lo so meglio di te rispose il tenente . Ma , se devo dirti il vero , non mi trovo bene in questa valle . E perche` ? Temete qualche cosa ? Forse , Koninson ; ma andiamo innanzi . Continuarono ad avanzare , salendo sempre e raddoppiando gli sforzi , senza incontrare ne` un lupo , ne` una volpe , animali questi che si vedono dappertutto in quelle lontane regioni . Il tenente , man mano che procedeva , diventava piu` inquieto ; l' assenza di quegli animali , anziche` tranquillizzarlo , lo rendeva pensieroso . Erano gia` giunti a due soli chilometri da un' alta montagna , i cui fianchi , coperti da immensi ghiacci tramandavano , sotto i riflessi del sole , una luce acciecante , quando il tenente si arresto` improvvisamente afferrando le braccia di Koninson . Ascolta ! disse . Lassu` , verso la montagna , si udiva uno strano rumore ; pareva che si staccasse o si fendessse del ghiaccio e che poi scivolasse producendo dei lunghi fischi . Cosa succede ? chiese Koninson . Non v' e` piu` dubbio , ci troviamo dinanzi ad un grande ghiacciaio rispose il tenente . E cosi` ? Questi scricchiolii e queste sorde detonazioni indicano la imminente caduta dei ghiacci . Stiamo in guardia , Koninson . Volete che pieghiamo verso est ? Credo che sara` meglio per noi . Piegarono a destra e si cacciarono dietro una lunga linea di roccie che potevano ripararli . Era tempo ! Tutt' a un tratto , sulla montagna che giganteggiava dinanzi a loro , s' udirono spaventevoli detonazioni seguite da lunghi fischi e dall' alto si videro scivolare con straordinaria rapidita` degli immensi blocchi di ghiaccio i quali , rovesciando e polverizzando gli innumerevoli hummoks formati dalla neve , si scagliavano attraverso alla valle come altrettanti treni diretti , alcuni filando verso nord in direzione del mare ed altri spaccandosi contro le roccie che nell' urto perdevano tutto il loro rivestimento invernale . A quella prima discesa ne tenne dietro una seconda , poi una terza , una quarta , una quinta ad intervalli di pochi minuti , empiendo l' aria di mille fragori e la valle di massi di ghiaccio . I due balenieri , riparati dalle roccie che si dirigevano verso est senza interruzioni , camminavano rapidamente per tema che altri ghiacci , passando sopra ai caduti , non finissero col sorpassare la linea che li proteggeva e che non era molto alta . Di quando in quando , dei massi di ghiaccio , rimbalzando a grande altezza , cadevano al di la` delle roccie ed uno per poco non sfracello` la testa a Koninson . Presto , presto , ripeteva il tenente , facendo sforzi sovrumani , o prima di domani nessuno di noi sara` vivo . Dannata regione ! borbottava Koninson , che malgrado il freddo cominciava a sudare . In mare i ghiacci stritolano le navi e in terra mirano le costole degli uomini ! Spronati dal continuo capitombolare dei massi e dalle detonazioni che crescevano d' intensita` annunciando altre e piu` pericolose cadute , verso le otto della sera , affranti , affamati , giungevano dinanzi ad una seconda montagna piu` bassa , meno irta e i cui fianchi non offrivano alla vista alcun ghiacciaio . Alt ! disse il tenente . Accampiamoci qui . Saremo sicuri ? Lo credo , Koninson ; pero` dormiremo con un solo occhio . XXI TRASCINATI DAI GHIACCI Tutta la notte i ghiacciai della montagna furono in continuo movimento empiendo l' aria di interminabili fragori e scagliando nella sottoposta valle immense quantita` di massi di cui taluni del peso di migliaia di tonnellate . Il tenente e Koninson , quantunque al sicuro , piu` volte lasciarono la tenda e si spinsero verso la valle che ormai era interamente coperta , presentando un indescrivibile caos di valanghe , di icebergs rovesciati e di massi che , di quando in quando , urtati , spinti da altri ghiacci e da altri ammassi di neve , si agitavano e rimbalzavano come se fossero esseri viventi . Alle 6 del mattino , dopo una magra colazione , i due balenieri che vedevano i loro viveri scemare rapidamente e sapevano di aver dinanzi una grande estensione di terra , prima di giungere ai luoghi abitati , piegata la tenda e attaccatisi alla slitta , si rimettevano in cammino onde intraprendere la traversata della catena dei monti . Il caso li aveva guidati in un buon passaggio , formato da una specie di strettissima valle che s' arrampicava fra due colline e che pareva si prolungasse fino alla cima . Per di piu` quel passaggio pareva che non offrisse ostacoli , poiche` si vedeva salire senza roccie e senza accumulamento di nevi , le quali cose avrebbero reso difficilissima la via alla slitta che , quantunque di molto alleggerita , pesava ancora un centinaio e piu` di chilogrammi . Aiutandosi coi bastoni forniti dai pennoni della vela , i balenieri , riunendo tutte le loro forze , si cacciarono nella stretta valle che poteva anche chiamarsi una semplice spaccatura e cominciarono a salire tenendo pero` sempre gli occhi volti verso le cime delle due vicine colline dalle quali poteva , da un istante all' altro , cadere qualche valanga e seppellirli . La slitta , quantunque avesse sotto di se` un buon strato di solido ghiaccio che la faceva scivolare abbastanza bene , diventava pesante a causa del pendio che cresceva sempre piu` , ma i due marinai , che avevano fretta di uscire da quel pericoloso passo , non si arrestarono e incoraggiandosi vicendevolmente colla voce e coll' esempio , continuavano a salire , aggrappandosi alle pareti rocciose quando si sentivano trascinare indietro e piantando profondamete i bastoni nella neve . Dopo aver fiancheggiato dei profondi abissi da cui saliva una densa nebbia sotto la quale si udivano ululare i lupi , dopo aver arrischiato venti volte di fiaccarsi il collo , dopo aver sollevato , con uno sforzo sovrumano , piu` di una volta la loro slitta per superare certe creste ove nessuna mano di uomo aveva aperto un passaggio , verso le dieci del mattino giunsero dinanzi ad una specie di caverna che occuparono per prendere un po` di riposo . Mentre Koninson , che non poteva star fermo , s' ingegnava ad accomodare la slitta che in quei trabalzi aveva sofferto non poco , il tenente fece un' ampia provvista di lichene di roccia con cui contava di regalarsi una eccellente zuppa . Fu in quella raccolta che egli scopri` una strana pianticella che prima d' allora non aveva mai vista e della quale non aveva mai udito parlare . Vieni , Koninson , disse . Ho messo la mano su una rarita` che i botanici ancora ignorano . Roba da mangiare ? chiese il fiociniere , che pensava al pranzo . No , ma sono contento di averla scoperta . Il fiociniere raggiunse il tenente che gli mostro` un bizzarro fiore , piantato in mezzo alla neve e cresciuto fra i gelati soffi del vento settentrionale , formato di tre sole foglie del diametro di circa tre pollici coperte di microscopici cristalli di neve e d' una stella , i cui petali , lunghi quanto le foglie e larghi un mezzo pollice , mostravano dei piccoli punti lucenti come diamanti e della grossezza di capi di spilli . E` meraviglioso ! disse il fiociniere . Un fiore che nasce in mezzo ai ghiacci ! Ne hai visto di simili ? Mai , signor Hostrup , eppure ho viaggiato assai nelle regioni polari . To` ! E cos' e` quella roba rossa che vedo laggiu` , presso quel masso di ghiaccio ? Un' altra pianta meravigliosa forse ? Non credo , signor Hostrup . Io la direi ... Neve rossa , vuoi dire . Precisamente . E lo e` infatti . Come ? Forse che c' e` anche della neve rossa ? Altri viaggiatori artici l' hanno veduta piu` a nord . Si diressero verso quello strato rosso che non occupava pero` piu` di tre o quattro metri quadrati e si convinsero che era proprio neve colorata di rosso . Ma come diventa di questo colore ? chiese Koninson , meravigliato . Forse per la presenza di vegetali coloranti microscopici ? Lo si e` creduto , Koninson : ma il viaggiatore Scoresby , che l' ha studiata , non e` di questo parere . Secondo lui , il principio colorante deriverebbe da migliaia di piccoli infusorii che si muoverebbero con rapidita` vertiginosa . Che abbia differente sapore della bianca ? Non credo ; del resto puoi ... Zitto , signor tenente ! Cosa c' e` ancora ? Udite ! Il tenente tese gli orecchi e fra i cupi rimbombi dei ghiacci scivolanti dalla montagna , udi` delle urla acute che rapidamente si` avanzavano . Bah ! Sono lupi ! disse . Ma mi sembrano molti . Abbiamo i nostri fucili , ragazzo mio . Non ci assaliranno ? Forse , ma noi li respingeremo . Entriamo nella caverna e prepariamo la zuppa . Trascinarono con loro la slitta onde porre in salvo le provvigioni che ancora restavano e raggiunsero il ricovero , dentro il quale potevano difendersi contro l' attacco delle voraci bestie . Koninson accese la lampada , il tenente sciolse sulla fiamma un po` di neve e mise nella marmitta il lichene raccolto che ben presto comincio` a bollire , spandendo all' intorno un profumo appetitoso . Quando fu ridotto in una specie di pasta gommosa e nerastra , il tenente invito` il fiociniere ad assaggiarla . Il colore non e` rassicurante ! disse Koninson . Ma il profumo e` promettente . E l' assaggio` una , due , tre volte . Eccellente ! esclamo` . Rammenta il sapore del manioca . E come si chiama dagli eschimesi , questa zuppa ? Trippa di roccia . Evviva la trippa , adunque ! La marmitta , vigorosamente assalita , fu ben presto vuotata . I due balenieri stavano per porre sotto i denti alcuni biscotti onde completare il pasto , quando un enorme lupo , dagli occhi scintillanti e dal pelo lungo e arruffato , fece il suo ingresso nella caverna emettendo un lugubre ululato . Troppo ardito , mio caro ! disse il tenente afferrando il fucile . All' ululato del lupo fecero eco altri ululati che venivano dal di fuori . Diavolo ! esclamo` Koninson , prendendo l' altro fucile . Abbiamo una banda dinanzi alla grotta . Hanno fame quelle brutte bestie e forse calcolano di sfamarsi colle nostre polpe . E` cio` che vedremo . Il lupo , punto spaventato , non si muoveva e pareva invitasse i compagni a seguirlo ; ma il tenente con un colpo di fucile lo abbatte` . Alla detonazione e all' urlo di dolore emesso dal colpito , gli altri lupi invece di fuggire s' affacciarono all' entrata della caverna , mostrando minacciosamente i loro acuti denti e dardeggiando sui due balenieri sguardi ardenti . Koninson fece fuoco in mezzo al gruppo e fece cadere il piu` ardito . La banda intera si precipito` sul morto e lo fece a brani contendendoselo ferocemente . Ah ! esclamo` il fiociniere . Il proverbio questa volta riceve una solenne smentita . E` vero ! disse il tenente . Ora non si dira` piu` che lupo non mangia lupo . Orsu` , mano alla scure e carichiamo quelle canaglie ... Gettando alte grida , si slanciarono in mezzo ai lupi i quali s' affrettarono a battere in ritirata arrestandosi pero` a breve distanza . Pare che non abbiano voglia di lasciarci , signor Hostrup . Ma noi partiremo lo stesso . Ho fretta di raggiungere la cima del colle . In marcia , adunque . Caricarono i fucili , s' attaccarono alle corde della slitta e usciti dalla caverna , ripresero la faticosa ascensione . I lupi si misero a seguirli ad una distanza di trenta o quaranta passi , destando tutti gli echi delle montagne coi loro interminabili ululati . Per due ore , tirando e spingendo rabbiosamente la slitta che pareva diventasse sempre piu` pesante , seguirono quella specie di passaggio ma , giunti ad una certa altezza , si trovarono dinanzi ad una parete di ghiaccio che chiudeva la via e cosi` elevata da non potersi superare . Dovettero deviare ed arrampicarsi sui fianchi della montagna piu` vicina , che erano i meno aspri , ma che tuttavia presentavano delle pendenze che talvolta parevano inaccessibili , lambendo certi burroni che solamente a guardarci dentro venivano le vertigini . I loro sforzi sovrumani pero` trionfarono di tutti quegli ostacoli e , verso le otto della sera , rattrappiti dalle immense fatiche e dal freddo che lassu` si faceva sentire assai vivo , giunsero finalmente sul versante opposto della montagna dove si fermarono , spaziando gli sguardi sul panorama che si stendeva dinanzi a loro , per un tratto di moltissime leghe . Proprio sotto di loro la montagna scendeva rapida , affatto liscia , coperta da enormi lastre di ghiaccio sovrapposte a strati altissimi , senza abissi , senza valli , senza alberi . Piu` oltre , una pianura scintillante si apriva a perdita d' occhio , smarrendo verso sud , senza alture , senza capanne , senza boschi , senza un essere animato . A destra ed a sinistra , sulle due vicine montagne , due grandi ghiacciai , due veri fiumi di ghiaccio in movimento , scendevano verso la pianura vomitando di quando in quando degli icebergs del peso di parecchie centinaia di tonnellate , che il sole imporporava splendidamente . Una fitta nebbia , che il vento sbatteva a destra ed a sinistra e che talora lacerava , s' alzava dal fondo di profondi abissi , dentro i quali s' udivano muggire degli impetuosi torrenti . Dove siamo noi ? chiese Koninson . Sul fianco di una montagna disse il tenente . Lo vedo bene , signor Hostrup , ma io vorrei sapere in qual luogo : se vicini o lontani dalle terre abitate . Vicini no di certo . Bisognera` giungere al Porcupine prima d' incontrare qualche tribu` d' indiani . E` molto lontano questo fiume ? So che scorre verso sud , attraverso a questa immensa pianura , ma a quale distanza precisamente non lo so . A qualche migliaio di chilometri no di certo . No , ma a piu` di duecento si` . Allora lo raggiungeremo . Ne sono certo . Dove sono andati i lupi ? Pare che si siano stancati di seguirci , signor Hostrup . Certamente hanno capito che la nostra carne non era troppo buona per i loro denti . Meglio cosi` . Dormiremo piu` tranquilli . Contate di rizzare la tenda qui ? E perche` no ? Scendere e` impossibile per le nostre gambe che non stanno piu` ritte e il luogo non mi sembra cattivo . Sara` solido il ghiaccio ? Lo credo poiche` non scorgo nessuna spaccatura , ne` odo alcuno scricchioli`o . Allora accampiamoci . Staremo un po` troppo freschi , ma ci siamo ormai abituati . Assicurarono la slitta perche` qualche colpo di vento non la facesse scivolare su quella ripida china , rizzarono la tenda appoggiandola ad un grossissimo masso di ghiaccio , una specie di hummok che pareva fosse rotolato dalla cima della montagna , ma che sembrava irremovibile , e si cacciarono sotto . La notte non doveva essere tranquilla sui fianchi di quella montagna , e con quei due ghiacciai vicini che non stavano un solo istante zitti . Parecchie volte , agitati da strani presentimenti e spaventati dalle detonazioni dei ghiacci che diventavano piu` intense , i balenieri uscirono per vedere se correvano qualche pericolo . Verso la mezzanotte pero` , affranti dalle fatiche e da quella quasi continua veglia , s' addormentarono profondamente . Non erano trascorse tre ore , quando il tenente fu improvvisamente destato da un formidabile boato che fece tremare il ghiaccio su cui posava la tenda . Apri` gli occhi e attraverso il tessuto scorse un vivo bagliore che pareva cagionato da un grande incendio . Guarda ! esclamo` . Si direbbe che la montagna brucia . Alzo` un lembo della tenda e striscio` all' aperto . Una superba aurora boreale , forse l' ultima della stagione invernale splendeva sull' orizzonte settentrionale lanciando attraverso la volta celeste immensi fasci di luce rossastra , i quali tingevano del colore del fuoco tutte le montagne , i ghiacciai e la gran pianura . Ma questo non era tutto . Si sarebbe detto che quella luce avesse avuto anche il calore del fuoco , poiche` tutti i ghiacci delle montagne si fendevano in mille guise come se sotto di loro la terra si sconvolgesse e precipitavano a migliaia nella sottoposta pianura in un disordine spaventevole , sibilando , fischiando , tuonando e tutto abbattendo sul loro cammino . Il tenente balzo` in piedi , ma si senti` subito atterrare . Anche i fianchi della montagna su cui si trovava erano in movimento , e quelle grandi lastre di ghiaccio , che poche ore prima parevano inchiavardate e sicurissime , si fendevano in tutti i versi e scivolavano giu` per le chine . Siamo perduti ! esclamo` involontariamente . Koninson ! Koninson ! All' erta ! Il fiociniere si slancio` fuori della tenda , ancora mezzo addormentato . Cosa succede ? chiese . La sua voce si perdette fra le detonazioni dei ghiacci . Si precipito` verso il tenente che , impotente e ormai rassegnato , aveva incrociato le braccia sul petto aspettando la morte che pareva ormai certa . Fuggiamo , signore ! esclamo` . Dove ? Alla grotta . E` impossibile , la via e` interrotta . Allora siamo perduti . Chissa` ! Speriamo in Dio . Signor tenente ... Il fiociniere non prosegui` . Una scossa violenta l' aveva atterrato assieme al tenente e alla tenda . Quasi subito udirono una detonazione paragonabile solo allo scoppio d' una mina di cinquecento chilogrammi di polvere e si sentirono trascinare verso il basso , dapprima lentamente e poi con una rapidita` vertiginosa . Un lastrone di ghiaccio di dimensioni enormi e del peso di parecchie migliaia di tonnellate , su cui si trovavano i due balenieri , si era staccato e scendeva la montagna piu` rapido di un treno diretto , seco trascinando tutto cio` che incontrava sul suo cammino , fiancheggiato e seguito da un vero esercito di massi di ghiaccio che rimbalzavano in tutte le direzioni . I due balenieri , mezzo soffocati dalla rapidita` della discesa , storditi dalle migliaia di ghiacciuoli che li percuotevano incessantemente , assordati dai fragori che produceva il lastrone nella sua corsa e che talora erano fischi stridenti e tal' altra ruggiti che sembravano emessi da fiere in furore , tentavano di mantenersi presso la slitta , ma brusche scosse , di quando in quando , li separavano violentemente lanciandoli a destra o a sinistra , innanzi e indietro a rischio di cadere in mezzo a tutto quel rovinio di massi che non avrebbe mancato di schiacciarli . Dopo un minuto , che ai due disgraziati parve lungo quanto un secolo , il ghiaccione tocco` il piano . Si raddrizzo` con un colpo tremendo che lo fece crepitare e fendere in piu` luoghi , indi continuo` la corsa attraverso la pianura con un rulli`o paragonabile a quello di una nave in un giorno di tempesta . Ad un tratto avvenne un potente urto . Il lastrone aveva cozzato contro una rupe che s' alzava di pochi metri sulla superficie del suolo , ma che presentava una resistenza incalcolabile . Il ghiaccione si rialzo` come un cavallo che si inalbera sotto una violenta speronata , e ricadde spaccandosi in venti e piu` parti . I due balenieri , scaraventati innanzi da quei due urti , caddero in mezzo alla neve ove rimasero immobili come se fossero stati uccisi sul colpo . XXII IL PORCUPINE Passarono alcuni minuti , poi in mezzo alla neve e ai frammenti di ghiaccio che si erano accumulati in grande quantita` attorno al lastrone infranto , apparve una testa , quella di Koninson . Il buon fiociniere giro` all' intorno due occhi spaventati cercando ansiosamente il suo compagno che non si vedeva ormai piu` , indi radunando le forze si fece un po` di largo respingendo a destra e a sinistra i ghiacciuoli che lo rinserravano e grido` replicatamente , con un tono che faceva supporre come nulla di guasto ci fosse nei polmoni : Signor Hostrup ! Sei vivo ? chiese una voce soffocata , che usciva di sotto una massa di neve . Dove siete , mio tenente ? Qui sotto ma sto per liberarmi . Salvo ? Pare che nulla vi sia di rotto . Aiutami se puoi . Il fiociniere , lavorando vigorosamente colle braccia e colle gambe , ingrandi` il buco in cui si trovava e , continuando il faticoso esercizio , pervenne a raggiungere il cumulo di neve che si agitava dall' alto in basso sotto i violenti sforzi del tenente . Un po` di pazienza , signor Hostrup , disse . Per bacco ! Mi par di essere un uccello preso col vischio . Largo ! Largo ! Si mise a spazzare la neve colle mani e dopo qualche minuto scorse un braccio che cercava di uscire . L' afferro` e tiro` bruscamente a se` , facendo crollare l' intero cumulo e mettendo allo scoperto il tenente . Grazie , Koninson , disse il liberato , dopo aver respirato una gran boccata d' aria . Che capitombolo ! E che viaggio , signor Hostrup ! Posso dire di aver viaggiato colla rapidita` d' un treno diretto anche in un luogo dove forse non si aprira` mai una linea ferroviaria . Bella consolazione , Koninson . Per poco , questo viaggetto ci costava la pelle . Ma dov' e` andata a finire la nostra slitta ? Non sara` lontana . Cerchiamola , ragazzo mio , poiche` la perdita di essa sarebbe per noi una morte certa . Unendo le parole ai fatti , si caccio` in mezzo ai ghiacciuoli e alla neve , mentre il fiociniere faceva altrettanto , ma prendendo una direzione opposta . La fortuna , che li aveva protetti durante la pericolosissima discesa , anche questa volta si mostro` loro benigna , poiche` rinvennero ben presto il veicolo che il colpo aveva lanciato fra due grossissimi pezzi di ghiaccio . Nella caduta non pareva avesse sofferto ; solamente le casse e i barili avevano spezzato i legami ed erano caduti all' ingiro . Presso la slitta rinvennero pure le loro armi e un po` piu` lontano la tenda , ancora in ottimo stato . Non speravo tanto ! disse il tenente . Bisogna proprio dire che la Provvidenza non ci abbandona . Speriamo che ci conduca a salvamento , signor Hostrup . Ne sono certo . Ed ora cosa facciamo ? Usciremo di qui e prenderemo la via del sud . Vedo che la pianura e` perfettamente liscia e sento un buon vento venire dalle montagne . Spiegheremo la vela . Rimisero sulla slitta tutte le casse e i barili ; indi , dato mano alle scuri , si scavarono una via attraverso i rottami del ghiaccione , girando attorno alla gran rupe che aveva causato l' urto . Dopo un' ora uscivano finalmente nella pianura che pareva si prestasse assai ad un rapido viaggio , essendo coperta di un solido strato di neve , liscio come la superficie d' un lago tranquillo . La vela fu subito issata , il timone messo a posto e i due balenieri s' imbarcarono , come diceva Koninson , dirigendosi verso sud con una rapidita` superiore ai quindici nodi all' ora . A mezzogiorno , dopo un viaggio che non poteva essere ne` migliore ne` piu` tranquillo , e dopo aver percorso un tratto di circa centoventi chilometri , fecero una fermata presso un gruppo di alti pioppi , le cui cime s' incurvavano graziosamente . Koninson , felice di aver trovato finalmente della legna , a colpi di scure fece cadere il piu` piccolo ed accese un fuoco capace di arrostire un bue intero . Ah , se ci fosse un bel pezzo di carne fresca , quale festa ! esclamo` egli levando un po` di pemmican ed alcuni biscotti da una cassa . Ne avremo , Koninson . Quando ? Appena saremo giunti al Porcupine . La` i pesci abbondano e le trote vi sono grossissime . Allora ... . ah ! Cos' hai ? Non avete udito un gemito , voi ? Un gemito ? Diventi pazzo , ragazzo mio ? Con questo freddo ? Udite ! Udite ! Il tenente , con sua grande meraviglia , questa volta udi` un gemito che pareva emesso da gola umana , ed a brevissima distanza . Che vi sia qualche eschimese ferito ? chiese Koninson . Ma dove ? In mezzo agli alberi . No , io credo invece che stia per venire l' arrosto che tu desideri . Guarda lassu` , su quel grande pioppo . Koninson guardo` nella direzione indicata e vide svolazzare un grande uccello le cui ali superavano , prese insieme , un metro e mezzo di estensione . Un' aquila ? esclamo` . Ma che aquila ! E` una stupenda nyceta nivea . E credete che sia stato quell' uccello a mandare quei gemiti umani ? Proprio lui . Si mangia ? E` carne non disprezzabile . Koninson balzo` sul fucile e lo punto` , ma il tenente gli abbasso` l' arma . Non aver fretta ! gli disse . Vedrai che si avvicinera` a noi . Ma come mai quell' uccello , che somiglia ad un gufo , si trova qui , in questa regione cosi` fredda ? Le nycete frequentano i luoghi caldi e i freddi . S' incontrano presso le rive dell' oceano artico e anche sulle rive del golfo del Messico . E di che cosa vivono , in questi deserti di neve ? Di uccelli finche` ce ne sono e , quando questi sono emigrati , danno la caccia ai piccoli animali . Si nascondono sovente nelle vicinanze delle tane delle lepri , degli ermellini e persino delle volpi e , quando le vittime escono , piombano loro addosso con rapidita` fulminea , dilaniandole a colpi di becco e d' artiglio . Sono uccelli coraggiosi . Si` , e tanto da affrontare i cani e qualche volta da avventarsi contro i cacciatori . Signor tenente , vedo che l' uccello non viene da noi ; andiamo noi da lui . Andiamo , Koninson . Raccolsero i fucili e si diressero verso il pioppo sulla cui cima la nyceta continuava a svolazzare gettando di quando in quando un forte rik rik che poteva , fino ad un certo punto , sembrare un gemito umano . Quando giunsero a breve distanza , l' uccello si abbasso` , poi parti` con grande rapidita` producendo , colle larghe ali , un forte rumore e si precipito` al suolo come se fosse stato ucciso o ferito . Ola` ! esclamo` Koninson . Cosa vuol dire cio` ? Si precipito` verso la nyceta che sembrava morta , ma quando le fu vicino , essa si alzo` nuovamente , spicco` un' altra volata e ricadde trecento metri piu` innanzi . Che sia ferita ? chiese il fiociniere , la cui sorpresa cresceva . No ! disse il tenente Noi abbiamo da fare con una femmina , la quale ricorre a questa astuzia per allontanarci dal suo nido , Allora mangeremo anche delle uova . Che pasto , signor Hostrup Questa volta non si lascio` piu` ingannare dal povero uccello . Appena fu per riprendere il volo , il fiociniere punto` il fucile e , con una palla ben aggiustata , lo fece cadere , ma per sempre . Il bell' arrosto ! esclamo` . Ed infatti era un bell' arrosto . Quell' uccello , dalle penne bianche solcate da un certo numero di macchie brune trasversali e longitudinali , dal becco robusto e ricurvo , era lungo quasi due piedi e non pesava meno di dieci chilogrammi . Era il vitto assicurato per un paio di giorni , per i poveri naufraghi ; ma Koninson chiedeva qualche cosa di piu` . Impadronitosi dell' uccello , si affretto` a raggiungere la macchia di pioppi e , dopo aver cercato qua e la` , scopri` il nido , una specie di cavo tappezzato di pochi fili d' erba acquatica e di penne candide e lunghe che la femmina si era coraggiosamente strappate dal petto , e contenente otto grosse uova . Che giornata fortunata ! esclamo` allegramente il bravo fiociniere . Presto , signor Hostrup , ritorniamo presso il fuoco e mettiamoci al lavoro . Le mie mandibole sono impazienti . Due ore dopo , seduti dinanzi al fuoco , divoravano ferocemente piu` di mezzo uccello , dopo aver trangugiato le uova a mo` d' antipasto . Il tenente , per compiere l' opera , diede la stura ad una bottiglia di gin , l' ultima che ancora possedevano e che avevano religiosamente conservata per le grandi occasioni . Verso le 4 pomeridiane , approfittando d' un fresco vento che veniva da nord nord ovest , spiegavano la vela e riprendevano la corsa verso sud , ma non rapidamente come il mattino a causa della neve che , essendosi in parte sciolta sotto i raggi solari , opponeva una certa resistenza ai pattini della slitta . Parecchie volte dovettero discendere e trascinare il veicolo per qualche tratto onde sorpassare certi strati di neve eccessivamente molle , anzi quasi disciolta . Nondimeno verso le 9 della sera avevano percorso altri quaranta o cinquanta chilometri . Il tenente stava per ammainare la vela volendo accamparsi , quando Koninson gli addito` una costruzione piantata sulle rive di un laghetto ancora gelato . Forse ci sono degli abitanti la` sotto ! disse il fiociniere . Non mi rincrescerebbe di vedere un volto umano per quanto possa essere brutto . Ho poca speranza rispose il tenente , Tuttavia dirigiamoci laggiu` . La slitta riprese la corsa e dopo venti minuti si arrestava presso l' abitazione segnalata . I due balenieri balzarono a terra , si armarono dei fucili per precauzione , e si diressero a quella volta . Era una capanna semplicissima , formata da sette od otto pali sostenenti un tetto di ramoscelli e di pezzi di corteccia , assicurata con strisce di pelle . La neve , accumulandosi sopra , l' aveva in parte sfondata , ma poteva ancora servire di ricovero . E` un' abitazione estiva dei Co yuconi . Abbandonata da molto tempo senza dubbio osservo` Koninson . Dall' anno scorso , molto probabilmente . To` ! Cosa sono quegli oggetti ammonticchiati in quell' angolo ? Ossa di animali . Forse che i Co yuconi le raccolgono per venderle ? No , Koninson , disse il tenente ridendo . Li ammucchiano nelle loro capanne perche` credono che , gettandoli via , debbano succedere delle disgrazie ; che le caccie diventino infruttifere ; che le trappole lascino scappare la selvaggina ; che il freddo distrugga gli animali ; ecc . Anche quando si tagliano le unghie , i capelli e la barba , raccolgono il tutto entro sacchetti di pelle che sospendono agli alberi del loro territorio , e cio` per lo stesso motivo . Strane superstizioni , signor Hostrup . Ma guardate laggiu` , presso la riva del laghetto , non vedete qualche cosa ? Si` , dei pali piantati sul ghiaccio o meglio nell' acqua disse il tenente . Che cosa saranno ? Mio caro Koninson , credo che faremo bene a recarci laggiu` . Che sperate di trovare ? So che gli abitanti di queste regioni prima che l' inverno cominci , piantano nei fiumi e nei laghi dei pali a cui sospendono delle trappole per i pesci . Che ci sia sotto qualche rete ? Se non sara` una rete , troveremo qualche cosa di simile . Andiamo , Koninson . Lasciarono la piccola capanna e si diressero verso il laghetto . Il tenente non si era ingannato , poiche` attraverso il ghiaccio distinsero una forma nerastra stretta fra due pali e che pareva un gran paniere . Con pochi colpi di scure spezzarono il ghiaccio e sotto vi scorsero una specie di imbuto di vimini terminante in un recipiente pure di vimini , dentro il quale nuotavano parecchi grossi pesci . Koninson caccio` dentro le mani , e in pochi minuti ritiro` due trote , tre lucci , due bei pesci che il tenente riconobbe per gadus lota , ed infine un pesce molto grosso , tutto nero , che gli indigeni chiamano nalina , ma , la cui carne di qualita` mediocre serve per lo piu` a nutrire i cani delle slitte . Abbiamo dei viveri per quattro o cinque giorni ! disse il fiociniere tutto contento . Ringrazio di cuore quel co yucone che ha avuto la buona idea di collocare qui l' imbuto . Se lo trovero` , gli regalero` uno dei nostri coltelli . Fecero ritorno alla capanna sotto cui allegramente pranzarono colle due trote ; indi , dopo poche chiacchiere , si avvolsero nelle loro coperte , sicuri di non venire disturbati da nessuno . Alle 4 del mattino , approfittando del freddo della notte che aveva indurito lo strato di neve , tornarono a spiegare la vela e ripresero la corsa con una celerita` di dieci o dodici chilometri all' ora . Verso le 7 del mattino Koninson segnalo` verso sud un bosco che pareva prolungarsi indefinitamente verso est e verso ovest , formato da pioppi e da abeti neri . Dobbiamo essere vicini al Porcupine ! disse il tenente . Apri bene gli occhi , fiociniere . Manovro` in modo da entrare sotto il bosco senza urtare contro gli alberi , e lascio` che la slitta continuasse a scivolare verso il sud . Mezz' ora dopo Koninson con un rapido movimento faceva cadere la vela . Era tempo ; duecento passi piu` innanzi , fra due rive coperte di salici , si estendeva un largo fiume che doveva essere il Porcupine . XXIII L' ORSO BIANCO Il Porcupine , chiamato anche Ratto , e` un bel corso d' acqua comunicante col fiume Makenzie , che scorre da ovest ad est , quasi parallelamente alla costa , da cui pero` dista oltre duecento miglia . Nella stagione estiva molti canotti lo percorrono mettendo in comunicazione il forte Yucon colla stazione di La Pierre e coi forti che si trovano sulle rive del Makenzie ; ma , quando comincia a gelare , la navigazione viene interamente sospesa e le tribu` indiane che popolano le rive e che si chiamano figlie del Ratto , si ritirano o verso sud o verso nord , dedicandosi alla caccia che talvolta e` piu` produttiva della pesca . Quando il tenente e Koninson , lasciata la slitta , discesero la sponda , non scorsero anima viva , ne` alcuna abitazione . Il fiume , completamente gelato , non aveva attirato ancora alcuno di quei valenti canottieri e pescatori che s' incontrano cosi` spesso nella buona stagione . Pero` , percorrendo la riva per qualche tratto , trovarono qua e la` numerose traccie del soggiorno degli indiani . Infatti ai piedi d' una roccia rinvennero delle vecchie reti state abbandonate perche` inservibili ; piu` oltre una capanna semi arsa , un remo ancora piantato nel ghiaccio e finalmente anche un canotto lungo otto piedi , costruito con lunghe liste di corteccia di betulla cucite insieme con sottili radici d' abete e calafatato di resina . Un fianco , pero` , era stato sfondato , forse dall' urto dei ghiacci , sicche` non poteva piu` servire . Diamine , mi pare che questi signori indiani si facciano molto desiderare ! disse Koninson . Molte traccie abbiamo trovato , ma non un volto umano abbiamo veduto dalle rive dell' Oceano a questo fiume . Eppure parecchie tribu` vivono in questa desolata regione rispose il tenente . Ma dove sono ? Non lo so , ma vi sono e qualcuno ne incontreremo . E verremo bene accolti ? Non ho mai udito dire che gli indiani di queste terre siano cattivi . Pero` so che parecchie volte hanno dato addosso ai bianchi . E` vero , Koninson , ma per difendere la loro indipendenza . Aggiungero` anzi , che hanno dimostrato di essere assai coraggiosi e di non aver paura dei forti meglio armati . Quale tribu` sperate d' incontrare ? Quella che si chiama figlia del Ratto , che vive sulle sponde di questo fiume . E` possibile , pero` , che in sua vece ne incontriamo qualche altra , poiche` nessuna ha dimora stabile e tutte vanno qua e la` cercando i territori che offrono maggiore selvaggina . E come si chiamano questi altri indiani ? Vi sono i Co yuconi , i piu` numerosi dell' Alaska e che abitano le rive del fiume Yukon ; i Koctck a Kutkin o indiani delle bassure ; gli An Kutkin e i Tatanckok Kutkin appartenenti alla famiglia dei Malemuti , che abitano il basso corso dell' Yukon , e i Tanana , che hanno il loro centro al confluente dell' Yukon col fiume Tanana , dove si erge un grosso villaggio chiamato Nuclu kayette . Altre tribu` minori occupano il territorio che si estende fra i fiumi suddetti e il Makenzie , appartenenti quasi tutte alla gran tribu` dei figli del Ratto . Ed ora che noi siamo qui giunti , dove ci dirigeremo , signor Hostrup ? Verso ovest o verso est ? Sarei dell' opinione di seguire il Porcupine fino al Makenzie e di raggiungere il forte Speranza . Allora andiamo al forte Speranza . Ti avverto che la via sara` lunga . Non mi spavento , signor Hostrup . Oggi accamperemo qui e cercheremo di rinnovare le nostre provviste . Io spezzero` il ghiaccio e mi mettero` a pescare ; tu batterai i boschi . Non chiedo di meglio . Tornarono alla slitta , mangiarono un boccone e si separarono : Koninson si caccio` sotto il bosco col fucile e il tenente discese la riva armato di scure per aprire un buco nel ghiaccio . Il fiociniere per qualche tratto costeggio` il Porcupine colla speranza di abbattere qualche capo di selvaggina acquatica , avendo notato qua e la` delle traccie di lontre ma nulla scorgendo , si addentro` nel bosco camminando con prudenza e cercando di non far scricchiolare la neve . In lontananza si udivano le lugubri urla di una muta di lupi , forse occupata a cacciare qualche grosso capo di selvaggina , qualche alce senza dubbio , sicche` si diresse da quella parte , niente affatto atterrito dai denti di quei feroci ma non coraggiosi carnivori . Dopo aver superato una piccola altura sulla quale erano gia` spuntati in gran numero i papaveri dai petali bianchi e dai petali d' oro , primi fiori della buona stagione , un certo numero di sassifraghe stellate e di ranuncoli gialli , ridiscese verso il fiume avendo udite le urla dirigersi da quella parte e quindi allontanarsi in direzione sud . Aveva raggiunta una macchia di piante sui cui rami spuntavano certe coccole rosse delle quali sono amanti gli orsi bianchi , quando scorse a terra delle larghe tracce che indicavano il passaggio di un grosso animale . Oh ! Oh ! esclamo` egli , arrestandosi di botto . Queste non sono ne` tracce di alci , ne` di lupi e tanto meno di volpi . Si curvo` e le esamino` attentamente , poi si sollevo` rapidamente gettando uno sguardo inquieto sotto gli alberi e intorno ai cespugli che crescevano in gran numero presso la riva del fiume . Per di qui e` passato un orso , e senza alcun dubbio un orso bianco mormoro` . Devo tornare o tirare innanzi ? Esito` un momento , sapendo quanto fosse forte e terribile l' avversario che poteva da un istante all' altro incontrare , ma la speranza di tornare all' accampamento con un si` bell' animale lo decise a continuare la caccia seguendo appunto quelle orme . Rinnovo` per maggior precauzione la carica del fucile introducendovi due palle , si assicuro` se il coltello scorreva facilmente nella guaina di pelle , poi si slancio` risolutamente innanzi , ma con gli occhi bene aperti e gli orecchi ben tesi . Percorse un quattro o cinquecento metri fermandosi di frequente per ascoltare , poi si getto` precipitosamente dietro a un grosso albero . In mezzo ad un cespuglio , lontano un tiro di freccia , aveva veduto agitarsi una massa biancastra che era subito scomparsa , forse perche` stava scendendo il pendio della riva . Stette alcuni minuti immobile cercando di distinguere meglio il carnivoro , poi udi` , non senza provare un certo tremito , una specie di nitrito simile a quello che emette un mulo . E` un orso bianco ! esclamo` il fiociniere , abbandonando con precauzione il nascondiglio . Animo , mio caro Koninson , se sei venuto fin qui non devi tornare al campo a mani vuote . Sapendo quanto gli orsi bianchi siano diffidenti e difficili a lasciarsi accostare se non sono affamati , si getto` sottovento onde l' animale non lo fiutasse e guadagno` la riva del fiume sempre tenendosi celato dietro i tronchi degli alberi e le irregolarita` del terreno . Giunto la` , s' alzo` sulle ginocchia tenendo in mano il fucile e guardo` . A trenta soli passi di distanza egli scorse l' orso bianco occupato a divorare le coccole rosse dei cespugli e le tenere gemme di alcuni minuscoli salici d' acqua che crescevano stentatamente fra la neve . Senza dubbio non si era ancora accorto della presenza del cacciatore , poiche` non dimostrava alcuna inquietudine , anzi lentamente gli si avvicinava . Koninson imbraccio` il fucile e miro` lungamente la testa del mostro , non ignorando che , se lo avesse colpito in qualunque altra parte del corpo , non lo avrebbe atterrato . Alcuni istanti dopo la detonazione del fucile si fece udire scuotendo fortemente gli strati dell' aria . Quando il fumo si dissipo` , il fiociniere , con suo grande terrore , vide l' orso che saliva la riva di galoppo , aprendosi impetuosamente il passo fra i cespugli . Nessuna macchia di sangue si scorgeva sulla bianca pelliccia , segno chiaro che la palla si era perduta altrove . Mancava il tempo di ricaricare l' arma e anche di fuggire , poiche` l' orso non era piu` che a pochi passi . Il fiociniere in quel terribile frangente non si perdette d' animo . Afferro` il fucile per la canna e quando si vide l' animale dinanzi , lo percosse replicatamente sul muso . Disgraziatamente l' arma gli sfuggi` di mano mentre vibrava un terzo colpo e si trovo` inerme . Impegnare una lotta corpo a corpo col coltello era cosa troppo pericolosa con simile avversario , la cui forza e` veramente straordinaria , se non eguale , certo di poco inferiore a quella del terribile orso grigio delle Montagne Rocciose . Non restava che fuggire a tutte gambe . Koninson si appiglio` a questo partito , e si diede a precipitosa fuga attraverso la foresta , mandando alte grida per attirare l' attenzione del tenente che non doveva essere molto lontano . Supero` , correndo disperatamente , la piccola altura procurando di tenersi presso gli alberi onde , in caso disperato , salvarsi sui rami ; poi si lascio` scivolare o meglio rotolare fino al basso , dove incontro` il tenente che si era affrettato ad accorrere col fucile e una scure . Cos' hai ? gli chiese questi , precipitandosi verso di lui . Che ti e` accaduto ? Chi ti insegue ? Fuggite ! Fuggite ! esclamo` Koninson rimettendosi in piedi . Ho un orso bianco alle spalle . Un orso ! E dov' e` ? L' ho incontrato presso le rive del fiume e si era messo a inseguirmi , dopo essere sfuggito al mio colpo di fucile . Se si mostra avra` una buona accoglienza , ragazzo mio . Ma dov' e` il tuo moschetto ? Mi e` sfuggito di mano mentre mi difendevo . Bisogna andarlo a riprendere , o quell' animale te lo rovinera` tutto . Orsu` , prendi la scure e andiamo a vedere . Badate , tenente , che abbiamo da fare con un orso affamato , il quale si gettera` su di noi . Siamo in due e possiamo tenergli testa . Hai nulla di rotto ? Sono intatto . Allora silenzio e avanti . Il tenente , che ci teneva assai ad abbattere il carnivoro per rinnovare le provviste gia` molto scarse , sali` intrepidamente l' altura a rapidi passi , fiancheggiato da Koninson , il quale trovandosi male armato tentennava , e giunto sulla cima getto` uno sguardo sul versante opposto , in direzione del fiume , ma . non vide nulla , ne` udi` il ben noto nitrito del pericoloso avversario . Dove si sara` nascosto ? si chiese . Forse dietro a quelle macchie rispose il fiociniere , indicando i cespugli che crescevano sulle sponde del Porcupine . Non ti ha inseguito ? Non lo so , poiche` non ardii voltarmi indietro . Scendiamo , amico mio . Tenendosi dietro ai tronchi degli alberi e cercando di produrre meno rumore che fosse possibile , per sorprenderlo e sparargli addosso prima che potesse fuggire , raggiunsero i cespugli e precisamente il luogo ove era avvenuta la lotta . Guardarono attorno alle piante , sulla riva e nel fiume , ma l' orso bianco non c' era e , quello che era piu` sorprendente , non c' era nemmeno il fucile perduto dal fiociniere . To` ! esclamo` il tenente al colmo della sorpresa . Che abbia mangiato il moschetto ? Eppure non e` una bistecca . Si misero a frugare nelle macchie colla piu` grande attenzione , visitarono i crepacci , girarono i tronchi degli alberi per un bel tratto di bosco , ma sempre nulla : il fucile era proprio scomparso . Che ne dici ? chiese Hostrup , che si grattava furiosamente la testa . Io dico che questa sparizione ha del soprannaturale , rispose Koninson . Che l' orso abbia portato con se` l' arma ? E per che farne ? Non lo so davvero , Koninson . Che sia venuto qui qualche indiano ? Non e` possibile , poiche` non vedo sulla neve che le tue traccie e quelle dell' orso . E allora ? Che sia un orso ammaestrato ? Ma non vi sono serragli nei dintorni , che io sappia , signor Hostrup . Ma vi possono essere degli indiani . E voi credete ... Io non credo nulla , ma dico che quell' orso puo` appartenere a qualche banda d' indiani . E voi supponete che il birbante abbia portato il mio fucile ai suoi padroni ? Cosi` deve essere . Cosa dobbiamo fare ? Inseguire il ladro . Ben detto , signor Hostrup . Ecco qui le traccie che ha lasciato sulla neve . Ha disceso la riva , ed ha attraversato il fiume dirigendosi senza dubbio verso sud . Forse dietro a quella foresta sorge un accampamento di indiani . Allora andiamo , ma ... e la nostra slitta ? La ritroveremo nel ritorno . Ma i lupi la saccheggeranno . Faranno un ben magro bottino , amico Koninson . Orsu` , in cammino . Discesero la riva , attraversarono il fiume che in quel luogo misurava circa duecento metri di larghezza e risalirono l' opposto pendio entrando in un' altra foresta , sotto la quale scorrazzavano diversi lupi bianchi di dimensioni non comuni . Le traccie dell' orso furono ben presto ritrovate ed assieme ad esse l' impronta del calcio del fucile . Si direbbe che quel birbante adopera la mia arma come un bastone disse Koninson . Deve essere un gran burlone ! rispose il tenente . Ora che ci penso , che sappia anche adoperare il fucile ? Non vorrei che ce lo scaricasse contro a tradimento . Mi hai detto che non hai avuto tempo di ricaricarlo , quindi questo pericolo non esiste . Affrettiamo il passo e apriamo ben bene gli occhi . Si rimisero in cammino sempre seguendo le traccie del carnivoro ma , percorsi duecento metri , tutti e due tornarono a fermarsi in preda ad una certa inquietudine . Da una fitta macchia di pini e di abeti neri , usciva una grande cortina di fumo che strisciava lentamente sul campo gelato prolungandosi infinitamente , e in distanza si udivano delle voci umane . Un accampamento ? chiese Koninson . Senza dubbio ! rispose il tenente . Andiamo innanzi ? Si` , ma con prudenza . Se sono indigeni potremmo venire scambiati per nemici e accolti molto male . Vedete ? esclamo` Koninson , le traccie dell' orso si dirigono verso quell' accampamento . Lo dicevo io , che quel burlone doveva essere ammaestrato . Gettiamoci dietro questi alberi e procediamo cauti . Stavano per eseguire quella prudente tattica , quando delle urla selvaggie scoppiarono alle loro spalle . Si volsero rapidamente l' uno puntando il fucile e l' altro impugnando la scure . Alcuni uomini , che si erano forse tenuti nascosti dietro i tronchi degli alberi o i mucchi di neve , correvano loro addosso agitando certe fiocine e certi ramponi di forma particolare ed alcuni vecchi fucili . Essi giunsero come un uragano fino a pochi passi dal tenente e dal fiociniere , poi si fermarono di colpo in un atteggiamento che nulla aveva di ostile , e uno di loro , il capo senza dubbio , facendo un passo innanzi , disse con voce abbastanza graziosa e in lingua russa : Siate i benvenuti . I Tanana sono vostri amici ! XXIV CACCIA E TRADIMENTO Quegli indiani Tanana , la cui tribu` abita ordinariamente l' alto corso dell' Yucon dove ha un grosso villaggio chiamato Nu clukayette , erano una quindicina e , a prima vista , non tali da ispirare troppa fiducia e simpatia . Avevano i lineamenti brutti , angolosi , gli occhi foschi , il viso dipinto a vivaci colori , i capelli lunghi , sciolti , adorni di penne e di pezzi di argilla sorretti da strisce di garza e un bastoncino passato fra le cartilagini del naso che dava loro un aspetto tutt' altro che gradevole . Le loro vesti consistevano in corte giubbe di pelli d' orso o d' ermellino o di lupo , calzoni di pelle di foca adorni di frangie e di perle comperate senza dubbio dai commercianti ambulanti , e grandi scarpe da neve formate da una specie di rete terminante in punta sul dinanzi e arrotondata di dietro . Dopo la corsa fatta , che aveva per scopo di provare se gli stranieri avevano il cuore forte com' e` loro costume si erano fermati in atteggiamento pacifico . Il tenente , che aveva rapidamente puntato il fucile contro di loro pronto a far fuoco , dopo le parole del capo lo aveva abbassato tenendosi pero` in guardia , non fidandosi interamente di quegli indiani che ordinariamente vedono di cattivo occhio i bianchi stabiliti sulle loro terre . Se vieni come amico , nulla hai da temere ! disse poi , rivolgendosi al capo che aspettava una risposta . Mio fratello e` russo ? chiese questi . No , appartengo ad una tribu` che e` molto lontana da qui , verso il sole che tramonta . Allora sei mio amico ! rispose il capo . Getto` a terra il vecchio fucile che teneva in mano , s' avvicino` al tenente e accostando il proprio naso a quello di lui glielo strofino` energicamente . Dopo questo segno di amicizia riprese : Se mio fratello non teme l' ospitalita` dei Tanana , mi segua : avra` una tenda , della carne e del fuoco . Ti seguo . La banda getto` le armi sulle spalle e si addentro` nella grande macchia seguita dai due naufraghi . Possiamo fidarci ? chiese Koninson . Si` , ma fino ad un certo punto ! rispose il tenente . Ad ogni modo abbiamo anche noi delle armi . Dopo dieci minuti di cammino , giungevano in una vasta radura in mezzo alla quale si rizzavano sei grandi tende di pelle di renna , di forma conica , sostenute da pertiche e sormontate da strani emblemi rappresentanti teste di orsi e teste di lupi . Alcune donne ancor piu` brutte degli uomini , piu` orribilmente dipinte , infagottate in pelli di orso e di foca e adorne , specialmente al naso , di conchiglie di ki a qua dentalium , mossero incontro ai nuovi venuti : ma ad un gesto dei guerrieri si affrettarono a ritirarsi . Il capo condusse gli ospiti dinanzi ad una piccola tenda mezzo sdruscita e che pareva si reggesse per un miracolo di equilibrio e li invito` ad entrare , promettendo di raggiungerli fra pochi istanti . Koninson per il primo vi mise dentro la testa , ma la ritiro` subito sternutando sonoramente . Ma questo e` un porcile disse . Sfido chiunque a sopportare l' orribile puzza che regna li` dentro . Bah ! Non bisogna essere schizzinosi , ragazzo mio ! rispose il tenente . Credevi forse di trovare un palazzo ? Animo , entriamo . Facendo uno sforzo , si cacciarono sotto la tenda dove si arrestarono mezzo asfissiati da un insopportabile odore di carne corrotta . Nel mezzo ardeva una strana lampada scavata in una pietra ollare , la quale spandeva all' intorno un luce rossastra e fetente . Negli angoli , ammonticchiate alla rinfusa , si vedevano diverse pelli di animali non ancora completamente seccate , poi interiori che finivano di marcire , pesci corrotti , dei sacchetti che parevano contenere carne secca e infine un gran numero di fiocine di ogni forma e dimensione , nonche` certi coltellacci d' una forma particolare montati in corno di narvalo o in un dente di morsa . Questo deve essere il magazzino della tribu` e anche l' arsenale disse il tenente . Che pulizia , signor Hostrup ! Noi morremo asfissiati se non ci affrettiamo a uscire . Se vivono i Tanana in queste brutte tende , possiamo viverci anche noi . Ma forse le altre sono migliori . Probabilmente saranno peggiori . E l' orso ? To` , me lo ero scordato . Quando verra` il capo sapremo qualche cosa . Ah ! Eccolo che ritorna ! Infatti il Tanana si avvicinava accompagnato da un guerriero il quale portava un grosso pesce , che pareva fosse stato allora allora levato dai carboni . Mio fratello accetti il regalo che gli offre il capo disse il Tanana entrando . Sii il benvenuto , rispose il tenente e ricevi i nostri ringraziamenti . Il guerriero depose su di una pelle il pesce , poi usci` mentre il capo si sedeva per terra colle gambe incrociate . I due naufraghi non si fecero pregare a far onore al pasto e lavorarono cosi` bene di denti che ben presto del pesce non rimasero che le pinne . Il Tanana , quando vide che avevano terminato , estrasse dal suo sacchetto che portava appeso alla cintura la pipa , la carico` flemmaticamente , l' accese , aspiro` due boccate , poi la passo` agli ospiti che fecero altrettanto . Terminata quella funzione che presso tutti gli Indiani dell' America settentrionale e` della piu` alta importanza , poiche` viene considerata come una dichiarazione di amicizia , il Tanana , che fino allora non aveva pronunciato sillaba , disse : Mio fratello il viso pallido e` contento dei suoi fratelli dal viso rosso ? Si` e ti ringrazio della cortese ospitalita` accordatami . Allora mi dira` perche` viaggia in queste terre che non sono le sue . Siamo qui perche` la tempesta ci ha gettati , malgrado tutta la nostra buona volonta` per non approdarvi . Ah ! I miei fratelli sono stati disgraziati adunque ? Montavano forse una di quelle grandi barche che vengono cosi` da lontano ? L' hai detto . Ed ora dove vanno ? Cerchiamo di raggiungere un qualche forte o della Compagnia inglese o di quella russa . Ma i forti sono molto lontani . Ma le nostre gambe sono buone . E non possedete un attiraglio ? Una slitta , ma senza cani per trascinarla . E dov' e` questa slitta ? chiese il Tanana , i cui occhi mandarono un lampo . L' abbiamo lasciata a due ore di cammino di qui , sulla riva del Porcupine . Mio fratello possedera` dell' acqua di fuoco ? Dell' acquavite , vuoi dire ? No , l' abbiamo consumata tutta . Possedera` della polvere da sparo . Si` , ma non molta . Doveva portarne un po` a suo fratello Tanana . Basta appena per noi due . Il capo non dissimulo` un gesto di dispetto che al tenente non sfuggi` . Ma perche` ha lasciato la sua slitta ? chiese il Tanana . Per inseguire un orso bianco che ci aveva rubato un fucile . E` tuo quell' orso ? No . Sara` di qualche tuo guerriero . Io so che e` entrato nel tuo campo e io conto sulla tua generosita` per riavere l' arma . Il Tanana lo guardo` per qualche istante senza rispondere , poi disse : Tu l' avrai , ma ad un patto . Parla . Che tu venga quest' oggi con me nella foresta a cacciare l' alce . I volti pallidi sono tutti bravi cacciatori e tu e il tuo compagno mi sarete di grande aiuto . Accetto . II capo si alzo` , usci` dalla tenda e poco dopo ritornava portando il fucile che Koninson s' affretto` a prendere , mandando una esclamazione di gioia . Ora mettiamoci in cammino ! disse il Tanana . Le alci sono state gia` scoperte dai miei uomini e forse a quest' ora sono strette da ogni parte . Affrettiamoci , poiche` conto di partire questa notte con tutta la mia tribu` . E per dove ? chiese il tenente . Verso il sole che si leva , nel paese dei Malemuti rispose il Tanana con un enigmatico sorriso . Odi le grida dei cacciatori ? In lontananza si erano improvvisamente udite delle alte grida seguite dall' abbaiare di numerosissimi cani . Andiamo ! disse il tenente . Il Tanana usci` seguito dai due marinai , disse qualche parola ad alcuni guerrieri che lo attendevano fuori della tenda , poi si addentro` nel bosco . Che vi pare di questo selvaggio ? chiese Koninson al tenente . Mi ha un certo viso che non mi rassicura completamente . Hai ragione , mio degno fiociniere , ma staremo in guardia e ci guarderemo ben bene alle spalle . Le grida e gli abbaiamenti si avvicinavano rapidamente e ben presto attraverso gli alberi si videro correre parecchi cacciatori preceduti da grossi cani , poco dissimili per altezza e per forme dai lupi . Dove sono queste alci ? chiese Hostrup al capo . Dinanzi a noi rispose il Tanana . Sono molti i cacciatori ? Una quarantina sparsi sulla nostra destra e sulla nostra sinistra . Camminarono per altri venti minuti sempre piu` inoltrandosi nella foresta e sempre preceduti dai cacciatori che continuavano a mandare urla selvagge , poi il Tanana si arresto` . Dinanzi a loro , a tre o quattrocento metri , stavano riunite venti o venticinque alci , superbi animali , grandi quanto un cavallo giovane , colle teste adorne di corna robustissime . Correvano or qua or la` in preda ad un vivo spavento , cercando di fuggire fra gli spazi lasciati dai cacciatori , ma senza arrischiarsi , poiche` subito ritornavano galoppando disordinatamente II tenente e il fiociniere puntarono le armi mirando ognuno un' alce , ma il Tanana con un gesto li trattenne . Siamo a buon tiro disse Hostrup . Non e` ancor giunto il momento rispose il capo . Aspetta che entrino nel recinto e poi farai fuoco a volonta` . In quale recinto ? Guarda laggiu` . Il tenente guardo` nella direzione indicata e non senza sorpresa vide , attraverso gli alberi , un grandioso recinto fabbricato con rami assicurati ai tronchi mediante strisce di pelle , il quale si restringeva a mo` di collo di bottiglia . E` cosi` che noi cacciamo disse il Tanana . Le alci hanno paura ad entrare , ma noi le costringeremo . E non spezzeranno il recinto ? E` semplice , ma molto solido . Attenzione e guardatevi dalle corna , poiche` talvolta le alci , rese furiose , si gettano sui cacciatori a testa bassa . I suoi uomini si erano a poco a poco riuniti formando un semicerchio assai vasto il quale si univa colle due estremita` del recinto . Ad un cenno del capo impugnarono le fiocine e si spinsero coraggiosamente innanzi raddoppiando le grida e aizzando i cani . Le alci si misero a caracollare confusamente mostrando delle intenzioni tutt' altro che pacifiche , ma quando si videro assalite dai cani e minacciate assai da vicino dai cacciatori , non esitarono piu` a fuggire e non trovando dinanzi che l' apertura del recinto vi si spinsero dentro . II capo , i due naufraghi e tutti gli altri le seguirono e si appostarono dietro a certi mucchi di neve muniti di una feritoia , che erano stati precedentemente costruiti . Fuoco a volonta` ! comando` il capo . Tosto da ogni parte partirono detonazioni ed alcuni alci , colpite mortalmente , caddero dibattendosi disperatamente . Le altre fecero di gran galoppo il giro del recinto cercando una uscita che ormai non esisteva piu` , essendo stata subito chiusa quella che poc' anzi c' era , poi si scagliarono contro i rami d' albero tentando di spezzarli a colpi di corna , ma invano poiche` , come aveva detto il capo , erano solidissimi e ben legati . Vista l' inutilita` dei loro sforzi , si rivolsero contro i cacciatori , ma una nuova scarica , che ne getto` a terra altre quattro o cinque , le costrinse a riprendere la fuga . Riunitesi in fondo al recinto , le povere bestie parvero consigliarsi , poi ritornarono verso i cacciatori a testa bassa mostrando minacciosamente le loro robuste corna . Alcune colpite dalle palle caddero , ma le altre passarono come un uragano fra cumulo e cumulo , si gettarono furiosamente contro il recinto che in quel luogo presentava una solidita` molto dubbia , ne rovesciarono un tratto e fuggirono nel bosco allontanandosi verso est con tale rapidita` , da par perdere ogni speranza di raggiungerle . Il tenente e il fiociniere fecero atto di inseguirle , ma il capo Tanana li arresto` . E` inutile disse . Abbiamo carne quanta ci basta per vivere un bel pezzo . Ed infatti aveva ragione . Nove alci giacevano a terra immobili e due altre si dibattevano negli ultimi aneliti . Mentre alcuni cacciatori uscivano traendosi dietro i cani per condurre cola` le slitte , gli altri s' affrettarono a finire le ferite ; poi , dato mano ai coltelli , si misero a scuoiare e a tagliare con tanta abilita` e prestezza che due ore dopo la non facile operazione era finita . Al tramonto , quell' ammasso di carne ancor palpitante veniva caricato sulle slitte e portato all' accampamento dove erano stati accesi dei grandi fuochi . Il capo offri` ai due marinai una lauta ed abbondante cena , poi li ricondusse nella loro tenda che in quel frattempo era stata completamente vuotata . Quando parti ? gli chiese il tenente , prima di coricarsi . Domani all' alba rispose il Tanana con un sottile sorriso . Dormi in pace sotto la buona guardia dei miei guerrieri e all' alba riceverai i miei saluti e una provvista di carne da bastarti per un mese . A domani , adunque ! risposero i due naufraghi . E si sdraiarono con accanto le armi . XXV IL MAKENZIE Dormivano da tre o quattro ore , quando Koninson fu improvvisamente destato da un lontano abbaiare che rapidamente diventava fioco perdendosi verso occidente . Rammentandosi delle parole dette il giorno innanzi dal Tanana e dei sospetti manifestati dal tenente , si alzo` in preda ad una certa inquietudine temendo che quei poco rassicuranti selvaggi avessero approfittato della notte per giuocare qualche brutto tiro . Cerco` il fedele fucile e mando` un sospirone di soddisfazione nel sentirselo ancora vicino , poi stette in ascolto . Agli abbaiamenti poco prima uditi , era succeduto un profondo silenzio che veniva rotto solamente dallo stormire degli alti pioppi e dei pini . Non una parola , non un passo che indicasse la presenza dei guerrieri incaricati di vegliare sull' accampamento , non quel russare che indica la vicinanza di uomini che dormono . Hum ! esclamo` . Spira una cert' aria che non mi rassicura affatto . Striscio` verso l' apertura , alzo` la tenda e guardo` . Dapprima nulla vide essendo l' oscurita` profonda ; ma poi s' accorse che quel tratto di terreno , poco prima occupato dalle tende dei Tanana , era completamente libero . I bricconi sono fuggiti ! esclamo` . Signor Hostrup , aprite gli occhi ! E` spuntato il sole ? chiese il tenente sbadigliando . Non ancora , ma vi do` un' altra nuova che vi svegliera` completamente . I nostri cari Tanana se ne sono fuggiti defraudandoci della nostra porzione di carne , a quanto pare , poiche` non vedo vicino a me nessuna bistecca . Dovevamo aspettarci qualche bricconata da quei messeri , mio caro fiociniere . Speriamo che tutto il male sia questo . Forse che avete timore di qualche cosa di peggio ? Questa fuga precipitosa , le parole del capo , quell' insistenza nel chiederci se avevamo della polvere da regalare , se eravamo soli e dove avevamo lasciato la nostra slitta ... Corpo d' una balena ! esclamo` Koninson . Sospettate forse ... Che abbiano fatto una visita alla nostra slitta termino` il tenente . Se fosse vero , guai a loro ! Bah ! Sara` un po` difficile il raggiungerli , tanto piu` che si dirigono verso est . Verso est ? Io ho udito gli abbaiamenti dei loro cani verso ovest , signor Hostrup . Verso ovest ! Sei propri sicuro ? Sicurissimo . Allora gatta ci cova . Io temo di aver avuto da fare con uno scaltro briccone , e non sono piu` sorpreso se ci ha giocato questo brutto tiro . Affrettiamoci a raggiungere il fiume ; ho fretta di arrivare alla slitta . Ma vi giuro fin d' ora , signor Hostrup , che se quel birbante ci ha derubati io lo inseguiro` e lo raggiungero` per quanto lontano fugga . Se saremo capaci di raggiungerlo . I Tanana avevano dei cani attaccati alle loro slitte e chissa` mai dove saranno a quest' ora . Si posero in marcia senza prendersi il disturbo di portare con loro la tenda essendo tutta bucata e si diressero verso il Porcupine . Alcuni lupi che ronzavano sotto il bosco , si provarono a seguirli gettando lugubri urla , ma un colpo di fucile , che atterro` il piu` feroce , li costrinse a ritornare piu` che in fretta sotto gli alberi . Due ore dopo i due balenieri giungevano sulla riva del fiume . Stavano per scenderla , quando Koninson incespico` in un oggetto che cadde con rumore rimbalzando e correndo sulla superficie gelata . Bestia o cosa ? chiese egli curvandosi innanzi ed firmando precipitosamente il fucile . Mi e` sembrato un barilotto disse il tenente . Uhm ! Brutto segno ! In quell' istante sulla riva opposta si videro alcune ombre muoversi rapidamente , poi sparire sotto un gruppo di cespugli . Chi vive ? grido` il fiociniere imbracciando il fucile . Nessuno rispose , ma poco dopo udi` un acuto stridio che rapidamente si allontanava verso ovest e un po' piu` tardi dei lontani latrati . Temo che siano i Tanana disse il tenente che ascoltava attentamente . Corriamo alla slitta , signor Hostrup suggeri` il fiociniere . Forse arriveremo in tempo per far pagar caro il tradimento . Si slanciarono giu` dalla sponda attraversarono correndo il fiume e rimontarono la riva opposta guadagnando una piccola altura da cui potevano dominare il paese circostante per un gran fratto . Alla loro destra avevano il bosco battuto il giorno innanzi ; alla sinistra una pianura sull' orlo della quale scorsero una massa confusa che doveva essere la slitta . Ne` da una parte ne` dall' altra videro alcun uomo ; pero` in distanza si udiva ancora l' acuto stridio che doveva essere prodotto dallo scivolio di una slitta tutta a gran galoppo . Lasciarono l' altura e si diressero verso la slitta la quale rizzava ancora il lungo albero a cui si vedeva sospesa e imbrogliata la vela . Quando furono vicini scorsero a terra casse e barili , aperte le une , sfondati gli altri , e parecchi altri oggetti che facevano parte dell' equipaggiamento . Ah , miserabili ! esclamo` Koninson . Ci hanno derubati ! E pur troppo era vero . I Tanana , approfittando senza dubbio del sonno dei due balenieri , si erano recati cola` ed avevano tutto saccheggiato . Viveri , accette , provvista di polvere e di palle , vesti di ricambio , tutto era stato portato via . Non restava che la sola slitta , ma fortunatamente in buono stato e ancora provveduta della sua vela che forse i Tanana non avevano toccata per mancanza di tempo . Hanno fatto bene a fuggire cosi` presto disse il tenente , che perdeva un po` della sua calma abituale . Se li avessi colti sul fatto , qualcuno l' avrebbe pagata cara , questa bricconata . Mio caro Koninson , siamo stati corbellati come due ragazzi . Ma li ritroveremo forse un giorno , signor Hostrup rispose il fiociniere tendendo minacciosamente il pugno verso l' ovest . Anche noi andiamo da quella parte e chissa` ! ... Buon per noi che ci hanno lasciata la vela . Ma non ci hanno lasciato nemmeno un granello di polvere , e voi sapete che in questo dannato paese non si vive se non si adopera il fucile . Non so il perche` non si sia mai pensato ad aprire delle trattorie . Perche` gli orsi mangerebbero la dispensa e anche i trattori , amico Koninson . Orsu` , quante cariche ti rimangono ? Una sessantina e niente di piu` ! Io ne ho altrettanto . Bah ! Con centoventi colpi di fucile possiamo andare fino sulle rive del Makenzie e anche piu` lontano . Ma non abbiamo intanto un briciolo di pane da mettere sotto i denti e non vedo nessun animale intorno a noi . Per ora stringerai la cinghia dei tuoi calzoni , poi vedremo . Aiutami a spiegare la vela e rimettiamoci in viaggio , giacche` qui piu` nulla abbiamo da fare . Ad oriente cominciava a biancheggiare quando si rimisero in viaggio , favoriti da un vento abbastanza forte che soffiava da sud sud est . La slitta , vigorosamente cacciata innanzi dalla grande vela che era cosi` gonfia da temere che scoppiasse , si rimise a scivolare sulla pianura con un lungo stridio e con una velocita` che fu stimata non inferiore ai nove nodi all' ora . Il tenente , che stava a timone , la spinse al di la` del bosco lasciando alla sua destra il fiume che accennava a piegare verso sud , poi la lancio` dritta dinanzi a se` , sapendo bene che in qualunque punto avrebbe incontrato sul suo passaggio il Makenzie , il quale taglia quella desolata regione fino alle rive dell' oceano artico . Il paese era sempre piano e disabitato . Solamente a nord , alcune catene di monti , assai lontane , apparivano semi nascoste fra un fitto nebbione e verso sud dei grandi boschi di pini e di abeti costeggianti il corso del Porcupine . Di quando in quando da quegli alberi uscivano correndo torme di lupi affamati , i quali si davano a inseguire la slitta colla speranza di raggiungerla , ma ben presto desistevano riconoscendo l' inutilita` dei loro sforzi ; talvolta invece delle renne dalle corna ramose apparivano fra i cespugli e , dopo aver guardato quello strano veicolo che doveva sembrare ai loro occhi un immenso uccello , fuggivano spaventate senza lasciar tempo al fiociniere di prendere il fucile . Dei Tanana nessuna traccia , quantunque i due balenieri si guardassero ben bene d' attorno e porgessero attento ascolto ai rumori del largo . A mezzogiorno , dopo aver percorso molte miglia sotto un sole che cominciava gia` a diventare caldo ed a sciogliere i ghiacci , Koninson addito` al tenente una specie di battello sospeso ad alcuni piuoli alti un paio di metri da terra e che si trovava sull' orlo della foresta . Cos' e` quella roba la` ? chiese . Indica la presenza di qualche tribu` di indiani , o la vicinanza di qualche villaggio abbandonato ? Ne` l' uno , ne` l' altro rispose il tenente . Se non m' inganno , quella e` una tomba . Che non ci potra` certamente giovare . Anzi , troveremo qualche cosa che fara` per noi . Ammaina la vela e andiamo a vedere . Il fiociniere s' affretto` ad ubbidire e la slitta , trasportata dal proprio slancio , ando` a fermarsi a poca distanza da quella strana tomba . Il tenente e il fiociniere vi si diressero e la esaminarono con curiosita` . Consisteva in un vero canotto indiano di corteccia di betulla e armatura di salice , lungo circa otto piedi , solido e leggero ad un tempo . Era sospeso a circa due metri da terra con alcuni piuoli e sotto di esso la neve appariva smossa di recente e vi si vedeva un certo rigonfiamento come se nascondesse qualche cosa . Il morto e` nel canotto ? chiese Koninson . No , giace sepolto sotto la neve . Il canotto conterra` invece le armi , le scarpe , le reti e le lenze appartenenti all' estinto . E dei viveri ? Forse , ghiottone . Sali nel canotto e guarda dentro . Il fiociniere si alzo` sui piuoli e salito nella leggera imbarcazione getto` giu` due fiocine di corno di narvalo diligentemente aguzzate , un paio di scarpe assai malandate , alcune reti e una lenza di pelle di foca lunga una trentina di metri . Non valeva la pena di venire fin qui diss' egli di assai cattivo umore . Ci avessero messo almeno qualche sacchetto di quell' eccellente pemmican che sanno fare gli indiani di questa regione ! Sanno bene che i morti non mangiano , ragazzo mio , disse il tenente . Ma perche` mettono sulle tombe le armi e le reti ? Perche` se ne servano nell' altra vita . Ah ! Credono che i morti risuscitino . Tutti gli indiani ne sono convinti . Ora scendi e cerchiamo di procurarci la colazione . To` ! Ecco dei lupi che urlano nel bosco . La loro carne e` pessima , ma chi non ha di meglio puo` accontentarsi . Voi v' ingannate , signor Hostrup , poiche` ho qualche cosa di piu` appetitoso da offrirvi . Guardate in alto . Il tenente alzo` il capo e vide un grossissimo uccello il quale volava pesantemente come se facesse molta fatica a mantenersi in aria . Imbraccio` rapidamente il fucile , miro` alcuni istanti con molta attenzione , poi premette lentamente il grilletto . Il grosso volatile colpito dall' infallibile palla del cacciatore , rotolo` due volte su se` stesso mandando una nota che parve emessa da una tromba , poi piombo` a terra con sordo rumore rimanendo immobile . E` un cigno disse Koninson precipitandovisi sopra . Trenta libbre di carne eccellente ! rispose il tenente . Ma come mai questo uccello si trova qui ? In estate i cigni vengono a visitare questa regione . La presenza di questo uccello indica che lo sgelo dei fiumi non e` molto lontano . Brutta nuova per chi non ha che una slitta a vela . Bah ! Fra poco non avremo piu` bisogno di questo veicolo , poiche` il Makenzie non deve essere molto lontano . Koninson si affretto` a spennare il volatile il cui peso , come aveva detto il tenente , superava le trenta libbre , poi ne mise un grosso pezzo al fuoco che in quel frattempo era stato acceso con legna morta raccolta nella vicina foresta . Calmata la fame , i due naufraghi tornarono a imbarcarsi , e la slitta , favorita ancora da un buon vento , riparti` costeggiando sempre la foresta . L' indomani , dopo una ventina di miglia , il terreno che fino allora si era mostrato molto favorevole comincio` a cambiare . La gran pianura era spesso interrotta da ondulazioni , da salite , da larghi crepacci e da ruscelletti , le cui rive assai piu` alte dei corsi d' acqua facevano trabalzare disordinatamente il veicolo , minacciando spesso di mandarlo in pezzi . Anche un largo fiume che il tenente suppose fosse il Peel , uno degli affluenti al Porcupine , e che sbocca a breve distanza dal Makenzie , venne ad interrompere la corsa . I due naufraghi furono costretti a calare la slitta dalla riva e attraversare il ghiaccio per poi issarla sulla sponda opposta . In quella traversata poco manco` che affondassero nel fiume poiche` il ghiaccio , corroso dall' azione delle acque e dal sole , piu` volte crepito` e tremo` sotto il peso della slitta . II 14 maggio il vento improvvisamente manco` e cosi` pure per altri tre giorni durante i quali il sole , che rapidamente diventava caldo , sciolse gran parte dello strato di neve rendendo cosi` la marcia della slitta assai penosa . Il 18 dovettero rinunciare a partire di giorno , quantunque il vento fosse propizio , anzi molto forte . La neve , eccessivamente rammollita , non permetteva piu` lo scivolamento . La gran pianura , percossa da una vera pioggia di raggi caldissimi , presentava un sublime spettacolo . Pareva che un immenso incendio la divorasse , estendosi fino agli estremi limiti dell' orizzonte . La neve , i massi di ghiaccio , gli hummoks , si fondevano a vista d' occhio e fitte masse di vapori ondeggiavano in tutti i versi , sbattute dagli impetuosi soffi del vento meridionale . Di quando in quando , pero` , fasci di luce scaturivano da quelle masse , e cosi` abbaglianti che gli occhi dei due balenieri non ci potevano resistere . Le acque pullulavano dappertutto correndo in tutte le direzioni , radunandosi nelle bassure , formando torrentelli e stagni , e producendo un ronzio che , di mano in mano che il sole si alzava sempre piu` splendido e sempre piu` caldo , diventava piu` forte . Corpo di una balenottera ! esclamo` Koninson che si era affrettato a tirarsi i capelli sugli occhi per non rimanere cieco . Si direbbe che oggi messer Febo si e` avvicinato alla terra di qualche milione di miriametri . Se non ci affrettiamo , la nostra vela ci sara` affatto inutile . Fra un paio di giorni la pianura rimarra` scoperta disse il tenente . E quando partiremo ? Stasera fara` ancora un po` di freddo e tutta quest' acqua e questa neve geleranno . Il tenente non si era ingannato . Verso le 11 di sera , quantunque il sole fosse ancora sull' orizzonte , la temperatura precipito` quasi improvvisamente di parecchi gradi , fino a toccare i tre sotto lo zero e la vasta pianura gelo` . I balenieri spiegarono la vela e ripartirono con una velocita` notevolissima , essendosi il vento mantenuto assai forte . Alle tre del mattino avevano gia` percorso trenta e piu` miglia , ora scendendo ed ora salendo . Ad un tratto l' orecchio di Koninson fu ferito da uno strano muggito che veniva da est . Abbiamo qualche branco d' alci dinanzi a noi ? chiese egli prendendo il fucile . Lo spero rispose il tenente , prendendo la sua arma . Di mano in mano che la slitta procedeva il muggito cresceva sempre , ma sulla pianura non si vedeva alcun essere vivente , per quanto i balenieri aprissero gli occhi . Koninson , che cominciava a diventare inquieto , s' alzo` in piedi e si isso` sull' albero . Un grido gli sfuggi` tosto : Lasciate la scotta . Abbiamo un fiume dinanzi ! E` il Makenzie ! esclamo` il tenente . In un baleno , lascio` andare la fune , ma ormai era troppo tardi per arrestare la slitta che divorava la via con una celerita` di quindici nodi all' ora . In men che lo si dica , giunse al fiume che correva incassato fra due alte muraglie , barello` un istante nel vuoto , poi precipito` giu` inabissandosi nei gorghi del Makenzie . XXVI GLI ORSI DELLE TERRE NUDE Il Makenzie , scoperto solamente verso il finire del XVIII secolo , e precisamente nel 1789 , da un inglese che gli diede il proprio nome , e` uno dei piu` grandi ma nello stesso tempo dei meno conosciuti fiumi che solcano quell' immensa estensione di tetre semideserte e quasi sempre gelate , appartenenti alla Compagnia della Baia di Hudson . Il preciso suo corso ancora oggi si ignora , ma secondo taluni sarebbe di circa 3200 chilometri . Alimentato dal Lago dello Schiavo , poi dal Lago del Grand' Orso , a cui e` unito da un fiume che chiamasi pure Grand' Orso , quindi dal Porcupine , scorre con grandi serpeggiamenti attraverso a quelle terre e va a scaricarsi presso i 69' 14' di latitudine nord e i 129' 12' di longitudine ovest nell' Oceano artico , per una larga imboccatura ostruita in parte da un gruppo d' isole deserte fra cui le piu` notevoli sono quella della Balena , ove si fermo` Makenzie , e quella di Garry , visitata dal capitano Franklin nel 1825 . La Compagnia della Baia di Hudson , che traffica cogli Indiani , ha sulle rive di questo grande fiume alcuni piccoli forti abitati da pochi cacciatori , separati gli uni dagli altri da grandi distanze . All' infuori di questi posti , il paese bagnato e` quasi deserto , poiche` anche le tribu` indiane vi sono poche e senza stabile dimora . Malgrado quel repentino capitombolo da una sponda alta piu` di una quindicina di piedi , nelle acque del fiume , che forse da sole poche ore si erano liberate dalla crosta di ghiaccio , i due balenieri non si perdettero d' animo . Con un vigoroso colpo di tallone ritornarono subito a galla e si aggrapparono alla slitta la quale nel precipitare non aveva riportato che la rottura dell' albero , tagliato in due dall' urto di un grosso ghiaccio . La prima cosa che fecero fu di tentare di guadagnar la riva ; ma , almeno per il momento , furono costretti ad abbandonare l' idea , poiche` enormi lastroni di ghiaccio , che il fiume trascinava tumultuosamente nella sua rapida corsa , li circondavano da ogni lato minacciando di schiacciarli o di tagliarli a mezzo . Passiamo a prua disse il tenente . Eviteremo almeno gli urti . Tenendosi stretti alle traverse della slitta , si portarono entrambi sul dinanzi , cercando di tenersi piu` che potevano fuori dell' acqua per non gelare completamente . Hai nulla di guasto ? chiese poi il tenente . Non mi pare rispose Koninson . Ma , se rimaniamo qui una sola mezz' ora , mi guastero` tutto . Corpo d' una pipa rotta ! Sono ben fredde queste acque . Le tue munizioni ? Le ho bene assicurate e vedete che anche il fucile non l' ho abbandonato . Ora pensiamo a guadagnare la riva . Ma questi dannati ghiacci ci stritoleranno se abbandoniamo la slitta , e poi le mie vesti sono diventate cosi` pesanti che non saro` capace di nuotare per dieci metri . Si tratta di spingere la slitta verso la riva . Attenzione , Koninson ! Una gran lastra di ghiaccio , un vero stream lungo una cinquantina di metri , muoveva dritto sulla slitta frantumando con mille scricchioli`i tutti i ghiacci minori . Ci schiaccera` ! disse Koninson , battendo i denti per il freddo . Prima rompera` la slitta ! rispose il tenente . Non perderti d' animo , amico mio , e tieni fermo finche` raggiungiamo la riva . Vi confesso che non ne posso piu` . Queste acque sono diabolicamente fredde e sento che a poco a poco i miei muscoli si irrigidiscono . Attenzione , Koninson . Il lastrone non era che a pochi passi . Frantumo` con un potente urto due piccoli ghiacci , poi si precipito` come un ariete sulla slitta . Si udi` un lungo scricchioli`o , le traverse si spezzarono , le corde si ruppero , lasciando cadere i pochi oggetti che i naufraghi avevano salvato dalle rapaci mani dei Tanana , quindi tutto l' apparecchio si disciolse andandosene alla deriva . Il tenente e Koninson furono travolti dalla corrente , ma ben presto , lottando con disperata energia , riuscirono ad aggrapparsi ad un banco di ghiaccio issandovisi sopra . Ah , mio tenente ! mormoro` il povero fiociniere che non si reggeva piu` . Mi pare che il mio cuore sia diventato un blocco di ghiaccio . Coraggio , amico . La corrente ci spinge verso la riva destra e fra pochi istanti toccheremo terra . Koninson non rispose . Quasi completamente assiderato si era raggomitolato su se` stesso , ormai incapace di fare il piu` piccolo movimento . Fortunatamente il banco urto` contro i ghiacci della riva e si incastro` fortemente dentro un largo crepaccio . Il tenente , a cui quel bagno prolungato in quelle acque cosi` gelate non aveva completamente tolte le forze , si carico` del compagno e raggiunse la sponda arrestandosi a pochi passi da un boschetto di betulle . Senza occuparsi di se` stesso , in pochi istanti spoglio` il fiociniere , poi raccolse un po` di neve e si mise a strofinarlo vigorosamente per rimettergli in circolazione il sangue . Dopo alcuni minuti lo vide muoversi e infine riaprire gli occhi . Vedo che hai la pelle dura e sono contento ! gli disse , sorridendo . Orsu` , ragazzo mio , spicca quattro salti finche` io corro al boschetto a procurare della legna . Grazie , signor Hostrup , ma se tardate a spogliarvi delle vesti , gelerete . Bah ! La mia pelle sfida quella degli orsi bianchi ; d' altronde non impieghero` che pochi minuti ad accendere un buon fuoco . Impugno` la scure che aveva avuto tempo di salvare nel momento che la slitta capitombolava nel fiume , e si allontano` correndo , raccogliendo qua e la` i rami morti e quelli che tagliava . Fatta un' ampia provvista ritorno` presso Koninson , il quale stava facendo una ginnastica indiavolata per non tornare a gelare . L' esca e l' acciarino , conservati dentro un astuccio impermeabile , procurarono un bel fuoco attorno al quale i due balenieri si assisero , riscaldandosi le membra ed asciugandosi le vesti . Ditemi , signor Hostrup , disse il fiociniere che aveva ricuperato le forze e la favella dove supponete che noi siamo ? Sulle rive del Makenzie , ma in quale punto preciso non te lo saprei dire . Siamo molto lontani dal forte che cercate ? Te lo diro` quando avremo raggiunto la riviera del Grand' Orso , che si scarica in questo fiume . A sud o a nord da noi ? A nord no di certo , poiche` ci siamo costantemente tenuti a nord del Porcupine e questo fiume sbocca nel Makenzie quasi di fronte alla riviera del Grand' Orso . Allora marceremo verso sud seguendo il fiume . E` necessario , e quando avremo raggiunto la riviera piegheremo ad est finche` troveremo il forte Speranza , il quale , se la memoria non mi tradisce , deve trovarsi a circa mezza via fra il Makenzie e il lago del Grand' Orso o del Musqua`sa ky e gum , come lo chiamano gli indiani . Auff ! Mi ci vorra` una settimana a pronunciare siffatto nome . Questo sforzo di lingua lo lascio a voi ed agli indiani . Ma ditemi , signor Hostrup , a cosa servono i forti piantati fra quelle deserte regioni ? A scopo di commercio . E con chi commerciano ? Cogli indiani , i quali si recano di quando in quando ai forti a vendere le pelli degli orsi , di foche , di martore , di volpi , di linci , di lupi , di castori , di ratti muschiati e di lontre , contro , armi , liquori , reti , ecc . Anzi , ti diro` che tanto la Compagnia Russa che quella della Baia di Hudson , proprietarie dei forti , fanno ottimi affari . Ma dove sono questi indiani , che non ne abbiamo veduto che trenta o quaranta ? Sono disseminati qua e la` , ma tutti sanno dove si trovano i forti . Ne troveremo degli altri , dunque ? Si` , poiche` il territorio su cui ci troviamo , e che appartiene alla Compagnia della Baia di Hudson , e` piu` popolato di quello appartenente alla Russia . Nei pressi del Makenzie e del lago del Grand' Orso si trovano numerose tribu` di Jannoit della famiglia degli Eschimesi , di indiani Loschi , cosi` chiamati perche` sono realmente loschi , di Fianchi di Cane o Liu tcan che sono tutti balbuzienti , di Dene` , di Diendije , di Fine e di Chippewyans , i quali poi per lungo tempo furono creduti forniti di coda a causa delle loro vesti che di dietro terminano in una lunga punta . Speriamo di trovare anche abbondante selvaggina , poiche` non abbiamo un solo pezzetto di carne da porre sotto i denti . Ne troveremo , Koninson , anzi mi mettero` oggi stesso in cerca di qualche capo di selvaggina . Puoi reggerti ? No , tenente , ho le gambe che si rifiutano di star ritte . Andro` io solo a battere il paese , e se incontro un orso puoi star certo che stasera faremo un lauto pranzo . Indosso` le vesti che si erano asciugate dinanzi a quella grande fiammata , rinnovo` la carica del fucile con polvere asciutta , poi , dopo aver raccomandato al fiociniere di fare altrettanto col secondo fucile , per tenersi pronto a qualunque evento , s' allontano` lentamente inoltrandosi , nel paese , un po` verso sud . Camminava da due ore costeggiando un bosco di betulle e di pini che pareva seguisse la riva del Makenzie , quando si trovo` sul limite di una palude il cui fango era tenacissimo . Dopo aver errato un po` a destra e un po` a sinistra , s' avventuro` su una lingua di terra che si addentrava in quella palude , fiancheggiata da altissimi abeti neri e da folti boschetti di salici , nella speranza di incontrare qualcuna di quelle stupende lontre la cui pelliccia si paga quasi a peso d' oro . Ad un tratto i suoi orecchi furono colpiti da una specie di grugnito , che veniva dal mezzo d' un gruppo di piante . In guardia ! mormoro` , armando il fucile . Qui ci sono delle bistecche . Si getto` a terra per non farsi scoprire e si trascino` carponi e senza produrre rumore , verso il luogo d' onde venivano i grugniti . Quando giunse in mezzo ai salici vide dinanzi a se` , a circa duecento metri , un orso di statura piuttosto piccola , somigliante agli orsi bruni d' Europa , che si avvoltolava nel fango assieme ad un orsacchiotto grosso quanto un cane di statura media . Oh ! esclamo` egli sorpreso . Che razza di animale e` mai questo ? Non puo` essere che un orso detto delle Terre Nude , accennato da John Richardson , il compagno dell' infelice Franklin . Stiamo in guardia , poiche` si dice che sia ferocissimo . L' orsa , poiche` doveva essere una femmina , d' improvviso si alzo` guardando verso il gruppo di piante . Senza dubbio aveva fiutato la presenza del cacciatore e si mostrava inquieta se non per se` stessa , certamente per l' orsacchiotto che non era in grado di difendersi . Il tenente , che non voleva perdere una si` bella occasione , si alzo` pure in piedi e puntato rapidamente i fucile fece fuoco attraverso il fogliame . L' orsa mando` un urlo terribile , poi si diede a fuggire attraverso la palude cacciando dinanzi a se` l' orsacchiotto , che mandava lamentevoli grugniti . Il tenente salto` nella palude risoluto a inseguirli , ma fatti pochi passi fu costretto a fermarsi poiche` tanta era la tenacita` di quel fango da non lasciargli alzare i piedi . Anzi s' accorse che minacciava di sprofondare . Scarico` una seconda volta il fucile , ma con nessun frutto , poiche` l' orsa che forse aveva trovato del terreno piu` solido , continuo` a fuggire scomparendo in mezzo alle piante , sempre accompagnata dal piccino . Usci` dalla palude dopo aver ricaricata l' arma e si slancio` sotto il bosco dirigendosi verso sud , colla speranza di raggiungere la belva che forse era stata gravemente colpita . Percorse tre o quattro chilometri quasi sempre correndo , ma quando si fermo` s' accorse di essersi allontanato assai dalla palude . Stava per tornare sui propri passi e riguadagnare l' accampamento , quando gli pervenne un lontano muggito che pareva prodotto dal rompersi d' un grosso fiume . Che sia il Makenzie ? si chiese . Cio` non puo` essere , poiche` il fragore viene da sud , mentre il fiume deve scorrere alla mia destra . Il sole e` ancora alto e Koninson non diventera` inquieto se tardo a ritornare . Prosegui` il cammino verso sud , inoltrandosi in un nuovo bosco di salici , di abeti e di betulle , e dopo una mezz' ora di trovava sulla riva di un largo corso d' acqua che veniva da est . E` il Makenzie , o la riviera del Grand' Orso ? si chiese egli , salendo su di un' alta rupe dalla quale poteva dominare un gran tratto di paese . Sara` senza dubbio il Makenzie ; poiche` la riviera deve trovarsi molto piu` a sud . Ad ogni modo mi accertero` seguendone le rive . Stava per mettersi in cammino quando , girando gli occhi ai piedi della rupe , scorse sulla sponda una tenda semi atterrata e presso questa quattro lunghi oggetti che potevano fino ad un certo punto sembrare uomini giganteschi avvolti in pelliccie . Cosa saranno quegli oggetti la` ? si domando` . Andiamo un po` a vedere . Scese verso la riva seguendo un sentieruzzo appena praticabile e si avvicino` a quegli strani oggetti che subito riconobbe . Erano quattro canotti eschimesi , di quelli che si chiamavano kajacks , leggerissimi assai , essendo costruiti con pelli di foca ricucite sopra uno scheletro di ossa di balena o di legno molto sottile , lunghi tre metri , larghi non piu` di settanta centimetri , un po` rialzati a prua e bassi a poppa e con un' apertura nella quale si caccia il battelliere . Osservandoli attentamente li trovo` in ottimo stato e dentro rinvenne alcune pagaie a doppia pala . Scoperta magnifica ! disse il tenente . Se gli eschimesi , con questi canotti , ardiscono sfidare le tempeste e i ghiacci dell' Oceano artico o dei grandi laghi , noi potremo senza tema sfidare la corrente del Makenzie . Se Dio continua a proteggerci fra poche settimane potro` riposare le mie stanche membra al forte Speranza . Si avvicino` alla tenda sollevando un lembo , ma tosto si ritrasse facendo un gesto di orrore . Cola` uno scheletro , perfettamente denudato dalle sue carni , giaceva in mezzo a pochi pezzi di pelliccia che un tempo dovevano averlo ricoperto . Il disgraziato sara` morto di fame e i lupi avranno banchettato colle sue carni disse il tenente . E quanti ne muoiono in questa regione dei grandi freddi ! Orsu` , ritorniamo che Koninson sara` inquieto . Risali` la rupe e si rimise in cammino costeggiando il fiume che accennava a volgersi verso nord . Dopo due buone ore si convinse che percorreva la riva sinistra del Makenzie e non gia` del Grand' Orso , poiche` il fiume , dopo un brusco gomito , si dirigeva verso nord . Si riposo` pochi minuti su di un rialzo di terreno , indi prosegui` la via a lenti passi volgendo sguardi a destra e a sinistra , sperando di scoprire qualche capo di selvaggina . Gia` cominciava a distinguere il fumo che si alzava dall' accampamento , quando nello sbucare da un gruppo di pini si trovo` improvvisamente dinanzi all' orsa e al suo orsacchiotto che stavano uscendo dalla palude . Imbraccio` rapidamente il fucile e fece fuoco . L' orsacchiotto , che stava dinanzi di pochi passi , colpito nella testa , rotolo` due volte su di se` stesso , poi rimase immobile . La` madre , furente , si alzo` sulle zampe posteriori , caccio` un urlo di rabbia e di dolore , e si slancio` verso il cacciatore il quale , non avendo tempo di ricaricare l' arma e non osando venire ad un combattimento a corpo a corpo , si slancio` verso l' accampamento gridando : A me , Koninson ! ... A me ! ... Il fiociniere , messo in guardia dalla detonazione , si era gia` alzato col fucile in mano . Vedendo l' orsa inseguire il tenente , si slancio` innanzi e fece fuoco . La belva , ferita dalla palla , si arresto` di botto , poi torno` sui propri passi zoppicando ; si fermo` un momento presso il cadavere dell' orsacchiotto come per assicurarsi se era morto , e finalmente si caccio` nella palude scomparendo in mezzo alle macchie di salici . XXVII SUL MAKENZIE Due ore dopo i due balenieri seduti ad un gran fuoco banchettavano allegramente colle carni dell' orsacchiotto che furono ad unanimita` dichiarate eccellenti , piu` delicate di quelle dei porcellini da latte . La povera madre non si era piu` fatta vedere e pareva che ormai avesse abbandonato ogni progetto di vendetta ; sicche` , dopo il pasto , poterono discorrere tranquillamente sul nuovo viaggio che stavano per intraprendere sul Makenzie e che molto probabilmente doveva essere l' ultimo , essendo lontani solamente poche giornate dal forte Speranza . Se tutto procede bene e non facciamo cattivi incontri , fra una settimana potremo riposare su di un buon letto diceva il tenente , dopo aver narrato la fortunata scoperta dei kajacks . Io conto di essere ormai fra le mura del forte disse Koninson . Sul fiume non troveremo ostacoli di certo . Non bisogna correre troppo , ragazzo mio . Ci troviamo in un certo paese che puo` giuocarci ancora dei brutti tiri . Gli indiani o gli eschimesi , gli orsi e la fame possono metterci in gravi imbarazzi . Io ho fiducia nella nostra buona stella che , dalle sponde dellArtico , ci condusse fin qui , signor Hostrup . Piuttosto quando saremo giunti al forte , cosa faremo ? S' incarichera` quel comandante di farci condurre negli stabilimenti dell' est . Nella buona stagione le comunicazioni sono frequenti tra forte e forte e , quando saremo giunti nel Canada , daremo un addio all' America e torneremo in patria . Come desidero di rivedere la mia Danimarca , signor Hostrup ! disse Koninson sospirando . I nostri parenti ci crederanno a quest' ora morti fra i ghiacci del polo . La cosa e` certa . E di tanti che erano con noi , non ritornano che due ! Povero capitano e poveri compagni ! Lascia le cose tristi , mio buon Koninson , disse il tenente che pure era diventato commosso . Non e` il momento di evocare la dolorosa storia del naufragio . Orsu` , pensiamo a riposare , che domani dobbiamo partire per tempo . E non correremo alcun pericolo ? L' orsa non si e` piu` fatta vedere , ma potrebbe ritornare e approfittare del nostro sonno per divorarci il cranio . Hai ragione , quantunque le belve non osino avvicinarsi egli accampamenti difesi da un fuoco . Coricati ; il primo quarto li guardia lo faro` io . Il fiociniere , che si sentiva ancora spossato , non se lo fece dire due volte e si sdraio` coi piedi volti verso il fuoco , mentre il tenente si sedeva pochi passi piu` lontano col fucile fra le ginocchia . Il primo quarto passo` senza incidenti , ma durante il secondo l' orsa si mostro` sull' orlo della palude e si spinse fino a poche centinaia di passi dall' accampamento mandando urla disperate . Il fuoco pero` , che veniva continuamente alimentato , la tenne lontana e verso le prime ore del mattino la povera madre ritornava in mezzo ai salici allontanandosi verso est . Alle 7 i due balenieri , caricatisi delle loro armi e della carne dell' orsacchiotto , si misero in cammino seguendo la riva del Makenzie e tre ore dopo giungevano dinanzi alla tenda scoperta il giorno precedente . Il tenente visito` accuratamente i kajacks e , trovatili in ottimo stato , ne getto` due sul fiume . In barca , comando` poi e facciamo molta attenzione ai ghiacci , poiche` basta un solo urto per sfondare le costole di questi leggerissimi canotti . Si cacciarono dentro , presero le pagaie a doppia pala e si spinsero al largo evitando con somma cura le lastre di ghiaccio che la corrente ancora trascinava , e in quantita` rilevante . Da principio le loro mosse furono faticose , ma ben presto le loro braccia ritrovarono l' antico vigore e i due leggieri canotti , spinti energicamente innanzi , risalirono il fiume con notevole velocita` , rimbalzando agilmente sulla corrente . Le due rive offrivano di quando in quando delle pittoresche vedute , ma erano affatto deserte . Quella di sinistra , alta assai , in taluni punti tagliata quasi a picco , era selvaggia , con rupi gigantesche dai cui crepacci saltavano nel fiume torrentelli spumeggianti , con gole profonde e affatto spoglie d' ogni vegetazione , con piccoli ghiacciai , che lasciavano scivolare grandi ammassi di ghiaccio , i quali s' inabissavano con cupo fragore rimontando poscia a galla ; quella di destra invece scendeva dolcemente mostrando boschi di pini altissimi e di abeti e di betulle e macchie di salici nani in mezzo alle quali si vedevano saltellare numerosi topi campagnuoli dal mantello giallastro o bruno . Qualche lupo si mostrava qua e la` , ma fuggiva ratto , e anche qualche lince si spingeva fin sulle rive a guardare con gli occhi sanguigni i due piccoli canotti che filavano in mezzo ai ghiacci galleggianti . I due naufraghi avevano gia` percorso una dozzina di miglia , quando improvvisamente giunse ai loro orecchi una specie di nitrito molto acuto che pareva emesso da un mulo . Si fermarono entrambi , guardandosi in faccia con inquietudine . Se non m' inganno questo e` il grido dell' orso bianco disse Koninson . Non ti sei ingannato , ragazzo mio , rispose il tenente . Fortunatamente abbiamo i canotti . Se all' orso saltasse il brutto ticchio di darci la caccia , i nostri canotti a nulla gioverebbero . Sono nuotatori formidabili , quei carnivori dal bianco mantello , e non perdono contro un canotto . Infatti sovente ho veduto qualcuno di questi mostri nuotare ad una trentina di miglia dalle coste . Mi sorprende pero` di trovarli qui , su questo fiume . E perche` , Koninson ? Mi hanno detto che gli orsi bianchi non si allontanano molto dalle rive dell' Oceano . E` vero , ma talvolta si addentrano nelle terre seguendo il corso dei fiumi e non di rado se ne uccisero ad una distanza di centosessanta e anche duecento miglia dalle coste marine . II nitrito si fece udire piu` vicino . Koninson e il tenente guardarono verso la riva sinistra e videro scendere , attraverso la spaccatura di una roccia , un grosso orso bianco , il quale si arresto` sedendosi sulle zampe posteriori . Mi pare che non abbia delle buone intenzioni disse Koninson . Il birbante deve essere affamato e conta di satollarsi colle nostre carni . Eh , mio caro , sono troppo coriacee per il tuo ventricolo . Stiamo in guardia , poiche` mi ha l' aria di non lasciarci passare . Appoggiamo verso la riva destra . Se si potesse piantargli due palle nel cranio ? E` impossibile avere il polso fermo in questi canotti . Orsu` , prendiamo il largo . L' orso non assaliva . Si accontentava di seguirli con due occhi che manifestavano un' ardente bramosia , agitando il capo da destra a sinistra , con quel moto che e` particolare a tutti gli orsi , a qualunque razza appartengano . I due canotti erano gia` giunti presso la riva che in quel luogo disgraziatamente non offriva approdi essendo tagliata quasi a picco , quando l' orso si decise a muoversi . Fece alcuni passi innanzi e indietro , come se cercasse un buon punto , poi si getto` nel fiume con un sordo tonfo , sollevando una colonna d' acqua . Presto , fuggiamo o siamo perduti ! grido` il tenente . Attento ai ghiacci , Koninson , poiche` se il tuo canotto si spezza l' orso non ti risparmiera` . Fecero forza di remi e risalirono la corrente sperando di giungere in qualche punto della sponda che permettesse di approdare e di affrontare sul terreno solido il nemico che nel liquido elemento aveva dalla sua tutti i vantaggi possibili . Ma ben presto s' accorsero con vivo terrore , che quella gara con quell' abile nuotatore era impossibile . Infatti il feroce animale , che forse una gran fame animava , veniva innanzi con una velocita` incredibile battendo furiosamente le sue larghe zampe e mostrando una larga bocca che , di quando in quando , richiudeva con colpi secchi da mettere i brividi . Certi momenti si slanciava quasi interamente fuori dell' acqua spiccando dei lunghi salti , come se trovasse un terreno solido , guadagnando in un colpo solo tre o quattro metri . La buona stella pero` , che fino allora aveva protetto i naufraghi , anche questa volta non li abbandono` . Infatti ad una svolta del fiume scorsero alcun isolotti che potevano offrire un rifugio o almeno un luogo propizio per affrontare l' animale . Presto , Koninson ! disse il tenente che remava disperatamente . Dirigiamoci laggiu` e prendiamo subito terra . Con un ultimo sforzo si avvicinarono agli isolotti e si arenarono dinanzi al primo . Abbandonati precipitosamente i canotti , si slanciarono a terra portando con loro i fucili e la scure . L' orso non era lontano che trenta passi e raddoppiava gli sforzi temendo che l' agognata preda fosse per sfuggirgli . Vedendo i due uomini prendere terra e puntare i fucili , armi che senza dubbio non gli erano nuove , subito si tuffo` . Fugge forse ? chiese Koninson , che contava di regalarsi uno zampone d' orso per pranzo . Non lo credo rispose il tenente , tenendo il fucile sempre puntato . Simili animali non abbandonano cosi` facilmente una preda , quando sono affamati . Cerchera` di avvicinarsi tenendosi sott' acqua per poi gettarsi contro di noi all' improvviso . Bah ! Avra` l' accoglienza che si merita . Eccolo , Koninson ! Mira giusto ! Infatti l' orso era repentinamente riapparso a pochi passi dall' isolotto . Con un solo balzo si slancio` sulla riva tentando di risalirla . Fuoco ! grido` il tenente . Le due detonazioni dei fucili si fusero in una sola . La belva , ferita , mando` un lungo nitrito che parve anzi un vero urlo e torno` a sommergersi , lasciando alla superficie un cerchio di sangue che rapidamente si allargava . E` morto ! grido` Koninson slanciandosi innanzi . Non ti fidare ! disse il tenente . Sta in guardia ! L' avvertimento giungeva troppo tardi . Koninson si era gia` immerso nella corrente fino alle ginocchia , quando si senti` violentemente atterrare . L' orso , che spiava il nemico tenendosi sott' acqua , repentinamente si rialzo` e urto` violentemente il fiociniere che non resse al colpo . Aiuto , signor Hostrup ! grido` il disgraziato , tentando , ma invano , di rimettersi in gambe . Non temere , ragazzo ! tuono` il tenente . L' orso , con una agilita` che si sarebbe creduta impossibile in quel corpo tutt' altro che ben formato , stava per gettarsi sul fiociniere per dilaniarlo coi potenti artigli , ma il tenente gli si getto` coraggiosamente dinanzi . S' udi` un colpo secco , seguito da un sordo grugnito . La belva , colpita mortalmente alla testa , si rovescio` nel fiume perdendo un torrente di sangue misto a brani di cervella , e sparve in mezzo ai gorghi . Grazie , mio tenente ! disse Koninson con voce commossa . Non dimentichero` mai questo colpo maestro . Mi ringrazierai a pericolo finito ! rispose Hostrup , raccogliendo prontamente il fucile e disponendosi a caricarlo . Come ? Non e` morto dunque ? Non e` lui che ci dara` ancora da fare , ma i suoi compagni . Guarda , mio povero amico , guarda sulla riva che ci sta di fronte . Koninson guardo` nella direzione indicata e non pote` trattenere un gesto di spavento . Da una collinetta che scendeva dolcemente nel fiume , tre forme biancastre scivolavano rapidamente sulla neve mandando dei grugniti punto rassicuranti . Erano tre altri orsi bianchi i quali , forse attirati dalle urla del compagno e dalle detonazioni , accorrevano a prendere parte alla lotta . Corpo d' una balena ! esclamo` il fiociniere impallidendo . Ma questo e` il paese degli orsi ! Ci assaliranno ? Se son affamati come quello che abbiamo ucciso , non si accontenteranno di guardarci rispose il tenente che cominciava a diventare inquieto . Si potrebbe tentare la fuga ? Se la loro intenzione e` quella di assalirci , l' acqua non li arrestera` . Qui si tratta di mirare giusto e di picchiare sodo . Carica il tuo fucile e stiamo attenti . I tre orsi erano allora giunti sulla riva del fiume , ma non parevano avere molta fretta . Andavano innanzi e indietro lentamente , guardando i due uomini piu` con curiosita` che con ferocia , senza decidersi a entrare nel fiume . Finalmente uno , il piu` grosso , s' immerse e nuoto` in direzione degli isolotti , ma procedendo cautamente . Koninson e il tenente lo mirarono e gli scaricarono contro i fucili . La lezione parve sufficiente , poiche` il carnivoro s' arresto` un momento , poi raggiunse i compagni zoppicando e perdendo sangue . Si fermarono ancora alcuni minuti sulla riva , indi s' allontanarono per la stessa via di prima , scomparendo dietro le rocce . Buon viaggio ! grido` il fiociniere . E tarda guarigione all' ammalato ! aggiunse il tenente . Che il diavolo si porti questi affamati abitanti delle regioni artiche ! Fortunatamente che non erano di cattivo umore , quei signori dalla bianca pelliccia . E quello che abbiamo ucciso , dove e` andato a finire ? La corrente l' ha portato chi sa mai dove , Koninson . Che disgrazia che tanta carne sia andata perduta ! Bah ! Ne troveremo dell' altra . Ma le munizioni scarseggiano , signor Hostrup . Non ho piu` di quaranta colpi . Ti basteranno per giungere al forte . Orsu` , imbarchiamoci e proseguiamo il viaggio . Rimisero a galla i canotti , vi si cacciarono dentro e abbandonarono il gruppo d' isolette colla maggior sollecitudine , temendo di vedere ritornare gli orsi bianchi che forse si tenevano celati dietro le rocce . Fortunatamente i tre carnivori non si fecero vedere , sicche` poterono proseguire tranquillamente il loro viaggio costeggiando la sponda opposta che si manteneva cosi` dirupata da non permettere la discesa ad alcun animale per quanto fosse fornito di solidi artigli . A mezzogiorno fecero una breve sosta dentro un profondo fiord che li teneva riparati dai ghiacci che la corrente continuava a trascinare , mangiarono alla meglio un pezzo d' orsacchiotto , poi ripartirono . Il viaggio fu pero` di breve durata , poiche` ben presto si alzo` sul fiume un nebbione cosi` denso da non permettere piu` di discernere i ghiacci anche a pochi passi di distanza . Le due rive in breve scomparvero ai loro occhi . Approdiamo disse il tenente , che temeva pei fragili canotti . Vedo dinanzi a noi un isolotto boscoso che ci offrira` un buon fuoco e un riparo contro il freddo della notte . Non faremo cattivi incontri , spero . No , ma veglieremo per turno . Hai veduto come nuotano gli orsi bianchi ? Se qualcuno si aggira sulle rive e si accorge della nostra presenza , non ci pensera` su due volte a farci una visita durante il nostro sonno . Presero terra all' estremita` dell' isolotto che non aveva una estensione maggiore di trenta metri , tirarono a secco i canotti e si accamparono fra due alti pini . Koninson , dopo aver acceso il fuoco , fece una corsa attraverso quel brano di terra per assicurarsi che nessun animale fosse celato fra le piante , poi allesti` la cena . Alle 10 di sera , quando il nebbione era piu` fitto , il tenente si` corico` accanto al fuoco sotto la guardia del compagno , cui spettava il primo quarto . Nessun incidente venne a interrompere il suo sonno . Alle due del mattino surrogo` Koninson che cadeva dalla stanchezza . Nessun rumore fino allora era stato avvertito , all' infuori del gorgoglio della corrente che si rompeva contro l' isolotto e gli urti dei ghiacci . Ma verso le quattro , quando il nebbione cominciava ad alzarsi , il tenente , che si teneva seduto accanto al fuoco col fucile in mano , avverti` dei vaghi rumori che venivano dalla riva destra . Si alzo` rapidamente e s' avvicino` al fiume curvandosi verso la corrente . Ben presto udi` in mezzo al nebbione un lungo fischio che si ripete` parecchie volte . Che animale e` mai questo ? si chiese egli . Un orso no di certo . Stette in ascolto e gli parve di udire degli scoppi di risa che era si avvicinavano ed ora si allontanavano . Se non mi trovassi sul Makenzie , direi che sulla riva ci sono delle jene , ma le terre della Baia d' Hudson non hanno mai ospitato questi animali dei climi caldi . Signor Hostrup ! disse in quell' istante il fiociniere che si era svegliato . C' e` della gente allegra , a quanto pare . Chi ride in questo brutto paese ? E` cio` che io sto chiedendomi rispose il tenente . Sono persone o animali ? Persone senza dubbio . Forse siamo giunti al forte senza accorgercene ? Io credo che sia ancora molto lontano . Provate a chiamare . Ola` , chi ride ? grido` il tenente . Una specie di grugnito vi rispose , seguito tosto da risa sgangherate e un vociare di persone . Senza dubbio ci sono degli Indiani disse il fiociniere raggiungendo il tenente . Ci saranno amici o nemici ? In questo paese non si puo` dire mai nulla , poiche` le tribu` indiane oggi rispettano i bianchi e domani sono capaci di assassinarli a tradimento . Provatevi a interrogarli . Che lingua parlano gli abitanti di questa regione ? Una lingua che ben pochi conoscono , ma avendo essi frequenti comunicazioni coi forti della Compagnia comprenderanno l' inglese o almeno il russo . Proviamoci . Ola` , chi siete e da dove venite ? chiese egli in inglese . Co yuconi , rispose una voce forte e distinta . Corpo d' un vascello sventrato ! esclamo` Koninson , facendo un salto . Io conosco questa voce ! E` quella ... Del capo Tanana che ci ha derubati . Se e` proprio lui che ha parlato , gli faro` pagar caro il tradimento . Arma il fucile e teniamoci pronti a tutto . XXVIII FRA I TANANA E I LUPI La nebbia a poco a poco si alzava . Il sole , che appena sceso sotto l' orizzonte subito riappariva , cominciava gia` a lanciare fasci di luce attraverso le masse di vapore , facendo scintillare vivamente i ghiacci che il fiume trascinava nel suo corso . Ancora pochi minuti e la riva sulla quale dovevano trovarsi i Co yuconi sarebbe stata interamente visibile . Le voci si continuavano a udire . Pareva che gli indiani si divertissero , poiche` gli scrosci di risa non cessavano , anzi diventavano piu` sonori e piu` allegri . Pero` , nel momento in cui un gran fascio di luce , attraversando uno strappo manifestatesi nel nebbione , scendeva sull' isolotto , le voci improvvisamente cessarono , poi si riudirono a qualche distanza per quindi spegnersi completamente . Se ne sono andati disse Koninson , facendo un gesto di dispetto . Ma forse il loro accampamento non e` lontano rispose il tenente . E contate di recarvi cola` ? Senza dubbio , fiociniere , poiche` ci saranno di non poca utilita` . Ecco che il nebbione si alza rapidamente ; possiamo imbarcarci , ora che i ghiacci sono visibili . Sono pronto a seguirvi , signor Hostrup . Rimisero in acqua i canotti , s' imbarcarono e in pochi minuti si trovarono sulla sponda opposta riparati dentro un piccolo seno formato da due alte rocce . Vedi nessuno ? disse il tenente , armando per precauzione il fucile . Nessuno , ne` odo alcuna voce rispose il fiociniere , Allora possiamo sbarcare . Una parola prima , signor Hostrup . Se gli indiani ci fanno un' accoglienza ostile , bisognera` venire alle mani e non so come la finira` . Noi siamo due , e loro sono in molti , forse . Hanno troppo paura dei bianchi per alzare le mani contro di noi . Eppoi il forte Speranza e` vicino e non ardiranno farci qualche brutto tiro . Ma perche` volete avvicinarli ? Non l' hai ancora compreso ? E` per farci condurre al forte dietro qualche compenso . Vi prevengo che la mia borsa e` rimasta sul Danebrog . Abbiamo i nostri fucili , armi molto preziose in questa regione . Allora andiamo , signor Hostrup . In fondo al piccolo seno , fra due rupi , s' apriva a uno stretto sentieruzzo per il quale senza dubbio gli indiani erano discesi . I due balenieri , abbandonati i canotti dopo di averli ben assicurati ad uno scoglio , s' arrampicarono su per quello scabroso passaggio e raggiunsero la cima di una rupe dalla quale si poteva dominare un vasto tratto di paese . Dinanzi a loro si estendeva una vastissima pianura , chiusa verso sud , ma a molte leghe di distanza , da una grande catena di montagne che probabilmente si staccava dalla grande catena delle Montagne Rocciose che forma l' ossatura principale dell' America del Nord . Qua e la` , specialmente lungo il corso del fiume , apparivano boschi di pini , di abeti , di betulle e di altissimi pioppi . Il luogotenente , che guardava attentamente verso est , non tardo` a scorgere un gruppo di tende che si appoggiava ad un bosco e dalle cui cime coniche uscivano delle nuvolette di fumo Ecco l' accampamento disse il fiociniere . Ma mi sembra molto grande , signor Hostrup . Quali indiani saranno ? Forse dei Dene` o dei Loschi , oppure dei Chippewyans . E il forte , lo vedete in nessun luogo ? E` molto lontano , fiociniere , forse qualche centinaio e anche piu` di chilometri . Forza alle gambe e avanti . Si gettarono in spalla i fucili e partirono di buon passo , fiancheggiando un bosco che seguiva il corso del fiume ed entro il quale si udivano numerosi ululati di lupi . La neve che ancora copriva la pianura , essendosi gelata durante la notte , rendeva la marcia facile . In meno di un' ora giunsero a poche centinaia di passi dall' accampamento composto di una quindicina di tende . L' abbaiare di numerosissimi cani , che avevano fiutato le vicinanza di stranieri , fecero uscire dieci o dodici uomini , i quali avanzarono senza diffidenza verso i due naufraghi . Erano tutti di statura piuttosto inferiore alla media , dalla pelle olivastra e lucente , forse perche` unta di recente con grasso , cogli occhi un po` obliqui e i capelli neri , grossi e lunghi . Portavano vesti di pelle di foca e di orso , munite di cappucci orlati di pelle di volpe , ed avevano lunghi stivali cuciti con nervi di animali . Le loro armi consistevano in certe fiocine di denti di narvalo munite d' una punta di rame , e in archi . Sono eschimesi disse il tenente che li aveva subito riconosciuti . Possiamo fidarci ? chiese Koninson . Godono fama di essere molto ospitali , ma assai vendicativi . Credo che non avremo da temere . Un eschimese , che doveva essere certamente un capo , a giudicarlo dalle vesti che erano piu` ricche di quelle degli altri , s' avvicino` ai naufraghi e , dopo averli salutati in inglese , strofino` energicamente il proprio naso contro il loro in segno di amicizia . I bianchi nulla hanno da temere dalle tribu` degli Innoit ! disse poscia . Siano i benvenuti nella mia tenda . Siamo pronti a seguirti , rispose il tenente e non avrai a pentirti di averci ospitati . I bianchi si recano al forte Speranza ? Si` , ma noi non conosciamo la via venendo dalle lontane regioni dell' ovest . Kumiath la insegnera` ! rispose il capo . Seguitemi nella mia tenda . Il capo li condusse nell' accampamento dove vennero circondati da una trentina di eschimesi fra uomini e donne accorsi da tutte le parti ai furiosi abbaiamenti dei cani . Il tenente e il fiociniere notarono che fra i curiosi si trovavano anche alcuni individui che per la loro statura piu` elevata , per le loro vesti e per i loro lineamenti parevano appartenere ad un' altra razza . Non vi fecero pero` molto caso e seguirono il capo il quale , dopo averli fatti passare attraverso un vero labirinto di bastoni sostenenti gran numero di pezzi di carne messi a seccare , li condusse in una piccola tenda dove , in mezzo a mucchi di pelli , marcivano , fra odori pestilenziali , ma che sembravano invece apprezzati dagli eschimesi che si cibano volentieri di carni corrotte , salmoni , lucci , trote , gadus , coreganus ed altri pesci del Makenzie . Benche` non si trovassero troppo bene fra quei miasmi , si accomodarono su una gran pelle d' orso distesa per terra e fecero come meglio poterono onore al cavallo marino conservato in olio di balena e ad una grossa trota , un po` troppo passata , offerta loro dal capo . Per tema di fare un affronto all' eschimese , furono anche costretti a sorbire una certa quantita` di olio di morsa che fu loro gentilmente offerto , con quante smorfie ognuno lo puo` immaginare . Terminato quel diabolico pasto , sontuoso per un eschimese gran bevitore d' olio e mangiatore di carne cruda , corrotta o malamente affumicata sulla fiamma di una lampada , ma quanto mai disgustoso per un europeo , il capo intavolo` una conversazione narrando che da soli pochi giorni aveva lasciato il forte Speranza , dove aveva fatto moltissimi scambi di pelli contro tabacco , conterie , armi , ecc . , e che ora stava per raggiungere le sponde dell' oceano a cacciarvi la balena . Dista molto il forte ? chiese il tenente , quando il capo ebbe finito . Tre giorni di marcia e niente di piu` ! rispose l' eschimese . Basta seguire questo bosco che si stende lungo le rive del Makenzie per non smarrire la via . Ci sono altre tribu` che si dirigono al forte ? Si` , una che e` venuta dalle lontane regioni dell' ovest , come voi e che si e` accampata nel bosco . Appartiene alla vostra razza ? No . E` molto numerosa ? Lo e` diventata in questi giorni . Conta almeno quattrocento uomini . Il suo nome ? Il suo nome e` ... To` , ecco alcuni dei suoi uomini , senza dubbio qui giunti per vedere gli uomini bianchi e che ... Non aveva ancora finito che il fiociniere , alzatesi di colpo , si precipitava fuori urtando furiosamente contro un grosso attruppamento di persone radunatesi dinanzi alla tenda . Il suo robusto pugno piombo` con secco rumore su di un uomo il quale stramazzo` a terra mandando un urlo di dolore . Gli eschimesi si divisero precipitosamente , lasciando alle prese i due avversari che lottavano con pari accanimento . Il tenente , che non sapeva ancora di che si trattasse , accorse in aiuto di Koninson , il quale ad ogni pugno che lasciava cadere gridava : Questo per la polvere ! Questo per le palle ! E questo per la carne che ci hai rubato ! Solo allora si accorse che l' avversario era un indiano , anzi il capo Tanana che li aveva indegnamente traditi e derubati sulle rive del Porcupine . Stava per piombare anche lui sul traditore , quando questi sgusciando con una agilita` sorprendente fra le mani del fiociniere , riusci` a rimettersi in piedi . Ti uccidero` ! grido` minaccioso . Poi fuggi` a rompicollo verso la foresta dove si trovava il suo accampamento . Il tenente , che aveva perduta la sua flemma abituale , stava gia` per armare il fucile e inviargli una palla nel dorso , ma il capo eschimese gli abbasso` l' arma dicendogli : Sii prudente ! Essi sono molti e molto vendicativi . Ma quell' uomo ci ha derubati , dopo aver chiesto il nostro aiuto per rifornirsi di viveri disse il tenente . Meriterebbe la morte , ma tu qui sei straniero e non hai che un compagno , mentre i Tanana sono numerosi . Vieni nella mia tenda e cercheremo di accomodare ogni cosa . E` troppo tardi ! disse il fiociniere . Si tratta ora di far parlare i fucili . E non s' ingannava . Dalla foresta uscivano allora due o trecento guerrieri , mandando grida assordanti . I piu` erano armati di fiocine e di coltelli , ma taluni portavano dei fucili , assai vecchi , ma non del tutto in cattivo stato . Che uragano sta per scoppiare ? si chiese Koninson che si preparava pero` a vendere cara la vita . Non so come la finira` , se quei pagani si gettano tutti uniti contro di noi . Fuggite ! disse l' eschimese che aggrottava la fronte e che era diventato pensieroso . I Tanana sono valorosi e non si arresteranno dinanzi ai vostri fucili . Ma dove fuggire ? chiese il tenente . I nostri canotti sono lontani e saremo raggiunti prima di trovarli . Dietro la mia tenda ho una slitta tirata da una muta di robusti cani . Montatela e fuggite verso il forte . Ma si vendicheranno contro di te , mio buon eschimese . I Tanana non ardiranno alzare le mani contro di me rispose con fierezza l' eschimese . Questa e` la terra degli Eschimantik mangiatori di pesce crudo , come loro ci chiamano , e sanno che una offesa fatta alla mia tribu` la pagherebbero cara , poiche` i miei compatrioti non la lascerebbero impunita . Presto fuggite , o sara` troppo tardi . Il tenente si levo` l' orologio e lo diede al bravo eschimese dicendogli : Conservalo in memoria della tua buona azione . Ed ora alziamo i tacchi . Si slancio` dietro la tenda seguito da Koninson , ma si arresto` subito mandando una sonora imprecazione . Sette od otto Tanana , che si erano avvicinati tenendosi nascosti dietro le tende degli eschimesi , sbarravano la via . Alla loro testa , armato d' un vecchio fucile , si trovava il capo , il cui naso schiacciato dal potente pugno del fiociniere , mandava ancora sangue . Ah , brigante ! grido` il tenente . Non si passa di qui disse il capo con tono minaccioso . E cosa pretenderesti tu ? Che tu mi consegni il tuo compagno perche` io vendichi l' affronto fattomi . Bene , prendi questo , giacche` lo vuoi . Il tenente punto` rapidamente il fucile e fece fuoco . Il Tanana , colpito alla fronte , stramazzo` al suolo fulminato , mentre i suoi guerrieri fuggivano disordinatamente gettando urla di rabbia e di vendetta . Presto , Koninson , salviamoci ! disse il tenente . Andiamo , signore , e filiamo dritti al forte . La slitta era pronta . Dodici robusti cani , somiglianti ai lupi , dalle gambe nervose , erano attaccati due a due , pronti a partire al primo segnale . I due naufraghi balzarono nel veicolo e si slanciarono attraverso la pianura trascinati in una rapidissima corsa . Dalla parte dell' accampamento scoppiarono alcune fucilate , le cui palle attraversarono gli strati d' aria sibilando ; poi si videro i Tanana dirigersi correndo verso il bosco mandando clamori assordanti . To` ! Fuggono forse ? chiese Koninson al tenente che animava i cani colla voce e colla correggia . Ne dubito , fiociniere . Che ci diano la caccia ? Lo temo , ma i nostri cani corrono come il vento e abbiamo gia` un notevole vantaggio . Terranno duro questi corridori ? Per parecchie ore e senza rallentare . Basta che la neve non ceda sotto il peso della slitta . Vedo che la pianura e` tutta bianca . Ma oh ! La matassa s' imbroglia ! Che cosa vedi ? Delle slitte che escono dal bosco . Sono i Tanana che ci danno la caccia . Quante sono ? Ne ho contate sette e , se non corrono piu` di noi , certo non rimangono indietro . II tenente volse un rapido sguardo verso il bosco e vide infatti sette slitte correre con fantastica rapidita` sulla nevosa pianura , trascinate da lunghe file di cani . Quattordici uomini le montavano e i piu` erano armati di fucili . Diamine ! Sono proprio decisi a vendicare il loro capo , disse . Bah ! Avranno pane per i loro denti , se riescono a raggiungerci . Tu sorveglia i loro movimenti , mentre io cerco di far correre i nostri cani . E gli eschimesi ? Mi spiacerebbe che quei buoni diavoli la pagassero per noi . Il capo mi sembro` quieto ; e` segno che non avra` nulla da temere . S' avvicinano ? Vorrei ingannarmi , signor Hostrup , ma mi pare che guadagnino su di noi . Avanti , miei piccini ! grido` il tenente , sferzando i piccoli trottatori . Se vi comportate bene , avrete doppia razione di carne stasera . Non ne abbiamo un pezzettino grande come un soldo . Ne troveremo al forte . Se continuiamo a correre cosi` , vi giungeremo in poche ore . Guadagnano i Tanana ? Si` , signor Hostrup . Non sono che a un chilometro da noi . Quante cariche ci restano ? Una cinquantina . Ci bastano per abbatterli tutti quattordici ! disse il tenente con voce tranquilla . Avanti , miei piccini , lesto il passo e tu , bianco , fatti piu` sotto . La` , cosi` va bene . Un colpo di fucile echeggio` al largo , ma la palla non giunse fino ai fuggiaschi . Troppo lontano , mio caro ! disse Koninson ridendo . Quando sarete a tiro lo daro` io il segnale e vi garantisco , brutti pagani , che lo assaggierete , il mio piombo . Altri due colpi di fucile rimbombarono , ma non con miglior effetto . I Tanana compresero che non era ancor giunto il momento di far parlare la polvere e raddoppiarono le grida e le scudisciate per far correre di piu` i loro cani , i quali parevano piu` robusti e piu` veloci di quelli regalati dall' eschimese . Ben presto non furono che a seicento metri di distanza . Koninson , che non li perdeva di vista un sol momento , stava per puntare il fucile quando vide le sette slitte fare un rapido voltafaccia e fuggire precipitosamente verso l' accampamento , di cui si scorgevano appena appena le tende . To` ! esclamo` il fiociniere al colmo della sorpresa . Battono in ritirata ! Come ? I Tanana fuggono ? Si` signor Hostrup . Che abbiano avuto paura dei nostri fucili ? Io non lo credo . E allora ? Che siamo vicini al forte ? Dinanzi a noi non vedo che un bosco e anche molto lontano . Che ci minacci qualche pericolo ? Lo temo , Koninson , anzi ne sono certo . E da che io arguite ? I nostri cani da qualche minuto corrono piu` rapidi e mi sembrano inquieti . Infatti il tenente non si ingannava . Le povere bestie non parevano piu` tranquille e divoravano la via con crescente rapidita` , senz' essere eccitate . Avevano cessato i loro allegri abbaiamenti , il loro pelo era diventato irto e volgevano frequentemente la testa verso i padroni , come se invocassero la loro protezione . Hum ! mormoro` Koninson . C' e` qualche cosa di grave in aria . O meglio in terra . Guarda laggiu` , guarda ! Koninson guardo` nella direzione indicata e vide una linea oscura estendersi dinanzi ad un bosco e poi slanciarsi attraverso la pianura con fantastica rapidita` . Quantunque dotato di una buona dose di coraggio , impallidi` . I lupi ! esclamo` . Che giungono a centinaia aggiunse il tenente . Ecco perche` i Tanana sono fuggiti . Sfuggire al palo di tortura degli Indiani per cadere sotto i denti dei lupi , mi sembra che sia un po` dura . Vi confesso , signor Hostrup , che comincio ad aver paura . Calma e sangue freddo , fiociniere . Se possiamo giungere a quel bosco che chiude l' orizzonte , siamo salvi . Contate di trovare cola` dei difensori ? No , ma troveremo degli alberi sui quali potremo trovare un comodo rifugio . Prepara le armi e lascia a me la cura di guidare i cani . I lupi arrivavano di gran corsa mandando delle urla brevi , come strozzate e mostrando le loro potenti mascelle armate di acuti e bianchissimi denti . Erano almeno duecento e parevano molto affamati e percio` decisi a tutto . Giunti presso la slitta , che continuava a filare colla velocita` di una freccia , formarono un ampio semicerchio . Non assalivano ancora , forse tenuti in rispetto dalla presenza dei due uomini , ma le loro urla parevano volessero dire : Vi mangeremo ! Vi mangeremo ! Devo aprire il fuoco ? chiese Koninson con un leggero tremito . No , finche` si accontentano di seguirci rispose il tenente che era tutto intento a far correre i cani , nella cui rapidita` stava la salvezza di tutti . Aspetta che ci assalgano . Per un paio di miglia i lupi , quantunque la fame attanagliasse il loro stomaco , continuarono a seguire e a fiancheggiare la slitta , ma poi il loro semicerchio si restrinse e uno di loro , piu` ardito o piu` affamato degli altri , si precipito` addosso ai cani che si gettarono violentemente da una parte . Pronto come il lampo Koninson fece fuoco e l' aggressore cadde stecchito nella neve . Alcuni carnivori , spaventati dalla detonazione , si sbandarono , ma gli altri raggiunsero la slitta . Pochi minuti dopo un altro lupo tento` l' assalto , ma ebbe egual sorte del primo . La slitta si trovava allora a due soli chilometri dal bosco e filava con una velocita` vertiginosa . Tre o quattro altri l' assalirono per di dietro tentando di balzarvi dentro . Aiuto , signor Hostrup ! grido` Koninson . Io non basto piu` . Il tenente abbandono` la correggia affidandosi all' istinto dei cani e afferro` il fucile . Era tempo , poiche` i feroci carnivori avanzavano sempre piu` , pronti ad un assalto generale . Due detonazioni rimbombarono , poi altre due , poi due altre ancora abbattendo altrettanti lupi . I due balenieri continuarono cosi` , mentre i cani li trascinavano verso il bosco . I lupi , che ormai avevano assaggiato il sangue , non retrocedevano piu` . Urlando furiosamente assalivano la slitta per di dietro e ai lati tentando di strangolare i cani e di saltare alla gola degli nomini i quali si difendevano disperatamente . Ad un tratto Koninson getto` un grido di disperazione . Non ho piu` polvere ! Maledizione ! urlo` il tenente . E questo e` il mio ultimo colpo ! I lupi , come se avessero compreso che la vittoria era ormai sicura , si precipitarono confusamente all' assalto della slitta , circondandola da ogni parte . I cani sparvero sotto il numero degli assalitori e dopo breve lotta furono fatti a brani , ma i due balenieri non erano ancora vinti . Ritti sul sedile , si difendevano con sovrumana energia respingendo l' orda incalzante coi calci dei fucili , spaccando teste , fracassando dorsi , scavezzando gambe , schiacciando musi . Ma quella lotta di due contro centocinquanta e piu` non poteva durare a lungo . Gia` il fiociniere e il tenente si sentivano impotenti di piu` oltre resistere , gia` le loro forze venivano meno , i piu` feroci balzavano contro le loro gambe , quando una scarica violenta rintrono` sotto il bosco che era lontano soli trecento passi . Quindici o venti uomini , apparsi improvvisamente , balzarono in mezzo all' orda urlante disperdendola a colpi di scure e di fucile e accolsero nelle loro braccia i due balenieri , cosi` miracolosamente salvati . Signore , disse un di loro volgendosi verso il tenente che non si reggeva piu` non abbiate piu` timore : siete fra i cacciatori del forte Speranza . CONCLUSIONE Le tribolazioni dei naufraghi del Danebrog erano terminate . Ormai erano salvi e piu` nulla avevano da temere . Nel forte Speranza che era lontano pochi chilometri dal luogo ove era avvenuto l' inseguimento , i due naufraghi ebbero la piu` cordiale ospitalita` e le piu` affettuose cure da parte di quei bravi cacciatori e del loro comandante . La loro meravigliosa odissea desto` gran meraviglia , e piu` e piu` volte , dinanzi ad un bel fuoco e fra un bicchiere di gin o di wiscky , dovettero ripeterla . Per tre settimane , largamente nutriti , vissero cola` ; poi , giunta la buona stagione , ben equipaggiati e ben forniti di denaro , partirono per gli stabilimenti dall' est in compagnia di una esperta guida . Di tappa in tappa raggiunsero il Canada , e a Quebec s' imbarcarono per New York e quindi per l' Europa . Ventisette giorni dopo sbarcavano finalmente in Aalborg , loro citta` nati`a , dove riabbracciarono i loro parenti e amici che li avevano gia` pianti come morti . Ma la vita tranquilla e la terraferma non avevano attrattive per quei due lupi di mare . Ben presto la nostalgia dell' oceano li invase e , all' apertura della nuova campagna di pesca , s' imbarcarono a bordo di un' altra nave baleniera alla caccia dei giganti del mare . Nonostante le terribili prove subite essi conservano ancora una strana affezione per quei mari gelidi del polo artico , sotto i cui ghiacci , nel seno delle onde , dormono il sonno eterno il capitano Weimar e i suoi sventurati compagni ! PARTE PRIMA . LA TIGRE DELLA MALESIA . 1 . Il naufragio della Young India . Mastro Bill , dove siamo ? In piena Malesia , mio caro Kammamuri . Ci vorra` molto tempo prima di arrivare a destinazione ? Birbone , ti annoi forse ? Annoiarmi no , ma ho molta fretta e mi pare che la Young India cammini adagio . Mastro Bill , un marinaio sui quarant' anni , alto piu` di cinque piedi , americano puro sangue , sbircio` con occhio torvo il suo compagno . Questi era un bell' indiano di ventiquattro o venticinque anni , di alta statura , d' una tinta molto abbronzata , di lineamenti belli , nobili , fini , cogli orecchi adorni di pendenti e il collo di monili d' oro che gli ricadevano graziosamente sul nudo e robusto petto . Corpo di un cannone ! grido` l' americano indignato . La Young India cammina adagio ? Questo e` un insulto , maharatto mio . Per chi ha fretta , mastro Bill , anche un incrociatore che fila quindici nodi all' ora va adagio . Diavolo , cos' e` tutta questa fretta ? domando` il mastro , grattandosi furiosamente la testa . Ohe` , briccone , c' e` qualche eredita` da raccogliere ? Altro che eredita` ! ... se sapeste ... Di' su , giovanotto ... Non ci odo da questo lato . Capisco , tu vuoi fare il sordo . Uhm ! ... Chissa` che cosa c' e` sotto ! ... Quella ragazza che hai con te ... Uhm ! ... Ma ! ... Dite , mastro , quando arriveremo ? Dove ? A Sarawak . L' uomo propone e Dio dispone , ragazzo mio . Potrebbe piombarci addosso un tifone e mandarci a bere nella gran tazza tutti . Eppoi ? Eppoi potrebbero giungere addosso i pirati e mandarci al diavolo con due braccia di corda per cravatta e un kriss piantato fra le costole . Eh ! esclamo` l' indiano , facendo una smorfia . Ci sono dei pirati qui ? Come ci sono degli strangolatori nel tuo paese . Dite davvero ? Guarda laggiu` , dritto al bompresso . Che cosa vedi ? Un' isola . Bene , quell' isola e` un nido di pirati . Come si chiama ? Mompracem . Mette i brividi solo nominarla . Davvero ? Laggiu` , mio caro , vive un uomo che ha insanguinato il mare della Malesia . Come si chiama ? Porta un nome terribile . Si chiama la Tigre della Malesia . Se ci assalisse , che cosa accadrebbe ? Un massacro generale . Quell' uomo e` ancor piu` feroce delle tigri della jungla . E gl' inglesi non vanno a distruggere la sua orda ? chiese l' indiano , sorpreso . Distruggere i tigrotti di Mompracem e` affare serio rispose il marinaio . Alcuni anni or sono , nel 1850 , gl' inglesi con una poderosa flotta bombardarono l' isola , la occuparono e fecero prigioniera la terribile Tigre ; ma , prima di arrivare a Labuan , il pirata , non si sa come , scappo` . E ritorno` a Mompracem ? Non subito . Per due anni non si fece piu` vedere , poi , al principio del 1852 , riapparve alla testa di una nuova banda di pirati malesi e dayaki della piu` terribile razza . Massacrati i pochi inglesi stabilitisi nell' isola , vi si insediava ricominciando le sue sanguinarie imprese . In quell' istante un colpo di fischietto risuono` sul ponte della Young India , accompagnato da uno sbuffo di vento fresco che fece gemere i tre alberi . Oh ! oh ! fece mastro Bill alzando vivamente la testa . Fra poco si ballera` disperatamente . Lo credete , mastro ? chiese l' indiano con inquietudine . Vedo laggiu` una nuvola nera coi margini color di rame che non pronostica di certo la calma . Corriamo pericolo forse ? La Young India , giovanotto mio , e` un legno solido che se ne ride dei colpi di mare . Orsu` , alla manovra ; la gran tazza comincia a bollire . Mastro Bill non s' ingannava . Il mare della Malesia , sino allora terso come un cristallo , cominciava ad incresparsi come fosse scosso da una commozione sottomarina e a prendere una tinta plumbea che nulla prometteva di buono . All' est , verso la grande isola di Borneo , s' alzava una nube nera come il catrame , con le frange tinte di un rosso ardente , e a poco a poco oscurava il sole prossimo al tramonto . Per l' aria giganteschi albatros , in preda ad una viva inquietudine , svolazzavano sfiorando le onde ed emettendo rauche strida . Al primo colpo di vento era seguita una specie di calma che metteva in maggior apprensione gli animi dei naviganti , poi all' est comincio` a rullare il tuono . Sgombrate il ponte ! grido` il capitano Mac Clintock ai passeggeri . Tutti , a malincuore , obbedirono scendendo per i boccaporti di prua o di poppa . Uno pero` era rimasto sul ponte , e quest' uomo era l' indiano Kammamuri . Ola` , sgombrate ! tuono` il capitano . Capitano , disse l' indiano facendosi innanzi con passo fermo corriamo pericolo ? Lo saprai quando la tempesta sara` cessata . Bisogna che io sbarchi a Sarawak , capitano . Sbarcherai , se non coliamo a picco . Ma io non voglio andare a picco , mi capite . A Sarawak ho una persona che ... Ola` , mastro Bill , levatemi dai piedi quest' uomo . Non e` questo il momento di perdere tempo . L' indiano fu trascinato via e cacciato giu` nel boccaporto di prua . Era tempo . Il vento soffiava gia` dall' est con grande violenza ruggendo su tutti i toni fra l' attrezzatura della nave . La nube nera aveva preso proporzioni gigantesche coprendo quasi interamente la volta celeste . Nel suo seno brontolava incessantemente il tuono correndo all' impazzata da levante a ponente . La Young India era un magnifico tre alberi che portava ancora bene i suoi quindici anni . La sua costruzione leggera ma solida , lo sviluppo veramente enorme di vele , lo scafo a prova di scoglio ricordavano uno di quegli audaci violatori di blocco che ebbero una parte cosi` importante , e che puo` chiamarsi leggendaria , nella guerra americana . Partito il 26 agosto del 1856 da Calcutta con un carico di rotaie di ferro destinato a Sarawak e montato da quattordici marinai , da due ufficiali e dai sei passeggeri , grazie alla sua velocita` e ai buoni venti era giunto in meno di tredici giorni nelle acque del mar malese e precisamente in vista della temuta isola di Mompracem , un covo di pirati da cui bisognava ben guardarsi . Sfortunatamente . La tempesta stava per scoppiare . Il mare esigeva il suo tributo prima che la traversata si completasse , e si vedra` in seguito quale sorta di tributo ! Alle otto di sera l' oscurita` era quasi completa . Il sole era scomparso in mezzo alle nuvole e il vento cominciava a soffiare con veemenza estrema , facendo udire ruggiti formidabilmente . Il mare , agitato sino agli estremi limiti dell' orizzonte , montava rapidamente . Ondate enormi , irte di spuma , si formavano come per incanto cozzando e ricadendo , infrangendosi rabbiosamente contro Mompracem , la quale ergeva la sua massa cupa e sinistra fra le tenebre . La Young India correva bordate , ora lanciandosi sulle mobili montagne a squarciare coi suoi alberetti la caliginosa massa delle nubi , ora precipitandosi negli avvallamenti dai quali penava ad uscire . I marinai scalzi , coi capelli al vento , i volti contratti , mormoravano in mezzo all' acqua che non trovava sfogo sufficiente negli ombrinali . Comandi e bestemmie si mescolavano ai sibili della tempesta . Alle nove di sera il tre alberi , sballottolato come un giocattolo , anzi come un semplice fuscello di paglia , era nelle acque di Mompracem . Malgrado tutti gli sforzi di mastro Bill , che rompevasi le mani sulla ribolla del timone , la Young India fu trascinata tanto vicina alla costa irta di scogliere , d' isolotti madreporici e di bassi fondi , da temere che vi si infrangesse contro . Il capitano Mac Clintock , con suo grande terrore , scorse numerosi fuochi accesi fra le sinuosita` della spiaggia , e , al chiaror di un lampo , ritto sull' estremo ciglione d' una gigantesca rupe che cadeva a piombo sul mare scorse pure un uomo d' alta statura , con le braccia incrociate sul petto , immobile fra gli elementi scatenati . Gli occhi di quell' uomo , che sfolgoravano come carboni accesi , si fissarono su di lui in modo strano . Gli parve anzi che alzasse un braccio e gli facesse un gesto amichevole . L' apparizione del resto duro` pochi secondi . Le tenebre tornarono a farsi fitte e un colpo di vento allontano` rapidamente la Young India dall' isola . Che il buon Dio ci salvi ! esclamo` mastro Bill , che aveva pure scorto quell' uomo . Quello era la Tigre della Malesia . La sua voce fu soffocata da uno scoppio spaventevole di tuono che si ripercosse nella profondita` del cielo . Quello scoppio parve il segnale d' una musica assordante , indescrivibile . Lo spazio s' infiammo` illuminando sinistramente il mare in tempesta . Le folgori cadevano descrivendo per l' aria mille angoli bizzarri , mille curve diverse , inabissandosi fra le onde e roteando vertiginosamente attorno alla nave , seguite da scrosci spaventosi . Il mare , quasi volesse gareggiare con quei tuoni , s' alzo` enormemente . Non erano piu` onde , ma montagne d' acqua scintillanti sotto la vivida luce dei lampi , che si slanciavano furiosamente verso il cielo , come attratte da una forza soprannaturale , e che s' accavallavano le une sulle altre , cangiando forma e dimensione . Il vento entrava talora a far parte di quella terribile gara , ruggendo furiosamente e cacciando innanzi a se` nembi di pioggia tiepida . Il tre alberi , sbandato spaventosamente ora sul tribordo ed ora a babordo , aveva un gran da fare a tenere testa agli elementi scatenati . Gemeva come se si lagnasse di quei formidabili colpi di mare che lo coprivano da prua a poppa , atterrando l' equipaggio ; s' alzava , traballava , sferzava le acque col suo bompresso , veniva ora respinto a nord e ora respinto a sud , malgrado gli sforzi disperati del timoniere . Vi erano momenti in cui i marinai non sapevano se galleggiassero ancora o se stessero colando a picco , tale era la massa d' acqua che balzava sopra le semi infrante murate . Per colmo di sventura , a mezzanotte il vento che soffiava sempre piu` tremendo da nord , balzo` improvvisamente all' est . Non era piu` possibile lottare . Tirare innanzi col tifone che assaliva a prua era tentare la morte . Quantunque nessun approdo si presentasse sulla via dell' ovest , eccettuate le temute sponde di Mompracem , il capitano Mac Clintock dovette rassegnarsi a porsi alla cappa e fuggire con tutta la celerita` che permettevano le poche vele ancor rimaste spiegate . Due ore erano scorse da che la Young India aveva virato di bordo , inseguita con accanimento senza pari dai marosi che pareva avessero giurato la sua perdita . I lampi erano diventati assai rari e l' oscurita` tanto fitta da non permettere di vedere a duecento passi di distanza . Ad un tratto agli orecchi del capitano giunse quel fragore caratteristico delle onde quando s' infrangono contro le scogliere , fragore che il marinaio sa distinguere anche in mezzo alle piu` spaventevoli burrasche . Guarda a prua ! tuono` egli , dominando con la voce il fracasso delle onde ed i fischi del vento . Mare rotto ! grido` una voce . I frangenti ! Tuoni ! ... urlo` un' altra voce . Il capitano Mac Clintock si avvento` a prua aggrappandosi allo straglio del trinchettino per issarsi sulle murate . Non si scorgeva nulla ; tuttavia tra le raffiche si udiva distintamente il muggire della risacca . Non v' era da ingannarsi . A poche gomene dal tre alberi s' ergeva una catena di frangenti , forse una diramazione di quelli di Mompracem . Attenti a virare ! urlo` egli . Mastro Bill , unendo tutte le forze , tiro` vivamente a se` la ribolla . Quasi nel medesimo istante la nave tocco` . L' urto pero` era stato appena sensibile . Solamente una parte della falsa chiglia era stata strappata dalle punte aguzze delle madrepore che formavano le cime dei frangenti . Disgraziatamente il vento soffiava sempre da poppa e le onde spingevano innanzi . L' equipaggio , che in quel terribile momento conservava uno straordinario sangue freddo , riusci` a virare di bordo . La Young India poggio` al largo con una bordata di duecento metri , sfuggendo le scogliere attorno alle quali urlavano , come molossi affamati , le onde . Pareva che tutto dovesse andar bene . La sonda , filata in furia , aveva dato a prua quattordici braccia di profondita` . La speranza di salvare la nave cominciava a nascere nell' animo dell' equipaggio , quando , d' improvviso , il fragore della risacca torno` a farsi udire dritto l' asta di prua . Il mare si sollevava con maggior violenza di prima segnalando una nuova barriera di frangenti . Poggia tutto , Bill ! tuono` il capitano Mac Clintock . I frangenti sotto prua ! urlo` un marinaio che era sceso fino alla dolfiniera del bompresso . La sua voce non giunse fino a poppa . Una montagna di acqua si rovescio` sul tribordo respingendo violentemente il tre alberi a babordo , atterrando l' equipaggio aggrappato ai bracci delle vele e sfondando le imbarcazioni contro le gru . S' udi` un muggito formidabile , uno schianto come di legni infranti , poi un cozzo spaventevole che fece oscillare gli alberi da poppa a prua . La Young India era stata sventrata d' un colpo dalle punte aguzze dei frangenti , e sei marinai , strappati dalle onde , erano stati gettati contro le scogliere . 2 . I pirati della Malesia . Per il disgraziato tre alberi era suonata l' ultima ora . Incastrato fra due rocce , che sporgevano appena appena le loro punte nere , dentellate in mille guise dall' eterno movimento delle acque , con le coste rotte e la chiglia frantumata , non era piu` che un rottame impossibile a ripararsi , che presto o tardi il mare avrebbe indubbiamente ridotto in frantumi e disperso . Lo spettacolo era grandioso e insieme spaventevole . All' intorno il mare spumeggiava furiosamente con mille boati , frangendosi e rifrangendosi sulle scogliere , trascinando seco frammenti di murate , di madieri , di corbetti e di imbarcazioni che si urtavano con mille scricchiolii . Sul tre alberi i superstiti , quasi tutti pazzi di terrore , correvano da prua a poppa mandando mille urla , mille bestemmie , mille invocazioni . Uno s' arrampicava sulle griselle , un altro si spingeva fino alle coffe , un terzo piu` su , fino alle crocette . Un quarto invece saltellava come se fosse sui carboni ardenti chiamando Dio e la Madonna chi s' affannava a passarsi attraverso al corpo un salva gente , e chi a preparare un galleggiante per montarvici su , appena la nave si fosse sfasciata . Il capitano Mac Clintock e mastro Bill , che ne avevano viste di peggio , erano i soli che conservassero un po' di calma . Visto che il tre alberi rimaneva immobile , come se fosse stato inchiodato sulle scogliere , si affrettarono a scendere nella stiva . Videro subito che non v' era piu` speranza di rimetterlo a galla , poiche` era gia` zeppo d' acqua . Orsu` disse mastro Bill con voce commossa , la poveretta ha esalato l' ultimo respiro ! Hai ragione , Bill rispose il capitano ancor piu` commosso . Questa e` la tomba della valorosa Young India . E che cosa faremo ? Bisogna aspettare l' alba . Resistera` ai colpi di mare ? Lo spero . Le scogliere sono penetrate nel ventre come un cuneo nel tronco di un albero . Mi sembra irremovibile . Andiamo a incoraggiare quelli che sono sul ponte . Sono mezzi morti di paura . I due lupi di mare risalirono sul ponte . I marinai ed i passeggeri , coi visi sconvolti dal terrore , si precipitarono loro incontro interrogandoli con viva ansieta` . Siamo perduti ? chiedevano gli uni . Andiamo a picco ? chiedevano gli altri . C' e` speranza di salvarsi ? Dove siamo ? Calma , ragazzi disse il capitano . Non corriamo per ora pericolo alcuno . L' indiano Kammamuri , che aveva mostrato di aver tanta fretta d' arrivare a Sarawak , si avvicino` al comandante . Capitano chiese con voce tranquilla , andremo a Sarawak ? Vedi bene che non e` possibile , Kammamuri . Ma io devo andarci . Non so cosa dirti . Il vascello e` immobile come uno scoglio . Ho il padrone laggiu` , capitano . Aspettera` . Lo sguardo vivo e scintillante dell' indiano si fece cupo e la sua faccia , che aveva un non so che di feroce , divenne tetra . Kali` li protegge mormoro` . Tutto non e` ancora perduto , Kammamuri disse il capitano . Non affonderemo dunque ? Ho detto di no . Orsu` , calma , ragazzi . Domani sapremo su quale isola o scogliera abbiamo naufragato e vedremo che cosa si potra` fare . Io garantisco le vostre vite . Le parole del capitano fecero buon effetto sugli animi dei marinai , i quali cominciarono a sperare di potersi salvare . Coloro che lavoravano alle zattere abbandonarono il lavoro ; quelli inerpicati sugli alberi dopo un po' d' esitazione si lasciarono scivolare giu` . La calma non tardo` a regnare sul ponte del vascello naufragato . Del resto la burrasca , dopo d' aver raggiunta la massima intensita` , cominciava a scemare . I nuvoloni , qua e la` squarciati , lasciavano intravvedere di quando in quando il tremulo luccichi`o degli astri . Il vento , dopo d' aver fischiato , urlato , ruggito , si calmava a poco a poco . Tuttavia il mare continuava a mantenersi assai agitato . Gigantesche ondate correvano in tutte le direzioni investendo con furia estrema le scogliere e sfasciandovisi sopra con spaventevole fracasso . Il vascello scosso , sbattuto a prua e a poppa , gemeva come un moribondo , lasciandosi portar via pezzi di murate e frammenti della chiglia infranta . Talvolta , anzi , oscillava da prua a poppa cosi` fortemente , da temere che venisse strappato dal banco madreporico e travolto in mezzo ai marosi . Per fortuna stette saldo , ed i marinai , malgrado l' imminente pericolo e le ondate che si rovesciavano in coperta , poterono gustare anche qualche ora di sonno . Alle quattro del mattino , verso oriente , il cielo comincio` a schiarirsi . Il sole sorgeva con la rapidita` che e` propria delle regioni tropicali , annunciato da una tinta rossa magnifica . Il capitano , ritto sulla coffa dell' albero di maestra , con mastro Bill vicino , teneva gli occhi fissi al nord , dove sorgeva , a meno di due miglia , una massa oscura , che doveva essere una terra . Ebbene , capitano chiese il nostromo che masticava rabbiosamente un pezzo di tabacco , la conoscete quella terra ? Credo di si` . Fa scuro ancora , ma le scogliere che la cingono da tutte le parti mi fanno sospettare che quell' isola sia Mompracem . By God ! mormoro` l' americano facendo una smorfia . Ci siamo rotte le gambe in un brutto luogo . Lo temo purtroppo , Bill . L' isola non gode buon nome . Dite che e` un nido di pirati . E` tornata la Tigre della Malesia , capitano . Che ? esclamo` Mac Clintock , mentre si sentiva correre per le ossa un brivido . La Tigre della Malesia tornata a Mompracem ? Si` . E` impossibile , Bill ! Sono parecchi anni che quel terribile individuo e` scomparso . Ma vi dico che e` tornato . Quattro mesi or sono egli assali` l' Arghilah di Calcutta , il quale non gli sfuggi` che con gran fatica . Un marinaio che aveva conosciuto il sanguinario pirata mi narro` di averlo scorto a prua di un praho . Allora siamo perduti . Non tardera` ad assalirci . By God ! urlo` il mastro , divenendo di colpo pallidissimo . Che cos' hai ? Guardate capitano ! Guardate laggiu` ! ... Dei prahos , dei prahos ! grido` una voce dal ponte . Il capitano , non meno pallido del mastro , guardo` verso l' isola e scorse quattro legni che doppiavano un capo , lontano appena tre miglia . Erano quattro grandi prahos malesi , bassi di scafo , leggerissimi , snelli , con vele di forme allungate sostenute da alberi triangolari . Questi legni , che filano con una sorprendente rapidita` e che , grazie al bilanciere che hanno sottovento e al sostegno che portano sopravento , sfidano i piu` tremendi uragani , sono generalmente usati dai pirati malesi , i quali non temono di assalire con essi i piu` grossi vascelli che s' avventurano nei mari della Malesia . Il capitano non lo ignorava , sicche` appena li ebbe scorti , s' affretto` a discendere sul ponte . In poche parole informo` l' equipaggio del pericolo che li minacciava . Solo un' accanita resistenza poteva salvarli . L' armeria di bordo , per disgrazia , non era troppo ben fornita . I cannoni mancavano totalmente , i fucili erano appena sufficienti per armare l' equipaggio e in gran parte assai malandati . V' erano pero` delle sciabole d' arrembaggio , arrugginite si` , ma ancora in buono stato , qualche pistolone , qualche rivoltella e un buon numero di scuri . I marinai e i passeggeri , armatisi alla meglio , si precipitarono verso poppa , la quale trovandosi immersa , poteva offrire una buona scalata . La bandiera degli Stati Uniti sali` maestosamente sul picco della randa e mastro Bill la inchiodo` . Era tempo . I quattro prahos malesi che filavano come uccelli non erano piu` che a sette od ottocento passi e si preparavano ad assalire vigorosamente il povero tre alberi . Il sole si alzava allora sull' orizzonte e permetteva di vedere chiaramente coloro che li montavano . Erano ottanta o novanta uomini , semi nudi , armati di stupende carabine incrostate di madreperla e di laminette d' argento , di grandi parangs di acciaio finissimo , di scimitarre , di kriss serpeggianti con la punta senza dubbio avvelenata nel succo d' upas , e di clave smisurate , dette kampilang , che essi maneggiavano come fossero semplici bastoncini . Alcuni erano malesi dalla tinta olivastra , membruti e di lineamenti feroci ; altri erano bellissimi dayaki di alta statura , con le gambe e le braccia coperte di anelli di rame . C' erano pure alcuni cinesi , riconoscibili per i loro crani pelati e lucenti come avorio , alcuni bughisi , macassaresi e giavanesi . Tutti quegli uomini tenevano gli occhi fissi sul vascello e agitavano furiosamente le armi , emettendo urla feroci che facevano fremere . Pareva che volessero spaventare i naufraghi prima di venire alle mani . A quattrocento passi di distanza un colpo di cannone rimbombo` sul primo praho . La palla , di calibro considerevole , ando` a fracassare l' albero di bompresso , il quale si piego` , tuffando la punta in mare . Animo , ragazzi ! urlo` il capitano Mac Clintock . Se il cannone parla , e` segno che la danza e` cominciata . Fuoco di bordata ! Alcuni colpi di fucile seguirono il comando . Urla atroci scoppiarono a bordo dei prahos , segno che non tutto il piombo era andato perduto . Cosi` va bene , ragazzi ! urlo` mastro Bill . Quei brutti musi la` non avranno tanto coraggio da spingersi fino a noi . Ohe` ! Fuoco ! La sua voce fu coperta da una serie di formidabili detonazioni che venivano dal largo . Erano i pirati che cominciavano l' attacco . I quattro prahos parevano crateri infiammati , eruttavano tremende grandinate di ferro . Tiravano i cannoni , tiravano le spingarde , tiravano le carabine , schiantando , atterrando , distruggendo tutto con una precisione matematica . In men che non si dica quattro naufraghi giacevano sulla tolda senza vita . L' albero di trinchetto , schiantato sotto la coffa , precipito` sul ponte ingombrando di pennoni , di vele , di cavi . Alle urla di trionfo erano succedute urla di spavento e di dolore , gemiti e rantoli d' agonia . Era impossibile resistere a quell' uragano di ferro che arrivava con rapidita` spaventosa facendo saltare alberi , murate , madieri . I naufraghi , vistisi perduti , dopo aver scaricato sette od otto volte i loro moschettoni , malgrado i sagrati del capitano e di mastro Bill , abbandonarono il posto fuggendo a tribordo , riparandosi dietro i rottami dell' attrezzatura e delle imbarcazioni . Alcuni di loro perdevano sangue e gettavano grida strazianti . I pirati , protetti dai loro cannoni , in capo a un quarto d' ora giunsero sotto la poppa del vascello tentando di issarsi a bordo . Il capitano Mac Clintock si getto` da quella parte per ribattere l' abbordaggio , ma una scarica di mitraglia lo freddo` assieme con tre uomini . Un urlo terribile echeggio` per l' aria : Viva la Tigre della Malesia ! I pirati gettano le carabine , impugnano le scimitarre , le scuri , le mazze , i kriss e danno intrepidamente l' abbordaggio aggrappandosi alle murate , ai paterazzi e alle griselle . Alcuni si slanciano sulla cima degli alberi dei prahos , corrono come scimmie lungo i pennoni e piombano sull' attrezzatura del tre alberi lasciandosi scivolare in coperta . In un attimo i pochi difensori , sopraffatti dal numero , cadono a prua , a poppa , sul cassero e sul castello . Presso l' albero di maestra un solo uomo , armato di una pesante e larga sciabola d' abbordaggio , rimaneva ancora ... Quest' uomo , l' ultimo della Young India , era l' indiano Kammamuri , il quale si difende come un leone , smussando le armi del nemico incalzante e percuotendo a destra e a sinistra . Aiuto ! aiuto ! ... urlo` il poveretto con voce strozzata . Ferma ! tuono` d' improvviso una voce . Quell' indiano e` un prode ! ... 3 . La Tigre della Malesia . L' uomo che aveva gettato in cosi` buon momento quel grido poteva avere trentadue o trentaquattro anni . Era alto di statura , con la pelle bianca , i lineamenti fini , aristocratici , due occhi azzurri , dolci , e i baffi neri che ombreggiavano le labbra sorridenti . Vestiva con estrema eleganza : giacca di velluto marrone con bottoni d' oro stretta ai fianchi da una larga fascia di seta azzurra , calzoni di broccatello , lunghi stivali di pelle rossa , a punta rialzata , e un ampio cappello di paglia di vera manilla in testa . Ad armacollo portava una magnifica carabina indiana e al fianco pendeva una scimitarra la cui impugnatura d' oro era sormontata da un diamante grosso quanto una nocciola , d' uno splendore ammirabile . Con un cenno allontano` i pirati , si avvicino` all' indiano che non aveva pensato a rialzarsi , tanta era la sua sorpresa nel sentirsi ancora vivo , e lo guardo` per alcuni istanti con profonda attenzione . Che ne dici ? gli chiese con tono allegro . Io ! ... esclamo` Kammamuri , che si domandava chi poteva mai essere l' uomo dalla pelle bianca che comandava quei terribili pirati . Sei sorpreso di sentirti ancora la testa sulle spalle ? Tanto sorpreso che mi domando se e` vero che sono ancora vivo . Non dubitarne , giovanotto . Perche` ? chiese ingenuamente l' indiano . Perche` non sei un bianco , innanzitutto ... Ah ! esclamo` Voi odiate i bianchi ? Si` . Non siete un bianco , voi , dunque ? Per Bacco , un portoghese puro sangue ! Non capisco allora perche` voi ... Alto la` , giovanotto ; questo discorso non mi va a sangue . Sia pure , e poi ? Poi , perche` sei un prode e io amo i prodi . Sono maharatto disse l' indiano con fierezza . Una razza che ha un buon nome . Dimmi un po' , ti spiacerebbe esser dei nostri ? Io , pirata ! E perche` no ? Per Giove ! Saresti un bravo compagno . E se rifiutassi ? Non risponderei piu` della tua testa . Se si tratta di salvare la pelle , mi faro` pirata . Chissa` forse e` meglio . Bravo giovanotto . Ola` , Kotta , vammi a cercare una bottiglia di whisky . Gli americani non navigano mai senza una buona provvista . Un malese di cinque piedi di altezza , con due braccia smisurate , scese nella cabina del povero Mac Clintock e pochi istanti dopo ritornava con un paio di bicchieri e una polverosa bottiglia alla quale aveva fatto saltare il collo . Whisky lesse Yanez sull' etichetta . Questi americani sono davvero eccellenti uomini . Empi` due tazze e ne porse una all' indiano , chiedendogli : Come ti chiami ? Kammamuri . Alla tua salute , Kammamuri . Alla vostra , signor ... Yanez disse l' uomo bianco . E tracannarono d' un fiato i due bicchieri . Ora , giovanotto disse Yanez , sempre di buon umore , andremo a trovare il capitano Sandokan . Chi e` questo Sandokan ? Per Bacco ! La Tigre della Malesia . E voi mi condurrete da quell' uomo ? Certo , mio caro , e sara` lieto di ricevere un maharatto . Andiamo , Kammamuri . L' indiano non si mosse . Pareva imbarazzato e guardava ora i pirati ed ora la poppa della nave . Che cos' hai ? chiese Yanez . Signor ... disse il maharatto , esitando . Parla . Non la toccherete ? Chi ? Ho una donna con me . Una donna ! Bianca o indiana ? Bianca . E dov' e` ? L' ho nascosta nella stiva . Conducila sul ponte . Non la toccherete ? Hai la mia parola . Grazie , signore disse il maharatto con voce commossa . Corse a poppa e sparve nel boccaporto . Pochi istanti dopo risaliva sul ponte . Dov' e` questa donna ? chiese Yanez . Sta per venire , ma non una parola , signore . Ella e` pazza . Pazza ! ... Ma chi e` ? Eccola ! esclamo` Kammamuri . Il portoghese si volse verso poppa . Una donna di meravigliosa bellezza , avvolta in un gran mantello di seta bianca , era improvvisamente uscita dal boccaporto arrestandosi presso il tronco dell' albero di mezzana . Poteva avere quindici anni . La sua persona era elegante , graziosa , flessuosa ; la sua pelle rosea , di una morbidezza impareggiabile ; gli occhi grandi , neri e d' una dolcezza infinita ; il naso piccolo e dritto ; le labbra sottili , rosse come il corallo , schiuse ad un ineffabile sorriso , che lasciava scorgere due file di piccolissimi e bianchissimi denti . Una capigliatura opulenta , nerissima , divisa sulla fronte da un fermaglio in cui era incastonato un grosso diamante , le ricadeva sulle spalle in pittoresco disordine , scendendo fino alla cintura . Ella guardo` quegli uomini armati , i cadaveri che ingombravano il ponte e tutti quei rottami , senza che una contrazione di paura , di orrore o di oscurita` , si disegnasse sul suo viso gentile . Chi e` quella donna ? chiese Yanez con strano accento , afferrando una mano di Kammamuri e stringendola forte . La mia padrona rispose il maharatto . La vergine della pagoda d' Oriente . Yanez fece alcuni passi verso la pazza che continuava a conservare l' immobilita` di una statua e la guardo` fissa . Quale rassomiglianza ! ... esclamo` impallidendo . Ritorno` rapidamente verso Kammamuri e , prendendogli la mano : Quella donna e` inglese ? chiese con voce alterata . E` nata in India da genitori inglesi . Perche` e` diventata pazza ? E` una storia lunga . La narrerai dinanzi alla Tigre della Malesia . Imbarchiamoci , maharatto , e voi , tigrotti , spogliate per bene questa carcassa e poi incendiatela . La Young India ha cessato di esistere . Kammamuri s' avvicino` alla pazza , la prese per mano e la fece scendere nel praho del portoghese . Ella non aveva opposto resistenza , ne` pronunziato sillaba alcuna . Partiamo disse Yanez , prendendo la ribolla del timone . Il mare a poco a poco si era calmato . Solamente attorno ai frangenti spumeggiava e muggiva , sollevandosi in larghe ondate . Il praho , guidato da quegli abili ed intrepidi marinai , supero` le scogliere , balzando e rimbalzando sui cavalloni come una palla elastica e s' allontano` con fantastica rapidita` lasciandosi dietro una scia candidissima , in mezzo alla quale giocherellavano mostruosi pesci cani . In capo a dieci minuti raggiunse la punta estrema dell' isola , la giro` senza rallentare la sua velocita` , e navigo` verso un' ampia baia che aprivasi dinanzi a un grazioso villaggio . Composto di venti e piu` solidissime capanne , difeso da una triplice linea di trincee armate di grossi cannoni e da numerosissime spingarde , da alte palizzate e da profondi fossati irti di aguzze punte di ferro . Un centinaio di malesi semi nudi , ma tutti armati fino ai denti , uscirono dalle trincee e si slanciarono verso la spiaggia , mandando urla selvagge , agitando pazzamente kriss avvelenati , scimitarre , scuri , picche , carabine e pistole . Dove siamo ? chiese Kammamuri con inquietudine . Nel nostro villaggio rispose il portoghese . E` qui che abita la Tigre della Malesia ? Abita lassu` , dove ondeggia quella bandiera rossa . Il maharatto alzo` il capo , e sulla cima di una gigantesca rupe che cadeva a picco sul mare , scorse una gran capanna difesa da parecchie palizzate , su cui si agitava maestosamente una grande bandiera rossa adorna d' una testa di tigre . Andremo lassu` ? domando` con commozione . Si` , amico rispose Yanez . Come mi ricevera` ? Come si deve accogliere un coraggioso . La vergine della pagoda d' Oriente verra` con noi ? Per ora no . Perche` ? Perche` quella donna somiglia a ... S' interruppe . Una rapida commozione aveva alterato improvvisamente i suoi lineamenti e i suoi occhi si inumidirono . Kammamuri se ne accorse . Voi mi sembrate commosso , signor Yanez disse . T' inganni rispose il portoghese , tirando a se` la ribolla per evitare la punta estrema di una scogliera che riparava la baia . Sbarchiamo , Kammamuri . Il praho si era arenato con la prua verso la costa . Il portoghese , Kammamuri , la pazza e i pirati sbarcarono . Conducete questa donna nella migliore abitazione del villaggio disse Yanez , additando ai pirati la pazza . Le faranno del male ? domando` Kammamuri . Nessuno ardira` toccarla disse Yanez . Le donne qui si rispettano forse piu` che in India ed in Europa . Vieni , maharatto . Si diressero verso la gigantesca rupe e salirono una stretta scala scavata nel vivo masso , lungo la quale erano scaglionate sentinelle armate di carabine e di scimitarre . Perche` tante precauzioni ? chiese Kammamuri . Perche` la Tigre della Malesia ha centomila nemici . Non e` amato dunque il capitano ? Noi lo idolatriamo , ma gli altri ... Se tu sapessi , Kammamuri , come gl' inglesi lo odiano . Eccoci giunti : non temere nulla . Infatti giungevano allora dinanzi alla gran capanna , difesa pur questa da trincee , da gabbionate , da fossati , da cannoni , da mortai e da spingarde del secolo precedente . Il portoghese spinse prudentemente una grossa porta di legno di teck , capace di resistere al cannone , e introdusse Kammamuri in una stanza tappezzata di seta rossa , ingombra di carabine d' Europa , di scuri , di kriss malesi , di yatagan turchi , di pugnali , di bottiglie , di pizzi , di stoffe , di maioliche della Cina e del Giappone , di mucchi d' oro , di verghe d' argento , di vasi riboccanti di perle e di diamanti . Nel mezzo , semisdraiato su di un ricco tappeto di Persia , Kammamuri scorse un uomo dal volto abbronzato , vestito sfarzosamente all' orientale , con vesti di seta trapunta in oro e lunghi stivali di pelle pure rossa a punta rialzata . Quell' individuo non dimostrava piu` di trentaquattro o trentacinque anni . Era alto di statura , stupendamente sviluppato , con una testa superba , una capigliatura folta , ricciuta , nera come l' ala di un corvo , che gli cadeva in pittoresco disordine sulle robuste spalle . Alta era la sua fronte , scintillante lo sguardo , sottili le labbra , atteggiate ad un sorriso indefinibile , magnifica la barba che dava ai suoi lineamenti un aspetto fiero che incuteva ad un tempo rispetto e paura . Nell' insieme , s' indovinava che quell' uomo possedeva la ferocia di una tigre , l' agilita` di una scimmia e la forza di un gigante . Appena vide entrare i due personaggi , con uno scatto si alzo` a sedere , fissando su di loro uno di quegli sguardi che penetrano nel piu` profondo dei cuori . Che cosa mi rechi ? chiese con voce metallica , vibrante . La vittoria , innanzi tutto rispose il portoghese . Ti conduco pero` un prigioniero . La fronte di quell' uomo s' oscuro` . E` forse quell' indiano l' individuo che tu hai risparmiato ? domando` egli , dopo qualche istante di silenzio . Si` , Sandokan . Ti dispiace , forse ? Tu sai che rispetto i tuoi capricci , amico mio . Lo so , Tigre della Malesia . E che cosa vuole quell' uomo ? Diventare un tigrotto . L' ho veduto battersi , e` un eroe . Lo sguardo della Tigre divenne lampeggiante . Le rughe che solcavano la sua fronte scomparvero come le nubi sotto un vigoroso colpo di vento . Avvicinati disse all' indiano . Kammamuri , ancora sorpreso di trovarsi dinanzi al leggendario pirata che per tanti anni aveva fatto tremare i popoli della Malesia , si fece innanzi . Il tuo nome ? chiese la Tigre . Kammamuri . Sei ? Maharatto . Un figlio di eroi dunque ? Dite il vero , Tigre della Malesia disse l' indiano con orgoglio . Perche` hai lasciato il tuo paese ? Per recarmi a Sarawak . Da quel cane di James Brooke ? chiese la Tigre con accento d' odio . Non so chi sia questo James Brooke . Meglio cosi` . Chi hai a Sarawak per recarti laggiu` ? Il mio padrone . Cosa fa ? E` soldato del rajah , forse ? No , e` prigioniero del rajah . Prigioniero ? E perche` ? L' indiano non rispose . Parla disse brevemente il pirata . Voglio sapere tutto . Avrete la pazienza di ascoltarmi ? La storia e` lunga quanto terribile . Le storie terribili e sanguinose piacciono alla Tigre ; siedi e narra . 4 . Un terribile dramma . Kammamuri non se lo fece ripetere due volte . Si sedette in mezzo ad un mucchio di velluti sgualciti , bruttati qua e la` di macchie , e , dopo essere rimasto alcuni istanti silenzioso , come per raccogliere le idee , disse : Tigre della Malesia , avete udito parlare delle Sunderbunds del sacro Gange ? Non conosco quelle terre rispose il pirata , ma so cos' e` il delta di un fiume . Tu vuoi parlare dei banchi che ostruiscono la foce della grande fiumana . Si` , dei grandi ed innumerevoli banchi coperti di canne giganti e popolati di feroci animali che si estendono per molte miglia dalla foce dell' Hugly a quella del Gange . Il mio padrone era nato la` in mezzo , in un' isola che si chiama la jungla nera . Era bello , era forte , era prode , il piu` prode che io abbia incontrato nella mia vita avventurosa . Nulla lo faceva tremare : ne` il veleno del cobra capello , ne` la forza prodigiosa del pitone , ne` gli artigli della grande tigre del Bengala , ne` il laccio dei suoi nemici . Il suo nome ? chiese il pirata . voglio conoscere questo eroe . Si chiamava Tremal Naik , il cacciatore di tigri e serpenti della jungla nera . La Tigre della Malesia a quel nome si alzo` , guardando fisso il maharatto . Cacciatore di tigri , hai detto ? domando` . Si` . Perche` tale soprannome ? Perche` cacciava le tigri della jungla . Un uomo che affronta le tigri non puo` essere che un coraggioso . Senza conoscerlo , sento gia` di amare quel fiero indiano . Tira avanti : divento impaziente . Una sera Tremal Naik ritornava dalla jungla . Era una sera magnifica , una vera sera del Bengala ; dolce e profumata era l' aria , ancor fiammeggiante l' orizzonte e debolmente stellato il firmamento . Aveva gia` percorso un lungo tratto senza incontrare anima viva , quando gli si rizzo` dinanzi , a meno di venti passi , fra un cespuglio di mussenda , una giovinetta di meravigliosa bellezza . Chi era ? Era una creatura dalla carnagione rosea , coi capelli neri e gli occhi immensi . Lo fisso` per un istante con sguardo malinconico , poi sparve . Tremal Naik fu cosi` vivamente toccato da quell' apparizione che arse d' amore per la fanciulla sconosciuta . Pochi giorni dopo un delitto veniva commesso sulle rive di un' isola che si chiama Raimangal . Uno dei nostri , che si era recato cola` a cacciare la tigre , veniva trovato cadavere con un laccio al collo . Oh ! ... esclamo` il pirata , al colmo della sorpresa . Chi poteva aver strangolato un cacciatore di tigri ? Siate paziente e lo saprete . Tremal Naik , come vi dissi , era un uomo coraggioso . Mi prese con se` e sbarcammo a mezzanotte a Raimangal , risoluti a vendicare lo sventurato nostro compagno . Dapprima udimmo rumori misteriosi che uscivano di sotto terra , poi dal tronco di un gigantesco banian sbucarono parecchi uomini nudi , bizzarramente tatuati . Quegli uomini erano gli assassini del povero cacciatore di tigri . Ebbene ? chiese il pirata , i cui occhi brillavano di gioia . Tremal Naik non esitava mai . Un colpo di carabina basto` per gettare a terra il capo di quegli indiani , poi fuggimmo . Bravo Tremal Naik ! esclamo` la Tigre con entusiasmo . Continua . Mi diverto piu` a udire questa storia che ad abbordare un vascello carico di minerale giallo . Il mio padrone , per far perdere le tracce a quegli uomini che ci inseguivano , si separo` da me e si rifugio` in una grande pagoda dove ritrovo` ... indovinate chi ? La giovanetta forse ? Si` , la giovanetta che era prigioniera di quegli uomini . Ma chi erano ? Gli adoratori di una divinita` feroce che altro non brama che vittime umane . Si chiama Kali` . La terribile dea dei thugs indiani ? La dea degli strangolatori . Quegli uomini sono piu` feroci delle tigri . Oh ! io li conosco disse il pirata . Ne ebbi qualcuno nella mia banda . Un thug nella tua banda ? esclamo` il maharatto , rabbrividendo . Sono perduto . Non aver paura , Kammamuri ; un tempo ne ebbi qualcuno , ma ora non ne ho piu` . Continua il tuo racconto . La fanciulla , che amava ormai il mio padrone , conoscendo quali pericoli lo circondavano , lo scongiuro` di partire all' istante ; ma egli non era uomo da aver paura . Rimase la` in attesa dei feroci thugs , risoluto a misurarsi con loro e , potendo , a rapire la prigioniera . Ma ohime` ! Aveva troppo confidato nelle sue forze . Poco dopo dodici uomini armati di laccio entravano e si scagliavano contro di lui e , malgrado la sua ostinata difesa , veniva atterrato , legato e poi pugnalato dal capo degli strangolatori , il feroce Suyodhana . E non mori` ? chiese Sandokan , che si interessava al racconto . No continuo` Kammamuri , non mori` poiche` piu` tardi io lo ritrovai in mezzo alla jungla , insanguinato , col pugnale ancora infisso nei petto , ma vivo . E perche` lo avevano gettato nella jungla ? chiese Yanez . Perche` le tigri lo divorassero . Lo portai nella nostra capanna e dopo molte cure guari` , ma il suo cuore era rimasto ferito dagli occhi neri della giovinetta ... Un giorno , dopo essere scampato a parecchi agguati tesigli dai thugs , risolvette di partire per Raimangal , deciso a tutto pur di rivedere l' amata creatura . C' imbarcammo di notte , durante un uragano , scendemmo il Mangal e approdammo all' isola . Nessun uomo vegliava all' entrata dei banian e ci sprofondammo sotto terra addentrandoci in oscurissimi corridoi . Avevamo saputo che i thugs , non essendo riusciti ad estirpare dal cuore della giovinetta dagli occhi neri l' amore per Tremal Naik , avevano deciso di bruciarla viva , per calmare l' ira della mostruosa dea , e noi correvamo a salvarla . Ma perche` era proibito a quella donna di amare ? chiese Yanez . Perche` era la guardiana della pagoda consacrata alla dea Kali` e , come tale , doveva mantenersi pura . Che razza di bricconi ! Continuo : dopo aver percorso lunghi corridoi , uccidendo le sentinelle , ci trovammo in una immensa sala sostenuta da cento colonne e illuminata da una infinita` di lampade che spandevano all' intorno una luce spettrale . Duecento indiani , coi lacci in mano , erano seduti all' intorno . In mezzo si ergeva la statua di Kali` : dinanzi a lei , il bacino dove nuota un pesciolino rosso , che si dice contenga l' anima della dea ; e piu` oltre si levava un gran rogo . Alla mezzanotte ecco apparire il capo Suyodhana coi suoi sacerdoti che trascinavano l' infelice ragazza , ubriacata di oppio e di misteriosi profumi . Ella non opponeva piu` alcuna resistenza . Gia` non distava che pochi passi dal rogo ; gia` un uomo aveva acceso una fiaccola e i thugs avevano intonato la preghiera dei defunti , quando io e Tremal Naik ci slanciammo come leoni in mezzo all' orda , scaricando le nostre armi a destra e a sinistra . Sfondare quella muraglia umana , strappare la giovinetta dalle mani dei sacerdoti e fuggire attraverso le oscure gallerie , fu l' affare di un sol momento . Dove fuggivamo ? Nessuno di noi lo sapeva , non ci si pensava in quel supremo istante . Non cercavamo che di guadagnare strada sui thugs , i quali , rimessisi dallo spavento , si erano subito lanciati sulle nostre tracce ! Corremmo per una buona ora addentrandoci sempre piu` nelle viscere della terra finche` , trovato un pozzo , ci calammo entro una caverna che non aveva uscite . Quando cercammo di risalire era troppo tardi : i thugs ci avevano rinchiusi dentro ! Maledizione ! esclamo` Sandokan . Di' su , maharatto mio ; la tua storia e` interessantissima . Dimmi , siete fuggiti ? No . Mille tuoni ! Ci assediarono strettamente , ci assetarono accendendo attorno alla caverna immensi fuochi che ci arrostivano vivi , poi lasciarono irrompere su di noi un getto d' acqua alla quale era stato mescolato non so quale narcotico . Appena ci fummo dissetati , stramazzammo al suolo come colpiti da sincope e cademmo senza resistenza nelle mani dei nostri nemici . Eravamo ormai rassegnati a morire , poiche` nessuno di noi ignorava che la pieta` e` sconosciuta ai thugs , nondimeno fummo risparmiati . La morte sarebbe stata troppo dolce per noi e nella mente infernale di Suyodhana , il capo degli strangolatori , si era gia` formato un terribile disegno , che aveva per scopo di svellere dal cuore della giovinetta l' amore per Tremal Naik e di sbarazzarsi del mio padrone , che avrebbe potuto diventare per loro un formidabile nemico . Dovete sapere che a quel tempo un uomo prode , risoluto , cui era stata rapita la figlia dai thugs , faceva loro una guerra accanita . Quell' uomo era un inglese e si faceva chiamare capitano Macpherson . Centinaia e centinaia di thugs erano caduti per sua mano , e giorno e notte egli inseguiva gli altri senza tregua , potentemente aiutato dal governo inglese . Ne` i lacci degli strangolatori , ne` i pugnali dei piu` fanatici settari erano giunti a colpirlo , ne` le piu` infernali trame avevano avuto successo contro di lui . Suyodhana , che lo temeva assai , gli lancio` contro Tremal Naik promettendogli per compenso la mano della vergine della pagoda d' Oriente , cosi` infatti aveva nome la fanciulla dai capelli neri amata dal mio padrone . La testa del capitano doveva essere il regalo di nozze ! E Tremal Naik accetto` ? chiese la Tigre , con viva ansieta` . Egli amava troppo la Vergine e accetto` l' orribile patto di sangue impostogli dal padre delle sacre acque del Gange , lo spietato Suyodhana . Non vi narrero` tutto cio` che egli tento` , tutti i pericoli in cui incorse per poter avvicinare quel disgraziato capitano . Una fortuita combinazione gli procuro` il mezzo di diventare uno dei suoi servi , ma un giorno venne scoperto e dovette penare assai per ricuperare la liberta` e salvare la vita . Non rinunzio` tuttavia ad effettuare l' impresa impostagli dai thugs ed un giorno riusci` ad imbarcarsi su di una nave che il capitano Macpherson guidava verso le Sunderbunds per assalire nel loro covo i seguaci della sanguinaria dea . L' istessa notte , scortato da alcuni complici , entrava nella cabina del capitano per decapitarlo . La sua coscienza gli gridava di non commettere un delitto , perche` la vita di quell' uomo doveva essere sacra per lui , ed il suo sangue si ribellava ; pure era deciso , poiche` solamente uccidendo quel formidabile avversario avrebbe potuto avere la fidanzata : o almeno cosi` credeva , non conoscendo ancora l' infernale perversita` del fanatico Suyodhana . E lo uccise ? chiesero Sandokan e Yanez , con ansieta` . No disse Kammamuri . In quel supremo istante il nome della donna amata sfuggi` dalle labbra del mio padrone e fu udito dal capitano che stava per risvegliarsi . Quel nome fu un colpo di fulmine per entrambi : risparmio` un assassinio ed un raccapricciante delitto , poiche` quel capitano era il padre della donna amata dal mio padrone . Per Giove ! ... esclamo` Yanez . Quale storia tremenda ci narri ! ... La verita` , signor Yanez . Ma il tuo padrone non conosceva il nome della sua fidanzata ? ... Si` , ma il padre ne aveva assunto un altro per non far comprendere ai thugs che egli lottava per riavere la figlia , perche` temeva che , conoscendolo , gliela uccidessero . Continua disse Sandokan . Cio` che accadde potete immaginarvelo . Il mio padrone confesso` tutto : aveva finalmente compreso l' infernale astuzia di Suyodhana . Si offerse al capitano di guidarlo nelle caverne dei settari . Sbarcarono a Raimangal , il mio padrone entro` nel tempio sotterraneo fingendo di portare con se` la testa del capitano e , quando pote` rivedere la fanciulla amata , gl' inglesi piombarono sui thugs . Suyodhana , pero` , usci` vivo dall' assalto improvviso dei nemici , e quando il mio padrone , il capitano , la fidanzata ed i soldati lasciarono i sotterranei per ritornare alla nave , lo udirono gridare con voce minacciosa : Ci rivedremo nella jungla ! ... . E quell' uomo sinistro manteneva la parola . A Raimangal si erano radunate parecchie centinaia di strangolatori essendo gia` stati informati della spedizione del capitano Macpherson . Guidati da Suyodhana piombarono , venti volte piu` numerosi , sugli inglesi . L' equipaggio della nave invano accorse in aiuto del suo capitano . Tutti caddero fra le erbe giganti della jungla , schiacciati dal numero , e il capitano per primo . Perfino la nave fu presa , incendiata e fatta saltare in aria . Solo Tremal Naik e la sua fidanzata erano stati risparmiati . Aveva rimorso , Suyodhana , a spegnere anche il mio padrone che tanto aveva fatto per quegl' infami , oppure sperava di fare di lui un thug ? Io non lo seppi mai . Ma , tre giorni dopo , il mio padrone , che era stato fatto impazzire mediante la somministrazione di un liquore misterioso , veniva arrestato dalle autorita` inglesi presso il forte Williams . Era stato denunciato come thug ed i testimoni non erano mancati , poiche` quella setta conta numerosi seguaci anche a Calcutta . Fu risparmiato perche` era pazzo , ma condannato alla deportazione perpetua nell' isola di Norfolk , una terra al sud d' una regione chiamata Australia , cosi` mi dissero . Quale spaventevole dramma ! esclamo` la Tigre , dopo alcuni istanti di silenzio . Cosi` intensamente Suyodhana odiava lo sventurato Tremal Naik ? Il capo dei settari voleva , facendo decapitare il capitano dal mio padrone , spegnere per sempre la passione che ardeva nel cuore della vergine della pagoda . Era un mostro quel feroce capo dei thugs . Ma il tuo padrone e` ancora pazzo ? chiese Yanez . No , i medici riuscirono a guarirlo . E non si difese ? Non svelo` tutto ? ... Lo tento` , ma non fu creduto . Ma perche` si trova a Sarawak ? ... Perche` il legno che lo trasportava a Norfolk naufrago` presso Sarawak . Disgraziatamente nelle mani del rajah non ci stara` molto . E perche` ? Perche` la nave e` gia` partita dall' India e fra sei o sette giorni , se i miei calcoli non m' ingannano , giungera` a Sarawak . Quella nave e` diretta a Norfolk . Come si chiama quella nave ? L' Helgoland . L' hai vista tu ? Prima di lasciare l' India . E dove ti recavi colla Young India ? A Sarawak a salvare il mio padrone disse Kammamuri con fermezza . Solo ? Solo . Sei un giovanotto audace , maharatto mio disse la Tigre della Malesia . E della vergine della pagoda d' Oriente cosa fece il terribile Suyodhana ? La tenne prigioniera nei sotterranei di Raimangal , ma la disgraziata , dopo il sanguinoso assalto dei thugs nella jungla , era impazzita . Ma come fuggi` dalle mani dei thugs ? chiese Yanez . E` fuggita ? domando` Sandokan Si` , fratellino . E dove si trova ? Lo saprai piu` tardi . Narrami , Kammamuri , in che modo fuggi` disse Yanez . Ve lo diro` in due parole disse il maharatto . Io ero rimasto coi thugs anche dopo l' atroce vendetta di Suyodhana , e vegliavo attentamente sulla vergine della pagoda . Saputo , dopo parecchio tempo , che il mio padrone era stato condannato alla deportazione nell' isola di Norfolk e che la nave che lo trasportava era naufragata a Sarawak , meditai la fuga . Comperai un canotto , lo nascosi in mezzo alla jungla , e una sera d' orgia , mentre i thugs , ubriachi fradici , non erano piu` in grado di uscire dai loro sotterranei , mi recai alla pagoda sacra , pugnalai gl' indiani che la custodivano , afferrai fra le mie braccia la Vergine e fuggii . All' indomani io ero a Calcutta e quattro giorni dopo a bordo della Young India . E la Vergine ? chiese Sandokan . E` a Calcutta s' affretto` a dire Yanez . E` bella ? Bellissima disse Kammamuri . Ha i capelli neri e splendidi occhi scuri . E si chiama ? La vergine della pagoda , vi ho detto . Non ha nessun altro nome ? Si` . Dimmelo . Si chiama Ada Corishant . A quel nome la Tigre della Malesia aveva fatto un balzo , gettando un urlo terribile . Corishant ! ... Corishant ! ... Il nome dell' adorata madre della mia povera Marianna ! ... Dio ! ... Dio ! ... urlo` con accento disperato . Poi piombo` sul tappeto con la faccia orribilmente sconvolta e le mani contratte sul cuore . Un rauco singhiozzo , che parve un ruggito , lacero` il suo petto . Kammamuri , spaventato , sorpreso , si era alzato per accorrere in aiuto del pirata , che pareva fosse stato colpito a morte , ma due mani robuste lo arrestarono . Una parola gli disse il portoghese , tenendolo stretto per le spalle . Come si chiamava il padre di quella giovinetta ? Harry Corishant rispose il maharatto . Gran Dio ! ... Ed era ? Capitano dei sipai . Esci di qui ! Ma perche` ? ... Che cosa e` accaduto ? ... Silenzio , esci di qui ! E , riafferrandolo per le spalle , lo spinse bruscamente fuori della porta , che richiuse con un doppio giro di chiave . 5 . La caccia all' Helgoland . Il pirata di Mompracem si era prontamente rimesso da quella terribile commozione . La sua faccia , quantunque ancora alterata , aveva ripreso la sua fiera espressione che incuteva rispetto e terrore ai piu` coraggiosi , e sulle sue labbra , quantunque un po' scolorite , errava un malinconico sorriso . Grosse gocce di sudore imperlavano pero` la sua ampia fronte , lievemente corrugata , e una fiamma sinistra brillava in quegli sguardi che penetravano nel piu` profondo dei cuori . E` passata la tempesta ? chiese Yanez , sedendosi accanto a lui . Si` disse la Tigre , con voce sorda . Ogni volta che tu odi un nome che ti ricorda Marianna ti agiti e stai male . Ho troppo amato quella donna ... Yanez . Quel ricordo cosi` bruscamente evocato mi ha fatto piu` male di una palla di carabina che fosse entrata nel mio petto ... Marianna , mia povera Marianna ! Un secondo singhiozzo lacero` il petto della Tigre . Coraggio , fratello mio disse Yanez , che era assai commosso . Non dimenticare che tu sei la Tigre della Malesia . Certi ricordi sono tremendi anche per una tigre . Vuoi che parliamo di Ada Corishant ? Parliamone , Yanez . Credi a quanto ha narrato il maharatto ? Credo , Yanez . Che cosa farai ? Yanez rispose Sandokan con voce triste , ti ricordi cio` che disse una sera , sotto la fresca ombra di un maestoso durion , mia moglie ? Si` , me lo ricordo . Sandokan , mio prode amico , ti disse , ho una cugina che idolatro nella lontana India . E` figlia d' un fratello di mia madre . Avanti , Yanez . Proseguo . Ella e` scomparsa , non si sa dove sia . Si dice che i thugs indiani l' abbiano rapita ; Sandokan , mio prode amico , salvala , restituiscila all' addolorato suo genitore . Basta , basta , Yanez ! esclamo` il pirata con voce straziante . Oh , quei ricordi mi lacerano il cuore . E non poter riveder piu` quella povera donna ! ... Marianna , mia adorata Marianna ! ... Il pirata si era preso il capo fra le mani e rauchi singhiozzi sollevavano il suo atletico petto . Sandokan disse Yanez , sii forte . Il pirata rialzo` il capo . Sono forte , rispose . Vuoi che riprendiamo il discorso ? Si` . Purche` tu sia calmo . Lo saro` . Che cosa farai per Ada Corishant ? Che cosa faro` ? E me lo chiedi ? Andro` subito a salvarla , poi andro` a Sarawak a liberare il suo fidanzato . Ada Corishant e` salva , Sandokan disse Yanez . Salva ! ... salva ! ... esclamo` il pirata balzando in piedi . Dov' e` ? Qui . Qui ! ... E perche` non me l' hai detto prima ? Perche` quella giovinetta somiglia alla tua defunta moglie , quantunque non abbia ne` i capelli d' oro , ne` gli occhi azzurri come il mare . Io temevo che tu nel vederla provassi un fiero colpo . Io voglio vederla , Yanez , iovoglio vederla ! La vedrai subito . Apri` la porta . Kammamuri , in preda ad una indicibile ansieta` , era seduto su un gabbione sfondato aspettando di venire chiamato . Signor Yanez ! esclamo` con voce tremante , lanciandosi verso il portoghese . Calma , Kammamuri . Salverete il mio padrone ? Lo speriamo disse Yanez . Grazie , signore , grazie ! Mi ringrazierai quando l' avremo salvato . Ora scendi al villaggio e conduci qui la tua padrona . Il maharatto discese la stretta scala a precipizio mandando urla di gioia . Bravo giovanotto mormoro` il portoghese . Rientro` e si avvicino` a Sandokan , che era tornato a sedersi e teneva il viso nascosto fra le mani . A cosa pensi , fratello mio ? gli chiese con voce affettuosa . Al passato , Yanez rispose il pirata . Non pensare mai al passato , Sandokan . Tu lo sai , ti fa soffrire . Dimmi , quando partiremo ? Subito . Per Sarawak ? Per Sarawak . Avremo un osso duro da rodere . Il rajah di Sarawak e` potente e odia terribilmente i pirati . Lo so , ma i nostri uomini si chiamano i tigrotti di Mompracem ed io la Tigre della Malesia . Andremo direttamente a Sarawak o incroceremo presso le coste ? Incroceremo nella vasta baia . Bisogna , prima di sbarcare , affondare l' Helgoland . Comprendo il tuo piano . Lo approvi ? Si` , Sandokan , e ... Si arresto` di botto . La porta erasi improvvisamente aperta e sulla soglia era apparsa Ada Corishant , la vergine della pagoda d' Oriente . Guardala , Sandokan ! esclamo` il portoghese . Il pirata si volse . Nel vedere quella donna ritta sulla soglia della porta emise un urlo e indietreggio` , vacillando , fino al muro . Quale somiglianza ! ... esclamo` . Quale somiglianza ! La pazza non si era mossa , conservava una immobilita` assoluta , ma guardava fisso il pirata . D' improvviso fece due passi innanzi e pronuncio` una parola : Dei thugs ? No disse Kammamuri che l' aveva seguita . No , padrona , non sono thugs . Ella scosse il capo , si avvicino` a Sandokan che pareva non fosse capace di staccarsi dal muro , e gli mise una mano sul petto . Pareva che cercasse qualcosa . Dei thugs ? ripete` ella . No , padrona , no disse il maharatto . Ada apri` il gran mantello di seta bianca mettendo allo scoperto una corazza d' oro tempestata di grossi diamanti , in mezzo alla quale campeggiava , in alto rilievo , un serpente con la testa di donna . Guardo` a lungo quel misterioso simbolo degli strangolatori indiani , poi guardo` il petto di Sandokan . Perche` non vedo il serpente ? chiese con voce lievemente alterata . Perche` questi uomini non sono thugs disse Kammamuri . Un lampo baleno` negli occhi della pazza , ma subito si spense . Aveva compreso cio` che aveva detto Kammamuri ? Forse . Kammamuri disse Yanez sottovoce . Se tu pronunciassi il nome del suo fidanzato ? No , no ! esclamo` il maharatto con terrore . Essa cadrebbe in deliquio . E` sempre cosi` tranquilla ? Sempre , ma fate che non oda lo squillo di un ramsinga o di un tare` , e che non veda un laccio o una statua della dea Kali` . Perche` ? Perche` allora fugge e per parecchi giorni delira . In quell' istante la pazza si volse , dirigendosi a lenti passi verso la porta . Kammamuri , Yanez e Sandokan , il quale si era rimesso dalla sua viva commozione , la seguirono . Che cosa vuol fare ? chiese Yanez . Non lo so rispose il maharatto . La pazza , appena uscita , si era arrestata , guardando con curiosita` le trincee e le palizzate che difendevano la capanna , poi s' incammino` verso l' orlo della gigantesca rupe , guardando il mare che muggiva lungo le scogliere dell' isola . D' un tratto si chino` , come se volesse ascoltare meglio lo strepito delle onde , poi scoppio` in una risata argentina , esclamando : Il Mangal ! Che cosa dice ? chiesero ad una voce Sandokan e Yanez . Credo che scambi il mare per il fiume Mangal che bagna l' isola dei thugs . Povera giovane ! esclamo` Sandokan sospirando . Speri di farla ritornare in se` ? chiese Yanez . Si` , lo spero rispose Sandokan . In qual modo ? Te lo diro` quando avremo liberato Tremal Naik . Verra` con noi quella disgraziata ? Si` , Yanez . Durante la nostra assenza gli Inglesi potrebbero gettarsi su Mompracem e portarcela via . Quando si partira` ? chiese Kammamuri . Subito disse Sandokan . Abbiamo molta strada da percorrere e l' Helgoland forse non e` molto lontano . Kammamuri prese per mano Ada e scese la scaletta , seguito dalla Tigre della Malesia e da Yanez . Che impressione ti ha fatto quella sventurata ? chiese il portoghese a Sandokan . Un' impressione dolorosa , Yanez disse il pirata . Ah , potessi un giorno farla felice ! Somiglia alla defunta Marianna ? Si` , si` , Yanez ! esclamo` Sandokan con voce commossa . Ha gli stessi lineamenti della mia povera Marianna ! ... Basta , Yanez , non parliamo piu` di quella morta . Cio` mi fa soffrire , immensamente soffrire ! Erano allora giunti alle prime capanne del villaggio . Proprio in quel momento i prahos , carichi del bottino tolto alla Young India , entravano nella baia . Gli equipaggi , scorgendo il loro capo , lo salutarono con evviva entusiastici , agitando freneticamente le armi . Viva l' invincibile Tigre della Malesia ! urlavano . Viva il nostro valoroso capitano ! rispondevano i pirati del villaggio . Sandokan , con un solo gesto della mano , chiamo` attorno a se` tutti i pirati , i quali non erano meno di duecento , la maggior parte malesi e dayachi del Borneo , uomini coraggiosi come leoni , feroci come tigri , pronti a farsi uccidere per il loro capo che adoravano come una divinita` . Ognuno mi ascolti diss' egli . La Tigre della Malesia sta per intraprendere una spedizione che forse costera` la vita a gran numero di noi . Tigrotti di Mompracem , sulle coste del Borneo regna un uomo , figlio d' una stirpe che tanto male ci inflisse e che noi odiamo , un inglese , tiene in sua mano un mio amico , il fidanzato di questa povera pazza che e` cugina della defunta regina di Mompracem . Un urlo immenso s' alzo` attorno a Sandokan . Lo si salvi ! ... lo si salvi ! ... Tigrotti di Mompracem , io voglio salvare il fidanzato di questa infelice . Lo salveremo , Tigre della Malesia , lo salveremo ! ... Chi lo tiene prigioniero ? Il rajah James Brooke , lo sterminatore dei pirati . Questa volta non fu un urlo quello che irruppe dai petti dei pirati , fu un ruggito d' ira da far fremere : Morte a James Brooke ! ... Morte allo sterminatore dei pirati ! A Sarawak ! ... tutti a Sarawak ! ... Vendetta , Tigre della Malesia ! Silenzio ! tuono` la Tigre della Malesia . Kara` Olo` , fatti innanzi . Un uomo gigantesco , dalla pelle giallastra , le membra cariche di anelli di rame e il petto adorno di perle di vetro , di denti di tigre , di conchiglie e di ciuffi di capelli , gli si avvicino` , impugnando un pesante sciabolone che si allargava verso l' estremita` . Quanti uomini conta la tua banda ? gli chiese Sandokan . Ottanta rispose il pirata . Hai paura di James Brooke ? Non ho mai avuto paura di nessuno . Quando la Tigre della Malesia mi ordinera` di gettarmi su Sarawak , io l' assaliro` e dietro a me verranno tutti i miei uomini . T' imbarcherai con l' intera banda sulla Perla di Labuan . Non occorre che ti dica che il praho deve essere zeppo di palle e di polvere . Sta bene , capitano . Ed io , che cosa dovro` fare , capitano ? chiese un vecchio malese , sfigurato da piu` di venti cicatrici . Tu , Nayala , rimarrai a Mompracem con le altre bande ; lascia che vadano i giovani a Sarawak ! Rimarro` qui , giacche` me l' ordinate , e difendero` l' isola finche` avro` una goccia di sangue nelle vene . Sandokan e Yanez si intrattennero ancora a parlare coi capitani delle bande , indi salirono nella grande capanna . I loro preparativi furono brevi . Nascoste sotto le vesti alcune borse contenenti grossi diamanti , per un valore di forse due milioni , e scelte le carabine , le pistole , le scimitarre ed i kriss dalla punta acuta e avvelenata , ridiscesero verso la costa . La Perla di Labuan , coperta di vele , ondeggiava nella piccola rada , impaziente di uscire in mare . Sul ponte stavano schierati gli ottanta dayachi di Kara` Olo` , pronti a manovrare . Tigrotti disse Sandokan , volgendosi verso i pirati affollati sulla spiaggia , difendete la mia isola . La difenderemo risposero in coro i tigrotti di Mompracem , agitando le armi . Sandokan , Yanez , Kammamuri e la vergine della pagoda d' Oriente salirono in una imbarcazione e raggiunsero la nave , la quale , sciolte le gomene , navigo` verso l' alto mare salutata da urla di : Evviva la Perla di Labuan ! ... Evviva la Tigre della Malesia ! ... Evviva i tigrotti di Mompracem ! 6 . Da Mompracem a Sarawak . La Perla di Labuan , con la quale il capo dei pirati di Mompracem stava per intraprendere l' audace spedizione , era uno dei piu` grandi , dei piu` bei prahos che solcassero gli ampi mari della Malesia . Stazzava centocinquanta o centosessanta tonnellate , il triplo dei prahos ordinari . Strettissima aveva la carena , svelte le forme , alta e solida la prua , fortissimi gli alberi e amplissime le vele , i cui pennoni non misuravano meno di sessanta metri . A vento largo , doveva filare come una rondine marinara e lasciarsi di gran lunga indietro i piu` rapidi steamers e i piu` veloci velieri d' Asia e d' Australia . Non aveva nulla che potesse farla credere un legno corsaro . Ne` cannoni in vista , ne` equipaggio numeroso , ne` sabordi . Pareva un elegante praho mercantile con un carico prezioso nella stiva , in rotta per la Cina o per le Indie . Il piu` astuto lupo di mare si sarebbe ingannato . Chi pero` fosse sceso nella stiva avrebbe potuto vedere di che merci il praho era carico . Non erano ne` tappeti , ne` ori , ne` spezie , ne` the` : erano bombe , fucili , pugnali , sciaboloni d' arrembaggio e barili di polvere in quantita` sufficiente per far saltare due fregate di alto bordo . Chi poi fosse entrato sotto il gran casotto attap , avrebbe potuto vedere sei cannoni di lunga portata , posti sulle loro carrette , pronti a vomitare uragani di mitraglia e di palle , nonche` due mortai da grosse bombe , grappini d' arrembaggio , asce , scuri e pesanti parangs , le armi favorite dei dayachi del Borneo . Girate le innumerevoli rocce e scogliere madreporiche , che rendevano inaccessibile l' entrata della piccola baia alle grosse navi , la svelta Perla di Labuan mise la prua verso la costa del Borneo , e precisamente verso il capo Sirik , che chiude ad occidente la vasta insenatura di Sarawak . Il tempo era splendido e il mare tranquillo : in cielo pochi cirri color di fuoco : in mare nulla . Non una vela , non una traccia di fumo che segnalasse uno steamer all' orizzonte , non onde . La immensa distesa d' acqua color piombo era perfettamente tranquilla , quantunque soffiasse un leggero venticello fresco . In meno di venti minuti , il veloce legno raggiunse l' estrema punta sud dell' isola , dietro la quale finiva di sfasciarsi lo scheletro dell' Young India e prese il largo , inclinato civettuolamente a babordo , lasciando dietro la poppa una linea perfetta . Yanez e Kammamuri , condotta la vergine della pagoda nella piu` vasta e bella cabina di poppa , erano risaliti in coperta , dove Sandokan passeggiava con le braccia incrociate sul petto e il capo chino , immerso in profondi pensieri . Che ti pare del nostro legno ? chiese Yanez al maharatto , il quale , appoggiato al coronamento di poppa , guardava attentamente le coste dirupate di Mompracem che rapidamente svanivano in lontananza . Non mi ricordo di aver navigato su di un legno rapido come questo , signor Yanez rispose il maharatto . I pirati , a quanto pare , sanno scegliere i loro navigli . Hai ragione , mio caro . Non c' e` piroscafo che tenga testa a questa valorosa Perla di Labuan . In pochi giorni , se questo vento non diminuisce , noi saremo in vista delle coste di Sarawak . Senza combattimenti ? Cio` non si puo` sapere . In questo mare si conosce la Perla di Labuan e molti sono gli incrociatori che battono le coste del Borneo . Potrebbe darsi il caso che a qualcuno di loro saltasse il ticchio di misurarsi con la Tigre della Malesia . E se cio` accadesse ? Perbacco , accetteremmo la sfida . La Tigre della Malesia , amico mio , non rifiuta mai un combattimento . Non vorrei che ci assalisse qualche grosso vascello . Non ci farebbe paura . Abbiamo nella stiva tante sciabole e tanti fucili da armare la popolazione di una citta` , tante bombe da affondare una flotta intera e tanta polvere da far saltare mille case . Ma solo ottanta uomini ! Ma sai tu quali uomini sono i nostri ? So che sono coraggiosi , ma ... Sono dayachi , mio caro . Che cosa vuol dire ? Gente che non ha paura di gettarsi contro una muraglia di ferro difesa da cento cannoni , quando sanno che al di la` vi sono teste da tagliare . Danno la caccia alle teste , questi dayachi ? Si` , giovanotto mio . I dayachi , che vivono per lo piu` nelle grandi foreste del Borneo , si chiamano head hunters , ossia cacciatori di teste . Sono terribili compagni , allora . Formidabili . E anche pericolosi . Se una notte saltasse loro la brutta idea di decapitarci ? Non aver paura , giovanotto . Rispettano e temono piu` noi che le loro divinita` . Basta una parola , una sola occhiata della Tigre per farli diventare mansueti . E quando arriveremo a Sarawak ? Fra cinque giorni , se non sopraggiungono accidenti . Burrasche , forse ? Peuh fece il portoghese alzando le spalle . La Perla di Labuan , guidata da un lupo di mare come Sandokan , si ride dei piu` formidabili cicloni . Sono gli incrociatori , ti ripeto , che di quando in quando vengono a seccarci . Ve ne sono molti , dunque ? Pullulano come le piante velenose . Portoghesi , Inglesi , Olandesi e Spagnoli hanno giurato una guerra a morte contro la pirateria . Sicche` un bel giorno i pirati scompariranno . Oh , mai piu` ! esclamo` Yanez , con profonda convinzione . La pirateria durera` finche` vi sara` un solo malese . E perche` ? Perche` la razza malese non si sente inclinata per la civilta` europea . Non conosce che il furto , l' incendio , il saccheggio , l' assassinio , terribili mezzi che le somministrano da vivere in abbondanza . La pirateria malese conta parecchi secoli di vita e continuera` per molti secoli ancora . E` una eredita` sanguinosa che si trasmette di padre in figlio . Ma non scema questa razza ? ? I continui combattimenti devono fare dei grandi vuoti . Poca cosa , Kammamuri , poca cosa ! La stirpe malese e` feconda come le piante velenose , come gli insetti nocivi . Morto uno , un altro ne nasce e il figlio non e` meno valoroso ne` meno sanguinario del padre . La Tigre della Malesia e` malese ? No , e` bornese e di una casta elevata . Ditemi , signor Yanez , come mai un uomo terribile che assalta vascelli , che trucida interi equipaggi , che saccheggia e incendia villaggi , che , infine , sparge ovunque il terrore , si e` generosamente offerto di salvare il mio padrone che non ha mai conosciuto ? Perche` il tuo padrone fu il fidanzato di Ada Corishant . Conosceva , forse , Ada Corishant ? chiese Kammamuri , con sorpresa . Non l' ha mai veduta . Non capisco allora ... Lo capirai subito , Kammamuri . Nel 1852 , cioe` cinque anni or sono , la Tigre della Malesia aveva raggiunto il culmine della sua potenza . Aveva molti e ferocissimi tigrotti , molti prahos , parecchi cannoni . Con una sola parola faceva tremare tutti i popoli della Malesia . Eravate anche allora insieme con la Tigre ? Si` e da parecchi anni . Un giorno Sandokan fu informato che a Labuan viveva una fanciulla incantevole , bellissima , e si senti` vinto dal desiderio di contemplarla . Si reco` a Labuan , ma fu scoperto da un incrociatore , vinto e ferito . Con infinite pene e affatto solo pote` riparare sotto i boschi e di la` giungere ad una casa abitata da ... indovina da chi ? Non lo saprei . Dalla fanciulla che voleva vedere . Oh ! quale strana combinazione ! La Tigre della Malesia non aveva amato fino allora che le lotte , le stragi , le tempeste . Ma , vista la fanciulla , se ne innamoro` alla follia . Chi ? La Tigre ? E impossibile ! esclamo` Kammamuri . Ti narro dei fatti veri disse Yanez . Amo` la fanciulla , la fanciulla amo` ardentemente il pirata e si accordarono per fuggire assieme . Perche` fuggire ? La fanciulla aveva uno zio capitano di marina , uomo ruvido , violento , nemico acerrimo della Tigre della Malesia . Passo sopra alle pugne tremende accadute fra inglesi e pirati , sulle disgrazie che toccarono alla Tigre , sul bombardamento di Mompracem , alle fughe . Ti diro` solo che Sandokan finalmente pote` far sua la fanciulla e rifugiarsi a Batavia . Io e una trentina di tigrotti lo seguimmo . E gli altri ? Erano tutti morti . E perche` la Tigre torno` a Mompracem ? Yanez non rispose e il maharatto , sorpreso di non ricevere risposta , alzo` gli occhi e lo vide asciugarsi rapidamente una lacrima . Ma voi piangete ! esclamo` . Non e` vero disse Yanez . Perche` negarlo ? Hai ragione , Kammamuri . Anche la Tigre della Malesia , che non aveva mai pianto , vidi scoppiare in lacrime . Il cuore mi si stringe e un nodo mi serra la gola tutte le volte che io penso a Marianna Guillonk . Marianna Guillonk ! ... esclamo` il maharatto . Chi e` questa Guillonk ? Era la giovinetta fuggita con la Tigre della Malesia . Parente di Ada Corishant ? Cugina , Kammamuri . Ecco perche` la Tigre ha promesso di salvare Tremal Naik e la sua fidanzata . Ditemi , signor Yanez , e` viva Marianna Guillonk ? No , Kammamuri disse Yanez con tristezza . Sono due anni che dorme in una tomba . Morta ? Morta ! E suo zio ? Vive ed e` sempre in cerca di Sandokan . Lord James Guillonk ha giurato di farlo appiccare assieme a me . E dove si trova ora ? Non lo sappiamo . Temete d' incontrarlo ? Ti diro` che ho un presentimento . Ma ... ai presentimenti gia` io non credo piu` . Accese una sigaretta e si mise a passeggiare sul ponte . Il maharatto noto` che quell' uomo , di solito cosi` ilare , era diventato triste . Forse sono i ricordi che l' hanno reso malinconico mormoro` , e scese nella cabina della pazza . Il vento continuava a mantenersi buono , anzi tendeva a crescere , accelerando la corsa della Perla di Labuan , la quale non tardo` a raggiungere i sette nodi all' ora , velocita` che le avrebbe permesso di guadagnare ii capo Sirik molto presto . A mezzodi` furono segnalate a babordo le Romades , gruppo d' isole situate a quaranta miglia dalla costa del Borneo , abitate per la maggior parte da pirati che se la intendevano a meraviglia con quelli di Mompracem . Alcuni prahos , anzi , raggiunsero la Perla di Labuan , augurando all' equipaggio e al suo capitano buona preda . Qualche vela lontana , un brigantino e alcune giunche cinesi di forme pesanti e barocche , furono segnalati durante il giorno , ma la Tigre della Malesia , che temeva di arrivare dopo l' Helgoland e non voleva esporre i suoi uomini in un combattimento inutile , non si curo` di quei navigli . All' indomani , ai primi albori , fu segnalata Whale , isola considerevole , lontana centodieci miglia da Mompracem , cinta da scogliere innumerevoli che rendono oltremodo pericoloso l' approdo . Una cannoniera con bandiera olandese , che esplorava la costa cercando senza dubbio qualche legno corsaro , appena ebbe scorta la Perla di Labuan prese il largo a tutto vapore ; il suo ponte , in un baleno , si copri` di marinai armati di carabine di lunga portata e gli artiglieri smascherarono a tribordo un grosso cannone . Aoh ! esclamo` Yanez , avvicinandosi a Sandokan che guardava con occhio tranquillo la cannoniera . Fratellino mio , quella bestia la` ha fiutato qualcosa , perche` pare che si prepari a darci la caccia . Non crederlo rispose la Tigre . Si accontentera` di seguirci . Non mi va troppo a sangue essere seguito da una cannoniera . Hai paura ? No , fratello mio . Ma se quella cannoniera ci seguisse fino a Sarawak ? Perche` vuoi che ci segua a Sarawak ? Se ha un sospetto ci dara` battaglia e noi la coleremo a picco . Diffida , fratello . Mi si disse che James Brooke ha una buona flottiglia , che cambia assai spesso bandiera ed apparenza per dar la caccia ai pirati . Le conosco le astuzie di quel lupo di mare . So che talvolta , per attirare i pirati , disalbera la sua nave , il Realista , per mitragliarli appena giunti a tiro . E` vero , Sandokan , che quel diavolo d' uomo ha sterminato quanti pirati battevano le coste di Sarawak ? E` vero , Yanez . Col suo piccolo schooner , il Realista , purgo` le coste di mezzo Borneo , distruggendo tutti i prahos , incendiando i villaggi , cannoneggiando le fortezze . Quell' uomo ha del sangue nelle vene , non tanto pero` quanto ne hanno i pirati di Mompracem . Tremi il giorno in cui i miei tigrotti approderanno sulle sue terre . Vuoi misurarti con lui ? Lo spero . La Tigre dara` allo sterminatore dei pirati un colpo terribile , forse il colpo di grazia . Aho ! esclamo` il portoghese . Cos' hai ? Guarda la cannoniera , Sandokan . C' invita a mostrare la nostra bandiera . Non sara` certo la mia , quella che mostrero` . Quale allora ? chiese Yanez . Ehi , Kai Malu` , mostra a quei curiosi una bandiera inglese , olandese o portoghese . Pochi istanti dopo , una bandiera portoghese sventolava a poppa del praho . La cannoniera , soddisfatta , prese quasi subito il largo , non gia` verso l' isola Whale , che si scorgeva ancora all' orizzonte , ma verso il sud . Quella rotta fece aggrottare le ciglia alla Tigre della Malesia e al suo compagno . Uhm ! fece il portoghese . C' e` sotto qualche cosa . Lo so , fratello . Quella cannoniera si dirige verso Sarawak , ne sono certo , certissimo . Appena fuori di vista modifichera` la sua rotta . Gli uomini che la montano sono furbi . Hanno fiutato in noi dei pirati . Che cosa farai ? Nulla per ora . Quella cannoniera , oggi , cammina piu` di noi . Che vada ad aspettarci a Sarawak ? E` probabile . Ci tendera` forse un agguato alla foce del fiume , con la flotta di Brooke . Daremo battaglia . Non abbiamo che otto cannoni , Sandokan . Noi , ma l' Helgoland ne avra` piu` di noi . Lo vedrai , portoghese , ci divertiremo . Per due giorni la Perla di Labuan navigo` alla distanza di una trentina di miglia dalla costa del Borneo , segnalata dalla cima del monte Patau , gigantesco cono coperto di superbe foreste che si eleva a 1880 piedi sul livello del mare . La mattina del terzo , dopo una breve calma , girava il capo Sirik , promontorio roccioso coronato da alcune isole e isolotti che chiude la vasta baia di Sarawak verso nord . Sandokan , che temeva di trovarsi da un istante all' altro dinanzi alla flottiglia di James Brooke , fece caricare i cannoni , nascondere due terzi dell' equipaggio ; quindi innalzo` la bandiera olandese . Dopo di che , mise la prua al capo Tanjong Datu , che ad occidente chiude la baia , in vicinanza del quale doveva passare l' Helgoland proveniente dall' India . Verso il mezzodi` dello stesso giorno , tra la generale sorpresa , la Perla di Labuan si imbatteva nella cannoniera olandese che tre giorni prima aveva incontrato nelle acque dell' isola Whale . Sandokan , nel vederla , lascio` andare un violento pugno sulla murata . Ancora la cannoniera ! esclamo` , aggrottando la fronte e mostrando i denti , bianchi e aguzzi come quelli di una tigre . Tu vuoi che io faccia bere del sangue ai miei tigrotti . Ci spia , Sandokan disse Yanez . Ma io la colero` a picco . Non lo farai , Sandokan . Un colpo di cannone puo` essere udito dalla flotta di Brooke . Io me ne rido della flotta del rajah . Sii prudente , Sandokan . Saro` prudente , giacche` lo vuoi , ma vedrai che quella cannoniera ci tendera` un agguato alla foce del Sarawak . Non sei la Tigre della Malesia , tu ? Si` , ma abbiamo la vergine della pagoda a bordo . Una palla potrebbe colpirla . Coi nostri petti le faremo scudo . La cannoniera olandese era giunta a duecento metri dalla Perla di Labuan . Sul suo ponte si vedevano il capitano , munito di un cannocchiale e , affollati a prua , una trentina di marinai armati di carabine . A poppa alcuni artiglieri circondavano un grosso cannone . Giro` due volte attorno al praho descrivendo un grandissimo semicerchio , poi viro` di bordo mettendo la prua a sud , verso Sarawak . La sua velocita` era tale che in tre quarti d' ora non si scorgeva piu` che un sottile pennacchio di fumo . Dannazione ! esclamo` Sandokan . Se mi torni a tiro ti mando a picco con una sola bordata . La Tigre , anche se non e` di cattivo umore , non si lascia avvicinare tre volte impunemente . La ritroveremo a Sarawak disse Yanez . Lo spero , ma ... Un grido che veniva dall' alto lo interruppe bruscamente . Eh ! Uno steamer all' orizzonte ! aveva gridato un pirata che si teneva a cavalcioni del gran pennone di maestra . Un incrociatore , forse ! esclamo` Sandokan il cui sguardo si accese . Da dove viene ? Dal nord rispose il gabbiere . Lo vedi bene ? Non scorgo che il fumo e l' estremita` dei suoi alberi . Se fosse l' Helgoland ! esclamo` Yanez . E` impossibile ! Verrebbe dall' occidente , non gia` dal nord . Puo` aver toccato Labuan . Kammamuri ! grido` la Tigre . Il maharatto , che si era issato sul coronamento di poppa , si slancio` giu` correndo verso il pirata . Conosci l' Helgoland ? chiese la Tigre . Si` , padrone . Ebbene , seguimi ! Si slanciarono verso i paterazzi , s' inerpicarono fino alla estremita` dell' albero di maestra e fissarono i loro sguardi sulla verdastra superficie del mare . 7 . L' Helgoland . All' orizzonte , la` dove il cielo si confondeva con l' oceano , era quasi improvvisamente apparso un vascello a tre alberi che , quantunque ancora assai lontano , s' indovinava essere di grandi dimensioni . Dal fumaiolo usciva una striscia di fumo nero che il vento portava assai lontano . La sua mole , la sua struttura , i suoi alberi rivelavano subito che quella nave apparteneva alla categoria dei vascelli da guerra . Lo scorgi , Kammamuri ? chiese Sandokan , che fissava il piroscafo con estrema attenzione , come se volesse riconoscere la bandiera che sventolava sul picco della randa . Si` rispose il maharatto . Lo conosci ? Aspettate un poco , padrona E` l' Helgoland ? Aspettate ... mi pare ... si` , si` , e` l' Helgoland ! Non t' inganni ? No , Tigre , non m' inganno . Ecco la sua prua tagliata ad angolo retto , ecco la` i suoi alberi tutti d' un pezzo , ecco i suoi dodici sabordi . Si` , Tigre , si` , e` l' Helgoland ! Un lampo sinistro guizzo` negli occhi della Tigre della Malesia . La` v' e` lavoro per tutti ! esclamo` il pirata . Si aggrappo` ad una sartia e si lascio` scivolare fino al ponte . I suoi pirati , che avevano brandite le armi , gli corsero attorno interrogandolo con lo sguardo . Yanez ! chiamo` . Eccomi , fratello rispose il portoghese , accorrendo da poppa . Prendi sei uomini , scendi nella stiva e sfonda i fianchi del praho . Che ? Sfondare i fianchi del praho ? Sei matto ? Ho il mio piano . L' equipaggio del vascello udra` le nostre grida , accorrera` e ci accogliera` come naufraghi . Tu sarai un ambasciatore portoghese in rotta per Sarawak e noi la tua scorta . Ebbene ? Ebbene una volta sul vascello , non sara` difficile per uomini come noi impadronircene . Spicciati : l' Helgoland si avanza . Fratello , sei davvero un grand' uomo ! esclamo` il portoghese . Fece armare dieci uomini e discese nella stiva ingombra di armi , di barilotti di polvere , di palle e di vecchi cannoni che servivano quale zavorra . Cinque uomini si misero a babordo e gli altri cinque a tribordo , con le scuri in mano . Animo , ragazzi disse il portoghese . Picchiate sodo , ma che le falle non siano troppo grandi . Bisogna affondare lentamente per non farsi mangiare dai pesci cani . I dieci uomini si misero a picchiare contro i bordi della nave che erano solidi come fossero di ferro . Dieci minuti dopo , due enormi getti d' acqua si precipitavano fischiando nella stiva , dirigendosi verso poppa . Il portoghese ed i dieci pirati si slanciarono in coperta . Affondiamo disse Yanez . Saldi in gambe , ragazzi , e nascondete le pistole e i kriss sotto le casacche . Domani ne avremo bisogno . Kammamuri grido` Sandokan , conduci la tua padrona sul ponte . Dovremo saltare in mare , capitano ? chiese il maharatto . Non c' e` bisogno . Se pero` sara` necessario , m' incarico io di portare la giovanetta . Il maharatto si precipito` sotto coperta , afferro` fra le robuste braccia la sua padrona , senza che ella opponesse la minima resistenza , e la porto` sul ponte . Il piroscafo era lontano un buon miglio , ma si avanzava colla velocita` di quattordici o quindici nodi all' ora . Fra pochi minuti doveva trovarsi sulle acque del praho . La Tigre della Malesia si avvicino` ad un cannone e vi diede fuoco . La detonazione fu portata dal vento fino al vascello , il quale mise subito la prua verso il praho . Aiuto ! a noi ! urlo` la Tigre . Aiuto ! aiuto ! Affondiamo ! A noi ! a noi ! gridarono i pirati . Il praho , inclinato a tribordo , affondava lentamente , traballando come fosse ubriaco . Gia` nella stiva si udiva l' acqua penetrare con sordo rumore attraverso le due spaccature , e i barili urtarsi e spezzarsi contro i cannoni . L' albero di maestra , scavezzato alla base , barcollo` un istante , poi precipito` in mare , trascinando nella caduta la gran vela e tutte le sartie . In acqua le artiglierie comando` Sandokan , che sentiva mancarsi il praho sotto i piedi . I cannoni furono gettati in mare , poi i barili di polvere , le palle , le ancore , la zavorra che era in coperta , le gomene e gli alberi di ricambio . Sei uomini , afferrati alcuni mastelli , scesero nella stiva per rallentare l' impeto delle acque che entravano con furia rodendo gli orli delle due spaccature . . Il vascello era giunto allora a trecento metri di distanza e si era arrestato . Sei imbarcazioni montate da marinai si staccarono dai suoi fianchi dirigendosi a tutta velocita` verso il praho che affondava . Aiuto ! aiuto ! grido` Yanez , che si trovava in piedi sulla murata di babordo , circondato da tutti i pirati . Coraggio grido` una voce partita dal battello piu` vicino . Le imbarcazioni venivano avanti con furia , fendendo rumorosamente le acque . I timonieri , seduti a poppa , colla barra in mano , incoraggiavano i marinai , i quali arrancavano con furore e con perfetto accordo , senza perdere un colpo di remo . In brevi istanti il praho si trovo` abbordato da due lati . L' ufficiale che comandava la piccola squadra , un buon giovanotto nelle cui vene doveva scorrere sangue indiano , salto` sul ponte di legno che stava per sommergersi . Vedendo la pazza , si scopri` cortesemente il capo . Spicciatevi disse , prima la signora , poi gli altri . Avete nulla da salvare ? Nulla , comandante disse Yanez . Abbiamo gettato tutto in mare . In barca ! La vergine della pagoda prima , poi Yanez , Sandokan e alcuni malesi e dayachi si precipitarono nell' imbarcazione dell' ufficiale , mentre gli altri si accomodavano alla meglio nelle altre cinque . La piccola squadra si allontano` in fretta , dirigendosi verso il vascello che avanzava a piccolo vapore . L' acqua arrivava allora sul ponte del praho , il quale oscillava da prua a poppa scuotendo il malfermo albero di trinchetto . D' improvviso fu visto piegarsi sul fianco dritto , rovesciarsi , poi scomparire sotto le onde , formando un piccolo vortice che attiro` le imbarcazioni per una ventina di metri , nonostante gli sforzi erculei dei marinai . Una grande ondata si distese al largo , sollevando i rottami e infrangendosi contro i fianchi del vascello , il quale barcollo` da babordo a tribordo . Povera Perla ! esclamo` Yanez che provo` una stretta al cuore Da dove venivate ? chiese l' ufficiale dell' Helgoland , rimasto fino allora silenzioso . Da Varauni rispose Yanez . Si era aperta una falla ? Si` , a causa di un urto contro la scogliera dell' isola Whale . Chi sono tutti questi uomini di colore che conducete con voi ? Dayachi e malesi . E` una scorta d' onore datami dal Sultano del Borneo . Ma allora voi siete ... ? Yanez Gomera y Marhanhao , capitano di S . M . Cattolica il Re del Portogallo , ambasciatore alla Corte del Sultano di Varauni . L' ufficiale si scoperse il capo . Sono tre volte felice di avervi salvato disse inchinandosi . Ed io vi ringrazio , signore disse Yanez , inchinandosi pure . Senza il vostro aiuto , a quest' ora nessuno di noi sarebbe in vita . Le imbarcazioni erano giunte presso il vascello . La scala fu abbassata e l' ufficiale , Yanez , Ada , Sandokan e tutti gli altri salirono in coperta dove li attendevano ansiosamente il capitano e l' equipaggio . L' ufficiale presento` Yanez al capitano del vascello , un bell' uomo sulla quarantina con due grossi mustacchi e la pelle abbronzata dal sole equatoriale . E` una vera fortuna , signore , l' essere arrivato in cosi` buon punto disse il capitano stringendo vigorosamente la destra che il portoghese gli porgeva . Certamente , mio caro capitano . Mia sorella sarebbe morta . E` vostra sorella , signor ambasciatore ? chiese il capitano , guardando la pazza che non aveva ancor pronunciato parola . Si` , capitano , ma l' infelice e` pazza . Pazza ? Si` , comandante . Cosi` giovane e cosi` bella ! esclamo` il capitano guardando con occhio compassionevole la vergine della pagoda . Forse sara` stanca . Lo credo , capitano . Sir Strafford , conducete la signora nella migliore cabina di poppa . Permettete pero` che il suo servo la segua disse Yanez . Accompagnala , Kammamuri . Il maharatto prese per mano la giovinetta e segui` l' ufficiale a poppa . Anche voi , signore , dovete essere stanco e affamato disse il capitano , rivolgendosi a Yanez . Non dico di no , capitano . Sono due lunghe notti che non si dorme affatto e due giorni che appena si assaggia cibo . Dove eravate diretti ? A Sarawak . A proposito , permettetemi , capitano , di presentarvi S . A . R . Orango Kahaian fratello del sultano di Varauni disse Yanez presentando Sandokan . Il capitano strinse con entusiasmo la mano della Tigre della Malesia . By God ! esclamo` . Un ambasciatore e un principe sul mio vascello ? Cio` e` un avvenimento . Non occorre che vi dica , signori , che la mia nave e` a vostra disposizione . Mille grazie , capitano rispose Yanez . Siete anche voi in rotta per Sarawak ? Precisamente , e faremo il viaggio insieme . Quale fortuna ! Vi recate forse dal rajah James Brooke ? Si` , capitano , devo firmare un trattato importantissimo . Lo conoscete il rajah ? No , capitano . Vi presentero` io , signor ambasciatore . Sir Strafford , conducete questi signori nel quadro di poppa e fate servire loro il pranzo . E i nostri marinai , dove li alloggerete , capitano ? chiese Yanez . Nel frapponte , se non vi spiace . Grazie , capitano . Yanez e Sandokan seguirono l' ufficiale che li condusse in una vasta cabina fornita di lettucci e ammobiliata con molta eleganza . Le due finestre , riparate da grossi vetri e da cortine di seta , davano sulla poppa della nave e permettevano alla luce e all' aria di entrare liberamente . Sir Strafford disse Yanez , chi abbiamo vicino alla nostra cabina ? Il capitano alla vostra destra , e vostra sorella a sinistra . Benissimo . Scambieremo qualche parola attraverso le pareti . L' ufficiale si ritiro` , avvertendoli che sarebbe stato subito servito il pranzo . Ebbene , fratellino mio , come va ? chiese Yanez quando furono soli . Va tutto a gonfie vele rispose Sandokan : quei poveri diavoli ci credono davvero due galantuomini . Che cosa ne dici del vascello ? E` un legno di prima classe che fara` ottima figura a Sarawak . Hai contato gli uomini di bordo ? Si` , sono una quarantina . Accidenti ! esclamo` il portoghese facendo una brutta smorfia . Hai paura di quaranta uomini ? Non dico di no . Siamo in buon numero e tutti scelti , Yanez . Ma hanno dei buoni cannoni , gli Inglesi . Ho incaricato Hirundo di venirmi a dire di quali mezzi dispone il vascello . Il ragazzo e` furbo e ci dira` tutto . Quando faremo il colpo ? Questa notte . Domani , a mezzogiorno , saremo alla foce del fiume . Zitto , ecco lo steward . Il garzone portava , aiutato da due mozzi , un lauto pranzo : due sanguinolenti beefsteaks , un colossale pudding , scelte bottiglie di vino francese e di gin . I due pirati , che avevano appetito , si sedettero a tavola , assaltando bravamente il pranzo . Stavano intaccando il pudding , quando al di fuori si udi` un passo silenzioso e un leggero sibilo . Entra , Hirundo disse Sandokan . Un bel giovanotto , color del bronzo , ben piantato , con lo sguardo vivo entro` chiudendo dietro di se` la porta . Siedi e narra , Hirundo disse Yanez . Dove sono i nostri ? Nel frapponte rispose il giovane dayaco . Che cosa fanno ? Accarezzano le armi . Quanti cannoni vi sono nella batteria ? chiese Sandokan . Dodici , Tigre . Questi inglesi sono ben armati . James Brooke avra` un osso duro da rosicchiare , se gli saltera` il ticchio di abbordarci . Con una sola bordata manderemo a picco il suo famoso Realista . Lo credo , Tigre . Odimi , Hirundo , e cacciati in testa le mie parole . Sono tutto orecchi . Che nessuno dei nostri si muova , per ora . Quando la luna tramontera` , rovesciate i cannoni della batteria e salite in massa sul ponte gridando : al fuoco ! al fuoco ! I marinai , gli ufficiali e il capitano saliranno in coperta e noi daremo loro addosso , se non si arrenderanno . Mi hai capito ? Perfettamente , Tigre della Malesia . Avete altro da dirmi ? Si` , Hirundo . Quando uscirai di qui , entrerai nella cabina della vergine della pagoda , che e` attigua a questa , e dirai a Kammamuri di barricare solidamente la porta e di non uscire finche` durera` il combattimento . Ho capito , Tigre della Malesia . Vattene e obbedisci . Hirundo usci` ed entro` nella cabina della vergine della pagoda sacra . Li ammazzeremo tutti ? No , Yanez , li costringeremo ad arrendersi . Mi spiacerebbe uccidere questi uomini che ci hanno accolto con tanta gentilezza . I due pirati terminarono tranquillamente il pasto vuotando parecchie bottiglie , sorseggiarono il the` recato dallo steward e si sdraiarono nei loro lettucci , aspettando pazientemente il segnale per precipitarsi in coperta . Verso le otto il sole sparve sotto l' orizzonte e le tenebre si stesero a poco a poco , sull' ampia superficie d' acqua che diventava rapidamente oscura . Sandokan diede uno sguardo fuori dal finestrino . A babordo , a grande distanza , gli sembro` di vedere una massa nerastra ergersi verso le nubi : a poppa , pure assai lontana , una vela biancastra che radeva l' orizzonte . Siamo in vista del monte Matang mormoro` . Domani saremo a Sarawak . Tese gli orecchi , avvicinandosi alla porta della cabina . Udi` due persone scendere la scaletta , un bisbiglio , poi due porte aprirsi e chiudersi ; una a destra e l' altra a sinistra . Bene torno` a mormorare . Il capitano e il luogotenente sono entrati nelle loro cabine . Tutto va a meraviglia . Accese il suo scibouk che aveva avuto il tempo di salvare dal naufragio insieme alle pistole , alla sua scimitarra e al suo kriss d' inestimabile prezzo , e si mise a fumare colla maggiore tranquillita` . Poco dopo udi` suonare nella cabina del capitano le nove , poi le dieci , indi le undici . Sussulto` come se fosse stato colpito da una pila elettrica . Balzo` dal letto . Yanez esclamo` . Fratello rispose il portoghese . La Tigre della Malesia fece due passi verso l' uscio colla mano destra sull' impugnatura della scimitarra . Un grido terribile rimbombo` nel ventre del vascello perdendosi sul mare . Al fuoco ! al fuoco ! Saliamo ! esclamo` Sandokan . I due pirati , aperta la porta , si slanciarono sul ponte come tigri . 8 . La Baia di Sarawak . Al grido terribile di : al fuoco ! al fuoco ! l' ingegnere aveva fatto immediatamente arrestare il vascello , il quale non avanzava piu` che sotto l' impulso delle ultime battute dell' elica . Una confusione indescrivibile , all' apparire dei due pirati , regnava sul ponte . Dal castello di prua , seminudi o in camicia , uscivano alla rinfusa i marinai , ancora mezzo assonnati , in preda ad un indicibile sgomento , urtandosi gli uni con gli altri , sospingendosi , cadendo e risollevandosi . Gli uomini di guardia , non meno atterriti , credendo che il fuoco avesse gia` preso allarmanti proporzioni , s' affannavano a raccogliere le secchie sparse sul ponte . Dai boccaporti , invece , come marea montante , salivano in furia i tigrotti di Mompracem , col kriss fra i denti e le pistole in pugno , pronti alla battaglia . Comandi , grida , imprecazioni , esclamazioni , domande , s' incrociavano per ogni dove , dominando i muggiti della macchina e gli ordini dell' ufficiale di quarto . Dov' e` il fuoco ? chiedeva uno . Nella batteria , rispondeva un altro . Alla Santa Barbara ! Alla Santa Barbara ! Formate la catena . Tuoni ! Alle pompe ! Capitano ! Dov' e` il capitano ? Ai vostri posti ! tuonava l' ufficiale . Animo , ragazzi , alle pompe ! Ai vostri posti ! D' un tratto una voce , squillante come una tromba , risuona in mezzo al ponte del vascello immobile . A me , tigrotti ! La Tigre della Malesia si slancia fra i suoi uomini . Nella mano destra stringe come una morsa la scimitarra che scintilla al vago chiarore dei fanali di prua . Un urlo feroce rimbomba : Viva la Tigre della Malesia ! I marinai del vascello , sorpresi , spaventati nel vedere tutti quegli uomini armati pronti a gettarsi contro di loro , si precipitano confusamente a prua ed a poppa afferrando le scuri , le aspe , le manovelle , i boscelli , le gomene . Tradimento ! tradimento ! si urla da ogni parte . I pirati , col kriss in mano , si preparano a sfondare le due muraglie umane . La Tigre della Malesia con un fischio arresta lo slancio . Il capitano era apparso sul ponte e si dirigeva coraggiosamente verso di loro , col revolver nella destra . Che cosa succede ? chiese egli , con voce imperiosa . Sandokan usci` dal gruppo movendo verso di lui . Lo vedete bene , capitano disse egli . I miei uomini assaltano i vostri . Chi siete voi ? La Tigre della Malesia , mio capitano . Come ! ... Un altro nome dunque ? ... Dov' e` l' ambasciatore ? ... La` in mezzo , con la pistola in pugno , pronto a sparare su di voi , se non vi affrettate ad arrendervi . Miserabile ! ... Calma , capitano . Non si insulta impunemente il capo dei pirati di Mompracem . Il capitano fece tre passi indietro . Pirati ! ... esclamo` . Voi , pirati ! ... E dei piu` formidabili . Indietro ! tuono` egli alzando il revolver . Indietro o vi ammazzo ! Capitano riprese Sandokan facendosi innanzi ; noi siamo ottanta , tutti armati e decisi a tutto , e voi non avete che quaranta uomini quasi inermi . Io non vi odio e non voglio sacrificarvi inutilmente ; arrendetevi dunque , e vi giuro che non vi sara` torto un capello . Ma infine che cosa volete ? Il vostro vascello . Per corseggiare poi il mare ? No , per compiere una buona azione . capitano ; per riparare un' ingiustizia degli uomini . E se io rifiutassi ? Lancerei i miei tigrotti contro di voi . Ma voi volete derubarmi ! Sandokan si slaccio` una cintura ben gonfia che portava sotto la casacca e , mostrandola al capitano : Qui vi e` un milione in diamanti disse : prendete ! Il capitano lo guardo` trasognato . Non comprendo disse . Avete degli uomini coi quali potreste impadronirvi del vascello senza troppi sacrifici e invece mi regalate un milione ! Che uomo siete voi ? Sono la Tigre della Malesia rispose Sandokan . Orsu` , arrendetevi o saro` costretto a scatenare contro di voi questi tigrotti che mi circondano . Ma che cosa farete dei miei uomini ? V' imbarcheremo tutti nelle scialuppe e vi lasceremo liberi . E dove andremo ? La costa del Borneo non e` molto lontana . Spicciatevi , decidete . Il capitano esitava . Forse temeva che , deposte le armi , i pirati si scagliassero contro i suoi uomini per massacrarli . Yanez indovino` subito cio` che passava nella mente di lui e , facendosi innanzi : Capitano disse , avete torto di dubitare della parola della Tigre della Malesia , poiche` mai egli manco` alle promesse fatte . Avete ragione disse il comandante . Ola` , marinai , deponete le armi ; ogni resistenza e` inutile . I marinai , che se la vedevano molto brutta , non esitarono un solo istante e gettarono sul ponte coltelli , scuri , manovelle e aspe . Bravi ragazzi disse Sandokan . Ad un suo cenno , le due baleniere e tre scialuppe furono calate in mare , dopo averle ben provviste di viveri . I marinai , inermi , sfilarono in mezzo ai pirati prendendo posto nelle imbarcazioni . Ultimo rimase il capitano . Signore diss' egli , arrestandosi dinanzi alla Tigre della Malesia , non abbiamo ne` un' arma per difenderci , ne` una bussola per dirigerci . Sandokan stacco` da una catenella che gli pendeva sul petto una bussola d' oro e , porgendola all' ufficiale : Questa e` per dirigervi rispose . Si levo` dalla cintura le due pistole e dal dito un magnifico anello , ornato di un diamante grosso come una nocciola , e porse i tre oggetti al capitano . Queste armi per difendervi , questo anello per ricordo , e la borsa piena di diamanti per pagarvi il vascello che vi ho preso disse Sandokan . Siete l' uomo piu` strano che abbia incontrato in vita mia osservo` il capitano , ricevendo i tre oggetti . E non pensate che io potrei scaricarvi addosso queste armi ? Non lo farete . Perche` ? Perche` siete un leale gentiluomo . Andate ! Il capitano fece un leggero saluto con la mano e discese nell' imbarcazione , la quale prese subito il largo , seguita da tutte le altre , dirigendosi verso l' ovest . Venti minuti dopo l' Helgoland lasciava quei paraggi navigando lestamente verso la costa di Sarawak che era lontana tutt' al piu` un centinaio di miglia . Andiamo ora a trovare Kammamuri e la sua padrona disse Sandokan , dopo aver dato la rotta . Speriamo che non sia accaduto nulla alla povera Ada . Scese la scaletta di poppa assieme con Yanez e busso` alla cabina del maharatto . Chi e` ? domando` Kammamuri . Sandokan . Abbiamo vinto , capitano ? Si` , amico mio . Evviva la Tigre della Malesia ! urlo` il bravo maharatto . Tolse i mobili che aveva accumulato dietro la porta ed apri` . Yanez e Sandokan entrarono . Il maharatto era armato fino ai denti . Aveva ancora in mano la scimitarra e la sua cintura era zeppa di pistole e di pugnali . Sdraiata su di una poltroncina stava la pazza , occupata a strappare , con mano nervosa , i petali ad una rosa di Cina , tolta poco prima da un vaso di fiori . Vedendo entrare Sandokan e Yanez si alzo` di scatto , fissando su di loro uno sguardo che rivelava un profondo terrore . I thugs ! ... I thugs ! ... esclamo` . Sono i nostri amici , padrona disse il maharatto . Ella guardo` Kammamuri per qualche istante , poi ricadde sulla poltroncina tornando a strappare il fiore che teneva in mano . Le urla dei combattenti hanno prodotto qualche impressione sulla disgraziata ? chiese Sandokan al maharatto . Si` rispose egli . Si e` alzata tutta tremante gridando : I thugs ! i thugs ! Ma poi , a poco a poco , si e` calmata . Null' altro ? Null' altro , capitano . Veglia attentamente su di lei , Kammamuri . Non lascero` il suo fianco . Yanez e Sandokan risalirono in coperta . Proprio in quel medesimo istante gli uomini di guardia segnalavano , verso sud , un punto rossastro che correva con rapidita` . Yanez e Sandokan si slanciarono a prua guardando attentamente in quella direzione . Dev' essere il fanale di una nave disse il portoghese . Lo e` certamente . Cio` mi inquieta assai rispose Sandokan . Perche` , fratello mio ? Quella nave puo` incontrare le scialuppe . Corpo di una spingarda ! Non ci mancherebbe che questa ! ... Non spaventarti , Yanez . L' Helgoland ha dei buoni cannoni . Ma ... toh , quella nave e` a vapore . Non vedi , Yanez , quella striscia rossastra che si alza verso il cielo ? Per Giove ! Hai ragione ! Ai cannoni , ragazzi ! Ai cannoni ! tuono` la Tigre della Malesia . Che fai ? chiese Yanez , afferrandolo per un braccio . E` la cannoniera , Yanez . Quale cannoniera ? Quella che ci seguiva . La manderemo a picco . Sei matto ! Ma non la vedi tu ? Si` che la vedo , ma se tu le spari addosso , a Sarawak ci cannoneggeranno . Se non andra` a picco alla prima bordata , correra` da quel dannato di Brooke a denunciarci . Per Allah ! esclamo` Sandokan , colpito da quel ragionamento . Stiamo calmi , fratello disse Yanez . E se incontra le scialuppe ? Non e` cosa facile , Sandokan . La notte e` oscura , le scialuppe filano verso ovest e la cannoniera , se non erro , ha la prua al nord . Un incontro , in simili circostanze , non e` facile . Ho forse torto ? No , ma vedere quella dannata cannoniera ... Calma , fratello . Lasciamola filare al nord . La cannoniera che con tanta ostinazione , ma probabilmente senza saperlo , seguiva i pirati di Mompracem , era allora vicinissima . A babordo e a tribordo brillavano i due fanali verde e rosso e sulla cima del trinchetto il bianco . A poppa si scorgeva il timoniere ritto accanto alla ruota . Passo` accanto all' Helgoland descrivendo una specie di semicerchio e sparve verso il nord , lasciandosi dietro una scia fosforescente . Non erano trascorsi dieci minuti che si udi` al largo una voce gridare : Ola` , della cannoniera ! Sandokan e Yanez , nell' udire quella chiamata , si slanciarono sul cassero guardando attentamente verso il nord . Le scialuppe , forse ? si chiese Sandokan , inquieto . Non vedo che la cannoniera la` in fondo osservo` Yanez . Eppure quella chiamata veniva dal largo Che abbiamo udito male ? Ne dubito Yanez Cosa facciamo ? Ci terremo pronti e avanzeremo con precauzione . Sandokan rimase sul ponte qualche ora , sperando di raccogliere un altro grido , ma non udi` altro che il rumore dei flutti che si infrangevano contro i fianchi del vascello e i gemiti del vento attraverso l' attrezzatura . A mezzanotte , tranquillo ma pensieroso , scendeva nella cabina del capitano dove Yanez l' aveva preceduto , stendendosi sul lettuccio . Tutta la notte l' Helgoland filo` , avanzando nella baia di Sarawak che andava a poco a poco restringendosi . Dagli uomini di guardia nulla era stato avvertito di straordinario ; soltanto verso le due del mattino , a cinquecento metri a tribordo , era stata vista un' ombra nera passare con grandissima rapidita` e sparire poco dopo . Tutti l' avevano scambiata per un praho navigante senza fanali . All' alba , quaranta miglia separavano il vascello dalla foce del Sarawak in riva al quale , a poche ore di marcia , sorge la cittadina omonima . Il mare era tranquillo e il vento abbastanza buono . Qua e la` si scorgevano alcuni prahos e alcuni giong , con le loro immense vele , e all' ovest , un po' confusamente , il monte Matang , gigantesco picco che alzasi nell' aria sino a 2790 piedi e sui cui fianchi arrampicasi verdeggianti boscaglie . Sandokan , che non si sentiva tranquillo in quel mare battuto dai legni di James Brooke , lo sterminatore dei pirati malesi , fece spiegare sul corno la bandiera inglese , la grande striscia rossa sulla sommita` della maestra , fece caricare i cannoni , ammonticchiare bombe nella batteria , aprire la Santa Barbara e armare i suoi uomini . Alle 11 del mattino , a sette miglia , appariva la costa , molto bassa , coperta di foreste lussureggianti e riparata da larghe scogliere . A mezzogiorno l' Helgoland girava la penisola che si biforca , e si spingeva per buon tratto nella baia : poco dopo gettava l' ancora alla foce del fiume , al di la` della punta Montabas . 9 . La battaglia . La foce del fiume , che forma una specie di porto riparato da banchi sabbiosi e da scogliere contro le quali si rompe la furia del mare , presentava un magnifico spettacolo . Lungo le rive si stendevano magnifiche boscaglie di pisang dalle gigantesche foglie , le cui frutta hanno un color giallo dorato , di stupendi mangostani , di preziosi sagu` dai cui tronchi si estrae una fecola assai nutritiva , di gambir , di betel e di colossali alberi della canfora , sui cui rami urlavano bande di scimmie di un bel colore verde , e cicalavano bande di tucani dagli enormi becchi . Sul fiume andavano e venivano , o danzavano all' ancora , barche , barchette , prahos malesi , bughisi , bornesi , macassaresi , grandi giong giavanesi con le vele dipinte , giunche cinesi di forme barocche e pesanti , piccole navi olandesi ed inglesi . Alcuni navigli erano in attesa di un carico e altri del vento propizio che permettesse loro di prendere il largo . Sulle scogliere e sui banchi si vedevano dayachi seminudi occupati a pescare e stormi di albatros , giganteschi volatili forniti di un becco robustissimo che sfonda , senza fatica , il cranio di un uomo , e stormi di rapidissimi uccelli marini , chiamati comunemente fregate . Sandokan , appena l' Helgoland ebbe gettata l' ancora in un buon punto , proprio in mezzo alla fiumana che scendeva lentamente con la marea , affrettossianciare uno sguardo sulle navi che lo circondavano . I suoi occhi caddero subito su di un piccolo schooner , armato con numerose artiglierie , che sbarrava il passo trecento metri piu` in su . A quella vista una sorda imprecazione gli usci` dalle labbra e la sua fronte si aggrotto` . Yanez diss' egli all' amico che gli stava vicino , leggi il nome di quel legno . Temi qualche cosa ? chiese il portoghese puntando il cannocchiale . Chissa` ! Leggi , Yanez . Il Realista , sta scritto a poppa . Non mi ero ingannato . Il cuore mi diceva che quello era proprio di legno che servi` a James Brooke per sterminare i pirati malesi . Per Bacco ! esclamo` il portoghese . Abbiamo un vicino formidabile . Che manderei a picco volentieri per vendicare i miei confratelli . Non lo manderai , se non ci secchera` . Bisogna essere prudenti , fratello , e molto , se si vuole liberare il povero Tremal Naik . Lo so , e saro` prudente . Toh , guarda , una barca che si dirige verso di noi . Chi e` quel brutto uomo ? Sandokan si curvo` sulla murata e guardo` . Una barchetta scavata nel tronco di un albero , montata da un uomo dalla pelle giallognola , con un perizoma rosso ai fianchi , anelli di rame ai piedi e alle mani , un berretto di piume in capo e un gigantesco becco di tucano sulla fronte , si avvicinava al vascello . E` un bazir disse Sandokan . Che cosa vuol dire ? Un ministro di Dinata o di Giuwata , le due divinita` dei dayachi . Che cosa viene a fare a bordo ? A regalarci qualche stupido presagio . Mandiamolo a casa di Belzebu` , non sappiamo che farcene dei presagi . Anzi , lo riceveremo , Yanez . Ci dara` precise informazioni su James Brooke e sulla sua flotta . La barchetta era giunta presso il vascello . Sandokan fece gettare la scala e il bazir sali` sul ponte con un' agilita` sorprendente . Che cosa vieni a fare ? chiese Sandokan , parlando in lingua dayaca . A venderti i miei presagi rispose il bazir , scrollando i suoi numerosi anelli che tintinnavano graziosamente . Non so che cosa farne . Ti domando altre cose . Quali ? Odimi bene , amico mio . Io voglio sapere molte cose da te e se mi risponderai bene , avrai un bel kriss e tanto tuwak liquore inebriante da bere un mese . Gli occhi del dayaco brillarono di cupidigia . Parla disse . Da dove vieni ? Dalla citta` . Che cosa fa il rajah Brooke ? Si fortifica ! Ha paura di qualche sollevazione ? Si` , dei cinesi e del nipote di Muda Hassim , l' antico nostro Sultano . Hai mai lasciato Sarawak , tu ? Mai . Hai visto condurre a Sarawak un prigioniero color del bronzo ? Il bazir penso` alcuni istanti . Un uomo grande e bello ? chiese . Si` , grande e bello disse Sandokan . Che aveva il colore degli indiani ? Si` , era un indiano . L' ho visto sbarcare alcuni mesi or sono . Dove fu rinchiuso ? Non lo so , ma puo` dirtelo un pescatore che abita laggiu` disse il dayaco additando una capannuccia di foglie che sorgeva sulla sponda sinistra . Quell' uomo accompagno` il prigioniero . Quando potro` vedere quel pescatore ? Ora si trova a pescare , ma questa sera tornera` alla capanna . Basta cosi` . Ola` , Hirundo , regala il tuo kriss a quest' uomo e deponi nella sua canoa un barile di gin . Il pirata non se lo fece dire due volte . Fece portare nella canoa un barilotto di liquore e diede il suo kriss al bazir , il quale se ne ando` contento , come se gli fosse stata regalata una intera provincia . Che cosa pensi di fare , fratello ? chiese Yanez appena il dayaco ebbe sgombrato il ponte . Agiro` immediatamente rispose Sandokan . Fra un' ora sara` notte e manderemo a prendere il pescatore . E poi ? Quando sapremo dove si trova Tremal Naik saliremo a Sarawak e andremo a trovare James Brooke . James Brooke ? Non andremo come pirati , ma come grandi personaggi . Tu sarai ambasciatore olandese . Si corre un brutto pericolo , Sandokan . Se Brooke si accorge della gherminella ci fara` appiccare . Non aver timore , Yanez . La corda che impicchera` la Tigre della Malesia non e` stata ancora intrecciata . Capitano disse in quell' istante Hirundo , avvicinandosi a Sandokan . Arrivano delle navi . La Tigre della Malesia e Yanez si volsero verso la foce del fiume e videro due brigantini da guerra con numerose artiglierie , battenti bandiera inglese , bordeggiare al largo , cercando di girare la punta Montabas . Oh ! fece Yanez . Altri vascelli da guerra ! Ti sorprende , forse ? chiese la Tigre della Malesia . Un poco , fratello . Qui , in questo fiume , sotto gli occhi di Brooke , non mi sento sicuro . Dubito di tutti . Hai torto , Yanez . Vascelli inglesi ve ne sono sempre qui . I due brigantini , dopo aver bordeggiato per una mezz' ora , entrarono nella fiumana , rimorchiati da una mezza dozzina di imbarcazioni . Salutarono la bandiera del rajah con due colpi di cannone , passarono a tribordo dell' Helgoland e andarono a gettare l' ancora l' uno a destra e l' altro a sinistra del Realista , ad una distanza di soli venti metri . Quando la manovra fu terminata , le tenebre calavano rapidamente coprendo le boscaglie , gli scogli , le barche , le giunche , i prahos e le acque del fiume . Era il momento scelto da Sandokan per inviare i suoi uomini a terra a prendere il pescatore . Un' imbarcazione fu calata in mare e Hirundo assieme con altri tre pirati vi discese , arrancando verso la riva . Sandokan li segui` collo sguardo finche` pote` , poi si mise a passeggiare sul ponte , fumando freneticamente la sua pipa . Non aveva ancora fatto due giri , quando il portoghese gli corse incontro col viso stravolto e gli occhi pieni di spavento . Sandokan ! esclamo` . Cos' hai ? chiese il pirata . Perche` quella faccia atterrita ? Sandokan , si prepara qualcosa contro di noi . E` impossibile ! esclamo` la Tigre , girando all' intorno uno sguardo minaccioso . Si` , Sandokan , si prepara un attacco . Guarda verso il mare . Sandokan , inquieto suo malgrado , diresse gli sguardi verso la foce del fiume . Le sue mani si chiusero attorno all' impugnatura del kriss e della scimitarra . Un sordo ruggito gli usci` dalle labbra frementi . La` , presso le scogliere , si scorgeva una massa nera , enorme , minacciosa , ancorata in maniera da sbarrare l' uscita . Non ci volle molto a riconoscerla per un vascello di grandi dimensioni che presentava il fianco all' Helgoland . Folgori del cielo ! mormoro` con estrema rabbia . Sarebbe vero ? ... Eppure non lo credo . Ma non vedi che ci presenta la bocca dei suoi cannoni ? disse Yanez . Ma chi vuoi che ci abbia traditi ? Forse la cannoniera . Non e` possibile . La cannoniera andava al nord . Ma alle due del mattino gli uomini di guardia hanno veduto una massa nera , rapidissima , filare verso Sarawak . E tu vuoi che ... ? La cannoniera ci abbia traditi termino` Yanez . Forse ha raccolto gl' inglesi delle imbarcazioni e , chissa` , forse l' uomo che grido` : Ola` , della cannoniera ! era un marinaio inglese gettatosi in mare durante il combattimento . Sandokan si volse e diresse gli sguardi verso il Realista . La nave di James Brooke era ancora al suo posto , ma le due navi inglesi si erano considerevolmente avvicinate all' Helgoland che si trovava cosi` preso tra due fuochi . Ah ! esclamo` Sandokan volete battaglia ? Ebbene , sia ! Vi faro` vedere chi sono , al baleno dei miei cannoni ! Non aveva ancora terminato di parlare che un urlo acutissimo partiva dalla riva sinistra , verso la quale Hirundo si era diretto . Aiuto ! aiuto ! si era udito gridare . Sandokan , Yanez ed i pirati balzarono come un solo uomo a tribordo cercando di distinguere cio` che accadeva sotto la tenebrosa foresta . Chi grida ? esclamo` un pirata . Che Dinata mi faccia tagliare la testa se non era la voce di Hirundo disse un dayaco d' atletica statura . Ehi ! Hirundo ! grido` Yanez . Due colpi di fucile scoppiarono sotto le boscaglie , seguiti da quattro tonfi . Quantunque l' oscurita` fosse profonda , i pirati scorsero quattro uomini che nuotavano disperatamente dirigendosi verso la nave . E` Hirundo ! esclamo` un pirata . Ohe` ! La cosa diventa seria ! esclamo` un altro . Che ci si giuochi un brutto tiro ? chiese il terzo . Silenzio disse la Tigre . Gettate delle funi . I quattro uomini , che nuotavano come pesci , in pochi istanti giunsero sotto il vascello . Aggrapparsi alle funi e arrampicarsi fino alla murata fu per essi l' affare di un solo istante . Hirundo ! chiamo` Sandokan , riconoscendo in quei quattro uomini i pirati inviati poco prima in cerca del pescatore . Capitano , grido` il dayaco , scuotendosi di dosso l' acqua , siamo circondati . Folgori del cielo ! tuono` la Tigre . Presto , narra cio` che hai veduto . Ho visto la` sotto , in quei boschi , soldati del rajah , armati di fucili , appiattati dietro i tronchi degli alberi e in mezzo ai cespugli . Pare che non attendano che un segnale per incominciare il fuoco . Sei certo di non esserti ingannato ? Ci sono piu` di duecento uomini e li ho veduti con questi occhi . Non avete udito i due colpi di fucile che ci hanno sparato contro ? Si` , ho udito . Che cosa facciamo , fratello ? chiese Yanez . Ritirarsi non e` possibile . Ci prepareremo , e alle prime cannonate daremo battaglia . Tigrotti , a me ! I pirati , che si tenevano a rispettosa distanza , alla chiamata della Tigre si fecero innanzi . I loro occhi brillavano e le loro mani accarezzavano le impugnature dei kriss . Sapevano gia` di che cosa si trattava e fremevano d' impazienza . Tigrotti di Mompracem disse Sandokan , James Brooke , lo sterminatore dei pirati malesi , si prepara a darci battaglia . Migliaia di uomini , migliaia di malesi e di dayachi assassinati da quell' uomo ; che da tanti anni chiedono ai loro confratelli vendetta . Giurate dinanzi a me di vendicare quegli uomini . Lo giuriamo ! risposero in coro i pirati , in preda ad un terribile entusiasmo . Tigrotti di Mompracem riprese Sandokan , siamo uno contro quattro , ma la Tigre della Malesia e` con voi . Ferro e fuoco finche` ci saranno polvere e palle a bordo , poi fiamme da prua a poppa . Questa notte bisognera` mostrare a quei cani come sanno combattere i tigrotti della selvaggia Mompracem , guidati dalla Tigre della Malesia . Ai vostri posti , tigrotti , ai vostri posti ! Al mio comando , fuoco ! Un sordo urlo rispose alle parole incitatrici della Tigre della Malesia . I pirati , con Yanez alla testa , si precipitarono nella batteria drizzando le nere gole dei bronzi verso le navi nemiche . Sul ponte rimasero due pirati , ritti accanto alla ruota del timone , e Sandokan che dal castello di prua spiava attentamente le mosse del nemico . Le quattro navi che si preparavano a sfasciare l' Helgoland con i loro quaranta cannoni sembravano che dormissero profondamente . Nessun rumore si udiva sui loro ponti ; pero` si vedevano delle ombre agitarsi a prua e a poppa . Si preparano mormoro` Sandokan coi denti stretti . Fra dieci minuti la baia s' illuminera` sotto il fuoco di cinquanta e piu` cannoni ; e questa quiete solenne sara` rotta dal ruggito dei pezzi d' artiglieria , dallo scoppio delle bombe , dal sibilo delle palle , dalle urla dei feriti , dagli urra` dei vincitori ! Quanto sara` bello lo spettacolo ! D' improvviso la sua fronte si corrugo` . E Ada ? mormoro` ; se una palla la cogliesse ? Sambigliong ! ... Sambigliong ! Il dayaco che portava quel nome accorse prontamente alla chiamata del suo capo . Eccomi , capitano rispose . Dov' e` Kammamuri ? chiese Sandokan . Nella cabina della vergine della pagoda . Andrai a raggiungerlo e accumulerai intorno alle pareti della cabina quante botti , quanto ferraccio e quanti pagliericci troverai nella stiva e nel quadro di poppa . Si tratta di difendere dalle palle la cabina della Vergine ? Si` , Sambigliong . Lasciate fare a me , capitano . Il ferro non giungera` la` dentro . Va' , amico mio ! Una parola , capitano . Dovro` rimanere nella cabina ? Si` , e t' incaricherai di salvare la Vergine se saremo costretti a lasciare la nave . So che tu sei il miglior nuotatore della Malesia . Affrettati , Sambigliong ; il nemico si prepara ad assalirci . Il dayaco si precipito` verso poppa . Sandokan torno` a prua guardando attentamente il fiume . Dal vascello che sbarrava la foce del fiume si era improvvisamente alzato un razzo . Quasi nel medesimo istante un lampo balenava sul ponte del Realista , seguito da una formidabile detonazione . La Tigre della Malesia sussulto` , mentre l' estremita` dell' albero maestro , smussata da una palla da otto , cadeva in coperta con gran fracasso . Tigrotti ! urlo` egli . Fuoco ! Fuoco ! Un urlo tremendo gli rispose : Viva la Tigre della Malesia ! Viva Mompracem ! Successe un breve silenzio , gravido di minaccia , poi la piccola rada s' incendio` da un capo all' altro . Dalle quattro navi nemiche uscivano vampe , fumo e palle , squarciando le tenebre e turbando la pace della notte ; dalle foreste giungeva un fuoco nutrito di moschetteria che si estendeva con incredibile celerita` lungo le rive . La battaglia era cominciata . I cinque vascelli combattevano con rabbia indicibile , lampeggiando , tuonando , vomitando uragani di ferro che fendevano l' aria con fischi stridenti . Gli equipaggi , anneriti dala polvere , ebbri di entusiasmo , caricavano e scaricavano senza posa le artiglierie , cercando di distruggersi a vicenda , incoraggiandosi con urla selvagge . L' Helgoland , in mezzo alla baia , solidamente ancorato , si difendeva furiosamente contro i giganti che lo attaccavano . Tuonava a babordo , tuonava a tribordo senza perdere un colpo , rispondendo con la mitraglia alla mitraglia , con le bombe alle bombe , atterrando gli alberi , massacrando le manovre , smontando i cannoni , sfondando le batterie , forando le carene , tempestando le foreste sotto le quali sparavano i soldati di James Brooke . Sembrava un vascello di ferro difeso da un esercito di titani . Cadevano i suoi pennoni e tentennavano i suoi alberi ; si sventravano le imbarcazioni , si demolivano le murate , si sfasciavano i suoi fianchi , si ammazzavano i suoi uomini , ma che importava ? Polvere e palle ce n' era per tutti e rispondeva con crescente furore , risoluto a perire piuttosto che arrendersi . Ad ogni colpo , ad ogni scarica , giu` nella batteria si udivano i tigrotti di Mompracem urlare : Vendetta ! Viva Mompracem ! La Tigre della Malesia , in piedi in mezzo alla nave , contemplava l' orribile spettacolo . Come era bello quel formidabile uomo , la` sul ponte del vascello , che tremavagli sotto i piedi , al chiarore di cinquanta cannoni , cogli occhi in fiamme , i capelli sciolti al vento , le labbra aperte ad un terribile sorriso , la scimitarra in pugno ! Il pirata sorrideva , mentre la morte gli fischiava attorno , gli alberi cadevano dinanzi a lui , mentre la mitraglia ruggiva ai suio orecchi schiantando le tavole del ponte , mentre le bombe scoppiavano , lanciando a trecento metri le loro schegge infuocate ! Gli stessi suoi nemici , nel vederlo la` sull' eroico vascello , impassibile fra l' uragano di ferro , si sentivano presi da una voglia matta di urlare : Viva la Tigre della Malesia ! Viva l' eroe della pirateria malese ! La battaglia durava da mezz' ora , sempre piu` tremenda , sempre piu` accanita . L' Helgoland , schiacciati dal fuoco non interrotto di quelle cinquanta bocche , sbranato dalla mitraglia , dilaniato dalla tempesta di bombe che cadeva sempre piu` fitta , non era piu` che una fumante carcassa . Non alberi , non manovre , non murate , non un madiere intero . Era una spugna : i cui fori precipitavasi fischiando l' acqua del fiume . Tirava ancora , rispondeva sempre a quei quattro nemici che avevano giurato di colarlo a picco , ma non si sentiva piu` capace di tirare innanzi . Gia` dieci pirati giacevano nella batteria , senza vita ; gia`due cannoni non tuonavano piu` , smontati dal fuoco infernale del nemico ; gia` le bombe venivano meno , gia` la poppa piena d' acqua calava a poco a poco . Dieci , forse quindici minuti ancora , e l' eroico Helgoland sarebbe andato a picco . Yanez , che faceva bravamente il suo dovere scaricando un cannone dei piu` grossi , si avvide della gravita` della situazione . A rischio di ricevere una scarica di mitraglia nella testa , si slancio` sul ponte in mezzo al quale stava la Tigre della Malesia . Fratello ! grido` . Fuoco , Yanez ! ... fuoco ! ... tuono` Sandokan . Essi corrono all' abbordaggio . Non possiamo piu` reggere , fratello ! Il vascello va a picco ! ... Folgori del cielo ! Cosa facciamo ? I minuti sono preziosi . Uno schianto formidabile segui` queste parole . Il castello di prua , colpito da una bordata di granate , era caduto , sfondando parte della coperta e della camera dei marinai . La Tigre della Malesia emise un grido di rabbia . E` finita ! A me , tigrotti , a me ! ... Si precipito` nella batteria dalla quale i tigrotti di Mompracem continuavano a bombardare i vascelli nemici . Un uomo , il maharatto Kammamuri , gli sbarro` la via . Capitano disse , l' acqua invade la cabina della Vergine . Dov' e` Sambigliong ? chiese la Tigre . Nella cabina . E` viva la Vergine ? Si` , capitano . Conducetela sul ponte e state pronti a gettarvi nel fiume . Tigrotti , tutti in coperta ! I pirati scaricarono un' ultima volta i cannoni e salirono sulla coperta ingombra di rottami . Le navi nemiche , rimorchiate da alcune scialuppe , si avvicinavano per abbordare l' Helgoland . Sandokan ! grido` Yanez , non vedendo comparire il terribile uomo . Sandokan ! Risposero le urla vittoriose degli equipaggi nemici e le carabine dei pirati . Sandokan ! ripete` . Sandokan ! Eccomi , fratello rispose una voce . La Tigre della Malesia si slancio` sul ponte con la scimitarra nella destra e una torcia accesa nella sinistra . Dietro a lui venivano Sambigliong e Kammamuri , portando la vergine della pagoda . Tigrotti di Mompracem ! tuono` Sandokan . Fuoco ancora una volta ! Viva la Tigre ! Viva Mompracem ! urlarono i pirati , scaricando le carabine contro i quattro vascelli . L' Helgoland barcollava come un ubriaco e si fendeva rapidamente sotto le continue scariche del nemico . Per i fianchi squarciati entravano , muggendo , le acque , trascinandolo rapidamente a picco . Da prua , da poppa , dai boccaporti , dai sabordi delle batterie uscivano dense colonne di fumo . La voce della Tigre della Malesia , squillante come una tromba , si fece ancora udire fra il rombo dei cannoni . Si salvi chi puo` ! ... Sambigliong , gettati nel fiume con la Vergine ! ... Il dayaco e Kammamuri balzarono in acqua assieme con la giovanetta che aveva perduto i sensi , e dietro di loro si precipitarono tutti gli altri , nuotando fra le navi nemiche che si trovavano bordo contro bordo col vascello affondante . Sul legno era rimasto pero` un uomo . Era la Tigre della Malesia . Nella destra stringeva ancora la scimitarra e nella sinistra la torcia . Le sue labbra erano atteggiate ad un terribile sogghigno : un lampo feroce balenava nei suoi occhi . Viva Mompracem ! lo si udi` gridare . Un urrah formidabile echeggio` nell' aria . Venti , quaranta , cento uomini si slanciarono con le armi in pugno sul ponte oscillante dell' Helgoland . La Tigre della Malesia non li attese . Con un balzo prodigioso supero` la murata e sparve nelle acque del fiume . Quasi nel medesimo istante il vascello si apriva con un rimbombo orrendo , una fiamma gigantesca si levava verso il cielo illuminando il fiume , le navi nemiche , i boschi , i monti , e scagliando all' intorno miriadi di rottami incandescenti . Vascelli ed equipaggi sparvero fra il fumo e le fiamme dell' Helgoland saltato in aria per lo scoppio della polveriera ! ... PARTE SECONDA . IL RAJAH DI SARAWAK . 1 . LA TAVERNA CINESE . Ola` ! Bell' uomo ! Milord ! Al diavolo i milord . Sir ! ... All' inferno i sir . Mastro ! ... Che ti colga il crampo . Monsieur ? ... Senor ! ... Appiccati . Che pranzo e` questo ? Cinese , senor , cinese come la trattoria . E tu vuoi farmi mangiare alla cinese ! Cosa sono queste bestioline che si muovono ? Gamberi del Sarawak ubriacati . Vivi ? Pescati mezz' ora fa , milord . E tu vuoi ch' io mangi i gamberi vivi ? Corpo d' un cannone ! Cucina cinese , monsieur . E questo arrosto ? Cane giovane , senor . Che cosa ? Cane giovane . Corpo d' una spingarda ! E tu vuoi che io mangi del cane ? E questo stufato ? E` gatto , senor . Tuoni e fulmini ! Un gatto ! Un boccone da mandarino , sir . E questa frittura ? Topi fritti nel burro . Cane d' un cinese ! Tu vuoi farmi crepare ! Cucina cinese , senor . Cucina infernale , vuoi dire . Corpo d' un cannone ! Gamberi ubriachi , frittura di topi , cane arrosto e gatto in stufato per pranzo ! Se mio fratello fosse qui riderebbe tanto da scoppiare . Orsu` , non bisogna essere schifiltosi . Se i cinesi mangiano questa roba , puo` mangiarla anche un bianco . Animo , portoghese mio ! Il brav' uomo che cosi` parlava si accomodo` sulla sedia di bambu` , trasse dalla cintura un magnifico kriss coll' impugnatura d' oro ornata di magnifici diamanti , e fece a pezzi il cane arrosto che mandava un profumo appetitoso . Fra un boccone e l' altro si mise a osservare il locale nel quale si trovava . Era una stanzaccia bassa , colle pareti dipinte a draghi mostruosi , a fiori strani , a lune sorridenti , ad animali che vomitavano fuoco . Tutto all' intorno v' erano sedili e stuoie sulle quali russavano dei cinesi dal volto giallo , il cranio pelato , la coda lunghissima e i baffi pendenti ; qua e la` , senza ordine , c' erano tavole di tutte le dimensioni , occupate da brutti malesi dalla pelle olivastra e i denti neri e da bellissimi dayachi seminudi con le membra coperte di anelli di ottone , armati di pesanti parangs , coltellacci lunghi mezzo metro . Alcuni di quegli uomini masticavano il siri , composto di foglie di betel e di noci d' areca , lanciando sul pavimento sputi sanguigni ; altri bevevano grandi vasi di arak o di tuwak e altri ancora fumavano lunghe pipe cariche di oppio . Hum borbotto` il nostro uomo sventrando il gatto . Che brutte facce ! Non so come quel briccone di James Brooke riesca a dominare questi birbanti . Deve essere un gran volpone e un ... Un fischio acuto , che veniva dall' esterno della taverna , gli tronco` la parola . Oh ! esclamo` . Accosto` due dita alle labbra e imito` quel fischio . Senor ! grido` il taverniere , occupato a scuoiare un cane grosso appena scannato . Che il tuo Confucio ti impicchi . Ha chiamato , monsieur ? Silenzio . Scuoia il tuo cane e lasciami in pace . Un indiano alto , di belle forme , quasi nudo , con un laccio di seta stretto attorno alle reni e un kriss sospeso al fianco destro , entro` , girando attorno i suoi grandi occhi neri . Il nostro uomo che stava spolpando una zampa di gatto , scorgendo il nuovo arrivato si alzo` , mormorando : Kammamuri ! Stava per lasciare il suo posto , quando un rapido cenno dell' indiano , accompagnato da uno sguardo supplichevole , lo arresto` : C' e` qualche pericolo in aria torno` a mormorare . In guardia , amico . L' indiano , dopo aver un po' esitato , si sedette di fronte a lui . Il taverniere accorse . Una tazza di tuwak ! chiese il nuovo avventore . E da mettere sotto i denti ? La tua coda Il cinese volse le spalle e fece portare una tazza e un vaso di tuwak . Spiati ? chiese con un fil di voce l' uomo che gli stava davanti , continuando a divorare . L' indiano fece col capo un cenno affermativo . Che appetito , signore ! esclamo` poi a voce alta Non mangio da ventiquattro ore , mio caro rispose il nostro uomo che , come il lettore si sara` immaginato , era il bravo Yanez , l' amico indivisibile della Tigre della Malesia . Venite da lontano ? Dall' Europa . Eh ! taverniere di casa del diavolo , un po' di tuwak ! Vi offro del mio , se non vi spiace disse Kammamuri . Accettato , giovanotto . Siedi vicino a me a da' un colpo di dente a tutta questa roba che mi sta dinanzi . Il maharatto non si fece pregare e si sedette accanto al portoghese mettendosi a mangiare . Possiamo parlare disse Yanez . Nessuno puo` ora sospettare che noi siamo amici . Vi siete salvati tutti ? Tutti , padron Yanez rispose Kammamuri . Prima che spuntasse l' alba , un' ora dopo la vostra partenza , lasciammo i fitti boschetti della riva e ci rifugiammo in una vasta palude . Il rajah aveva mandato soldati a perlustrare la foce del fiume , ma non sono riusciti a scoprire le nostre tracce . Sai , Kammamuri , che siamo stati bravi a sfuggire al rajah ? Un mezzo minuto di ritardo e saremmo saltati in aria tutti quanti . Buon per noi che la notte era tanto oscura che quei birbanti non ci videro nuotare verso la riva . La povera Ada ha sofferto nulla ? Nulla affatto , padron Yanez . Aiutato da Sambigliong , potei trasportarla a terra con tutta facilita` . Dove si trova ora Sandokan ? A otto miglia da qui , nel mezzo di un fitto bosco . Al sicuro dunque . Non lo so . Ho visto delle guardie del rajah aggirarsi nella foresta . Diavolo ! E voi , non correte alcun pericolo ? Io ! Chi sara` quel pazzo che mi prendera` per un pirata ? Io , un bianco , un europeo ? State pero` in guardia , signor Yanez . Il rajah deve essere un uomo assai furbo . Lo so , ma noi siamo piu` furbi di lui . Sapete nulla di Tremal Naik ? Nulla , Kammamuri . Ho interrogato parecchie persone , ma senza esito . Povero padrone mormoro` Kammamuri . Lo salveremo , te lo prometto disse Yanez . Questa sera mi mettero` all' opera . Che cosa volete fare ? Cercare di avvicinare il rajah e diventare suo amico . E come ? L' idea l' ho e mi pare buona . Provochero` un tafferuglio , faro` del baccano , fingero` di voler accoppare qualcuno e mi faro` arrestare dalle guardie del rajah . E poi ? Quando mi avranno arrestato inventero` qualche amena storiella e mi spaccero` per un nobile lord , per un baronetto ... E io che cosa dovro` fare ? Nulla , mio caro maharatto . Andrai difilato da Sandokan e gli dirai che tutto cammina di bene in meglio . Domani pero` verrai a ronzare attorno all' abitazione del rajah . Forse avro` bisogno di te . Il maharatto si alzo` . Un momento disse Yanez , traendo di tasca una borsa ben gonfia e porgendogliela . Che cosa devo fare ? Per effettuare il mio progetto bisogna che non abbia un soldo in saccoccia . Dammi anzi il tuo kriss , che non ha alcun valore , e prendi il mio che ha troppo oro e troppi diamanti . Ehi ! taverniere del demonio , sei bottiglie di vino di Spagna . Volete ubriacarvi ? chiese Kammamuri . Lascia fare a me e vedrai . Addio mio caro . L' indiano getto` sulla tavola uno scellino e usci` , mentre il portoghese stappava le bottiglie che certo costavano assai care . Tracanno` due o tre bicchieri e il rimanente lo diede a bere ai malesi che gli erano vicini , ai quali non parve vero di aver trovato un europeo cosi` generoso . Ehi , taverniere ! grido` ancora il portoghese , portami dell' altro vino e qualche piatto di lusso . Il cinese , tutto contento di fare cosi` grassi affari e pregando in cuor suo il buon Buddha di mandargli ogni giorno una dozzina di simili avventori , porto` nuove bottiglie e una terrina di delicatissimi nidi di salangana , conditi con aceto e sale , un cibo che solo i ricconi possono gustare . Il portoghese , quantunque avesse mangiato per due , torno` a lavorare di denti , a bere e a regalare vino a tutti i vicini . Quando fini` , il sole era tramontato da una buona mezz' ora e nella taverna erano state accese gigantesche lanterne di talco , che spandevano sui bevitori la loro scialba luce , cara ai caudati figli del Celeste Impero . Accese la sigaretta , esamino` la batteria delle sue pistole e si alzo` mormorando : Andiamocene , caro Yanez . Il taverniere fara` un baccano indiavolato , io ne faro` piu` di lui , accorreranno le guardie del rajah ed io verro` arrestato . Sandokan , ne sono certo , non avrebbe ideato un piano migliore . Getto` in aria due o tre boccate di fumo e si diresse tranquillamente verso la porta . Stava per varcarla , quando si senti` prendere per la giacca . Monsieur ! disse una voce . Yanez si volse accigliato e si trovo` dinanzi il taverniere . Che cosa vuoi , mascalzone ? chiese , fingendosi offeso . Il conto , senor . Quale conto ? Voi non mi avete pagato , gentleman . Mi dovete tre sterline , sette scellini e quattro penny . Vattene al diavolo . Non ho un soldo in tutte le dieci tasche . Il cinese , da giallo che era , divenne cinereo . Ma voi mi pagherete grido` aggrappandosi ai panni del portoghese . Lascia il mio vestito , canaglia ! urlo` Yanez . Mi dovete tre sterline , sette scellini e ... E quattro penny , lo so : ma io non ti paghero` , briccone ... Va' a scuoiare il tuo cane e lasciami in pace . Siete un ladro , gentleman ? Io vi faro` arrestare ! Prova ! Aiuto ! Arrestate questo ladro ! urlo` il cinese furibondo . Quattro sguatteri si precipitarono in aiuto del loro padrone armati di casseruole , di pentole e di schiumarole . Era quello che desiderava il portoghese , che ad ogni costo voleva far baccano . Con mano di ferro abbranco` il taverniere per la gola , l' alzo` da terra e lo scaglio` fuori della porta a rompersi il naso sui ciottoli della via . Indi carico` i quattro sguatteri , dispensando con rapidita` meravigliosa tali calci che i disgraziati , in meno che non si dica , si trovarono stesi per terra accanto al padrone . Urla indemoniate scoppiarono tosto . Aiuto , compatriotti ! urlava il taverniere . Al ladro ! All' assassino ! Accoppalo ! Ammazzalo ! urlavano gli sguatteri . 2 . Una notte in prigione . Quelle grida emesse da cinesi in un quartiere cinese , dovevano ottenere lo stesso effetto che ha un gong battuto in una via di Canton o di Pekino . Infatti , in meno di due minuti , un duecento coduti figli del Celeste Impero , armati di bambu` , di coltelli , di sassi e di ombrelli , si trovavano riuniti dinanzi alla porta della taverna mandando grida spaventevoli . Da`lli al ladro ! gridavano gli uni , roteando minacciosamente bastoni e ombrelli . Impicca il bianco ! urlavano gli altri mostrando i coltelli . Gettalo nel fiume ! salassate quel cane ! Accopalo ! Ammazzalo ! Annegalo ! Abbrucialo ! Apppiccalo ! I bevitori , spaventati da quel baccano e temendo di venire lapidati , sgombrarono in fretta la taverna , chi uscendo dalla porta e mescolandosi alla banda , chi saltando dalle finestre , che fortunatamente non erano troppo alte . Li` non rimase che il portoghese , il quale rideva a crepapelle , come se assistesse ad una brillantissima farsa . Bravi ! bene ! bis ! bis ! gridava egli , armando pero` le pistole e tirando dalla cintura il kriss . Un cinese che parlava piu` di tutti , in prima fila , gli tiro` una sassata : ma il ciottolo ando` a spezzare un gran fiasco di sam sciu` , il cui liquore si sparse per terra . Ehi ! mariuolo ! grido` il portoghese tu rovini il taverniere . Raccolse il ciottolo e lo rimando` all' aggressore che n' ebbe rotto un dente . Urla ancora piu` acute rimbombarono nel quartiere , facendo accorrere altri cinesi , alcuni dei quali armati di vecchi archibugi . Tre o quattro , incoraggiati dai compagni del taverniere , tentarono di entrare , ma alla vista delle pistole che il portoghese puntava verso di loro si affrettarono a mostrare le suole di feltro dei loro zoccoli . Lapidiamolo ! grido` una voce . E la mia taverna ? gemette il taverniere . Una grandine di ciottoli entro` nella taverna fracassando le lanterne , i fiaschi , i piatti , le terrine ed i vasi . Il portoghese , visto che il tumulto aumentava pericolosamente , scarico` in aria le sue due pistole . Ai due spari tennero dietro sette archibugiate sparate nella via , ma senz' altro effetto che quello d' ingrossare il baccano . D' improvviso si udirono varie voci gridare : Largo ! ... Largo ! ... Le guardie del rajah ! Il portoghese respiro` . Quel frastuono , i bastoni agitati in aria , i coltelli , le grandinate di ciottoli , i moschettoni e il continuo affluire della folla cominciavano ad inquietarlo . Facciamo baccano , ora che non c' e` piu` alcun pericolo disse . Si slancio` verso una tavola e la rovescio` mandando in frantumi tutti i fiaschi , i vasi , i tondi che vi erano sopra . Arrestatelo ! Arrestatelo ! urlo` il taverniere . Quel bianco mi fracassa tutto . Largo ! Largo alle guardie ! gridarono alcuni . La folla si divise e sulla porta della taverna apparvero due uomini di colore , alti , robusti , con giacca e calzoni di tela bianca e una draghinassa in pugno . Indietro ! grido` il portoghese , puntando su di loro le pistole . Un europeo ! esclamarono le due guardie , meravigliate . Dite un inglese preciso` Yanez . Le due guardie ringuainarono le draghinasse . Non vogliamo farvi alcun male disse uno dei due . Siamo al servizio del rajah Brooke vostro compatriota . E che cosa volete da me ? Liberarvi da questa turba . E condurmi in qualche carcere ? A questo pensera` il rajah . Mi condurrete da lui ? Senza dubbio . Se e` cosi` , vengo . Dal rajah Brooke non ho nulla da temere . Le due guardie lo presero in mezzo e tornarono a sguainare le draghinasse , onde proteggerlo dalla rabbia dei cinesi che era giunta al colmo . Largo ! gridarono . I cinesi , in numero grandissimo , a quella intimazione non ubbidirono : volevano ad ogni costo linciare l' europeo , giacche` le due guardie non l' avevano infilzato come avevano sperato . Le due guardie pero` non si perdettero d' animo . Distribuendo piattonate a destra e a sinistra e vigorosi calci , riuscirono a fare un po' di largo e trassero il prigioniero in una stretta stradicciola , giurando di ammazzare quanti li avrebbero seguiti . Quella minaccia ebbe un buon successo I cinesi , dopo aver urlato su tutti i toni e lanciato imprecazioni contro Yanez , contro le guardie e contro lo stesso rajah che accusavano di proteggere i ladri , si dispersero , lasciando soli il taverniere e i suoi quattro sguatteri malconci . Sarawak non e una citta` molto vasta : le due guardie , in meno di cinque minuti , giunsero alla palazzina del rajah , costruita in legno , come tutte le abitazioni dei bianchi che coronano le collinette dei dintorni . Sulla cima ondeggiava una bandiera che al portoghese parve rossa come quella inglese : dinanzi alla porta stava impalato un indiano armato di fucile e baionetta . Mi condurrete subito dal rajah ? E` troppo tardi risposero le guardie . Il rajah dorme . E dove passero` la notte ? Vi daremo una stanza . Purche` non sia una cantina . Un compatriota del rajah non si mette in una cantina . Il portoghese fu fatto entrare : salirono una scala , poi Yanez fu introdotto in una stanzetta con le finestre difese da grosse stuoie di foglie di nipa , il cui arredamento era costituito da un' amaca di filamenti di cocco , da qualche mobile di provenienza europea e da una lampada che era stata gia` accesa . Per Giove ! esclamo` , stropicciandosi allegramente le mani . Dormiro` come un babirussa . Desidera nulla ? chiese una delle guardie . Che mi si lasci dormire rispose Yanez . Una guardia usci` , ma l' altra si sedette presso la porta mettendosi in bocca una noce di areca avvolta in una foglia di betel . Approfittero` per farlo cantare ; ci sono molte cose che ignoro e che quest' uomo senza dubbio sa penso` Yanez . Arrotolo` una sigaretta , l' accese , aspiro` alcune boccate di fumo e avvicinandosi alla guardia : Giovanotto , sei indiano ? chiese . Bengalese , sir rispose la guardia . E` da molto tempo che sei qui . ? Due anni . Hai udito parlare di un pirata che si chiama la Tigre della Malesia ? Si` . Yanez represse a stento un gesto di gioia . E` vero che la Tigre e` qui ? domando` . Non lo so , ma si dice che i pirati hanno assaltato un vascello a venti o trenta miglia dalla costa e che poi sono sbarcati . Dove ? Non si sa precisamente in qual luogo , ma lo sapremo . In qual modo ? Il rajah ha delle brave spie . Dimmi , e` vero che alcuni mesi or sono e` naufragato un vascello inglese presso il capo Tanjong Datu ? Si` rispose l' indiano . Era un vascello da guerra proveniente da Calcutta . Chi corse in suo aiuto ? Il nostro rajah col suo schooner , il Realista . Fu salvato l' equipaggio ? Tutto , compreso un indiano condannato alla deportazione perpetua , non ricordo piu` in quale isola . Un indiano condannato alla deportazione perpetua ! esclamo` Yanez , fingendo la massima sorpresa . E chi era costui ? Si chiamava Tremal Naik . E qual delitto aveva commesso ? chiese Yanez , trepidante . Mi si disse che aveva ucciso degli inglesi . Che brigante ! Ed e` ancora qui questo indiano ? E` rinchiuso nel fortino . In quale ? Quello che e` sul colle . Non ve n' e` che uno a Sarawak . Ha guarnigioni il fortino ? Vi sono i marinai del legno naufragato . Molti ? Una sessantina al massimo . Yanez fece una smorfia . Sessanta uomini ! mormoro` . E forse vi saranno anche dei cannoni . Si mise poi a camminare per la stanza , meditabondo . Passeggio` cosi` per alcuni minuti , poi si sdraio` sull' amaca , prego` la sentinella di abbassare la fiamma della lampada e chiuse gli occhi . Quantunque prigioniero e con molti pensieri pel capo , il portoghese dormi` tranquillo come se fosse stato a bordo della Perla di Labuan o nella capanna della Tigre della Malesia . Quando si sveglio` , un raggio di sole penetrava attraverso le foglie di nipa che servivano da persiane . Guardo` verso la porta , ma la sentinella non c' era piu` . Vedendolo dormire e fors' anche udendo russare , se n' era andata , certa che un prigioniero di quel genere non sarebbe saltato dalle finestre . Benissimo disse il portoghese . Approfittiamone . Balzo` giu` dall' amaca , fece un po' di toilette , alzo` la stuoia e si affaccio` alla finestra , respirando a pieni polmoni l' aria fresca del mattino . Sarawak presentava un bel colpo d' occhio con le sue palazzine di legno circondate da verdeggianti boschetti , col suo grande fiume ombreggiato da superbi alberi e solcato da piccoli prahos , da svelte piroghe , da leggeri e lunghi canotti , con le bizzarre casette dal tetto arcuato e dipinte a smaglianti colori , del quartiere cinese , con le capanne di foglie di nipa , piantate su pali di rispettabile altezza , del quartiere dayaco e le viuzze affollate di cinesi , di dayachi , di bughisi e di macassaresi . Il portoghese percorse , con un rapido sguardo , la citta` e arresto` gli sguardi sulle colline . Come si disse , v' erano eleganti palazzine di legno abitate dagli europei . Piu` oltre , pero` , si vedeva una graziosa chiesetta e , a non grande distanza , un forte solidamente costruito e con molte feritoie . Il portoghese lo guardo` con attenzione profonda . E` la che vi e` Tremal Naik mormoro` . Come liberarlo ? In quello stesso istante una voce dietro di lui diceva : Il rajah vi attende . Yanez si volse e si trovo` dinanzi il bengalese . Ah ! siete voi , amico ? disse sorridendo . Come sta rajah Brooke ? Vi attende , sir . Andiamo a stringergli la mano . Uscirono , salirono un' altra scala ed entrarono in un salotto , le cui pareti scomparivano sotto un vero strato d' armi di tutte le grandezze e di tutte le forme . Entrate in quel gabinetto disse il bengalese . Che cosa raccontero` ? mormoro` il portoghese . Coraggio , Yanez . hai una vecchia volpe dinanzi . Spinse la porta ed entro` risolutamente nello studio in mezzo al quale davanti ad una tavola ingombra di carte geografiche , stavasene seduto il rajah di Sarawak . 3 . Il rajah James Brooke . James Brooke , al cui valore l' intera Malesia e la marina dei due mondi devono molto , merita alcune righe di storia . Discendeva , quest' uomo audace che a prezzo di lotte sanguinose , di sforzi terribili , s' ebbe il soprannome di sterminatore di pirati , dalla famiglia del baronetto Vyner , che sotto Carlo II fu Lord mayor di Londra . Giovanissimo ancora , si era arruolato nell' esercito delle Indie come alfiere ma ferito gravemente in una pugna contro i Bornesi , aveva poco dopo date le proprie dimissioni , ritirandosi a Calcutta . La vita tranquilla non era fatta per il giovane Brooke , uomo freddo e positivo , ma dotato di una energia straordinaria e amante delle piu` arrischiate avventure . Guarito della ferita torno` in Malesia , percorrendola per ogni verso . A questo viaggio egli deve la sua celebrita` , divenuta piu` tardi mondiale . Profondamente impressionato dall' incessante corseggiare e dalle stragi orrende che compivano i pirati malesi , nonche` dalla tratta degli uomini di colore , si era proposto , malgrado i grandi pericoli a cui andava incontro , di rendere sicura la navigazione e libera la Malesia . James Brooke , nei suoi propositi , era un uomo tenacissimo . Vinti gli ostacoli oppostogli dal suo governo all' esecuzione dell' ardito progetto , armava un piccolo schooner , il Realista , e nel 1838 salpava per Sarawak , cittadina del Borneo che allora non contava piu` di 1500 abitanti . Vi sbarcava in un brutto momento . La popolazione di Sarawak , forse aizzata dai pirati malesi , si era ribellata al suo sultano Muda Hassin e la guerra ferveva con rabbia estrema Brooke offri` tosto il suo braccio al sultano , si mise alla testa delle truppe e , dopo numerosi combattimenti , in meno di venti mesi domo` la rivoluzione . Terminata la campagna , usciva in mare contro i pirati e i mercanti di carne umana . Agguerrito l' equipaggio con una crociera di due anni , dava inizio alle battaglie , alle distruzioni , agli stermini , agli incendi . Non si puo` calcolare il numero dei pirati da lui uccisi , delle imbarcazioni e dei prahos colati a picco , dei covi arsi . Fu crudele , spietato , fors' anche troppo . Vinta la pirateria , tornava a Sarawak . Il sultano Muda Hassin , riconoscente per i grandi servigi resigli , lo nominava rajah della cittadina e del distretto . Nel 1857 , nel quale anno accadono gli avvenimenti che stiamo narrando , James Brooke era al culmine della sua grandezza , a segno che con un sol gesto faceva tremare persino il sultano di Varauni , il piu` vasto regno della grande isola del Borneo . Al rumore che fece Yanez entrando , il rajah si alzo` con vivacita` . Per quanto avesse varcato la cinquantina da qualche anno e nonostante gli strapazzi di una vita agitatissima , era un uomo ancor vegeto , robusto , la cui indomabile energia traspariva dallo sguardo vivo e brillante . Certe rughe pero` che solcavano la sua fronte e i capelli gia` bianchi annunciavano che una rapida vecchiaia avanzavasi . Altezza ! disse Yanez inchinandosi . Siate il benvenuto , compatriota disse il rajah , restituendo il saluto . L' accoglienza era incoraggiante . Yanez , che nell' entrare in quello studio aveva sentito il cuore battere con maggior frequenza , si tranquillo` . Che cosa vi e` accaduto ieri sera ? chiese il rajah dopo avergli additato una sedia . Le mie guardie mi narrarono che voi avete sparato persino delle pistolettate . Non bisogna irritare i Cinesi , mio caro , che qui sono numerosi e non amano troppo i bianchi . Avevo fatto una marcia lunghissima , Altezza , e morivo di fame . Trovatomi dinanzi ad una taverna cinese , sono entrato a mangiare e a bere , quantunque non avessi un solo scellino in saccoccia . Come ! esclamo` il rajah . Un mio compatriota senza uno scellino ? Sentiamo da dove venite e qual motivo vi guida qui . Io li conosco tutti i bianchi che abitano nel mio Stato , ma non vi ho mai veduto . E` la prima volta che metto piede in Sarawak disse Yanez . E da dove venite ? Da Liverpool . Ma con quale legno siete venuto ? Col mio yacht , Altezza . Ah ! voi avete uno yacht ? Ma chi siete voi dunque ? Lord Gilles Welker di Closeburn rispose Yanez , senza esitare . Il rajah gli tese la mano , che il portoghese si affretto` a stringere molto calorosamente . Sono felice di accogliere nel mio Stato un lord della nobile Scozia disse il rajah . Grazie , Altezza rispose Yanez inchinandosi . Dove avete lasciato il vostro yacht ? Alla foce del Palo . E come siete giunto qui ? Percorrendo almeno duecento miglia per terra , fra boschi e paludi , vivendo di frutta come un vero selvaggio . Il rajah lo guardo` con sorpresa . Vi siete smarrito forse ? chiese . No , Altezza . Una scommessa ? Nemmeno . E dunque ? Una disgrazia . Ha naufragato il vostro yacht ? No , e` stato colato a picco a colpi di cannone , dopo essere stato pero` spogliato di tutto cio` che conteneva . Ma da chi ? Dai pirati , Altezza . Il rajah , lo sterminatore dei pirati , si alzo` di scatto con gli occhi scintillanti , il viso animato da una terribile collera . I pirati ! esclamo` . Non sono sterminati ancora quei maledetti ? Pare di no , Altezza . Avete visto il capo dei pirati ? Si` disse Yanez . Che uomo era ? Bello assai , coi capelli nerissimi , gli occhi scintillanti , la tinta abbronzata . Era lui ! esclamo` il rajah con viva commozione . Chi lui ? La Tigre della Malesia . Chi e` la Tigre della Malesia ? Ho gia` udito questo nome disse Yanez . E` un uomo potente , milord , un uomo che possiede il coraggio del leone e la ferocia della tigre , che guida una banda di pirati che di nulla ha paura . Quell' uomo tre giorni or sono gettava l' ancora alla foce del mio fiume . Che audacia ! esclamo` Yanez che freno` a stento un fremito . E l' avete assalito ? Si` , lo assalii e lo sconfissi . Ma la vittoria mi costo` cara . Ah ! Vedendosi circondato , dopo una lotta ostinatissima che costo` la vita a sessanta soldati di Sarawak , diede fuoco alle polveri e fece saltare il suo legno insieme con uno dei miei . E` morto , dunque ? Ne dubito , milord . Ho fatto cercare il suo cadavere , ma non fu possibile trovarlo . Che sia ancor vivo ? Io sospetto che si sia rifugiato nei boschi con buon numero dei suoi . Che tenti di assalire la citta` ? E` un uomo capace di tentare il colpo , ma che non mi cogliera` indifeso . Ho fatto venire delle truppe dayache che mi sono fedelissime e ho mandato parecchi indiani della mia guardia a ispezionare le foreste . Fate bene , Altezza . Lo credo , milord disse il rajah , ridendo . Ma continuate il vostro racconto . In qual modo la Tigre vi assali` ? Avevo lasciato due giorni prima Varauni mettendo la prua verso il capo Sirik . Avevo l' intenzione di visitare le principali citta` del Borneo , prima di tornarmene a Batavia e quindi in India . Facevate un viaggio di piacere ? Si` , Altezza . Ero in mare da undici mesi . Proseguite , milord . Verso il tramonto del terzo giorno , lo yacht gettava l' ancora presso la foce del fiume Palo . Mi feci condurre a terra e m' inoltrai solo nelle foreste , con la speranza di abbattere qualche babirussa o una dozzina di tucani . Camminavo da due ore , quando udii una cannonata , poi una seconda , una terza , indi un tuonare continuo , furioso di artiglierie . Spaventato , tornai correndo verso la costa . Era troppo tardi . I pirati avevano abbordato il mio yacht , ucciso o fatto prigioniero l' equipaggio , e avevano iniziato il saccheggio . Rimasi nascosto , finche` il mio legno ando` a picco e i pirati si furono allontanati , poi mi precipitai verso la spiaggia . Non vidi che cadaveri che la risacca rotolava tra gli scogli , rottami , e l' estremita` dell' alberetto di maestra che usciva di mezzo piede dalle onde . Tutta la notte , disperato , mi aggirai presso la foce del fiume , chiamando , ma invano , i miei disgraziati marinai . Al mattino mi misi risolutamente in marcia seguendo la costa , attraversando foreste , paludi e fiumi , cibandomi di frutta e di volatili che la mia carabina mi procurava . A Sendang cedetti la mia arma e il mio orologio , le uniche ricchezze che possedevo , e mi riposai quarantotto ore . Acquistate nuove vesti da un colono olandese , un paio di pistole e un kriss , mi rimisi in viaggio e arrivai qui , affamato , spossato e per di piu` senza uno scellino . Ed ora , cosa contate di fare ? A Madras ho un fratello ed in Iscozia ho ancora dei possedimenti e dei castelli . Scrivero` per farmi mandare alcune migliaia di sterline , e col primo legno che giungera` qui tornero` in Inghilterra . Lord Welker disse il rajah , io metto la mia casa e la mia borsa a vostra disposizione , e faro` di tutto perche` non dobbiate annoiarvi durante il tempo che rimarrete nel mio Stato . Un lampo di gioia baleno` sul volto di Yanez . Ma , Altezza ... balbetto` , fingendosi imbarazzato . Cio` che faccio per voi , milord , lo farei per qualunque mio compatriotta . Come potro` ringraziarvi ? Se un giorno verro` in Iscozia , mi contraccambierete . Ve lo giuro , Altezza . I miei castelli saranno sempre aperti per voi e per i vostri amici . Grazie , milord disse il rajah ridendo . Suono` un campanello . Un indiano comparve . Questo signore e` mio amico gli disse il rajah additandogli il portoghese . Metto a disposizione la mia casa , la mia borsa , i miei cavalli e le mie armi . Sta bene , rajah rispose l' indiano . Dove vi recate ora , milord ? chiese il principe . Visitero` la citta` e , se me lo permettete , Altezza , faro` un giro pei boschi . Sono molto amante della caccia . Verrete a pranzare con me ? Faro` il possibile , Altezza . Pandij , conducilo nella sua stanza . Porse la mano a Yanez il quale gliela strin se vigorosamente dicendo : Grazie , Altezza , di quanto fate per me . Arrivederci , milord . Il portoghese usci` dal gabinetto , preceduto dall' indiano , ed entro` nella stanza destinatagli . Vattene disse all' indiano . Se avro` bisogno dei tuoi servigi suonero` . Rimasto solo , il portoghese diede uno sguardo alla sua stanza . Era vasta , illuminata da due finestre che guardavano verso le colline , tappezzata di bellissima thungoa carta fiorita di Tung e ammobiliata con ricercatezza . C' erano un buon letto , un tavolino , parecchie sedie di leggerissimo bambu` , sputacchiere cinesi , una bella lampada dorata proveniente senza dubbio dall' Europa e parecchie armi europee , indiane , malesi e bornesi . Benissimo mormoro` il portoghese , stropicciandosi le mani . Il mio amico Brooke mi tratta come se fossi un vero lord . Ti faro` vedere mio caro , che razza di lord Welker io sia . Ma prudenza , Yanez , prudenza ! Hai da fare con una vecchia volpe . In quell' istante un fischio acuto risuono` al di fuori . Il portoghese trasali` . Kammamuri disse . Questa e` una imprudenza . 4 . sotto i boschi . Ando` a chiudere la porta a catenaccio e si affaccio` con precauzione alla finestra . A quaranta passi dalla palazzina , alla fresca ombra di un' alta arenga saccariferica , stupenda palma dalle lunghe foglie piumate , se ne stava il maharatto , appoggiato ad un lungo bambu` , munito all' estremita` di una aguzza punta di ferro , probabilmente avvelenata . Non senza sorpresa , il portoghese vide accanto a lui un piccolo cavallo carico di due grandi ceste di foglie di nipa piene fino all' orlo di frutta di ogni specie e di pani di sagu` . Il maharatto e` piu` prudente di quanto credevo mormoro` Yanez . Mi sembra un provveditore delle miniere . Arrotolo` una sigaretta e l' accese . Il bagliore della piccola fiamma attiro` subito lo sguardo di Kammamuri . Il giovanotto mi ha scorto disse Yanez , ma non si muove . Comprende che bisogna essere prudenti . Gli fece un cenno con la mano , poi rientro` e apri` un cassetto del tavolino . C' erano dei foglietti di carta , un calamaio , delle penne e una borsa ben gonfia che diede , urtandola , un suono metallico . Il mio amico Brooke ha pensato a tutto disse il portoghese ridendo . Queste sobno fiammanti sterline . Levo` un foglietto di carta , lo lacero` a meta` e scrisse in minutissimo carattere : Sii prudente e guardati bene attorno . Va' ad aspettarmi alla taverna del cinese . Arrotolo` il pezzetto di carta e stacco` dalla parete un fusto cilindrico , di legno duro , trapanato nel mezzo , armato all' estremita` di un ferro di lancia ben assicurato con strisce di rotang . Era un sumpintan , una cerbottana , lunga metri 1 , 40 , con la quale i dayachi lanciano a sessanta passi , con straordinaria precisione , frecce intinte nel velenosissimo succo dell' upas . Devo essere ancora abile disse il portoghese , esaminando l' arma . Stacco` una freccia lunga 20 centimetri , vi infilo` il foglietto scritto e la fece entrare nella cerbottana . Un forte soffio basto` per lanciarla fino al maharatto , il quale fu lesto a raccoglierla ed a staccare la carta . Ed ora usciamo disse Yanez , quando ebbe veduto Kammamuri andarsene . Si getto` a tracolla un fucile a due canne e usci` , rispettosamente salutato dalla sentinella . Percorrendo vie e viuzze puzzolenti , fiancheggiate da capanne posate su pali sotto le quali sonnecchiavano maiali e cani e saltellavano scimmie , spandendo un odore insopportabile , in meno di un quarto d' ora giunse alla taverna , dinanzi alla quale era legato il cavallo del maharatto . Prepariamo delle sterline disse il portoghese . Prevedo una scena burrascosa . Guardo` nella taverna . In un angolo , seduto dinanzi ad una terrina di riso , stava Kammamuri ; e dietro al banco , con un paio d' occhiali di quarzo affumicato sul naso , stava il taverniere , occupato a scarabocchiare un gran foglio di carta con un pennello di rispettabile grandezza . Il celestiale era senza dubbio occupato a fare i conti . Ola` grido` il portoghese entrando . Il taverniere , a quella chiamata , alzo` la testa . Vederlo , balzare in piedi e slanciarglisi contro , impugnando fieramente la sua mostruosa penna intinta nell' inchiostro di Cina , fu tutt' uno . Brigante ! urlo` . Il portoghese fu pronto a fermarlo . Vengo a pagarti disse , gettando sulla tavola un pizzico di sterline . Giusto Buddha ! esclamo` il cinese precipitandosi sulle monete . Otto sterline ! Vi domando perdono , senor ... Sta' zitto , e porta una bottiglia di vino di Spagna . Il taverniere in quattro salti corse a prendere una bottiglia che mise dinanzi a Yanez , indi si slancio` verso un gong sospeso alla porta e si mise a batterlo furiosamente . Cosa fai ? chiese Yanez . Vi salvo , senor rispose il cinese . Se non avverto i miei amici che voi avete pagato , non so che cosa vi accadrebbe fra qualche giorno . Yanez getto` sulla tavola altre dieci sterline . Di' ai tuoi amici che lord Welker paga da bere disse . Ma voi siete un principe , milord ! grido` il cinese . Lasciami solo . Il cinese , raccolte le sterline , usci` incontro ai suoi amici , i quali , allarmati da quei colpi precipitati , accorrevano da tutte le parti armati di bambu` e di coltelli . Yanez si sedette dinanzi a Kammamuri sturando la bottiglia . Che nuove , mio bravo maharatto ? chiese . Brutte , signor Yanez rispose Kammamuri . Corre qualche pericolo Sandokan ? Non ancora , ma potrebbe venire scoperto da un istante all' altro . Nelle foreste ronzano guardie e dayachi . Ieri sera sono stato fermato e interrogato e questa mane mi e` toccata la stessa cosa . E tu cos' hai risposto ? Mi sono spacciato per un provveditore delle miniere di Poma . Per ingannare meglio questi spioni , come avete visto , mi sono provvisto di un cavallo e di alcune ceste . Sei furbo , Kammamuri . Dove si trova Sandokan ? A sei miglia da qui , accampato presso un villaggio in rovina . Sta fortificandosi perche` teme di venire assalito . Andremo a trovarlo . Quando ? Appena vuotata la bottiglia . C' e` qualche cosa in aria ? Ho saputo ove sta imprigionato il tuo padrone . Il maharatto balzo` in piedi , fuori di se` per la gioia . Dov' e` ? Dov' e` ? chiese con voce soffocata . Nel fortino della citta` , custodito da una sessantina di marinai inglesi . Il maharatto si lascio` cadere sulla sedia , scoraggiato . Lo salveremo ugualmente , Kammamuri riprese Yanez . E quando ? Appena lo potremo . Mi reco da Sandokan per progettare un piano . Grazie , signor Yanez . Lascia la` i ringraziamenti e bevi . Il maharatto vuoto` la sua tazza . Volete che partiano ? Partiamo , disse Yanez , gettando sul tavolo alcuni scellini . Vi avverto che la strada e` lunga e difficile e che bisognera` allungarla ancotra di piu` , onde ingannare le spie . Non ho fretta io . Ho detto al rajah che vado a caccia . Siete diventato amico del rajah ? Certamente . In qual modo ? Te lo narrero` camminando . Uscirono dalla taverna . Il portoghese si mise dinanzi e Kammamuri lo segui` , tenendo per la briglia il cavallo . Evviva lord Welker ! grido` una voce . Evviva il lord ! Viva il generoso bianco ! urlarono parecchie altre voci . Il portoghese si volse e vide il taverniere circondato da una grossa banda di cinesi che avevano le tazze in mano . Addio , ragazzi ! grido` . Evviva il generoso lord ! tuonarono i cinesi . Usciti dal quartiere cinese , fiancheggiato di bugigattoli ingombri di rotoli di carta fiorita di Tung , di balle di seta , di scatole di the` di ogni qualita` , di ventagli , di occhiali , di sputacchiere , di sedie di bambu` , di code , di lanterne microscopiche o gigantesche , di armi , di amuleti , di vesti , di zoccoli , di cappelli di ogni forma e dimensione , tutta roba proveniente dai porti del celeste Impero , entrarono nel quartiere malese non molto dissimile da quello dayaco , forse piu` sporco e piu` maleodorante , indi si arrampicarono su colli e di la` raggiunsero i boschi . Camminate con precauzione disse Kammamuri al portoghese . Ho incontrato parecchi serpenti pitoni stamane e ho visto anche le tracce di una tigre . I boschi del Borneo li conosco , Kammamuri rispose Yanez . Non tremare per me . Siete venuto altre volte qui ? No , ma ho percorso piu` volte i boschi del reame di Varauni . Combattendo ? Talvolta si` . Eravate nemici del sultano di Varauni ? Nemici fierissimi . Egli odiava terribilmente i pirati di Mompracem perche` in ogni scontro vincevano la sua flotta . Ditemi , padron Yanez , la Tigre della Malesia fu sempre pirata ? No , mio caro . Una volta era un potente rajah del Borneo settentrionale ; ma un inglese ambizioso istigo` alla ribellione le truppe e la popolazione e lo detronizzo` dopo avergli ucciso padre , madre , fratelli e sorelle . E vive ancora questo inglese ? Si` , vive . E non l' avete punito ? E` troppo forte . La Tigre della Malesia pero` non e` ancora morta . Ma voi , padron Yanez , perche` vi siete unito a Sandokan ? Non mi sono unito a lui , Kammamuri ; fui fatto prigioniero mentre navigavo verso Labuan . Non uccideva i prigionieri Sandokan ? No , Kammamuri . Sandokan fu sempre feroce verso i suoi piu` acerrimi nemici e generosissimo verso gli altri , specialmente verso le donne . Ed egli vi tratto` sempre bene , padron Yanez ? Mi amo` come e forse piu` di un fratello ! Ditemi , padron Yanez , quando avrete liberato il mio padrone , ritornerete a Mompracem ? E` probabile , Kammamuri . Alla Tigre della Malesia occorrono grandi distrazioni per soffocare il suo dolore . Quale dolore ? Quello di aver perduto Marianna Guillonk . L' amava molto dunque ? Immensamente , alla follia . E` strano assaiche un uomo cosi` feroce e terribile si sia innamorato di una donna . E di una donna inglese per di piu` aggiunse Yanez . Dello zio di Marianna Guillonk avete saputo nulla ? Nulla , per ora . Che sia qui ? Potrebbe darsi . Avete paura di lui ? Forse , e ... Alto la` grido` in quell' istante una voce . Yanez e Kammamuri si arrestarono . 5 . Narcotici e veleni . Due uomini si erano improvvisamente rizzati dietro a un cetting , arbusto rampicante il cui succo e` talmente velenoso che uccide in pochi istanti un bue . Il primo era un indiano alto , magro , nervoso , vestito di tela bianca e armato d' una lunga carabina incrostata d' argento ; l' altro era un dayaco di belle forme , con le membra straordinariamente cariche di anelli di ottone e di perle di Venezia e i denti anneriti col succo caldo del legno siuka . Un solo ciawat , pezzo di stoffa di cotone copriva i suoi fianchi e un fazzoletto rosso la sua testa , ma portava indosso un vero arsenale . La terribile cerbottana con le frecce tinte nel succo dell' upas gli pendeva da una spalla ; al fianco aveva il formidabile parang , pesante sciabola dalla larga lama intarsiata con pezzi d' ottone , della quale i dayachi si servono per decapitare i nemici ; il laccio , che essi sanno adoperare forse meglio dei thugs indiani , gli stringeva la vita . Non mancava nemmeno il kriss , dalla lama serpeggiante e avvelenata . Alto la` ! ripete` l' indiano , facendosi innanzi . Il portoghese fece a Kammamuri un rapido gesto e si avanzo` con le dita della mano destra sulla batteria del fucile . Che vuoi e chi sei tu ? chiese all' indiano . Sono una guardia del rajah di Sarawak rispose l' interrogato . E voi ? Lord Gilles Welker , amico di James Brooke , tuo rajah . L' indiano e il dayaco presentarono le armi . Quell' uomo e` al vostro servizio , milord ? chiese l' indiano indicando Kammamuri . No rispose Yanez . L' ho incontrato nella foresta e avenfo egli paura delle tigri , ha chiesto di seguirmi . Dove vai ? domando` l' indiano al maharatto . Ti ho detto anche stamane che sono provveditore dei placers di Poma rispose Kammamuri . Perche` domandarmi anche adesso dove vado ? Perche` il rajah cosi` vuole . Di' al tuo rajah che io sono un suo fedele suddito . Passa . Kammamuri raggiunse Yanez che aveva continuata la sua via , mentre le due spie tornavano ad imboscarsi sotto l' arbusto velenoso . Cosa pensate , signor Yanez , di quegli uomini ? chiese il maharatto quando fu certo che non potevano ne` udirlo ne` vederlo . Penso che il rajah e` astuto come una volpe . Deviamo ? Deviamo , Kammamuri . Quelle due spie possono avere qualche sospetto e seguirci per un buon tratto . Faremo perdere le nostre tracce . Kammamuri abbandono` il sentiero fino allora seguito e piego` a sinistra , seguito dal cavallo e dal portoghese . La via divenne ben presto difficilissima . Migliaia e migliaia d' alberi , dritti gli uni , piegati e contorti gli altri , e cespugli e rampicanti si ammassavano in modo da impedire spesso il passaggio , se non agli uomini , almeno al cavallo . Qui vi erano colossali alberi della canfora , che dieci uomini non sarebbero stati capaci di abbracciare ; la` arenghe saccarifere che , incise , danno un liquore zuccherino e inebriante se lasciato fermentare ; piu` oltre superbe palme pinang che piegavano sotto il peso delle noci formanti grandi grappoli ; poi bellissimi mangostani , alti quanto un ciliegio , le cui frutta , grosse come aranci , sono le piu` gustose e le piu` delicate che sui trovino sulla terra , e areche dalle foglie grandissime ; uncaria cambir e isonandra guta e giunta wan , piante , queste ultime , che danno il caucciu` . E come se tutti questi vegetali non bastassero a rendere difficile il cammino , smisurati rotang , che nel Borneo tengono il luogo delle liane e nepentes correvano da un albero all' altro formando vere e proprie reti che il maharatto e il portoghese erano costretti a tagliare a colpi di kriss . Percorso mezzo miglio descrivendo lunghi giri per trovare un passaggio , saltando alberi atterrati , sfondando cespugli , tagliando radici e gomene vegetali a destra e a manca , i due pirati giunsero sulle rive di un canale d' acqua nera e putrida . Kammamuri taglio` un ramo e misuro` la profondita` . Due piedi disse . Salite sul cavallo , padron Yanez . Perche` ? Entreremo nel canale e lo risaliremo per un buon tratto . Se le due spie ci seguono , non troveranno piu` le nostre tracce . Bravo , Kammamuri . Il portoghese sali` in sella e dietro di lui sali` il maharatto . Il cavallo dopo aver un po' esitato , entro` in quelle acque che spandevano un fetore insopportabile e rimonto` , traballando e scivolando sul fondo melmoso , la corrente . Fatti ottocento passi , riguadagno` la riva . Yanez e il maharatto discesero e stettero in ascolto coll' orecchio appoggiato a terra . Non odo nulla disse Kammamuri . E nemmeno io aggiunse il portoghese . E` lontano il campo ? Un miglio e mezzo almeno . Affrettiamoci , padrone . Un sentieruzzo , aperto fra i cespugli e i rotang dagli animali , spariva nel folto della foresta . I due pirati lo raggiunsero allungando il passo . Una mezz' ora dopo , altri due uomini s' alzavano dietro una macchia , intimando ai due pirati di arrestarsi . Kammamuri getto` un fischio . Avanti risposero le due sentinelle . Erano due pirati di Mompracem armati fino ai denti . Vedendo Yanez , mandarono grida di gioia . Capitano Yanez ! gridarono , correndogli incontro . Buon giorno , ragazzi disse il portoghese . Vi credevamo morto , capitano . Le tigri di Mompracem hanno la pelle dura ; dov' e` Sandokan ? A trecento passi da qui . Fate buona guardia , amici . Vi sono delle spie del rajah nel bosco . Lo sappiamo . Bravi , tigrotti . Il portoghese e il maharatto raddoppiarono il passo e ben presto giunsero all' accampamento piantato presso un kampong in rovina . Del villaggio , che un tempo doveva essere stato abbastanza grosso , non rimaneva intatta che una sola capanna di foglie di nipa , posta sopra pali alti piu` di trenta piedi , fuori di portata dagli assalti delle tigri e anche dagli assalti degli uomini . I pirati pero` stavano ricostruendo altre capanne e piantando solide palizzate per mettersi al coperto e , nel caso di un attacco improvviso da parte delle truppe del rajah di Sarawak , poter resistere . Dov' e` Sandokan ? chiese Yanez , entrando nell' accampamento accolto dalle grida di gioia di tutta la banda . Lassu` , nella capanna aerea risposero i pirati . Avete incontrato i soldati del rajah , capitano Yanez ? Cio` che ho detto alle sentinelle lo diro` anche a voi , tigrotti disse il portoghese . State in guardia : vi sono delle spie del rajah nel bosco . Ne ho vista piu` di una . Che si mostrino ! grido` un malese , impugnando un pesantissimo parang ilang con la punta fatta a doccia . I tigrotti di Mompracem non temono i cani del rajah . Capitano Yanez disse un altro , se incontrate una di quelle spie , ditele che siamo accampati qui . Sono cinque giorni che non combattiamo e le nostre armi cominciano ad arrugginire . Fra poco , ragazzi , avrete da lavorare rispose Yanez . M' incarico io di mandarvi della gente . Viva il capitano Yanez ! urlarono i tigrotti . Ehi ! fratello mio ! grido` una voce che veniva dall' alto . Il portoghese alzo` gli occhi e vide Sandokan ritto sulla piccola piattaforma della capanna aerea . Che cosa fai lassu` ? grido` il portoghese , ridendo . Mi sembri un piccione appollaiato su di un albero . Sali Yanez . Tu hai qualche cosa d' importante da dirmi Certo . Il portoghese si slancio` verso una lunga pertica che presentava delle tacche e con sorprendente agilita` giunse sulla piattaforma della capanna , ma qui si trovo` piuttosto imbarazzato . Il suolo era formato da bambu` , distanti l' uno dall' altro un buon palmo , e i piedi del povero Yanez non riuscivano a trovare uno stabile appoggio . Ma questa e` una trappola ! esclamo` . Costruzione dayaca , fratello mio disse Sandokan ridendo . Ma che piedi hanno quei selvaggi ? Forse piu` piccoli dei nostri . Un po' di equilibrio , diamine ! Il portoghese , traballando e saltando di trave in trave , giunse nella capanna . Era discretamente vasta , divisa in tre camerette di cinque piedi di altezza e altrettanti di larghezza , col pavimento pure formato da bambu` lontani l' uno dall' altro parecchi centimetri , ma coperto da stuoie . Che cosa mi rechi ? chiese Sandokan . Molte novita` , fratello mio rispose Yanez sedendosi . Ma dimmi , innanzitutto , dov' e` la povera Ada , che non ho veduta nel campo ? Questo luogo non e` molto sicuro , Yanez . Le guardie del rajah possono assalirci da un istante all' altro . Comprendo , fratello mio ; tu l' hai nascosta in qualche luogo . Si` , Yanez . L' ho fatta condurre verso la costa . Chi ha con se` ? Due uomini che mi sono fedelissimi . E` ancora pazza ? Si` , Yanez . Povera Ada ! Guarira` , te lo assicuro . In qual modo ? Quando si trovera` dinanzi a Tremal Naik provera` una scossa cosi` forte che riacquistera` la ragione . Lo credi ? Lo credo , anzi ne sono certo . Possano le tue speranze avverarsi . Dimmi ora , Yanez , che cos' hai fatto a Sarawak in questi giorni ? Molte cose . Sono diventato amico del rajah . E come ? Il portoghese in poche parole lo informo` di quello che aveva fatto , gli narro` cio` che gli era accaduto e cio` che aveva udito . Sandokan lo ascolto` attentamente , senza interromperlo , ora sorridente e ora pensieroso . Dunque tu sei amico del rajah disse , quando Yanez ebbe terminato . Amico intimo , fratello mio . Non ha alcun sospetto ? Non credo ; ma , come ti ho detto , sa che tu sei qui . Bisogna affrettarsi a liberare Tremal Naik . Ah ! se potessi nel medesimo tempo schiacciare per sempre quel dannato Brooke ! Lascia il rajah , Sandokan . Egli fu troppo feroce , Yanez , verso i nostri fratelli . Darei meta` del mio sangue per vendicare le migliaia di malesi uccisi da quell' uomo terribile e spietato . Bada , Sandokan ; non abbiamo che sessanta uomini . Un lampo sinistro baleno` negli occhi della Tigre della Malesia . Tu sai , Yanez , di quanto io sia capace disse con un tono di voce che faceva fremere . Il mio passato tu lo conosci . Lo so , Sandokan , che tu hai sfidato l' ira di regni ed imperi europei . Ma la prudenza non e` mai troppa . E sia : saro` prudente . Mi accontentero` di liberare Tremal Naik . Cosa forse piu` difficile dell' altra , Sandokan . Perche` ? Ci sono sessanta bianchi nel fortino e molti pezzi di cannone . Cosa sono sessanta uomini ? Aspetta un po' , fratellino mio . Mi dimenticavo di dirti che il fortino e` vicinissimo alla citta` . Al primo colpo di cannone tu avrai i bianchi dinanzi e le truppe del rajah alle spalle . Sandokan si morse le labbra e fece un gesto di dispetto . Eppure bisogna salvarlo disse . Che cosa dobbiamo fare ? Giocheremo d' astuzia . Hai un piano ? Sono bornese e , come i miei compatrioti , ho sempre amato i veleni . Con una sola goccia si uccide un uomo per quanto sia forte ; con un' altra goccia lo si addormenta , lo si fa credere morto , o lo si fa impazzire . Il veleno , come vedi , e` un' arma potente , terribile . So che durante il nostro soggiorno a Giava tu ti occupavi molto di veleni . E mi ricordo che una volta un potente narcotico ti salvo` dalla forca . Ecco che i miei studi e le mie ricerche cominciano a fruttare disse Sandokan . Ascoltami , Yanez . Frugo` in una tasca interna della sua giacca e ne trasse una scatoletta di pelle ermeticamente chiusa . L' apri` e mostro` al portoghese dieci o dodici microscopiche boccettine , piene di liquidi bianchi , verdastri e neri . Per Giove ! esclamo` Yanez . Non e` tutto disse Sandokan , aprendo una seconda scatoletta contenente piccolissime pillole che esalavano un acuto odore . Questi sono altri veleni . E cosa vuoi fare con quei liquidi e quelle pillole ? Ascoltami con attenzione , Yanez . Tu mi hai detto che Tremal Naik e` prigioniero nel forte . E` vero . Credi di poter entrare nel forte , chiedendo il permesso al rajah ? Lo spero . Ad un amico non si nega un favore cosi` piccolo . Tu dunque entrerai e chiederai di vedere Tremal Naik . E quando l' avro` veduto , cosa faro` ? Sandokan levo` dalla seconda scatola alcune pillole nere e gliele mise in mano . Queste pillole contengono un veleno che non uccide , ma che sospende la vita per trentasei ore . Ora comprendo il tuo piano . Io dovro` farne inghiottire una a Tremal Naik . O scioglierne una nella brocca dell' acqua . Tremal Naik non dara` piu` segno di vita , lo crederanno morto e lo seppelliranno . E noi , nella notte , andremo a disseppellirlo aggiunse Sandokan . Il progetto e` stupendo , Sandokan disse il portoghese . Tenterai il colpo ? Tu non corri , mi pare , alcun pericolo . Io lo tentero` , purche` mi si permetta di entrare nel forte . Se non ti permettono , corrompi qualche marinaio . Hai denaro ? Il portoghese apri` la giacca , il panciotto , alzo` la camicia , e mostro` una fascia un po' rigonfia che gli cingeva i fianchi . Ho sedici diamanti che tutti insieme valgono un milione . Se ne vuoi altri , parla . La mia cintura contiene il doppio della tua e a Batavia abbiamo tanto oro da acquistare la flotta intera del Portogallo . Lo so , Sandokan , che il denaro non ci manca . Per ora mi accontentero` dei miei sedici diamanti . Nascondi ora queste pillole e anche quelle due boccettine disse Sandokan . Una , la verde , contiene un narcotico che non sospende la vita , ma che addormenta profondamente per dodici ore ; l' altra , la rossa , contiene un veleno che uccide istantaneamente e senza lasciare traccia . Chissa` : possono esserti utili . Il portoghese nascose le pillole e le boccettine , si getto` a bandoliera il fucile e si alzo` . Te ne vai ? Sarawak e` lontana , fratello mio . Quando farai il colpo ? Domani . Mi farai subito avvertire da Kammamuri ? Non manchero` ; addio , fratello . Scese la pericolosa scala , saluto` i tigrotti e torno` a cacciarsi sotto la foresta , cercando di orizzontarsi . Aveva percorso sei o settecento metri , quando fu raggiunto dal maharatto . Altre novita` ? chiese il portoghese , arrestandosi . Una e forse grave , signor Yanez disse il maharatto . Un pirata e` tornato or ora al campo ed ha riferito alla Tigre di aver veduto , a tre miglia da qui , una banda di dayachi guidata da un vecchio bianco . Se lo incontrero` gli augurero` buon viaggio . Aspettate un po' , signor Yanez disse il maharatto . Il pirata ha detto che quel vecchio dalla pelle bianca somigliava all' uomo che ha giurato di appiccare la Tigre e voi . Lord James Guillonk ! esclamo` Yanez , impallidendo . Si` , padron Yanez , quell' uomo somigliava allo zio della defunta moglie di Sandokan . E` impossibile ! ... E` impossibile ! ... Chi e` il pirata che lo ha visto ? Il malese Sambigliong . Sambigliong ! ... balbetto` Yanez . Questo malese era con noi quando rapimmo la nipote di lord James , anzi , se la memoria non m' inganna , affronto` lo stesso lord che stava per spezzarmi il cranio . Per Giove ! ... Io corro un gran pericolo . Quale ? chiese il maharatto . Se lord Guillonk viene a Sarawak io sono perduto . Mi vedra` , mi riconoscera` , quantunque siano trascorsi sei anni dall' ultima volta che ci siamo incontrati , e mi fara` arrestare e appiccare . Ma il malese non ha detto che quel vecchio era il Lord . Somigliava e nulla pi . Ti ha mandato Sandokan ad avvertirmi ? Si` padron Yanez ! Gli dirai che staro` in guardia , ma che cerchi d' impadronirsi di quel vecchio dalla pelle bianca . Addio , Kammamuri , domani mattina ti attendo alla taverna cinese . Il portoghese , molto inquieto , si rimise in marcia , guardandosi attentamente attorno e tendendo gli orecchi , timoroso di trovarsi da un istante all' altro dinanzi a quel vecchio . Fortunatamente non udivasi , sotto la gigantesca boscaglia , alcuna voce umana , ne` alcun segnale . I soli rumori che rompevano il silenzio erano le grida degli argus giganti , magnifici fagiani che svolazzavano a centinaia , que